#LUXURYMOMENTS: #LUXURYJUICE

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Ph: Pietro Piacenti Photography
Model: Veera Kinnunen in A’BIDDIKKIA

LITTLE BLACK DRESS: l’abito per eccellenza

Il celebre tubino nero nasce un secolo fa, negli anni 20: non aveva segni in vita ed era spesso arricchito da polsini e colletti bianchi o abbinato a cappellini a campana. Oggi, esattamente cento anni dopo, diventa un capo evergreen del guardaroba femminile e può essere indossato in tanti modi diversi e non deve per forza essere messo in contesti eleganti. Il tubino nero è uno dei capi più versatili e sempre alla moda.

Percorriamo un po’ di storia su questo capo icona. Chi l’ha inventato?  Chi l’ha portato in auge?

Little black dress diventa il classico dei classici, e non poteva che inventarlo lei, Gabrielle Chanel, la bambina che cuciva gli abiti delle bambole solo in bianco e nero perché erano gli unici colori che aveva a disposizione, dal momento che erano scampoli degli abiti delle suore da cui è stata cresciuta.

Coco Chanel lo ha reso un capo facile da portare, semplice, completamente diverso rispetto a quelli che andavano di moda all’epoca. Il buon gusto nel vestire era per Coco qualcosa di innato e l’eleganza scaturiva dalla semplicità. Il suo consiglio: “Prima di uscire, guardati allo specchio e levati qualcosa”… “Se dentro al vestito non c’è una donna, una vera donna, allora il vestito è inutile, qualunque esso sia”.

Ma il tubino più famoso della storia del cinema è sicuramente quello indossato da Audrey Hepburn in “Colazione da Tiffany”, abbinato ad occhialoni neri, ad un bocchino e ad una cascata di gemme al collo. Quel tubino, disegnato da Hubert De Givenchy, ha segnato l’inizio di un’era in cui, con mille rivisitazioni, questo capo è diventato un vero e proprio must.

Molti stilisti famosi lo hanno ridisegnato, dalle versioni molto eleganti a quelle più sportive, presentato in sfilata e indossato con lo stiletto, con le ballerine o con le stringate. Il tubino nero racchiude classe, rigore, purezza e fantasia. La petite robe noire diventa un capo eterno ed è stato indossato da molte celebrità e personaggi del jet set come Catherine Deneuve, Jacqueline Kennedy, Lady D, Letizia di Spagna, Kate Moss, Naomi Campbell e in versione più provocante da Sabrina Ferilli e da Belen Rodriguez invece Elizabeth Hurley sceglie la versione tubino nero punk creato da Versace.

Maria Christina Rigano

PH BY FRANCESCA SANTOPADRE

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Mostra di Raffaello alle Scuderie del Quirinale

“Ma cosa ti è mancato di più in questo periodo di lock-down?” era la domanda ricorrente quasi in tutti gli ambienti durante la pandemia del Covid-19. Le risposte potevano essere varie come l’aperitivo, l’incontro in ufficio con i colleghi, la pausa pranzo, la partita a tennis, il parrucchiere … e tanti altri momenti di convivialità, ma ciò di cui sentivo veramente la mancanza era visitare belle mostre, realmente e non più virtualmente, insieme a qualche amica nella città più bella del mondo, Roma.

Quando il giornalista della Stampa Estera Talal Khrais ha voluto intervistarmi per conto dell’agenzia Nazionale NNA-LEB (National News Agency Lebanon) e l’articolo pubblicato dall’agenzia è stato successivamente tradotto dalla dott.ssa Letizia Leonardi in lingua italiana per il sito di “ASSADAKAH” – associazione Italo-Araba, esistente dal 1944,  operativa, riconosciuta e apprezzata dalla Lega Araba e nel resto del mondo – ho espresso il desiderio di parlare della ripresa della mostra di Raffaello alle Scuderie del Quirinale che ha riaperto le porte al pubblico il 3 giugno. L’inaugurazione era avvenuta il 5 marzo scorso ma la mostra è stata successivamente chiusa a causa della pandemia. Straordinarie sono state le misure sanitarie all’ingresso, dal tappetino decontaminante al rilevamento della temperatura tramite termo-scanner oltre alla sanificazione delle mani. In una settimana di apertura oltre i 22 mila biglietti venduti, un vero sold-out, tutti pronti per ammirare la mostra evento del 2020 “RAFFAELLO 1520-1483” visitabile fino al 30 agosto di quest’anno.

La mostra curata da Marzia Faietti e da Matteo Lafranconi, direttore delle Scuderie del Quirinale, con un circuito composto da una grande rassegna con capolavori provenienti dalle maggiori collezioni italiane e internazionali. Tra queste, la National Gallery di Londra, la National Gallery of Art di Washington, il Museo Nacional del Prado di Madrid, i Musei Vaticani e gli Uffizi.

Per assicurare una buona visita per amanti dell’arte e curiosi è necessario rispettare l’orario d’ingresso indicato sul biglietto. Il percorso dura quasi un’ora e venti minuti costituito da piccoli gruppi che dovranno rispettare rigorosamente le regole da seguire e l’apposita grafica apposta sul pavimento che segnalerà il percorso unidirezionale di visita, la mascherina è d’obbligo per i visitatori oltre al mantenimento della distanza interpersonale di almeno due metri, anche tra membri dello stesso nucleo familiare.

La mostra dell’artista rinascimentale Raffaello non ha precedenti a Roma ed è stata allestita nelle Scuderie del Quirinale in occasione delle celebrazioni del 500° anniversario della morte di questo genio marchigiano di Urbino. Raffaello aveva 25 anni quando Papa Giulio II lo invitò a Roma per affidargli le decorazioni del Vaticano. L’artista visse solo 37 anni e durante la sua breve vita disegnò 287 dipinti e molte opere meravigliose.

Maria Christina Rigano

PH. BY FRANCESCA SANTOPADRE

Fonti:

http://nna-leb.gov.lb/ar/show-news/483267/500

https://www.fanpage.it/cultura/raffaello-la-mostra-riapre-ed-e-subito-boom-22mila-biglietti-venduti-in-una-settimana/

http://www.arte.it/raffaello/il-ritorno-di-raffaello-superstar-alle-scuderie-del-quirinale-17355

Roma – Riapre grande mostra su Raffaello. Parla Maria Cristina Rigano

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BARNEYS NY DALL’APICE AL DECLINO

La storia di come le vetrine della Madison Avenue hanno smesso di brillare

Lo shopping newyorkese è un sacrosanto diritto di ogni donna proprio come lo ha ricordato più volte Carrie Bradshaw nel film Sex & the City. Recarsi da Barneys, oltre a rappresentare un obbligo morale era il posto giusto per acquistare le Manolo Blahnik destinate a essere esposte con fierezza nella propria cabina armadio.

Ma purtroppo da agosto 2019, qualcosa incominciava ad “oscurare” il sogno delle più “Shophaolic”: il regno della moda, Barneys con il suo primato indiscusso di classe ed eleganza e di clientela ricercata was not meant to be anymore. Tutto iniziò a partire da dicembre 2019 per essere ufficializzata a febbraio 2020, la notizia sconvolgente: lo shop storico chiude per bancarotta mettendo fine al sogno americano iniziato nel lontano 1923 da suo fondatore Barney Pressman.

Lo store ha segnato la storia della città di New York da quando è comparso per la prima volta nella Seventh Avenue di Manhattan, associando il proprio brand, nell’immaginario collettivo, all’idea di benessere e al famoso star system; regno amato sia dalle fashion victims che dalle fashion icons. Barneys era vagliato quotidianamente da milioni di consumatori di beni di lusso nello sfondo vivace della Grande Mela. Brand come Armani, Comme des Garçons ed Azzedine Alaïa erano solo alcuni dei marchi di cui il negozio vantava il suo prestigio. Con l’annuncio ufficiale della bancarotta, si sono susseguite una serie di svendite “saldi per chiusura” con conseguente assalto da parte della folla per portare a casa non solo un capo di Barneys ma anche un frammento dello stesso store: che sia solo un brandello per fantasticare un’esperienza unica nel suo genere oppure una testimonianza che dica ai posteri “I have been there”.

“Dalle stelle alle stalle” in un solo week-end o poco più e non solo! la merce invenduta è stata riversata nei cassonetti fuori dallo store, attirando le fashion victims in ricerca di qualche ultimo pezzo da sogno. Inoltre, la situazione fuori controllo ha fatto scaturire numerosi dubbi presso l’opinione pubblica per quanto riguarda la tematica spinosa degli sprechi nel luxury environment: meglio cestinato che svalutato? Il dubbio resta, anche se ad oggi, dopo la crisi che inevitabilmente la moda ha affrontato e continuerò ad affrontare nel post Covid-19, ci si chiede se non esista davvero una soluzione più accettabile in caso di liquidazione dei grandi store di lusso per evitare lo spreco indiscusso del prodotto.

Il motto dello store “No bulk, no Junk, no Imitations”, sul quale l’imprenditore costruì una vera e propria filosofia che andava oltre al concetto di negozio e oltre al momento che, all’epoca di apertura, correva verso il primo ostacolo, la crisi del ’29 e non solo… ma anche oltre alle persone che avevano deciso di credere in quel uomo e nel suo sogno.

Questa è la storia di una fine inaspettata e infelice, un triste risveglio dal torpore che accompagnava quel sogno americano così caro agli utopisti e fashionisti newyorkesi. Se solo si pensasse a come tutto è iniziato: un investimento concreto e decisamente sentito quello di Barneys Pressman che stando alle fonti, avrebbe inizialmente investito nell’attività una somma di appena 500 dollari impegnando l’anello di fidanzamento della moglie. Dopo la dichiarazione di bancarotta, lo store è stato venduto ad Authentic Brands Group che ha adottato una scelta discutibile, chiudendo i punti vendita e licenziando la maggior parte degli impiegati. Pare, secondo il credo del gruppo imprenditoriale, che il futuro del lusso al dettaglio non sia più indirizzato verso l’acquisto effettuato dal singolo in store (scelta discutibile anche quest’ultima). Convinti fermamente che Barneys sia molto di più che un’esperienza face-to-face, i newyorkesi stentano a credere quanto sia successo: le passeggiate nella Grande Mela non saranno più le stesse senza le vetrine finemente rifinite bordate da quel logo semplice, nero su bianco, che racchiudeva ciò che Barneys era: un sogno ad occhi aperti, una cartolina simbolo della città, un posto sicuro dove essere se stessi e gioire dello shopping.

Fanny Trivigno

Sources:

https://en.wikipedia.org/wiki/Barneys_New_York

https://www.elle.com/it/moda/ultime-notizie/a31092642/barneys-negozio-new-york-fallimento/

https://www.ansa.it/canale_lifestyle/notizie/lusso/2019/11/19/fine-di-unera-a-manhattan-barneys-svende-e-chiude_a6c4d0ce-5d83-4e58-a8cb-edb3030a03f1.html

#GLAMYTASTE

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The Healthy vibe: 4 Recipes that everyone could have fun replicating without giving up on wellness

Have you ever felt like… if taste is good probably the ingredients will not be that healthy?

Here an entire day, to spend among good food, fun, and healthy recipes that could be an incredible way to start the Summer and kick off bad habits.

Try to believe.

OATS PORRIDGE WITH BLUEBERRIES, KIWI AND CHIA

Serve 1

Prep Time 5 minutes

Cooking Time 5 minutes

Difficulty Easy

Ingredients:

½ teaspoon pure vanilla extract
½ teaspoon cup low-fat milk
85 gr. Oats
85 gr. low-fat plain yogurt
2 teaspoons of chia
1 medium kiwi (sliced)
60 gr. fresh blueberries

In a small saucepan, bring ½ of water, vanilla and half of the milk to the boil over high heat. Add the oats and reduce the heat to low. Simmer for 5 minutes or until thickened.

Meanwhile, place the yogurt and the chia in a small bowl and mix until combined.

To serve, pour the oats porridge into a bigger bowl. Top with the remaining milk, sliced kiwi and blueberries.

BLACK BEANS, TOMATOES, ZUCCHINI AND CORN QUESADILLA

Serves 1

Prep Time 10 minutes

Cooking Time 5 minutes

Difficulty easy

Ingredients:

60 gr. black beans, drained and rinsed
½ medium tomato, diced
2 tablespoon tinned corn kernels, drained and rinsed
60 gr. of roasted green zucchini
1 whole wheat wrap
1 small handful chopped onion
30 gr. reduced-fat cheddar cheese (optional)

Preheat a sandwich press.

Place the black beans, tomato and corn in a small bowl and mix until well combined.

Spread the pre-roasted green zucchini over one half of the wrap and lay on the sandwich press. Top with the chopped onion, black beans mixture and cheese. Fold in half to enclose the filling and gently press down the sandwich press lid.

Toast for 4-5 minutes or until the wrap is crisp or golden.

Remove the quesadilla from the sandwich press and transfer to a serving plate. Serve.

BANANA TOASTS WITH CINNAMON

Serves 1

Prep Time 5 minutes

Cooking Time 2 minutes

Difficulty Easy

Ingredients:

2 slices whole wheat bread
½ medium banana sliced
½ teaspoon of cinnamon
Whipped peanut butter (optional)

Toast the bread to your liking.

Whip the peanut butter in a small bowl first and after with a hand-held beater until it is fluffy.

To serve, spread the whipped peanut butter over the toast top with sliced banana and cinnamon.

NOODLES SOUP WITH TOMATOES, SPINACHES, CARROTS and PORK

Immagine che contiene piatto, ciotola, cibo, tavolo

Descrizione generata automaticamente

Serves 1

Prep time 15 minutes (and plus 10 minutes soaking time)

Cooking Time 10 minutes

Difficulty Easy

Ingredients:

90 gr. rice vermicelli noodles
Oil spray
½ garlic clove, crushed
½ fresh ginger, peeled
85gr. ground pork
¼ Lebanese cucumber, sliced
¼ carrot, granted or blended
1 tablespoon chopped fresh cilantro
1 small handful baby spinaches
½ teaspoon salt-reduced tamari or soy sauce
2 teaspoons lime juice
½ teaspoon honey

Place the noodles in a heatproof bowl and cover with boiling water. Leave for 10 minutes, then loosen the noodles with a fork. Drain and refresh under cool running water. Drain well and set aside to cool slightly. When cool enough to handle, cut into shorter lengths.

Heat a non-stick fry pan over medium heat and spray lightly with oil spray. Add the garlic, ginger and ground pork and cook for 5-7 minutes or until the pork is browned, stirring frequently.

Add noodles, cucumber, baby spinaches, blended carrots and cilantro to the bowl containing the pork and stir gently to combine.

Whisk the tamari sauce, the lime and honey together in a small bowl. Pour over the pork and noodles mixture and toss gently to combine. Serve.

Fanny Trivigno

Sources:
K. Itsines, The Bikini Body-28 day: Healthy, Energy and Lifestyle Guide, St.Martin’s Press, NY, 2016

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Ph by Pietro Piacenti – International Couture Backstage

A talk with… Hair Stylist Giovanni Salerno

Per la rubrica a Talk with… abbiamo chiesto a Giovanni Salerno di raccontare il segreto che spinge un hair stylist a scegliere una tipologia di acconciatura o pettinatura per la vita quotidiana, per le grandi occasioni e per il catwalk. Infine, Giovanni illustrerà la tendenza acconciature per l’estate 2020.

Giovanni Salerno inizia a lavorare come hair stylist da giovane e si diploma presso l’ARA, Accademia Romana Acconciatura, successivamente diventa membro di Blue Team (Team Artistico) dell’associazione Intercoiffeur Italia e come tale partecipa a molti appuntamenti prestigiosi nazionali come ad esempio l’Alta Moda Italiana a Roma e a Milano. Nel corso della sua carriera ha partecipato a diverse sfilate realizzando le acconciature per Maison prestigiose come Fendi, Lancetti, Alessandro Consiglio, Grimaldi, Persichino, Curiel, Gianni Molaro, Morabito e molti altri. Ultimamente, come coordinatore di Wella The Best Club Lazio, ha svolto il ruolodi Art Director per il Hair style di International Couture Fashion Show in calendario Altaroma.

L’acconciatura è un’ispirazione che viene spesso dettata dal momento, dalla moda o da varie tipologie di occasioni. Nella nostra società la pettinatura dei capelli è espressione di uno stile ed enfatizza i tratti del viso. In questo modo, il parrucchiere diventa colui che è in grado di aiutare la donna ad esprimere la propria personalità.

Per quello che riguarda il mondo del wedding, l’acconciatura rappresenta una realtà che non conosce battute di arresto ma essa tende piuttosto ad esprimere un’occasione speciale per rivelare chi è veramente la sposa. L’hair stylist deve valorizzare la natura della donna e soprattutto far percepire la sua bellezza e il suo stile. Quello che riguarda invece il look o l’acconciatura di una persona in generale è legato alla sua immagine, al suo modo di essere, di esprimersi e soprattutto al ruolo che ha nella società e nella vita professionale. Trovare un’acconciatura adatta ad una donna è soprattutto una capacità dell’artista di percepire l’idea giusta e adeguata alla personalità della cliente, creando un look su misura con armonia ed equilibrio. Io di solito ascolto il mio cuore per trovare la giusta immagine adatta alla persona che ho dinanzi a me. Ma per quello che riguarda l’acconciatura nel contesto “sfilata” è importante prendere in considerazione vari fattori come la location, la storia che ogni singolo stilista vuole comunicare al suo pubblico, il mood della collezione e i suoi colori. In questo caso il ruolo mio diventa quello di consulente di bellezza e d’immagine, coincide con la funzione di art director, che, grazie all’esperienza e alla professionalità, riesce a far emergere il tema della collezione utilizzando una regola fondamentale che segue tre importanti fattori: armonia, equilibrio e proporzione.

Inoltre, l’acconciatura oltre ad essere sinonimo di bellezza ha anche la funzione di identificare le appartenenze a diverse tribù nei paesi dell’Africa e ad evidenziare l’adesione ad un determinato gruppo sociale.

Riguardo alle tendenze, il 2020 sarà un anno fluido per le acconciature. Fluido nelle forme, fluido nello scambio di suggestioni tra passerelle, aule universitarie, navate delle chiese, red carpet e fermate della metropolitana. Tutto è miscelato e tutto può essere spunto per un dettaglio di stile che rappresenti chi lo indossa. Si punta al carattere! Tra i raccolti, i protagonisti sono chignon e trecce. Per distinguersi si gioca di styling e di texture. Grafici o messy, matt o effetto wet, saranno comunque le acconciature di maggior tendenza per tutto l’anno. Non mancheranno raccolti dal sapore retro e qualche suggestione gothic. Per chi ama il corto, gli accessori saranno i must have. Invece per le fedeli al lungo sarà ancora lo styling a dare personalità e tocco. Via libera a suggestioni gitane, intrecci e accessori tribali che hanno il sapore di un incontro tra diverse culture.

Maria Christina Rigano

PH BY FRANCESCA SANTOPADRE

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PH. BY PIERLUIGI D’AMBROSIO ALVIRA JEWELS

DIMMI CHE COLORE SCEGLI E TI DIRÒ CHI SEI

Cambiare colore ai capelli è un must di moltissime dive del cinema e donne del Jet set. Colorare i capelli potrebbe essere una consuetudine, una tradizione adottata da molte donne appartenenti a qualsiasi ceto sociale, politico o culturale e di qualsiasi età. Il cambiamento di colore potrebbe seguire i dettami della moda del momento ma è soprattutto un fattore emotivo e spesso viene mostrato con un cambiamento interno che diventa visibile all’esterno. Ma che significato hanno i colori che cerchiamo di acquisire per correggere o modificare il nostro modo di apparire? In pratica il nostro colore diventa anche il nostro biglietto da visita. Il biondo, colore della femme fatale. Le bionde dominano il mondo del cinema o almeno nell’immaginario collettivo. La donna che sceglie il biondo si sente un po’ diva ma soprattutto sexy, basta pensare alle bionde iconiche che hanno fatto storia come Anita Ekberg e Brigitte Bardot. Sicuramente anche le finte bionde non passano inosservate ed è proprio questo il risultato che vogliono ottenere; tramite il colore dei loro capelli cercano di imporre la loro personalità a chi le circonda e vive con loro o per loro. Invece la donna determinata sceglie il colore nero corvino, è una donna che vuole essere presa sul serio e spesso nasconde un lato romantico e sognatore: basta pensare al personaggio di Biancaneve che aveva i capelli neri come la notte. Una via di mezzo è Il castano che viene considerato come il colore dell’equilibrio, la donna che lo sceglie non è né troppo estrosa come le bionde, né troppo misteriosa come le more. Le castane amano affascinare ma in modo discreto. Ma il colore certamente più vivace è il rosso, la donna che sceglie il rosso ha un carattere allegro e solare, il rosso è anche il colore del fuoco e viene spesso associato alla passione. Rita Hayworth disse: “Non ho conquistato milioni di uomini sfilandomi un guanto in Gilda ma li ho stregati perché sono rossa”. Affermazione che potrebbe essere dimostrata dal fatto che la mitica Jessica Rabbit personaggio di fantasia, che aveva fatto innamorare Roger Rabbit, aveva i capelli rossi. Per l’estate 2020, estate particolare segnata dalle ultime vicissitudini vissute da tutto il pianeta, vince l’equilibrio e il nuovo colore di tendenza è il bronde. Il nome deriva da brown e blonde e vuole essere il giusto mix tra il biondo e il castano e il risultato sarà un colore naturale, effetto baciato dal sole.

Maria Christina Rigano

PH. BY FRANCESCA SANTOPADRE

Fonti

https://it.hairfinder.com/cambiarestile.htm

Capelli e Psicologia

https://www.cosmopolitan.com/it/capelli/a112546/cose-che-i-capelli-svelano-della-tua-personalita/

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A TAVOLA CON NOI … OGGI SAPORI DI CAPRI

Per completare il nostro viaggio nell’Isola azzurra e celeberrima prepariamo insieme un menù tipico Caprese. La nostra proposta inizia con un antipasto che parte dalla famosa insalata caprese seguita dai favolosi ravioli capresi di pasta fresca ripieni di caciotta e parmigiano per terminare con la deliziosa Torta Caprese preparata con cioccolato e mandorle e per finire non può mancare il Limoncello.

La caratteristica fondamentale è che tutti i prodotti utilizzati siano genuini, mediterranei e freschi, come il pomodoro, l’olio d’oliva, il basilico e i limoni, il tutto guarnito da erbe aromatiche fresche. Ingredienti normalmente presi direttamente dall’isola o dai paesi vicini. Un altro segreto, per un ottimo primo, è che la pasta deve essere assolutamente al dente per potere completare la cottura in padella ed essere amalgamata alla perfezione con il suo condimento.

INSALATA CAPRESE

L’insalata caprese è un classico conosciuto in tutto il mondo. Qui il segreto sta nella materia prima: tutti prodotti freschi e genuini. La mozzarella e i pomodori devono essere di prima scelta. La nouvelle cuisine ha proposto tante varianti ma la tradizionale è caratterizzata da pomodori e fiordilatte tagliati a fette e posizionati nel piatto in maniera alternata, aggiungere olio d’oliva e basilico, sale e origano.

RAVIOLI RIPIENI DI CACIOTTA E PARMIGIANO AROMATIZZATI ALLA MAGGIORANA, SERVITI AL SUGO

Ingredienti per 4 persone

  • Sfoglia: 2 cucchiai d’Olio d’oliva, mezzo litro d’acqua bollente, 500 gr. di farina ’00’
  • Ripieno: 2 uova, 200 gr. di parmigiano grattugiato, 300 gr di maggiorana. Caciotta di Sorrento rafferma grattugiata
  • Condimento: Parmigiano grattugiato, Basilico, Olio d’oliva, sugo di pomodoro fresco.
    N.B. La sfoglia può anche essere acquistata.
  1. La farina va sistemata a forma di vulcano, disponendo al centro olio e acqua bollente. Mescolare il tutto fino a raggiungere una consistenza abbastanza solida.
  2. In un recipiente, lavorare le uova con il parmigiano, la caciotta e la maggiorana.
    Stendere con il matterello un quarto della pasta preparata, con uno stampino e posizionare il ripieno, aiutandosi con un cucchiaino, su metà strato, successivamente prendere l’altra metà dello strato, ponendola sulla prima parte, ricoprendo così il ripieno.
  3. Separare i ravioli aiutandosi con uno stampino, ricordandosi di mantenere un diametro di 4 – 5 centimetri per ogni uno.
  4. Disporre i ravioli su un ripiano, facendo attenzione a non mescolarli.
  5. Ripetere l’operazione sino ad esaurimento della pasta e del ripieno.
  6. Cuocerli e servirli con sugo di pomodoro fresco, parmigiano e basilico.

DOLCE TIPICO CAPRESE, CONTENENTE MANDORLE E CIOCCOLATO FONDENTE

Ingredienti

  • 350 gr. di mandorle sbucciate tritate
  • 260 gr. di burro
  • 350 gr. di zucchero
  • 7 uova
  • 200 gr. di cioccolato fondente fuso
  1. Posizionare il burro reso morbido insieme allo zucchero in una scodella e amalgamarli.
  2. Aggiungere i tuorli.
  3. Successivamente preparare il cioccolato fondente a bagnomaria, tritate le mandorle e montate gli albumi a neve.
  4. Imburrare e infarinare una tortiera di circa 26 cm.
  5. Posizionare il composto e cuocere in forno a 160 gradi per 45 minuti circa.

E infine il Limoncello

Per concludere non c’è niente di meglio che gustare un liquore locale, ovvero il limoncello, che avrete acquistato durante la vostra visita all’Isola.

Maria Christina Rigano

PH. by Francesca Santopadre

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Set a Runaway in Capri: i must have per una vacanza sull’isola azzurra all’insegna del fashion

Più si allontanano e più le desideriamo, cosa sono?
Inutile dire che la risposta più comune in questo periodo sarebbe “le vacanze”. Mai come ora in cui le ore accumulate su Zoom, Skype e Microsoft Teams ci sembrano più delle ore vissute, ci accingiamo a pensare ad un periodo di meritato riposo “rivoluzionato” o meglio riadattato al momento attuale.
Ma se fosse possibile immaginare le onde del mare, le vacanze in barca e gli aperitivi in piazzetta…cosa vi verrebbe in mente?
5 semplici lettere che preannunciano un’attitudine minimo a 5 stelle.

Avete detto Capri? Esattamente quello che avevamo in mente.
Celebrata in tutto il mondo come set cinematografico, dal più recente Capri Batterie all’Imperatore di Capri, oltre ad essere protagonista di numerose fashion seasons, da Dolce & Gabbana a Chanel, Capri si pone ancora come una delle isole più cool ed accoglienti della nostra Penisola.
L’origine del nome, già di per sé, si presenta come espressione delle grandi epoche passate; è infatti incerto se l’origine di Capri sia da associarsi al greco antico Kapros che in realtà significa cinghiale o dal latino Capraeae, traducibile con capre. Di sicuro è possibile registrare sul suolo caprese la presenza di diversi popoli importantissimi che hanno contribuito allo sviluppo del suo patrimonio artistico e culturale, possiamo ricordare Teleboi e l’Imperatore romano Augusto di cui i celeberrimi giardini portano il nome, collocati proprio in cima dell’isola.
In seguito, arrivò a soggiornarci, per diversi periodi, l’imperatore Tiberio che la scelse come luogo di ritiro dall’indaffarata vita romana e ci fece costruire 12 residenze private tra cui Villa Jovis a Capri e Villa Damecuta ad Anacapri.
Alle soglie del ‘900, l’isola diventa luogo di rifugio di esuli russi come Massimo Gorki e Vladimir Lenin che ne omaggiano le bellezze e la elevano a piccola oasi letteraria.
Inutile dire che la storia non è altro che un dettaglio per descrivere l’azzurrissimo biglietto da visita dell’isola più poliedrica ed affascinante del Mediterraneo: ogni stradina o piccolo vicolo si presta a scatti eccezionali, complici l’altura, la luce naturale ma anche i suoi colori dal giallo dei lussureggianti limoni al rosso vermiglio degli immancabili cornetti portafortuna, rigorosamente collaudati dalla tradizione partenopea.
Appena scesi sull’isola, in prossimità di Marina Grande è d’obbligo essere premuniti di O.C.C., occhiali-cappello-camera, il trinomio indissolubile per essere agili nel percorso e al contempo essere in grado di non perdersi nessun dettaglio. Una soluzione fashion oltre che indispensabile, causa sole H24, è indossare un cappello di paglia. Esso può esser simile ad una paglietta veneziana per dare un tocco alla garçonne oltre ad essere giocoso; guardando brevemente alla praticità suggerita dalle più sportive è da menzionare la visiera di paglia, “very touristy” ma anche molto versatile e docile sui capelli più voluminosi; infine il cappello di paglia ampio è invece sicuramente una decisione più sofisticata con un tocco di vintage. Che sia neutro o in completo con il costume, con effetto hand-made o sapientemente strutturato, il cappello “da diva” si lega all’allure degli occhiali. Tondi e grandi per lo più retrò, con cordino per le scalatrici appassionate o in materiali eco-solidali per le più rispettose dell’ambiente.
Una volta giunti al centro è necessaria una sosta caffè in piazzetta.
La folla potrebbe scoraggiare soprattutto se il via vai non permette il formarsi di una coda ben distribuita; ma non temete tutto può esser affrontato con l’outfit giusto.
L’isola azzurra è nota, come tutta la costiera amalfitana d’altronde, anche per la lavorazione del lino: molte sono le botteghe che in estate espongono i propri lavori alle porte delle loro boutique ammaliando i turisti. Dal crema, all’avorio al bianco puro questi sono i toni dei negozi in via delle botteghe a Capri.
Oltre all’abbigliamento, l’isola azzurra è celeberrima anche per le calzature molto apprezzate anche in passato da personaggi pubblici del calibro di Jacqueline Kennedy che, una volta in vacanza sull’isola, si fece confezionare un paio di sandali capresi su misura inaugurando una moda destinata a non esser passeggera: il sandalo caprese infatti, oltre a rappresentare pienamente la tradizione artigianale Made in Italy, si presta alle tendenze e si evolve con le sue indossatrici rappresentando un’alternativa trendy anche di sera.
Una volta entrati nel mood dell’isola, attraverso outfits & attitudes, bisogna prenotare subito un giro in barca per poter ammirare da vicino i Faraglioni, le grotte più caratteristiche e le spiagge di Marina Grande e Marina Piccola. Sicuramente la scelta del costume non deve esser casuale: molte preferiscono l’intero al classico due pezzi se hanno intenzione di fare un bagno all’ombra dei Faraglioni causa forti correnti; le più convinte del bikini in genere preferiscono prendere il sole in barca con cappello, costume e camicia di lino coordinata. All’ora del pranzo, come anche per la cena d’altronde, c’è l’imbarazzo della scelta presso ristoranti stellati come “il Riccio” o vere e proprie boutique del gusto come “da Gemma” dove lo spettacolo culinario è associato ad esposizioni artistiche temporanee in co-working con la galleria Liquid art System Capri.
Dai ravioli capresi, agli scialatielli alla Nerano, al pesce all’acqua pazza alla più leggera caprese con mozzarella fresca, pomodoro e basilico: un trattamento light per potersi aggiudicare una fetta della torta caprese, non così leggera quanto la sua omonima insalata.
Per digerire il tutto, va segnalata una passeggiata pomeridiana a via delle Camerelle, luogo di ritrovo per lo shopping griffato ed internazionale fino Punta Tregara, dove è possibile ammirare il paesaggio accompagnati dall’odore delle bouganville.
Per la cena, gli amanti della canzone napoletana sicuramente suggeriranno “la taverna anema e core” in via Orta che rappresenta la movida caprese per chi desidera passare la serata in isola invece che dirigersi in barca verso svariate belle location. I più riservati sicuramente prediligeranno una passeggiata fino all’arco Naturale oppure una cenetta più tranquilla con giardino e limonaia.

Che sia una vacanza di qualche giorno o di qualche settimana, l’isola di Capri ha il potere indiscusso di ritagliarsi un posto speciale nel cuore dei propri visitatori, accogliendoli con garbo e classe, eleganza e raffinatezza. E si sa, si torna sempre nei luoghi che prima di farsi amare, ci hanno amato.

Fanny Trivigno

SOURCES:
https://beauty.vogue.it/magazine/fashion/2018/07/07/weekend-capri-look-giusto-lisola-azzurra/

https://www.capri.net/it/e/storia-2

Il cappello di paglia: tutti i modelli dell’estate

https://www.manecapri.com/en/magazine/where-to-buy-handmade-products-in-capri

6 piatti tipici dell’isola di Capri: quando gusto fa rima con bellezza

https://www.capripalace.com/en/services-and-entertainment/beach-club.html

https://www.dagemma.com

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Courtesy photo by Abed Mahfouz

PAESE CHE VAI…MATRIMONIO CHE TROVI…

In Italia, per tradizione, il mese di maggio, segna l’inizio del periodo dei matrimoni, le giornate diventano più lunghe e il clima più mite, i colori e profumi della primavera insieme alla rinascita della natura con i fiori di campo, rose, tulipani, papaveri e splendidi girasoli molto adatti per creare addobbi colorati e allegri. Inoltrecon la primavera anche il menù offerto durante la cerimonia si colora arricchendosi di frutta fresca, fragole, mirtilli, sorbetti e gelati assaporati prima della torta. La primavera con le sue manifestazioni di romanticismo annuncia quindi lo sbocciare dell’amore in future nozze. Insomma, maggio sembra proprio il mese ideale per dire il fatidico “Sì”. Ma non tutti i matrimoni sono uguali e si celebrano nella stessa maniera. Il proverbio “Paese che vai, usanze che trovi” sarà riadattato all’occorrenza e diventerà “Paese che vai, matrimonio che trovi” dove tutto cambia sino dal primo incontro tra gli sposi, la scelta dell’abito, la tipologia del ricevimento e soprattutto la moltitudine di usanze, superstizioni e tradizioni molto disparate e dissimili nei diversi continenti del nostro piccolo grande mondo.

Contemplando la nostra amata Europa, in diversi paesi come l’Italia e la Francia, la legge riconosce solo il matrimonio civile contratto in municipio. Il matrimonio con rito religioso è una libera scelta dei coniugi basata sulle proprie convinzioni e credenze. Ma comunque non si rivelano enormi differenze riguardo alla varietà delle cerimonie e rispetto ai festeggiamenti che susseguono la celebrazione: la sposa di solito indossa un abito bianco o panna o al limite un colore pastello, rari sono quelli che indossano l’abito colorato al primo Sì. Spesso lei sceglie un abito su misura confezionato in un Atelier di sartoria che assomiglia a quello che ha sempre sognato da bambina, un abito che la fa sembrare la principessa del reame, nelle sue mani un bouquet di rose che lancerà prima del taglio della torta, sperando che l’amica del cuore – ancora single – lo possa afferrare al volo. Infine, non manca mai l’usanza di distribuire i confetti e le bomboniere e di fare tante foto con parenti e amici. Piccole possono essere le differenze tra un paese europeo e l’altro, ma se ci allontaniamo e cambiamo continente, atterrando ad esempio in Asia, anche Cina, Giappone e India hanno usanze e credenze totalmente diverse tra loro. In Cina, il bianco è il colore dei funerali e della morte quindi la sposa si veste di rosso. Tradizione curiosa è l’obbligo del digiuno e il silenzio della sposa nel giorno delle nozze oltre allo scambio di oche come simbolo di lunga vita e l’uso di ombrelli durante il corteo nuziale. In Giappone, si crede di dare vita a delle coppie sposate molto affidabili e sicure tramite l’usanza di combinare matrimoni seguendo criteri quasi cartesiani, qui sembra che la ragione vinca sul cuore: verso i 25 anni la ragazza prepara una propria scheda personale con studi, aspirazioni lavorative, preferenze e hobbies, la inoltra in giro tra colleghi di lavoro, parenti e amici e verrà contattata da ragazzi in cerca di moglie e soprattutto che si intuiscono affini o in cerca dei requisiti elencati nella scheda che descrivono una moglie ideale.  Il rituale matrimoniale shintoista è molto suggestivo. Gli sposi, con indosso due kimoni particolarmente fastosi, bevono ciascuno tre volte da una ciotola con dentro riso e sakè. In India invece è la famiglia che combina i matrimoni, la cultura indiana basa tutta la società su una rigida divisione in caste ed è prassi comune combinare i matrimoni quando i bambini sono ancora piccoli. Il giorno prescelto per il rito deve capitare in un momento astrologicamente favorevole e i festeggiamenti iniziano sette giorni prima delle nozze e continuano a lungo. Il rito indù prevede che la sposa indossi un sari di seta rossa. L’uomo, invece, veste di bianco e tutti gli invitati indossano ricche vesti di seta colorata. Invece nei Paesi arabi di cultura islamica, gli sposi sono accolti dagli “Zaffa” un gruppo di danzatori e percussionisti che li circondano e cantano per celebrare il lieto evento. Una volta nella sala gli sposi prendono posto su due troni, prima dell’arrivo degli invitati.  Nella cultura mediorientale, prima del matrimonio si celebra il fidanzamento ed entrambi i futuri sposi indossano la fede all’indice destro, il giorno del matrimonio tale fede cambia posizione e si trasferisce all’indice sinistro. Nel corso dei festeggiamenti è necessario rispettare le regole della tradizione islamica, per cui uomini e donne dovrebbero essere separati, ma ultimamente si festeggia tutti insieme. Il banchetto si contraddistingue per l’ottimo cibo accompagnato da un intrattenimento di canti e musiche.  Il primato spetta ad Istanbul con i suoi 166 mila sposalizi all’anno. In Turchia le celebrazioni durano tre giorni. Durante il primo gli sposi si preparano, aiutati dai parenti; il giorno successivo la sposa viene portata in braccio dal padre e dallo zio fino alla casa del futuro marito: per tradizione i suoi piedi non devono toccare terra, consuetudine comune anche ad altre popolazioni, come quelle berbere del nord Africa. Nel frattempo, i genitori dello sposo hanno offerto in sacrificio una pecora. L’ultimo giorno, l’Iman celebra il matrimonio vero e proprio. La sposa veste in bianco, ma il volto è coperto da un velo rosso, simbolo della verginità. Anche nello Yemen altro paese dove i riti matrimoniali sono molto diversi da quelli di altri Paesi della penisola arabica: costosi, ricchi e soprattutto lunghi. Nella capitale Sana’a la cerimonia diventa un’occasione per gareggiare in ostentazione. Alla festa partecipano anche musicisti professionisti con il compito di allietare gli sposi. Ma il ruolo della musica è così importante e rituale che tutti gli invitati si alternano agli strumenti per suonare.

Un matrimonio molto romantico è sicuramente quello delle Isole Fiji che per tradizione, si tiene poco prima del tramonto in riva al mare, regola mantenuta viva per i turisti che vogliono sposarsi nelle Fiji con rito civile. Poi non si può dimenticare Las Vegas, ultima tappa del nostro viaggio, la capitale mondiale dei matrimoni dove si celebrano circa 8400 nozze al mese, cioè uno ogni 5 minuti! Per sposarsi basta presentarsi al Marriage Licence Bureau, la licenza è pronta e ci si può sposare in una delle oltre cento cappelle della città. Ognuna con i suoi riti e i suoi ministri, puoi trovare anche il sosia Elvis Presley. Il matrimonio è valido a tutti gli effetti, basta ricordarsi di fare la trascrizione una volta rientrati al paese d’origine

Maria Christina Rigano

PH. by Francesca Santopadre

Fonti:

https://www.matrimonio.com/articoli/tradizioni-di-nozze-nel-mondo–c1739

Matrimonio nel Mondo: Usanze e Tradizioni

https://www.focus.it/cultura/curiosita/viva-gli-sposi

https://www.matrimonio.com/articoli/matrimonio-musulmano–c4269

#LUXURYMOMENTS: #LUXURYJUICE

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Luxurious entertainment only?
Ditching Netflix for Gemflix, the private club not only for fashion lovers

Since the Lockdown has become basically a sort of “unwanted, smart-alecky guest”, the only comfort ready to be found every time is the marvelous world of Netflix with its tv series and movies that turned to be, unfortunately, tedious and monotonic. So, What about a little twinkle of freshness?

The solution may be easier than expected and not expensive at all. In the last weeks, some new bling took the scene on Zoom. It is called Gemflix and it seems already able to steal the show from the old granny, Netflix. Instead of series and films, the public eye and screen would be caught by the best jewelry experts worldwide.

They would be ready to answer to all possible questions regarding the Gems environment: from the history of their single parts to the timeless tales of craftsmanship which turned the pieces into a masterpiece.

Gem X, to be precise, was born as a private social club in New York around 2017. Its aim was to provide a sort of “sneak peek” behind the scenes of the jewelry industry through small tours around the actors of the studios; from artisans to action houses including museums.

Before the very beginning of the lockdown, famous brands like Cartier and Bvlgari were about to join the platform by launching a series of live events for the beginning of the spring.

As many successful business projects, Gem X was born from the perfect fit among passion, technology and an explosive desire for new challenges; its co-founder Heidi Kreamer-Garnett has been able to convert the forecast into a sense of community able to bring a little sparkle in every person who has a particular interest into precious ornaments.

The fortunate meeting between Kreamer-Garnett and her colleague Jamison, who helped her out bringing to life the Gem X idea, took place at the GIA (Gemological Institute of America) in Manhattan: since that moment, one with a marketing background and the other with a finance foundation, they both saw the opportunity to enhance the jewelry visibility without stopping at their settled lovers.

When, unfortunately, the well-know Covid-19 forced the world into the lockdown, Gem X stepped out seeing a potential chance to invite jewelry experts in order to join and share their wide and priceless knowledge on a variety of topics connected to gems, their heritage and their value.

The broadcast was available every two weeks for members of the club or not. The club had the pleasure to guest the 30-eyers-old new jewelry genius Loren Teetelli from Loren Nicole. Starting from the university of Vermont with a focus on pre-Columbian art, she went on numerous digs from central to south America and she had the chance to investigate further in Peru. Since there, it has been a series of successful steps: from an internship with technician lab of the American Museum of Natural History to the Metropolitan Museum of Arts in order to shape even more deeply her style through the study of  gems and ancient ethnographic textiles in the America, Oceania and Africa collections.

The now based in Los Angeles artist demonstrated, during her live broadcast, her use of the ancient Greeks “goldsmithing techniques” which could be simplified as a sort of granulation, for non-experts, then, the club guested the jewelry historian and Sotheby’s auctioneer Amanda Triossi, who was able to catch everybody’s attention by introducing the topic of Italian Renaissance painting adapted on jewelry. They also guested the famous gemstone cutter Jean Noel-Soni.

Based in San Francisco, the brilliant artist pointed out on the most efficient techniques of gems cutting and the need of combine this ability with patience, wonder and research.

Furthermore, in order to bring also some relief to people who could not be part of the public row due to the advent of Covid-19, Gem X asked its viewers to make a contribution to various causes like for example No Kid hungry in US, Médecins sans Frontières and Gem Legacy which is in charge to raise money for supporting the miners in Tanzania during the virus crisis. In this way viewers have the chance to promote charity in their own way.

In the next weeks many more jewelers like Bvlgari, Cora Sheibani and Hemmerle have decide to join forces together; with the aim of not only display their unique and creative products but also to spread a sense of philanthropy and caring assistance worldwide.

We could be far, but empathy is still the best bling we may wear.

Fanny Trivigno

Sources:

https://www.vogue.co.uk/fashion/article/gem-x-jewellery-talks-free

https://www.loren-nicole.com/loren

https://topnotchfaceting.com/home.html

A New Wave Jewelry Genius Who Makes Her Pieces the Old-Fashioned Way

Breathing Fresh Life into Time-honored Techniques, Loren Teetelli Carefully Preserves the Stories of Historic Civilizations Through Her Collection of Handcrafted Jewelry.