Ondata di criminalità in Francia.
Il dibattito politico si infiamma.

Stampa statunitense

In Francia, le statistiche mostrano un costante calo dei crimini gravi. Tuttavia, The New York Times riporta che i politici francesi concordano sul fatto che il crimine in Francia sia fuori controllo. Il leader dell’estrema destra ha recentemente affermato che la Francia stia sprofondando nella barbarie. A sinistra, il probabile candidato del Partito dei Verdi alle prossime elezioni presidenziali ha descritto l’insicurezza come “insopportabile”. Inoltre, i ministri del Presidente Emmanuel Macron hanno impiegato il termine ensauvagement per descrivere una Francia che sta assumendo caratteri sempre più “selvaggi”. La scelta di questo termine ha riscontrato un particolare “successo” anche tra la popolazione. Infatti, rispondendo ad un sondaggio, circa il 70% dei partecipanti hanno ritenuto appropriato il termine ensauvagement per descrivere l’odierna situazione della sicurezza francese.

 Il tema della criminalità ha posto Macron dinanzi a un dilemma: come apparire severo in materia di crimine senza abbracciare il linguaggio dell’estrema destra? Fino ad oggi, Macron ha evitato di pronunciarsi definitivamente sul tema.

In medio stat virtus come ci suggerisce la letteratura latina. La verità infatti sarà sicuramente situata nel mezzo, in quanto i dati a cui la politica di destra in particolar modo fa riferimento, non sono diversi, bensì polarizzati rispetto a quelli che vengono presentati dagli istituti statistici come dati oggettivi: i primi parlano di una criminalità crescente e fuori controllo, i secondi riferiscono che è in calo.  È forse possibile che le statistiche vengano strumentalizzate dal candidato di turno in vista delle prossime elezioni presidenziali in Francia del 2022? Sicuramente quello della criminalità è un tema estremamente versatile, la paura che ne può derivare entra in ogni casa indipendentemente dall’estrazione sociale e dal credo politico. Sembra però palese agli occhi di tutti che se davvero fosse così, la politica avrebbe distorto un dato assunto come oggettivo per fare propaganda.

Stampa francese

L’estate in Francia è stata accompagnata da notizie di eventi particolarmente violenti e questa escalation di fatti, che ha costellato il versante della sicurezza interna, ha scatenato un ampio dibattito nei giorni scorsi sul clima di “insicurezza” che aleggerebbe nella République.

Data appunto la complessità della vicenda, su Libération è apparso un lungo articolo in cui si è cercato di valutare la complessità delle diverse tipologie di dati che propongono gli istituti di ricerca, al fine di individuare il miglior canale per l’evoluzione della violenza negli ultimi anni. Un tema che si è sviluppato nell’ambito di un intenso dibattito pubblico. In particolare, Gilles Clavreul, che è stato sotto la presidenza Hollande responsabile del coordinamento della lotta nazionale al razzismo, ha avanzato l’importanza dei dati sulla “delinquenza osservata”, quelli cioè che sono costruiti a partire da ciò che denunciano le forze di polizia. Al contrario, altri specialisti come Laurent Borredon, ritengono che i dati sulla delinquenza riportati dalle forze dell’ordine, non possano essere considerati come l’unico indicatore rilevante, poiché tenderebbero a sovrastimare l’evoluzione della violenza reale, e pensano che siano più attendibili le indagini sulla vittimizzazione. Per diversi esperti la soluzione migliore sarebbe quella di confrontare diversi tipi di fonti, anche se a volte, il confronto potrebbe dar luogo a tendenze divergenti.

Le Monde chiarisce che le indagini cosiddette “sulla vittimizzazione” sono condotte da INSEE e ONDRP, che dal 2007 pubblicano annualmente un’analisi sul problema, basandosi sulle valutazioni effettuate su un campione rappresentativo della popolazione, il quale viene interrogato su possibili atti di violenza subiti nell’ultimo anno, a prescindere che essi siano stati denunciati o meno. E stando agli ultimi dati, ci sarebbero delle tendenze stabili o in calo. Secondo il quotidiano inoltre, il tasso di omicidi in Francia sarebbe nell’alta media europea, e non si tratterebbe invece del Paese europeo con il più alto tasso di omicidi come ha affermato Bruno Retailleau di LR. Xavier Bertrand, poi, ha parlato di “un’estate arancia meccanica”, e Le Monde ha voluto specificare che omicidi, violenze sessuali e furti sono certamente aumentati a partire dal mese di maggio, ma senza raggiungere livelli distintamente superiori a quelli osservati negli anni precedenti. In ogni caso, viene annotato il rialzo dei numeri di femminicidi per il 2019: infatti, secondo i dati del Ministero dell’Interno sono stati registrati 25 casi in più rispetto al 2018.

Sicuramente, l’evento che ha scosso maggiormente l’opinione pubblica francese è stato quello che ha avuto come protagonista un conducente di autobus a Bayonne. Philippe Monguillot, prossimo alla pensione, è stato ferito a morte da alcuni giovani dopo aver chiesto loro di mostrare i biglietti e di indossare le mascherine. Le Figaro descrive questo tragico episodio come un’azione da barbari che ha mostrato la ricomparsa della violenza clanica, la quale si accompagna all’avanzamento di una ideologia multiculturalista, e ciò si verifica nel momento in cui in certi territori – proprio come questo che viene definito popolare – si sviluppa il comunitarismo. Si instaura così in certi quartieri la logica della prova di virilità, una rinnovata aggressività dettata dalla protezione del gruppo razziale. Ecco perché, spiega l’attivista Houria Bouteldja, in tali comunità molto spesso accade che se una donna di colore viene violentata da un uomo bianco, deve denunciarlo, ma se la stessa viene violentata da un uomo di colore, deve tacere, perché deve proteggere il suo clan.

La rivista Marianne, parla invece di record di fallimento e silenzio delle autorità. Un profondo dissenso sull’operato dell’amministrazione anima questo pungente articolo, in cui si esprime un notevole aggravamento dello stato attuale delle cose, e dove atti violenti, che vengono sistematicamente raccontati dai media, sono seguiti da rassicurazioni dell’establishment che puntualmente finiscono per esaurire la fiducia dei cittadini e per mettere sotto accusa la giustizia stessa.

Chiara Aveni e Gaia Natarelli

FONTI:

Peut-on dire qu’il y a de plus en plus de violences en France depuis trente ans ? disponibile su https://www.liberation.fr/checknews/2020/08/21/peut-on-dire-qu-il-y-a-de-plus-en-plus-de-violences-en-france-depuis-trente-ans_1797192, consultato il 18/09/2020

« Contre le crime et la violence, la France demeure plus que jamais une zone à défendre » disponibile su https://www.marianne.net/debattons/billets/contre-le-crime-et-la-violence-la-france-demeure-plus-que-jamais-une-zone-defendre, consultato il 18/09/2020

Agression d’un chauffeur de bus à Bayonne : « Le retour de la violence clanique » disponibile su https://www.lefigaro.fr/vox/societe/agression-d-un-chauffeur-de-bus-a-bayonne-le-retour-de-la-violence-clanique-20200708, consultato il 18/09/2020

Le vrai, le faux et l’invèrifiable du débat sur l’insécurité disponibile su https://www.lemonde.fr/les-decodeurs/article/2020/09/01/le-vrai-le-faux-et-l-inverifiable-du-debat-sur-l-insecurite_6050603_4355770.html, consultato il 18/09/2020

Un «ensauvagement de la société» ? Les études montrent, elles, une relative stabilité de la délinquence depuis quinze ans disponibile su https://www.lemonde.fr/les-decodeurs/article/2020/09/01/le-vrai-le-faux-et-l-inverifiable-du-debat-sur-l-insecurite_6050603_4355770.html, consultato il 18/09/2020

Why French Politicians Can’t Stop Talking About Crime, disponibile su https://www.nytimes.com/2020/09/17/world/europe/france-crime.html, consultato il 19/09/2020