BARNEYS NY DALL’APICE AL DECLINO

La storia di come le vetrine della Madison Avenue hanno smesso di brillare

Lo shopping newyorkese è un sacrosanto diritto di ogni donna proprio come lo ha ricordato più volte Carrie Bradshaw nel film Sex & the City. Recarsi da Barneys, oltre a rappresentare un obbligo morale era il posto giusto per acquistare le Manolo Blahnik destinate a essere esposte con fierezza nella propria cabina armadio.

Ma purtroppo da agosto 2019, qualcosa incominciava ad “oscurare” il sogno delle più “Shophaolic”: il regno della moda, Barneys con il suo primato indiscusso di classe ed eleganza e di clientela ricercata was not meant to be anymore. Tutto iniziò a partire da dicembre 2019 per essere ufficializzata a febbraio 2020, la notizia sconvolgente: lo shop storico chiude per bancarotta mettendo fine al sogno americano iniziato nel lontano 1923 da suo fondatore Barney Pressman.

Lo store ha segnato la storia della città di New York da quando è comparso per la prima volta nella Seventh Avenue di Manhattan, associando il proprio brand, nell’immaginario collettivo, all’idea di benessere e al famoso star system; regno amato sia dalle fashion victims che dalle fashion icons. Barneys era vagliato quotidianamente da milioni di consumatori di beni di lusso nello sfondo vivace della Grande Mela. Brand come Armani, Comme des Garçons ed Azzedine Alaïa erano solo alcuni dei marchi di cui il negozio vantava il suo prestigio. Con l’annuncio ufficiale della bancarotta, si sono susseguite una serie di svendite “saldi per chiusura” con conseguente assalto da parte della folla per portare a casa non solo un capo di Barneys ma anche un frammento dello stesso store: che sia solo un brandello per fantasticare un’esperienza unica nel suo genere oppure una testimonianza che dica ai posteri “I have been there”.

“Dalle stelle alle stalle” in un solo week-end o poco più e non solo! la merce invenduta è stata riversata nei cassonetti fuori dallo store, attirando le fashion victims in ricerca di qualche ultimo pezzo da sogno. Inoltre, la situazione fuori controllo ha fatto scaturire numerosi dubbi presso l’opinione pubblica per quanto riguarda la tematica spinosa degli sprechi nel luxury environment: meglio cestinato che svalutato? Il dubbio resta, anche se ad oggi, dopo la crisi che inevitabilmente la moda ha affrontato e continuerò ad affrontare nel post Covid-19, ci si chiede se non esista davvero una soluzione più accettabile in caso di liquidazione dei grandi store di lusso per evitare lo spreco indiscusso del prodotto.

Il motto dello store “No bulk, no Junk, no Imitations”, sul quale l’imprenditore costruì una vera e propria filosofia che andava oltre al concetto di negozio e oltre al momento che, all’epoca di apertura, correva verso il primo ostacolo, la crisi del ’29 e non solo… ma anche oltre alle persone che avevano deciso di credere in quel uomo e nel suo sogno.

Questa è la storia di una fine inaspettata e infelice, un triste risveglio dal torpore che accompagnava quel sogno americano così caro agli utopisti e fashionisti newyorkesi. Se solo si pensasse a come tutto è iniziato: un investimento concreto e decisamente sentito quello di Barneys Pressman che stando alle fonti, avrebbe inizialmente investito nell’attività una somma di appena 500 dollari impegnando l’anello di fidanzamento della moglie. Dopo la dichiarazione di bancarotta, lo store è stato venduto ad Authentic Brands Group che ha adottato una scelta discutibile, chiudendo i punti vendita e licenziando la maggior parte degli impiegati. Pare, secondo il credo del gruppo imprenditoriale, che il futuro del lusso al dettaglio non sia più indirizzato verso l’acquisto effettuato dal singolo in store (scelta discutibile anche quest’ultima). Convinti fermamente che Barneys sia molto di più che un’esperienza face-to-face, i newyorkesi stentano a credere quanto sia successo: le passeggiate nella Grande Mela non saranno più le stesse senza le vetrine finemente rifinite bordate da quel logo semplice, nero su bianco, che racchiudeva ciò che Barneys era: un sogno ad occhi aperti, una cartolina simbolo della città, un posto sicuro dove essere se stessi e gioire dello shopping.

Fanny Trivigno

Sources:

https://en.wikipedia.org/wiki/Barneys_New_York

https://www.elle.com/it/moda/ultime-notizie/a31092642/barneys-negozio-new-york-fallimento/

https://www.ansa.it/canale_lifestyle/notizie/lusso/2019/11/19/fine-di-unera-a-manhattan-barneys-svende-e-chiude_a6c4d0ce-5d83-4e58-a8cb-edb3030a03f1.html