#CURIOSITÀDALMONDO

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Il Castello di Fumone

Care lettrici e cari lettori,

questa volta non voglio portarvi molto lontano, vorrei rimanere in Italia e parlarvi di un castello avvolto da un alone di mistero che si trova non molto lontano da Roma: il Castello di Fumone.

#THEIDIOMSALAD

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Risucchiato come il calzino di un postino

Buon venerdì, lettrici e lettori di UNINTBlog!

Inauguriamo la rubrica dedicata alle espressioni idiomatiche delle lingue del mondo con uno degli idiomatismi utilizzati dai parlanti dello spagnolo colombiano di Bogotà, che gode della reputazione di essere la variante ispanica con l’accento più chiaro e comprensibile ai parlanti di altre lingue.

#ANDITSOUNDSLIKE

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Still into Paramore

Oggi voglio provare a trasmettervi anche solo in minima parte il mio amore per questo gruppo. I Paramore sono stati e sono tutt’ora per me, quell’artista che ti accompagna nel corso di molti anni, col quale cresci e la cui musica rimarrà per sempre impressa nella tua memoria e nel tuo cuore. La me tredicenne si è aggrappata alla loro musica e in fin dei conti non ha mai smesso di tenergli la mano.

#THEIDIOMSALAD

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Buon venerdì, lettrici e lettori di UNINTBlog!

Io sono Giulia. Ho 26 anni, una laurea magistrale in Traduzione all’UNINT, esperienze di volontariato, stage e lavoro in ambito linguistico e un interesse intenso e irrimediabile per le lingue straniere che oggi mi porta a presentarvi una nuova rubrica: “The idiom salad”.

Pillole di #ARTEINSCENA

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Una festa esagerata

Si tratta di una commedia scritta e diretta dall’attore e comico (ma non solo) Vincenzo Salemme, che affronta tematiche ad oggi ampiamente discusse.
I protagonisti sono una coppia di coniugi ormai sposati da diversi anni, I Parascandalo, i quali stanno organizzando la festa dei 18 anni della figlia Mirea. Questo è il reale motivo per cui la coppia ha deciso di portare avanti il loro matrimonio che già da tempo aveva perso i colori e le sfumature importanti che lo definivano all’inizio.

Pillole di #ETIMOLOGICAMENTE

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Tomato o pomodoro?

Furono i Maya a coltivare i pomodori nella forma che oggi conosciamo, mentre gli Aztechi iniziarono a coltivarlo nelle regioni meridionali del Messico. Quando Cortez arrivò in America centrale nel 1520, decise di portare i semi del pomodoro in Spagna che iniziarono a chiamarlo tomate, che derivava dal nome che gli indigeni gli avevano dato: tomatl.
Questa parola indigena era in realtà riferita a ogni cosa che avesse la forma rotondeggiante e rigonfia. Per distinguere ogni singola cosa veniva invece usato un prefisso, per pomodoro era xi-tomatl per il tomatillo, un piccolo frutto tondo, era mil-tomatl.