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MAISON CELESTINO HA PRESENTATO LA COLLEZIONE FREUD P/E 2021

Il sole al tramonto, il vento tra gli ulivi scolari, il verde intenso di una natura madre di creazioni superbe legate inscindibilmente alla loro appartenenza.
Tutto questo ed altro ancora evoca l’emozionante rassegna degli abiti proposti da Maison Celestino con la Collezione Freud – P/E 2021, nella sfilata di presentazione svoltasi presso la storica e elegante Vaccheria Foti di Rossano, terra d’origine del brand, domenica 27 settembre.
La collezione si è distinta da subito per la delicatezza della palette cromatica che trova proprio nella natura la sua vera esaltazione, quasi a voler ridare ai nobili tessuti creati e lavorati dalla Maison la loro antica origine ed il loro dichiarato fine di sofisticatezza e semplicità stilistica.
Trenta capi di Altamoda che, nelle nuances dal bianco al lilla, dal verde all’ecrù, completano un quadro di rinnovata eleganza cromatica e di stile, in cui ancora una volta sono il tessuto e la sua laboriosa creazione ad essere i protagonisti indiscussi.
Un nutrito parterre di addetti ai lavori, giornalisti specializzati, fotografi e ospiti appartenenti al mondo delle istituzioni e della società civile, nel rigoroso rispetto delle vigenti limitazioni sanitarie, ha vissuto l’intensità creativa che sta dietro ad ogni creazione, quasi esclusivamente realizzata al telaio a mano tradizionale con scrupolosa confezione sartoriale rigorosamente Made in Italy.

La serata è stata condotta con eleganza e competenza dalla presentatrice Veronica Maya, che della Maison ha voluto indossare un prezioso capo da sera in pura seta. Numerosi i momenti di assoluta suggestione tra i quali il défilé dell’apprezzata modella testimonial del brand, Aline Marques, accompagnata da un meraviglioso cane bianco da passerella. Vibranti le parole della portavoce della Maison, Caterina Celestino, la quale, nel nascondere l’emozione, ha voluto salutare il pubblico presente e ringraziare tutti coloro che hanno collaborato all’organizzazione dell’evento, sottolineandone l’alta professionalità.
Il gran successo di pubblico e l’ottima riuscita dell’evento, sotto la direzione artistica di Giovanni Scura, hanno senz’altro premiato la scelta di Maison Celestino di condurre il defilé nel proprio contesto territoriale, combinando le esigenze legate alle limitazioni sanitarie con l’opportunità di veder sfilare i propri capi nella terra che del brand rappresenta luogo di tradizioni secolari e fonte ispiratrice. Ufficio stampa diretto da Maria Cristina Rigano, acconciature realizzate da Cat Italia by Pixel C3, trucco affidato dalla Academy di Antonio Riccardo e Nicola Acella.

Maria Christina Rigano

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Foto di Sandro Quarto:

#ATUTTOMONDO

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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT

A Ginevra passa la legge sul salario minimo di 4100 franchi al mese. Il ministro degli esteri siriano accusa la Turchia di essere “uno dei principali sponsor del terrorismo” nel suo Paese e nella regione. La Guyana, grazie alla scoperta di 18 giacimenti di petrolio, è l’unico Paese in America Latina che riesce a salvarsi dalla profonda crisi economica aggravata dalla pandemia.

EUROPA

Si sta celebrando attualmente il settantacinquesimo anniversario dell’Assemblea delle Nazioni Unite, occasione per la quali i capi di Stato registrano i loro interventi a causa della pandemia in corso. Anche Pedro Sánchez e il re Felipe VI hanno contribuito con i propri discorsi. Gli interventi dei capi di Stato sono altamente simbolici e rappresentativi del Paese di riferimento, per cui quest’oggi ci dedichiamo a quello del premier spagnolo divulgato da El País. Tra i temi portati avanti da Sanchez spiccano: l’esigenza di un patto globale di sanità, un rafforzamento dell’OMS e un accesso equo per tutti i Paesi al vaccino per il Covid-19, poiché si tratta di un “imperativo morale e innegabile”. Ma non sono mancati altri temi importanti, come la preoccupazione per il riscaldamento globale, per il divario sociale, la lotta per l’uguaglianza di genere, la transizione digitale, e la necessità di attuare misure urgenti per concretizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Nel frattempo, a Madrid, è polemica per le misure adottate dalla Presidente delle comunità Isabel Díaz Ayuso, considerate troppo leggere dal Ministero della Salute. Grazie all’articolo de La Vanguardiasappiamo che il Governo aveva fortemente suggerito di confinare tutti i municipi colpiti dalla pandemia, ma le restrizioni sono state applicate solo a otto zone. Inoltre, il Ministero della Salute aveva consigliato di proibire la consumazione al banco nei bar, senza aver risvolto positivo. Vi sono dunque attriti e crisi di coordinamento tra il Governo e questa particolare amministrazione, il che non favorisce un’azione agile ed efficace durante questo momento delicato.

L.C, M.D.F. e I.V

La Francia è ancora scossa dall’attacco all’arma bianca che venerdì 25 settembre, nei pressi dell’ex sede della redazione di Charlie Hebdo, ha causato due feriti. Come riportato da Le Monde, la procura nazionale antiterrorismo ha avviato un’indagine per tentato omicidio a scopo terroristico. Il principale sospettato di 18 anni, Hassan A., è stato arrestato e ha ammesso di aver compiuto l’attacco in seguito alla ripubblicazione di alcune vignette satiriche su Maometto. Inoltre, è stata revocata la custodia cautelare di un secondo sospettato, il quale afferma di essere stato testimone dell’attentato e di aver inseguito l’assalitore che lo ha minacciato. Nell’ambito delle indagini, altre cinque persone sono state prese in custodia dalla polizia.

EA.V.

In Belgio, la mattina di domenica 27 settembre, la coalizione “Vivaldi”, composta da sette partiti, ha avviato i negoziati al fine di formare il nuovo governo federale. Come riportato da Le Soir, i sette partiti hanno concluso la giornata senza raggiungere un accordo; dovevano essere discussi diversi aspetti, come il bilancio, l’ultimo pezzo del puzzle. Paul Magnette, membro del partito PS, ha dichiarato che le discussioni hanno preso forma, ma che ci vuole tempo prima di raggiungere un accordo poiché bisogna cercare un punto d’incontro tra le diverse posizioni dei partiti.

EA.V.

In Svizzera, la sinistra è riuscita a far passare la legge sul salario minimo a Ginevra. Come riportato da Le Temps, la tenacia della sinistra e dei sindacati ha finalmente dato i suoi frutti. Il piano orario sarà fissato a 23 franchi all’ora, ovvero 4100 franchi al mese. Tale retribuzione riguarda il 6,3% della popolazione. La crisi sanitaria ha senza dubbio dato un impulso decisivo a questa iniziativa lanciata dalla Comunità di azione sindacale di Ginevra (CGAS), mettendo sotto i riflettori le difficoltà di chi esercita professioni precarie. Inoltre, per la sinistra questa rappresenta una seconda vittoria, considerando anche l’iniziativa “Zero Perdite”, approvata con il 50,03%.

S.C.

Il Portogallo si trova a dover decidere tra due alleati, Cina e Stati Uniti, per la tecnologia 5G. Infatti, l’ambasciatore degli Stati Uniti in Portogallo ha “minacciato” in intervista ad Expresso che le relazioni di sicurezza e difesa cambieranno tra i due Paesi se la Huawei entrerà  nella rete 5G del Paese. L’asta per la tecnologia 5G si terrà ad ottobre e le regole si stanno definendo adesso. Secondo l’ambasciatore il Portogallo deve decidere ora tra un alleato e un partner commerciale. A breve anche il sottosegretario dell’economia americano arriverà a Lisbona. Inoltre, quest’anno 51 mila studenti sono rientrati finora nelle graduatorie universitarie nella prima fase, per un aumento del 15% rispetto al 2019. Tutte le istituzioni hanno aumentato leggermente il numero di posti, aumenta anche del 20% la distribuzione di studenti in aree meno popolate, mentre i corsi più richiesti risultano essere quelli in ambito sanitario, secondo Expresso.

D.F.

Germania, il virus torna a correre: Monaco, Würzburg, il quartiere Friedrichshain-Kreuzberg a Berlino, Cloppenburg, Hamm, Remscheid rappresentano i luoghi maggiormente colpiti. Dal Tagesschau emerge che i casi di nuove infezioni segnalati dall’organizzazione responsabile per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive in Germania, il Robert Koch Institut, si attestano tra i 1.500 e 2.300. Si attribuisce la causa di questo aumento, che non si registrava così alto da aprile, a chi è tornato dall’estero e agli assembramenti, come è successo nella città di Hamm, situata nel Land della Renania Settentrionale-Westfalia, dove più di 80 persone sono state contagiate durante la celebrazione di un matrimonio. «La Germania si trova attualmente in fase pandemica e si deciderà come agire per i prossimi mesi autunnali ed invernali» – così ha annunciato Steffen Seibert, capo dell’Ufficio Stampa e portavoce del governo federale tedesco.

Il capo del partito tedesco CSU, Markus Söder, ha descritto l’infezione virale da Covid-19 come una catastrofe naturale e si è rivolto a tutti per una lotta comune contro il diffondersi del virus. Sempre sul Tagesschau, Söder ha affermato in una conferenza online tenutasi dal partito che «il coronavirus è tornato con tutte le sue forze ed è dappertutto in Europa». Durante il suo discorso, Söder ha respinto la critica che riguardava i test gratuiti considerati come uno spreco di denaro per chi era di rientro in patria. Il politico tedesco ha inoltre dichiarato che il mantenimento dei posti di lavoro e la piena operatività nelle scuole e negli asili nido hanno la massima priorità e che bisogna attuare una serie di regole per tutti, vincolanti, comprensibili e proporzionate.

Leggendo sulle prime pagine di Spiegel Wissenschaft emerge che una violenta ondata di influenza stagionale sarebbe fatale in questo momento di crisi e il sistema sanitario sarebbe sull’orlo del collasso. L’esperto di salute del partito tedesco SPD Lauterbach ha richiesto quindi vaccinazioni antinfluenzali gratuite per tutti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda la vaccinazione antinfluenzale volontaria a livello nazionale per tutti, non solo per i gruppi a rischio. Anche Jens Spahn, ministro federale della sanità dal 2018, si è mostrato a favore. «Chiunque voglia vaccinare sé stesso e i propri figli ne ha la possibilità e dovrebbe farlo per il bene degli altri». Le compagnie di assicurazione sanitaria generalmente pagano una vaccinazione antinfluenzale se l’assicurato appartiene al gruppo di rischio definito dalla Commissione permanente per le vaccinazioni (Stiko). Questi includono, ad esempio, persone di età superiore a 60 anni, malati cronici, donne in stato di gravidanza e tutti gli operatori sanitari.

M.S., L.R.

Sir David Attenborough ha incontrato la famiglia reale a Kensington Palace, nel Regno Unito.

Come si legge su Indipendent, il celebre naturalista inglese ha fatto un regalo insolito e molto raro al principe George: si tratta di un dente di uno squalo gigante fossilizzato.

Durante l’incontro è stato proiettato privatamente il nuovo documentario di Attenborough, intitolato “A Life On Our Planet”, dove spiega il suo lavoro e i cambiamenti che hanno segnato il nostro pianeta, secondo la BBC.

Il reperto donato al principe era stato trovato dal naturalista durante una vacanza a Malta alla fine degli anni ’60 e risalirebbe al periodo Miocene, ovvero circa 23 milioni di anni fa. Alcune foto immortalano i membri della famiglia reale incuriositi dal dente appartenuto ad una specie estinta di megalodonte incorporato nel calcare giallo, come riportato da Sky News.

S.C., S.P.

Altissima tensione nella regione del Caucaso tra Armenia e Azerbaijan, dove si è autoproclamata indipendente la regione di Ngorno-Karabakh, ufficialmente azera ma con una popolazione principalmente di etnia armena. Il conflitto si sta svolgendo lungo la linea di confine tra Armenia e Azerbaijan: sono in atto scontri armati che vedono coinvolti mezzi pesanti, fanteria e artiglieria. Risulta vano l’intervento dell’ONU che ha pregato di interrompere i combattimenti i quali hanno causato già la morte di 59 persone tra militari e civili. Domenica 27 settembre il parlamento armeno ha dichiarato di mettere in atto la legge marziale, così come quello azero. L’Azerbaijan sta mobilitando l’esercito per schierare forze contro l’Armenia, intervenuta a sostengo della regione indipendentista. Le parti coinvolte nel conflitto si sono accusate a vicenda di avere dato il via ai combattimenti. Erdogan, presidente della Turchia, ha condannato l’intervento armeno e si è dichiarato solidale verso gli amici azeri. Il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin in una telefonata con il primo ministro armeno ha espresso le sue perplessità e preoccupazioni in merito alle operazioni militari. Insieme all’Iran e l’Europa, la Russia ha chiesto il cessate il fuoco.

Continuando a parlare di politica internazionale, il 21 settembre i ministri degli Esteri degli stati membri dell’UE, riuniti a Bruxelles, non sono stati in grado di concordare l’imposizione di sanzioni contro i funzionari bielorussi che, nel corso delle proteste dei giorni successivi alle elezioni del presidente, hanno utilizzato forme repressive violente.

 Il Ministro degli Esteri polacco, Zbignev Rau, si è espresso sulla questione dichiarando che i paesi confinanti con la Bielorussia dovrebbero prendere in considerazione misure restrittive nazionali nei confronti della stessa, qualora l’Unione Europeanon presentasse risoluta a intervenire con delle sanzioni.

L’inerzia dell’Unione Europea nel prendere decisioni tempestive ed efficaci è stata criticata da coloro che ritengono, invece, necessario un intervento in questo affare.

Il Ministro degli Esteri lettone, Edgars Rinkevics, senza specificare quale paese si sia opposto alle sanzioni, reputa intrascurabile il fatto che un paese membro abbia violato i diritti dell’uomo, prendendo in ostaggio delle persone, poiché si rischia di “inviare un segnale sbagliato alla Bielorussia, alla società e al mondo intero”, come ha scritto su Twitter. Anche l’ex candidata alle presidenziali bielorusse, Svetlana Tichanovskaja, ha fornito direttamente all’Europarlamento un elenco di nomi di funzionari, nei confronti dei quali dovrebbero essere presi dei provvedimenti.

Infine, l’alternativa alle sanzioni europee contro la Bielorussia è stata fornita dal ministro degli esteri polacco che, in comune accordo con il suo equivalente ungherese, Peter Szijjarto, sostiene che “se non si dovesse giungere all’introduzione di sanzioni europee, allora le sanzioni nazionali proveranno direttamente da parte dei paesi vicini alla repubblica di Lukashenko.

 S.N., D.S.

AFRICA

In Mali, il nuovo presidente ha prestato giuramento, cinque settimane dopo le dimissioni di Ibrahim Boubacar Keïta in seguito al colpo di stato. Secondo quanto riportato da BBC Afrique, Bah Ndaw, ex ministro della Difesa, è stato scelto dai leader del colpo di Stato per guidare un governo di transizione fino allo svolgimento delle elezioni. Il medesimo giornale riporta la notizia della televisione di stato (Ortm), la quale ha annunciato che Octar Ouane, l’ex ministro degli Affari Esteri, è stato scelto per guidare il governo di transizione che sarà formato nei prossimi giorni. Il decreto è stato firmato dal presidente di transizione Bah Ndaw. Così, dopo il giuramento del Presidente e del Vicepresidente, è il turno del capo del governo che sarà nominato domenica 4 ottobre.

S.C.

In Angola, come riportaNovo Jornal, la comunità islamica si sente esclusa dal Decreto Presidenziale n.° 229/20, dell’8 settembre, che autorizza i luoghi di culto a riaprire il sabato e la domenica. La comunità musulmana rivendica la laicità della Repubblica angolana. I giorni scelti privilegiano solo le religioni cristiane, al contrario di altre che vedono il venerdì come il giorno sacro. Il segretario della Comunità Islamica Angolana (COIA), David Já, ha sottolineato che la nuova misura dell’Esecutivo è anticostituzionale in quanto viola il punto 2 dell’articolo 10 della Costituzione riguardante la libertà di culto.

M.P.

MEDIO ORIENTE

Il ministro degli esteri siriano Walid al-Muallem ha dichiarato, durante un discorso preregistrato rivolto all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che la Turchia è “uno dei principali sponsor del terrorismo” nel suo Paese e nella regione.

Walid al-Muallem ha aggiunto, con un linguaggio insolitamente duro, che Ankara è anche colpevole di “crimini di guerra e crimini contro l’umanità” a causa del blocco dell’acqua a più di una dozzina di città che hanno resistito all’occupazione turca.

Al-Muallem ha affermato che l’interruzione dell’approvvigionamento idrico ha messo a rischio i civili, soprattutto durante la crisi dovuta al coronavirus.

Al-Muallem ha anche accusato la Turchia di trasferire terroristi e mercenari, che alcuni definiscono “opposizione moderata”, dalla Siria alla Libia, violando così la sovranità dell’Iraq, e di utilizzare i rifugiati come merce di scambio contro l’Europa, secondo quanto riportato da Sky News Arabia.

L’inviato delle Nazioni Unite in Yemen, Martin Griffiths, ha annunciato che è stato raggiunto un accordo tra il Governo legittimo yemenita e le milizie Houthi per il rilascio di 1080 persone.

Durante una conferenza stampa congiunta con un funzionario della Croce Rossa, Griffiths ha accolto con favore l’accordo di scambio di prigionieri, finora il più grande mai concordato, sottolineando la necessità di garantire l’attuazione dell’accordo il prima possibile.

Il delegato delle Nazioni Unite ha dichiarato che si è deciso di rilasciare 1.400 prigionieri e di scambiarli con 1.080 detenuti sotto la custodia degli Houthi.

L’inviato delle Nazioni Unite in Yemen ha poi espresso i suoi ringraziamenti alla coalizione araba per aver sostenuto la legittimità nel Paese.

A sua volta, il funzionario del Comitato internazionale della Croce Rossa ha accolto con favore l’accordo tra il Governo legittimo e gli Houthi, sottolineando che la Croce Rossa sarebbe stata ripristinata per facilitare il processo, come riportato da Sky News Arabia.

S.H.

AMERICA

Tutti gli Stati dell’America Latina vivono una profonda crisi economica aggravata dagli effetti della pandemia, ma un solo Paese è riuscito ad evitare la recessione, la Guyana, grazie alla scoperta di 18 giacimenti di petrolio che hanno cambiato il suo percorso economico. Le proiezioni del 2019 prevedevano una crescita dell’86%; la cifra prevista è precipitata al 50% ma è comunque da ritenersi un risultato notevole viste le pesanti ripercussioni, causate dal Covid-19, sull’economia di tutti i Paesi del mondo. Come rilevato da William Clavijo della Universidad Federal de Río de Janeiro, in uno dei pochissimi lavori accademici sulla Guyana, tale ritrovamento rappresenta un’opportunità di sviluppo irripetibile per un Paese da tempo isolato a causa della corruzione dilagante. Secondo l’articolo di El País, la Guyana deve sfruttare velocemente e il più possibile questi giacimenti prima che giunga il completo declino dell’utilizzo del petrolio che, secondo gli esperti, non tarderebbe ad arrivare. I benefici economici della scoperta dei giacimenti sono già ben visibili: infatti quasi il 15% degli introiti sono stati destinati a fondi pubblici e sono stati stanziati a vantaggio della popolazione 100 dollari pro capite, come bonus assistenziale, per far fronte alla pandemia. C’è molto ottimismo, ma gli esperti consigliano cautela: il rischio maggiore è quello di investire solo nel campo petrolifero tralasciando altri settori propulsivi dell’economia e di percorrere la stessa strada del Venezuela, arrivato al collasso finanziario dopo anni di totale dipendenza economica dal greggio.

L.C, M.D.F. e I.V

Negli Stati Uniti, secondo il The Guardian Donald Trump avrebbe pagato solo $750 di imposte federali l’anno in cui ha vinto la presidenza; questa notizia proviene da una sorprendente indagine del New York Times che potrebbe scuotere le elezioni presidenziali.

Il presidente ha dichiarato di non aver pagato alcuna imposta sul reddito in 10 dei 15 anni precedenti, poiché aveva perso molti più soldi di quanti ne avesse guadagnati.

Il Times ha anche rivelato che Trump possiede centinaia di milioni di dollari in beni di valore non dichiarati, ma non pubblicherà i documenti per proteggere la sua fonte.

Queste rivelazioni minacciano di danneggiare la reputazione di Trump per essere un uomo d’affari di successo e quindi un abile amministratore dell’economia statunitense.

In Canada, secondo la CBC News, un’importante missione di ricerca sull’Artico è sotto accusa per una politica sul codice di abbigliamento che ha evidenziato le preoccupazioni sul sessismo sistemico nelle scienze polari.

La spedizione MOSAiC, una missione di ricerca internazionale guidata dall’Alfred-Wegener-Institut tedesco, ha inviato dei ricercatori polari nel ghiacciaio marino Artico per un anno intero per effettuare osservazioni rivoluzionarie sul clima. Poco dopo l’inizio del viaggio, alle donne a bordo di una nave di supporto per la missione, è stato detto che non potevano indossare abiti attillati per motivi di sicurezza. Questa politica è stata discussa a seguito di molestie sessuali avvenute sull’imbarcazione.

S.C., S.P

Il governo in Brasile, secondo  Folha de S.Paulo, è accusato di aver divulgato delle fake news che riguardano gli incendi in Amazzonia. Probabilmente, nel tentativo di evitare le critiche, il governo di Jair Bolsonaro ha pubblicato il 26 settembre un grafico che mostra come gli incendi di questo 2020 siano minori rispetto a quelli degli ultimi 18 anni. Bisogna anche segnalare il fatto che siano stati comparati otto mesi dell’anno corrente contro i dodici degli altri anni. I dati sono stati resi pubblici dal Ministro dell’Ambiente e dal senatore Bolsonaro, figlio del presidente, con l’hashtag #credinelBrasile. Da gennaio a questo sabato sono stati registrati 151.779 incendi in tutto il Paese, molti di più rispetto ai 143.734 dello scorso anno. Per non parlare della zona del Pantanal che fino a sabato registrava 16.667 incendi attivi, molti di più rispetto ai 10.025 dei 12 mesi del 2019.

M.P.

ASIA

Lo scontro India-Cina è ormai qualcosa che va avanti da molto tempo, infatti il divieto imposto dal ministero indiano dell’Elettronica e dell’informatica sull’uso di 59 applicazioni di origine cinese tra cui TikTok e WeChat, nonché la rimozione delle stesse dagli store digitali, è solo l’ultima ritorsione economica in merito alle tensioni fra India e Cina che si sono intensificate nelle ultime settimane. Tutto è iniziato nel 1962, quando le due potenze – che condividono una frontiera di 3500 chilometri – non hanno definito il confine che li separa lungo la catena dell’Himalaya e, di tanto in tanto, hanno entrambe superato la “linea attuale di controllo” (Line of Actual Control).

Proprio lungo quel confine conteso, infatti, ci sono stati lo scorso giugno degli scontri tra l’esercito cinese e quello indiano. Nel dettaglio, lungo la valle di Galwan, nella regione di Ladakh, sono morte decine di soldati, sia indiani che cinesi.

All’origine di tutto ci sarebbe la costruzione di una strada da parte degli indiani lungo il fiume Shyok utilizzata in caso di attacco, un “atto di provocazione” secondo Pechino, che aveva inviato negli ultimi tempi soldati sul posto. La Cina – tramite il portavoce del ministero cinese della Difesa nazionale, Wu Qian – ha così attribuito all’India l’intera responsabilità degli scontri avvenuti al confine tra i due paesi. Ad oggi, entrambi i paesi concordarono che all’epoca le truppe di entrambe le parti avrebbero dovuto disimpegnarsi rapidamente e allentare le tensioni.

Secondo quanto riportato dal South China Morning Post, per evitare lo scoppio di una guerra commerciale, Cina e India hanno deciso di interrompere l’invio delle truppe lungo il confine contestato e di evitare qualsiasi azione che possa complicare la situazione, per cercare in tutti i modi ripristinare pace e tranquillità.

Alti funzionari militari di entrambi i paesi si sono incontrati e si sono scambiati idee sul confine contestato, tentando di risolvere la situazione attraverso i canali diplomatici e militari. Le tensioni rimangono alte, con truppe indiane e cinesi separate solo da poche centinaia di metri in alcune zone.

Un comunicato stampa congiunto emesso dal governo indiano a Nuova Delhi riporta la decisone di entrambe le parti, di evitare incomprensioni e valutazioni errate e di astenersi dal modificare unilateralmente la situazione sul campo.

Uno scontro, quello tra Cina e India, che sembra non finire mai, mentre entrambi i paesi cercano, non senza sforzi di cooperare e di risolvere quei problemi ormai di lunga data.

Si spera che entrambe le parti riescano a trovare un punto di incontro, così da poter evitare altri spargimenti di sangue e la morte di vittime innocenti.

G.R.

OCEANIA

Il maltempo sta costringendo la Nuova Zelanda a valutare la chiusura con poco preavviso dell’Auckland Harbor Bridge.

Le autorità hanno diramato l’allerta meteo in tutta la zona, rivolgendosi agli automobilisti invitandoli a non transitare sopra la struttura che potrebbe venire chiusa al transito da un momento all’altro, secondo l’articolo pubblicato da Nzherald.co.nz.

Brett Gliddon, direttore generale dei servizi di trasporto dell’agenzia Waka Kotahi New Zealand, ha invitato i motociclisti e altri veicoli a non transitare sul ponte poiché sono in arrivo forti raffiche di vento, scatenando tempeste che renderebbero pericoloso il passaggio, secondo l’articolo di Stuff.

S.C, S.P

Rassegna stampa a cura di:


Ariela Capuano (responsabile lingua inglese)
Salvina Calanducci e Simona Picci (lingua inglese)
Giulia Deiana (responsabile lingua francese)
Silvia Calbi e Elen’Alba Vitiello (lingua francese)
Alessandra Semeraro (responsabile lingua spagnola)
Lavinia Cataldi, Michela Di Franco e Ilaria Violi (lingua spagnola)
Veronica Battista (responsabile lingua portoghese)
Martina Pavone e Diana Fagiolo (lingua portoghese)
Silvia Santini (responsabile lingua tedesca)
Michela Sartarelli e Laura Razzini (lingua tedesca)
Clarissa Giacomini (responsabile lingua russa)
Silvia Noli, Diana Sandulli (lingua russa)
Sara Zuccante (responsabile lingua araba)
Samar Hassan (lingua araba)
Claudia Lorenti (responsabile lingua cinese & coordinatrice del progetto)
Gioia Ribeca (lingua cinese)

#POLITICAFFÈ

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Xi Jinping sorprende tutti: la Cina ridurrà le emissioni. Un semplice annuncio o un impegno serio?

Stampa statunitense

La Cina ha sostenuto per tanti anni che, in quanto economia in via di sviluppo, non avrebbe dovuto condividere lo stesso carico di riduzione delle emissione delle nazioni sviluppate, il cui inquinamento è rimasto incontrollato per decenni. The New York Times riporta la notizia per cui la Cina ha recentemente rilasciato una dichiarazione che si pone in netto contrasto con la politica adottata finora. Di quale dichiarazione si sta parlando? Si tratta, in realtà, dell’affermazione di Xi Jinping, Segretario generale del Partito Comunista Cinese, rilasciata qualche giorno fa durante una sessione (virtuale) di lavori dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. In questa occasione, Xi Jinping ha affermato che la Cina mira ad essere “carbon neutral” prima del 2060. Il Segretario ha sorpreso la comunità internazionale, fissando l’obiettivo di azzerare le emissioni nette di gas serra, di CO2, in atmosfera entro il 2060, aggiungendo che il picco di emissioni da parte della Cina avverrà entro il 2030.

La CNN ricorda che la Cina è il Paese che più contribuisce al riscaldamento del pianeta, producendo il 29% delle emissioni totali. Al contempo, però, è anche un Paese leader a livello mondiale per quanto riguarda le energie rinnovabili. Tuttavia, fino a qualche giorno fa, la Cina si era unicamente impegnata a fissare la data del raggiungimento del suo picco di emissioni all’anno 2030. Questa nuova presa di posizione sull’impronta di carbonio netta pari a zero entro il 2060 segna un momento fondamentale nella storia della lotta al cambiamento climatico e all’inquinamento.

Xi Jinping ha sostenuto che «l’umanità non può più ignorare i ripetuti avvertimenti della natura e seguire il sentiero battuto dall’estrazione di risorse senza investire nella conservazione». Così riporta Bloomberg. Per perseguire il suo obiettivo la Cina necessita di investimenti importanti. Secondo una stima elaborata dagli analisti della Sanford C. Bernstein & CO., la Cina dovrebbe spendere 5,5 trilioni, circa 160 miliardi l’anno, per raggiungere il suo obiettivo entro il 2050. Questo comporterebbe uno stravolgimento sostanziale nel mercato energetico cinese e non solo.

Si può avanzare l’ipotesi che non sia un caso che Xi Jinping si presenti proprio ora al mondo nella nuova veste di politico attento ai cambiamenti climatici. Il tema della tutela dell’ambiente è senza dubbio di estrema attualità nelle agende globali da decenni, ma l’amministrazione americana lo ha sempre riposto nel cassetto e anche nell’attuale campagna elettorale si vede come questa tematica non sembra suscitare particolare interesse nelle due parti in gioco. Si può dunque affermare che la Cina voglia assumere un ruolo di leadership sulla questione climatica nel prossimo futuro?

Stampa inglese

Con un annuncio che ha sorpreso tutti durante la virtuale Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Xi Jinping ancora una volta ha compiuto un gesto profondamente competitivo. La decisione di far diventare il suo Paese carbon neutral entro il 2060 è stata motivata – racconta il Financial Times – dall’emergenza da Covid-19, che ha convinto il Presidente cinese che il mondo ha bisogno di una rivoluzione, capace di accelerare lo “sviluppo verde”. A ciò si aggiunge il corollario per cui gli esseri umani non possono più ignorare gli avvertimenti della natura e che gli accordi di Parigi rappresentano solamente il minimo necessario per proteggere la terra. Altre importanti economie, tra cui l’Unione Europea e la Gran Bretagna, si sono poste il traguardo di portare a zero le emissioni entro il 2050, mentre gli Stati Uniti rimangono senza un obiettivo a emissioni zero. Anzi, a novembre dovrebbe realizzarsi il ritiro effettivo dagli accordi di Parigi, anche se Trump ha affermato che gli Stati Uniti hanno ridotto le proprie emissioni nonostante questa uscita. Ad ogni modo, questo annuncio finirà per esercitare ancora più pressione su Washington. Bisogna però chiarire che, affinché la Cina raggiunga questo obiettivo, sarà necessario ridurre drasticamente le emissioni e compensare questa azione con altri progetti verdi come il rimboschimento. E molti analisti hanno prontamente evidenziato che la Cina deve ancora chiarire cosa intende per “carbon neutral” e quali tipologie di offset include nella sua definizione. Li Shuo, funzionario di politica energetica di Greenpeace a Pechino, si è mostrato poco fiducioso verso il raggiungimento di questo proposito, poiché ha detto che in pratica, ogni singolo aspetto della vita quotidiana e dell’economia in Cina dovrebbe cambiare.

La BBC ci tiene a chiarire che tra il 2018 e il 2019, mentre gran parte del mondo iniziava ad abbandonare l’uso dei combustibili fossili, la Cina ha continuato ad aumentare il suo utilizzo spropositato. E solo la crisi pandemica era riuscita a far scendere le emissioni del Paese al 25%. Alcuni osservatori, infatti, hanno chiarito che facendo una simile affermazione in un tale momento, Xi Jinping abbia voluto semplicemente approfittare della riluttanza statunitense ad affrontare la questione climatica. Pura velleità geopolitica, dunque. Richard Black, direttore del think tank Energy and Climate Intelligence Unit (ECIU), ha aggiunto che la Cina non solo è il più grande responsabile al mondo delle emissioni di CO₂, ma è anche il più grande finanziatore energetico e rappresenta il più grande mercato; dunque, le sue decisioni sono fondamentali anche per le dinamiche di molti altri Paesi.

I maggiori Paesi inquinanti oltre alla Cina, fa sapere il Daily Mail, sono Stati Uniti, India, Russia, Iran, Arabia Saudita, Indonesia, Sud Africa, Turchia, Brasile e Australia. E la Cina solo nel 2018 ha rilasciato nell’atmosfera l’equivalente di 10 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, secondo il Global Carbon Project che monitora le emissioni in tutto il mondo. Ora, il termine “neutralità del carbonio” sta a indicare lo stop a rilasciare anidride carbonica aggiuntiva nell’atmosfera, ma tecnicamente i Paesi proseguono con le emissioni, se assicurano che una medesima quantità sia catturata sotto qualche altra forma. Un osservatore del MIT, John Sterman, ha specificato che se la Cina dovesse raggiungere questo intento, potrebbe impedire un ulteriore riscaldamento da 0,4 a 0,7 gradi Fahrenheit (o da 0,2 a 0,4 gradi Celsius) del pianeta. Ma per avere dati più certi bisognerà attendere un’analisi più approfondita, e comunque molto dipenderebbe da come e in quanto tempo, le emissioni vengono ridotte.

Chiara Aveni e Gaia Natarelli

FONTI:


China’s Pledge to Be Carbon Neutral by 2060: What It Means, disponibile su https://www.nytimes.com/2020/09/23/world/asia/china-climate-change.html, consultato il 25/09/2020
China Vows Carbon Neutrality by 2060 in Major Climate Pledge, disponibile su https://www.bloomberg.com/news/articles/2020-09-22/china-pledges-carbon-neutrality-by-2060-and-tighter-climate-goal, consultato il 25/09/2020
China Beat the U.S. to a Carbon Neutrality Pledge, https://www.bloomberg.com/news/articles/2020-09-22/china-beat-the-u-s-to-a-zero-carbon-emissions-climate-pledge, consultato il 25/09/2020
China will become carbon neutral by 2060, Xi Jinping says, disponibile su https://edition.cnn.com/2020/09/22/china/xi-jinping-carbon-neutral-2060-intl-hnk/index.html, consultato il 25/09/2020
China pledges to be ‘carbon neutral’ by 2060 disponibile su https://www.ft.com/content/730e4f7d-3df0-45e4-91a5-db4b3571f353, consultato il 25/09/2020
Climate change: China aims for ‘carbon neutrality by 2060’ disponibile su https://www.bbc.com/news/science-environment-54256826, consultato il 25/09/2020
President Xi pledges China will hit peak emissions before 2030 and become carbon-neutral by 2060 disponibile su https://www.dailymail.co.uk/news/article-8762515/China-aims-carbon-neutral-2060.html, consultato il 25/09/2020
China pledges to be ‘carbon neutral’ by 2060 disponibile su https://www.ft.com/content/730e4f7d-3df0-45e4-91a5-db4b3571f353, consultato il 25/09/2020
Climate change: China aims for ‘carbon neutrality by 2060’ disponibile su https://www.bbc.com/news/science-environment-54256826, consultato il 25/09/2020
President Xi pledges China will hit peak emissions before 2030 and become carbon-neutral by 2060 disponibile su https://www.dailymail.co.uk/news/article-8762515/China-aims-carbon-neutral-2060.html, consultato il 25/09/2020

#LUXURYMOMENTS: #LUXURYJUICE

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Il Premio Margutta, marchio registrato, da sempre simbolo di creatività e fecondità intellettiva, giunto alla sua XX edizione è ideato da Giovanni Morabito. Presidente Onorario del Premio Margutta è il regista Gabriele Salvatores.

La fashion designer Eleonora Altamore, alla quale nel 2011 era stato conferito il Premio Margutta, ha portato in passerella 20 abiti, dieci dei quali di una tra le sue più preziose collezioni: “Pearl Dreams”. Abiti di Alta Moda in voile, ricchi di pizzi, cristalli e perle. Tra essi figura il pregiatissimo abito e vero “fiore all’occhiello” della collezione adornato con 7 mila perle. Hanno sfilato su catwalk, inoltre, un mix di dieci capi haute couture estrapolati da diverse collezioni e in closing fashion show l’abito ispirato all’autunno.

Durante la serata sono stati consegnati vari premi tra cui, per la sezione intrattenimento/editoria a Dimensione Suono Roma; per la musica alla cantante Fiorella Mannoia, per il cinema all’attore Alessandro Preziosi e Marcello Fonte; per la sezione gruppo musicale ai Negrita; per l’arte al Prof. Emmanuele Emanuele; per il giornalismo a Sabrina Giannini. L’evento “ModArt” racconta di un confronto tra due filosofie, la Moda e l’Arte, condotto da Valeria Oppenheimer e dal vivo, il gruppo musicale Black Sheeps. Il “Premio Margutta 2020” è rappresentato da una scultura realizzata dall’artista Angela Pellicanò.

Maria Christina Rigano

Fonti:
Ufficio stampa Eleonora Altamore

Foto:
Gentile concessione dell’ufficio stampa di Eleonora Altamore, Gisella Peana.

#ATUTTOMONDO

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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT

Il ministro dell’Interno tedesco risponde alle critiche: “Abbiamo un cuore grande ma non abbiamo possibilità illimitate per l’accoglienza dei rifugiati”. In Francia il congedo di paternità viene allungato a 28 giorni invece che 14. Secondo uno studio, sembrerebbe che a Manaus (Brasile) la popolazione abbia raggiunto un’immunità di gregge al Coronavirus.

EUROPA

La Spagna e il Covid-19: due rette che sembravano volersi allontanare, ma le ultime notizie provenienti dal Paese ci dimostrano tutto il contrario. Secondo l’articolo di ABC, il Ministero della Salute ha certificato un nuovo record di contagi, arrivando a 10.799 nuovi casi e 241  morti nelle ultime 24 ore.

Approfondendo l’argomento, El Mundo afferma che la situazione peggiore rimane quella della Comunità di Madrid, arrivando a descriverla come “crescita sostenuta”, visti i 1011 nuovi contagi degli ultimi giorni; dalla prossima settimana, per provare a limitare i danni, le autorità metteranno in atto una serie di misure con il fine di evitare un secondo lockdown, grazie anche all’aiuto militare richiesto al premier Pedro Sánchez per realizzare più di mezzo milione di test nelle zone in questione. Per ultimo, anche El País aggiunge qualche dettaglio sul tema: oltre all’appoggio militare, è stato richiesto anche l’intervento di 222 squadre della Policía Nacional e della Guardia Civil per una corretta disinfezione delle zone e la riassunzione dei 300 medici extracomunitari che hanno lavorato a Madrid durante la prima ondata e che, a causa delle restrizioni statali della normativa vigente, non hanno potuto ricevere un contratto a lungo termine.

Tutte queste misure risolutive inizieranno, come già citato, il prossimo lunedì e proseguiranno per le prossime due settimane.

L.C, M.D.F. e I.V

In Svizzera, il Consiglio Nazionale ha esaminato il testo della Gioventù socialista “99%”, volto a tassare l’1% della popolazione svizzera più ricca. Come riportato da Le Matin, la sinistra scende sola in battaglia e deve affrontare l’opposizione della classe borghese. Secondo la Gioventù socialista, si potrebbero ridistribuire circa da 5 a 10 miliardi di franchi, allo scopo di ridurre il carico fiscale dei lavoratori a basso e medio reddito e finanziare prestazioni sociali, asili nido, sussidi di assicurazione sanitaria o formazione. La sinistra è preoccupata per il divario sempre crescente tra i più ricchi e i più poveri, che crea problemi economici e riduce il potere d’acquisto.

EA.V.

In Francia, Emmanuel Macron ha annunciato, mercoledì 23 settembre, che un progetto di legge di finanziamento dell’assistenza sociale, che sarà presentato al Consiglio dei ministri a inizio ottobre, sancirà l’estensione del congedo di paternità. Come riportato da Le Parisien, attualmente il congedo di paternità è di undici giorni, oltre ai tre giorni per la nascita. Per una maggiore parità di diritti tra uomini e donne, dal luglio 2021, il padre, o il secondo genitore, di un bambino nascituro o adottato potrà avere 28 giorni di congedo, contro i 14 attuali, dei quali sette giorni saranno obbligatori.

S.C.

In Belgio, nel 2021 la Difesa aprirà un numero record di posizioni (2.300, circa 300 in più rispetto al 2020), con 1.250 reclutamenti di soldati, 800 sottufficiali e 250 ufficiali per compensare le migliaia di pensionamenti previsti del personale giunto a fine carriera. Saranno reclutati anche 150 civili e 420 riservisti. Come riportato da Le Soir, è richiesto personale tanto femminile quanto maschile per tutte le posizioni.

S.C.

Uno studio fatto in Portogallo dall’Istituto di Salute Pubblica dell’università di Porto (ISPUP) ha mostrato che non esiste un collegamento diretto tra l’uso dei mezzi di trasporto pubblici e una maggiore diffusione del Covid-19. Sarebbe invece la privazione delle condizioni socio-economiche a determinare le aree più a rischio di infezione, si legge su Lusa. Inoltre, in vista dell’inizio dell’anno accademico la prossima settimana alcuni rettori e presidenti universitari, preoccupati per la diffusione del virus, hanno vietato le attività di praxe, una tradizione universitaria per l’accoglienza delle matricole che consiste nelle più svariate attività di comunità. Alcune istituzioni hanno proibito le attività all’interno dei propri campi, come l’Università di Lisbona e l’Università di Trás-os-Montes e Alto Douro. Da parte degli studenti alcuni gruppi accademici hanno già annunciato che non svolgeranno le attività, come quello di Porto e della facoltà di medicina dell’Università Nova di Lisbona, mentre il gruppo di Coimbra ha affermato che continuerà la tradizione nel rispetto delle norme sanitarie, riporta ancora Lusa.

D.F.

Mercoledì 23 settembre la Commissione europea ha proposto un nuovo piano per l’immigrazione, basato su un “meccanismo di solidarietà obbligatoria”. Atteso dalla scorsa primavera, rimandato per via della pandemia, il patto per la nuova politica di asilo e migrazione è stato presentato a Palazzo Berlaymont. Di certo, l’ultimo disastro a Moria e le migliaia di rifugiati senza dimora hanno accelerato le mosse. A tal proposito, i circa 12.000 migranti hanno scatenato un dibattito sull’accoglienza, soprattutto in Germania.Secondo quanto si legge su Frankfurter Allgemeine, l’Unione CDU/CSU e i socialdemocratici (SPD) martedì 22 settembre si sono accordati sull’accoglienza di 1553 rifugiati provenienti da ben cinque isole greche e riconosciuti come bisognosi di protezione. Il ministro dell’Interno Seehofer risponde così a chi critica la posizione del governo tedesco: «Bisogna smettere di pensare che solo chi è a favore di un’ammissione illimitata abbia un cuore e chi sostiene un’azione intelligente e ponderata, limitando e controllando l’immigrazione, è un mostro senza cuore. Abbiamo un cuore grande ma non abbiamo possibilità illimitate per l’accoglienza dei rifugiati». Così ha dichiarato in un’intervista al giornale Bild.

In ambito più generale invece, secondo le ultime notizie riportate dalla testata Der Spiegel,il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è decisa a prendere in mano la situazione e a far chiarezza su più punti: innanzitutto i nuovi arrivi alle frontiere esterne dell’UE dovranno essere registrati più rapidamente e i migranti irregolari dopo un massimo di cinque giorni seguiranno particolari procedure, tra cui il rapido rimpatrio. Al fine di rafforzare le frontiere esterne, è stato pertanto previsto un ufficio di coordinazione che si occuperà di gestire e applicare le misure dei vari Stati. Poi, gli Stati membri dovranno rispettare il principio di solidarietà tra loro, contribuendo a sostenere quelli sotto pressione. Un passo avanti questo, da parte della Commissione, volto a sanare le divergenze con i Paesi europei dell’Est sulla cosiddetta “quota obbligatoria” per la distribuzione dei richiedenti asilo. Oggi, la nuova proposta prevede un aut aut: o un contributo materiale ad accettare i migranti o un impegno ad agevolarne il rimpatrio (per i respinti) entro un certo periodo di tempo. «Non siamo più nel 2015, la situazione può essere gestita», ha detto il Commissario agli Interni Ylva Johansson. All’epoca, al culmine della crisi, 1,8 milioni di persone erano entrate irregolarmente nell’UE, e quasi tutti erano rifugiati. Nel 2019 sono stati registrati solo 140.000 immigrati irregolari, di cui solo un terzo con diritto all’asilo. Il ministro federale degli Interni Seehofer è scettico sulle tempistiche di effettiva attuazione delle proposte UE. Già nel fine settimana scorso aveva mostrato comprensione per chi non ha voluto accogliere i rifugiati dalle isole greche memore degli eventi del 2015, ma riguardo la Germania pone un freno: «molti dei nostri vicini europei mi chiedono perché dovremmo partecipare alle proposte europee in materia di immigrazione quando noi tedeschi ci siamo comportati sempre da campioni morali e ci hanno messo sotto pressione. È difficile non essere d’accordo con loro, la Germania infatti agirà come partner, non come guardiano dell’Europa».

M.S., L.R.

Nel Regno Unito, secondo il The Guardian e Forbes la proposta di legge di stampo progressista, nata sotto il governo di Theresa May e che avrebbe semplificato la vita delle persone transgender che decidono di intraprendere il percorso di transizione sessuale, non è stata accettata dal governo.

Tale proposta avrebbe dato la possibilità alla comunità LGBTQ di “auto-identificarsi” in un genere, grazie a una semplice auto-certificazione che avrebbe modificato il certificato di nascita e ovviato al fatto di dover fornire prove di una diagnosi medica di disforia di genere.

Nancy Kelley, amministratrice delegata di Stonewall, ha dichiarato: “Oggi il governo britannico non ha mantenuto la promessa di riformare il Gender Recognition Act e ha perso l’opportunità di far progredire l’uguaglianza LGBT”.

Liz Truss, politico britannico, ha affermato: “Le persone trans affermano che le liste d’attesa nelle cliniche di genere del National Health Service sono troppo lunghe. Sono d’accordo e allo stesso tempo preoccupata per il disagio che questa decisione può causare. Proprio per questo stiamo aprendo almeno tre nuove cliniche di genere quest’anno, che dovrebbero ridurre le liste d’attesa di circa 1.600 pazienti entro il 2022. L’intero beneficio dell’aumento della capacità clinica che siamo stati in grado di assicurare porterà a una maggiore scelta dei pazienti, a tempi di attesa più brevi, a una migliore copertura geografica e a un accesso più facile. Inoltre, sarà più facile soddisfare i requisiti medici per ottenere un GRC (Gender Recognition Certificate)”.

S.C., S.P.

La Federazione Russa ha preso parte alla settantacinquesima Assemblea generale dell’ONU (UNGA), svoltasi dal 22 al 29 settembre e preceduta il 21 settembre da una riunione ad alto livello per commemorare il settantacinquesimo anniversario dell’organizzazione in nome dell’impegno per multilateralismo. La sessione dell’Assemblea generale, quest’anno si è tenuta on-line per via della pandemia da Covid-19. 

Il primo giorno del vertice ha preso la parola il presidente russo Putin, il quale, ha ribadito il ruolo dell’ONU all’interno della comunità internazionale, riconoscendo che “la Carta rimane il principale diritto internazionale e l’organizzazione stessa sta adempiendo alla sua missione di preservare la pace”.  Tuttavia, egli ha ammesso che “le Nazioni Unite non dovrebbero irrigidirsi, ma riflettere i cambiamenti e le dinamiche del ventunesimo secolo, adattandosi al mondo moderno che sta diventando complesso, multidimensionale e multipolare”. Nel sottolineare l’importanza di ricordare la Storia, il presidente della Federazione Russa ha inoltre aggiunto che “cercare di rivederla è particolarmente pericoloso quando il sistema di controllo degli armamenti si degrada, i conflitti regionali continuano e le minacce poste dal terrorismo, dalla criminalità organizzata e dal traffico di droga si intensificano”.

Nell’affrontare il punto di vista economico delle conseguenze della pandemia non solo in Russia, ma a livello internazionale, Putin ha avanzato la proposta di una rinuncia alle sanzioni “Illegittime”, che potrebbe portare, a suo parere, parecchi vantaggi, tra cui un “aiuto per ripristinare la crescita globale”. Oltre alle sanzioni, anche barriere commerciali e divieti dovrebbero essere rimossi, al fine di combattere la disoccupazione venutasi a creare con la pandemia. Inoltre, per uscire dalla crisi, “la Russia propone di costruire i cosiddetti “corridoi verdi” per la libera circolazione di beni vitali, quali cibo, medicinali e dispositivi di protezione individuale, richiesti specificamente per combattere la pandemia”, ha affermato il capo dello Stato.

Restando sempre in tema di politica estera ed internazionale, alcuni diplomatici russi in missione commerciale in Bulgaria sono stati accusati di spionaggio. In data 24 settembre, il primo ministro bulgaro Boyko Borisov ha dichiarato che sono state raccolte abbastanza prove per espellere i diplomatici dal paese. “Sono cose inammissibili nel nostro territorio e chiunque sarà coinvolto in attività di spionaggio sarà tenuto sotto stretto controllo ed espulso”, così ha commentato la vicenda il primo ministro Borisov.

L’ambasciata russa a Sofia ha rigettato la richiesta di rimpatrio per i due funzionari russi, i quali sembrano essere stati coinvolti in attività di spionaggio dal 2016, raccogliendo informazioni sulle forze armate bulgare e controllando i database militari.

Il ministro degli esteri bulgaro li ha dichiarati “Persone non gradite”, dando loro 72 ore per lasciare il paese. Il ministro degli esteri russo ha invece criticato duramente la decisione bulgara. “Siamo molto dispiaciuti per l’esito della missione commerciale russa in Bulgaria, poiché l’espulsione di due diplomatici senza prove evidenti ci sembra un tentativo di sabotaggio per più costruttivi rapporti tra Russia e Bulgaria”, ha specificato il ministro. Il ministero degli esteri russo ha aggiunto che verranno rilasciati ulteriori aggiornamenti sull’evoluzione della situazione.

 S.N., D.S.

AFRICA

Come riportato da Maliweb, in seguito al colpo di Stato del mese scorso, il capo della giunta militare del Mali, il colonnello Assimi Goita, chiede alla Comunità degli Stati dell’Africa occidentale (Cedeao) di revocare le sanzioni imposte, tra cui figurano la sospensione degli organi decisionali, la chiusura delle frontiere e l’interruzione degli scambi finanziari e commerciali con il Mali, a eccezione dei beni di prima necessità, delle medicine, delle apparecchiature mediche contro il Coronavirus, dei prodotti petroliferi e dell’elettricità. Inoltre, i leader militari hanno nominato un ex Ministro della Difesa, Bah Ndaw, come nuovo presidente della transizione.

EA.V.

Il Mozambico ha richiesto l’aiuto dell’ONU per la formazione delle sue forze al fine di combattere gli attacchi armati da parte di gruppi terroristici che minacciano continuamente la provincia di Cabo Delgado, nel nord del Paese, riporta DW. La richiesta è stata criticata in quanto presa dal Consiglio dei ministri senza consultare l’Assemblea della Repubblica o il Consiglio di Sicurezza, escludendo così anche i cittadini dalle vicende del governo.

D.F.

Il giornale Novo Jornal riporta lo sterminio degli squali in Angola, finalizzato alla vendita delle pinne in Cina. La denuncia arriva da EcoAngola, un progetto filantropico di educazione e conservazione ambientale. Le denunce sono iniziate il 12 settembre nel municipio di Cacuaco, nella provincia di Luanda senza però avere delle immagini come prova. L’amministratore delegato della EcoAngola, Érica Tavares, ha poi ricevuto delle foto scattate a Cacuaco che ritraggono numerosissimi squali pescati solo per tagliarne le pinne. Tavares specifica che la ragione di questo commercio è la zuppa di pinne consumata in Asia poiché si pensa che abbia benefici medici e poteri afrodisiaci ma in realtà si tratta di una leggenda.

M.P.

MEDIO ORIENTE

Le autorità del Regno dell’Arabia Saudita hanno deciso di consentire a cittadini e residenti di eseguire l’ʿUmra, ovvero il pellegrinaggio minore, a partire dal 4 ottobre dopo una pausa di quasi sette mesi a causa dei timori legati allo scoppio del Coronavirus.

Secondo l’agenzia di stampa ufficiale saudita, “SPA”, l’ʿUmra verrà gradualmente eseguita in quattro fasi.

Ai cittadini e residenti del Regno sarà consentito di eseguire l’ʿUmra a un ritmo di 6.000 pellegrini al giorno, che rappresenta il 30% della capienza della Grande Moschea, modificata per rispettare le misure sanitarie precauzionali.

Il 18 ottobre, il numero di pellegrini potrà raggiungere il 75 % (15.000 pellegrini).

Con l’inizio di novembre l’Arabia Saudita consentirà ai visitatori, provenienti da alcuni Paesi considerati sicuri, di partecipare ai rituali di esecuzione dell’Umrah raggiungendo il 100 % della capienza (20.000 pellegrini), come riportato dalla BBC Arabic.

La Giordania ha negato di avere legami con la Med Wave Shipping, compagnia di navigazione alla quale l’Unione Europea ha imposto sanzioni per aver violato l’embargo sulle armi imposto alla Libia. La compagnia gestisce infatti una nave, chiamata Bana, per la quale sono state rilevate violazioni dell’embargo sulle armi verso la Libia nel gennaio 2020. Il portavoce del Ministero degli Affari Esteri, Ambasciatore Dhaif Allah Al-Fayez, ha dichiarato che la Med Wave Company non è giordana, non è registrata in Giordania e non ha presenza sul territorio giordano.

 Al-Fayez ha inoltre aggiunto che le autorità competenti hanno rivelato la “presunta” ubicazione della compagnia nella capitale Amman, secondo l’indirizzo contenuto nei documenti delle Nazioni Unite, e si è riscontrato che questa società non esiste al suo interno.

Il Governo giordano inviarà tutte le informazioni necessarie a dimostrare agli organismi internazionali competenti che la società non è registrata in Giordania e non opera nelle sue terre, secondo quanto riportato dalla CNN Arabic.

Il Ministro della Sanità palestinese, Mai Al-Kaila, ha annunciato che nelle ultime 24 ore sono stati registrati 503 nuovi casi di coronavirus e tre decessi.

In un comunicato stampa diffuso da Asharq Al-Awsat, Al-Kailah ha affermato che il governatorato di Hebron ha registrato il maggior numero di nuovi contagiati, con un totale di 150, seguito dal governatorato di Betlemme con 79 casi e dalla Striscia di Gaza che ha registrato 73 contagi, mentre il resto dei casi sono distribuiti in diverse aree della Cisgiordania.

Al-Kailah ha aggiunto che “sono in corso lavori con tutti i partner per risolvere la crisi riguardante la scarsità di materiali per testare e combattere la pandemia”. Le società di fornitura stanno infatti aspettando che i materiali arrivino dall’esterno della Palestina per fornirli al Ministero della Salute.

Il database del Ministero della Salute palestinese mostra che il numero totale di casi ha raggiunto 47.117, di cui 34.421 guariti e 317 decessi.

S.H.

AMERICA

Torna in prima pagina de El Paísil Nicaragua e le nuove azioni del suo presidente Daniel Ortega. Questa volta, durante le prime settimane di settembre, il capo di Stato ha presentato in Parlamento dei progetti di legge, con carattere di urgenza, per sostenere la condanna al carcere a vita per tutti coloro i quali commettessero dei crimini di odio contro il Paese e per incriminare allo stesso modo qualsiasi tentativo di ingerenza esterna nel Paese. Questi nuovi progetti sono rivolti principalmente a tutti gli oppositori che, dal 2018, lottano contro il regime e agli Stati che, fino a questo momento, hanno cercato di far parte della vita del Paese, anche e, soprattutto, attraverso finanziamenti. Il secondo progetto di legge è particolarmente ampio e dettagliato: verrà proibito di ricevere capitale straniero a qualsiasi tipo di organizzazione, movimento politico, partito, coalizioni o alleanze politiche, ma anche a persone singole che abbiano qualche ruolo nella politica nicaraguense come funzionari, impiegati pubblici e candidati a incarichi pubblici. Questo criterio permetterebbe di sorvegliare attentamente una buona fetta della società che sia – seppur minimamente – coinvolta con persone o società straniere; la violazione potrà essere punita con multe, confische dei beni, congelamento dei fondi e revoca dello status giuridico della persona indagata.

Secondo gli esponenti dell’opposizione, il secondo progetto in particolare potrebbe rivelarsi molto pericoloso, perché, oltre a intimidire gli avversari politici, rischierebbe di diventare uno strumento per ostacolare coloro i quali sostengono un’apertura verso una transizione democratica pacifica, che è il tanto desiderato obiettivo per le prossime elezioni del novembre 2021.

L.C, M.D.F. e I.V

Negli Stati Uniti la sentenza per l’omicidio di Breonna Taylor, una donna afroamericana uccisa lo scorso marzo, sta scatenando nuove proteste nazionali perché ritenuta ingiusta nei confronti della vittima.

Secondo l’articolo pubblicato da USA Today, uno dei tre agenti coinvolti nell’incidente è stato incriminato, ma non per la morte della donna, ciò ha scatenato un’ondata di proteste in cui i manifestanti chiedono giustizia e uguaglianza.

Secondo CNN, in molti hanno espresso la loro indignazione scendendo in piazza nelle principali città americane come Louisville, Los Angeles, Atlanta e New York, a sei mesi dalla morte di Taylor.

L’FBI è ancora impegnato in alcune indagini per individuare ulteriori violazioni delle leggi federali legate alla presunta irruzione in casa della vittima e la dinamica della sparatoria che ha coinvolto i tre agenti a Louisville, come riportato da Associated Press.

S.C., S.P

In Canada, Pierre Anctil, il presidente del consiglio di amministrazione dell’Istituto di Cardiologia di Montreal, nel bel mezzo di un controverso piano di vendita dei dati sanitari dei cittadini quebecchesi, ha ammesso alla polizia di essere stato coinvolto in discutibili operazioni di finanziamento politico mentre lavorava alla SNC-Lavalin. Le Journal de Québec ha potuto leggere la dichiarazione, datata 21 aprile 2014, in cui Anctil afferma di aver incontrato più volte l’ex finanziere liberale Marc Bibeau e di avergli consegnato una busta contenente degli assegni.

S.C.

In Brasile, come scrive il giornale UOL, nella città di Manaus, nello stato di Amazonas, si pensa che la popolazione abbia raggiunto l’immunità di gregge. Lo studio è stato pubblicato sul sito medRxiv ed è stato condotto da 34 ricercatori sia brasiliani che non. Sono stati analizzati dei dati sui contagi tramite la modellazione matematica e si è stimato che il 66% della popolazione presenta anticorpi contro il nuovo Coronavirus, in una città come Manaus, tra le più colpite dal Covid-19. Infatti, la percentuale potrebbe essere abbastanza alta per rendere inefficace la trasmissione del virus. Oggi Manaus è una delle città ad aver riaperto prima: dopo essere stata scenario di numerosi decessi, da settimane registra una media di 3,6 al giorno.

M.P.

ASIA

In Cina, come riportato dal South China Morning Post, gli agricoltori cinesi lottano con la carenza di manodopera rurale in vista del raccolto autunnale, mentre crescono le preoccupazioni sulla sicurezza dell’approvvigionamento di grano della nazione.

Con la rapida crescita economica della Cina e l’incredibile ritmo di urbanizzazione negli ultimi quattro decenni, centinaia di milioni di persone hanno abbandonato le campagne e sono emigrate nelle aree urbane per posti di lavoro meglio retribuiti, lasciando una popolazione in età lavorativa in calo nei villaggi rurali, un fenomeno chiamato dagli analisti svuotamento “rurale”.

Pechino ha da tempo sottolineato la necessità di promuovere l’agricoltura automatizzata, anche aggiornando i macchinari per consentire una produzione su larga scala più efficiente di colture di qualità superiore con meno personale.

L’impatto di tre recenti tifoni e delle inondazioni diffuse nell’Heilongjiang, la più grande provincia cinese di coltivazione del mais e leader nella meccanizzazione agricola, ha evidenziato ancora di più la carenza di manodopera rurale.

Le tempeste hanno appiattito gran parte del raccolto di mais dell’Heilongjiang e hanno reso impossibile la raccolta a macchina in alcune aree, sollevando ulteriori preoccupazioni per i raccolti in uno dei centri agricoli della Cina.

Le macchine agricole non sono in grado di svolgere un lavoro, quindi si devono avere persone in grado di manovrarle, che però non ci sono e questo non fa altro che aumentare i costi di lavoro per i piccoli agricoltori, che spesso non possono permetterselo.

Le tre province nord-orientali della Cina, Heilongjiang, Jilin e Liaoning, hanno tutte registrato un declino della popolazione con 331.300 persone che hanno lasciato la regione l’anno scorso, secondo i dati del governo.

Una volta centri industriali, le tre province sono ora conosciute come “China’s rust belt” grazie alla loro incapacità di scrollarsi di dosso una mentalità di pianificazione statale radicata e di spostare l’economia lontano dalla dipendenza dalle risorse in declino.

Complessivamente, la popolazione rurale cinese è diminuita di 12,39 milioni a 551,62 milioni di persone nel 2019 e ora rappresenta il 39,4% del totale del paese, un forte calo dall’89,36% di sette decenni fa, secondo il National Bureau of Statistics (NBS).

La campagna cinese è stata per decenni una fonte di manodopera migrante a basso costo per i produttori delle città, ma questo ha portato a una minore allocazione del benessere e delle risorse alle aree rurali, con conseguente aumento del divario di ricchezza.

Il reddito disponibile medio pro capite dei residenti rurali è stato di 6.682 yuan nella prima metà del 2020, solo il 34% dei redditi nelle aree urbane, secondo la NBS.

Zhao, del paese di Longjiang, ha assunto un secondo lavoro come venditore di assicurazioni perché non guadagna abbastanza coltivando la terra.

Nonostante l’aumento dei prezzi del mais quest’anno, Zhao ha affermato che era improbabile che ne traesse beneficio poiché il tifone aveva danneggiato gran parte del suo raccolto, il che significa che i commercianti locali avrebbero ridotto il prezzo di acquisto.

Yang Baolong, presidente della China Soybean Association e direttore generale del Beidahuang Group, il più grande gruppo agricolo e agroalimentare della nazione, ha affermato che la pandemia e i tifoni sono stati un campanello d’allarme per il settore agricolo cinese.

Al giorno d’oggi, le banche difficilmente concedono prestiti agli agricoltori e le sovvenzioni agricole stentano ad arrivare. Le università agricole si concentrano sull’aspetto economico e finanziario invece che sulla semina, sulla fertilizzazione del suolo e sul giardinaggio. Il mondo rurale sembra andare sempre di più scomparendo e con lui una cultura e una tradizione che esistono ormai da secoli.

G.R.

OCEANIA

In Nuova Zelanda sono avvenuti episodi di razzismo nei confronti della comunità indigena Maori.

Secondo RNZ, alcuni studenti Maori sono in dubbio sull’iscrizione all’università poiché potrebbero non essere tutelati, come afferma l’Associazione degli Studenti Maori.

Anche i professori sono soggetti al razzismo. È il caso di Margaret Mutu, insegnante Maori, che insieme ad altri colleghi hanno firmato una lettera contro il sistema razzista universitario, in cui ha anche spiegato come alcuni studenti le abbiano confidato di sentirsi ancora discriminati, come si legge su Nzherald.co.nz.

S.C, S.P

Rassegna stampa a cura di:

Ariela Capuano (responsabile lingua inglese)
Salvina Calanducci e Simona Picci (lingua inglese)
Giulia Deiana (responsabile lingua francese)
Silvia Calbi e Elen’Alba Vitiello (lingua francese)
Alessandra Semeraro (responsabile lingua spagnola)
Lavinia Cataldi, Michela Di Franco e Ilaria Violi (lingua spagnola)
Veronica Battista (responsabile lingua portoghese)
Martina Pavone e Diana Fagiolo (lingua portoghese)
Silvia Santini (responsabile lingua tedesca)
Michela Sartarelli e Laura Razzini (lingua tedesca)
Clarissa Giacomini (responsabile lingua russa)
Silvia Noli, Diana Sandulli (lingua russa)
Sara Zuccante (responsabile lingua araba)
Samar Hassan (lingua araba)
Claudia Lorenti (responsabile lingua cinese & coordinatrice del progetto)
Gioia Ribeca (lingua cinese)

#POLITICAFFÈ

Pubblicato il

Terrore per un nuovo lockdown: linea dura nel Regno Unito

Stampa statunitense

Quello del coronavirus non è ancora un capitolo chiuso per il Regno Unito. Infatti, per la popolazione inglese sta assumendo sempre più concretezza la possibilità di vivere un nuovo lockdown. Negli ultimi 30 giorni si è registrato un costante aumento dei casi, attestandosi intorno ai quasi 5000 nuovi casi al giorno. The New York Times spiega che il governo britannico ha annunciato sanzioni più severe per coloro i quali non rispettino le restrizioni imposte per evitare il contagio. Infatti, dalla fine del mese di settembre, il governo ha pianificato l’imposizione di multe anche di circa 1000 pounds (circa 1092 euro) per i trasgressori. Il ministro britannico per la salute e gli affari sociali, Matt Hancock, ha affermato che il Governo fa affidamento sul dovere civico delle persone nel fare la scelta giusta, ma purtroppo vi è una minoranza di individui che non lo fa. Proprio per questa ragione, secondo il Governo, sarebbe necessario implementare tali sanzioni.

Bloomberg sottolinea come i ministri britannici in questo momento stiano cercando la strategia migliore per bilanciare la lotta al virus e aiutare l’economia a riprendersi dalla peggiore recessione che si è avuta nell’ultimo secolo. Tutto ciò ha innescato innumerevoli discussioni e portato a divisioni all’interno del Governo circa la via migliore da seguire. Diversi sono gli scenari che vengono presentati dal Governo inglese in questi ultimi giorni. Ad esempio, potrebbero essere imposti lockdown locali – come sta chiedendo il sindaco di Londra Sadiq Khan – ed aumentate alcune restrizioni sociali. In particolar modo, queste ultime hanno sollevato numerose polemiche, sottolinea sempre Bloomberg, poiché le direttive si sono rivelate confuse e imprecise, lasciando milioni di inglesi nel dubbio circa le misure esatte da rispettare. Inoltre, il cosiddetto telelavoro sembra prendere sempre più spazio e gli uffici sembrano destinati a rimanere vuoti o con personale ridotto ancora a lungo. Infatti, con il recente incremento del numero dei casi, le autorità stanno chiedendo di lavorare a casa e non recarsi in ufficio. Infine, rimane il grande quesito del vaccino. Hancock afferma che esiste la possibilità che venga reso disponibile entro la fine dell’anno.

La CNN pone l’accento sulla situazione particolarmente scomoda che il Primo Ministro Boris Johnson si trova ad affrontare. Infatti, se il Regno Unito non sarà in grado di tenere sotto controllo la diffusione del virus, Johnson verosimilmente si troverà in una situazione piuttosto difficile da gestire. Dall’inizio dello scoppio della pandemia, Londra è stata la capitale europea che ha accusato maggiormente il colpo della recessione economica. Nel complesso la popolazione inglese si è mostrata ligia nel seguire le regole imposte dal Governo durante il primo lockdown. Nonostante ciò, ad oggi il Regno Unito ha il maggior numero di morti in Europa. L’elevato numero di vittime e la diffusione del malcontento nei confronti della gestione del virus da parte del governo mettono a repentaglio il secondo mandato di Johnson al Governo.

Stampa inglese

La Gran Bretagna impone una nuova stretta sulla vita sociale della sua popolazione. Dalla prossima settimana infatti, entreranno in vigore delle nuove norme che vogliono sbarrare la strada alla diffusione del Covid 19. Le ultime misure restrittive si estenderanno per i prossimi sei mesi, salvo “progressi tangibili”. Lo Chief Medical Adviser del governo londinese Chris Whitty spiega che il limite temporale coincide con la necessità di fronteggiare il clima più freddo in arrivo nei prossimi mesi. Così il Telegraph comincia un lungo articolo, dove fa sapere nel dettaglio tutte le novità introdotte dal Governo. Ebbene, gli sport di squadra saranno permessi solo outdoor e i tifosi dovranno ancora aspettare per accomodarsi all’interno delle strutture sportive. Le persone che vorranno dirsi “sì” potranno avere al loro fianco un massimo di quindici persone. Pub, bar e ristoranti dovranno chiudere alle 22 e potranno offrire ai loro clienti esclusivamente il servizio al tavolo. Le multe per le trasgressioni inizieranno dalla soglia delle 200£. Per quel che riguarda l’istruzione, il governo ha detto che le scuole saranno le ultime a chiudere; al contrario per le università si prospetta il ritorno della didattica online. Il governo inoltre, per fronteggiare il prossimo aumento del tasso di diffusione, ha imposto forti contenimenti per gli incontri sociali e proprio in quest’ottica ha incoraggiato il ritorno allo smartworking. Per il momento dunque, è stato deciso di evitare il blocco definitivo ma queste norme mostrano tutto il loro rigore.

La BBC fa sapere che in Scozia è stato imposto il divieto di visita presso le case delle altre persone, in Galles coloro che saranno costretti all’autoisolamento riceveranno una somma di 500£ e nell’Irlanda del Nord sono severamente vietati gli incontri al di fuori del proprio nucleo di conviventi. Le morti per Covid-19 sono rimaste basse fino all’11 settembre, tuttavia gli esperti sono preoccupati per il loro rapido aumento. Infatti tali misure, spiega Sir Patrick Vallance, sono state introdotte poiché le previsioni suggeriscono che potrebbero esserci 50.000 nuovi casi al giorno entro la metà di ottobre e questo porterebbe le possibili morti a un numero di 200 al giorno entro metà novembre.  

Torna dunque la paura sull’isola britannica.

Chiara Aveni e Gaia Natarelli

FONTI

Ruth Bader Ginsburg, Belarus, Aleksei Navalny: Your Monday Briefing, disponibile su https://www.nytimes.com/2020/09/20/briefing/rbg-belarus-aleksei-navalny.html, consultato il 21/09/2020

Health Officials Tiptoe Around Trump’s Coronavirus Vaccine Timeline, disponibile su https://www.nytimes.com/2020/09/20/world/covid-coronavirus.html, consultato il 21/09/2020

The UK’s doubling coronavirus cases mean Boris Johnson can’t wake up from his Covid-19 nightmare, disponibile su  https://edition.cnn.com/2020/09/21/uk/uk-coronavirus-second-lockdown-boris-johnson-intl-gbr/index.html, consultato il 21/09/2020

Boris Johnson’s Choices as U.K. Faces Second Virus Lockdown, disponibile su https://www.bloomberg.com/news/articles/2020-09-21/johnson-considers-options-for-u-k-s-next-coronavirus-lockdown, consultato il 21/09/2020

Is the UK heading for a second national lockdown? The new Covid rules from Boris Johnson’s update disponibile su https://www.telegraph.co.uk/news/2020/09/23/lockdown-second-uk-circuit-breaker-new-rules-national/, consultato il 23/09/2020

Covid rules: what are the new coronavirus restrictions? disponibile su https://www.bbc.com/news/explainers-52530518, consultato il 23/09/2020

#LUXURYMOMENTS:

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La Rome Fashion Week
Altaroma

L’aria di Roma in questa ultima settimana è stata colma di novità: il contraccolpo al rigido periodo del lockdown ha decretato l’accavallarsi di diverse iniziative nella capitale dallo sport con la BNL- internazionali di tennis 2020 alla moda con le tre giornate di ALTAROMA, dal 15 al 17 settembre.

I temi cari di questa season “fuori stagione” sono stati diversi: il 15 settembre si è aperta la tavola rotonda incentrata sul tema istituzioni e creatività dei giovani del Made in Italy con Silvia Venturini Fendi, Presidente di Altaroma, Lorenzo Travaglianti, Presidente della Camera di Commercio, Virginia Raggi, Sindaco di Roma, Paolo Orneli, Assessore sviluppo economico della regione Lazio, Pasquale Salzano, Presidente Simest e Carlo Maria Ferro, Presidente ICE. I temi della “Talk Altaroma” si sono susseguiti e hanno riguardato l’innovazione, la sostenibilità per il mondo delle start-up, le nuove imprese creative con la partecipazione di Laura Puricelli di Digital Fashion&Luxury, Iris Skrami, co-founder di Renoon, Martina Rogato, Sustainability Advisor, Martina Spadafora, Fashion Revolution, Bav Tailor designer BAV TAILOR e Francesca Pievani designer Fili Pari. In conclusione, nella giornata del 17 settembre, il terzo tema del talk di Altaroma ha riguardato i nuovi mestieri e le nuove opportunità nel mondo della Moda per le nuove generazioni con la partecipazione di Federica Cavriana di Fondazione Cologni, Stefania Lazzaroni, Direttore Generale Altagamma, Michele Michilli, Responsabile Promozione e Sviluppo Lazio Innova, Cristina Pozzi Ceo Impactscool e Annamaria Tartagli, founder di TheBrand Sitter.

Dalla sede del Palazzo Brancaccio, la Rome fashion week ha risvegliato il buon umore del suo pubblico, seppur ristretto, proponendo delle collezioni inedite disponibili anche sulla piattaforma Altaroma Digital Runaway.

Sullo sfondo del grande dubbio creato dal Covid, la proposta della realizzazione di una fashion week si configura come una dimostrazione di coraggio per molti ma anche una grande prova di investimento e di commitment per il futuro. La ripartenza di Altaroma è una notizia non isolata, se si considera anche la ripartenza del Roma Europa Festival e l’accordo stipulato dalla Camera di Commercio per quanto riguarda il settore fieristico, il tutto rappresenta un fermento lavorativo completamente assente nei mesi appena trascorsi che ci lascia ben sperare. La voglia di ripartire c’è ed è tangibile soprattutto in settori come la moda ed il design che rappresentano i capisaldi per ricostruire un nuovo modello di sviluppo.

Ripartire sì, ma in sicurezza …

Altaroma è stata e continua ed essere un laboratorio che svolge la funzione di un vero e proprio hub per quanto riguarda la creatività e l’innovazione nella regione Lazio: lavorare con i talenti ma anche per i talenti è senza dubbio uno degli obiettivi cardine di questa inaspettata stagione.

L’edizione, a causa delle restrizioni, non ha potuto dar seguito alle giornate delle accademie ad eccezione della partecipazione dell’Accademia delle Belle Arti di Frosinone che ha chiuso la fashion week con una collezione Couture Total Black. Tuttavia, la presenza dei designers delle scuole di Moda italiane è il tratto distintivo della fashion week romana degli ultimi anni.

Pionieri, scopritori, curiosi…

Questi sono i designer del 2020 che nei mesi precedenti alla fashion week hanno potuto comunicare la loro impressione, tramite la pagina ufficiale Instagram, su quello che Altaroma rappresenti o abbia rappresentato per loro: un rifugio, un’aspirazione, una connessione anche con altre realtà governative per promuovere la crescita dell’artista in una forma di Tutorship. “Che nulla resti intentato” dalle parole di Silvia Venturini Fendi che rappresentano la vera essenza di questa edizione che allaccia a sé diversi messaggi e ci preannuncia un ritorno in grande stile; ma si sa che se si è veramente innamorati di quello che si fa, il successo è già assicurato.

DAY 1: Day 1: Andrés Romo, Ronistudios, Salvatore Vignola e Studio74

DAY 2: ChiaraPerrot, Dassu’Yamoroso, Ellementi, Francesca Marchisio

DAY 3: Feelomena, Maria Sapio KnitCouture, Morfosis, Valentina Poltronieri, Accademia delle Belle Arti di Frosinone.

Fanny Trivigno

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Sources:

https://www.altaroma.it/it/
https://www.instagram.com/p/CFRxLmEDKzq/
https://www.instagram.com/p/CFQBq5ZCtuz/
Official pages of Altaroma: LinkedIn, Instagram, Facebook.

#ATUTTOMONDO

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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT

La Francia respinge il progetto di accordo di libero scambio tra UE e Mercosur in nome della lotta al riscaldamento globale. Un altro leader positivo al Covid-19: Alejandro Giammattei, presidente del Guatemala. Svizzera e Australia, proteste in piazza contro le restrizioni per il Coronavirus.

EUROPA

El Mundo racconta una bella storia proveniente dalla Spagna avente protagonista una compagnia di burattinai che, con i loro spettacoli, hanno ridato vita a un piccolo villaggio dell’Aragona situato sui Pirenei. Paco Paricio e Pilar Amorós, dopo aver abbandonato i rispettivi lavori, si sono dedicati alla loro passione, i burattini, fondando la compagnia Titiriteros de Binéfar e portando le loro rappresentazioni in giro per il mondo, ma è ad Abizanda, paesino aragonese dal nome fiabesco, che hanno dato inizio ad un progetto che coniuga la passione per lo spettacolo con l’amore per la vita rurale e il rispetto delle tradizioni. Con la collaborazione dei cittadini del villaggio, la compagnia ha allestito un museo dove vengono esposti burattini provenienti da tutto il mondo e un teatro nel quale vengono rappresentati gli spettacoli che hanno ottenuto un successo tale da richiamare, ogni anno, oltre diecimila visitatori. Il flusso turistico ha dato nuova linfa vitale alla cittadina – che conta solo cento abitanti – riempiendo le strade di gente interessata non solo ai Titiriteros, ma anche alla storia e alle tradizioni del posto che possono essere apprezzate grazie a diverse iniziative quali escursioni guidate e percorsi in bicicletta per conoscere il territorio circostante e visite istruttive al Museo de Creencias y Religiosidad Popular di Abizanda. Questo sodalizio tra la compagnia e i cittadini del borgo ha permesso una rinascita economica e culturale di Abizanda, facendola uscire dall’isolamento in cui era geograficamente confinata.

L.C, M.D.F. e I.V

In Svizzera, nel pomeriggio di sabato 19 settembre centinaia di persone si sono riunite in piazza Turbine a Zurigo per manifestare contro le misure di sicurezza adottate dalle autorità per far fronte al Coronavirus e hanno espresso il proprio scetticismo riguardo alla pandemia. Come riportato da Le Matin, poiché i manifestanti non indossavano la mascherina, la polizia è intervenuta esortando i presenti a lasciare la piazza e hanno proceduto a controlli d’identità. Tra i manifestanti, partecipavano attori svizzeri come Andreas Thiel, il quale sosteneva che la situazione attuale ha qualcosa di simile a un regime fascista in cui non c’è libertà di opinione.

EA.V.

La Francia respinge il progetto di accordo di libero scambio tra l’Unione Europea e i quattro paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay), negoziato nell’arco di vent’anni in nome della lotta al riscaldamento globale. Come riportato da Le Monde, una commissione di esperti guidata dall’economista ambientale Stefan Ambec ha presentato un rapporto secondo il quale la deforestazione raggiungerebbe un tasso annuo del 5% nei sei anni successivi all’eventuale attuazione dell’accordo a causa di un incremento dell’allevamento di bovini. In altre parole, il costo ambientale sarebbe superiore ai benefici commerciali. Perciò il primo ministro Jean Castex ha giustificato la propria opposizione, la mattina di venerdì 18 settembre, a causa della pericolosa deforestazione che l’accordo comporterebbe.

S.C.

In Belgio, i rappresentanti dei sette partiti che si sforzano di formare una nuova maggioranza federale si sono incontrati con discrezione nella mattinata di domenica 20 settembre per confrontarsi sulle diverse prospettive. Come riportato da La Libre Belgique, l’intenzione dei partiti della futura coalizione, denominata Vivaldi, composta da sette partiti (il PS, lo sp.a., l’MR, l’Open Vld, Ecolo, Groen e il CD&V), è di far nominare dal Sovrano un futuro Primo Ministro, su proposta dei presidenti dei partiti Open Vld e sp.a, Lachaert e Connor Rousseau.

S.C.

In Portogallo si è tenuta la scorsa settimana una riunione speciale della task force governativa dedicata all’emergenza Covid in seguito al continuo aumento di casi, più di 500 nelle ultime 24 ore. La prossima settimana la Direzione Generale della Salute (DGS) rivelerà il piano per il periodo dell’autunno/inverno. Il primo ministro ha sottolineato ancora l’importanza del rispetto delle regole di igiene da parte dei singoli cittadini, che è la base per superare l’emergenza, ed ha inoltre ribadito che non ci sarà un ritorno al lockdown nè interruzioni nell’anno scolastico/accademico così come il lavoro in fabbrica, riporta Lusa.

D.F.

A partire dallo scoppio della pandemia, l’organizzazione responsabile per il controllo e la prevenzione delle malattie in Germania, l’Istituto Robert Koch, continua a rendere pubblici i dati riguardo il numero di casi effettivamente accertati. Stando a quanto emerge sul giornale Die Zeit, sabato si è raggiunto il valore più alto da aprile con ben 2.297 casi e oggi è stato riportato un numero leggermente inferiore a ieri, pari a 1.345. Il RKI ha confermato un picco di nuove infezioni, come sta succedendo d’altra parte contemporaneamente anche in altri Paesi. Secondo quanto emerge da un rapporto della Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung (FAS), i medici avvertono che le unità di terapia intensiva degli ospedali potrebbero essere in difficoltà a breve se il numero di casi continua a crescere. I medici risultano molto preoccupati a riguardo. “Non c’è abbastanza personale sanitario addestrato per far fronte all’emergenza.  Abbiamo bisogno di un coordinamento decisamente migliore e gli accordi collegiali non sono più sufficienti come prima” – così ha affermato il medico Götz Geldner, Presidente dell’Associazione professionale degli anestesisti tedeschi.

Sempre su Die Zeit, durante la partita di apertura della Bundesliga, la serie professionistica del campionato tedesco di calcio, Uli Hoeneß, dirigente sportivo ed ex-calciatore, insieme ad alcuni funzionari della squadra FC Bayern sono stati immortalati senza mascherina e a distanza ravvicinata in una foto. Queste immagini hanno avuto conseguenze importanti. La Ministra della Salute bavarese Melanie Huml (CSU) ha rimproverato aspramente il loro comportamento. Secondo Huml sarebbe stato più saggio per la squadra di gestione del Bayern se non si fossero seduti così vicini, perché c’era abbastanza spazio”. La German Football League (DFL) ha annunciato di essere “in diretta conversazione con l’FC Bayern” sull’argomento perché ognuno di noi è tenuto a rispettare le regole per far sì che il virus circoli di meno fino al momento in cui sarà reso disponibile un vaccino.

Sulle prime pagine di nachrichten.at si evince che anche in Austria il numero di pazienti con sindrome respiratoria acuta grave Coronavirus-2 continua a salire. Il primo ospedale viennese ha già raggiunto il limite di capacità. Sabato erano presenti 349 persone in ospedale, 84 delle quali in terapia intensiva, 22 in più rispetto a venerdì. Secondo il Ministro della Salute austriaco, Rudolf Anschober, il numero dei ricoverati in terapia intensiva potrebbe raggiungere le tre cifre entro fine mese. Ha inoltre aggiunto che “per settimane il numero di ricoveri era stato disaccoppiato dal numero in salita delle infezioni perché l’età media era molto più bassa di chi è risultato positivo”.

M.S., L.R.

Nel Regno Unito si è celebrato l’ottantesimo anniversario della Battaglia d’Inghilterra.

Secondo l’articolo pubblicato su BBC News, la cerimonia commemorativa è stata celebrata nell’Abbazia di Westminster, registrando un’affluenza minore rispetto al passato dovuto alla pandemia.

Ogni anno questa celebrazione commemora tutti i militari della Royal Air Force che, nel 1940, fecero sì che il Paese resistette alle incursioni tedesche nemiche, come si legge su Sky News.

Per l’occasione gli Spitfire della RAF (Royal Air Force) hanno sorvolato l’Abbazia e il PM Johnson ha tenuto un discorso durante la funzione, come riporta The Sun.

In Irlanda un bambino residente nella contea di Offaly ha scoperto un serpente velenoso nel retro del suo giardino riuscendo a fuggire e a dare l’allarme.

Fionn Kilmurray, 9 anni, stava giocando quando ha scorto l’animale e ha avvertito subito il padre, tenendosi a debita distanza, come riportato da Offaly Express.

La famiglia si è dichiarata ignara delle pericolosità del rettile, classificato come uno dei più pericolosi al mondo per numero di vittime, e ha avvisato tempestivamente il National Reptile Zoo, come si legge su RTE.

Secondo The Irish Sun si tratta del primo caso di avvistamento di questo serpente nel Paese, probabilmente giunto fin lì dall’India con una spedizione di lastre di pietra.

S.C., S.P.

Il 21 settembre si è festeggiata l’Indipendenza dell’Armenia. Per l’occasione il presidente Vladimir Putin ha inviato i suoi saluti al presidente della Repubblica di Armenia, Armen Sarkissan e al Primo Ministro Nikol Pashinyan.

“Onorevole Nikol Vovayevich, la prego di accettare le mie sincere congratulazioni per il giorno dell’Indipendenza. La Russia attribuisce grande importanza alle relazioni amichevoli e alleate con l’Armenia. Sono fiducioso che il dialogo costruttivo tra i nostri paesi, la cooperazione bilaterale in vari ambiti e la collaborazione nel quadro euroasiatico continueranno a svilupparsi attivamente.”

Inoltre, il presidente Putin ha augurato pace, prosperità e salute a tutti i cittadini armeni.

29 anni fa, nel 1991, il popolo armeno ha espresso tramite referendum la volontà di divenire una Repubblica Indipendente dall’Unione Sovietica di cui faceva parte dal 1921. Il Consiglio Supremo dell’Armenia propose un referendum popolare al quale diede voto uniforme il 99% dei cittadini, scegliendo l’indipendenza. Il 23 settembre 1991 l’Armenia divenne uno stato indipendente.

Tornando invece strettamente a parlare della Russia, il Centro “Dossier”, un blog che opera nell’ambito delle investigazioni di attività criminali per difendere la sicurezza dello stato di diritto e la società civile nella Federazione Russa, ha pubblicato una relazione intitolata “Il caso della cocaina dell’ambasciatore: da Buenos Aires a Mosca” secondo cui i servizi speciali russi e argentini potrebbero aver stipulato un accordo sul caso “cocaina”.

Le vicende a cui si riferisce la relazione hanno luogo alla fine di febbraio 2018, quando sono stati sequestrati 400 chili di droga presso l’Ambasciata russa a Buenos Aires, vedendo coinvolti tre dipendenti della missione diplomatica, Ali Abyanov, Vladimir Kalmykov e Ishtimir Khudzhamov, e altri due sospettati in Argentina (ma non in Russia), ovvero il poliziotto, Ivan Bliznyuk, che faceva da guardia all’ambasciata e la sua amica meccanica, Alexandra Chikalo, accusati di coordinare la spedizione di droga a Mosca.

Tuttavia, gli accusati non hanno ammesso la loro colpevolezza e hanno dichiarato che il primo segretario dell’ambasciata russa in Argentina, Oleg Vorobyov, un testimone del caso, li abbia calunniati per distogliere la responsabilità “da sé stesso e da altri criminali e diplomatici della droga”.

Oltre a loro, in seguito è emerso un altro imputato, Andrej Kovalchuk, accusato del contrabbando di droga, ma che tuttavia non si è dichiarato colpevole e si è definito vittima di una provocazione organizzata congiuntamente dalla polizia argentina e i servizi russi.

“Novaja Gazeta” riporta le parole del Centro Dossier, il quale afferma che “gli organizzatori della consegna non sono stati ancora identificati e l’indagine ufficiale russa non è riuscita a rispondere alla domanda su chi sia veramente Kovalchuk: un funzionario della sicurezza, uno spacciatore con collegamenti in strutture di potere o un avventuriero che si è costruito una reputazione nel sistema del Ministero degli Esteri da anni…”

Secondo il Centro, infatti, i servizi speciali e le forze dell’ordine in Russia e Argentina avrebbero potuto cospirare per ridurre il significato politico legato a questo affare ed evitare uno studio approfondito per evitare un possibile coinvolgimento di funzionari russi e argentini nel traffico di droga.

 S.N., D.S.

AFRICA

In Ciad, l’ufficiale dell’esercito Abdoulaye Ahmat Haroun, condannato a cinque anni di reclusione per lesioni volontarie, è riuscito a fuggire per un breve lasso di tempo da un’aula di tribunale, un’azione orchestrata principalmente da un gruppo di donne armate che erano presenti all’udienza. Secondo quanto riportato daBBC Afrique, il Ministro della Giustizia conferma che le donne hanno simulato un’accesa discussione per facilitare la fuga del prigioniero. Per la seconda volta nella sua vita il colonnello ha cercato di sfuggire alla giustizia.

EA.V.

In Guinea Bissau, l’alta commissaria per il Covid-19 e Ministra della Sanità Magda Robalo, ha riferito a Lusa che nel Paese non c’è una vera nozione del rischio del virus dovuta alla mancanza di un’adeguata comunicazione da parte delle autorità e media. La popolazione conosce il virus e cosa può comportare ma “il passo tra la conoscenza e la pratica è la cosa più difficile e le misure di prevenzione sono difficili da interiorizzare […]” anche perché le persone generalmente affermano di non conoscere o aver visto altri affetti dal Covid-19. La ministra ha inoltre affermato che l’Alto Commissariato sta proprio lavorando affinché i cittadini assimilino la nozione di rischio del Coronavirus e mettano in pratica le regole di prevenzione. La polizia la scorsa settimana ha cominciato ad avvisare la popolazione dell’obbligo di uso della mascherina nei luoghi pubblici.

D.F.

In Angola, il giornale Jornal de Angola, scrive che la produzione del petrolio è scesa del 5,7% ad agosto, arrivando a 35.042.001 barili mentre a luglio erano di 37.070.382 come comunicato dal Ministero delle Finanze. Questo si deve all’aumento del prezzo medio al barile, passato da 39,24 dollari nel mese di luglio a 43,95 ad agosto. Dopo una riunione con la OPEP (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio), il ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita ha avvertito i Paesi di non star rispettando l’accordo preso sui tagli della produzione per il riequilibrio dei prezzi.

M.P.

Domenica 20 settembre il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune ha dichiarato che l’Algeria svolgerà delle elezioni legislative anticipate a seguito del referendum sulla nuova costituzione previsto il 1° novembre. Il Presidente ha affermato che gli emendamenti costituzionali mirano a garantire una rappresentanza popolare, sottolineando che il popolo ha piena libertà di votare “sì” o “no” alla proposta. Non ha trascurato di ricordare che l’Islam è “religione di stato” e che in ciò non vi è cambiamento. Ha inoltre sottolineato che la trasparenza governerà tutta la società a partire dal cittadino fino al Presidente della Repubblica, come riporta Sky News Arabia.

S.H.

MEDIO ORIENTE

In Arabia Saudita, il principe Turki bin Faysal, ex capo dell’intelligence e precedentemente ambasciatore in America, ha affermato che l’accordo per normalizzare le relazioni tra Emirati Arabi Uniti e Bahrein da un lato e Israele dall’altro è un “diritto sovrano”.

È quanto riferito dal principe saudita in una intervista, in cui ha affermato che “la pace con Israele è un diritto sovrano degli Emirati Arabi Uniti e del Bahrein e nessuno può opporsi”, sottolineando la necessità di trovare una soluzione che prenda in considerazione l’istituzione di uno Stato palestinese con Gerusalemme come capitale e basato sul principio della Soluzione a due Stati.

Il principe Turki bin Faysal aveva comunicato in un precedente articolo che il prezzo della pace tra Israele e gli Stati arabi è l’istituzione di uno Stato palestinese sovrano con Gerusalemme come capitale, su iniziativa del defunto re Abdullah bin ‘Abd Al-Aziz, riporta la CNN Arabic.

In Yemen, il Governo ha accolto con favore l’annuncio del Dipartimento di Stato americano di ripristinare tutte le sanzioni delle Nazioni Unite verso l’Iran, compreso l’embargo sulle armi.

Il Ministro yemenita dell’Informazione, Muammar Al-Eryani, lunedì 21 settembre ha dichiarato che il regime di Teheran ha sfruttato l’accordo per espandere le sue politiche ostili ed esportare terrorismo, caos e violenza, con l’obiettivo di destabilizzare i Paesi della regione istituendo milizie settarie come Houthi, Hezbollah, Al Qaeda e ISIS e fornendo loro armi. Il Ministro ha chiesto l’inasprimento delle pressioni e delle restrizioni che impediscono la vendita e l’esportazione di armi in Iran, poiché esse finirebbero nelle mani delle milizie e delle organizzazioni terroristiche, inclusa la milizia Houthi, che le utilizza per uccidere gli yemeniti e minare gli sforzi per porre fine alla guerra e portare la pace in Yemen.

Al-Eryani ha poi invitato gli Stati membri delle Nazioni Unite e i membri permanenti e non permanenti del Consiglio di Sicurezza ad adempiere alle loro responsabilità ai sensi dei principi della Carta delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionali, e di porre così fine alle attività terroristiche del regime iraniano che minacciano il commercio nel Mar Rosso, lo stretto di Hormuz e Bab al-Mandab e la pace mondiale, sottolinea Sharq al-Awsat.

S.H.

AMERICA

Passiamo alle notizie inerenti all’AmericaLatina: voliamo quindi in Guatemala, Paese il cui presidente è risultato positivo al Covid-19. Secondo l’articolo di El País, quest’ultimo, Alejandro Giammattei di anni 65, ha informato lo scorso venerdì di aver contratto il virus, ma al contempo ha anche tranquillizzato i suoi concittadini, spiegando di avere pochi sintomi e, dunque, di trovarsi in una condizione momentaneamente stabile. Inoltre, il presidente ha raccontato di essersi sottoposto a cinque test nell’ultimo mese e che solo l’ultimo ha dato il risultato positivo. Successivamente, da buon medico chirurgo in pensione, ha aggiunto dettagli rispetto ogni sintomo che sta vivendo, così da poter aiutare a riconoscerli ed evitare, in questo modo, un’ulteriore forma di contagio.

Cambiamo Stato e dirigiamoci in Colombia, dove, secondo quanto riportato dall’articolo di El Mundo, sarebbe giunta la tanto attesa “vendetta” da parte degli indigeni colombiani nei confronti dei conquistadores spagnoli: a distanza di 500 anni e con la nuova “statuofobia” che ha preso di mira le statue di molti personaggi storici europei e britannici, a Popayán i cittadini hanno demolito la figura di Sebastián de Belalcázar (scolpito, tra l’altro, a cavallo) in quanto colpevole di spregevoli atti tipici dell’epoca.  

L.C, M.D.F. e I.V

Negli Stati Uniti, come si legge sul New York Times, il giudice della Corte Suprema Ruth Bader Ginsburg, icona femminista, è morta venerdì 18 settembre a 87 anni.

Secondo la Corte Suprema le cause della morte sono dovute a complicanze del tumore al pancreas.

Come riporta il New York Times, molti dei suoi colleghi hanno commentato questo episodio, tra cui il giudice capo John G. Roberts Jr., il quale afferma: “La nostra nazione ha perso un giudice di importanza storica e una cara collega della Corte Suprema. Oggi piangiamo, ma siamo certi che le generazioni future ricorderanno Ruth Bader Ginsburg come un’instancabile e risoluta paladina della giustizia”.

Anche Hillary Clinton, che era la candidata alla presidenza democratica del 2016 e il cui marito, l’ex presidente Bill Clinton, ha nominato il giudice Ruth Ginsburg alla Corte, ha detto su Twitter: “Ha spianato la strada a così tante donne, me compresa”. “Non ci sarà mai un’altra come lei”, ha aggiunto.

S.C., S.P

In Canada, il premier del Québec François Legault è risultato negativo al tampone contro il Coronavirus. Tuttavia, rimarrà in isolamento fino al 28 settembre e potrà comunque continuare a svolgere le sue funzioni, ad eccezione delle conferenze stampa, dove sarà sostituito dal Vice Primo Ministro. Come riportato da Le Journal de Montréal, Legault è il secondo membro del suo partito ad avere una diagnosi positiva: la maggior parte dei membri sono stati posti in isolamento preventivo.

EA.V.

In Brasile, come scrive il giornale UOL, si parla della riapertura delle scuole. Il Ministero della Salute dichiara in un documento che verrà misurata la febbre sia agli insegnanti che agli alunni. Inoltre, l’uso della mascherina sarà obbligatorio, oltre al distanziamento minimo di un metro. La data per il ritorno tra i banchi dipenderà dal volere dei singoli Stati e dei municipi, poiché la situazione cambia data la vastità del territorio brasiliano. Viene lasciata una possibilità di manovra anche per la questione dei professori sopra i 60 anni o con delle malattie: il documento fornisce informazioni sul percorso da seguire ma invita a valutare caso per caso. Il ministero ha investito 545,3 milioni di reais (circa 85 milioni di euro) per l’acquisto di materiali per la disinfezione degli ambienti, alcool in gel o liquido, mascherine e termometri a infrarossi. Verranno evitate aree comuni come parchetti e biblioteche e le entrate e le uscite da scuola verranno scaglionate.

M.P.

ASIA

In Cina, come riportato dal South China Morning Post, oltre 800.000 studenti cinesi recentemente laureati in università estere sono tornati a casa quest’anno, più che mai, aggiungendosi a un mercato del lavoro già di per se affollato.

Secondo un sondaggio pubblicato recentemente sulla piattaforma online Unicareer, il numero di studenti di ritorno in Cina è aumentato del 70% rispetto al 2019 a causa dell’impatto della pandemia di coronavirus e dell’inasprimento delle norme sull’immigrazione e sull’occupazione all’estero.

I neolaureati devono ora affrontare una maggiore concorrenza nel mercato del lavoro cinese, visto l’impatto del coronavirus e il conseguente rallentamento economico sul numero di nuovi posti di lavoro disponibili.

Gli studenti che rientrano devono inoltre fare i conti con circa 8,74 milioni di neolaureati dalle istituzioni nazionali, il maggior numero mai registrato.

Degli studenti appena rientrati, circa il 28,6 per cento ha studiato negli Stati Uniti, il 26,3 per cento in Gran Bretagna e il 13,2 per cento in Australia, con oltre il 60 per cento in possesso di almeno un master. A circa il 5% dei laureati di ritorno è stato offerto uno stipendio di circa 300.000 yuan (44.300 dollari USA) all’anno o più, con quasi il 40 per cento che guadagna meno di 100.000 yuan.

Secondo un rapporto sull’occupazione dei laureati nel 2020 recentemente pubblicato da 58.com, un sito di reclutamento online, lo stipendio mensile medio per i è di 7.839 yuan (1.158 dollari), o 93.600 yuan all’anno.

Secondo il rapporto, circa il 40% dei rimpatriati ha trovato lavoro nel settore finanziario o tecnologico, mentre solo il 3% ha trovato lavoro nel settore manifatturiero e il 5,7% nel mondo accademico o presso agenzie governative.

Negli ultimi anni, il numero di studenti cinesi che hanno scelto di tornare a casa dopo essersi laureati all’estero è aumentato notevolmente: da 186.200 nel 2011 a 409.100 nel 2015 e 519.400 nel 2018.

Luke Lu, studente, ha affermato di aver provato a lavorare negli Stati Uniti per un paio d’anni, ma la pandemia e le scarse relazioni sino-americane hanno reso quasi impossibile ai laureati cinesi trovare un lavoro stabile e duraturo. Così, ha deciso di tornare a Guangzhou dagli Stati Uniti alla fine di marzo e ha iniziato a lavorare in un’azienda di cosmetici. In quanto neolaureato in gestione e marketing dei nuovi media, si ritiene soddisfatto dello stipendio mensile di circa 12.000 yuan, sufficienti a un giovane per poter vivere in Cina.

Il suo unico rimpianto è l’aver imparato l’utilizzo di molte piattaforme online, come Facebook, Twitter, Instagram, Google+, YouTube, che non sono però disponibili nel mercato nazionale. Vede però nel mercato interno un trampolino di lancio ed è fiducioso.

Il tasso di disoccupazione rilevato ufficialmente nelle aree urbane in Cina è sceso al 5,6 per cento a fine agosto, 0,1 per cento in meno da luglio e da un picco del 6,2 per cento a fine febbraio, secondo i dati diffusi dal National Bureau of Statistics.

Ma negli ultimi dati disponibili, il tasso di disoccupazione per le persone di età compresa tra 20 e 24 anni con un diploma universitario o superiore – molti dei quali sono neolaureati – è salito al 19,3 per cento a giugno, in aumento del 3,9 per cento rispetto all’anno precedente.

Ad agosto, il tasso di disoccupazione per lo stesso gruppo è aumentato del 5,4% rispetto ad agosto 2019, sebbene l’NBS non abbia fornito un tasso di disoccupazione effettivo.   

G.R.

OCEANIA

In Australia, secondo il The Guardian  e The Irish Time  la polizia ha arrestato 16 manifestanti e ne ha multati altri 21 perché stavano manifestando contro le restrizioni del coronavirus. Durante tutta la protesta si sono sollevate delle critiche al premier di Victoria, Daniel Andrews, per le restrizioni.

La polizia ha detto che la protesta è stata una “palese violazione” delle indicazioni sanitarie e ha dichiarato: “mentre sappiamo che la maggioranza della comunità sta facendo la cosa giusta, il comportamento di questi pochi egoisti che scelgono di ignorare palesemente le restrizioni non sarà tollerato”.

S.C, S.P

Rassegna stampa a cura di:

Ariela Capuano (responsabile lingua inglese)
Salvina Calanducci e Simona Picci (lingua inglese)
Giulia Deiana (responsabile lingua francese)
Silvia Calbi e Elen’Alba Vitiello (lingua francese)
Alessandra Semeraro (responsabile lingua spagnola)
Lavinia Cataldi, Michela Di Franco e Ilaria Violi (lingua spagnola)
Veronica Battista (responsabile lingua portoghese)
Martina Pavone e Diana Fagiolo (lingua portoghese)
Silvia Santini (responsabile lingua tedesca)
Michela Sartarelli e Laura Razzini (lingua tedesca)
Clarissa Giacomini (responsabile lingua russa)
Silvia Noli, Diana Sandulli (lingua russa)
Sara Zuccante (responsabile lingua araba)
Samar Hassan (lingua araba)
Claudia Lorenti (responsabile lingua cinese & coordinatrice del progetto)
Gioia Ribeca (lingua cinese)

#POLITICAFFÈ

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Ondata di criminalità in Francia.
Il dibattito politico si infiamma.

Stampa statunitense

In Francia, le statistiche mostrano un costante calo dei crimini gravi. Tuttavia, The New York Times riporta che i politici francesi concordano sul fatto che il crimine in Francia sia fuori controllo. Il leader dell’estrema destra ha recentemente affermato che la Francia stia sprofondando nella barbarie. A sinistra, il probabile candidato del Partito dei Verdi alle prossime elezioni presidenziali ha descritto l’insicurezza come “insopportabile”. Inoltre, i ministri del Presidente Emmanuel Macron hanno impiegato il termine ensauvagement per descrivere una Francia che sta assumendo caratteri sempre più “selvaggi”. La scelta di questo termine ha riscontrato un particolare “successo” anche tra la popolazione. Infatti, rispondendo ad un sondaggio, circa il 70% dei partecipanti hanno ritenuto appropriato il termine ensauvagement per descrivere l’odierna situazione della sicurezza francese.

 Il tema della criminalità ha posto Macron dinanzi a un dilemma: come apparire severo in materia di crimine senza abbracciare il linguaggio dell’estrema destra? Fino ad oggi, Macron ha evitato di pronunciarsi definitivamente sul tema.

In medio stat virtus come ci suggerisce la letteratura latina. La verità infatti sarà sicuramente situata nel mezzo, in quanto i dati a cui la politica di destra in particolar modo fa riferimento, non sono diversi, bensì polarizzati rispetto a quelli che vengono presentati dagli istituti statistici come dati oggettivi: i primi parlano di una criminalità crescente e fuori controllo, i secondi riferiscono che è in calo.  È forse possibile che le statistiche vengano strumentalizzate dal candidato di turno in vista delle prossime elezioni presidenziali in Francia del 2022? Sicuramente quello della criminalità è un tema estremamente versatile, la paura che ne può derivare entra in ogni casa indipendentemente dall’estrazione sociale e dal credo politico. Sembra però palese agli occhi di tutti che se davvero fosse così, la politica avrebbe distorto un dato assunto come oggettivo per fare propaganda.

Stampa francese

L’estate in Francia è stata accompagnata da notizie di eventi particolarmente violenti e questa escalation di fatti, che ha costellato il versante della sicurezza interna, ha scatenato un ampio dibattito nei giorni scorsi sul clima di “insicurezza” che aleggerebbe nella République.

Data appunto la complessità della vicenda, su Libération è apparso un lungo articolo in cui si è cercato di valutare la complessità delle diverse tipologie di dati che propongono gli istituti di ricerca, al fine di individuare il miglior canale per l’evoluzione della violenza negli ultimi anni. Un tema che si è sviluppato nell’ambito di un intenso dibattito pubblico. In particolare, Gilles Clavreul, che è stato sotto la presidenza Hollande responsabile del coordinamento della lotta nazionale al razzismo, ha avanzato l’importanza dei dati sulla “delinquenza osservata”, quelli cioè che sono costruiti a partire da ciò che denunciano le forze di polizia. Al contrario, altri specialisti come Laurent Borredon, ritengono che i dati sulla delinquenza riportati dalle forze dell’ordine, non possano essere considerati come l’unico indicatore rilevante, poiché tenderebbero a sovrastimare l’evoluzione della violenza reale, e pensano che siano più attendibili le indagini sulla vittimizzazione. Per diversi esperti la soluzione migliore sarebbe quella di confrontare diversi tipi di fonti, anche se a volte, il confronto potrebbe dar luogo a tendenze divergenti.

Le Monde chiarisce che le indagini cosiddette “sulla vittimizzazione” sono condotte da INSEE e ONDRP, che dal 2007 pubblicano annualmente un’analisi sul problema, basandosi sulle valutazioni effettuate su un campione rappresentativo della popolazione, il quale viene interrogato su possibili atti di violenza subiti nell’ultimo anno, a prescindere che essi siano stati denunciati o meno. E stando agli ultimi dati, ci sarebbero delle tendenze stabili o in calo. Secondo il quotidiano inoltre, il tasso di omicidi in Francia sarebbe nell’alta media europea, e non si tratterebbe invece del Paese europeo con il più alto tasso di omicidi come ha affermato Bruno Retailleau di LR. Xavier Bertrand, poi, ha parlato di “un’estate arancia meccanica”, e Le Monde ha voluto specificare che omicidi, violenze sessuali e furti sono certamente aumentati a partire dal mese di maggio, ma senza raggiungere livelli distintamente superiori a quelli osservati negli anni precedenti. In ogni caso, viene annotato il rialzo dei numeri di femminicidi per il 2019: infatti, secondo i dati del Ministero dell’Interno sono stati registrati 25 casi in più rispetto al 2018.

Sicuramente, l’evento che ha scosso maggiormente l’opinione pubblica francese è stato quello che ha avuto come protagonista un conducente di autobus a Bayonne. Philippe Monguillot, prossimo alla pensione, è stato ferito a morte da alcuni giovani dopo aver chiesto loro di mostrare i biglietti e di indossare le mascherine. Le Figaro descrive questo tragico episodio come un’azione da barbari che ha mostrato la ricomparsa della violenza clanica, la quale si accompagna all’avanzamento di una ideologia multiculturalista, e ciò si verifica nel momento in cui in certi territori – proprio come questo che viene definito popolare – si sviluppa il comunitarismo. Si instaura così in certi quartieri la logica della prova di virilità, una rinnovata aggressività dettata dalla protezione del gruppo razziale. Ecco perché, spiega l’attivista Houria Bouteldja, in tali comunità molto spesso accade che se una donna di colore viene violentata da un uomo bianco, deve denunciarlo, ma se la stessa viene violentata da un uomo di colore, deve tacere, perché deve proteggere il suo clan.

La rivista Marianne, parla invece di record di fallimento e silenzio delle autorità. Un profondo dissenso sull’operato dell’amministrazione anima questo pungente articolo, in cui si esprime un notevole aggravamento dello stato attuale delle cose, e dove atti violenti, che vengono sistematicamente raccontati dai media, sono seguiti da rassicurazioni dell’establishment che puntualmente finiscono per esaurire la fiducia dei cittadini e per mettere sotto accusa la giustizia stessa.

Chiara Aveni e Gaia Natarelli

FONTI:

Peut-on dire qu’il y a de plus en plus de violences en France depuis trente ans ? disponibile su https://www.liberation.fr/checknews/2020/08/21/peut-on-dire-qu-il-y-a-de-plus-en-plus-de-violences-en-france-depuis-trente-ans_1797192, consultato il 18/09/2020

« Contre le crime et la violence, la France demeure plus que jamais une zone à défendre » disponibile su https://www.marianne.net/debattons/billets/contre-le-crime-et-la-violence-la-france-demeure-plus-que-jamais-une-zone-defendre, consultato il 18/09/2020

Agression d’un chauffeur de bus à Bayonne : « Le retour de la violence clanique » disponibile su https://www.lefigaro.fr/vox/societe/agression-d-un-chauffeur-de-bus-a-bayonne-le-retour-de-la-violence-clanique-20200708, consultato il 18/09/2020

Le vrai, le faux et l’invèrifiable du débat sur l’insécurité disponibile su https://www.lemonde.fr/les-decodeurs/article/2020/09/01/le-vrai-le-faux-et-l-inverifiable-du-debat-sur-l-insecurite_6050603_4355770.html, consultato il 18/09/2020

Un «ensauvagement de la société» ? Les études montrent, elles, une relative stabilité de la délinquence depuis quinze ans disponibile su https://www.lemonde.fr/les-decodeurs/article/2020/09/01/le-vrai-le-faux-et-l-inverifiable-du-debat-sur-l-insecurite_6050603_4355770.html, consultato il 18/09/2020

Why French Politicians Can’t Stop Talking About Crime, disponibile su https://www.nytimes.com/2020/09/17/world/europe/france-crime.html, consultato il 19/09/2020

#ATUTTOMONDO

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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT

In Spagna, la Legge di Amnistia del 1977 viene superata: per la prima volta sarà possibile indagare sui crimini della guerra civile e della dittatura franchista. Belgio: riscossi 6 milioni di euro di multe per violazione delle misure anti-Covid. In Sudan, ben 41 arresti per possesso di grandi quantità di materiali altamente esplosivi.

EUROPA

Questa settimana in Spagna la protagonista è una notizia sicuramente importante sia dal punto di vista internazionale sia nazionale e, soprattutto, un grande passo in avanti per quanto riguarda i diritti umani. Lo scorso martedì 15 settembre, il Presidente Pedro Sánchez ha deciso di superare la Legge di Amnistia del 1977 che proibiva di investigare sui crimini commessi dal regime franchista dal 1936 fino alla creazione della Costituzione repubblicana. Questa legge, secondo i trattati internazionali, non rispettava a pieno i diritti umani, motivo per il quale il Consiglio dei ministri si è riunito e ha approvato la previsione del progetto di una Legge della Memoria Democratica, per andare a completare la Legge della Memoria Storica creata durante il governo Zapatero nel 2007. Secondo il governo, questa nuova legge opererà in conformità con l’articolo 10.2 della Costituzione spagnola, secondo cui le normative che riguardano le libertà e i diritti fondamentali dovranno essere interpretate basandosi sulla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Questa nuova legge, riporta El Mundo, permetterebbe di istituire un ufficio della Procura dedicato alla memoria democratica e ai diritti umani all’interno del Tribunale Supremo. Quest’ente renderebbe di nuovo possibile indagare su tutti i reati commessi prima del 1977 e finalmente individuare e condannare i responsabili. Inoltre, se ciò verrà chiesto dai familiari, l’ente si dedicherà a cercare le persone scomparse durante quel periodo. Infine, si istituirà una Banca Nazionale del DNA e un Censimento delle Vittime della Guerra Civile e della dittatura.

L.C, M.D.F. e I.V

In Francia, il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) non è pienamente garantito. Secondo quanto riportato da Ouest France, due parlamentari, Marie-Noëlle Battistel e Cécile Muschotti, hanno affermato che la legge Veil sull’IVG non trova i presupposti per essere applicata nella società: la mancanza di professionisti e di strutture adeguate, ad esempio, impedisce ad una donna di reperire un medico e le scadenze talvolta non vengono rispettate. Di conseguenza, Battistel e Muschotti propongono di estendere il periodo di validità della prassi a 14 settimane di gravidanza, invece di 12. Inoltre, i medici possono opporsi all’IVG per ragioni di coscienza, ma in questo caso devono indirizzare il paziente verso un altro collega e ciò avviene molto raramente. Per questo motivo, i parlamentari intendono intervenire per garantire l’IVG presso gli ospedali pubblici.

EA.V.

In Belgio, il governo ha ricavato 6 milioni di euro dalla riscossione delle multe imposte per la violazione delle misure di sicurezza contro il Coronavirus. Secondo quanto riportato dal quotidiano Le Soir, poco più di 30.000 persone hanno pagato le proprie multe, ma 41.000 casi sono ancora aperti. Tra le misure adottate per facilitare i pagamenti delle multe e il lavoro dei pubblici ministeri, sono stati messi a disposizione della polizia dei quaderni tecnologici dotati di un codice QR.

EA.V.

In Svizzera, la campagna per la modifica della legge sulla caccia è più sentita nel Canton Vallese che altrove. Il governo del Vallese recentemente si è pronunciato in merito e ha iniziato una vera e propria campagna per incitare la popolazione a votare a favore in occasione del referendum del 27 settembre. Al centro dell’attuale dibattito sulla caccia vi è il lupo selvatico, una specie che perderà molte tutele se la legge verrà modificata. Come riportato da Le Temps, si tratta di una questione delicata nel Vallese: è una regione alpina ricca di fauna selvatica, dove l’allevamento del bestiame è ancora fortemente radicato e il cui numero di cacciatori (3800) è il secondo più alto della Svizzera. Inoltre, il rapporto speciale che i vallesani hanno intrecciato con la caccia nel corso dei secoli ha stabilito un forte attaccamento alla pratica difficile da sradicare.

S.C.

Il Portogallo da questa settimana entra in stato di “contingenza” in previsione dell’aumento di casi di Covid-19 in autunno. Le nuove regole prevedono lavoro alternato in presenza e da remoto nelle grandi città come Lisbona e Porto; scuole in presenza con regole di distanziamento; raggruppamenti permessi fino a 10 persone; mentre i locali occupano un terzo dei posti a disposizione. Dalle 20:00 non è permessa né la vendita né il consumo di alcol in luoghi pubblici e per strada, a meno che non ci si trovi ad accompagnare un pasto. Ancora non si può andare allo stadio mentre è consentito praticare sport sempre seguendo le norme di sicurezza, spiega Expresso. Inoltre il presidente Sousa ha fatto visita a due pompieri ricoverati a Coimbra ma in condizioni stabili che sono rimasti feriti nell’incendio scoppiato lo scorso weekend nella regione di Castelo Branco, incidente che ha causato lo sfollamento di 20 persone e l’intervento di 784 operatori antincendio, riporta Diário de Notícias.

D.F.

Tutto il mondo lotta freneticamente contro il nemico coronavirus. A far ben sperare sono le ultime notizie in ambito medico: dei tantissimi studi sulla creazione di un vaccino, ben otto sono alla terza fase di sperimentazione. In particolare, secondo quanto si apprende dal giornale Frankfurter Allgemeine, uno di questi otto potenziali vaccini è quello dell’azienda tedesca Biontech a Mainz, che verrà agevolata da un’iniezione economica importante volta ad accelerare le ricerche: il Ministero federale della Ricerca è infatti pronto a stanziare fino a 375 milioni di euro. Il ministro Anja Karliczek fa sapere che oltre allo sviluppo del vaccino, il denaro (in totale fino a 750 milioni di euro, compresi quelli scommessi sul progetto con l’azienda tedesca Curevac a Tubinga, che ha già iniziato la sperimentazione sull’uomo a giugno) sarà utilizzato anche per incrementare la capacità di produzione. A tal proposito, in occasione della conferenza stampa tenutasi a Berlino, il ministro della sanità Jens Spahn (CDU) ha dichiarato che la Germania si è già assicurata un totale di 94 milioni di dosi di vaccino da fornitori diversi, un numero superiore a quello del totale della popolazione. Il motivo risiederebbe nell’incapacità di conosce a priori quale vaccino si rivelerà efficace. Inoltre, non esclude la possibilità che ogni paziente debba effettuarne almeno due e, per raggiungere la cosiddetta “immunità di gregge”, è necessario che le persone vaccinate siano tra il 55% e il 65%.

Di recente, anche il Paul Ehrlich Institut, con sede a Langen (in Assia), ha dato disposizioni per iniziare il trial clinico sulla popolazione e a breve circa 28.000 persone, tra uomini e donne, si sottoporranno al test BNT 162 al fine di determinare la dose ottimale per procedere poi con ulteriori studi e valutare la sicurezza e l’immunogenicità. Idealmente, se tutto va come dovrebbe, il vaccino sarà disponibile per i primi pazienti entro pochi giorni dal suo rilascio, conferma Spahn. Tra questi, sicuramente verrà riservata una particolare attenzione e precedenza agli anziani, in quanto categoria più vulnerabile, e ai medici e agli infermieri che lottano in prima linea.

Per di più, ad avvalorare le promesse sono seguiti i primi fatti: secondo quanto si apprende in un altro articolo pubblicato su Frankfurter Allgemeine, la settimana scorsa l’azienda Biontech e il colosso farmaceutico americano Pfizer hanno sottoscritto un potenziale accordo con la Commissione europea qualora le sperimentazioni attuali portassero un successo in campo clinico e ne venisse concessa l’approvazione. A quel punto gli Stati membri dell’UE avranno diritto a circa 200 milioni di dosi di vaccino entro fine 2020 e ne potranno acquistare altri 100 milioni di dosi circa, tutte prodotte in Germania da Biontech o in Belgio da Pfizer.

M.S., L.R.

Nel Regno Unito, secondo il The Guardian, la multinazionale Hitachi, con sede a Tokyo, sta abbandonando il progetto di costruzione di una nuova centrale nucleare ad Anglesey (Galles).

La cancellazione di questo progetto dal valore di 16 miliardi di sterline è dovuta alla mancanza di investimenti del governo britannico nel nuovo nucleare.

Justin Bowden, funzionario nazionale del sindacato generale GMB UNION (General, Municipal, Boilermakers’ and Allied Trade Union), ha affermato: “Questo annuncio assolutamente prevedibile da parte di Hitachi è il risultato delle successive mancanze del governo ad agire in modo decisivo intorno al Nuovo Nucleare, vitale per ottenere la decarbonizzazione, soprattutto se abbinato all’idrogeno”

Come si legge su Gmb.org.uk, Cameron Gilmour, portavoce del Consorzio Sizewell C, ha dichiarato: “Questa notizia avrà serie conseguenze per le aziende sia in Galles che in tutto il Regno Unito. Il progetto nucleare avrebbe creato migliaia di posti di lavoro”.

S.C., S.P.

In Russia il ministro della sanità Mikhail Murashko ha risposto alle domande dei cittadini e dei media sulla vaccinazione obbligatoria contro il coronavirus. In realtà la vaccinazione sarà volontaria: insegnanti e operatori sanitari non avranno l’obbligo di vaccinarsi.

Il vaccino Sputnik V è stato registrato l’11 agosto scorso dal Centro Gemaleya e dal 15 agosto ne è stata avviata la produzione, per poi essere messo in commercio da settembre. Murashko ha dichiarato che nel 14% dei 300 volontari su cui il vaccino è stato testato, si sono verificati effetti collaterali, in particolare spossatezza e dolori muscolari. Il ministro ha assicurato che in fase di test del vaccino, le complicazioni non erano inaspettate e che tutti i tipi di effetto collaterale sono descritti nel libretto che accompagna il vaccino.

Inoltre, a ribadire il legame politico ed economico tra il presidente Putin e il leader bielorusso Lukashenko, l’agenzia di stampa russa TASS ha dichiarato che la sperimentazione del vaccino partirà dal 17 settembre anche in Bielorussia, dove lo studio coinvolgerà 100 partecipanti e volontari che potranno registrarsi online. Il presidente Putin ha sottolineato che questo permetterà di velocizzare la produzione del vaccino e aumentarne la sicurezza.

Parlando invece di politica estera nella Federazione Russa è prevista una semplificazione del sistema dei visti per i parenti stranieri dei russi. Ad annunciare l’iniziativa è stato il Primo Ministro Michail Mišustin in un’intervista con l’agenzia di stampa TASS, e riportato da “Novaja Gazeta”. Essi potranno ottenere in maniera più rapida e diretta un visto fino a un anno.

“Oggi semplificheremo la procedura per il rilascio dei visti privati ​​ordinari e il soggiorno in Russia per i parenti stretti dei nostri cittadini – coniugi, genitori, figli, fratelli e sorelle, nonni e nonne, nipoti che hanno altra cittadinanza”, ha dichiarato il primo ministro in una riunione del Consiglio dei ministri.

Secondo Mišustin, dopo che le modifiche necessarie alle leggi pertinenti saranno apportate, sarà possibile per gli stranieri ottenere un visto privato a lungo termine sulla base di una semplice domanda di un cittadino russo.

“Inoltre sarà abolito la legge, per cui ogni tre mesi gli ospiti dovevano recarsi fuori dal paese per mantenere il diritto di ottenere il visto” ha concluso.

Si ricorda, poi, che durante la pandemia di Coronavirus il 18 aprile il presidente Vladimir Putin ha firmato un decreto che consente agli stranieri di rimanere in Russia e non prorogare visti e permessi di soggiorno se questi documenti scadessero prima del 15 giugno. Il presidente ha successivamente prorogato questo termine fino al 15 settembre. Secondo il primo ministro, questa iniziativa creerà condizioni più confortevoli per le famiglie separate dai confini e faciliterà anche chi vorrà rimanere in Russia perché avrà più tempo per ottenere un permesso di soggiorno temporaneo o definitivo.

 S.N., D.S.

AFRICA

In Costa d’Avorio, in occasione delle elezioni presidenziali, l’opposizione si solleva contro il Consiglio costituzionale in merito all’approvazione della controversa candidatura del presidente Alassane Ouattara ad un terzo mandato e in merito alla mancata conferma di 40 delle 44 candidature presentate, tra cui quelle dell’ex capo di Stato Laurent Gbagbo e dell’ex primo ministro Guillaume Soro. Come riportato da France24, un ex primo ministro, Pascal Affi Nguessan, la cui candidatura è stata approvata, ha condannato martedì 15 settembre «la spirale di esclusione in cui sta sprofondando la Costa d’Avorio», che ha definito «l’espressione più riuscita del carattere tirannico del regime».

S.C.

Il giornale Jornal de Angola riporta la battaglia intrapresa in Angola per l’alfabetizzazione del Paese. Durante il periodo dell’indipendenza, nel novembre del 1975, il tasso di analfabetismo era dell’85%. Oggi si stima che il 75% degli angolani sappia leggere e scrivere. Questi risultati sono stati raggiunti nonostante gli anni di guerre, la distruzione di scuole, la morte di alunni e professori, ecc. Purtroppo, però, un angolano su quattro non sa né leggere e né scrivere. Il Piano di Azione per la Intensificazione dell’Alfabetizzazione e Educazione di Giovani e Adulti, approvato dal Decreto Presidenziale 257/19, prevede di raggiungere l’82% entro il 2022. Bisogna specificare che il 58,5% degli studenti sono in ritardo: molti tra i 12 e i 17 anni non seguono un programma scolastico adeguato alla loro età. Questo è un problema in quanto la scuola dell’obbligo è fino agli otto anni e spesso a mancare sono le infrastrutture, i professori e il materiale scolastico.

M. P.

Il primo ministro di Capo Verde Ulisses Correia e Silva ha ringraziato il suo omologo Conte per la solidarietà espressa in seguito al decesso del giovane di origini capoverdiane Willy Monteiro Duarte ucciso a Colleferro, sperando che venga fatta giustizia, riferisce Lusa. L’arcipelago si trova attualmente in situazione di emergenza in seguito alle forti piogge che hanno inondato soprattutto la capitale Praia la scorsa settimana, per danni stimati di un di 2,5 milioni di euro e centinaia di persone senza abitazione o con case inagibili, riporta DW.

D.F.

Le autorità sudanesi hanno arrestato 41 persone in possesso di grandi quantità di materiali altamente esplosivi.

Durante una conferenza stampa il procuratore generale sudanese, Taj Al-Sir Al-Habr, ha affermato che i materiali esplosivi sono simili a quelli che hanno recentemente causato l’esplosione del porto di Beirut e che, da soli, sarebbero sufficienti a distruggere la città di Khartoum, sottolineando che è stata sporta denuncia penale contro gli arrestati.

Nel frattempo, il portavoce delle Forze di supporto rapido (RSF), il generale di brigata Jamal Jumaa, ha confermato di aver arrestato quella che ha descritto come una rete terroristica dopo aver ricevuto informazioni sull’ingresso di materiali esplosivi nel Paese. Ha poi chiarito che “i materiali sono trapelati in diverse aree di Khartoum”.

Il generale Jumaa ha aggiunto che vi sono serie preoccupazioni circa la possibilità “che alcuni sudanesi possano ricorrere a operazioni di sabotaggio e bombardamenti”.

Ma il portavoce della RSF non ha lasciato trapelare informazioni specifiche riguardanti i piani per l’utilizzo di questi materiali esplosivi, come riportato dalla BBC Arabic.

In Libia, il Primo Ministro del Governo libico di Accordo Nazionale, Fayez Al-Sarraj, ha annunciato che cederà le sue funzioni al Consiglio Esecutivo entro il prossimo ottobre.

Al-Sarraj ha dichiarato in un discorso televisivo che “nonostante la sua convinzione che le elezioni dirette siano il modo migliore per raggiungere una soluzione globale, sosterrà qualsiasi intesa diversa da quest’ultima”.

Il Premier libico ha inoltre aggiunto: “chiedo al Comitato per il dialogo, incaricato di formare la nuova autorità esecutiva, di informare i suoi funzionari storici e di accelerare tale processo in modo che ci sia un trasferimento pacifico e regolare dei poteri e in modo tale che io possa cedere le mie funzioni alla prossima autorità esecutiva entro e non oltre il prossimo ottobre “, ha riferito la CNN Arabic.

L’EgyptAir, compagnia aerea di bandiera egiziana, riprenderà finalmente i suoi voli diretti tra il Cairo e la capitale russa, Mosca, al ritmo di tre voli a settimana (sabato, martedì e giovedì).

La ripresa arriva dopo una pausa di mesi, a causa dell’emergente crisi da Covid-19 e della sospensione di voli in tutto il mondo sempre legata alla pandemia.

EgyptAir ha invitato i viaggiatori sui suoi voli per Mosca a ottenere un certificato medico con risultato negativo del test PCR per il coronavirus da uno dei laboratori accreditati in Egitto, rilasciato 72 ore prima della data di arrivo a Mosca.

Tra le condizioni si richiede anche che il certificato sia in russo o inglese, in modo che i viaggiatori possano salire sull’aereo dal Cairo, oltre alle altre misure sanitarie richieste dalla compagnia all’arrivo, nell’ambito delle misure precauzionali adottate dalle autorità competenti per ridurre la diffusione del coronavirus, come sottolineato da Sky News Arabia.

S.H.

AMERICA

L’ONU, attraverso le indagini di una squadra di investigatori specializzati, assicura che il governo del Venezuela ha commesso violazioni atroci contro la persona (assassinii, torture, rapimenti), equivalenti a crimini contro l’umanità, ai danni degli oppositori politici e anche per intimorire la popolazione.

Secondo l’articolo della BBC, nella relazione redatta dalla presidente della squadra investigativa, Maria Valiñas, vengono riportate le conclusioni, sulla base di indagini su 223 casi e sulla revisione di altri 3000, che sia il presidente Maduro sia i ministri degli Interni e della Difesa siano i mandanti di tante azioni criminali lesive della dignità umana.

Sempre sulla BBC è riportata la notizia di una raccapricciante scoperta a Panama: in uno sperduto angolo della zona Ngäbe Buglé, distante oltre 350 km dalla capitale, sono stati rinvenuti i corpi, ancora da quantificare esattamente, di minori in una fossa comune.

È il secondo ritrovamento di questo tipo avvenuto dall’inizio dell’anno: il primo ha avuto luogo lo scorso gennaio e ha fatto emergere i resti di sei bambini e di una giovane donna incinta con ferite e segni di violenza dovuti, con tutta probabilità, a riti effettuati da una setta religiosa; quest’ultimo ritrovamento è avvenuto durante una ricerca della polizia che da mesi è sulle tracce di una setta evangelica, i cui membri sono stati denunciati per violenze e sevizie da alcuni ex appartenenti al gruppo religioso. Le autorità continuano ad indagare nell’ambito delle sette che, all’interno del gruppo indigeno della zona, hanno fatto numerosi proseliti negli ultimi anni.

L.C, M.D.F. e I.V

Negli Stati Uniti l’uragano Sally è arrivato a colpire la costa del Golfo, scaricando piogge torrenziali in Alabama e Florida

Secondo ABC News, si tratterebbe di un pericoloso uragano classificato come tempesta tropicale di categoria 2, nonostante si stia indebolendo. Si stima che Sally abbia scaricato sulla Florida quattro mesi di pioggia concentrati in sole quattro ore, come si legge su CNN.

Oltre ai danni materiali si conta anche una vittima nella contea di Orange, Alabama, mentre altri residenti sono stati tratti in salvo dopo che l’uragano ha allagato edifici e scoperchiato tetti, secondo quanto riportato da CBS News.

In Canada, il Primo Ministro Trudeau ha annunciato di voler avviare le consultazioni con i leader dell’opposizione.

Secondo CP24, vi sarebbe la possibilità che il governo liberale di Trudeau cada,  qualora non ricevesse l’appoggio degli altri partiti dell’opposizione.

Il discorso che intende pronunciare il Primo Ministro la settimana prossima si concentra su tre tematiche fondamentali, tra le quali l’impedimento di un’ulteriore diffusione della pandemia e aiutare i cittadini attraverso misure a lungo termine volte a risollevare l’economia in ginocchio, come riporta  The Star.

Inoltre, verrà affrontata la questione dei finanziamenti destinati all’assistenza sanitaria, settore che ha pagato il prezzo più alto e che comprende le case di cura e l’assistenza all’infanzia che garantisce alle donne la possibilità di tornare a lavorare, come afferma The Global and Mail.

S.C., S.P

In Brasile, a causa del Coronavirus, molte persone hanno perso il lavoro. Il giornale UOL ha spiegato perché sono state le persone di colore ad averne risentito maggiormente. Il motivo principale è che i settori più colpiti sono quelli del commercio e dell’edilizia, dove si trovano a lavorare più persone di colore e dove il salario è più basso. Nel secondo trimestre di quest’anno, il tasso di disoccupazione è arrivato al 13,3%. Analizzando il dato, seguendo il colore della pelle, il 17,8% dei disoccupati è di colore, il 15,4% è pardo (di discendenza africana ed europea) e il 10,4% è bianco.

M.P.

ASIA

In Cina, come riporta il South China Morning Post, si cerca di accelerare l’assimilazione delle minoranze etniche nella cultura maggioritaria Han, aggiungendo anche la Mongolia interna, dove le recenti riforme dell’istruzione hanno suscitato proteste da parte dei cittadini, spaventati da una possibile scomparsa della lingua mongola.

Gli studenti hanno organizzato scioperi, i genitori hanno ritirato i loro figli dalla scuola e sono circolate online petizioni che si opponevano all’introduzione di libri di testo e materie scolastiche da insegnare in cinese mandarino piuttosto che nella lingua locale.

Le riforme sono state annunciate pochi giorni prima dell’inizio del semestre scolastico, con nuovi libri di testo di lingua e letteratura, moralità e diritto e corsi di storia che saranno obbligatori per tutti i gradi delle scuole mongole entro il 2022.

La Cina riconosce ufficialmente 56 gruppi etnici e garantisce un livello di autonomia ad alcuni, ma Pechino ha chiarito alla fine dell’anno scorso che le cosiddette politiche di azione affermativa per questi gruppi erano state ridimensionate per promuovere l’integrazione nel gruppo di maggioranza cinese Han.

Le scuole di lingue delle minoranze tibetane e uiguri sono state per lo più eliminate dal 2017 e sostituite dall’insegnamento del cinese mandarino, in parallelo con un giro di vite di Pechino sul dissenso e la detenzione di massa di manifestanti e oppositori.

Pechino sta attuando politiche che potrebbero portare alla “distruzione totale della lingua, della cultura e dell’identità di tutte le minoranze etniche” in Cina, ha affermato Enghebatu Togochog, direttore del Centro di informazione sui diritti umani della Mongolia.

Lo studio della lingua mongola è in declino, con il numero di mongoli che scelgono scuole che usano la lingua che è sceso al 30% della popolazione etnica mongola in età scolare, da quasi il 60% nel 1990, secondo un post sul blog per la rivista Made in China di Christopher Atwood, professore di storia mongola e cinese presso l’Università della Pennsylvania.

Guidata dal comandante comunista mongolo Ulanhu, la Mongolia Interna è stata la prima regione autonoma istituita nel 1947, due anni prima della fondazione della nuova Cina comunista nel 1949.

Ulanhu, che in mongolo significa “figlio rosso del comunismo”, è stato determinante nella stesura della Legge sull’autonomia etnica regionale nel 1984, che garantiva i diritti dei gruppi etnici di gestire i propri affari interni e di studiare nelle proprie lingue fino all’università.

Da quando il presidente Xi Jinping è salito al potere nel 2012, Pechino ha abbracciato la cosiddetta politica etnica di seconda generazione, che sostiene che l’autonomia delle minoranze etniche porti a movimenti separatisti che minacciano la sicurezza nazionale.

La politica attuale, in materia di minoranze etniche, prevede l’integrazione delle stesse attraverso lo sviluppo economico, i matrimoni misti e l’uso del cinese mandarino. In tandem, prevede la rimozione delle politiche di azione affermativa per le minoranze in aree altamente competitive come l’istruzione.

L’obiettivo dichiarato della politica è quello di ottenere il “grande ringiovanimento” della nazione cinese eliminando le aree autonome e costruendo una singolare identità cinese al posto delle 56 minoranze etniche precedentemente riconosciute in Cina.

Secondo il Presidente Xi l’identità culturale è la radice dell’unità nazionale. La lingua e la scrittura comuni nazionali sono fondamentali per costruire una casa spirituale comune per tutti i minzu e rafforzare la coscienza comune della nazione cinese.  

G.R.

OCEANIA

In Australia, secondo il The Guardian Andrew Liveris, amministratore delegato del governo Morrison, ha dichiarato mercoledì al National Press Club che sia l’Australia che gli altri Stati possono raggiungere le emissioni nette zero entro il 2050, espandendo in modo significativo la fornitura e l’uso domestico di gas.

Il gas è spesso descritto come avente circa la metà delle emissioni del carbone, ma gli studi hanno suggerito che ciò potrebbe essere dovuto soprattutto alla fuoriuscita di metano, che è un gas serra particolarmente potente.

S.C, S.P

Rassegna stampa a cura di:

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Salvina Calanducci e Simona Picci (lingua inglese)
Giulia Deiana (responsabile lingua francese)
Silvia Calbi e Elen’Alba Vitiello (lingua francese)
Alessandra Semeraro (responsabile lingua spagnola)
Lavinia Cataldi, Michela Di Franco e Ilaria Violi (lingua spagnola)
Veronica Battista (responsabile lingua portoghese)
Martina Pavone e Diana Fagiolo (lingua portoghese)
Silvia Santini (responsabile lingua tedesca)
Michela Sartarelli e Laura Razzini (lingua tedesca)
Clarissa Giacomini (responsabile lingua russa)
Silvia Noli, Diana Sandulli (lingua russa)
Sara Zuccante (responsabile lingua araba)
Samar Hassan (lingua araba)
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