#POLITICAFFÈ

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Xi Jinping sorprende tutti: la Cina ridurrà le emissioni. Un semplice annuncio o un impegno serio?

Stampa statunitense

La Cina ha sostenuto per tanti anni che, in quanto economia in via di sviluppo, non avrebbe dovuto condividere lo stesso carico di riduzione delle emissione delle nazioni sviluppate, il cui inquinamento è rimasto incontrollato per decenni. The New York Times riporta la notizia per cui la Cina ha recentemente rilasciato una dichiarazione che si pone in netto contrasto con la politica adottata finora. Di quale dichiarazione si sta parlando? Si tratta, in realtà, dell’affermazione di Xi Jinping, Segretario generale del Partito Comunista Cinese, rilasciata qualche giorno fa durante una sessione (virtuale) di lavori dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. In questa occasione, Xi Jinping ha affermato che la Cina mira ad essere “carbon neutral” prima del 2060. Il Segretario ha sorpreso la comunità internazionale, fissando l’obiettivo di azzerare le emissioni nette di gas serra, di CO2, in atmosfera entro il 2060, aggiungendo che il picco di emissioni da parte della Cina avverrà entro il 2030.

La CNN ricorda che la Cina è il Paese che più contribuisce al riscaldamento del pianeta, producendo il 29% delle emissioni totali. Al contempo, però, è anche un Paese leader a livello mondiale per quanto riguarda le energie rinnovabili. Tuttavia, fino a qualche giorno fa, la Cina si era unicamente impegnata a fissare la data del raggiungimento del suo picco di emissioni all’anno 2030. Questa nuova presa di posizione sull’impronta di carbonio netta pari a zero entro il 2060 segna un momento fondamentale nella storia della lotta al cambiamento climatico e all’inquinamento.

Xi Jinping ha sostenuto che «l’umanità non può più ignorare i ripetuti avvertimenti della natura e seguire il sentiero battuto dall’estrazione di risorse senza investire nella conservazione». Così riporta Bloomberg. Per perseguire il suo obiettivo la Cina necessita di investimenti importanti. Secondo una stima elaborata dagli analisti della Sanford C. Bernstein & CO., la Cina dovrebbe spendere 5,5 trilioni, circa 160 miliardi l’anno, per raggiungere il suo obiettivo entro il 2050. Questo comporterebbe uno stravolgimento sostanziale nel mercato energetico cinese e non solo.

Si può avanzare l’ipotesi che non sia un caso che Xi Jinping si presenti proprio ora al mondo nella nuova veste di politico attento ai cambiamenti climatici. Il tema della tutela dell’ambiente è senza dubbio di estrema attualità nelle agende globali da decenni, ma l’amministrazione americana lo ha sempre riposto nel cassetto e anche nell’attuale campagna elettorale si vede come questa tematica non sembra suscitare particolare interesse nelle due parti in gioco. Si può dunque affermare che la Cina voglia assumere un ruolo di leadership sulla questione climatica nel prossimo futuro?

Stampa inglese

Con un annuncio che ha sorpreso tutti durante la virtuale Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Xi Jinping ancora una volta ha compiuto un gesto profondamente competitivo. La decisione di far diventare il suo Paese carbon neutral entro il 2060 è stata motivata – racconta il Financial Times – dall’emergenza da Covid-19, che ha convinto il Presidente cinese che il mondo ha bisogno di una rivoluzione, capace di accelerare lo “sviluppo verde”. A ciò si aggiunge il corollario per cui gli esseri umani non possono più ignorare gli avvertimenti della natura e che gli accordi di Parigi rappresentano solamente il minimo necessario per proteggere la terra. Altre importanti economie, tra cui l’Unione Europea e la Gran Bretagna, si sono poste il traguardo di portare a zero le emissioni entro il 2050, mentre gli Stati Uniti rimangono senza un obiettivo a emissioni zero. Anzi, a novembre dovrebbe realizzarsi il ritiro effettivo dagli accordi di Parigi, anche se Trump ha affermato che gli Stati Uniti hanno ridotto le proprie emissioni nonostante questa uscita. Ad ogni modo, questo annuncio finirà per esercitare ancora più pressione su Washington. Bisogna però chiarire che, affinché la Cina raggiunga questo obiettivo, sarà necessario ridurre drasticamente le emissioni e compensare questa azione con altri progetti verdi come il rimboschimento. E molti analisti hanno prontamente evidenziato che la Cina deve ancora chiarire cosa intende per “carbon neutral” e quali tipologie di offset include nella sua definizione. Li Shuo, funzionario di politica energetica di Greenpeace a Pechino, si è mostrato poco fiducioso verso il raggiungimento di questo proposito, poiché ha detto che in pratica, ogni singolo aspetto della vita quotidiana e dell’economia in Cina dovrebbe cambiare.

La BBC ci tiene a chiarire che tra il 2018 e il 2019, mentre gran parte del mondo iniziava ad abbandonare l’uso dei combustibili fossili, la Cina ha continuato ad aumentare il suo utilizzo spropositato. E solo la crisi pandemica era riuscita a far scendere le emissioni del Paese al 25%. Alcuni osservatori, infatti, hanno chiarito che facendo una simile affermazione in un tale momento, Xi Jinping abbia voluto semplicemente approfittare della riluttanza statunitense ad affrontare la questione climatica. Pura velleità geopolitica, dunque. Richard Black, direttore del think tank Energy and Climate Intelligence Unit (ECIU), ha aggiunto che la Cina non solo è il più grande responsabile al mondo delle emissioni di CO₂, ma è anche il più grande finanziatore energetico e rappresenta il più grande mercato; dunque, le sue decisioni sono fondamentali anche per le dinamiche di molti altri Paesi.

I maggiori Paesi inquinanti oltre alla Cina, fa sapere il Daily Mail, sono Stati Uniti, India, Russia, Iran, Arabia Saudita, Indonesia, Sud Africa, Turchia, Brasile e Australia. E la Cina solo nel 2018 ha rilasciato nell’atmosfera l’equivalente di 10 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, secondo il Global Carbon Project che monitora le emissioni in tutto il mondo. Ora, il termine “neutralità del carbonio” sta a indicare lo stop a rilasciare anidride carbonica aggiuntiva nell’atmosfera, ma tecnicamente i Paesi proseguono con le emissioni, se assicurano che una medesima quantità sia catturata sotto qualche altra forma. Un osservatore del MIT, John Sterman, ha specificato che se la Cina dovesse raggiungere questo intento, potrebbe impedire un ulteriore riscaldamento da 0,4 a 0,7 gradi Fahrenheit (o da 0,2 a 0,4 gradi Celsius) del pianeta. Ma per avere dati più certi bisognerà attendere un’analisi più approfondita, e comunque molto dipenderebbe da come e in quanto tempo, le emissioni vengono ridotte.

Chiara Aveni e Gaia Natarelli

FONTI:


China’s Pledge to Be Carbon Neutral by 2060: What It Means, disponibile su https://www.nytimes.com/2020/09/23/world/asia/china-climate-change.html, consultato il 25/09/2020
China Vows Carbon Neutrality by 2060 in Major Climate Pledge, disponibile su https://www.bloomberg.com/news/articles/2020-09-22/china-pledges-carbon-neutrality-by-2060-and-tighter-climate-goal, consultato il 25/09/2020
China Beat the U.S. to a Carbon Neutrality Pledge, https://www.bloomberg.com/news/articles/2020-09-22/china-beat-the-u-s-to-a-zero-carbon-emissions-climate-pledge, consultato il 25/09/2020
China will become carbon neutral by 2060, Xi Jinping says, disponibile su https://edition.cnn.com/2020/09/22/china/xi-jinping-carbon-neutral-2060-intl-hnk/index.html, consultato il 25/09/2020
China pledges to be ‘carbon neutral’ by 2060 disponibile su https://www.ft.com/content/730e4f7d-3df0-45e4-91a5-db4b3571f353, consultato il 25/09/2020
Climate change: China aims for ‘carbon neutrality by 2060’ disponibile su https://www.bbc.com/news/science-environment-54256826, consultato il 25/09/2020
President Xi pledges China will hit peak emissions before 2030 and become carbon-neutral by 2060 disponibile su https://www.dailymail.co.uk/news/article-8762515/China-aims-carbon-neutral-2060.html, consultato il 25/09/2020
China pledges to be ‘carbon neutral’ by 2060 disponibile su https://www.ft.com/content/730e4f7d-3df0-45e4-91a5-db4b3571f353, consultato il 25/09/2020
Climate change: China aims for ‘carbon neutrality by 2060’ disponibile su https://www.bbc.com/news/science-environment-54256826, consultato il 25/09/2020
President Xi pledges China will hit peak emissions before 2030 and become carbon-neutral by 2060 disponibile su https://www.dailymail.co.uk/news/article-8762515/China-aims-carbon-neutral-2060.html, consultato il 25/09/2020

#ATUTTOMONDO

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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT

Il ministro dell’Interno tedesco risponde alle critiche: “Abbiamo un cuore grande ma non abbiamo possibilità illimitate per l’accoglienza dei rifugiati”. In Francia il congedo di paternità viene allungato a 28 giorni invece che 14. Secondo uno studio, sembrerebbe che a Manaus (Brasile) la popolazione abbia raggiunto un’immunità di gregge al Coronavirus.

EUROPA

La Spagna e il Covid-19: due rette che sembravano volersi allontanare, ma le ultime notizie provenienti dal Paese ci dimostrano tutto il contrario. Secondo l’articolo di ABC, il Ministero della Salute ha certificato un nuovo record di contagi, arrivando a 10.799 nuovi casi e 241  morti nelle ultime 24 ore.

Approfondendo l’argomento, El Mundo afferma che la situazione peggiore rimane quella della Comunità di Madrid, arrivando a descriverla come “crescita sostenuta”, visti i 1011 nuovi contagi degli ultimi giorni; dalla prossima settimana, per provare a limitare i danni, le autorità metteranno in atto una serie di misure con il fine di evitare un secondo lockdown, grazie anche all’aiuto militare richiesto al premier Pedro Sánchez per realizzare più di mezzo milione di test nelle zone in questione. Per ultimo, anche El País aggiunge qualche dettaglio sul tema: oltre all’appoggio militare, è stato richiesto anche l’intervento di 222 squadre della Policía Nacional e della Guardia Civil per una corretta disinfezione delle zone e la riassunzione dei 300 medici extracomunitari che hanno lavorato a Madrid durante la prima ondata e che, a causa delle restrizioni statali della normativa vigente, non hanno potuto ricevere un contratto a lungo termine.

Tutte queste misure risolutive inizieranno, come già citato, il prossimo lunedì e proseguiranno per le prossime due settimane.

L.C, M.D.F. e I.V

In Svizzera, il Consiglio Nazionale ha esaminato il testo della Gioventù socialista “99%”, volto a tassare l’1% della popolazione svizzera più ricca. Come riportato da Le Matin, la sinistra scende sola in battaglia e deve affrontare l’opposizione della classe borghese. Secondo la Gioventù socialista, si potrebbero ridistribuire circa da 5 a 10 miliardi di franchi, allo scopo di ridurre il carico fiscale dei lavoratori a basso e medio reddito e finanziare prestazioni sociali, asili nido, sussidi di assicurazione sanitaria o formazione. La sinistra è preoccupata per il divario sempre crescente tra i più ricchi e i più poveri, che crea problemi economici e riduce il potere d’acquisto.

EA.V.

In Francia, Emmanuel Macron ha annunciato, mercoledì 23 settembre, che un progetto di legge di finanziamento dell’assistenza sociale, che sarà presentato al Consiglio dei ministri a inizio ottobre, sancirà l’estensione del congedo di paternità. Come riportato da Le Parisien, attualmente il congedo di paternità è di undici giorni, oltre ai tre giorni per la nascita. Per una maggiore parità di diritti tra uomini e donne, dal luglio 2021, il padre, o il secondo genitore, di un bambino nascituro o adottato potrà avere 28 giorni di congedo, contro i 14 attuali, dei quali sette giorni saranno obbligatori.

S.C.

In Belgio, nel 2021 la Difesa aprirà un numero record di posizioni (2.300, circa 300 in più rispetto al 2020), con 1.250 reclutamenti di soldati, 800 sottufficiali e 250 ufficiali per compensare le migliaia di pensionamenti previsti del personale giunto a fine carriera. Saranno reclutati anche 150 civili e 420 riservisti. Come riportato da Le Soir, è richiesto personale tanto femminile quanto maschile per tutte le posizioni.

S.C.

Uno studio fatto in Portogallo dall’Istituto di Salute Pubblica dell’università di Porto (ISPUP) ha mostrato che non esiste un collegamento diretto tra l’uso dei mezzi di trasporto pubblici e una maggiore diffusione del Covid-19. Sarebbe invece la privazione delle condizioni socio-economiche a determinare le aree più a rischio di infezione, si legge su Lusa. Inoltre, in vista dell’inizio dell’anno accademico la prossima settimana alcuni rettori e presidenti universitari, preoccupati per la diffusione del virus, hanno vietato le attività di praxe, una tradizione universitaria per l’accoglienza delle matricole che consiste nelle più svariate attività di comunità. Alcune istituzioni hanno proibito le attività all’interno dei propri campi, come l’Università di Lisbona e l’Università di Trás-os-Montes e Alto Douro. Da parte degli studenti alcuni gruppi accademici hanno già annunciato che non svolgeranno le attività, come quello di Porto e della facoltà di medicina dell’Università Nova di Lisbona, mentre il gruppo di Coimbra ha affermato che continuerà la tradizione nel rispetto delle norme sanitarie, riporta ancora Lusa.

D.F.

Mercoledì 23 settembre la Commissione europea ha proposto un nuovo piano per l’immigrazione, basato su un “meccanismo di solidarietà obbligatoria”. Atteso dalla scorsa primavera, rimandato per via della pandemia, il patto per la nuova politica di asilo e migrazione è stato presentato a Palazzo Berlaymont. Di certo, l’ultimo disastro a Moria e le migliaia di rifugiati senza dimora hanno accelerato le mosse. A tal proposito, i circa 12.000 migranti hanno scatenato un dibattito sull’accoglienza, soprattutto in Germania.Secondo quanto si legge su Frankfurter Allgemeine, l’Unione CDU/CSU e i socialdemocratici (SPD) martedì 22 settembre si sono accordati sull’accoglienza di 1553 rifugiati provenienti da ben cinque isole greche e riconosciuti come bisognosi di protezione. Il ministro dell’Interno Seehofer risponde così a chi critica la posizione del governo tedesco: «Bisogna smettere di pensare che solo chi è a favore di un’ammissione illimitata abbia un cuore e chi sostiene un’azione intelligente e ponderata, limitando e controllando l’immigrazione, è un mostro senza cuore. Abbiamo un cuore grande ma non abbiamo possibilità illimitate per l’accoglienza dei rifugiati». Così ha dichiarato in un’intervista al giornale Bild.

In ambito più generale invece, secondo le ultime notizie riportate dalla testata Der Spiegel,il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è decisa a prendere in mano la situazione e a far chiarezza su più punti: innanzitutto i nuovi arrivi alle frontiere esterne dell’UE dovranno essere registrati più rapidamente e i migranti irregolari dopo un massimo di cinque giorni seguiranno particolari procedure, tra cui il rapido rimpatrio. Al fine di rafforzare le frontiere esterne, è stato pertanto previsto un ufficio di coordinazione che si occuperà di gestire e applicare le misure dei vari Stati. Poi, gli Stati membri dovranno rispettare il principio di solidarietà tra loro, contribuendo a sostenere quelli sotto pressione. Un passo avanti questo, da parte della Commissione, volto a sanare le divergenze con i Paesi europei dell’Est sulla cosiddetta “quota obbligatoria” per la distribuzione dei richiedenti asilo. Oggi, la nuova proposta prevede un aut aut: o un contributo materiale ad accettare i migranti o un impegno ad agevolarne il rimpatrio (per i respinti) entro un certo periodo di tempo. «Non siamo più nel 2015, la situazione può essere gestita», ha detto il Commissario agli Interni Ylva Johansson. All’epoca, al culmine della crisi, 1,8 milioni di persone erano entrate irregolarmente nell’UE, e quasi tutti erano rifugiati. Nel 2019 sono stati registrati solo 140.000 immigrati irregolari, di cui solo un terzo con diritto all’asilo. Il ministro federale degli Interni Seehofer è scettico sulle tempistiche di effettiva attuazione delle proposte UE. Già nel fine settimana scorso aveva mostrato comprensione per chi non ha voluto accogliere i rifugiati dalle isole greche memore degli eventi del 2015, ma riguardo la Germania pone un freno: «molti dei nostri vicini europei mi chiedono perché dovremmo partecipare alle proposte europee in materia di immigrazione quando noi tedeschi ci siamo comportati sempre da campioni morali e ci hanno messo sotto pressione. È difficile non essere d’accordo con loro, la Germania infatti agirà come partner, non come guardiano dell’Europa».

M.S., L.R.

Nel Regno Unito, secondo il The Guardian e Forbes la proposta di legge di stampo progressista, nata sotto il governo di Theresa May e che avrebbe semplificato la vita delle persone transgender che decidono di intraprendere il percorso di transizione sessuale, non è stata accettata dal governo.

Tale proposta avrebbe dato la possibilità alla comunità LGBTQ di “auto-identificarsi” in un genere, grazie a una semplice auto-certificazione che avrebbe modificato il certificato di nascita e ovviato al fatto di dover fornire prove di una diagnosi medica di disforia di genere.

Nancy Kelley, amministratrice delegata di Stonewall, ha dichiarato: “Oggi il governo britannico non ha mantenuto la promessa di riformare il Gender Recognition Act e ha perso l’opportunità di far progredire l’uguaglianza LGBT”.

Liz Truss, politico britannico, ha affermato: “Le persone trans affermano che le liste d’attesa nelle cliniche di genere del National Health Service sono troppo lunghe. Sono d’accordo e allo stesso tempo preoccupata per il disagio che questa decisione può causare. Proprio per questo stiamo aprendo almeno tre nuove cliniche di genere quest’anno, che dovrebbero ridurre le liste d’attesa di circa 1.600 pazienti entro il 2022. L’intero beneficio dell’aumento della capacità clinica che siamo stati in grado di assicurare porterà a una maggiore scelta dei pazienti, a tempi di attesa più brevi, a una migliore copertura geografica e a un accesso più facile. Inoltre, sarà più facile soddisfare i requisiti medici per ottenere un GRC (Gender Recognition Certificate)”.

S.C., S.P.

La Federazione Russa ha preso parte alla settantacinquesima Assemblea generale dell’ONU (UNGA), svoltasi dal 22 al 29 settembre e preceduta il 21 settembre da una riunione ad alto livello per commemorare il settantacinquesimo anniversario dell’organizzazione in nome dell’impegno per multilateralismo. La sessione dell’Assemblea generale, quest’anno si è tenuta on-line per via della pandemia da Covid-19. 

Il primo giorno del vertice ha preso la parola il presidente russo Putin, il quale, ha ribadito il ruolo dell’ONU all’interno della comunità internazionale, riconoscendo che “la Carta rimane il principale diritto internazionale e l’organizzazione stessa sta adempiendo alla sua missione di preservare la pace”.  Tuttavia, egli ha ammesso che “le Nazioni Unite non dovrebbero irrigidirsi, ma riflettere i cambiamenti e le dinamiche del ventunesimo secolo, adattandosi al mondo moderno che sta diventando complesso, multidimensionale e multipolare”. Nel sottolineare l’importanza di ricordare la Storia, il presidente della Federazione Russa ha inoltre aggiunto che “cercare di rivederla è particolarmente pericoloso quando il sistema di controllo degli armamenti si degrada, i conflitti regionali continuano e le minacce poste dal terrorismo, dalla criminalità organizzata e dal traffico di droga si intensificano”.

Nell’affrontare il punto di vista economico delle conseguenze della pandemia non solo in Russia, ma a livello internazionale, Putin ha avanzato la proposta di una rinuncia alle sanzioni “Illegittime”, che potrebbe portare, a suo parere, parecchi vantaggi, tra cui un “aiuto per ripristinare la crescita globale”. Oltre alle sanzioni, anche barriere commerciali e divieti dovrebbero essere rimossi, al fine di combattere la disoccupazione venutasi a creare con la pandemia. Inoltre, per uscire dalla crisi, “la Russia propone di costruire i cosiddetti “corridoi verdi” per la libera circolazione di beni vitali, quali cibo, medicinali e dispositivi di protezione individuale, richiesti specificamente per combattere la pandemia”, ha affermato il capo dello Stato.

Restando sempre in tema di politica estera ed internazionale, alcuni diplomatici russi in missione commerciale in Bulgaria sono stati accusati di spionaggio. In data 24 settembre, il primo ministro bulgaro Boyko Borisov ha dichiarato che sono state raccolte abbastanza prove per espellere i diplomatici dal paese. “Sono cose inammissibili nel nostro territorio e chiunque sarà coinvolto in attività di spionaggio sarà tenuto sotto stretto controllo ed espulso”, così ha commentato la vicenda il primo ministro Borisov.

L’ambasciata russa a Sofia ha rigettato la richiesta di rimpatrio per i due funzionari russi, i quali sembrano essere stati coinvolti in attività di spionaggio dal 2016, raccogliendo informazioni sulle forze armate bulgare e controllando i database militari.

Il ministro degli esteri bulgaro li ha dichiarati “Persone non gradite”, dando loro 72 ore per lasciare il paese. Il ministro degli esteri russo ha invece criticato duramente la decisione bulgara. “Siamo molto dispiaciuti per l’esito della missione commerciale russa in Bulgaria, poiché l’espulsione di due diplomatici senza prove evidenti ci sembra un tentativo di sabotaggio per più costruttivi rapporti tra Russia e Bulgaria”, ha specificato il ministro. Il ministero degli esteri russo ha aggiunto che verranno rilasciati ulteriori aggiornamenti sull’evoluzione della situazione.

 S.N., D.S.

AFRICA

Come riportato da Maliweb, in seguito al colpo di Stato del mese scorso, il capo della giunta militare del Mali, il colonnello Assimi Goita, chiede alla Comunità degli Stati dell’Africa occidentale (Cedeao) di revocare le sanzioni imposte, tra cui figurano la sospensione degli organi decisionali, la chiusura delle frontiere e l’interruzione degli scambi finanziari e commerciali con il Mali, a eccezione dei beni di prima necessità, delle medicine, delle apparecchiature mediche contro il Coronavirus, dei prodotti petroliferi e dell’elettricità. Inoltre, i leader militari hanno nominato un ex Ministro della Difesa, Bah Ndaw, come nuovo presidente della transizione.

EA.V.

Il Mozambico ha richiesto l’aiuto dell’ONU per la formazione delle sue forze al fine di combattere gli attacchi armati da parte di gruppi terroristici che minacciano continuamente la provincia di Cabo Delgado, nel nord del Paese, riporta DW. La richiesta è stata criticata in quanto presa dal Consiglio dei ministri senza consultare l’Assemblea della Repubblica o il Consiglio di Sicurezza, escludendo così anche i cittadini dalle vicende del governo.

D.F.

Il giornale Novo Jornal riporta lo sterminio degli squali in Angola, finalizzato alla vendita delle pinne in Cina. La denuncia arriva da EcoAngola, un progetto filantropico di educazione e conservazione ambientale. Le denunce sono iniziate il 12 settembre nel municipio di Cacuaco, nella provincia di Luanda senza però avere delle immagini come prova. L’amministratore delegato della EcoAngola, Érica Tavares, ha poi ricevuto delle foto scattate a Cacuaco che ritraggono numerosissimi squali pescati solo per tagliarne le pinne. Tavares specifica che la ragione di questo commercio è la zuppa di pinne consumata in Asia poiché si pensa che abbia benefici medici e poteri afrodisiaci ma in realtà si tratta di una leggenda.

M.P.

MEDIO ORIENTE

Le autorità del Regno dell’Arabia Saudita hanno deciso di consentire a cittadini e residenti di eseguire l’ʿUmra, ovvero il pellegrinaggio minore, a partire dal 4 ottobre dopo una pausa di quasi sette mesi a causa dei timori legati allo scoppio del Coronavirus.

Secondo l’agenzia di stampa ufficiale saudita, “SPA”, l’ʿUmra verrà gradualmente eseguita in quattro fasi.

Ai cittadini e residenti del Regno sarà consentito di eseguire l’ʿUmra a un ritmo di 6.000 pellegrini al giorno, che rappresenta il 30% della capienza della Grande Moschea, modificata per rispettare le misure sanitarie precauzionali.

Il 18 ottobre, il numero di pellegrini potrà raggiungere il 75 % (15.000 pellegrini).

Con l’inizio di novembre l’Arabia Saudita consentirà ai visitatori, provenienti da alcuni Paesi considerati sicuri, di partecipare ai rituali di esecuzione dell’Umrah raggiungendo il 100 % della capienza (20.000 pellegrini), come riportato dalla BBC Arabic.

La Giordania ha negato di avere legami con la Med Wave Shipping, compagnia di navigazione alla quale l’Unione Europea ha imposto sanzioni per aver violato l’embargo sulle armi imposto alla Libia. La compagnia gestisce infatti una nave, chiamata Bana, per la quale sono state rilevate violazioni dell’embargo sulle armi verso la Libia nel gennaio 2020. Il portavoce del Ministero degli Affari Esteri, Ambasciatore Dhaif Allah Al-Fayez, ha dichiarato che la Med Wave Company non è giordana, non è registrata in Giordania e non ha presenza sul territorio giordano.

 Al-Fayez ha inoltre aggiunto che le autorità competenti hanno rivelato la “presunta” ubicazione della compagnia nella capitale Amman, secondo l’indirizzo contenuto nei documenti delle Nazioni Unite, e si è riscontrato che questa società non esiste al suo interno.

Il Governo giordano inviarà tutte le informazioni necessarie a dimostrare agli organismi internazionali competenti che la società non è registrata in Giordania e non opera nelle sue terre, secondo quanto riportato dalla CNN Arabic.

Il Ministro della Sanità palestinese, Mai Al-Kaila, ha annunciato che nelle ultime 24 ore sono stati registrati 503 nuovi casi di coronavirus e tre decessi.

In un comunicato stampa diffuso da Asharq Al-Awsat, Al-Kailah ha affermato che il governatorato di Hebron ha registrato il maggior numero di nuovi contagiati, con un totale di 150, seguito dal governatorato di Betlemme con 79 casi e dalla Striscia di Gaza che ha registrato 73 contagi, mentre il resto dei casi sono distribuiti in diverse aree della Cisgiordania.

Al-Kailah ha aggiunto che “sono in corso lavori con tutti i partner per risolvere la crisi riguardante la scarsità di materiali per testare e combattere la pandemia”. Le società di fornitura stanno infatti aspettando che i materiali arrivino dall’esterno della Palestina per fornirli al Ministero della Salute.

Il database del Ministero della Salute palestinese mostra che il numero totale di casi ha raggiunto 47.117, di cui 34.421 guariti e 317 decessi.

S.H.

AMERICA

Torna in prima pagina de El Paísil Nicaragua e le nuove azioni del suo presidente Daniel Ortega. Questa volta, durante le prime settimane di settembre, il capo di Stato ha presentato in Parlamento dei progetti di legge, con carattere di urgenza, per sostenere la condanna al carcere a vita per tutti coloro i quali commettessero dei crimini di odio contro il Paese e per incriminare allo stesso modo qualsiasi tentativo di ingerenza esterna nel Paese. Questi nuovi progetti sono rivolti principalmente a tutti gli oppositori che, dal 2018, lottano contro il regime e agli Stati che, fino a questo momento, hanno cercato di far parte della vita del Paese, anche e, soprattutto, attraverso finanziamenti. Il secondo progetto di legge è particolarmente ampio e dettagliato: verrà proibito di ricevere capitale straniero a qualsiasi tipo di organizzazione, movimento politico, partito, coalizioni o alleanze politiche, ma anche a persone singole che abbiano qualche ruolo nella politica nicaraguense come funzionari, impiegati pubblici e candidati a incarichi pubblici. Questo criterio permetterebbe di sorvegliare attentamente una buona fetta della società che sia – seppur minimamente – coinvolta con persone o società straniere; la violazione potrà essere punita con multe, confische dei beni, congelamento dei fondi e revoca dello status giuridico della persona indagata.

Secondo gli esponenti dell’opposizione, il secondo progetto in particolare potrebbe rivelarsi molto pericoloso, perché, oltre a intimidire gli avversari politici, rischierebbe di diventare uno strumento per ostacolare coloro i quali sostengono un’apertura verso una transizione democratica pacifica, che è il tanto desiderato obiettivo per le prossime elezioni del novembre 2021.

L.C, M.D.F. e I.V

Negli Stati Uniti la sentenza per l’omicidio di Breonna Taylor, una donna afroamericana uccisa lo scorso marzo, sta scatenando nuove proteste nazionali perché ritenuta ingiusta nei confronti della vittima.

Secondo l’articolo pubblicato da USA Today, uno dei tre agenti coinvolti nell’incidente è stato incriminato, ma non per la morte della donna, ciò ha scatenato un’ondata di proteste in cui i manifestanti chiedono giustizia e uguaglianza.

Secondo CNN, in molti hanno espresso la loro indignazione scendendo in piazza nelle principali città americane come Louisville, Los Angeles, Atlanta e New York, a sei mesi dalla morte di Taylor.

L’FBI è ancora impegnato in alcune indagini per individuare ulteriori violazioni delle leggi federali legate alla presunta irruzione in casa della vittima e la dinamica della sparatoria che ha coinvolto i tre agenti a Louisville, come riportato da Associated Press.

S.C., S.P

In Canada, Pierre Anctil, il presidente del consiglio di amministrazione dell’Istituto di Cardiologia di Montreal, nel bel mezzo di un controverso piano di vendita dei dati sanitari dei cittadini quebecchesi, ha ammesso alla polizia di essere stato coinvolto in discutibili operazioni di finanziamento politico mentre lavorava alla SNC-Lavalin. Le Journal de Québec ha potuto leggere la dichiarazione, datata 21 aprile 2014, in cui Anctil afferma di aver incontrato più volte l’ex finanziere liberale Marc Bibeau e di avergli consegnato una busta contenente degli assegni.

S.C.

In Brasile, come scrive il giornale UOL, nella città di Manaus, nello stato di Amazonas, si pensa che la popolazione abbia raggiunto l’immunità di gregge. Lo studio è stato pubblicato sul sito medRxiv ed è stato condotto da 34 ricercatori sia brasiliani che non. Sono stati analizzati dei dati sui contagi tramite la modellazione matematica e si è stimato che il 66% della popolazione presenta anticorpi contro il nuovo Coronavirus, in una città come Manaus, tra le più colpite dal Covid-19. Infatti, la percentuale potrebbe essere abbastanza alta per rendere inefficace la trasmissione del virus. Oggi Manaus è una delle città ad aver riaperto prima: dopo essere stata scenario di numerosi decessi, da settimane registra una media di 3,6 al giorno.

M.P.

ASIA

In Cina, come riportato dal South China Morning Post, gli agricoltori cinesi lottano con la carenza di manodopera rurale in vista del raccolto autunnale, mentre crescono le preoccupazioni sulla sicurezza dell’approvvigionamento di grano della nazione.

Con la rapida crescita economica della Cina e l’incredibile ritmo di urbanizzazione negli ultimi quattro decenni, centinaia di milioni di persone hanno abbandonato le campagne e sono emigrate nelle aree urbane per posti di lavoro meglio retribuiti, lasciando una popolazione in età lavorativa in calo nei villaggi rurali, un fenomeno chiamato dagli analisti svuotamento “rurale”.

Pechino ha da tempo sottolineato la necessità di promuovere l’agricoltura automatizzata, anche aggiornando i macchinari per consentire una produzione su larga scala più efficiente di colture di qualità superiore con meno personale.

L’impatto di tre recenti tifoni e delle inondazioni diffuse nell’Heilongjiang, la più grande provincia cinese di coltivazione del mais e leader nella meccanizzazione agricola, ha evidenziato ancora di più la carenza di manodopera rurale.

Le tempeste hanno appiattito gran parte del raccolto di mais dell’Heilongjiang e hanno reso impossibile la raccolta a macchina in alcune aree, sollevando ulteriori preoccupazioni per i raccolti in uno dei centri agricoli della Cina.

Le macchine agricole non sono in grado di svolgere un lavoro, quindi si devono avere persone in grado di manovrarle, che però non ci sono e questo non fa altro che aumentare i costi di lavoro per i piccoli agricoltori, che spesso non possono permetterselo.

Le tre province nord-orientali della Cina, Heilongjiang, Jilin e Liaoning, hanno tutte registrato un declino della popolazione con 331.300 persone che hanno lasciato la regione l’anno scorso, secondo i dati del governo.

Una volta centri industriali, le tre province sono ora conosciute come “China’s rust belt” grazie alla loro incapacità di scrollarsi di dosso una mentalità di pianificazione statale radicata e di spostare l’economia lontano dalla dipendenza dalle risorse in declino.

Complessivamente, la popolazione rurale cinese è diminuita di 12,39 milioni a 551,62 milioni di persone nel 2019 e ora rappresenta il 39,4% del totale del paese, un forte calo dall’89,36% di sette decenni fa, secondo il National Bureau of Statistics (NBS).

La campagna cinese è stata per decenni una fonte di manodopera migrante a basso costo per i produttori delle città, ma questo ha portato a una minore allocazione del benessere e delle risorse alle aree rurali, con conseguente aumento del divario di ricchezza.

Il reddito disponibile medio pro capite dei residenti rurali è stato di 6.682 yuan nella prima metà del 2020, solo il 34% dei redditi nelle aree urbane, secondo la NBS.

Zhao, del paese di Longjiang, ha assunto un secondo lavoro come venditore di assicurazioni perché non guadagna abbastanza coltivando la terra.

Nonostante l’aumento dei prezzi del mais quest’anno, Zhao ha affermato che era improbabile che ne traesse beneficio poiché il tifone aveva danneggiato gran parte del suo raccolto, il che significa che i commercianti locali avrebbero ridotto il prezzo di acquisto.

Yang Baolong, presidente della China Soybean Association e direttore generale del Beidahuang Group, il più grande gruppo agricolo e agroalimentare della nazione, ha affermato che la pandemia e i tifoni sono stati un campanello d’allarme per il settore agricolo cinese.

Al giorno d’oggi, le banche difficilmente concedono prestiti agli agricoltori e le sovvenzioni agricole stentano ad arrivare. Le università agricole si concentrano sull’aspetto economico e finanziario invece che sulla semina, sulla fertilizzazione del suolo e sul giardinaggio. Il mondo rurale sembra andare sempre di più scomparendo e con lui una cultura e una tradizione che esistono ormai da secoli.

G.R.

OCEANIA

In Nuova Zelanda sono avvenuti episodi di razzismo nei confronti della comunità indigena Maori.

Secondo RNZ, alcuni studenti Maori sono in dubbio sull’iscrizione all’università poiché potrebbero non essere tutelati, come afferma l’Associazione degli Studenti Maori.

Anche i professori sono soggetti al razzismo. È il caso di Margaret Mutu, insegnante Maori, che insieme ad altri colleghi hanno firmato una lettera contro il sistema razzista universitario, in cui ha anche spiegato come alcuni studenti le abbiano confidato di sentirsi ancora discriminati, come si legge su Nzherald.co.nz.

S.C, S.P

Rassegna stampa a cura di:

Ariela Capuano (responsabile lingua inglese)
Salvina Calanducci e Simona Picci (lingua inglese)
Giulia Deiana (responsabile lingua francese)
Silvia Calbi e Elen’Alba Vitiello (lingua francese)
Alessandra Semeraro (responsabile lingua spagnola)
Lavinia Cataldi, Michela Di Franco e Ilaria Violi (lingua spagnola)
Veronica Battista (responsabile lingua portoghese)
Martina Pavone e Diana Fagiolo (lingua portoghese)
Silvia Santini (responsabile lingua tedesca)
Michela Sartarelli e Laura Razzini (lingua tedesca)
Clarissa Giacomini (responsabile lingua russa)
Silvia Noli, Diana Sandulli (lingua russa)
Sara Zuccante (responsabile lingua araba)
Samar Hassan (lingua araba)
Claudia Lorenti (responsabile lingua cinese & coordinatrice del progetto)
Gioia Ribeca (lingua cinese)

#POLITICAFFÈ

Pubblicato il

Terrore per un nuovo lockdown: linea dura nel Regno Unito

Stampa statunitense

Quello del coronavirus non è ancora un capitolo chiuso per il Regno Unito. Infatti, per la popolazione inglese sta assumendo sempre più concretezza la possibilità di vivere un nuovo lockdown. Negli ultimi 30 giorni si è registrato un costante aumento dei casi, attestandosi intorno ai quasi 5000 nuovi casi al giorno. The New York Times spiega che il governo britannico ha annunciato sanzioni più severe per coloro i quali non rispettino le restrizioni imposte per evitare il contagio. Infatti, dalla fine del mese di settembre, il governo ha pianificato l’imposizione di multe anche di circa 1000 pounds (circa 1092 euro) per i trasgressori. Il ministro britannico per la salute e gli affari sociali, Matt Hancock, ha affermato che il Governo fa affidamento sul dovere civico delle persone nel fare la scelta giusta, ma purtroppo vi è una minoranza di individui che non lo fa. Proprio per questa ragione, secondo il Governo, sarebbe necessario implementare tali sanzioni.

Bloomberg sottolinea come i ministri britannici in questo momento stiano cercando la strategia migliore per bilanciare la lotta al virus e aiutare l’economia a riprendersi dalla peggiore recessione che si è avuta nell’ultimo secolo. Tutto ciò ha innescato innumerevoli discussioni e portato a divisioni all’interno del Governo circa la via migliore da seguire. Diversi sono gli scenari che vengono presentati dal Governo inglese in questi ultimi giorni. Ad esempio, potrebbero essere imposti lockdown locali – come sta chiedendo il sindaco di Londra Sadiq Khan – ed aumentate alcune restrizioni sociali. In particolar modo, queste ultime hanno sollevato numerose polemiche, sottolinea sempre Bloomberg, poiché le direttive si sono rivelate confuse e imprecise, lasciando milioni di inglesi nel dubbio circa le misure esatte da rispettare. Inoltre, il cosiddetto telelavoro sembra prendere sempre più spazio e gli uffici sembrano destinati a rimanere vuoti o con personale ridotto ancora a lungo. Infatti, con il recente incremento del numero dei casi, le autorità stanno chiedendo di lavorare a casa e non recarsi in ufficio. Infine, rimane il grande quesito del vaccino. Hancock afferma che esiste la possibilità che venga reso disponibile entro la fine dell’anno.

La CNN pone l’accento sulla situazione particolarmente scomoda che il Primo Ministro Boris Johnson si trova ad affrontare. Infatti, se il Regno Unito non sarà in grado di tenere sotto controllo la diffusione del virus, Johnson verosimilmente si troverà in una situazione piuttosto difficile da gestire. Dall’inizio dello scoppio della pandemia, Londra è stata la capitale europea che ha accusato maggiormente il colpo della recessione economica. Nel complesso la popolazione inglese si è mostrata ligia nel seguire le regole imposte dal Governo durante il primo lockdown. Nonostante ciò, ad oggi il Regno Unito ha il maggior numero di morti in Europa. L’elevato numero di vittime e la diffusione del malcontento nei confronti della gestione del virus da parte del governo mettono a repentaglio il secondo mandato di Johnson al Governo.

Stampa inglese

La Gran Bretagna impone una nuova stretta sulla vita sociale della sua popolazione. Dalla prossima settimana infatti, entreranno in vigore delle nuove norme che vogliono sbarrare la strada alla diffusione del Covid 19. Le ultime misure restrittive si estenderanno per i prossimi sei mesi, salvo “progressi tangibili”. Lo Chief Medical Adviser del governo londinese Chris Whitty spiega che il limite temporale coincide con la necessità di fronteggiare il clima più freddo in arrivo nei prossimi mesi. Così il Telegraph comincia un lungo articolo, dove fa sapere nel dettaglio tutte le novità introdotte dal Governo. Ebbene, gli sport di squadra saranno permessi solo outdoor e i tifosi dovranno ancora aspettare per accomodarsi all’interno delle strutture sportive. Le persone che vorranno dirsi “sì” potranno avere al loro fianco un massimo di quindici persone. Pub, bar e ristoranti dovranno chiudere alle 22 e potranno offrire ai loro clienti esclusivamente il servizio al tavolo. Le multe per le trasgressioni inizieranno dalla soglia delle 200£. Per quel che riguarda l’istruzione, il governo ha detto che le scuole saranno le ultime a chiudere; al contrario per le università si prospetta il ritorno della didattica online. Il governo inoltre, per fronteggiare il prossimo aumento del tasso di diffusione, ha imposto forti contenimenti per gli incontri sociali e proprio in quest’ottica ha incoraggiato il ritorno allo smartworking. Per il momento dunque, è stato deciso di evitare il blocco definitivo ma queste norme mostrano tutto il loro rigore.

La BBC fa sapere che in Scozia è stato imposto il divieto di visita presso le case delle altre persone, in Galles coloro che saranno costretti all’autoisolamento riceveranno una somma di 500£ e nell’Irlanda del Nord sono severamente vietati gli incontri al di fuori del proprio nucleo di conviventi. Le morti per Covid-19 sono rimaste basse fino all’11 settembre, tuttavia gli esperti sono preoccupati per il loro rapido aumento. Infatti tali misure, spiega Sir Patrick Vallance, sono state introdotte poiché le previsioni suggeriscono che potrebbero esserci 50.000 nuovi casi al giorno entro la metà di ottobre e questo porterebbe le possibili morti a un numero di 200 al giorno entro metà novembre.  

Torna dunque la paura sull’isola britannica.

Chiara Aveni e Gaia Natarelli

FONTI

Ruth Bader Ginsburg, Belarus, Aleksei Navalny: Your Monday Briefing, disponibile su https://www.nytimes.com/2020/09/20/briefing/rbg-belarus-aleksei-navalny.html, consultato il 21/09/2020

Health Officials Tiptoe Around Trump’s Coronavirus Vaccine Timeline, disponibile su https://www.nytimes.com/2020/09/20/world/covid-coronavirus.html, consultato il 21/09/2020

The UK’s doubling coronavirus cases mean Boris Johnson can’t wake up from his Covid-19 nightmare, disponibile su  https://edition.cnn.com/2020/09/21/uk/uk-coronavirus-second-lockdown-boris-johnson-intl-gbr/index.html, consultato il 21/09/2020

Boris Johnson’s Choices as U.K. Faces Second Virus Lockdown, disponibile su https://www.bloomberg.com/news/articles/2020-09-21/johnson-considers-options-for-u-k-s-next-coronavirus-lockdown, consultato il 21/09/2020

Is the UK heading for a second national lockdown? The new Covid rules from Boris Johnson’s update disponibile su https://www.telegraph.co.uk/news/2020/09/23/lockdown-second-uk-circuit-breaker-new-rules-national/, consultato il 23/09/2020

Covid rules: what are the new coronavirus restrictions? disponibile su https://www.bbc.com/news/explainers-52530518, consultato il 23/09/2020

#ATUTTOMONDO

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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT

La Francia respinge il progetto di accordo di libero scambio tra UE e Mercosur in nome della lotta al riscaldamento globale. Un altro leader positivo al Covid-19: Alejandro Giammattei, presidente del Guatemala. Svizzera e Australia, proteste in piazza contro le restrizioni per il Coronavirus.

EUROPA

El Mundo racconta una bella storia proveniente dalla Spagna avente protagonista una compagnia di burattinai che, con i loro spettacoli, hanno ridato vita a un piccolo villaggio dell’Aragona situato sui Pirenei. Paco Paricio e Pilar Amorós, dopo aver abbandonato i rispettivi lavori, si sono dedicati alla loro passione, i burattini, fondando la compagnia Titiriteros de Binéfar e portando le loro rappresentazioni in giro per il mondo, ma è ad Abizanda, paesino aragonese dal nome fiabesco, che hanno dato inizio ad un progetto che coniuga la passione per lo spettacolo con l’amore per la vita rurale e il rispetto delle tradizioni. Con la collaborazione dei cittadini del villaggio, la compagnia ha allestito un museo dove vengono esposti burattini provenienti da tutto il mondo e un teatro nel quale vengono rappresentati gli spettacoli che hanno ottenuto un successo tale da richiamare, ogni anno, oltre diecimila visitatori. Il flusso turistico ha dato nuova linfa vitale alla cittadina – che conta solo cento abitanti – riempiendo le strade di gente interessata non solo ai Titiriteros, ma anche alla storia e alle tradizioni del posto che possono essere apprezzate grazie a diverse iniziative quali escursioni guidate e percorsi in bicicletta per conoscere il territorio circostante e visite istruttive al Museo de Creencias y Religiosidad Popular di Abizanda. Questo sodalizio tra la compagnia e i cittadini del borgo ha permesso una rinascita economica e culturale di Abizanda, facendola uscire dall’isolamento in cui era geograficamente confinata.

L.C, M.D.F. e I.V

In Svizzera, nel pomeriggio di sabato 19 settembre centinaia di persone si sono riunite in piazza Turbine a Zurigo per manifestare contro le misure di sicurezza adottate dalle autorità per far fronte al Coronavirus e hanno espresso il proprio scetticismo riguardo alla pandemia. Come riportato da Le Matin, poiché i manifestanti non indossavano la mascherina, la polizia è intervenuta esortando i presenti a lasciare la piazza e hanno proceduto a controlli d’identità. Tra i manifestanti, partecipavano attori svizzeri come Andreas Thiel, il quale sosteneva che la situazione attuale ha qualcosa di simile a un regime fascista in cui non c’è libertà di opinione.

EA.V.

La Francia respinge il progetto di accordo di libero scambio tra l’Unione Europea e i quattro paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay), negoziato nell’arco di vent’anni in nome della lotta al riscaldamento globale. Come riportato da Le Monde, una commissione di esperti guidata dall’economista ambientale Stefan Ambec ha presentato un rapporto secondo il quale la deforestazione raggiungerebbe un tasso annuo del 5% nei sei anni successivi all’eventuale attuazione dell’accordo a causa di un incremento dell’allevamento di bovini. In altre parole, il costo ambientale sarebbe superiore ai benefici commerciali. Perciò il primo ministro Jean Castex ha giustificato la propria opposizione, la mattina di venerdì 18 settembre, a causa della pericolosa deforestazione che l’accordo comporterebbe.

S.C.

In Belgio, i rappresentanti dei sette partiti che si sforzano di formare una nuova maggioranza federale si sono incontrati con discrezione nella mattinata di domenica 20 settembre per confrontarsi sulle diverse prospettive. Come riportato da La Libre Belgique, l’intenzione dei partiti della futura coalizione, denominata Vivaldi, composta da sette partiti (il PS, lo sp.a., l’MR, l’Open Vld, Ecolo, Groen e il CD&V), è di far nominare dal Sovrano un futuro Primo Ministro, su proposta dei presidenti dei partiti Open Vld e sp.a, Lachaert e Connor Rousseau.

S.C.

In Portogallo si è tenuta la scorsa settimana una riunione speciale della task force governativa dedicata all’emergenza Covid in seguito al continuo aumento di casi, più di 500 nelle ultime 24 ore. La prossima settimana la Direzione Generale della Salute (DGS) rivelerà il piano per il periodo dell’autunno/inverno. Il primo ministro ha sottolineato ancora l’importanza del rispetto delle regole di igiene da parte dei singoli cittadini, che è la base per superare l’emergenza, ed ha inoltre ribadito che non ci sarà un ritorno al lockdown nè interruzioni nell’anno scolastico/accademico così come il lavoro in fabbrica, riporta Lusa.

D.F.

A partire dallo scoppio della pandemia, l’organizzazione responsabile per il controllo e la prevenzione delle malattie in Germania, l’Istituto Robert Koch, continua a rendere pubblici i dati riguardo il numero di casi effettivamente accertati. Stando a quanto emerge sul giornale Die Zeit, sabato si è raggiunto il valore più alto da aprile con ben 2.297 casi e oggi è stato riportato un numero leggermente inferiore a ieri, pari a 1.345. Il RKI ha confermato un picco di nuove infezioni, come sta succedendo d’altra parte contemporaneamente anche in altri Paesi. Secondo quanto emerge da un rapporto della Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung (FAS), i medici avvertono che le unità di terapia intensiva degli ospedali potrebbero essere in difficoltà a breve se il numero di casi continua a crescere. I medici risultano molto preoccupati a riguardo. “Non c’è abbastanza personale sanitario addestrato per far fronte all’emergenza.  Abbiamo bisogno di un coordinamento decisamente migliore e gli accordi collegiali non sono più sufficienti come prima” – così ha affermato il medico Götz Geldner, Presidente dell’Associazione professionale degli anestesisti tedeschi.

Sempre su Die Zeit, durante la partita di apertura della Bundesliga, la serie professionistica del campionato tedesco di calcio, Uli Hoeneß, dirigente sportivo ed ex-calciatore, insieme ad alcuni funzionari della squadra FC Bayern sono stati immortalati senza mascherina e a distanza ravvicinata in una foto. Queste immagini hanno avuto conseguenze importanti. La Ministra della Salute bavarese Melanie Huml (CSU) ha rimproverato aspramente il loro comportamento. Secondo Huml sarebbe stato più saggio per la squadra di gestione del Bayern se non si fossero seduti così vicini, perché c’era abbastanza spazio”. La German Football League (DFL) ha annunciato di essere “in diretta conversazione con l’FC Bayern” sull’argomento perché ognuno di noi è tenuto a rispettare le regole per far sì che il virus circoli di meno fino al momento in cui sarà reso disponibile un vaccino.

Sulle prime pagine di nachrichten.at si evince che anche in Austria il numero di pazienti con sindrome respiratoria acuta grave Coronavirus-2 continua a salire. Il primo ospedale viennese ha già raggiunto il limite di capacità. Sabato erano presenti 349 persone in ospedale, 84 delle quali in terapia intensiva, 22 in più rispetto a venerdì. Secondo il Ministro della Salute austriaco, Rudolf Anschober, il numero dei ricoverati in terapia intensiva potrebbe raggiungere le tre cifre entro fine mese. Ha inoltre aggiunto che “per settimane il numero di ricoveri era stato disaccoppiato dal numero in salita delle infezioni perché l’età media era molto più bassa di chi è risultato positivo”.

M.S., L.R.

Nel Regno Unito si è celebrato l’ottantesimo anniversario della Battaglia d’Inghilterra.

Secondo l’articolo pubblicato su BBC News, la cerimonia commemorativa è stata celebrata nell’Abbazia di Westminster, registrando un’affluenza minore rispetto al passato dovuto alla pandemia.

Ogni anno questa celebrazione commemora tutti i militari della Royal Air Force che, nel 1940, fecero sì che il Paese resistette alle incursioni tedesche nemiche, come si legge su Sky News.

Per l’occasione gli Spitfire della RAF (Royal Air Force) hanno sorvolato l’Abbazia e il PM Johnson ha tenuto un discorso durante la funzione, come riporta The Sun.

In Irlanda un bambino residente nella contea di Offaly ha scoperto un serpente velenoso nel retro del suo giardino riuscendo a fuggire e a dare l’allarme.

Fionn Kilmurray, 9 anni, stava giocando quando ha scorto l’animale e ha avvertito subito il padre, tenendosi a debita distanza, come riportato da Offaly Express.

La famiglia si è dichiarata ignara delle pericolosità del rettile, classificato come uno dei più pericolosi al mondo per numero di vittime, e ha avvisato tempestivamente il National Reptile Zoo, come si legge su RTE.

Secondo The Irish Sun si tratta del primo caso di avvistamento di questo serpente nel Paese, probabilmente giunto fin lì dall’India con una spedizione di lastre di pietra.

S.C., S.P.

Il 21 settembre si è festeggiata l’Indipendenza dell’Armenia. Per l’occasione il presidente Vladimir Putin ha inviato i suoi saluti al presidente della Repubblica di Armenia, Armen Sarkissan e al Primo Ministro Nikol Pashinyan.

“Onorevole Nikol Vovayevich, la prego di accettare le mie sincere congratulazioni per il giorno dell’Indipendenza. La Russia attribuisce grande importanza alle relazioni amichevoli e alleate con l’Armenia. Sono fiducioso che il dialogo costruttivo tra i nostri paesi, la cooperazione bilaterale in vari ambiti e la collaborazione nel quadro euroasiatico continueranno a svilupparsi attivamente.”

Inoltre, il presidente Putin ha augurato pace, prosperità e salute a tutti i cittadini armeni.

29 anni fa, nel 1991, il popolo armeno ha espresso tramite referendum la volontà di divenire una Repubblica Indipendente dall’Unione Sovietica di cui faceva parte dal 1921. Il Consiglio Supremo dell’Armenia propose un referendum popolare al quale diede voto uniforme il 99% dei cittadini, scegliendo l’indipendenza. Il 23 settembre 1991 l’Armenia divenne uno stato indipendente.

Tornando invece strettamente a parlare della Russia, il Centro “Dossier”, un blog che opera nell’ambito delle investigazioni di attività criminali per difendere la sicurezza dello stato di diritto e la società civile nella Federazione Russa, ha pubblicato una relazione intitolata “Il caso della cocaina dell’ambasciatore: da Buenos Aires a Mosca” secondo cui i servizi speciali russi e argentini potrebbero aver stipulato un accordo sul caso “cocaina”.

Le vicende a cui si riferisce la relazione hanno luogo alla fine di febbraio 2018, quando sono stati sequestrati 400 chili di droga presso l’Ambasciata russa a Buenos Aires, vedendo coinvolti tre dipendenti della missione diplomatica, Ali Abyanov, Vladimir Kalmykov e Ishtimir Khudzhamov, e altri due sospettati in Argentina (ma non in Russia), ovvero il poliziotto, Ivan Bliznyuk, che faceva da guardia all’ambasciata e la sua amica meccanica, Alexandra Chikalo, accusati di coordinare la spedizione di droga a Mosca.

Tuttavia, gli accusati non hanno ammesso la loro colpevolezza e hanno dichiarato che il primo segretario dell’ambasciata russa in Argentina, Oleg Vorobyov, un testimone del caso, li abbia calunniati per distogliere la responsabilità “da sé stesso e da altri criminali e diplomatici della droga”.

Oltre a loro, in seguito è emerso un altro imputato, Andrej Kovalchuk, accusato del contrabbando di droga, ma che tuttavia non si è dichiarato colpevole e si è definito vittima di una provocazione organizzata congiuntamente dalla polizia argentina e i servizi russi.

“Novaja Gazeta” riporta le parole del Centro Dossier, il quale afferma che “gli organizzatori della consegna non sono stati ancora identificati e l’indagine ufficiale russa non è riuscita a rispondere alla domanda su chi sia veramente Kovalchuk: un funzionario della sicurezza, uno spacciatore con collegamenti in strutture di potere o un avventuriero che si è costruito una reputazione nel sistema del Ministero degli Esteri da anni…”

Secondo il Centro, infatti, i servizi speciali e le forze dell’ordine in Russia e Argentina avrebbero potuto cospirare per ridurre il significato politico legato a questo affare ed evitare uno studio approfondito per evitare un possibile coinvolgimento di funzionari russi e argentini nel traffico di droga.

 S.N., D.S.

AFRICA

In Ciad, l’ufficiale dell’esercito Abdoulaye Ahmat Haroun, condannato a cinque anni di reclusione per lesioni volontarie, è riuscito a fuggire per un breve lasso di tempo da un’aula di tribunale, un’azione orchestrata principalmente da un gruppo di donne armate che erano presenti all’udienza. Secondo quanto riportato daBBC Afrique, il Ministro della Giustizia conferma che le donne hanno simulato un’accesa discussione per facilitare la fuga del prigioniero. Per la seconda volta nella sua vita il colonnello ha cercato di sfuggire alla giustizia.

EA.V.

In Guinea Bissau, l’alta commissaria per il Covid-19 e Ministra della Sanità Magda Robalo, ha riferito a Lusa che nel Paese non c’è una vera nozione del rischio del virus dovuta alla mancanza di un’adeguata comunicazione da parte delle autorità e media. La popolazione conosce il virus e cosa può comportare ma “il passo tra la conoscenza e la pratica è la cosa più difficile e le misure di prevenzione sono difficili da interiorizzare […]” anche perché le persone generalmente affermano di non conoscere o aver visto altri affetti dal Covid-19. La ministra ha inoltre affermato che l’Alto Commissariato sta proprio lavorando affinché i cittadini assimilino la nozione di rischio del Coronavirus e mettano in pratica le regole di prevenzione. La polizia la scorsa settimana ha cominciato ad avvisare la popolazione dell’obbligo di uso della mascherina nei luoghi pubblici.

D.F.

In Angola, il giornale Jornal de Angola, scrive che la produzione del petrolio è scesa del 5,7% ad agosto, arrivando a 35.042.001 barili mentre a luglio erano di 37.070.382 come comunicato dal Ministero delle Finanze. Questo si deve all’aumento del prezzo medio al barile, passato da 39,24 dollari nel mese di luglio a 43,95 ad agosto. Dopo una riunione con la OPEP (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio), il ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita ha avvertito i Paesi di non star rispettando l’accordo preso sui tagli della produzione per il riequilibrio dei prezzi.

M.P.

Domenica 20 settembre il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune ha dichiarato che l’Algeria svolgerà delle elezioni legislative anticipate a seguito del referendum sulla nuova costituzione previsto il 1° novembre. Il Presidente ha affermato che gli emendamenti costituzionali mirano a garantire una rappresentanza popolare, sottolineando che il popolo ha piena libertà di votare “sì” o “no” alla proposta. Non ha trascurato di ricordare che l’Islam è “religione di stato” e che in ciò non vi è cambiamento. Ha inoltre sottolineato che la trasparenza governerà tutta la società a partire dal cittadino fino al Presidente della Repubblica, come riporta Sky News Arabia.

S.H.

MEDIO ORIENTE

In Arabia Saudita, il principe Turki bin Faysal, ex capo dell’intelligence e precedentemente ambasciatore in America, ha affermato che l’accordo per normalizzare le relazioni tra Emirati Arabi Uniti e Bahrein da un lato e Israele dall’altro è un “diritto sovrano”.

È quanto riferito dal principe saudita in una intervista, in cui ha affermato che “la pace con Israele è un diritto sovrano degli Emirati Arabi Uniti e del Bahrein e nessuno può opporsi”, sottolineando la necessità di trovare una soluzione che prenda in considerazione l’istituzione di uno Stato palestinese con Gerusalemme come capitale e basato sul principio della Soluzione a due Stati.

Il principe Turki bin Faysal aveva comunicato in un precedente articolo che il prezzo della pace tra Israele e gli Stati arabi è l’istituzione di uno Stato palestinese sovrano con Gerusalemme come capitale, su iniziativa del defunto re Abdullah bin ‘Abd Al-Aziz, riporta la CNN Arabic.

In Yemen, il Governo ha accolto con favore l’annuncio del Dipartimento di Stato americano di ripristinare tutte le sanzioni delle Nazioni Unite verso l’Iran, compreso l’embargo sulle armi.

Il Ministro yemenita dell’Informazione, Muammar Al-Eryani, lunedì 21 settembre ha dichiarato che il regime di Teheran ha sfruttato l’accordo per espandere le sue politiche ostili ed esportare terrorismo, caos e violenza, con l’obiettivo di destabilizzare i Paesi della regione istituendo milizie settarie come Houthi, Hezbollah, Al Qaeda e ISIS e fornendo loro armi. Il Ministro ha chiesto l’inasprimento delle pressioni e delle restrizioni che impediscono la vendita e l’esportazione di armi in Iran, poiché esse finirebbero nelle mani delle milizie e delle organizzazioni terroristiche, inclusa la milizia Houthi, che le utilizza per uccidere gli yemeniti e minare gli sforzi per porre fine alla guerra e portare la pace in Yemen.

Al-Eryani ha poi invitato gli Stati membri delle Nazioni Unite e i membri permanenti e non permanenti del Consiglio di Sicurezza ad adempiere alle loro responsabilità ai sensi dei principi della Carta delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionali, e di porre così fine alle attività terroristiche del regime iraniano che minacciano il commercio nel Mar Rosso, lo stretto di Hormuz e Bab al-Mandab e la pace mondiale, sottolinea Sharq al-Awsat.

S.H.

AMERICA

Passiamo alle notizie inerenti all’AmericaLatina: voliamo quindi in Guatemala, Paese il cui presidente è risultato positivo al Covid-19. Secondo l’articolo di El País, quest’ultimo, Alejandro Giammattei di anni 65, ha informato lo scorso venerdì di aver contratto il virus, ma al contempo ha anche tranquillizzato i suoi concittadini, spiegando di avere pochi sintomi e, dunque, di trovarsi in una condizione momentaneamente stabile. Inoltre, il presidente ha raccontato di essersi sottoposto a cinque test nell’ultimo mese e che solo l’ultimo ha dato il risultato positivo. Successivamente, da buon medico chirurgo in pensione, ha aggiunto dettagli rispetto ogni sintomo che sta vivendo, così da poter aiutare a riconoscerli ed evitare, in questo modo, un’ulteriore forma di contagio.

Cambiamo Stato e dirigiamoci in Colombia, dove, secondo quanto riportato dall’articolo di El Mundo, sarebbe giunta la tanto attesa “vendetta” da parte degli indigeni colombiani nei confronti dei conquistadores spagnoli: a distanza di 500 anni e con la nuova “statuofobia” che ha preso di mira le statue di molti personaggi storici europei e britannici, a Popayán i cittadini hanno demolito la figura di Sebastián de Belalcázar (scolpito, tra l’altro, a cavallo) in quanto colpevole di spregevoli atti tipici dell’epoca.  

L.C, M.D.F. e I.V

Negli Stati Uniti, come si legge sul New York Times, il giudice della Corte Suprema Ruth Bader Ginsburg, icona femminista, è morta venerdì 18 settembre a 87 anni.

Secondo la Corte Suprema le cause della morte sono dovute a complicanze del tumore al pancreas.

Come riporta il New York Times, molti dei suoi colleghi hanno commentato questo episodio, tra cui il giudice capo John G. Roberts Jr., il quale afferma: “La nostra nazione ha perso un giudice di importanza storica e una cara collega della Corte Suprema. Oggi piangiamo, ma siamo certi che le generazioni future ricorderanno Ruth Bader Ginsburg come un’instancabile e risoluta paladina della giustizia”.

Anche Hillary Clinton, che era la candidata alla presidenza democratica del 2016 e il cui marito, l’ex presidente Bill Clinton, ha nominato il giudice Ruth Ginsburg alla Corte, ha detto su Twitter: “Ha spianato la strada a così tante donne, me compresa”. “Non ci sarà mai un’altra come lei”, ha aggiunto.

S.C., S.P

In Canada, il premier del Québec François Legault è risultato negativo al tampone contro il Coronavirus. Tuttavia, rimarrà in isolamento fino al 28 settembre e potrà comunque continuare a svolgere le sue funzioni, ad eccezione delle conferenze stampa, dove sarà sostituito dal Vice Primo Ministro. Come riportato da Le Journal de Montréal, Legault è il secondo membro del suo partito ad avere una diagnosi positiva: la maggior parte dei membri sono stati posti in isolamento preventivo.

EA.V.

In Brasile, come scrive il giornale UOL, si parla della riapertura delle scuole. Il Ministero della Salute dichiara in un documento che verrà misurata la febbre sia agli insegnanti che agli alunni. Inoltre, l’uso della mascherina sarà obbligatorio, oltre al distanziamento minimo di un metro. La data per il ritorno tra i banchi dipenderà dal volere dei singoli Stati e dei municipi, poiché la situazione cambia data la vastità del territorio brasiliano. Viene lasciata una possibilità di manovra anche per la questione dei professori sopra i 60 anni o con delle malattie: il documento fornisce informazioni sul percorso da seguire ma invita a valutare caso per caso. Il ministero ha investito 545,3 milioni di reais (circa 85 milioni di euro) per l’acquisto di materiali per la disinfezione degli ambienti, alcool in gel o liquido, mascherine e termometri a infrarossi. Verranno evitate aree comuni come parchetti e biblioteche e le entrate e le uscite da scuola verranno scaglionate.

M.P.

ASIA

In Cina, come riportato dal South China Morning Post, oltre 800.000 studenti cinesi recentemente laureati in università estere sono tornati a casa quest’anno, più che mai, aggiungendosi a un mercato del lavoro già di per se affollato.

Secondo un sondaggio pubblicato recentemente sulla piattaforma online Unicareer, il numero di studenti di ritorno in Cina è aumentato del 70% rispetto al 2019 a causa dell’impatto della pandemia di coronavirus e dell’inasprimento delle norme sull’immigrazione e sull’occupazione all’estero.

I neolaureati devono ora affrontare una maggiore concorrenza nel mercato del lavoro cinese, visto l’impatto del coronavirus e il conseguente rallentamento economico sul numero di nuovi posti di lavoro disponibili.

Gli studenti che rientrano devono inoltre fare i conti con circa 8,74 milioni di neolaureati dalle istituzioni nazionali, il maggior numero mai registrato.

Degli studenti appena rientrati, circa il 28,6 per cento ha studiato negli Stati Uniti, il 26,3 per cento in Gran Bretagna e il 13,2 per cento in Australia, con oltre il 60 per cento in possesso di almeno un master. A circa il 5% dei laureati di ritorno è stato offerto uno stipendio di circa 300.000 yuan (44.300 dollari USA) all’anno o più, con quasi il 40 per cento che guadagna meno di 100.000 yuan.

Secondo un rapporto sull’occupazione dei laureati nel 2020 recentemente pubblicato da 58.com, un sito di reclutamento online, lo stipendio mensile medio per i è di 7.839 yuan (1.158 dollari), o 93.600 yuan all’anno.

Secondo il rapporto, circa il 40% dei rimpatriati ha trovato lavoro nel settore finanziario o tecnologico, mentre solo il 3% ha trovato lavoro nel settore manifatturiero e il 5,7% nel mondo accademico o presso agenzie governative.

Negli ultimi anni, il numero di studenti cinesi che hanno scelto di tornare a casa dopo essersi laureati all’estero è aumentato notevolmente: da 186.200 nel 2011 a 409.100 nel 2015 e 519.400 nel 2018.

Luke Lu, studente, ha affermato di aver provato a lavorare negli Stati Uniti per un paio d’anni, ma la pandemia e le scarse relazioni sino-americane hanno reso quasi impossibile ai laureati cinesi trovare un lavoro stabile e duraturo. Così, ha deciso di tornare a Guangzhou dagli Stati Uniti alla fine di marzo e ha iniziato a lavorare in un’azienda di cosmetici. In quanto neolaureato in gestione e marketing dei nuovi media, si ritiene soddisfatto dello stipendio mensile di circa 12.000 yuan, sufficienti a un giovane per poter vivere in Cina.

Il suo unico rimpianto è l’aver imparato l’utilizzo di molte piattaforme online, come Facebook, Twitter, Instagram, Google+, YouTube, che non sono però disponibili nel mercato nazionale. Vede però nel mercato interno un trampolino di lancio ed è fiducioso.

Il tasso di disoccupazione rilevato ufficialmente nelle aree urbane in Cina è sceso al 5,6 per cento a fine agosto, 0,1 per cento in meno da luglio e da un picco del 6,2 per cento a fine febbraio, secondo i dati diffusi dal National Bureau of Statistics.

Ma negli ultimi dati disponibili, il tasso di disoccupazione per le persone di età compresa tra 20 e 24 anni con un diploma universitario o superiore – molti dei quali sono neolaureati – è salito al 19,3 per cento a giugno, in aumento del 3,9 per cento rispetto all’anno precedente.

Ad agosto, il tasso di disoccupazione per lo stesso gruppo è aumentato del 5,4% rispetto ad agosto 2019, sebbene l’NBS non abbia fornito un tasso di disoccupazione effettivo.   

G.R.

OCEANIA

In Australia, secondo il The Guardian  e The Irish Time  la polizia ha arrestato 16 manifestanti e ne ha multati altri 21 perché stavano manifestando contro le restrizioni del coronavirus. Durante tutta la protesta si sono sollevate delle critiche al premier di Victoria, Daniel Andrews, per le restrizioni.

La polizia ha detto che la protesta è stata una “palese violazione” delle indicazioni sanitarie e ha dichiarato: “mentre sappiamo che la maggioranza della comunità sta facendo la cosa giusta, il comportamento di questi pochi egoisti che scelgono di ignorare palesemente le restrizioni non sarà tollerato”.

S.C, S.P

Rassegna stampa a cura di:

Ariela Capuano (responsabile lingua inglese)
Salvina Calanducci e Simona Picci (lingua inglese)
Giulia Deiana (responsabile lingua francese)
Silvia Calbi e Elen’Alba Vitiello (lingua francese)
Alessandra Semeraro (responsabile lingua spagnola)
Lavinia Cataldi, Michela Di Franco e Ilaria Violi (lingua spagnola)
Veronica Battista (responsabile lingua portoghese)
Martina Pavone e Diana Fagiolo (lingua portoghese)
Silvia Santini (responsabile lingua tedesca)
Michela Sartarelli e Laura Razzini (lingua tedesca)
Clarissa Giacomini (responsabile lingua russa)
Silvia Noli, Diana Sandulli (lingua russa)
Sara Zuccante (responsabile lingua araba)
Samar Hassan (lingua araba)
Claudia Lorenti (responsabile lingua cinese & coordinatrice del progetto)
Gioia Ribeca (lingua cinese)

#POLITICAFFÈ

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Ondata di criminalità in Francia.
Il dibattito politico si infiamma.

Stampa statunitense

In Francia, le statistiche mostrano un costante calo dei crimini gravi. Tuttavia, The New York Times riporta che i politici francesi concordano sul fatto che il crimine in Francia sia fuori controllo. Il leader dell’estrema destra ha recentemente affermato che la Francia stia sprofondando nella barbarie. A sinistra, il probabile candidato del Partito dei Verdi alle prossime elezioni presidenziali ha descritto l’insicurezza come “insopportabile”. Inoltre, i ministri del Presidente Emmanuel Macron hanno impiegato il termine ensauvagement per descrivere una Francia che sta assumendo caratteri sempre più “selvaggi”. La scelta di questo termine ha riscontrato un particolare “successo” anche tra la popolazione. Infatti, rispondendo ad un sondaggio, circa il 70% dei partecipanti hanno ritenuto appropriato il termine ensauvagement per descrivere l’odierna situazione della sicurezza francese.

 Il tema della criminalità ha posto Macron dinanzi a un dilemma: come apparire severo in materia di crimine senza abbracciare il linguaggio dell’estrema destra? Fino ad oggi, Macron ha evitato di pronunciarsi definitivamente sul tema.

In medio stat virtus come ci suggerisce la letteratura latina. La verità infatti sarà sicuramente situata nel mezzo, in quanto i dati a cui la politica di destra in particolar modo fa riferimento, non sono diversi, bensì polarizzati rispetto a quelli che vengono presentati dagli istituti statistici come dati oggettivi: i primi parlano di una criminalità crescente e fuori controllo, i secondi riferiscono che è in calo.  È forse possibile che le statistiche vengano strumentalizzate dal candidato di turno in vista delle prossime elezioni presidenziali in Francia del 2022? Sicuramente quello della criminalità è un tema estremamente versatile, la paura che ne può derivare entra in ogni casa indipendentemente dall’estrazione sociale e dal credo politico. Sembra però palese agli occhi di tutti che se davvero fosse così, la politica avrebbe distorto un dato assunto come oggettivo per fare propaganda.

Stampa francese

L’estate in Francia è stata accompagnata da notizie di eventi particolarmente violenti e questa escalation di fatti, che ha costellato il versante della sicurezza interna, ha scatenato un ampio dibattito nei giorni scorsi sul clima di “insicurezza” che aleggerebbe nella République.

Data appunto la complessità della vicenda, su Libération è apparso un lungo articolo in cui si è cercato di valutare la complessità delle diverse tipologie di dati che propongono gli istituti di ricerca, al fine di individuare il miglior canale per l’evoluzione della violenza negli ultimi anni. Un tema che si è sviluppato nell’ambito di un intenso dibattito pubblico. In particolare, Gilles Clavreul, che è stato sotto la presidenza Hollande responsabile del coordinamento della lotta nazionale al razzismo, ha avanzato l’importanza dei dati sulla “delinquenza osservata”, quelli cioè che sono costruiti a partire da ciò che denunciano le forze di polizia. Al contrario, altri specialisti come Laurent Borredon, ritengono che i dati sulla delinquenza riportati dalle forze dell’ordine, non possano essere considerati come l’unico indicatore rilevante, poiché tenderebbero a sovrastimare l’evoluzione della violenza reale, e pensano che siano più attendibili le indagini sulla vittimizzazione. Per diversi esperti la soluzione migliore sarebbe quella di confrontare diversi tipi di fonti, anche se a volte, il confronto potrebbe dar luogo a tendenze divergenti.

Le Monde chiarisce che le indagini cosiddette “sulla vittimizzazione” sono condotte da INSEE e ONDRP, che dal 2007 pubblicano annualmente un’analisi sul problema, basandosi sulle valutazioni effettuate su un campione rappresentativo della popolazione, il quale viene interrogato su possibili atti di violenza subiti nell’ultimo anno, a prescindere che essi siano stati denunciati o meno. E stando agli ultimi dati, ci sarebbero delle tendenze stabili o in calo. Secondo il quotidiano inoltre, il tasso di omicidi in Francia sarebbe nell’alta media europea, e non si tratterebbe invece del Paese europeo con il più alto tasso di omicidi come ha affermato Bruno Retailleau di LR. Xavier Bertrand, poi, ha parlato di “un’estate arancia meccanica”, e Le Monde ha voluto specificare che omicidi, violenze sessuali e furti sono certamente aumentati a partire dal mese di maggio, ma senza raggiungere livelli distintamente superiori a quelli osservati negli anni precedenti. In ogni caso, viene annotato il rialzo dei numeri di femminicidi per il 2019: infatti, secondo i dati del Ministero dell’Interno sono stati registrati 25 casi in più rispetto al 2018.

Sicuramente, l’evento che ha scosso maggiormente l’opinione pubblica francese è stato quello che ha avuto come protagonista un conducente di autobus a Bayonne. Philippe Monguillot, prossimo alla pensione, è stato ferito a morte da alcuni giovani dopo aver chiesto loro di mostrare i biglietti e di indossare le mascherine. Le Figaro descrive questo tragico episodio come un’azione da barbari che ha mostrato la ricomparsa della violenza clanica, la quale si accompagna all’avanzamento di una ideologia multiculturalista, e ciò si verifica nel momento in cui in certi territori – proprio come questo che viene definito popolare – si sviluppa il comunitarismo. Si instaura così in certi quartieri la logica della prova di virilità, una rinnovata aggressività dettata dalla protezione del gruppo razziale. Ecco perché, spiega l’attivista Houria Bouteldja, in tali comunità molto spesso accade che se una donna di colore viene violentata da un uomo bianco, deve denunciarlo, ma se la stessa viene violentata da un uomo di colore, deve tacere, perché deve proteggere il suo clan.

La rivista Marianne, parla invece di record di fallimento e silenzio delle autorità. Un profondo dissenso sull’operato dell’amministrazione anima questo pungente articolo, in cui si esprime un notevole aggravamento dello stato attuale delle cose, e dove atti violenti, che vengono sistematicamente raccontati dai media, sono seguiti da rassicurazioni dell’establishment che puntualmente finiscono per esaurire la fiducia dei cittadini e per mettere sotto accusa la giustizia stessa.

Chiara Aveni e Gaia Natarelli

FONTI:

Peut-on dire qu’il y a de plus en plus de violences en France depuis trente ans ? disponibile su https://www.liberation.fr/checknews/2020/08/21/peut-on-dire-qu-il-y-a-de-plus-en-plus-de-violences-en-france-depuis-trente-ans_1797192, consultato il 18/09/2020

« Contre le crime et la violence, la France demeure plus que jamais une zone à défendre » disponibile su https://www.marianne.net/debattons/billets/contre-le-crime-et-la-violence-la-france-demeure-plus-que-jamais-une-zone-defendre, consultato il 18/09/2020

Agression d’un chauffeur de bus à Bayonne : « Le retour de la violence clanique » disponibile su https://www.lefigaro.fr/vox/societe/agression-d-un-chauffeur-de-bus-a-bayonne-le-retour-de-la-violence-clanique-20200708, consultato il 18/09/2020

Le vrai, le faux et l’invèrifiable du débat sur l’insécurité disponibile su https://www.lemonde.fr/les-decodeurs/article/2020/09/01/le-vrai-le-faux-et-l-inverifiable-du-debat-sur-l-insecurite_6050603_4355770.html, consultato il 18/09/2020

Un «ensauvagement de la société» ? Les études montrent, elles, une relative stabilité de la délinquence depuis quinze ans disponibile su https://www.lemonde.fr/les-decodeurs/article/2020/09/01/le-vrai-le-faux-et-l-inverifiable-du-debat-sur-l-insecurite_6050603_4355770.html, consultato il 18/09/2020

Why French Politicians Can’t Stop Talking About Crime, disponibile su https://www.nytimes.com/2020/09/17/world/europe/france-crime.html, consultato il 19/09/2020

#ATUTTOMONDO

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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT

In Spagna, la Legge di Amnistia del 1977 viene superata: per la prima volta sarà possibile indagare sui crimini della guerra civile e della dittatura franchista. Belgio: riscossi 6 milioni di euro di multe per violazione delle misure anti-Covid. In Sudan, ben 41 arresti per possesso di grandi quantità di materiali altamente esplosivi.

EUROPA

Questa settimana in Spagna la protagonista è una notizia sicuramente importante sia dal punto di vista internazionale sia nazionale e, soprattutto, un grande passo in avanti per quanto riguarda i diritti umani. Lo scorso martedì 15 settembre, il Presidente Pedro Sánchez ha deciso di superare la Legge di Amnistia del 1977 che proibiva di investigare sui crimini commessi dal regime franchista dal 1936 fino alla creazione della Costituzione repubblicana. Questa legge, secondo i trattati internazionali, non rispettava a pieno i diritti umani, motivo per il quale il Consiglio dei ministri si è riunito e ha approvato la previsione del progetto di una Legge della Memoria Democratica, per andare a completare la Legge della Memoria Storica creata durante il governo Zapatero nel 2007. Secondo il governo, questa nuova legge opererà in conformità con l’articolo 10.2 della Costituzione spagnola, secondo cui le normative che riguardano le libertà e i diritti fondamentali dovranno essere interpretate basandosi sulla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Questa nuova legge, riporta El Mundo, permetterebbe di istituire un ufficio della Procura dedicato alla memoria democratica e ai diritti umani all’interno del Tribunale Supremo. Quest’ente renderebbe di nuovo possibile indagare su tutti i reati commessi prima del 1977 e finalmente individuare e condannare i responsabili. Inoltre, se ciò verrà chiesto dai familiari, l’ente si dedicherà a cercare le persone scomparse durante quel periodo. Infine, si istituirà una Banca Nazionale del DNA e un Censimento delle Vittime della Guerra Civile e della dittatura.

L.C, M.D.F. e I.V

In Francia, il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) non è pienamente garantito. Secondo quanto riportato da Ouest France, due parlamentari, Marie-Noëlle Battistel e Cécile Muschotti, hanno affermato che la legge Veil sull’IVG non trova i presupposti per essere applicata nella società: la mancanza di professionisti e di strutture adeguate, ad esempio, impedisce ad una donna di reperire un medico e le scadenze talvolta non vengono rispettate. Di conseguenza, Battistel e Muschotti propongono di estendere il periodo di validità della prassi a 14 settimane di gravidanza, invece di 12. Inoltre, i medici possono opporsi all’IVG per ragioni di coscienza, ma in questo caso devono indirizzare il paziente verso un altro collega e ciò avviene molto raramente. Per questo motivo, i parlamentari intendono intervenire per garantire l’IVG presso gli ospedali pubblici.

EA.V.

In Belgio, il governo ha ricavato 6 milioni di euro dalla riscossione delle multe imposte per la violazione delle misure di sicurezza contro il Coronavirus. Secondo quanto riportato dal quotidiano Le Soir, poco più di 30.000 persone hanno pagato le proprie multe, ma 41.000 casi sono ancora aperti. Tra le misure adottate per facilitare i pagamenti delle multe e il lavoro dei pubblici ministeri, sono stati messi a disposizione della polizia dei quaderni tecnologici dotati di un codice QR.

EA.V.

In Svizzera, la campagna per la modifica della legge sulla caccia è più sentita nel Canton Vallese che altrove. Il governo del Vallese recentemente si è pronunciato in merito e ha iniziato una vera e propria campagna per incitare la popolazione a votare a favore in occasione del referendum del 27 settembre. Al centro dell’attuale dibattito sulla caccia vi è il lupo selvatico, una specie che perderà molte tutele se la legge verrà modificata. Come riportato da Le Temps, si tratta di una questione delicata nel Vallese: è una regione alpina ricca di fauna selvatica, dove l’allevamento del bestiame è ancora fortemente radicato e il cui numero di cacciatori (3800) è il secondo più alto della Svizzera. Inoltre, il rapporto speciale che i vallesani hanno intrecciato con la caccia nel corso dei secoli ha stabilito un forte attaccamento alla pratica difficile da sradicare.

S.C.

Il Portogallo da questa settimana entra in stato di “contingenza” in previsione dell’aumento di casi di Covid-19 in autunno. Le nuove regole prevedono lavoro alternato in presenza e da remoto nelle grandi città come Lisbona e Porto; scuole in presenza con regole di distanziamento; raggruppamenti permessi fino a 10 persone; mentre i locali occupano un terzo dei posti a disposizione. Dalle 20:00 non è permessa né la vendita né il consumo di alcol in luoghi pubblici e per strada, a meno che non ci si trovi ad accompagnare un pasto. Ancora non si può andare allo stadio mentre è consentito praticare sport sempre seguendo le norme di sicurezza, spiega Expresso. Inoltre il presidente Sousa ha fatto visita a due pompieri ricoverati a Coimbra ma in condizioni stabili che sono rimasti feriti nell’incendio scoppiato lo scorso weekend nella regione di Castelo Branco, incidente che ha causato lo sfollamento di 20 persone e l’intervento di 784 operatori antincendio, riporta Diário de Notícias.

D.F.

Tutto il mondo lotta freneticamente contro il nemico coronavirus. A far ben sperare sono le ultime notizie in ambito medico: dei tantissimi studi sulla creazione di un vaccino, ben otto sono alla terza fase di sperimentazione. In particolare, secondo quanto si apprende dal giornale Frankfurter Allgemeine, uno di questi otto potenziali vaccini è quello dell’azienda tedesca Biontech a Mainz, che verrà agevolata da un’iniezione economica importante volta ad accelerare le ricerche: il Ministero federale della Ricerca è infatti pronto a stanziare fino a 375 milioni di euro. Il ministro Anja Karliczek fa sapere che oltre allo sviluppo del vaccino, il denaro (in totale fino a 750 milioni di euro, compresi quelli scommessi sul progetto con l’azienda tedesca Curevac a Tubinga, che ha già iniziato la sperimentazione sull’uomo a giugno) sarà utilizzato anche per incrementare la capacità di produzione. A tal proposito, in occasione della conferenza stampa tenutasi a Berlino, il ministro della sanità Jens Spahn (CDU) ha dichiarato che la Germania si è già assicurata un totale di 94 milioni di dosi di vaccino da fornitori diversi, un numero superiore a quello del totale della popolazione. Il motivo risiederebbe nell’incapacità di conosce a priori quale vaccino si rivelerà efficace. Inoltre, non esclude la possibilità che ogni paziente debba effettuarne almeno due e, per raggiungere la cosiddetta “immunità di gregge”, è necessario che le persone vaccinate siano tra il 55% e il 65%.

Di recente, anche il Paul Ehrlich Institut, con sede a Langen (in Assia), ha dato disposizioni per iniziare il trial clinico sulla popolazione e a breve circa 28.000 persone, tra uomini e donne, si sottoporranno al test BNT 162 al fine di determinare la dose ottimale per procedere poi con ulteriori studi e valutare la sicurezza e l’immunogenicità. Idealmente, se tutto va come dovrebbe, il vaccino sarà disponibile per i primi pazienti entro pochi giorni dal suo rilascio, conferma Spahn. Tra questi, sicuramente verrà riservata una particolare attenzione e precedenza agli anziani, in quanto categoria più vulnerabile, e ai medici e agli infermieri che lottano in prima linea.

Per di più, ad avvalorare le promesse sono seguiti i primi fatti: secondo quanto si apprende in un altro articolo pubblicato su Frankfurter Allgemeine, la settimana scorsa l’azienda Biontech e il colosso farmaceutico americano Pfizer hanno sottoscritto un potenziale accordo con la Commissione europea qualora le sperimentazioni attuali portassero un successo in campo clinico e ne venisse concessa l’approvazione. A quel punto gli Stati membri dell’UE avranno diritto a circa 200 milioni di dosi di vaccino entro fine 2020 e ne potranno acquistare altri 100 milioni di dosi circa, tutte prodotte in Germania da Biontech o in Belgio da Pfizer.

M.S., L.R.

Nel Regno Unito, secondo il The Guardian, la multinazionale Hitachi, con sede a Tokyo, sta abbandonando il progetto di costruzione di una nuova centrale nucleare ad Anglesey (Galles).

La cancellazione di questo progetto dal valore di 16 miliardi di sterline è dovuta alla mancanza di investimenti del governo britannico nel nuovo nucleare.

Justin Bowden, funzionario nazionale del sindacato generale GMB UNION (General, Municipal, Boilermakers’ and Allied Trade Union), ha affermato: “Questo annuncio assolutamente prevedibile da parte di Hitachi è il risultato delle successive mancanze del governo ad agire in modo decisivo intorno al Nuovo Nucleare, vitale per ottenere la decarbonizzazione, soprattutto se abbinato all’idrogeno”

Come si legge su Gmb.org.uk, Cameron Gilmour, portavoce del Consorzio Sizewell C, ha dichiarato: “Questa notizia avrà serie conseguenze per le aziende sia in Galles che in tutto il Regno Unito. Il progetto nucleare avrebbe creato migliaia di posti di lavoro”.

S.C., S.P.

In Russia il ministro della sanità Mikhail Murashko ha risposto alle domande dei cittadini e dei media sulla vaccinazione obbligatoria contro il coronavirus. In realtà la vaccinazione sarà volontaria: insegnanti e operatori sanitari non avranno l’obbligo di vaccinarsi.

Il vaccino Sputnik V è stato registrato l’11 agosto scorso dal Centro Gemaleya e dal 15 agosto ne è stata avviata la produzione, per poi essere messo in commercio da settembre. Murashko ha dichiarato che nel 14% dei 300 volontari su cui il vaccino è stato testato, si sono verificati effetti collaterali, in particolare spossatezza e dolori muscolari. Il ministro ha assicurato che in fase di test del vaccino, le complicazioni non erano inaspettate e che tutti i tipi di effetto collaterale sono descritti nel libretto che accompagna il vaccino.

Inoltre, a ribadire il legame politico ed economico tra il presidente Putin e il leader bielorusso Lukashenko, l’agenzia di stampa russa TASS ha dichiarato che la sperimentazione del vaccino partirà dal 17 settembre anche in Bielorussia, dove lo studio coinvolgerà 100 partecipanti e volontari che potranno registrarsi online. Il presidente Putin ha sottolineato che questo permetterà di velocizzare la produzione del vaccino e aumentarne la sicurezza.

Parlando invece di politica estera nella Federazione Russa è prevista una semplificazione del sistema dei visti per i parenti stranieri dei russi. Ad annunciare l’iniziativa è stato il Primo Ministro Michail Mišustin in un’intervista con l’agenzia di stampa TASS, e riportato da “Novaja Gazeta”. Essi potranno ottenere in maniera più rapida e diretta un visto fino a un anno.

“Oggi semplificheremo la procedura per il rilascio dei visti privati ​​ordinari e il soggiorno in Russia per i parenti stretti dei nostri cittadini – coniugi, genitori, figli, fratelli e sorelle, nonni e nonne, nipoti che hanno altra cittadinanza”, ha dichiarato il primo ministro in una riunione del Consiglio dei ministri.

Secondo Mišustin, dopo che le modifiche necessarie alle leggi pertinenti saranno apportate, sarà possibile per gli stranieri ottenere un visto privato a lungo termine sulla base di una semplice domanda di un cittadino russo.

“Inoltre sarà abolito la legge, per cui ogni tre mesi gli ospiti dovevano recarsi fuori dal paese per mantenere il diritto di ottenere il visto” ha concluso.

Si ricorda, poi, che durante la pandemia di Coronavirus il 18 aprile il presidente Vladimir Putin ha firmato un decreto che consente agli stranieri di rimanere in Russia e non prorogare visti e permessi di soggiorno se questi documenti scadessero prima del 15 giugno. Il presidente ha successivamente prorogato questo termine fino al 15 settembre. Secondo il primo ministro, questa iniziativa creerà condizioni più confortevoli per le famiglie separate dai confini e faciliterà anche chi vorrà rimanere in Russia perché avrà più tempo per ottenere un permesso di soggiorno temporaneo o definitivo.

 S.N., D.S.

AFRICA

In Costa d’Avorio, in occasione delle elezioni presidenziali, l’opposizione si solleva contro il Consiglio costituzionale in merito all’approvazione della controversa candidatura del presidente Alassane Ouattara ad un terzo mandato e in merito alla mancata conferma di 40 delle 44 candidature presentate, tra cui quelle dell’ex capo di Stato Laurent Gbagbo e dell’ex primo ministro Guillaume Soro. Come riportato da France24, un ex primo ministro, Pascal Affi Nguessan, la cui candidatura è stata approvata, ha condannato martedì 15 settembre «la spirale di esclusione in cui sta sprofondando la Costa d’Avorio», che ha definito «l’espressione più riuscita del carattere tirannico del regime».

S.C.

Il giornale Jornal de Angola riporta la battaglia intrapresa in Angola per l’alfabetizzazione del Paese. Durante il periodo dell’indipendenza, nel novembre del 1975, il tasso di analfabetismo era dell’85%. Oggi si stima che il 75% degli angolani sappia leggere e scrivere. Questi risultati sono stati raggiunti nonostante gli anni di guerre, la distruzione di scuole, la morte di alunni e professori, ecc. Purtroppo, però, un angolano su quattro non sa né leggere e né scrivere. Il Piano di Azione per la Intensificazione dell’Alfabetizzazione e Educazione di Giovani e Adulti, approvato dal Decreto Presidenziale 257/19, prevede di raggiungere l’82% entro il 2022. Bisogna specificare che il 58,5% degli studenti sono in ritardo: molti tra i 12 e i 17 anni non seguono un programma scolastico adeguato alla loro età. Questo è un problema in quanto la scuola dell’obbligo è fino agli otto anni e spesso a mancare sono le infrastrutture, i professori e il materiale scolastico.

M. P.

Il primo ministro di Capo Verde Ulisses Correia e Silva ha ringraziato il suo omologo Conte per la solidarietà espressa in seguito al decesso del giovane di origini capoverdiane Willy Monteiro Duarte ucciso a Colleferro, sperando che venga fatta giustizia, riferisce Lusa. L’arcipelago si trova attualmente in situazione di emergenza in seguito alle forti piogge che hanno inondato soprattutto la capitale Praia la scorsa settimana, per danni stimati di un di 2,5 milioni di euro e centinaia di persone senza abitazione o con case inagibili, riporta DW.

D.F.

Le autorità sudanesi hanno arrestato 41 persone in possesso di grandi quantità di materiali altamente esplosivi.

Durante una conferenza stampa il procuratore generale sudanese, Taj Al-Sir Al-Habr, ha affermato che i materiali esplosivi sono simili a quelli che hanno recentemente causato l’esplosione del porto di Beirut e che, da soli, sarebbero sufficienti a distruggere la città di Khartoum, sottolineando che è stata sporta denuncia penale contro gli arrestati.

Nel frattempo, il portavoce delle Forze di supporto rapido (RSF), il generale di brigata Jamal Jumaa, ha confermato di aver arrestato quella che ha descritto come una rete terroristica dopo aver ricevuto informazioni sull’ingresso di materiali esplosivi nel Paese. Ha poi chiarito che “i materiali sono trapelati in diverse aree di Khartoum”.

Il generale Jumaa ha aggiunto che vi sono serie preoccupazioni circa la possibilità “che alcuni sudanesi possano ricorrere a operazioni di sabotaggio e bombardamenti”.

Ma il portavoce della RSF non ha lasciato trapelare informazioni specifiche riguardanti i piani per l’utilizzo di questi materiali esplosivi, come riportato dalla BBC Arabic.

In Libia, il Primo Ministro del Governo libico di Accordo Nazionale, Fayez Al-Sarraj, ha annunciato che cederà le sue funzioni al Consiglio Esecutivo entro il prossimo ottobre.

Al-Sarraj ha dichiarato in un discorso televisivo che “nonostante la sua convinzione che le elezioni dirette siano il modo migliore per raggiungere una soluzione globale, sosterrà qualsiasi intesa diversa da quest’ultima”.

Il Premier libico ha inoltre aggiunto: “chiedo al Comitato per il dialogo, incaricato di formare la nuova autorità esecutiva, di informare i suoi funzionari storici e di accelerare tale processo in modo che ci sia un trasferimento pacifico e regolare dei poteri e in modo tale che io possa cedere le mie funzioni alla prossima autorità esecutiva entro e non oltre il prossimo ottobre “, ha riferito la CNN Arabic.

L’EgyptAir, compagnia aerea di bandiera egiziana, riprenderà finalmente i suoi voli diretti tra il Cairo e la capitale russa, Mosca, al ritmo di tre voli a settimana (sabato, martedì e giovedì).

La ripresa arriva dopo una pausa di mesi, a causa dell’emergente crisi da Covid-19 e della sospensione di voli in tutto il mondo sempre legata alla pandemia.

EgyptAir ha invitato i viaggiatori sui suoi voli per Mosca a ottenere un certificato medico con risultato negativo del test PCR per il coronavirus da uno dei laboratori accreditati in Egitto, rilasciato 72 ore prima della data di arrivo a Mosca.

Tra le condizioni si richiede anche che il certificato sia in russo o inglese, in modo che i viaggiatori possano salire sull’aereo dal Cairo, oltre alle altre misure sanitarie richieste dalla compagnia all’arrivo, nell’ambito delle misure precauzionali adottate dalle autorità competenti per ridurre la diffusione del coronavirus, come sottolineato da Sky News Arabia.

S.H.

AMERICA

L’ONU, attraverso le indagini di una squadra di investigatori specializzati, assicura che il governo del Venezuela ha commesso violazioni atroci contro la persona (assassinii, torture, rapimenti), equivalenti a crimini contro l’umanità, ai danni degli oppositori politici e anche per intimorire la popolazione.

Secondo l’articolo della BBC, nella relazione redatta dalla presidente della squadra investigativa, Maria Valiñas, vengono riportate le conclusioni, sulla base di indagini su 223 casi e sulla revisione di altri 3000, che sia il presidente Maduro sia i ministri degli Interni e della Difesa siano i mandanti di tante azioni criminali lesive della dignità umana.

Sempre sulla BBC è riportata la notizia di una raccapricciante scoperta a Panama: in uno sperduto angolo della zona Ngäbe Buglé, distante oltre 350 km dalla capitale, sono stati rinvenuti i corpi, ancora da quantificare esattamente, di minori in una fossa comune.

È il secondo ritrovamento di questo tipo avvenuto dall’inizio dell’anno: il primo ha avuto luogo lo scorso gennaio e ha fatto emergere i resti di sei bambini e di una giovane donna incinta con ferite e segni di violenza dovuti, con tutta probabilità, a riti effettuati da una setta religiosa; quest’ultimo ritrovamento è avvenuto durante una ricerca della polizia che da mesi è sulle tracce di una setta evangelica, i cui membri sono stati denunciati per violenze e sevizie da alcuni ex appartenenti al gruppo religioso. Le autorità continuano ad indagare nell’ambito delle sette che, all’interno del gruppo indigeno della zona, hanno fatto numerosi proseliti negli ultimi anni.

L.C, M.D.F. e I.V

Negli Stati Uniti l’uragano Sally è arrivato a colpire la costa del Golfo, scaricando piogge torrenziali in Alabama e Florida

Secondo ABC News, si tratterebbe di un pericoloso uragano classificato come tempesta tropicale di categoria 2, nonostante si stia indebolendo. Si stima che Sally abbia scaricato sulla Florida quattro mesi di pioggia concentrati in sole quattro ore, come si legge su CNN.

Oltre ai danni materiali si conta anche una vittima nella contea di Orange, Alabama, mentre altri residenti sono stati tratti in salvo dopo che l’uragano ha allagato edifici e scoperchiato tetti, secondo quanto riportato da CBS News.

In Canada, il Primo Ministro Trudeau ha annunciato di voler avviare le consultazioni con i leader dell’opposizione.

Secondo CP24, vi sarebbe la possibilità che il governo liberale di Trudeau cada,  qualora non ricevesse l’appoggio degli altri partiti dell’opposizione.

Il discorso che intende pronunciare il Primo Ministro la settimana prossima si concentra su tre tematiche fondamentali, tra le quali l’impedimento di un’ulteriore diffusione della pandemia e aiutare i cittadini attraverso misure a lungo termine volte a risollevare l’economia in ginocchio, come riporta  The Star.

Inoltre, verrà affrontata la questione dei finanziamenti destinati all’assistenza sanitaria, settore che ha pagato il prezzo più alto e che comprende le case di cura e l’assistenza all’infanzia che garantisce alle donne la possibilità di tornare a lavorare, come afferma The Global and Mail.

S.C., S.P

In Brasile, a causa del Coronavirus, molte persone hanno perso il lavoro. Il giornale UOL ha spiegato perché sono state le persone di colore ad averne risentito maggiormente. Il motivo principale è che i settori più colpiti sono quelli del commercio e dell’edilizia, dove si trovano a lavorare più persone di colore e dove il salario è più basso. Nel secondo trimestre di quest’anno, il tasso di disoccupazione è arrivato al 13,3%. Analizzando il dato, seguendo il colore della pelle, il 17,8% dei disoccupati è di colore, il 15,4% è pardo (di discendenza africana ed europea) e il 10,4% è bianco.

M.P.

ASIA

In Cina, come riporta il South China Morning Post, si cerca di accelerare l’assimilazione delle minoranze etniche nella cultura maggioritaria Han, aggiungendo anche la Mongolia interna, dove le recenti riforme dell’istruzione hanno suscitato proteste da parte dei cittadini, spaventati da una possibile scomparsa della lingua mongola.

Gli studenti hanno organizzato scioperi, i genitori hanno ritirato i loro figli dalla scuola e sono circolate online petizioni che si opponevano all’introduzione di libri di testo e materie scolastiche da insegnare in cinese mandarino piuttosto che nella lingua locale.

Le riforme sono state annunciate pochi giorni prima dell’inizio del semestre scolastico, con nuovi libri di testo di lingua e letteratura, moralità e diritto e corsi di storia che saranno obbligatori per tutti i gradi delle scuole mongole entro il 2022.

La Cina riconosce ufficialmente 56 gruppi etnici e garantisce un livello di autonomia ad alcuni, ma Pechino ha chiarito alla fine dell’anno scorso che le cosiddette politiche di azione affermativa per questi gruppi erano state ridimensionate per promuovere l’integrazione nel gruppo di maggioranza cinese Han.

Le scuole di lingue delle minoranze tibetane e uiguri sono state per lo più eliminate dal 2017 e sostituite dall’insegnamento del cinese mandarino, in parallelo con un giro di vite di Pechino sul dissenso e la detenzione di massa di manifestanti e oppositori.

Pechino sta attuando politiche che potrebbero portare alla “distruzione totale della lingua, della cultura e dell’identità di tutte le minoranze etniche” in Cina, ha affermato Enghebatu Togochog, direttore del Centro di informazione sui diritti umani della Mongolia.

Lo studio della lingua mongola è in declino, con il numero di mongoli che scelgono scuole che usano la lingua che è sceso al 30% della popolazione etnica mongola in età scolare, da quasi il 60% nel 1990, secondo un post sul blog per la rivista Made in China di Christopher Atwood, professore di storia mongola e cinese presso l’Università della Pennsylvania.

Guidata dal comandante comunista mongolo Ulanhu, la Mongolia Interna è stata la prima regione autonoma istituita nel 1947, due anni prima della fondazione della nuova Cina comunista nel 1949.

Ulanhu, che in mongolo significa “figlio rosso del comunismo”, è stato determinante nella stesura della Legge sull’autonomia etnica regionale nel 1984, che garantiva i diritti dei gruppi etnici di gestire i propri affari interni e di studiare nelle proprie lingue fino all’università.

Da quando il presidente Xi Jinping è salito al potere nel 2012, Pechino ha abbracciato la cosiddetta politica etnica di seconda generazione, che sostiene che l’autonomia delle minoranze etniche porti a movimenti separatisti che minacciano la sicurezza nazionale.

La politica attuale, in materia di minoranze etniche, prevede l’integrazione delle stesse attraverso lo sviluppo economico, i matrimoni misti e l’uso del cinese mandarino. In tandem, prevede la rimozione delle politiche di azione affermativa per le minoranze in aree altamente competitive come l’istruzione.

L’obiettivo dichiarato della politica è quello di ottenere il “grande ringiovanimento” della nazione cinese eliminando le aree autonome e costruendo una singolare identità cinese al posto delle 56 minoranze etniche precedentemente riconosciute in Cina.

Secondo il Presidente Xi l’identità culturale è la radice dell’unità nazionale. La lingua e la scrittura comuni nazionali sono fondamentali per costruire una casa spirituale comune per tutti i minzu e rafforzare la coscienza comune della nazione cinese.  

G.R.

OCEANIA

In Australia, secondo il The Guardian Andrew Liveris, amministratore delegato del governo Morrison, ha dichiarato mercoledì al National Press Club che sia l’Australia che gli altri Stati possono raggiungere le emissioni nette zero entro il 2050, espandendo in modo significativo la fornitura e l’uso domestico di gas.

Il gas è spesso descritto come avente circa la metà delle emissioni del carbone, ma gli studi hanno suggerito che ciò potrebbe essere dovuto soprattutto alla fuoriuscita di metano, che è un gas serra particolarmente potente.

S.C, S.P

Rassegna stampa a cura di:

Ariela Capuano (responsabile lingua inglese)
Salvina Calanducci e Simona Picci (lingua inglese)
Giulia Deiana (responsabile lingua francese)
Silvia Calbi e Elen’Alba Vitiello (lingua francese)
Alessandra Semeraro (responsabile lingua spagnola)
Lavinia Cataldi, Michela Di Franco e Ilaria Violi (lingua spagnola)
Veronica Battista (responsabile lingua portoghese)
Martina Pavone e Diana Fagiolo (lingua portoghese)
Silvia Santini (responsabile lingua tedesca)
Michela Sartarelli e Laura Razzini (lingua tedesca)
Clarissa Giacomini (responsabile lingua russa)
Silvia Noli, Diana Sandulli (lingua russa)
Sara Zuccante (responsabile lingua araba)
Samar Hassan (lingua araba)
Claudia Lorenti (responsabile lingua cinese & coordinatrice del progetto)
Gioia Ribeca (lingua cinese)

#POLITICAFFÈ

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Interferenze cinesi e russe nelle elezioni USA?

Stampa americana

Il Council on Foreign Relations ha fatto sapere che l’Agenzia per la sicurezza nazionale ha da tempo intensificato gli sforzi per divulgare pubblicamente le informazioni sulle minacce russe al fine di proteggere le reti statunitensi. In tale ottica si pone anche il lavoro di potenziamento del Cyber Command, una delle unità di combattimento del Dipartimento della Difesa statunitense: non sono mancati, sotto questo profilo, lodi e apprezzamenti da parte dei senatori di entrambi i partiti politici. Già da gennaio erano state rilevate delle attività da parte dei militari russi, che avevano tentato di hackerare le strutture della compagnia di gas Burisma, per trovare informazioni su Hunter Biden, figlio di Joe Biden. Viene poi aggiunto che Facebook ha dichiarato che l’Internet Research Agency, una compagnia russa impegnata in attività di influenza online, ha migliorato le tecniche per aggirare i filtri di disinformazione della piattaforma.

Columbia News, il portale di informazioni della Columbia University, sottolinea come la Russia abbia agito anche sul movimento Black Lives Matter e sulla questione delle vaccinazioni, per rimarcare il fatto che il Cremlino stia cercando di intensificare tutte le spaccature della società americana, con l’obiettivo di aggiungere ulteriore stress alla compagine democratica statunitense.

Mancano circa due mesi allo svolgimento delle elezioni presidenziali statunitensi. Come avvenne nel 2016, la Russia di Vladimir Putin ha dato via ad una nuova offensiva informatica per danneggiare i democratici e per far rieleggere Donald Trump. Questo è quanto ha recentemente affermato Microsoft, riportato da The New York Times.

Rispetto a quattro anni fa è presente una novità identificabile nell’interferenza cinese. Essa mira a danneggiare l’attuale Presidente in carica per favorire l’elezione alla Casa Bianca del candidato democratico Joe Biden. Microsoft non ha reso noto quale sia l’avversario straniero che pone la minaccia più grave all’integrità delle elezioni presidenziali del prossimo novembre. Tuttavia, l’opinione degli esperti di cybersecurity ritiene che l’interferenza russa, ad oggi, sia la più minacciosa.

La CNN sottolinea come i rappresentanti dell’amministrazione Trump abbiano contestato tale opinione, sebbene non siano stati in grado di presentare prove a loro sostegno. Le rivelazioni di Microsoft mostrano chiaramente che l’intelligence militare russa continui nel perseguimento dei propri obiettivi legati alle elezioni, nonostante il Cremlino ormai giochi a “carte scoperte”.

Secondo il Vox, la strategia principale delle Russia è quella di seminare discordia e divisione, diminuendo la fiducia nella democrazia. Inoltre, il Cremlino appoggerebbe apertamente  la rielezione del Presidente Donald Trump, mentre la Cina e l’Iran sarebbero molto più focalizzati nel promuovere i propri obiettivi nazionali. Per la Cina, ciò potrebbe significare la promozione della sua narrativa sul Covid-19 o far tacere gli Stati Uniti sulle proteste di Hong Kong. La motivazione di Teheran a condurre tali attività è dovuta alla percezione che la rielezione del presidente Trump porterebbe a una continuazione della politica di pressione degli Stati Uniti nel tentativo di favorire il cambiamento di regime in Iran. Tutti e tre possiedono capacità diverse: la Cina potrebbe non ricorrere alla diffusione di fake news online come la Russia e l’Iran fanno perché possiede altri strumenti più efficaci – economici e tecnologici – che potrebbero permettere alla Cina di raggiungere questi obiettivi.   

Stampa inglese

La BBC riporta che, sulla base delle dichiarazioni di Microsoft, sia la campagna elettorale di Donald Trump che quella di Joe Biden sono finite nel mirino degli hacker, dunque una questione bipartisan quella dell’interferenza elettorale, che coinvolge democratici e repubblicani allo stesso modo. Ma sempre secondo l’azienda informatica la maggior parte degli assalti non avrebbe avuto successo. Dietro questi ‘cyber attacchi’ ci sarebbero quindi Russia, Cina e Iran, e con particolare riferimento a quest’ultimo Paese, un gruppo noto come Phosphorus, avrebbe tentato tra maggio e giugno di accedere ai conti dei funzionari della Casa Bianca e del personale della campagna di Trump. Il pericolo rimane molto concreto perché, come ricorda l’emittente britannica, l’indagine di Robert Mueller aveva concluso che nel 2016 gli hacker russi erano riusciti a forzare l’accesso dei sistemi del Comitato nazionale democratico e dell’email personale di John Podesta, presidente della campagna elettorale di Hillary Clinton.

The Guardian aggiunge che Microsoft non ha determinato quale attore straniero possa rappresentare la maggiore minaccia per l’integrità delle prossime elezioni presidenziali; tuttavia gli esperti di sicurezza informatica sono concordi nel giudicare la Russia come l’insidia più grave. John Hultquist, direttore del dipartimento analisi di intelligence della società FireEye, ha definito l’intelligence militare russa come il più grande pericolo per il corso democratico. 

Il Consigliere alla Casa Bianca per la Sicurezza Robert O’Brien ha annunciato che gli Stati Uniti stanno portando avanti una battaglia contro gli attacchi informatici che provenienti da Cina, Iran e Russia, secondo quanto riportato da Reuters. Inoltre, il Consigliere ha reso noto che ci saranno gravi conseguenze per quei Paesi che stanno cercando di interferire nelle elezioni degli Stati Uniti d’America.   

Chiara Aveni e Gaia Natarelli

Fonti

To secure the Election: tame the russian bear in cyberspace disponibile su https://www.cfr.org/blog/secure-election-tame-russian-bear-cyberspace, consultato il 15/09/2020

How to combat russian disinformation in the U.S. Presidential election disponibile su https://news.columbia.edu/news/how-to-combat-russian-disinformation-presidential-election, consultato il 15/09/2020

Russia, China and Iran hackers target Trump and Biden, Microsoft says disponibile su https://www.bbc.com/news/world-us-canada-54110457, consultato il 15/09/2020

Russian hackers targeting US political campaigns ahead of elections, Microsoft warns disponibile su https://www.theguardian.com/technology/2020/sep/10/microsoft-russia-us-election-2020-hackers, consultato il 15/09/2020

Russian Intelligence Hackers Are Back, Microsoft Warns, Aiming at Officials of Both Parties, disponibile su https://www.nytimes.com/2020/09/10/us/politics/russian-hacking-microsoft-biden-trump.html, consultato il 15/09/2020

Are China and Iran meddling in US elections? It’s complicated, disponibile su https://www.vox.com/21418513/china-iran-us-election-meddling-russia, consultato il 15/09/2020

Russian meddling efforts intensifying as US election nears, disponibile su https://edition.cnn.com/2020/09/12/politics/russian-meddling-2020-us-election/index.html, consultato il 15/09/2020

China targeting U.S. election infrastructure with cyberattacks, says O’Brien, disponibile su https://www.reuters.com/article/us-usa-election-interference-idUSKCN2550Q2, consultato il 15/09/2020

#ATUTTOMONDO

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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT

Secondo i dati dell’Insee francese, i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sono sempre più poveri. Dal 14 settembre al 6 ottobre avrà luogo la 45esima sessione del Consiglio per i Diritti Umani, la Russia sarà presente. Numerose, ancora, le riflessioni sul Covid soprattutto a causa di nuovi contagi in diversi paesi e in vista dell’inizio dell’anno scolastico. Ondata tropicale di piogge a Capo Verde, l’isola di Santiago completamente inondata.

EUROPA

In Spagna continua a preoccupare la situazione Covid-19: secondo 20minutos, solo nelle ultime ore, sono stati calcolati più di 10.000 nuovi contagi e oltre 70 decessi (dati confermati anche dal Ministero della Salute). La Comunità di Madrid continua a essere nel centro del ciclone: solo un terzo dei casi si trova in questa zona. Aragona, Catalogna, Navarra e Paesi Baschi sembrano voler adottare misure atte a stabilizzare e abbassare la cifra dei contagi. Secondo Fernando Simón, direttore del Centro de Coordinación de Alertas y Emergencias Sanitarias, si sta mantenendo una situazione che può senz’altro essere definita importante e stabile, anche calcolando che i pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva del Paese sono attualmente più di 8.000.

Oltre alla Comunità di Madrid, anche l’Andalusia riporta un elevato rischio di contagio, difatti sono stati rilevati quasi mille casi e 16 morti; seguono la Catalogna e la Comunità Valenzana.

Passando, invece, a una notizia riportata da El Mundo, arriviamo al caso di Melilla, la città spagnola che, con Ceuta, è situata nel continente africano: prima che i casi continuino ad aumentare a dismisura, il Governo della Comunità Autonoma in questione sta studiando un modo per sollecitare la dichiarazione di uno stato d’allerta nella città non con fini di chiusura, bensì come “ombrello legale” per adottare misure utili a controllare la trasmissione del virus.

L.C, M.D.F. e I.V

In Svizzera Roger Köppel, una delle personalità di spicco del partito UDC nel Parlamento federale, si pronuncia in merito all’aumento dell’immigrazione di massa. Secondo il politico l’immigrazione non ha giovato agli svizzeri, il loro benessere è diminuito e non sono diventati più ricchi. Il giornale Le Temps riporta le parole di Roger Köppel, il quale si tutela da eventuali critiche affermando che non si schiera contro l’immigrazione: «mia moglie è di origine vietnamita, mia nonna era tedesca, mio padre aveva un’impresa di costruzioni con dipendenti italiani e jugoslavi. Sono l’avvocato di una Svizzera aperta. Ma questa apertura al mondo deve essere controllata. La libera circolazione non è davvero un buon sistema per la Svizzera. Purtroppo, l’UDC è l’unico partito che se ne assume la responsabilità».

S.C.

In Belgio, il sindaco di Gand, Mathias De Clerq, spera nella trasformazione del suo partito tradizionale Open Vld in un movimento di più larghe vedute. De Clerq afferma che il suo partito ha bisogno di trovare un nuovo slancio poiché i partiti tradizionali sono obsoleti e bisogna aprirsi a nuove idee, iniziando, per esempio, con un nuovo nome. Secondo quanto riportato dal quotidiano Le Soir, l’iniziativa non è nuova: la scorsa settimana, il presidente di un altro partito, il sp.a, ha annunciato una nuova denominazione, Vooruit (“avanti” in nederlandese), una scelta che si inscrive in un percorso di cambiamento rivolto al presente.

EA.V.

In Francia, secondo i dati dell’Insee (Istituto nazionale della statistica e degli studi economici), i più ricchi sono sempre più ricchi e i più poveri sono sempre più poveri: prendendo in considerazione i dati del 2018, ovvero prima della crescita economica del 2019 e del crollo legato alla crisi sanitaria, la disuguaglianza di reddito è aumentata. Secondo quanto riportato dal quotidiano Ouest France, il tenore di vita delle famiglie più modeste si sta abbassando principalmente a causa di una diminuzione delle indennità di alloggio. D’altro canto, per i più benestanti, tra i vari fattori, la flat tax voluta da Macron ha comportato un aumento del patrimonio e ciò spiega uno stile di vita sempre più agiato. Tale disuguaglianza ha quasi raggiunto il livello record del 2011.

EA.V.

In Portogallo questa settimana si è registrato un aumento di casi di Coronavirus, più 673 positivi e 7 decessi nel weekend, le cifre più alte da aprile, riporta Público. Allo stesso tempo il santuario di Fatima, a Ourém, ha dovuto bloccare le entrate a causa di un numero troppo elevato di persone per la comunione della domenica. Attualmente, il santuario sta ospitando il pellegrinaggio internazionale annuale di settembre e ha dovuto chiudere momentaneamente le porte per la prima volta da maggio, informa Lusa. L’attrice e regista portoghese Ana Rocha de Sousa ha vinto due premi al Festival del Cinema di Venezia, terminato questo sabato, con il suo primo lungometraggio “Listen”, si legge in Expresso. L’opera è un dramma familiare ispirato a fatti di cui Ana è stata testimone: ambientato nel Regno Unito, dove la realizzatrice ha studiato e vissuto, la trama tratta di una famiglia portoghese alla quale vengono tolti i figli per sospetto di maltratto.

D.F.

Meno visitatori agli eventi e l’obbligo di indossare mascherine in tutti i negozi: l’Austria sta nuovamente intensificando le misure di protezione. Il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, ha affermato che verranno attuate ulteriori restrizioni in futuro se l’ondata di contagi non si placherà. Stando a quanto si legge sulle prime pagine del giornale tedesco Tagesschau emerge che il numero dei contagi è tornato ad aumentare anche in Austria. Venerdì sono stati segnalati 580 nuovi casi, il giorno prima invece ammontavano a 664. Quasi 5.000 cittadini austriaci sono affetti dall’infezione virale, più della metà residenti a Vienna. «So che in molti non ci crederanno ancora ma la situazione sta diventando sempre più seria con il passare delle ore e giorni» – così ha dichiarato pubblicamente il giovane cancelliere, aggiungendo che se sarà necessario, le misure di restrizione verranno inasprite ancora di più.  

L’inverno si sta avvicinando e anche la Germania sta osservando l’evoluzione del numero di infezioni, si pone quindi la questione di quanto siano attrezzati gli ospedali, le autorità sanitarie e le scuole per fare fronte ad una nuova ondata. Un articolo su Die Zeit spiega che il sistema sanitario tedesco non è mai stato sull’orlo del collasso, il numero di letti e apparecchi per la terapia intensiva è sufficiente per curare anche i malati più gravi. Per quanto concerne il sistema scolastico, regna l’incertezza e preoccupazione tra i genitori e i Länder hanno proposto indicazioni diverse. A Berlino, ad esempio, i bambini che presentano tosse o raffreddore ma non hanno una temperatura febbrile possono continuare a frequentare le lezioni, mentre nel Land Sachsen-Anhalt, i genitori di bambini che frequentano l’asilo dovranno rilasciare una documentazione scritta dove dichiarano che il proprio figlio non presenta la sintomatologia tipica del Covid e al minimo sintomo il bambino resterà a casa. Insomma, la situazione è preoccupante, si hanno attualmente poche certezze e tutto il mondo ripone fiducia nel tempestivo sviluppo di un vaccino.

M.S., L.R.

La società ARM Holdings, produttrice di chip per computer nel Regno Unito, sarà venduta a Nvidia, azienda americana produttrice di processori grafici. Secondo The Guardian, il gigante tecnologico inglese avrà un prezzo di vendita di 40 miliardi di dollari.

Oggi la tecnologia ARM viene impiegata in molti dispositivi tecnologici, soprattutto negli smartphone, dal conglomerato giapponese Softbank che l’aveva acquistata quattro anni fa, secondo quanto riportato dalla BBC.

Nonostante l’accordo, il co-fondatore di ARM Holdings, Hermann Hauser, ha descritto la vendita come disastrosa, malgrado Nvidia abbia dichiarato che non intende spostare la sede di Cambridge, come afferma Sky News.

S.C., S.P.

La Russia parteciperà alla 45esima sessione del Consiglio per i Diritti Umani presso la sede ONU di Ginevra, che si aprirà lunedì 14 settembre e terminerà il 6 ottobre.

 La delegazione russa, rappresentata da Gennady Gatilov, contribuirà a proporre iniziative per la sfera economica, sociale e culturale, così come per il diritto allo sviluppo. Gatilov è il Rappresentante Permanente della Russia presso l’ONU e altre Organizzazioni Internazionali. “Agiremo come co-autori di una serie di iniziative sui temi che la Russia supporta da sempre: azione contro il razzismo, discriminazione etnica, xenofobia e intolleranza,” ha dichiarato Gatilov. “Cercheremo la collaborazione e il dialogo costruttivo con i nostri partner. Ci opporremo con forza ai tentativi di politicizzare il Consiglio, tentativi di sottoporre a questo argomenti che non hanno a che fare con l’impegno internazionale per i diritti umani,” ha aggiunto.

La delegazione si aspetta di partecipare a una sessione particolarmente impegnativa: saranno esaminate una serie di procedure speciali contro i rifiuti nocivi, le misure coercitive individuali, il diritto all’informazione. Inoltre, si prospetta difficoltosa la discussione su paesi come Venezuela, Yemen, Syria e Bielorussia.

Riguardo al controverso caso Navalnij, lungi dall’essere risolto, si è espresso anche il Presidente francese Emmanuel Macron, il quale ha personalmente dichiarato, in occasione di una telefonata con il Presidente

Vladimir Putin, che gli esperti francesi confermano “l’avvelenamento” come causa del malore del politico Navalnij.

Il periodico russo “Novaya gazeta” riporta il comunicato del presidente francese, che ha espresso “profonda preoccupazione per l’atto criminale commesso contro il politico” e ha chiesto un chiarimento maggiore riguardo le circostanze dell’accaduto, nonché giustizia per Navalnij, punendo i responsabili dell’attentato. Macron ha inoltre sottolineato che la Francia, insieme ad altri paesi europei, ha condotto le proprie ricerche e, giungendo alla conclusione dell’avvelenamento da Novichok, accusa la Federazione Russa di aver violato la Convenzione sulle armi chimiche (Chemical Weapons Conventions), ovvero “un trattato di disarmo e di non proliferazione vincolante di diritto internazionale, il cui obiettivo consiste nel divieto delle armi chimiche a livello mondiale”.

Putin, tuttavia, ribadisce l’infondatezza di tali accuse riguardo al caso Navalnij, reputandole inappropriate.

L’agenzia di stampa, inoltre, dopo, esser venuta a conoscenza della volontà di Navalnij e sua moglie di render note le proprie condizioni, riporta la notizia dello stato di miglioramento del paziente, il quale risulta in grado di respirare naturalmente senza il supporto della ventilazione artificiale e di alzarsi dal letto per un breve lasso di tempo.

 S.N., D.S.

AFRICA

In Mali, il 12 settembre il capo della giunta maliana, il colonnello Assimi Goïta, si è impegnato a istituire un governo per ristabilire il potere civile entro 18 mesi, dopo l’adozione di una “carta” di transizione. Come riportato da France24Afrique, gli esperti nominati dalla giunta che il 18 agosto ha rovesciato il regime del presidente Ibrahim Boubacar Keïta (IBK) hanno adottato questa “carta” al termine di tre giorni di discussioni a Bamako tra personalità politiche, militari ed esponenti della società civile. In particolare, il documento indica che il capo di Stato ad interim può essere un civile o un militare e fissa a 18 mesi la durata del periodo di transizione, che dovrà essere seguito da elezioni, ha detto Moussa Camara, portavoce delle discussioni in corso.

S.C.

In Angola, come riporta Jornal de Angola, il commissario capo della polizia nazionale Paulo de Almeida condanna la condotta di alcuni agenti della polizia. Il discorso del commissario è avvenuto il giorno dopo il decesso di una ragazza. È accaduto nel Bairro dos Ossos, un quartiere nel municipio di Cazenga, nella provincia di Luanda. L’incidente è avvenuto dopo che alcuni cittadini si erano diretti al posto di blocco per denunciare una rissa tra le gang di quartiere. Il poliziotto ha sparato un colpo per cercare di disperdere la folla uccidendo la ragazza e immediatamente i cittadini si sono scagliati contro la polizia. Attualmente, il poliziotto è in prigione e tutti vogliono che venga fatta giustizia per la 15enne, per il figlio che portava in grembo e per tutte le vittime di violenza.

M. P.

A Capo Verde, in seguito a forti piogge negli scorsi giorni l’isola di Santiago è stata inondata, provocando vari danni e il decesso di un bebè. Il Primo Ministro ha chiesto alla popolazione di proteggersi dato che le piogge dureranno ancora. Infatti, secondo l’Istituto Nazionale di Meteorologia e Geofisica (INMG), l’arcipelago è sotto l’influenza di un’ondata tropicale che parte vicino la costa della Guinea Bissau e può trasformarsi in una depressione tropicale, riferisce Lusa. Dopo tre anni di siccità a Capo Verde, le piogge sono riiniziate da fine luglio regolarmente.

D.F.

In Algeria, più di 600.000 candidati hanno iniziato gli esami di maturità, programmati per giugno e poi rinviati a settembre a causa del Covid-19. Per evitare che gli studenti copiassero durante la prima prova, il Governo ha vietato l’accesso ai social network e ha adottato una serie di misure per prevenire i tentativi di imbroglio. Una decisione presa a seguito di quanto accaduto durante gli esami del 2016, quando le tracce furono pubblicate sui social.

Le modifiche del Codice penale emanate ad aprile sono entrate in vigore e la magistratura ha emesso la prima condanna per “fuga di domande”. L’esame ha avuto luogo il 7, 8 e 9 settembre. Una dichiarazione del Ministero della Giustizia ha dichiarato che “l’8 settembre il Tribunale per i reati minori di Qalma ha condannato B.L, uno studente delle scuole superiori, a un anno di reclusione e a una multa di 100.000 dinari (660 euro) dopo essere stato giudicato colpevole di aver pubblicato sulla sua pagina Facebook la risposta relativa al test di lingua araba.

Altri indagati restano in attesa di processo, secondo Sky News Arabia.

S.H.

MEDIO ORIENTE

La Casa Bianca si prepara a ospitare un evento storico rappresentato dalla firma di un accordo di pace tra gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrein, da un lato, e Israele, dall’altro, sotto gli auspici del presidente Donald Trump. Alla cerimonia gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrein saranno rappresentati dai rispettivi Ministri degli Affari esteri, lo sceicco Abdullah bin Zayed Al Nahyan e Abdul Latif Al-Zayani. Per quanto riguarda Israele, sarà presente il primo ministro Benjamin Netanyahu.

Il Presidente americano ha descritto entrambi gli accordi come una “storica dichiarazione di pace”.

Nel Golfo, la mossa del Bahrein per stabilire la pace con Israele ha ricevuto il sostegno del Sultanato dell’Oman, il quale ha accolto con favore l’iniziativa del Bahrain di normalizzare le relazioni con Israele.

Il Ministro dell’intelligence israeliano aveva dichiarato, pochi giorni dopo l’accordo tra Emirati e Israele annunciato il 13 agosto, che anche il Sultanato dell’Oman avrebbe potuto compiere lo stesso passo. Tuttavia, il Sultanato non ha commentato ufficialmente tale dichiarazione, come riportato da  As-sharq Al-Awsat.

Gli aerei da guerra della coalizione guidata dai sauditi hanno lanciato nuovi raid sui siti Houthi a Sana’a, nello Yemen. I caccia della coalizione hanno preso di mira le caserme Houthi e i siti militari alleati con l’Iran nella capitale yemenita, Sana’a, distruggendo, citando fonti locali, anche quattro droni Houthi nella base aerea di Al-Dailami. Dalla coalizione non sono ancora arrivate conferme ufficiali, ha sottolineato France24.

Il lancio dei raid è avvenuto dopo che gli Houthi hanno annunciato di aver attaccato un “obiettivo importante” nella capitale saudita, Riyadh, usando un missile balistico e dei droni.

La coalizione non ha confermato l’attacco a Riyadh, ma ha affermato di aver intercettato e distrutto missili balistici e bombardato aerei lanciati verso l’Arabia Saudita.

S.H.

AMERICA

Degna di attenzione è la notizia proveniente dal Nicaragua, in prima pagina su El País, riguardante la persecuzione fiscale da parte del governo di Daniel Ortega delle uniche due reti televisive del Paese rimaste indipendenti. Il governo ha intrapreso una campagna di attacchi ai giornalisti e alle reti televisive dell’opposizione già da tempo, almeno dal 2018, con aggressioni fisiche, minacce e sabotaggi delle antenne televisive. Ma la notizia preoccupante arriva ora: l’11 settembre il canale indipendente Canal 12 ha ricevuto una multa (per un presunto debito) del valore di 600.000 dollari americani oltre al sequestro di beni personali del direttore del canale. I programmi denunciavano le gravi violazioni dei diritti umani del governo. Anche Canal 10, il canale più visto dai nicaraguensi, ha subito una multa di circa 3 milioni di dollari americani. I giornalisti sono molto preoccupati che si vada verso un ostruzionismo totale.

Diverso, ma ugualmente serio, è il caso della Colombia, dove continuano gli abusi della polizia nella città di Bogotà. La violenza delle manifestazioni contro il governo Duque è aumentata significativamente dal 2019 tanto che la polizia è fortemente coinvolta nel controllo di queste ultime. Dal 2016 un nuovo regolamento concede più potere alla polizia colombiana nelle decisioni di arresto, con il risultato di una gestione più repressiva da parte delle forze dell’ordine, che negli ultimi giorni hanno ricevuto denunce per violazione dei diritti umani. L’aggiornamento è di El País: 13 morti negli ultimi giorni, 74 feriti, 54 atti di vandalismo contro le stazioni di polizia e 206 contro i mezzi di trasporto pubblico.  

L.C, M.D.F. e I.V

Secondo il New York Times, negli Stati Uniti ci si chiede come sarebbe l’America oggi se il presidente Trump avesse combattuto il virus tanto duramente quanto ha combattuto per la costruzione del “suo muro”; forse molte migliaia di vite sarebbero state salvate.

Un’opportunità per un’azione decisiva è arrivata il 28 gennaio, quando il suo consigliere per la sicurezza nazionale, Robert C. O’Brien, ha avvertito Trump affermando che il coronavirus “sarà la più grande minaccia alla sicurezza nazionale che affronterà durante la sua presidenza”.

Il presidente ha deciso di illudere i cittadini minimizzando il virus, paragonandolo all’influenza e dicendo che sarebbe “andato via”.  Ad oggi, come risultato di ciò, gli americani costituiscono il 4 % della popolazione mondiale e il 22 % dei morti di Covid-19.

In Canada, secondo la CBC News  sono passati sei mesi da quando il governo federale ha annullato i test per ottenere la cittadinanza a causa del Covid-19 e molti immigrati chiedono di poterli svolgere online o fisicamente a distanza.

Myrann Abainza è arrivata in Canada dalle Filippine come badante nel 2009 ed è stata raggiunta dal marito e da due figlie sei anni dopo. La sua famiglia era sulla buona strada per ottenere la cittadinanza prima che arrivasse il Covid-19. Frustrata dal ritardo e dalla mancanza di informazioni da parte dell’Immigration, Refugees and Citizenship Canada (IRCC), ha affermato che il governo dovrebbe trovare un modo per svolgere i test di persona, rispettando le linee guida per la salute pubblica.

L’IRCC riporta sul suo sito web alcune informazioni a riguardo della cancellazione dei test e  ha riferito a CBC News che sta cercando alternative per fornirli, ma al momento non ha offerto alcun termine.

S.C., S.P

Nello stato di Rio de Janeiro, in Brasile, il Tribunale Superiore del Lavoro ha deciso che le scuole private riapriranno le porte agli studenti dal 14 settembre. Come spiega il giornale UOL, il provvedimento prevede che le persone più a rischio lavoreranno da casa attraverso le video lezioni. Tra i banchi ci sarà una distanza di 1,5 metri, mentre la ricreazione avverrà a turni. La decisione di riaprire le scuole private è stata abbastanza repentina. Infatti, il decreto del 4 settembre ne vietava l’apertura fino alla vaccinazione degli alunni e dei docenti o nel caso in cui il virus non presentasse più un rischio per la società.

M.P.

ASIA

In Cina, come riportato dal China Daily, una nuova antologia raccoglie le storie delle scrittrici cinesi, troppo spesso, messe da parte o discriminate.

Quando Zhang Li, autrice del libro, aveva circa 6 anni negli anni ’70, fu mandata a Baoding, nella provincia di Hebei, nella Cina settentrionale, a vivere con la nonna materna per un anno.

Per molti pomeriggi in campagna, la nonna la portò a una grande pagoda sotto il quale le donne del villaggio amavano radunarsi dopo pranzo. Le mogli di questi contadini cucivano attivamente suole di scarpe, tessevano paglia, allattavano e sgusciavano mais mentre chiacchieravano.

Dopo aver giocato a nascondino con altri bambini, Li si sedeva e ascoltava le chiacchiere delle donne: la figlia di qualcuno diventava più carina, il marito di qualcuno guadagnava di più, alcuni anziani erano morti e qualcuno aveva un nuovo bambino. Li ricorda che una volta una donna è scoppiata in lacrime mentre parlava e ha mostrato agli altri le sue braccia e le gambe contuse.

C’era una donna che veniva al villaggio che aveva sposato un uomo non seguendo le tradizioni. Anche se sembrava vivere una bella vita, la gente spettegolava su di lei. C’era un’altra sposa che piangeva tutto il giorno. Li ha poi saputo che era stata rapita dalla provincia di Sichuan nella Cina sudoccidentale e che veniva tenuta sotto controllo tutto il tempo dal marito.

Ci sono state conversazioni su gravidanza, aborto e politica di pianificazione familiare. Solo quando Li Zhang è cresciuta si è resa conto di quanto fosse coraggiosa quella donna che si è sposata contro gli usi e i costumi della tradizione cinese, che le persone avrebbero dovuto aiutare la donna che era stata rapita e che la donna con i lividi era vittima di violenza domestica.

“Molti anni dopo che ho capito che le chiacchiere delle donne sotto l’albero della pagoda non erano solo narrazione, ma anche un grido d’aiuto” scrive Zhang nella prefazione a An Anthology of Short Stories by Chinese Women. Zhang scrive: “Per me, selezionare storie per questa antologia è stato come cercare di costruire una comunità letteraria femminile immaginaria, proprio come lo spazio sotto l’albero della pagoda. All’apertura del libro, nello stesso spazio e allo stesso tempo, ascoltiamo le storie l’uno dell’altro, e ci riconosciamo”

Zhang è stata ispirata a compilare un libro del genere quando era una dottoranda che lavorava alla sua tesi sull’inizio della scrittura femminile cinese più di cento anni fa.

Il suo intento è quello di tracciare una mappa della storia della letteratura femminile cinese, includendo non solo scrittrici famose, ma anche scrittrici meno conosciute, più recenti, per scoprire come si è sviluppata la letteratura femminile cinese nel secolo scorso.

Ha cercato le scrittrici, una per una, tra le vecchie riviste letterarie, come New Youth nel 1919 e Fiction Monthly nel 1921, e gradualmente ha riempito gli spazi vuoti sulla mappa, inserendo scrittrici dei tempi antichi ma anche dei tempi moderni, per incoraggiare le donne a scrivere e a dare voce ai loro pensieri. “Volevo creare un libro inclusivo, un coro di voci diverse, aperte e all’avanguardia, commoventi, gentili ma tenaci, che parlavano fedelmente della vita delle donne da diverse prospettive”, dice Zhang.

Le scrittrici sono generalmente molto caute quando scrivono perché, alla fine, questo è un mondo prettamente maschile, nonostante lo status sociale delle donne stia migliorando piano piano.

Zhang Li ripone molta fiducia nelle giovani scrittrici e non vede l’ora che le donne, possano scrivere quello che vogliono, senza preoccuparsi di essere meno considerate o rispettate.  

G.R.

OCEANIA

In Australia il premier Daniel Andrews ha difeso l’operato di alcuni poliziotti durante un controllo autostradale.

Secondo The Courier, vi sarebbe un video in circolazione che mostrerebbe la polizia che trascina fuori dall’auto una donna fermata ad un checkpoint a Kalkallo, a nord di Melbourne.

Gli agenti avevano fermato la macchina poiché avevano notato che il porta cellulare dell’autista le impediva la vista della strada. Al suo rifiuto nel rimuoverlo e di fornire i documenti, la polizia l’ha arrestata, come si legge su Mail Times.

Come riporta The Examiner, il video, postato su Facebook, è diventato subito virale e la mostrava mentre opponeva resistenza, affermando di non sapere che fosse illegale non fornire i documenti durante un controllo.

S.C, S.P

Rassegna stampa a cura di:


Ariela Capuano (responsabile lingua inglese)
Salvina Calanducci e Simona Picci (lingua inglese)
Giulia Deiana (responsabile lingua francese)
Silvia Calbi e Elen’Alba Vitiello (lingua francese)
Alessandra Semeraro (responsabile lingua spagnola)
Lavinia Cataldi, Michela Di Franco e Ilaria Violi (lingua spagnola)
Veronica Battista (responsabile lingua portoghese)
Martina Pavone e Diana Fagiolo (lingua portoghese)
Silvia Santini (responsabile lingua tedesca)
Michela Sartarelli e Laura Razzini (lingua tedesca)
Clarissa Giacomini (responsabile lingua russa)
Silvia Noli, Diana Sandulli (lingua russa)
Sara Zuccante (responsabile lingua araba)
Samar Hassan (lingua araba)
Claudia Lorenti (responsabile lingua cinese & coordinatrice del progetto)
Gioia Ribeca (lingua cinese)

#POLITICAFFÈ

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Giappone: silenzio, si gioca

Stampa statunitense

Applausi, canti, cori, urla: questo è quello che si poteva sentire andando allo stadio nel periodo pre-Covid-19. Nell’era del Coronavirus la realtà è ben diversa. Lo dimostra la riapertura degli stadi agli spettatori in Giappone. Come riporta il New York Times, mentre i principati campionati sportivi negli Stati Uniti e in Europa vedono quelle tribune, un tempo gremite di spettatori, ancora vuote, i tifosi giapponesi assistono alle partite già dall’inizio dello scorso luglio. Infatti, il Paese ha riaccolto gli spettatori negli stadi, ma canti, cori e tamburi per cui sono noti i tifosi giapponesi, sono ancora severamente vietati. Ora, la maggior parte di queste attività è vietata per paura che le persone possano essere spinte, in una frenesia di urla, e che possano usare un qualsiasi spray che può diventare un vettore per la diffusione del virus. Ricordiamo che il Giappone non ha fatto ricorso al cosiddetto lockdown per contenere la diffusione del virus e l’emergenza nazionale dichiarata ad aprile è dipesa in gran parte dall’adesione volontaria dei cittadini. Nelle ultime settimane, le autorità sanitarie del Paese hanno segnalato più di 1000 infezioni in diverse giornate, non c’è stato alcun accenno verso una possibile chiusura.

The Washington Post sottolinea come l’intenzione del governo giapponese sia quella di vaccinare l’intera comunità contro il Coronavirus entro la metà del prossimo anno. Anche se ciò si dovesse rivelare impossibile, gli organizzatori degli ormai rimandati Giochi Olimpici di Tokyo 2020 insistono sul fatto che i Giochi si svolgeranno ugualmente, forse con un numero ridotto di spettatori. In una recente intervista, Toshiro Muto, CEO di Tokyo 2020, ha affermato che poiché è altamente probabile che le Olimpiadi avranno luogo con il Coronavirus ancora presente nella comunità internazionale, è necessario adottare delle misure che permettano sia agli spettatori che agli atleti di partecipare all’evento in sicurezza. Inoltre, aggiunge che se si riuscirà ad organizzare Tokyo 2020 – ormai 2021 – con una pandemia in corso, questo servirà sicuramente da modello per come dovranno essere gestiti in futuro eventi simili su scala globale in situazioni di emergenza come quella che stiamo attraversando quest’anno.

Stampa giapponese

Nippon.com racconta come la nuova realtà sportiva imposta dal coronavirus sia stata del tutto peculiare anche quando gli stadi erano completamente vuoti. Nei match di baseball che sono ripartiti nel mese di giugno, si è cercato inizialmente di ricreare l’eccezionale calda atmosfera a cui solo i tifosi sanno dare vita. Per esempio, durante un incontro allo Yokohama Stadium la squadra di casa, la DeNA BayStars, ha occupato 5.000 posti interni con fotografie giganti dei propri fan; inoltre era stato messo a disposizione per gli spettatori a casa, un live streaming con la telecronaca delle ex stelle del baseball. E, come se non bastasse, i tifosi potevano accedere in videoconferenza alla piattaforma Zoom per poi ritrovarsi proiettati sullo schermo digitale dello stadio.

Anche a Taiwan e nella Corea del Sud, per sopperire a una presenza limitata negli stadi, sono state affisse fotografie dei propri tifosi. Ancora, in ambito calcistico si stanno cercando di sviluppare nuovi approcci: la Yamaha Corporation è impegnata a studiare una ‘tecnologia di tifo a distanza’, ovvero una app che permette ai supporter da casa di trasmettere le loro voci direttamente agli altoparlanti dello stadio. Perché come sappiamo, gli eventi sportivi professionali, secondo il programma governativo giapponese, hanno sì iniziato a rivedere una presenza fisica dei propri sostenitori ai vari incontri a partire da luglio, ma comunque è in atto uno sforzo creativo per sviluppare nuove forme di intrattenimento, in quanto il Giappone teme che molte squadre aziendali possano scomparire, come era già successo negli anni tra lo scoppio della bolla speculativa giapponese del 1990 e la grande crisi finanziaria internazionale del 2008. Infatti, oltre alle perdite sui biglietti, i club dovranno fare i conti con le diminuzioni dei guadagni su prodotti come cibo e bevande che vengono solitamente venduti durante le partite.

Il Japan Press Weekly ha invece voluto evidenziare come nel mese di maggio il governo giapponese abbia messo a disposizione di gruppi sportivi e associazioni culturali e artistiche, un budget di 56 miliardi di yen per riprendere le proprie attività. Ma lamenta il giornale, è ancora troppo poco.

Japan Times, affidandosi alle parole dell’AD di Sports Branding Japan, ha sottolineato come sia importante cercare di comprendere le potenzialità del nuovo mercato offerto dai servizi video, per fare in modo che leghe e squadre si aprano a nuove idee per ampliare il mercato, creando piani aziendali nuovi. Viene inoltre affrontato il tema dei Giochi Olimpici e Paraolimpici di Tokyo, che sono stati rinviati alla prossima estate. Numerosi interrogativi, infatti, ruotano attorno a tale questione; per esempio, ci si chiede se gli sponsor che avevano termini contrattuali previsti per il 2020, avranno un rinnovo gratuito oppure dovranno versare denaro aggiuntivo. Infine, viene affrontato il tema più delicato relativo ai problemi dei Giochi Paraolimpici, perché gli atleti con specifiche disabilità fisiche potrebbero rifiutarsi di viaggiare in Giappone per problematiche legate al proprio sistema immunitario.

Dunque, anche lo sport ha dovuto ovviamente ridimensionare il proprio spazio in seguito alla pandemia da Covid-19, delineando inediti scenari dei propri campi da gioco, che nel passato sarebbero sembrati assurdi o, addirittura, inimmaginabili.

Chiara Aveni e Gaia Natarelli

FONTI:

Sitting in Silence With 5,000 Fans: The New Sound of Japanese Sports, disponibile su  https://www.nytimes.com/2020/09/09/world/asia/japan-coronavirus-jleague-soccer.html, consultato il 10/09/2020

Organizers, IOC Trying to Remove Doubts Over Tokyo Olympics, disponibile su https://www.nytimes.com/aponline/2020/09/08/sports/olympics/ap-oly-tokyo-future.html, consultato il 10/09/2020

Tokyo Olympics organizers say Games can proceed without a coronavirus vaccine, disponibile su https://www.washingtonpost.com/world/asia_pacific/tokyo-olympics-japan-coronavirus-vaccines/2020/09/03/8e858c88-e799-11ea-bf44-0d31c85838a5_story.html, consultato il 10/09/2020

Government compiles support measures covering a wide range of sports clubs disponibile su http://www.japan-press.co.jp/s/news/index.php?id=12969, consultato il 11/09/2020

Expert calls on Japanese sports industry to innovate after pandemic disponibile su https://www.japantimes.co.jp/sports/2020/06/30/general/expert-calls-japanese-sports-industry-innovate-pandemic/, consultato il 11/09/2020

Japanese pro sports tries to adapt to a new coronavirus reality disponibile su https://www.nippon.com/en/in-depth/d00595/, consultato il 11/09/2020

COVID as a catalyst for corporate sports reform disponibile su https://www.nippon.com/en/in-depth/d00581/, consultato il 11/09/2020

#ATUTTOMONDO

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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT

Russia, 40.000 volontari per la terza fase di sperimentazione del primo vaccino anti-Covid. In Spagna due nuovi nomi indagati nel caso Operación Kitchen. Gli Stati Uniti si preparano a ritirare più di un terzo delle proprie forze dal territorio iracheno. In Brasile il prezzo del riso, alimento base della cucina locale, continua ad aumentare vertiginosamente di prezzo.

EUROPA

L’ex ministro degli Interni spagnolo, Jorge Fernández Díaz, e l’ex segretaria generale del Partido Popular (PP), María Dolores de Cospedal, sono gli ultimi nomi che la Fiscalía Anticorrupción ha chiesto al giudice Castellón di iscrivere nel registro degli indagati per il caso denominato Operación Kitchen. Il protagonista di quella che ha tutti i contorni di una spy-story è l’ex tesoriere del PP, Luis Bárcenas, reo di aver depositato, senza averli dichiarati, 48 milioni di euro in conti svizzeri e di aver finanziato con quel denaro i leader del suo partito. L’Operación Kitchen ha inizio dopo il ritrovamento, nel domicilio dell’ex poliziotto Villarejo, di una pen drive il cui contenuto ha rivelato l’esistenza di un nucleo operativo della polizia che aveva la funzione di localizzare documenti e attività di interesse giuridico riconducibili all’ex tesoriere del PP.

Oltre che su alcune personalità di spicco della politica spagnola, il giudice ha deciso di indagare anche sull’operato degli ispettori e dei commissari di polizia che hanno permesso al reparto operativo, impegnato nello spionaggio dei movimenti di Bárcenas, di compiere ricerche al di fuori dei limiti della legge. Secondo l’articolo di 20minutos non si esclude che il prossimo nome illustre ad essere indagato possa essere quello del presidente Rajoy visti i frequenti riferimenti alla sua persona nelle conversazioni di Villarejo intercettate dalle forze dell’ordine.

L.C, M.D.F. e I.V

In Francia, un amico di Frédéric Boisseau, la prima vittima dell’attentato del gennaio 2015 a Charlie Hebdo, gli ha reso un lungo omaggio martedì 8 settembre davanti alla Cour d’assise spéciale di Parigi. Come riportato da France 24, il processo degli attentati del gennaio 2015 è entrato nella sua prima fase martedì 8 settembre, con le udienze delle parti civili, testimoni dei fatti di Charlie Hebdo. Anche se i sei sopravvissuti all’attacco terroristico nei locali del settimanale avrebbero dovuto essere ascoltati nel pomeriggio, si è preferito dare la precedenza alla testimonianza di Jérémy Ganz, ex collega di Frédéric Boisseau.

S.C.

In Belgio, la scadenza del 17 settembre 2020, entro la quale la prima ministra Sophie Wilmès si è impegnata a presentare la questione della fiducia alla Camera, potrebbe essere prorogata nel caso di parere favorevole della maggioranza dei deputati. Come riportato da Le Soir, la formazione di una nuova coalizione federale, che associa le famiglie socialiste, liberali, ecologiste e il CD&V, ha subito un brusco arresto questo martedì 8 settembre con l’annuncio della contaminazione da Coronavirus di uno dei due esploratori nei negoziati per la formazione del nuovo governo, Egbert Lachaert.

S.C.

In Svizzera, il sindacato Unia ha inviato più di 40.000 cartoline agli svizzeri per invitarli a votare contro l’iniziativa del partito UDC (Unione Democratica di Centro), sulla quale i cittadini si esprimeranno il prossimo 27 settembre. Secondo quanto riportato da Le Matin, la potenziale entrata in vigore dell’iniziativa comprometterebbe la tutela dei salari e delle condizioni di lavoro dei dipendenti, così come abolirebbe le sanzioni contro le aziende svizzere e straniere che praticano il dumping salariale.

EA.V.

Il primo ministro del Portogallo António Costa ha affermato questa settimana che un eventuale ritorno al lockdown rappresenta un “non scenario” perché né il Paese né i cittadini sopporterebbero di fermarsi di nuovo. Per questo motivo ha fatto un appello ai portoghesi affinché stiano “attentissimi” alle norme di sicurezza dato che il virus non si diffonde da solo, ma sono le persone ad essere potenziali portatori, si legge in Lusa. Inoltre ha parlato di reindustrializzazione del Paese per recuperare l’economia investendo su nuovi settori ma puntando, allo stesso tempo, anche su settori imprescindibili per l’economia del Paese, quali quello tessile, quello alimentare e delle calzature, riporta Diário de Notícias.

D.F.

L’industria automobilistica tedesca sta subendo un duro colpo dopo la crisi coronavirus. Nonostante la condizione attuale, in Germania rappresenta ancora quasi il dieci per cento del valore aggiunto lordo e supporta molti altri settori come la produzione di metalli, le apparecchiature elettriche, l’ingegneria meccanica e le telecomunicazioni. Sono circa 936.000 le persone che, direttamente o indirettamente, dipendono dall’industria automobilistica.

Lo studio condotto dall’Institut der Wirtschaft (IW) e riportato dal giornale Der Spiegel risulta essere preoccupante: l’industria automobilistica è sotto shock, deve fare i conti con un drastico calo della domanda e la ripresa è più lenta di quanto ci si aspettasse. Nel primo semestre del 2020, Volkswagen ha registrato un calo delle vendite di circa il 22%; la società del gruppo Audi ha subìto una grave battuta di arresto e perso i guadagni di almeno un trimestre. Duro colpo anche per la BMW che tra l’inizio di aprile e la fine di giugno ha consegnato ai suoi clienti statunitensi solo 50.957 vetture nuove, circa il 39% in meno rispetto allo scorso anno. Secondo i ricercatori, il già elevato livello di sovraccapacità produttiva esistente e il cambiamento tecnologico finisce per gravare sui risultati economici. In particolare, ne risentono le industrie fornitrici più piccole: mentre le case automobilistiche e i grandi fornitori hanno la possibilità di modificare la loro produzione per evitare il tracollo economico, le fonderie per blocchi motore ad esempio non possono farlo.

Al vertice automobilistico, tenutosi martedì 8 settembre nella Cancelleria tedesca, hanno preso parte Angela Merkel, i rappresentanti del settore industriale, i sindacati e i premier degli Stati federali. Il ministro dell’economia Peter Altmaier (CDU) ha parlato di come saranno spesi i due miliardi di euro stanziati per l’industria nel pacchetto di stimolo economico contro la crisi da Covid-19 e del supporto che dovrà essere garantito anche e soprattutto ai fornitori. Oltre che un’iniezione economica, sono state richieste chiare linee guida sulla registrazione futura di auto autonome e semi-autonome. La Germania infatti, con la legge attualmente in fase di preparazione, vuole essere la prima al mondo a consentire l’utilizzo di veicoli senza conducente entro il 2022. Una questione spinosa che richiederà un secondo incontro al vertice e che, secondo le informazioni di Der Spiegel ha visto un primo blocco da parte del Ministero federale dei trasporti. Il problema sarebbe a livello europeo: l’omologazione è regolata da leggi europee e dunque la registrazione effettuata in un Paese è valida anche negli altri Stati Membri che pertanto devono avere voce in capitolo. Infine, il leader della CSU Markus Söder ha chiesto ulteriori aiuti economici per la ricerca e la produzione di celle a batteria per le auto elettriche che in numeri equivarrebbero ad altri dieci miliardi di euro, non necessari per la Merkel: «Personalmente credo che le misure prese siano giuste e anzi, la riduzione dell’imposta sul valore aggiunto incluso nel pacchetto abbassa anche il prezzo delle auto con motore a combustione, per cui ora non vedo la necessità di ricorrere ad un’addizione». Nel frattempo, il Ministero dell’economia sta lavorando all’attuazione del programma aggiuntivo concordato.

M.S., L.R.

In Inghilterra, secondo ilThe Guardian e ilBusiness Live, alcuni trust del National Health Service (NHS) mostrano che solo il 15,4% dei ruoli dirigenziali sono occupati da donne. Anche se ci sono stati dei progressi, il NHS non è riuscito a raggiungere l’obiettivo che si era prefissato: garantire che la metà dei posti nei consigli di amministrazione fossero occupati da donne entro il 2020.

Sam Allen, presidente dell’Health and Care Women Leaders Network della Confederazione NHS e amministratore delegato del Sussex Partnership NHS Foundation Trust, afferma:“il NHS ha fatto progressi, ma resta ancora molto da fare per raggiungere una parità di genere coerente e significativa”.

Inoltre, secondo una ricerca condotta dalla University of Exeter Business School, la leadership del NHS che rappresenta più equamente le donne nei ruoli senior è “essenziale, in ritardo e necessaria ora”.

In Irlanda, secondo il The Guardian e The Telegraph, la compagnia aerea irlandese Ryanair ha ridotto di 10 milioni il suo obiettivo annuale di passeggeri, poiché si aspetta che il mercato dei viaggi invernali verrà “cancellato”.

Anche EasyJet ha dichiarato che avrebbe tagliato i voli dopo che il governo britannico ha annunciato ulteriori misure di quarantena. 

Inoltre, già il mese scorso, Ryanair ha dichiarato che stava cancellando quasi un volo su cinque programmato per settembre e ottobre a causa di un calo delle prenotazioni, per via dell’aumento dei casi di coronavirus in alcuni Paesi europei.

S.C., S.P.

Il 9 settembre sono iniziate in Russia le vaccinazioni con “Sputnik V”. Sono 40.000 i volontari che, a Mosca, stanno partecipando alla terza fase della sperimentazione del primo vaccino al mondo contro il Covid-19, sviluppato presso l’istituto Gamaleya ad agosto.

Il vaccino dovrebbe essere somministrato a persone appartenenti ai gruppi considerati a rischio, come medici, infermieri e insegnanti, e il Ministro della Salute ha dichiarato che ciò inizierà presto.

Intanto “i primi volontari a Mosca sono già stati vaccinati” ha affermato il vicesindaco Anastasia Raskova. Il primo lotto di vaccini è stato consegnato a tre policlinici della capitale e la vaccinazione è gratuita e può essere effettuata solo le seguenti condizioni: età minima 18 anni, polizza assicurativa medica obbligatoria nel territorio di Mosca e test di gravidanza negativo.

Nel frattempo, il Messico ha ordinato 32 milioni di dosi del vaccino russo contro il coronavirus e il Fondo russo per gli Investimenti Diretti ha dichiarato di fornire tali dosi a una delle maggiori società farmaceutiche messicane. Anche il Kazakistan segue la stessa linea messicana, avendo firmato con il Fondo russo un accordo per ricevere 2 milioni di dosi di un potenziale vaccino che abbia superato tutti i test.

D’altra parte, non sono pochi i gli scienziati che guardano con più realismo alla situazione attuale e sostengono che nonostante un vaccino, l’umanità convivrà a lungo con il virus: “un vaccino è in fase di sviluppo ora e farà il suo lavoro. Dobbiamo guardare al futuro con ottimismo, ma ricordare che vivremo a lungo con questo virus”, ha dichiarato il virologo Anatoly Alshtein.

Trattando invece di disastri ambientali, il presidente Putin ha fatto visita all’oblast di Irkutsk, in Siberia, che fu colpito da una violenta alluvione a giugno del 2019. Il lago Bajkal, esondando, ha allagato 50 città che sono rimaste inagibili per giorni, con ingenti danni alle abitazioni e alla popolazione.

Come ammesso dal presidente, i lavori per la ripresa della regione hanno subito gravi ritardi e sono cominciati solo dopo sei mesi. Il Presidente Putin ha comunicato che il bilancio federale ha stanziato 27 miliardi di rubli, che ammontano a 302 milioni di euro, per la ripresa economica della regione e la costruzione di abitazioni per chi è rimasto senza casa e per nuove infrastrutture. Nel distretto di Ugolshchikov è stato costruito un nuovo complesso residenziale con 66 appartamenti disponibili.

Il Presidente ha anche fatto appello ai responsabili e ai funzionari regionali di assicurarsi che le strutture sociali sul territorio ricomincino a funzionare in maniera regolare: positiva la riapertura di una scuola che ospita dal 1275 studenti e la creazione di una nuova unità per le malattie infettive a Tulun.

Nel frattempo, il Ministero della Difesa ha comunicato che verranno smantellate tutte le strutture danneggiate a Tulun entro ottobre, data entro la quale si prevede anche il completamento della bonifica del suolo. Gli aggiornamenti ci vengono riportati dall’agenzia di stampa RIA Novosti.

 S.N., D.S.

AFRICA

In Nigeria, l’ex redattore Mannir Dan Ali si è pronunciato in merito alle difficoltà riscontrate dai giornalisti nello svolgere il proprio lavoro. Secondo quanto riportato da BBC Afrique, i funzionari dello Stato sminuiscono la professione giornalistica, fino ad arrivare ad insultarla. L’ex ministro del governo e membro del Partito Democratico Popolare (PDP) Fani-Kayode, ad esempio, è ormai conosciuto i suoi maltrattamenti verso questa categoria. Il governatore di Ebonyi ha abusato del suo potere per vietare a due giornalisti di esercitare la professione a causa della propensione a scrivere articoli negativi sullo Stato. Amnesty International ha reagito in un comunicato stampa condannando il modo in cui vengono trattati i giornalisti.

EA.V.

In Angola, come scrive il Jornal de Angola, i collegamenti aerei domestici e internazionali non commerciali riprenderanno rispettivamente il 14 e il 21 di questo mese, come annunciato dal ministro dei Trasporti. I voli sono finalizzati soprattutto al rimpatrio e ritorno a casa dei cittadini nei rispettivi Paesi. I passeggeri che desiderano viaggiare in Angola ma che provengono dall’estero devono sottoporsi al test rapido 72 ore prima del volo, per poi effettuare la quarantena domiciliare all’arrivo ed eseguire nuovamente il test sette giorni dopo.

M. P.

Questa settimana il Mozambico ha ricevuto 250 mila euro nel quadro del piano di azione in risposta alla pandemia tra Portogallo, i Paesi di Lingua Ufficiale Portoghese (PALOP) e Timor-Est, fondi destinati soprattutto alla provincia del nord Nampula, riferisce Lusa. Inoltre il Mozambico ha ricevuto anche fondi dalla Banca Mondiale per un totale di 88 milioni di euro destinati ad “sostenere programmi per lo sviluppo delle competenze per giovani mozambicani”. Allo stesso tempo gli imprenditori hanno espresso la volontà di stringere più accordi commerciali con l’India, che è il secondo maggior partner commerciale del Mozambico dopo il Sudafrica nel primo trimestre del 2020, per poter dinamizzare il settore privato mozambicano, si legge in Plataforma Media.

D.F.

L’ambasciatore della Tunisia presso le Nazioni Unite, Qais Qabtani, ha annunciato le proprie dimissioni dal corpo diplomatico dopo essere stato rimosso dal suo incarico, ricoperto per soli cinque mesi. Si tratta di una “questione d’onore e di principio”, ha aggiunto Qais Qabtani, sottolineando che, fino a martedì, non era a conoscenza della decisione del Ministero degli Affari Esteri di licenziarlo.

Per il Paese questo è il secondo cambio di ambasciatore alle Nazioni Unite in sette mesi. A gennaio, infatti, la Tunisia aveva convocato l’allora ambasciatore, Al-Munsif al-Baati sollevandolo dal suo incarico dopo solo cinque mesi dall’inizio della missione diplomatica a New York. La ragione dietro il licenziamento di al-Baati è stata l’accusa, da parte della presidenza tunisina, di aver sostenuto i palestinesi a scapito del rapporto della Tunisia con gli Stati Uniti, cosi ha riportato France24.

S.H.

MEDIO ORIENTE

La Lega degli Stati arabi, durante una riunione ministeriale, ha condannato l’interferenza turca negli affari interni dei Paesi arabi, invitando la parte turca a “non interferire più”.

Secondo l’agenzia ufficiale di stampa saudita, il Consiglio ha criticato gli interventi militari turchi in Libia, esprimendo la propria disapprovazione per il trasferimento da parte della Turchia di combattenti terroristi stranieri nelle terre libiche, in quanto ciò costituisce una minaccia diretta alla sicurezza nazionale araba e alla pace, nonché una chiara violazione delle decisioni del Consiglio di sicurezza.

Nella risoluzione i partecipanti hanno inoltre espresso “la loro condanna per l’aggressione turca ai territori siriani, considerata come una chiara violazione dei principi della Carta delle Nazioni Unite” ed hanno definito “l’incursione delle forze turche nelle terre irachene come un attacco alla sicurezza nazionale araba”, invitando così la parte turca a ritirare tutte le forze presenti nei territori arabi.

Il Consiglio ha poi accolto con favore la formazione del Comitato ministeriale arabo sulle interferenze turche negli affari interni dei Paesi arabi, composto da Egitto, in qualità di Presidente, e da Regno dell’Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Iraq e Segretario generale della Lega. Qatar, Libia, Somalia e Gibuti hanno espresso riserve sulla decisione, secondo quanto riportato dalla CNN Arabic.

In Iraq, gli Stati Uniti si preparano a ritirare più di un terzo delle proprie forze entro poche settimane, secondo il comandante del Comando centrale.

Il generale Kenneth McKenzie ha riferito ai giornalisti che il numero delle forze statunitensi diminuirà da 5.200 a 3.000 durante il mese di settembre.

Ha poi aggiunto che le forze rimanenti continueranno a fornire consulenza e assistenza alle forze di sicurezza irachene nel “rintracciare gli ultimi militanti dell’ISIS rimasti”.

Il mese scorso, il presidente Donald Trump ha ribadito la sua intenzione di ritirare tutte le forze dall’Iraq il prima possibile, come sottolineato dalla BBC Arabic.

S.H.

AMERICA

In Colombia, più precisamente a Medellín, secondo quanto riportato dall’articolo di El País, ci sarebbe stato uno scandalo sul (mega)progetto energetico idroelettrico “Ituango” (che avrebbe sede sul fiume Cauca, in quello che è chiamato il “Cannone del Cauca”, ossia a circa 170 chilometri da Medellín), che ha promesso di generare il 17% dell’energia necessaria per il Paese. Infatti, il sindaco della città, Daniel Quintero, ha accusato l’antecedente amministrazione comunale di non aver reso noto un documento che evidenziava gli errori di costruzione e disegno del progetto. Tuttavia, questi ultimi sembrerebbero essere nient’altro che le cause che hanno quasi generato una tragedia nel 2018.

Spostandoci in Messico, sembrerebbe esserci una nuova tendenza in fatto di cuccioli: ora andrebbero di moda i cuccioli di tigre del Bengala. È stato infatti reso noto da un articolo della BBC che nei corridoi del centro commerciale Antara, nell’esclusiva zona di Polaco, a Città del Messico, una donna di nome Mina Ayala avrebbe introdotto un cucciolo del sopracitato animale, destando sorpresa e rabbia da parte di molti messicani. Le sue immagini, prontamente diffuse in rete sia dalla stessa sia da altre persone testimoni del fatto, sono arrivate anche alla Procuraduría Federal de Protección al Ambiente (Profepa), la quale ha reso noto che l’animale non è una specie protetta. Tuttavia, il cucciolo appartiene alla categoria degli animali esotici, dunque si deve disporre di una corretta autorizzazione e di uno spazio che gli consenta di vivere (lontano dai centri commerciali, possibilmente).

L.C, M.D.F. e I.V

Recentemente negli Stati Uniti, si sono verificati numerosi incendi che hanno devastato alcuni Stati, causando la distruzione di milioni di ettari di terreno.

Secondo il New York Times, gli incendi avrebbero interessato tutta l’area occidentale del Paese, spazzando via gran parte delle cittadine in Oregon e Washington.

Alcuni residenti hanno raccontato di essersi affacciati alle finestre e di aver visto uno scenario apocalittico con bagliori rossastri. Tutto ciò è dovuto ai venti che trasportano cenere e fumo da luoghi più colpiti come Creek Fire e North Complex, arrivando fino alla baia, come afferma CNN.

Come si legge su NBC News, in Oregon, a causa delle fiamme un dodicenne e sua nonna hanno perso la vita, mentre la madre del ragazzo ha riportato grave ustioni.

S.C., S.P

Lo scorso anno, in Canada, l’ammontare degli straordinari pagati ai dipendenti e ai dirigenti della Société des alcools du Québec (SAQ) ha continuato ad aumentare, raggiungendo i 15,1 milioni di dollari, come riportato da Le Journal de Québec. Dall’anno fiscale 2016-2017, gli straordinari alla SAQ sono esplosi quasi del 70%. La direzione aziendale ammette che negli ultimi mesi si è registrato un aumento rispetto allo stesso periodo degli anni precedenti dovuto agli effetti della pandemia.

S.C.

In Brasile, in tavola, non può mai mancare il riso. Come scrive il giornale UOL, nelle ultime settimane soprattutto, il prezzo del cereale è salito smisuratamente: un pacco da cinque chili, che normalmente ha un costo di circa 15 reais (2,40 euro), adesso ha raggiunto i 40 reais (6,40 euro). Purtroppo, i produttori dicono che il prezzo continuerà a salire. Il presidente Bolsonaro ha chiesto ai brasiliani di essere patriottici nel fare la spesa al fine di tenere bassi i prezzi degli alimenti di base e di non arricchire i grandi supermercati. La APAS (associazione paolista di supermercati) però non è d’accordo: i supermercati sono solo la punta dell’iceberg, gli aumenti dipendono dai fornitori che a loro volta dipendono da altre variabili (esportazione, calo della produzione ecc). Secondo l’Associazione Brasiliana dell’Industria del Riso, la questione è legata all’apprezzamento del dollaro, che rende le esportazioni più lucrative per i produttori.

M.P.

ASIA

La Cina, ancora una volta, fa discutere l’opinione pubblica. Secondo quanto riportato dal Global Times, una ragazza della provincia dell’Henan, situata nella zona centrale del Paese, ha trovato lavoro come assistente di insegnamento in una scuola privata, fondata da suo padre nel 2012. Fin qui nulla di strano, se non che la ragazza in questione si è laureata a soli tredici anni!  

Zhang Yiwen, che si è iscritta a un college locale all’età di dieci anni e si è laureata con un punteggio relativamente alto tre anni dopo, ha iniziato quest’estate il lavoro come assistente in una sishu – una scuola privata tradizionale – a Shangqiu. In un video pubblicato sul social network cinese Sina Weibo, si vede Zhang insegnare agli studenti antichi testi cinesi basati sulla filosofia di Confucio e aiutarli con delle traduzioni in lingua inglese. Secondo il padre di Zhang, lei riceve il salario minimo di 2.000 yuan ($292) al mese e riceverà bonus o detrazioni in base alle sue prestazioni.

 Il padre ha inoltre aggiunto che i suoi compiti includono aiutare gli altri insegnanti nella preparazione delle lezioni e dei compiti in classe, oltre alla pulizia delle classi e dei bagni.  

“Avevamo pensato di lasciarle proseguire gli studi dopo la laurea, ma ha avuto difficoltà a mettersi al passo con la matematica” ha affermato il padre di Zhang, aggiungendo che “Questo lavoro per lei è sicuramento più stimolante e le dà sicuramente la possibilità di imparare molto, oltre a portare avanti, un giorno, l’attività di famiglia”.

Zhang Yiwen non ha mai ricevuto un’istruzione formale. Dall’età di quattro anni, ha imparato nel sishu privato, usando i libri di testo forniti dai suoi genitori. In un solo anno, ha completato tutti i corsi della scuola primaria, che normalmente richiedono sei anni di istruzione formale.

“La nostra istruzione altamente efficiente non solo ti farà risparmiare tempo, ma anche denaro, in modo tale da poter crescere al meglio un bambino” ha spiegato la madre di Zhang. Lo slogan della scuola è “Andare alle medie alle 9 e al college alle 15.” Dimostrando ancora una volta quanto i cinesi siano devoti allo studio e di quanto si impegnino per essere sempre al passo.

L’ufficio scolastico locale ha spiegato che il permesso di esercizio per il sishu, registrato alcuni anni fa come istituto di formazione bilingue, era stato annullato nel 2013. La scuola è ora sotto inchiesta, a seguito della decisione dei genitori di Zhang di assumerla come assistente.

Secondo una teoria nota come “smart fraction theory” le capacità cognitive di una popolazione e lo sviluppo del Paese sono imprescindibili. Non è un caso, che secondo questa teoria, sono gli asiatici ad essere considerati i più “intelligenti” proprio perché il Paese gode di una stabilità e di un grado di benessere piuttosto alto. Da sempre i cinesi, hanno dato sfoggio delle loro capacità e abilità. Il caso di Zhang è sicuramente un’ulteriore conferma dell’enorme preparazione degli studenti cinesi, a volte, anche al di sopra della media.  

G.R.

OCEANIA

In Australia il premier dello stato del Nuovo Galles del Sud, Gladys Berejiklian, ha lanciato un ultimatum al vicepremier John Barilaro a causa della politica riguardante la protezione degli habitat dei koala, come si legge su 9News.

Secondo le leggi attuali, molti alberi nel Paese sono classificati come habitat ideale per i koala. Ciò comporterebbe un limite di disboscamento e di conseguenza un conflitto di interessi, come riportato da ABC News.

Secondo SBS News, ai ricercatori dell’università di Newcastle è stato affidato il compito di valutare l’impatto di alcuni progetti di espansione del territorio che minaccerebbero l’habitat dei koala, mettendo a rischio la sopravvivenza della specie.

S.C, S.P

Rassegna stampa a cura di:

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