La rassegna stampa internazionale dell’UNINT
In Spagna, la Legge di Amnistia del 1977 viene superata: per la prima volta sarà possibile indagare sui crimini della guerra civile e della dittatura franchista. Belgio: riscossi 6 milioni di euro di multe per violazione delle misure anti-Covid. In Sudan, ben 41 arresti per possesso di grandi quantità di materiali altamente esplosivi.
EUROPA
Questa settimana in Spagna la protagonista è una notizia sicuramente importante sia dal punto di vista internazionale sia nazionale e, soprattutto, un grande passo in avanti per quanto riguarda i diritti umani. Lo scorso martedì 15 settembre, il Presidente Pedro Sánchez ha deciso di superare la Legge di Amnistia del 1977 che proibiva di investigare sui crimini commessi dal regime franchista dal 1936 fino alla creazione della Costituzione repubblicana. Questa legge, secondo i trattati internazionali, non rispettava a pieno i diritti umani, motivo per il quale il Consiglio dei ministri si è riunito e ha approvato la previsione del progetto di una Legge della Memoria Democratica, per andare a completare la Legge della Memoria Storica creata durante il governo Zapatero nel 2007. Secondo il governo, questa nuova legge opererà in conformità con l’articolo 10.2 della Costituzione spagnola, secondo cui le normative che riguardano le libertà e i diritti fondamentali dovranno essere interpretate basandosi sulla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Questa nuova legge, riporta El Mundo, permetterebbe di istituire un ufficio della Procura dedicato alla memoria democratica e ai diritti umani all’interno del Tribunale Supremo. Quest’ente renderebbe di nuovo possibile indagare su tutti i reati commessi prima del 1977 e finalmente individuare e condannare i responsabili. Inoltre, se ciò verrà chiesto dai familiari, l’ente si dedicherà a cercare le persone scomparse durante quel periodo. Infine, si istituirà una Banca Nazionale del DNA e un Censimento delle Vittime della Guerra Civile e della dittatura.
L.C, M.D.F. e I.V
In Francia, il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) non è pienamente garantito. Secondo quanto riportato da Ouest France, due parlamentari, Marie-Noëlle Battistel e Cécile Muschotti, hanno affermato che la legge Veil sull’IVG non trova i presupposti per essere applicata nella società: la mancanza di professionisti e di strutture adeguate, ad esempio, impedisce ad una donna di reperire un medico e le scadenze talvolta non vengono rispettate. Di conseguenza, Battistel e Muschotti propongono di estendere il periodo di validità della prassi a 14 settimane di gravidanza, invece di 12. Inoltre, i medici possono opporsi all’IVG per ragioni di coscienza, ma in questo caso devono indirizzare il paziente verso un altro collega e ciò avviene molto raramente. Per questo motivo, i parlamentari intendono intervenire per garantire l’IVG presso gli ospedali pubblici.
EA.V.
In Belgio, il governo ha ricavato 6 milioni di euro dalla riscossione delle multe imposte per la violazione delle misure di sicurezza contro il Coronavirus. Secondo quanto riportato dal quotidiano Le Soir, poco più di 30.000 persone hanno pagato le proprie multe, ma 41.000 casi sono ancora aperti. Tra le misure adottate per facilitare i pagamenti delle multe e il lavoro dei pubblici ministeri, sono stati messi a disposizione della polizia dei quaderni tecnologici dotati di un codice QR.
EA.V.
In Svizzera, la campagna per la modifica della legge sulla caccia è più sentita nel Canton Vallese che altrove. Il governo del Vallese recentemente si è pronunciato in merito e ha iniziato una vera e propria campagna per incitare la popolazione a votare a favore in occasione del referendum del 27 settembre. Al centro dell’attuale dibattito sulla caccia vi è il lupo selvatico, una specie che perderà molte tutele se la legge verrà modificata. Come riportato da Le Temps, si tratta di una questione delicata nel Vallese: è una regione alpina ricca di fauna selvatica, dove l’allevamento del bestiame è ancora fortemente radicato e il cui numero di cacciatori (3800) è il secondo più alto della Svizzera. Inoltre, il rapporto speciale che i vallesani hanno intrecciato con la caccia nel corso dei secoli ha stabilito un forte attaccamento alla pratica difficile da sradicare.
S.C.
Il Portogallo da questa settimana entra in stato di “contingenza” in previsione dell’aumento di casi di Covid-19 in autunno. Le nuove regole prevedono lavoro alternato in presenza e da remoto nelle grandi città come Lisbona e Porto; scuole in presenza con regole di distanziamento; raggruppamenti permessi fino a 10 persone; mentre i locali occupano un terzo dei posti a disposizione. Dalle 20:00 non è permessa né la vendita né il consumo di alcol in luoghi pubblici e per strada, a meno che non ci si trovi ad accompagnare un pasto. Ancora non si può andare allo stadio mentre è consentito praticare sport sempre seguendo le norme di sicurezza, spiega Expresso. Inoltre il presidente Sousa ha fatto visita a due pompieri ricoverati a Coimbra ma in condizioni stabili che sono rimasti feriti nell’incendio scoppiato lo scorso weekend nella regione di Castelo Branco, incidente che ha causato lo sfollamento di 20 persone e l’intervento di 784 operatori antincendio, riporta Diário de Notícias.
D.F.
Tutto il mondo lotta freneticamente contro il nemico coronavirus. A far ben sperare sono le ultime notizie in ambito medico: dei tantissimi studi sulla creazione di un vaccino, ben otto sono alla terza fase di sperimentazione. In particolare, secondo quanto si apprende dal giornale Frankfurter Allgemeine, uno di questi otto potenziali vaccini è quello dell’azienda tedesca Biontech a Mainz, che verrà agevolata da un’iniezione economica importante volta ad accelerare le ricerche: il Ministero federale della Ricerca è infatti pronto a stanziare fino a 375 milioni di euro. Il ministro Anja Karliczek fa sapere che oltre allo sviluppo del vaccino, il denaro (in totale fino a 750 milioni di euro, compresi quelli scommessi sul progetto con l’azienda tedesca Curevac a Tubinga, che ha già iniziato la sperimentazione sull’uomo a giugno) sarà utilizzato anche per incrementare la capacità di produzione. A tal proposito, in occasione della conferenza stampa tenutasi a Berlino, il ministro della sanità Jens Spahn (CDU) ha dichiarato che la Germania si è già assicurata un totale di 94 milioni di dosi di vaccino da fornitori diversi, un numero superiore a quello del totale della popolazione. Il motivo risiederebbe nell’incapacità di conosce a priori quale vaccino si rivelerà efficace. Inoltre, non esclude la possibilità che ogni paziente debba effettuarne almeno due e, per raggiungere la cosiddetta “immunità di gregge”, è necessario che le persone vaccinate siano tra il 55% e il 65%.
Di recente, anche il Paul Ehrlich Institut, con sede a Langen (in Assia), ha dato disposizioni per iniziare il trial clinico sulla popolazione e a breve circa 28.000 persone, tra uomini e donne, si sottoporranno al test BNT 162 al fine di determinare la dose ottimale per procedere poi con ulteriori studi e valutare la sicurezza e l’immunogenicità. Idealmente, se tutto va come dovrebbe, il vaccino sarà disponibile per i primi pazienti entro pochi giorni dal suo rilascio, conferma Spahn. Tra questi, sicuramente verrà riservata una particolare attenzione e precedenza agli anziani, in quanto categoria più vulnerabile, e ai medici e agli infermieri che lottano in prima linea.
Per di più, ad avvalorare le promesse sono seguiti i primi fatti: secondo quanto si apprende in un altro articolo pubblicato su Frankfurter Allgemeine, la settimana scorsa l’azienda Biontech e il colosso farmaceutico americano Pfizer hanno sottoscritto un potenziale accordo con la Commissione europea qualora le sperimentazioni attuali portassero un successo in campo clinico e ne venisse concessa l’approvazione. A quel punto gli Stati membri dell’UE avranno diritto a circa 200 milioni di dosi di vaccino entro fine 2020 e ne potranno acquistare altri 100 milioni di dosi circa, tutte prodotte in Germania da Biontech o in Belgio da Pfizer.
M.S., L.R.
Nel Regno Unito, secondo il The Guardian, la multinazionale Hitachi, con sede a Tokyo, sta abbandonando il progetto di costruzione di una nuova centrale nucleare ad Anglesey (Galles).
La cancellazione di questo progetto dal valore di 16 miliardi di sterline è dovuta alla mancanza di investimenti del governo britannico nel nuovo nucleare.
Justin Bowden, funzionario nazionale del sindacato generale GMB UNION (General, Municipal, Boilermakers’ and Allied Trade Union), ha affermato: “Questo annuncio assolutamente prevedibile da parte di Hitachi è il risultato delle successive mancanze del governo ad agire in modo decisivo intorno al Nuovo Nucleare, vitale per ottenere la decarbonizzazione, soprattutto se abbinato all’idrogeno”
Come si legge su Gmb.org.uk, Cameron Gilmour, portavoce del Consorzio Sizewell C, ha dichiarato: “Questa notizia avrà serie conseguenze per le aziende sia in Galles che in tutto il Regno Unito. Il progetto nucleare avrebbe creato migliaia di posti di lavoro”.
S.C., S.P.
In Russia il ministro della sanità Mikhail Murashko ha risposto alle domande dei cittadini e dei media sulla vaccinazione obbligatoria contro il coronavirus. In realtà la vaccinazione sarà volontaria: insegnanti e operatori sanitari non avranno l’obbligo di vaccinarsi.
Il vaccino Sputnik V è stato registrato l’11 agosto scorso dal Centro Gemaleya e dal 15 agosto ne è stata avviata la produzione, per poi essere messo in commercio da settembre. Murashko ha dichiarato che nel 14% dei 300 volontari su cui il vaccino è stato testato, si sono verificati effetti collaterali, in particolare spossatezza e dolori muscolari. Il ministro ha assicurato che in fase di test del vaccino, le complicazioni non erano inaspettate e che tutti i tipi di effetto collaterale sono descritti nel libretto che accompagna il vaccino.
Inoltre, a ribadire il legame politico ed economico tra il presidente Putin e il leader bielorusso Lukashenko, l’agenzia di stampa russa TASS ha dichiarato che la sperimentazione del vaccino partirà dal 17 settembre anche in Bielorussia, dove lo studio coinvolgerà 100 partecipanti e volontari che potranno registrarsi online. Il presidente Putin ha sottolineato che questo permetterà di velocizzare la produzione del vaccino e aumentarne la sicurezza.
Parlando invece di politica estera nella Federazione Russa è prevista una semplificazione del sistema dei visti per i parenti stranieri dei russi. Ad annunciare l’iniziativa è stato il Primo Ministro Michail Mišustin in un’intervista con l’agenzia di stampa TASS, e riportato da “Novaja Gazeta”. Essi potranno ottenere in maniera più rapida e diretta un visto fino a un anno.
“Oggi semplificheremo la procedura per il rilascio dei visti privati ordinari e il soggiorno in Russia per i parenti stretti dei nostri cittadini – coniugi, genitori, figli, fratelli e sorelle, nonni e nonne, nipoti che hanno altra cittadinanza”, ha dichiarato il primo ministro in una riunione del Consiglio dei ministri.
Secondo Mišustin, dopo che le modifiche necessarie alle leggi pertinenti saranno apportate, sarà possibile per gli stranieri ottenere un visto privato a lungo termine sulla base di una semplice domanda di un cittadino russo.
“Inoltre sarà abolito la legge, per cui ogni tre mesi gli ospiti dovevano recarsi fuori dal paese per mantenere il diritto di ottenere il visto” ha concluso.
Si ricorda, poi, che durante la pandemia di Coronavirus il 18 aprile il presidente Vladimir Putin ha firmato un decreto che consente agli stranieri di rimanere in Russia e non prorogare visti e permessi di soggiorno se questi documenti scadessero prima del 15 giugno. Il presidente ha successivamente prorogato questo termine fino al 15 settembre. Secondo il primo ministro, questa iniziativa creerà condizioni più confortevoli per le famiglie separate dai confini e faciliterà anche chi vorrà rimanere in Russia perché avrà più tempo per ottenere un permesso di soggiorno temporaneo o definitivo.
S.N., D.S.
AFRICA
In Costa d’Avorio, in occasione delle elezioni presidenziali, l’opposizione si solleva contro il Consiglio costituzionale in merito all’approvazione della controversa candidatura del presidente Alassane Ouattara ad un terzo mandato e in merito alla mancata conferma di 40 delle 44 candidature presentate, tra cui quelle dell’ex capo di Stato Laurent Gbagbo e dell’ex primo ministro Guillaume Soro. Come riportato da France24, un ex primo ministro, Pascal Affi Nguessan, la cui candidatura è stata approvata, ha condannato martedì 15 settembre «la spirale di esclusione in cui sta sprofondando la Costa d’Avorio», che ha definito «l’espressione più riuscita del carattere tirannico del regime».
S.C.
Il giornale Jornal de Angola riporta la battaglia intrapresa in Angola per l’alfabetizzazione del Paese. Durante il periodo dell’indipendenza, nel novembre del 1975, il tasso di analfabetismo era dell’85%. Oggi si stima che il 75% degli angolani sappia leggere e scrivere. Questi risultati sono stati raggiunti nonostante gli anni di guerre, la distruzione di scuole, la morte di alunni e professori, ecc. Purtroppo, però, un angolano su quattro non sa né leggere e né scrivere. Il Piano di Azione per la Intensificazione dell’Alfabetizzazione e Educazione di Giovani e Adulti, approvato dal Decreto Presidenziale 257/19, prevede di raggiungere l’82% entro il 2022. Bisogna specificare che il 58,5% degli studenti sono in ritardo: molti tra i 12 e i 17 anni non seguono un programma scolastico adeguato alla loro età. Questo è un problema in quanto la scuola dell’obbligo è fino agli otto anni e spesso a mancare sono le infrastrutture, i professori e il materiale scolastico.
M. P.
Il primo ministro di Capo Verde Ulisses Correia e Silva ha ringraziato il suo omologo Conte per la solidarietà espressa in seguito al decesso del giovane di origini capoverdiane Willy Monteiro Duarte ucciso a Colleferro, sperando che venga fatta giustizia, riferisce Lusa. L’arcipelago si trova attualmente in situazione di emergenza in seguito alle forti piogge che hanno inondato soprattutto la capitale Praia la scorsa settimana, per danni stimati di un di 2,5 milioni di euro e centinaia di persone senza abitazione o con case inagibili, riporta DW.
D.F.
Le autorità sudanesi hanno arrestato 41 persone in possesso di grandi quantità di materiali altamente esplosivi.
Durante una conferenza stampa il procuratore generale sudanese, Taj Al-Sir Al-Habr, ha affermato che i materiali esplosivi sono simili a quelli che hanno recentemente causato l’esplosione del porto di Beirut e che, da soli, sarebbero sufficienti a distruggere la città di Khartoum, sottolineando che è stata sporta denuncia penale contro gli arrestati.
Nel frattempo, il portavoce delle Forze di supporto rapido (RSF), il generale di brigata Jamal Jumaa, ha confermato di aver arrestato quella che ha descritto come una rete terroristica dopo aver ricevuto informazioni sull’ingresso di materiali esplosivi nel Paese. Ha poi chiarito che “i materiali sono trapelati in diverse aree di Khartoum”.
Il generale Jumaa ha aggiunto che vi sono serie preoccupazioni circa la possibilità “che alcuni sudanesi possano ricorrere a operazioni di sabotaggio e bombardamenti”.
Ma il portavoce della RSF non ha lasciato trapelare informazioni specifiche riguardanti i piani per l’utilizzo di questi materiali esplosivi, come riportato dalla BBC Arabic.
In Libia, il Primo Ministro del Governo libico di Accordo Nazionale, Fayez Al-Sarraj, ha annunciato che cederà le sue funzioni al Consiglio Esecutivo entro il prossimo ottobre.
Al-Sarraj ha dichiarato in un discorso televisivo che “nonostante la sua convinzione che le elezioni dirette siano il modo migliore per raggiungere una soluzione globale, sosterrà qualsiasi intesa diversa da quest’ultima”.
Il Premier libico ha inoltre aggiunto: “chiedo al Comitato per il dialogo, incaricato di formare la nuova autorità esecutiva, di informare i suoi funzionari storici e di accelerare tale processo in modo che ci sia un trasferimento pacifico e regolare dei poteri e in modo tale che io possa cedere le mie funzioni alla prossima autorità esecutiva entro e non oltre il prossimo ottobre “, ha riferito la CNN Arabic.
L’EgyptAir, compagnia aerea di bandiera egiziana, riprenderà finalmente i suoi voli diretti tra il Cairo e la capitale russa, Mosca, al ritmo di tre voli a settimana (sabato, martedì e giovedì).
La ripresa arriva dopo una pausa di mesi, a causa dell’emergente crisi da Covid-19 e della sospensione di voli in tutto il mondo sempre legata alla pandemia.
EgyptAir ha invitato i viaggiatori sui suoi voli per Mosca a ottenere un certificato medico con risultato negativo del test PCR per il coronavirus da uno dei laboratori accreditati in Egitto, rilasciato 72 ore prima della data di arrivo a Mosca.
Tra le condizioni si richiede anche che il certificato sia in russo o inglese, in modo che i viaggiatori possano salire sull’aereo dal Cairo, oltre alle altre misure sanitarie richieste dalla compagnia all’arrivo, nell’ambito delle misure precauzionali adottate dalle autorità competenti per ridurre la diffusione del coronavirus, come sottolineato da Sky News Arabia.
S.H.
AMERICA
L’ONU, attraverso le indagini di una squadra di investigatori specializzati, assicura che il governo del Venezuela ha commesso violazioni atroci contro la persona (assassinii, torture, rapimenti), equivalenti a crimini contro l’umanità, ai danni degli oppositori politici e anche per intimorire la popolazione.
Secondo l’articolo della BBC, nella relazione redatta dalla presidente della squadra investigativa, Maria Valiñas, vengono riportate le conclusioni, sulla base di indagini su 223 casi e sulla revisione di altri 3000, che sia il presidente Maduro sia i ministri degli Interni e della Difesa siano i mandanti di tante azioni criminali lesive della dignità umana.
Sempre sulla BBC è riportata la notizia di una raccapricciante scoperta a Panama: in uno sperduto angolo della zona Ngäbe Buglé, distante oltre 350 km dalla capitale, sono stati rinvenuti i corpi, ancora da quantificare esattamente, di minori in una fossa comune.
È il secondo ritrovamento di questo tipo avvenuto dall’inizio dell’anno: il primo ha avuto luogo lo scorso gennaio e ha fatto emergere i resti di sei bambini e di una giovane donna incinta con ferite e segni di violenza dovuti, con tutta probabilità, a riti effettuati da una setta religiosa; quest’ultimo ritrovamento è avvenuto durante una ricerca della polizia che da mesi è sulle tracce di una setta evangelica, i cui membri sono stati denunciati per violenze e sevizie da alcuni ex appartenenti al gruppo religioso. Le autorità continuano ad indagare nell’ambito delle sette che, all’interno del gruppo indigeno della zona, hanno fatto numerosi proseliti negli ultimi anni.
L.C, M.D.F. e I.V
Negli Stati Uniti l’uragano Sally è arrivato a colpire la costa del Golfo, scaricando piogge torrenziali in Alabama e Florida
Secondo ABC News, si tratterebbe di un pericoloso uragano classificato come tempesta tropicale di categoria 2, nonostante si stia indebolendo. Si stima che Sally abbia scaricato sulla Florida quattro mesi di pioggia concentrati in sole quattro ore, come si legge su CNN.
Oltre ai danni materiali si conta anche una vittima nella contea di Orange, Alabama, mentre altri residenti sono stati tratti in salvo dopo che l’uragano ha allagato edifici e scoperchiato tetti, secondo quanto riportato da CBS News.
In Canada, il Primo Ministro Trudeau ha annunciato di voler avviare le consultazioni con i leader dell’opposizione.
Secondo CP24, vi sarebbe la possibilità che il governo liberale di Trudeau cada, qualora non ricevesse l’appoggio degli altri partiti dell’opposizione.
Il discorso che intende pronunciare il Primo Ministro la settimana prossima si concentra su tre tematiche fondamentali, tra le quali l’impedimento di un’ulteriore diffusione della pandemia e aiutare i cittadini attraverso misure a lungo termine volte a risollevare l’economia in ginocchio, come riporta The Star.
Inoltre, verrà affrontata la questione dei finanziamenti destinati all’assistenza sanitaria, settore che ha pagato il prezzo più alto e che comprende le case di cura e l’assistenza all’infanzia che garantisce alle donne la possibilità di tornare a lavorare, come afferma The Global and Mail.
S.C., S.P
In Brasile, a causa del Coronavirus, molte persone hanno perso il lavoro. Il giornale UOL ha spiegato perché sono state le persone di colore ad averne risentito maggiormente. Il motivo principale è che i settori più colpiti sono quelli del commercio e dell’edilizia, dove si trovano a lavorare più persone di colore e dove il salario è più basso. Nel secondo trimestre di quest’anno, il tasso di disoccupazione è arrivato al 13,3%. Analizzando il dato, seguendo il colore della pelle, il 17,8% dei disoccupati è di colore, il 15,4% è pardo (di discendenza africana ed europea) e il 10,4% è bianco.
M.P.
ASIA
In Cina, come riporta il South China Morning Post, si cerca di accelerare l’assimilazione delle minoranze etniche nella cultura maggioritaria Han, aggiungendo anche la Mongolia interna, dove le recenti riforme dell’istruzione hanno suscitato proteste da parte dei cittadini, spaventati da una possibile scomparsa della lingua mongola.
Gli studenti hanno organizzato scioperi, i genitori hanno ritirato i loro figli dalla scuola e sono circolate online petizioni che si opponevano all’introduzione di libri di testo e materie scolastiche da insegnare in cinese mandarino piuttosto che nella lingua locale.
Le riforme sono state annunciate pochi giorni prima dell’inizio del semestre scolastico, con nuovi libri di testo di lingua e letteratura, moralità e diritto e corsi di storia che saranno obbligatori per tutti i gradi delle scuole mongole entro il 2022.
La Cina riconosce ufficialmente 56 gruppi etnici e garantisce un livello di autonomia ad alcuni, ma Pechino ha chiarito alla fine dell’anno scorso che le cosiddette politiche di azione affermativa per questi gruppi erano state ridimensionate per promuovere l’integrazione nel gruppo di maggioranza cinese Han.
Le scuole di lingue delle minoranze tibetane e uiguri sono state per lo più eliminate dal 2017 e sostituite dall’insegnamento del cinese mandarino, in parallelo con un giro di vite di Pechino sul dissenso e la detenzione di massa di manifestanti e oppositori.
Pechino sta attuando politiche che potrebbero portare alla “distruzione totale della lingua, della cultura e dell’identità di tutte le minoranze etniche” in Cina, ha affermato Enghebatu Togochog, direttore del Centro di informazione sui diritti umani della Mongolia.
Lo studio della lingua mongola è in declino, con il numero di mongoli che scelgono scuole che usano la lingua che è sceso al 30% della popolazione etnica mongola in età scolare, da quasi il 60% nel 1990, secondo un post sul blog per la rivista Made in China di Christopher Atwood, professore di storia mongola e cinese presso l’Università della Pennsylvania.
Guidata dal comandante comunista mongolo Ulanhu, la Mongolia Interna è stata la prima regione autonoma istituita nel 1947, due anni prima della fondazione della nuova Cina comunista nel 1949.
Ulanhu, che in mongolo significa “figlio rosso del comunismo”, è stato determinante nella stesura della Legge sull’autonomia etnica regionale nel 1984, che garantiva i diritti dei gruppi etnici di gestire i propri affari interni e di studiare nelle proprie lingue fino all’università.
Da quando il presidente Xi Jinping è salito al potere nel 2012, Pechino ha abbracciato la cosiddetta politica etnica di seconda generazione, che sostiene che l’autonomia delle minoranze etniche porti a movimenti separatisti che minacciano la sicurezza nazionale.
La politica attuale, in materia di minoranze etniche, prevede l’integrazione delle stesse attraverso lo sviluppo economico, i matrimoni misti e l’uso del cinese mandarino. In tandem, prevede la rimozione delle politiche di azione affermativa per le minoranze in aree altamente competitive come l’istruzione.
L’obiettivo dichiarato della politica è quello di ottenere il “grande ringiovanimento” della nazione cinese eliminando le aree autonome e costruendo una singolare identità cinese al posto delle 56 minoranze etniche precedentemente riconosciute in Cina.
Secondo il Presidente Xi l’identità culturale è la radice dell’unità nazionale. La lingua e la scrittura comuni nazionali sono fondamentali per costruire una casa spirituale comune per tutti i minzu e rafforzare la coscienza comune della nazione cinese.
G.R.
OCEANIA
In Australia, secondo il The Guardian Andrew Liveris, amministratore delegato del governo Morrison, ha dichiarato mercoledì al National Press Club che sia l’Australia che gli altri Stati possono raggiungere le emissioni nette zero entro il 2050, espandendo in modo significativo la fornitura e l’uso domestico di gas.
Il gas è spesso descritto come avente circa la metà delle emissioni del carbone, ma gli studi hanno suggerito che ciò potrebbe essere dovuto soprattutto alla fuoriuscita di metano, che è un gas serra particolarmente potente.
S.C, S.P
Rassegna stampa a cura di:
Ariela Capuano (responsabile lingua inglese)
Salvina Calanducci e Simona Picci (lingua inglese)
Giulia Deiana (responsabile lingua francese)
Silvia Calbi e Elen’Alba Vitiello (lingua francese)
Alessandra Semeraro (responsabile lingua spagnola)
Lavinia Cataldi, Michela Di Franco e Ilaria Violi (lingua spagnola)
Veronica Battista (responsabile lingua portoghese)
Martina Pavone e Diana Fagiolo (lingua portoghese)
Silvia Santini (responsabile lingua tedesca)
Michela Sartarelli e Laura Razzini (lingua tedesca)
Clarissa Giacomini (responsabile lingua russa)
Silvia Noli, Diana Sandulli (lingua russa)
Sara Zuccante (responsabile lingua araba)
Samar Hassan (lingua araba)
Claudia Lorenti (responsabile lingua cinese & coordinatrice del progetto)
Gioia Ribeca (lingua cinese)