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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT sul COVID-19

In Spagna i casi riportati continuano ad aumentare, ma con moderazione, difatti, allo stato attuale, le vittime sono 27.321, mentre il numero complessivo dei casi diagnosticati ha raggiunto quota 229.540. L’andamento giornaliero infonde speranza soprattutto nelle comunità autonome che si trovano ancora nella fase 0. Presto gli esperti forniranno una propria valutazione in modo tale da permettere che alcuni territori passino alla fase 1.

Intanto, i primi dati emersi dallo studio della sieroprevalenza in Spagna mostrano che solo il 5% della popolazione è stato contagiato.

In un’intervista a Telecinco, Pablo Casado, presidente del Partito Popolare spagnolo (PP), si è espresso duramente contro il governo in carica: “Dobbiamo uscire da ogni eccezionalità che il Governo utilizza per attribuirsi pieni poteri”, insiste: “Chiediamo misure preventive per isolare gli infetti e mascherine obbligatorie per tutti. Non teniamo un intero Paese confinato per portarlo alla rovina”. Il PP si era anche espresso a sfavore di una possibilità di proroga delle misure in atto, ma, di fatto, il partito è diventato una forza irrilevante nella votazione sull’estensione dello stato di allarme. Inoltre, Casado cercava di proporre la presentazione di un piano alternativo a quello del Governo per gestire l’epidemia, presentando “Activemos España”: 25 proposte in materia sanitaria, economica e giuridica. Il Covid-19 cambierà (forse) in modo permanente le abitudini di vita dei cittadini.

Questo giovedì, Yolanda Díaz, Ministro del Lavoro e dell’Economia Sociale, ha dichiarato che lo smart working sarà presto dotato di una base legislativa. L’attività sarà portata avanti con una certa urgenza; pur ammettendo che si tratta di una misura che può essere molto efficace, il Ministro ha precisato che tale attività deve “dare garanzie”.

L’America Latina sembra essere il paese più colpito al mondo per numero di contagi. In Messico sono migliaia i posti di lavoro persi solo nel mese di aprile in seguito all’epidemia causata da Covid-19. Per questo, il Governo pianifica la ripartenza di una serie di attività economiche essenziali a partire da lunedì 18 maggio. I numeri riportati parlano di 4.220 decessi e 40.196 casi confermati, ma secondo il New York Times, il Governo messicano non aggiorna correttamente il numero effettivo delle vittime nella capitale.

Non è migliore la situazione in Nicaragua: non è solo il coronavirus a preoccupare la popolazione, ma anche il silenzio delle autorità. Questa settimana, gli ex ministri della salute hanno inviato una lettera al direttore dell’OMS e al direttore della PAHO (Organizzazione Panamericana della Sanità), spiegando che il governo di Daniel Ortega, che sostiene di avere 25 infezioni e 8 morti per Covid-19, “non sta svolgendo azioni di prevenzione e contenimento”. La situazione è ancora più grave se si considera la limitata capacità del sistema sanitario pubblico. Giorni prima, un gruppo di medici si era dimesso per mancanza di condizioni lavorative adeguate, mentre altri avevano riferito di essere stati licenziati per aver criticato la gestione della crisi.

In Venezuela, il vicepresidente Delcy Rodriguez ha confermato questo martedì 422 casi di Covid-19 e 10 decessi; anche questi numeri sono stati oggetto di critica da parte dell’opposizione e dei media locali.

In Perù, con 76.306 casi e 2.169 morti, continuano le proteste del personale sanitario, che ha registrato quota 200 contagi. Inoltre, il Presidente Martín Vizcarra ha rivelato che in due regioni del paese i letti in terapia intensiva sono praticamente inesistenti.

Alessia De Meo, Martina Valeriano

In Francia parte la Fase 2 dopo 8 settimane di lockdown, nonostante le misure restrittive ancora in vigore in quattro regioni, tra cui l’Île-de-France. Il 18 maggio riapriranno le scuole medie, il 2 giugno toccherà a licei, luoghi di cultura e turistici, il 15 giugno alle frontiere europee, ma tutto dipenderà dall’evoluzione dell’epidemia. Jean Castex, responsabile del coordinamento della strategia di deconfinamento, ha infatti affermato che la decisione o meno di mettere di nuovo la Francia sotto controllo sarà determinata da tre fattori, ovvero la circolazione del virus sul territorio, la capacità ospedaliera e i risultati dei test virologici.

In Svizzera la curva dei contagi sta diminuendo, ma si è deciso di continuare, ove possibile, con il telelavoro, mentre le piccole e medie imprese insistono per ricevere più sussidi dallo Stato. La prossima settimana a Berna verrà testata l’app di tracciamento che consentirà di avvertire le persone in caso di contatto con contagiati, mantenendone però l’anonimato. Dal 15 giugno riaprono regolarmente le frontiere con Francia, Germania e Austria, ma nonostante l’allentamento delle misure restrittive, sono sempre più diffusi i raduni dei “corona-ribelli”, che si organizzano tramite i social e protestano contro le scelte fatte finora dal governo.

In Belgio,anche se nelle spiagge l’assenza umana ha permesso la comparsa di una nuova pianta: il ravastrello (o ruchetta di mare), bisogna iniziare a pensare alle vacanze, tema scottante per la nazione. La compagnia di volo Ryanair ha annunciato che dal primo luglio, nel rispetto delle norme precauzionali, si inizierà a garantire una ripresa dei voli principalmente dall’aeroporto di Bruxelles verso Grecia, Portogallo, Francia, Italia e Spagna. Tuttavia, martedì la compagnia aerea Lufthansa ha annunciato l’intenzione di ridurre il personale della filiale Brussels Airlines del 25%, un equivalente di 1000 posti di lavoro, nonostante gli sforzi di mediazione del governo belga contro una decisione così drastica.

La crisi causata dal Covid-19 ha rivelato al mondo una verità che è sempre stata elusa: “l’uguaglianza tra gli uomini, qualunque sia il colore della loro pelle e tra nazioni, potenti e deboli”, Afferma Paul Fokam, fondatore del gruppo Afriland First Bank. In riferimento al concetto di debolezza, è stata svelata la sotto-industrializzazione dell’Africa e la sua dipendenza economica, finanziaria e logistica dall’Occidente e dalla Cina. Questa crisi rappresenta un’opportunità per i responsabili africani di avviare una reale riflessione sulla possibilità di mettere in comune le loro risorse economiche, finanziarie, tecniche e intellettuali al fine di ottenere riforme che dovrebbero condurre, sotto l’egida della Zlecaf (Trattato di Libero Commercio Continentale Africano) e del settore privato, ad un audace programma mirato ad investire sull’industria in generale.

In Canada, gesti di gioia e leggerezza provengono dalla popolazione di Toronto per sollevare il morale degli abitanti: è il caso di Nina e Demi Antonake, mamma e figlia, che, travestite da dinosauri, hanno sorpreso i passanti distribuendo gratuitamente mascherine protettive fabbricate da loro stesse. Nel frattempo a Montréal, che resta il centro della pandemia in Canada, con un totale di 20.232 casi positivi, si percepisce una tensione dei rapporti tra l’amministrazione pubblica locale e il governo provinciale di Francois Legault, giudicato poco presente e tempestivo nel dare disposizioni in merito alla gestione dell’emergenza nella città più popolosa del Québec.

Emanuela Batir, Lara Bruno, Flavia Lucarelli D’Ortenzi, Arianna Emiliani, Elisabetta Leonardi, Giulia Marinucci, Ngwikem Manfo Solange, Sibilla Parlato, Federica Politanò, Gioia Ribeca, Diana Sandulli, Elen’Alba Vitiello

In Russia l’economia è ripartita, ovviamente, non con gli stessi ritmi.

Purtroppo, però, esiste un altro “virus” insidioso e subdolo che rappresenta una minaccia in alcuni casi ben più grave del COVID-19 stesso: la depressione, il pessimismo, le ansie e la paura.

È stato rilevato che durante la pandemia il numero dei suicidi è aumentato a causa di diversi fattori come perdita del lavoro, problemi economici e finanziari. In Russia ci sono stati casi in cui persino i medici hanno deciso di porre fine alla loro vita; tra questi il capo del dipartimento di emergenza sanitaria Natalia Jebedeva, a causa del contagio di molti suoi collaboratori, ed anche il dirigente dell’ospedale dei veterani Elena Nepomnjaia, dopo la richiesta di riqualificazione dell’ospedale in centro per i pazienti affetti da COVID-19.

Il suicidio rappresenta una via di fuga anche per le persone contagiate, come nel caso del novizio del seminario del monastero di Mosca della Trinità-Sergio-Lavra suicidatosi a seguito del ricovero in ospedale per sospetto coronavirus. Le cause che spingono le persone a compiere un atto così estremo sono la paura di essere infetti, di essere un peso per la propria famiglia e, ovviamente, la paura di essere isolati dalla società.

Inoltre, un altro problema da affrontare è quello delle fake-news diffuse dai media che inducono persone con particolari tratti caratteriali a reagire in maniera non adeguata e ad assumere comportamenti illogici fino a portarle al suicidio. I media in tal maniera quindi infondono paura e generano stress e insicurezza nella popolazione. Si calcola, infatti, che le informazioni non veritiere trasmesse via radio o televisione siano tra l’85% e il 90% delle notizie totali. Per fortuna, però vengono anche diffuse raccomandazioni e buone pratiche per proteggere la salute propria e altrui. È consigliabile, dunque, distrarsi dedicandosi, per esempio, alla didattica on-line, imparare le lingue straniere che arricchiscono sempre la nostra vita.

A Mosca il 15 maggio verranno testati in maniera massiccia i residenti della capitale per gli anticorpi contro il coronavirus. Queste sono le dichiarazioni del sindaco Sergei Sobyanin: “Per i test, il governo di Mosca ha installato analizzatori di sangue automatici per rilevare gli anticorpi contro il coronavirus mediante il metodo ELISA (test di immunoassorbimento enzimatico). Entro la fine di maggio, la capacità totale del sistema di test ELISA della città supererà le 200 mila analisi al giorno”.

Secondo il sindaco questa iniziativa rappresenta un’occasione di studio senza precedenti riguardo l’immunità della popolazione, che richiederà l’investimento di ingenti risorse economiche nel sistema sanitario.

“I risultati attesi valgono lo sforzo.” continua il primo cittadino, “Saremo in grado di rilevare la malattia in maniera più celere in molte persone, in particolare per quello che riguarda gli asintomatici. Potremo ottenere informazioni affidabili sulla situazione riguardo la diffusione del coronavirus nella città e nelle singole aree, in questo modo prenderemo decisioni ponderate sulla mitigazione delle restrizioni esistenti senza compromettere la vita e la salute delle persone “, ha spiegato Sobyanin.

Il sindaco ha inoltre invitato i moscoviti a recarsi in clinica e sottoporsi al test IFA (test di immunofluorescenza indiretta, che individua gli antigeni virali presenti nell’organismo).

Parlando del ritiro dall’attuale regime di autoisolamento, Sobyanin ha sottolineato che ciò non dovrebbe portare alla diffusione ulteriore del coronavirus, concludendo infine con la seguente affermazione: “Non usciremo rapidamente da questa situazione: ci sarà sempre il rischio che la diffusione del virus ricominci fino a quando non disporremo di una vaccinazione efficace. Ciò significa che vivremo in una nuova realtà”.

Paola D’Onofrio, Clarissa Giacomini

Il Centro per la protezione della salute di Hong Kong (Chp) ha confermato lunedì tre nuovi casi importati, che portano il numero totale dall’inizio dell’emergenza a 1.047. Chuang Shuk-kwan, capo della sezione per le malattie infettive del Chp, ha dichiarato durante una conferenza stampa che tutti e tre i pazienti erano asintomatici, e che sono risultati positivi al virus soltanto al loro arrivo a Hong Kong. Secondo l’Autorità ospedaliera di Hong Kong, 11 pazienti sono risultati nuovamente positivi al virus dopo essere stati dimessi dall’ospedale e ora si trovano in condizioni stabili. Hong Kong non aveva rilevato nuovi casi per 21 giorni consecutivi.

Le autorità locali della città cinese di Wuhan hanno annunciato che a partire da martedì, tutti i residenti dovranno sostenere i test dell’acido nucleico per i prossimi dieci giorni, come parte delle misure adottate dall’amministrazione locale per prevenire e controllare la pandemia. La decisione è giunta dopo che sei nuovi casi di coronavirus sono stati segnalati a Wuhan nello scorso fine settimana.

Nei principali quotidiani nazionali si riporta inoltre che il governo italiano ha emanato un “decreto rilancio” in base al quale verranno stanziati un totale di 55 miliardi di euro per aiutare le imprese, i privati e la società per far fronte all’impatto della nuova epidemia di Covid-19. In particolare, il governo italiano stanzierà 25,6 miliardi di euro per i sussidi ai lavoratori i cui redditi sono colpiti dall’epidemia, circa 5 miliardi di euro per il finanziamento delle piccole e medie imprese, 3,25 miliardi di euro per il rafforzamento del sistema sanitario del Paese e 2,8 miliardi di euro per il sistema di istruzione e ricerca. Con il “decreto rilancio”, il governo italiano ha introdotto un nuovo credito d’imposta per l’affitto di immobili non abitativi. Il beneficio è pari al 60% del canone mensile versato negli ultimi tre mesi e sospenderà l’imposta di circa 4 miliardi di euro alle imprese con un fatturato annuo inferiore ai 250 milioni di euro. Il governo stanzierà inoltre una parte dei fondi per aiutare le imprese ad adottare le misure preventive necessarie dopo l’apertura del 4 maggio. Il decreto prevede anche la concessione di un permesso di lavoro di sei mesi agli immigrati che lavorano nel settore agricolo e nei servizi domestici italiani, per far fronte alla carenza di manodopera in alcuni settori. Il disegno di legge destinerebbe finanziamenti aggiuntivi per i programmi di licenziamento temporaneo, dando alle aziende la possibilità di mettere i dipendenti in aspettativa piuttosto che licenziarli. Inoltre, verrà stanziata una somma compresa tra i 400 e gli 800 euro al mese (per un massimo di due mesi) per aiutare le persone che non percepiscono alcun reddito. Il Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte ha dichiarato che “questo disegno di legge fornisce le premesse per un’ulteriore ripresa economica e sociale in Italia”.

Gabriele Bonanni, Nicolò Cornacchia

FONTI e SITOGRAFIA

Per la lingua SPAGNOLA

https://www.rtve.es/noticias/20200514/coronavirus-covid19-curva-mapa-contagios-espana-mundo-noticias-ultima-hora-directo/2012930.shtml

https://www.elmundo.es/ciencia-y-salud/salud/2020/05/14/5ebcec4321efa0261f8b4585.html

https://elpais.com/espana/2020-05-13/las-polemicas-de-diaz-ayuso-revientan-la-estrategia-del-pp.html

https://www.dw.com/es/coronavirus-en-américa-latina-ser%C3%ADa-mejor-decir-la-verdad-para-salvar-vidas/a-53419774

Per la lingua FRANCESE

https://www.francebleu.fr/infos/societe/coronavirus-le-calendrier-du-deconfinement-1589191404

https://www.ouest-france.fr/sante/virus/coronavirus/confinement/coronavirus-dans-quelles-circonstances-la-france-pourrait-elle-nouveau-etre-confinee-6834126

https://www.journaldemontreal.com/2020/05/14/la-crise-geree-a-260-km-dici

https://fr.euronews.com/2020/05/09/a-toronto-des-dinosaures-distribuent-des-masques

https://www.jeuneafrique.com/937588/politique/tribune-coronavirus-lafrique-peut-sortir-gagnante-de-la-crise-a-condition-de-trouver-sa-voie/

https://www.jeuneafrique.com/943640/economie/tribune-la-crise-du-coronavirus-doit-pousser-lafrique-a-prendre-son-independance/

https://www.lesoir.be/300314/article/2020-05-12/les-vols-ryanair-reprendront-des-juillet-depuis-bruxelles-et-charleroi?referer=%2Farchives%2Frecherche%3Fdatefilter%3Dlastweek%26sort%3Ddate%2520desc%26word%3Ditalie%22

https://www.lesoir.be/300146/article/2020-05-11/les-plages-belges-verdissent-cause-du-coronavirus-une-nouvelle-plante-y-prospere

https://www.dhnet.be/actu/economie/brussels-airlines-la-lufthansa-a-rejete-un-plan-d-aide-de-390-millions-d-euros-de-l-etat-belge-5ebab5a89978e23845d2b554

https://www.bag.admin.ch/bag/it/home/krankheiten/ausbrueche-epidemien-pandemien/aktuelle-ausbrueche-epidemien/novel-cov/situation-schweiz-und-international.html

https://www.tdg.ch/le-teletravail-survivra-au-coronavirus-189430033767

https://www.tdg.ch/les-pme-vivent-une-situation-dramatique-523968327338

https://www.24heures.ch/berne-lance-la-phase-de-test-de-lappli-de-tracage-654204445422

https://www.lematin.ch/suisse/conseil-federal-lance-phase-test-app-tracage/story/25942838

https://www.lematin.ch/suisse/frontieres-france-allemagne-lautriche-rouvrir/story/11227546

https://www.letemps.ch/suisse/rebelles-corona-sortent-confinement

Per la lingua RUSSA

https://ria.ru/20200514/1571443241.html?utm_source=yxnews&utm_medium=desktop&utm_referrer=https%3A%2F%2Fyandex.ru%2Fnews

https://www.pravda.ru/health/1497525-suitsid/

Per la lingua CINESE

http://www.xinhuanet.com/2020-05/10/c_1125965857.htm

https://finance.sina.com.cn/stock/zqgd/2020-05-12/doc-iircuyvi2640180.shtml

https://www.toutiao.com/a6826682791753679367/

https://www.toutiao.com/group/6826612936660746766/

https://baijiahao.baidu.com/s?id=1666665199628232894&wfr=spider&for=pc

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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT sul COVID-19

Lo scorso 5 maggio è stata celebrata la prima giornata mondiale della lingua portoghese, istituita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite nel novembre del 2019. Per molti anni, durante questa data, è stata festeggiata l’importanza che hanno la lingua e la cultura portoghese ma in questo 2020 la celebrazione è stata a dir poco solenne grazie al riconoscimento dell’ONU. Il portoghese è lingua ufficiale in 9 Paesi distribuiti su 4 continenti, è la lingua con il maggior numero di parlanti nell’emisfero australe e, durante i festeggiamenti di questa giornata così emblematica, il Covid-19 si è comunque fatto sentire. Le cerimonie si sono svolte tramite interviste e interventi a distanza e il tutto, ovviamente, si è ridotto al sistema telematico. L’Istituto Camões è riuscito a rendere il programma il più interattivo possibile grazie a filmati, iniziative e inaugurazioni di concorsi letterari. A questa giornata così importante, e che è entrata ufficialmente nella storia, hanno partecipato capi di Stato, rappresentanti dell’Istituto Camões, politici, personalità illustri del mondo dello spettacolo, dello sport, della letteratura ma anche studenti.  Importanti sono stati anche gli interventi di quest’ultimi che affermano come questa lingua funga da collante specie ora che siamo tutti costretti al distanziamento sociale. Questa è la situazione tipica dei Paesi africani (come l’Angola) dove per molte comunità la lingua madre è la lingua indigena e, in questa epoca così difficile, il portoghese ha svolto un ruolo di lingua franca importante riducendo quanto più possibile l’isolamento (quanto meno psicologico), incrementando la comunicazione e evitando l’interruzione dello sviluppo nazionale.
Francisco Ribeiro Telles, segretario esecutivo della Comunità dei Paesi di Lingua Portoghese (CPLP), durante il suo discorso ha fatto notare come il Covid-19 abbia influenzato anche la realtà linguistica delle varie comunità riportando all’uso quotidiano termini che non si utilizzavano con frequenza (isolamento, quarantena, casi positivi) o che fanno parte di un lessico più contemporaneo (ad esempio “telelavoro”). Del resto, la lingua è un organismo vivo e di conseguenza è soggetta ai cambi della realtà sociale.

Beatrice De Luca

La settimana scorsa, in un documento di quindici pagine pubblicato dall’alleanza Five Eyes (cinque occhi), che comprende Regno Unito, Stati Uniti d’America, Canada, Australia e Nuova Zelanda, è stato accusato il governo cinese di avere deliberatamente nascosto o compromesso prove dello scoppio del Coronavirus. “I medici non ne hanno proferito parola o sono “scomparsi” a seguito di un tentativo di rendere pubblica la notizia dell’epidemia e dell’accesso a Wuhan negato alle organizzazioni internazionali” spiega l’editore Kim Sengupta.

Nel Regno Unito, come in altri paesi, si teme una possibile seconda ondata, che provocherebbe fratture profonde nella nazione. I medici hanno lanciato un monito: le restrizioni sono deboli e le indicazioni del Primo Ministro confondono la popolazione.

In Australia, nella conferenza stampa di venerdì scorso, il primo ministro ha annunciato il piano per uscire gradualmente dal lockdown entro luglio, rivolto a tutte le attività commerciali e sociali. Le misure previste varranno a livello nazionale, ma starà poi ai singoli stati implementarle a seconda delle circostanze. Il primo ufficiale medico Brendan Murphy ha detto che, sebbene una riapertura delle frontiere non sia ancora contemplata dal governo, si ipotizza un’apertura strategica tra Australia e Nuova Zelanda, anche in vista di un rafforzamento delle economie interne nell’area dell’Australasia per una minore dipendenza commerciale dalla Cina.

Anche nella Repubblica d’Irlanda il governo e i sindacati stanno pensando alla riapertura delle aziende. Difficile invece la situazione dei pub che, stando al piano pubblicato la settimana scorsa, non riapriranno prima del 10 agosto. Sul fronte scolastico, l’ASTI (Associazione degli insegnanti delle scuole secondarie irlandese) ha espresso forti preoccupazioni per l’annuncio di venerdì del ministro dell’Istruzione: l’esame di maturità verrà cancellato e a incidere sul voto finale sarà quanto fatto finora.

Nella Casa Bianca sono aumentati i controlli a seguito della positività al Covid-19 di due collaboratori di Trump e Anthony Fauci, virologo della task force per il Covid-19, ha scelto l’auto isolamento forzato, per aver avuto un contatto ravvicinato con i due soggetti. A Walla Walla (WA) sono nati i “Covid-19 party” ai quali le persone hanno partecipato con il fine di infettarsi e diventare immuni. Le autorità hanno registrato numerose segnalazioni circa queste feste, che sono state individuate tramite il tracciamento degli spostamenti di persone che sono risultate positive dopo tali assembramenti.

Il Canada ha fatto qualche passo in più verso la fase di riapertura. La provincia dell’Ontario, a seguito di un rallentamento della propagazione del virus, ha permesso la vendita al dettaglio solo per ordini  d’asporto, mentre in Québec si sta procedendo alla riapertura delle scuole, ma ciò non vuol dire tornare alle modalità di lavoro precedenti. Infatti, i nastri per segnalare il distanziamento, la routine di igienizzazione personale e degli ambienti saranno adesso la norma.

In Nuova Zelanda, il Primo Ministro Ardern ha annunciato che la giornata di giovedì segnerà il passaggio al livello di allerta 2. Ciò significa che molte attività potranno riaprire i battenti seguendo le dovute precauzioni ad eccezione di pub, locali e bar per i quali dovrà passare un’altra settimana. La decisione nasce sulla scia di ciò che è avvenuto in Corea del Sud, dove l’apertura dei locali notturni ha determinato un nuovo picco di contagi. I gestori, pur comprendendo l’importanza delle “3 S” (seduti, separati e serviti singolarmente), si lamentano poiché aspettare significa mettere l’ultimo chiodo della bara per gli esercenti.

 Lucia Capriglione, Claudia Cesetti, Oriana D’Agostino, Diana Fagiolo, Laura Forcella, Stefano Mazzagatti, Emanuele Spina

Secondo una panoramica del Robert Koch-Institut (RKI), la maggior parte dei comuni della Germania è attualmente ben al di sotto del limite delle infezioni di Covid-19 fissato dai governi federali e statali come nuovo parametro per la riapertura delle attività. Tuttavia, sono noti tre distretti in cui viene superato questo limite: Greiz in Turingia, Coesfeld nel Nord Reno-Vestfalia e Steinburg nello Schleswig-Holstein. Questi distretti sono contrassegnati in rosso sulla corrispondente mappa del RKI.

A Coesfeld l’allentamento delle restrizioni è stato rinviato di una settimana. In Vestfalia e nello Schleswig-Holstein questo è direttamente correlato ai numerosi casi di contagi nei mattatoi. Centinaia di lavoratori principalmente dell’Europa dell’est vi sono stati infettati, apparentemente perché le loro sistemazioni collettive non avevano strutture igieniche sufficienti ed erano troppo strette per mantenere la distanza minima di 1,5 metri.

Secondo il RKI, nove altri distretti hanno attualmente più di 25 nuove infezioni a settimana ogni 100.000 abitanti. Il RKI li contrassegna in arancione. Alcuni cerchi non segnalano più nuove infezioni.

Sabato scorso in diverse città tedesche sono state annunciate proteste contro le limitazioni dei diritti fondamentali dovute alle restrizioni. A Berlino, la polizia ha temporaneamente arrestato alcune persone durante una manifestazione davanti al Reichstag.

La polizia aveva avvisato attraverso gli altoparlanti che il numero massimo di 50 partecipanti era stato già superato, ha riferito la portavoce della polizia. La protesta tuttavia non era scemata e c’era ancora un afflusso di partecipanti, quindi sono intervenute le autorità.

Nonostante le proteste, nel Meclemburgo il periodo di inattività dei ristoranti è finito: sabato i ristoranti sono stati autorizzati ad aprire di nuovo e ricevere clienti. Il presidente dell’associazione industriale regionale Dehoga, Lars Schwarz, ha ipotizzato che circa un terzo dei ristoratori abbia colto questa opportunità. Schwarz ha descritto la riapertura dei ristoranti come “primo barlume di speranza”.

Proseguono le discussioni sul riavvio della Bundesliga. Sempre più professionisti esprimono preoccupazione e lamentano di non essere stati informati della decisione.

Ci sono critiche da parte dei giocatori e di ex calciatori professionisti. Il calciatore Neven Subotic ha criticato la posizione debole dei giocatori sulla questione. “Nel campionato italiano o in quello inglese l’associazione dei giocatori è un’istituzione rispettabile. Sono deluso dalla Germania”, ha dichiarato in un’intervista a Deutschlandfunk.

Alassane Pléa, calciatore del Borussia Mönchengladbach, accoglie sostanzialmente il riavvio, ma ammette che ci sono paure tra i giocatori. “Sarà strano, perché è passato molto tempo da quando ci siamo fermati, ma siamo pronti e felici di riprendere”, ha detto ai media francesi. “Siamo in diverse cabine disinfettate alla fine di ogni giornata. Siamo testati ogni tre giorni. Stiamo attenti. Ci manca il calcio, è la nostra vita”, ha detto Pléa.

Gabriele Simoni

Al 10 maggio i casi di malati dovuti al Covid-19, negli Emirati Arabi Uniti, ammontano a 18.198 mentre i morti a 198. Il governo sta perseguendo una politica di censimento della popolazione su larga scala, eseguendo più tamponi possibili con le migliori tecnologie mediche a disposizione; infatti, fino all’8 maggio sono stati condotti sui cittadini più di 40.000 test medici.

Nell’ambito degli aiuti umanitari, gli Emirati si sono distinti per la loro generosità, avendo inviato, ad oggi, circa 500 tonnellate di presidi medici a più di 40 paesi nel mondo (tra cui, soprattutto, Zimbabwe, Sierra Leone, Etiopia, Niger e Mali).

Per ciò che concerne l’istruzione, invece, il Ministero della Pubblica Istruzione emiratino ha confermato che la didattica a distanza continuerà fino alla fine dell’anno scolastico attualmente in corso, e per tutti i livelli di istruzione. Ha aggiunto inoltre che, per quanto riguarda il prossimo anno accademico (2020-2021), decisioni definitive verranno prese solo sulla base della situazione sanitaria e delle misure precauzionali.

Fawzia Gharib, sottosegretario del Ministero della Pubblica Istruzione degli EAU, ha rivelato che il Ministero ha sviluppato tre futuri scenari per la didattica, collegati al caso della pandemia.

Il primo scenario prevede che, nel corso dell’epidemia, la didattica a distanza sia garantita al 100%. In merito al secondo scenario, si tratta della cosiddetta fase di transizione (della durata di 6 mesi) dopo che il virus sarà stato completamente debellato. Ciò avverrà in modo graduale, per cui − in una fase iniziale − l’istruzione diretta tornerà a un tasso compreso tra il 30% e il 50%.

Ha spiegato, infine, che il terzo scenario è un piano di sviluppo nell’eventualità in cui si ritorni a una vita normale e comprende l’incorporazione di due tipi di istruzione: la prima è l’educazione diretta e naturale (la classe), e la seconda è la didattica a distanza, con un rapporto di istruzione diretta del 70% e di istruzione virtuale del 30%.

Per di più, ha sottolineato che ogni piano verrà realizzato entro un certo lasso di tempo, e se la diffusione del Covid-19 si protrae, il Ministero completerà l’implementazione dell’istruzione a distanza per il prossimo anno accademico.

Il Dottor B2: in Arabia Saudita un robot comunica con i pazienti affetti da Covid-19. Il Ministero della Salute saudita si avvale di un dottore-robot denominato “Dottor B2”, presso il King Salman Hospital di Riyadh. Lo scopo del suo impiego è quello di comunicare con i pazienti affetti da Covid-19 che si trovano nei reparti di isolamento. Il robot è dotato di telecamere che permettono il monitoraggio dei pazienti, nonché delle loro condizioni di salute. L’utilizzo di tale robot permette di ridurre il rischio di infezione tra il personale medico e i pazienti.

Lo scorso giovedì, l’Arabia Saudita ha annunciato 1701 nuovi contagi da Covid-19, per un totale di 35.432 casi, di cui 141 rappresentano quelli più critici. Per contro, il numero dei guariti è salito a 1322, per un totale di 9120 casi; il numero complessivo di decessi ha invece raggiunto le 229 unità.

Tali informazioni sono state rilasciate durante la conferenza stampa quotidiana tenuta dal portavoce del Ministero della Salute, Muhammad Al-Abdulali, allo scopo di fornire aggiornamenti sull’evoluzione della pandemia all’interno del Regno; inoltre, è stata evidenziata l’importanza di effettuare esami preventivi e approfonditi per individuare nuovi casi di Covid-19.

Anna Parmegiani, Chiara Riccardi, Dinella Vella

FONTI e SITOGRAFIA

Per la lingua PORTOGHESE

https://news.un.org/pt/story/2020/05/1712522

https://www.accamargo.org.br/noticias/covid-19-um-glossario-com-22-termos-para-voce-conhecer

Per la lingua INGLESE

Sengupta, K. (02/05/2020). “China deliberately destroyed evidence about start of coronavirus, report says”. The Indipendent  https://www.independent.co.uk/news/world/asia/coronavirus-cause-china-research-evidence-destroyed-a9495856.html

Knapton, S. (10/05/2020). “What the second Coronavirus wave means for the UK’s exit strategy”. The Telegraph https://www.telegraph.co.uk/news/2020/05/03/uk-second-coronavirus-wave-peak-when-what-means/

Campbell, D. & Dodd, V. (10/05/2020). “Doctors and police warn of new coronavirus wave as UK lockdown weakens”. The Guardian https://www.theguardian.com/politics/2020/may/10/doctors-warn-of-second-coronavirus-wave-as-uk-lockdown-weakens

Crowe, D. (2020). “’There will be outbreaks’: Morrison warns Australia as economy reopens”. The Sydney Morning Herald

Hongzhi, G. e Ren, M. (2020). “Coronavirus crisis and a trans-Tasman bubble is an opportunity for Australia and NZ to reduce dependence on China”. ABCNews

Marsh, S. (2020). “Coronavirus restrictions ending: Everything you need to know about Scott Morrison’s latest press conference”. 9News

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Per la lingua TEDESCA

https://www.tagesschau.de/inland/corona-landkreise-101.html

https://www.spiegel.de/politik/deutschland/corona-einschraenkungen-polizei-nimmt-mehrere-demonstranten-vor-dem-reichstag-fest-a-fdf8ad66-c77b-47ef-b61b-9770d76dd832

https://www.welt.de/sport/fussball/bundesliga/article207870861/Coronavirus-Die-Angst-der-Spieler-um-ihre-Gesundheit.html

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Per la lingua ARABA

http://covid19.ncema.gov.ae/default/News/Details/1247

http://covid19.ncema.gov.ae/default/News/Details/1248

http://covid19.ncema.gov.ae/default/News/Details/1239

http://covid19.ncema.gov.ae/ar/News/Details/1243

https://www.albayan.ae/covid19

https://www.albayan.ae/across-the-uae/education/2020-05-09-1.3853902?itm_source=parsely-api

https://www.alarabiya.net/ar/saudi-today/2020/05/09/ييءي

#LUXURYMOMENTS: #LUXURYJUICE

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A Talk with Ilian Rachov

Noto negli ambienti della moda come il “Guru” dello stile e dell’arte e per aver reinterpretato in chiave moderna il simbolo della medusa che identifica la famosa maison italiana Versace, in tutto il mondo, anche senza doverne leggere il nome. Ilian Rachov ci incuriosisce non solo come artista, disegnatore e personaggio pubblico ma anche dalla prospettiva di un lato della sua persona che pochi conoscono …e lo svelerò qui di seguito, per voi.

Ilian nasce a Sofia, in Bulgaria, ed inizia il suo percorso artistico, come autodidatta, negli anni 90. Respira l’aria delle chiese ortodosse del suo Paese, rappresentate dall’arte bizantina, che toccano le corde della sua anima. I sui occhi catturano quei colori, quelle tecniche antiche che sembrano appartenere ad un’altra epoca e circoscritte all’ambito religioso. Comincia così a vibrare in quell’animo sensibile di ragazzo dagli occhi timidi una dirompente passione per l’arte e l’idea di realizzare su tela ed in chiave moderna ciò che quelle icone gli hanno ispirato.

Quando approda in Italia, lo fa in pompa magna e come un “Caronte e la moneta per l’Ade” traghetta il marchio Versace verso il podio, facendogli guadagnare la medaglia d’oro nel panorama della moda, lo stesso oro che dipinge sui tessuti in stile barocco, da cui traspira opulenza e fierezza.

Romano di adozione, ama questa città eterna e ne riscopre proprio in questo periodo il lato positivo di quel silenzio a cui nessuno è abituato; ne trae pienezza per la sua arte, come solo i grandi artisti sanno fare, rappresentando così un terreno fertile dove poter coltivare i futuri progetti lavorativi.

Ilian Rachov però non è solo il grande artista abituato a frequentare gli eventi mondani della capitale legati alla moda e all’arte. È anche un uomo la cui anima si percepisce ancor prima che lui stringa la mano per presentarsi. Uno spiccato ed innato senso di umanità è rivolto a quelle persone percepite dai più come “invisibili” e sfortunatamente abituate a vivere per strada.

Un artista poliedrico ma al contempo un uomo proteso a tendere la mano agli altri che fattivamente è riuscito ad interpretare il profondo messaggio di un altro grande artista, Michelangelo Buonarroti, che con il dipinto “la creazione di Adamo”, ( Cappella Sistina ndr),  ha raffigurato una mano protesa versa un’altra, le cui interpretazioni possono essere molteplici ma indubbiamente altruistiche; un’opera d’arte nell’opera d’arte.

Manuela Squatrito

#LUXURYMOMENTS: #LUXURYJUICE

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International Couture Fashion Show
July 2019 PH. By Marco Carusotti

IN DIRETTA A CASA NOSTRA!

Sarà questo il futuro delle Fashion Weeks? Tokyo e Shangai non hanno rinunciato a presentare le loro collezioni e anche Londra ha annunciato che le trasmetterà live streaming. Se si pensa che una sfilata in media dura 15 minuti e può costare anche cento mila euro, mi chiedo se la decisione di trasmettere in streaming influenzi anche i costi o è solo una necessità della situazione attuale dettata dalla Pandemia?

Se il futuro delle Fashion Weeks sarà via Web, l’emozione che prova lo stilista durante l’uscita finale, in complicità con l’entusiasmo dello spettatore, in una location colma d’applausi, di clic di video e fotoreporter che immortalano uno spettacolo unico che ha fatto sognare generazioni sino dall’inizio delle sfilate nelle boutique di Coco Chanel con lei seduta in cima alla scala del suo Atelier mentre osservava le reazioni di chi contemplava le sue creazioni.

Quasi tutte le sfilate previste tra maggio e luglio per presentare le collezioni 2021 sono state posticipate o avranno luogo con format diversi, già durante l’ultima fashion week di Milano, a febbraio, i designer cinesi impossibilitati a partecipare avevano realizzato le loro sfilate a distanza, grazie all’iniziativa China, we are with you di Camera Nazionale della Moda Italiana.  La Rakuten Fashion Week di Tokyo dal 16 al 21 marzo è andata live anziché essere cancellata e così la Shanghai Fashion Week è stata interamente digitale in un contesto di lockdown mondiale, ha attirato 2,5 milioni di spettatori nelle sue prime tre ore e si è svolta tra il 24 e il 30 marzo, con 150 Brands che hanno sfilato su una passerella totalmente virtuale. Invece la Camera Nazionale della Moda ha deciso di posticipare le sfilate e le presentazioni di Milano Moda Uomo, previste dal 19 al 23 giugno 2020 a quelle dell’edizione di Milano Moda Donna, in calendario dal 22 al 28 settembre. Altaroma, il centro propulsore della Moda Italiana emergente, ha slittato la sezione di luglio di Who Is On Next, di Showcase e Fashion Hub a settembre dal 15 al 17 e anche qui si parla di sfilate a porte chiuse o con pochissimi addetti al settore, un massimo di 100 presenze in sale che nella scorsa edizione contavano almeno 400 persone sedute oltre a centinaia di fotografi e videoreporter in pedana senza scordare i famosi standing. Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine ha annunciato, per Pitti Uomo, un capitolo di innovazione intitolato Pitti Connect, una versione nuova rispetto alle piattaforme digitali, disegnata anche sulle esigenze specifiche delle diverse tipologie di prodotto e di salone.  Anche la London Fashion Week rispetterà le date prestabilite e sarà presentata in una nuova piattaforma digitale che riunirà le nuove collezioni donna e uomo in un unico format gender neutral. Il British Fashion Council ha annunciato che per i prossimi dodici mesi la piattaforma su www.londonfashionweek.co.uk sarà attiva a partire dal 12 giugno 2020. Il sito sarà aperto a tutti: giornalisti, buyer e consumatori, per avvicinare la comunità in questo momento difficile per tutti i settori.

Il virtuale, in questo caso, è la soluzione: da qualche anno quasi tutte le sfilate sono state trasmesse anche in streaming sui siti e sui profili social dei diversi Brands. Ma il settore può davvero fare a meno del fascino e dell’aura di esclusivo mistero che avvolge ogni defilé?

Quindi il futuro sarà dettato dalle sfilate via streaming e senza la presenza delle celebrities accalcate nelle front rows, direttamente a casa nostra, mentre siamo seduti sul nostro divano preferito, è il primo passo verso un nuovo sistema dove qualsiasi tipo di evento che sia fashion show, talk show, concerto o conferenza, potrà essere fruito sulle piattaforme social come un programma televisivo di qualità. Immaginiamo che il nostro defilé sia supportato da una clip audio e video, da delle slides grafiche, dove possiamo anche interagire in tempo reale, insieme a una molteplice di protagonisti dislocati nel mondo! La differenza tra questo “programma” e quelli che vanno in onda nei normali broadcast è dettata dalla presenza di una regia mobile che segue in tempo reale tutto l’evento con telecamere Full HD, coordinando i contributi provenienti da ogni tipo di sorgente come Skype, Whatsapp video, FaceTime, Zoom. Questa nuova modalità permetterà a giornalisti e buyers di tutto il mondo di intervenire in live conference o in chat partendo dal backstage mentre si preparano le modelle per il defilé. Cosi l’evento live si trasforma in un vero tv show!

Uno dei massimi producer del settore moda, Alexandre de Betak, ha dichiarato di recente a BoF (Business of Fashion) che “Alla fine le maison concorderanno con noi che a volte, della sfilata non c’è nemmeno bisogno. L’evento potrebbe essere addirittura sostituito da un’azione positiva: ai tempi di Instagram, l’aspetto più importante di qualsiasi evento è la vitalità sui social”. Il tempo dimostrerà se questa teoria sarà valida. I designer condivideranno inoltre le loro storie e le loro collezioni a un pubblico più ampio e sicuramente più internazionale, si orienteranno verso una comunità globale. Una nuova pagina nella storia della moda inizierà ad essere scritta sicuramente dopo il COVID-19.

Live streaming Fashion Show by Vertigo Live
International Couture July 2019

Maria Christina Rigano

PH. by Francesca Santopadre

Fonti

https://www.businessoffashion.com/articles/professional/fashions-king-of-events-on-the-future-of-fashion-shows

Londra non rinvia e accetta la sfida: prima fashion week interamente digitale

Marenzi: “Pitti a settembre? Una scelta di cuore”. E a costi “calmierati”

Sfilate al liberi tutti. Saint Laurent non sarà a Parigi, “controllerà suo calendario”

#Guess who? Rita Levi-Montalcini

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Considerata la più grande scienziata italiana, simbolo della ricerca e dedita alla parità di diritti civili, fu l’unica donna del nostro paese ad aver vinto il Premio Nobel per una ricerca scientifica. Stiamo parlando di Rita Levi-Montalcini.

Sapevate che…?

Nacque a Torino nel 1909 da una famiglia ebraica ed era figlia di un ingegnere elettrotecnico e matematico e di una pittrice. Aveva una sorella gemella, Paola, che si è dedicata all’arte come la madre. Il padre, un uomo dalla forte personalità, era convinto che una carriera professionale avrebbe impedito alle figlie di ottenere la vita “tradizionale” di mogli e madri che voleva per loro: per questo si oppose quando Rita si iscrisse alla Facoltà di Medicina dell’Università di Torino nel 1930. Lei, d’altro canto, ha sempre affermato di sentirsi inadatta a ricoprire il ruolo di donna di casa voluto per lei dal padre.

A causa delle leggi razziali, nel 1938 dovette rifugiarsi a Bruxelles; quando fece ritorno in Italia, non potendo seguire i corsi all’università in quanto ebrea, allestì in camera sua un piccolo laboratorio casalingo per proseguire le sue ricerche. Fu in quel laboratorio che scopri l’apoptosi, ovvero il meccanismo responsabile della morte delle cellule nervose nella fase iniziale del loro sviluppo.

Nel 1944, in seguito alla liberazione tedesca, lavorò come medico in un campo profughi a Firenze; ben presto, tuttavia, si rese conto che quel lavoro non faceva per lei perché non riusciva a sviluppare il necessario distacco nei confronti dei pazienti. Ritornò così alla ricerca.

Nel 1947 si trasferì alla Washington University of St. Louis dove, qualche anno più tardi, scoprì l’NGF, la proteina del fattore di crescita nervoso. Tale scoperta le valse il Premio Nobel per la medicina e la fisiologia nel 1986; una parte del premio fu devoluto alla costruzione di una nuova sinagoga a Roma.

#ATUTTOMONDO

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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT sul COVID-19

Il 3 maggio sarà revocato lo stato di emergenza dichiarato dal Presidente della Repubblica portoghese Marcelo Rebelo de Sousa lo scorso 18 marzo ed il Paese si avvierà alla riapertura progres-siva di attività e servizi. Ad oggi, molte testate giornalistiche italiane ed estere rendono chiaro il fatto che il Portogallo è il miglior esempio europeo nella lotta contro il Covid-19.
Secondo uno studio dell’Eurostat, il Paese lusitano si piazza al terzo posto con ben il 21,8% (dietro l’Italia con il 22,8% e la Grecia con il 22%) per tasso di popolazione over 65. Considerando che la popolazione anziana è a più alto rischio di contagio da coronavirus, come è possibile che il Portogallo abbia dei dati così bassi e sia uno dei primi Paesi ad uscire dall’epidemia?
Solo confrontando i dati dei due Paesi europei più colpiti dal virus, ovvero Spagna ed Italia (superati solo a livello mondiale dagli USA), emerge che il principale merito sia da attribuire al Governo che è intervenuto tempestivamente con valide misure restrittive.
Basti pensare che in Italia le scuole sono state chiuse il 5 marzo quando vi erano già 2500 casi, in Spagna il 12 marzo quando vi erano ben 2140 infetti, mentre il governo portoghese ha ordinato la loro chiusura il 16 marzo, quando i casi accertati erano solo 245.
Inoltre, i rispettivi Governi hanno dichiarato il lock-down totale in Portogallo il 18 marzo quando vi erano 448 casi, in Spagna il 14 marzo con 8000 contagi ed in Italia il 10 marzo con 9000 casi accertati.
Un altro elemento importante è stato la collaborazione tra i partiti di maggioranza ed opposizione nella gestione della crisi. Il 23 aprile, in Parlamento il leader della PSD Rui Rio ha dichiarato “Stiamo affrontando un’emergenza nazionale e c’è bisogno di unità, solidarietà e senso di responsabilità nel nome dell’interesse nazionale. In questo momento non siamo in mano a un governo del partito avversario, siamo in mano al governo del Portogallo, che tutti dobbiamo aiutare. In questa sfida il PSD non è opposizione, è collaborazione. Dobbiamo essere tutti soldati della disponibilità per aiutare in questa lotta e aiutare il Portogallo a vincere con il minor numero di morti. Signor Primo Ministro, conti sulla nostra collaborazione. Le auguro coraggio, nervi saldi e molta fortuna, perché la sua fortuna è la nostra fortuna”.
Inoltre, la regolarizzazione dei migranti in attesa di permesso di soggiorno ha consentito anche ai più vulnerabili di ricevere l’assistenza sanitaria adeguata.
Fondamentale è stato il rigoroso comportamento dei portoghesi, che vengono definiti come “un popolo molto disciplinato” di cui viene elogiato “l’insuperabile senso civico”.
Infatti, il 45% dei portoghesi, durante la quarantena, è uscito di casa solo una volta alla settimana per motivi di stretta necessità.
Il Presidente della Repubblica portoghese ha dichiarato di essere orgoglioso della grande prova di maturità che i suoi cittadini hanno dato, ma ribadisce che “la fine dello stato di emergenza non è la fine dell’epidemia”.
Il paese dal 3 maggio ripartirà gradualmente ed il piano sarà suddiviso in 3 fasi, da confermare con analisi epidemiologiche ogni 15 gg:
• 4 maggio: riapertura dei servizi e trasporti pubblici, esercizi commerciali fino a 200mq, parrucchieri, barbieri ed estetica;
• 8 maggio: riapertura negozi fino a 400 mq, ristoranti e bar con capacità ridotta del 50%, musei, scuole 11°-12° anno ed asili nido;
• 30 maggio: riavvio Primeira Liga e Coppa del Portogallo (calcio) a porte chiuse;
• 1 giugno: riapertura negozi superiori a 400 mq, centri commerciali, cinema e teatri.

M. Clotilde Benvenuti

In Australia la situazione continua ad essere stabile nonostante un aumento dovuto a un focolaio in una casa di cura fuori Sydney e in un mattatoio fuori Melbourne; sono stati condotti anche maggiori test sulla popolazione e il numero di casi accertati è arrivato a più di 6800 mentre i de-ceduti a 95. Il primo ministro Morrison invita gli australiani a scaricare l’app del governo, contributo necessario anche per poter allentare le misure restrittive. Le squadre di rugby si allenano in vista della ripresa delle partite il 28 maggio; in via eccezionale il governo del Nuovo Galles del Sud ha anche permesso la trasferta della squadra dei New Zealand Warriors con un volo aereo da Auckland.
Il Regno Unito è stato recentemente vittima di cyber attacchi, che secondo alcuni esperti potrebbero essere riconducibili a Russia, Cina e Iran. Sembra che l’obbiettivo sia stato quello di accede-re alle ricerche di università e laboratori scientifici, relative al Covid -19 e soprattutto al vaccino.
Nella Repubblica d’Irlanda le misure di restrizione saranno prorogate fino al 18 maggio. Lo ha annunciato venerdì sera il Taoiseach (capo di governo) della Repubblica d’Irlanda, Leo Varadkar, presentando anche un piano in 5 fasi per un ritorno alla normalità. Ancora rimane alta l’allerta nelle case di cura in cui il tasso di mortalità è raddoppiato rispetto allo scorso anno. Destano preoccupazione anche le strutture per disabili, il cui numero di focolai è salito a 100. Inoltre, per il ponte del primo maggio, sono stati intensificati i controlli sulle strade, ripetendo la cosiddetta “Operazione Fanacht”. Tuttavia, alcune misure di restrizione saranno allentate da lunedì: sarà concesso anche ai cittadini che hanno più di 70 anni di uscire nell’area di 5km.
In Canada, nonostante l’aumento dei contagi durante questo fine settimana, si procede con la fase di riapertura. Il grado di apertura varia a seconda delle province. La provincia del Québec è stata particolarmente criticata per aver autorizzato la riapertura dei dettaglianti e delle scuole l’11 maggio; François Legault, Premier del Québec, giustifica le misure prese specificando che la maggior parte dei decessi era avvenuta nelle case di cura. Le scuole inglesi del Québec si rifiutano di riaprire, ma la provincia sottolinea che la competenza esclusiva in materia è del governo dello Stato Federato.
Negli Stati Uniti, in un’intervista per la Fox, il Presidente Donald Trump prova a rassicurare gli americani circa l’allentamento delle misure anti-contagio. Il Presidente dichiara che il distanzia-mento sociale dovrà essere rispettato “ancora per un po’”. In circa 40 stati si procede ad allentare le misure restrittive, anche se in molti di essi continua a preoccupare il numero giornaliero di contagi e di morti. Nel Texas sono autorizzate le riaperture di bar, ristoranti, negozi e cinema, limitando però la capacità; mentre, nel Maine hanno riaperto anche i parrucchieri.
In Nuova Zelanda, si sono verificati dieci casi di contagio presso l’ospedale di Waitakere. A esse-re coinvolti, sono stati 4 pazienti, 3 infermieri e 3 operatori. Fortunatamente, l’allarme sembra es-sere rientrato. Al momento, nel paese si registrano zero nuovi casi ma i risultati della fase 3 si vedranno nelle prossime settimane quando sarà passato il periodo di incubazione. Nel frattempo, il Ministero della Salute si muove con cautela verso la fase 2, messa a repentaglio dal clima mite che potrebbe favorire gli incontri e andare al mare. In Sud Africa si torna al lavoro nonostante crescano i contagi e i decessi; la scelta è tra rischiare o morire di fame. A Città del Capo, 29 agenti di polizia sono risultati positivi e immediatamente messi in isolamento.

Lucia Capriglione, Claudia Cesetti, Diana Fagiolo, Laura Forcella, Stefano Mazzagatti, Emanuele Spina, Oriana D’Agostino

In Germania il 1 maggio si apre con le proteste di alcune classi di lavoratori, soprattutto dei marinai che, ad Amburgo, non possono scendere dalle navi per rifornirsi di provviste o vedere i famigliari. Alcuni capitani infatti si trovano a bordo delle proprie navi ormai da mesi, senza sapere quando potranno di nuovo scendere a terra.
Anche se da alcuni giorni il Paese ha ripreso la maggior parte delle attività molte imprese protestano ancora contro le restrizioni che rallentano la Germania e danneggiano la sua economia. Sono in molti a chiedere alla cancelliera Merkel di dare indicazioni più precise per poter riaprire in sicurezza senza dover sacrificare in maniera irreversibile il sistema economico del Paese.
Con la riapertura dei negozi e delle attività la Germania vede anche risalire l’indice di contagio. Secondo il Robert Koch-Institut, infatti, l’indice sarebbe risalito a 1,0 dopo le riaperture, mentre nei giorni precedenti risultava essere a 0,7. Nei giorni successivi alle riaperture però si è registrato nuovamente un cambio di rotta: i nuovi contagi nella giornata del 4 maggio sembrano infatti esse-re poco più di 600.
Durante una videoconferenza del partito CSU, Söder, il presidente della Baviera, ha affermato che non è pensabile riaprire le attività gastronomiche prima della fine del mese di maggio. La Baviera è fra le regioni più severe per quanto riguarda le restrizioni, al contrario della Renania settentrionale-Vestfalia che a partire da questa settimana ha ripreso a celebrare le messe, anche se con un numero limitato di fedeli.
Anche la Turingia e il Meclemburgo Pomerania si preparano a seguire una propria strada per le riaperture. Anche se il governo centrale ha vietato ai negozi con una superficie superiore agli 800 mq il permesso di riaprire, a partire da lunedì questi due Länder permetteranno la riapertura anche a grandi negozi. La Sassonia-Anhalt segue un percorso simile e il presidente Haseloff garantisce che a partire dalla metà di maggio gli studenti potranno frequentare le lezioni in classe almeno un giorno alla settimana.
In Austria, le restrizioni si sono allentate già da alcuni giorni e con buoni risultati per quanto ri-guarda il numero dei nuovi contagi. Il governo vieta però la riapertura di teatri, musei e attività gastronomiche fino alla metà di maggio.
Secondo i primi accordi fra i paesi tedescofoni si prevede una riapertura delle frontiere fra Austria e Germania per permettere ai cittadini di trascorrere le vacanze in entrambi i Paesi, anche se sia la Merkel che il presidente della Baviera Söder consigliano ai cittadini di trascorrere le vacanze principalmente in Germania.

Jasmin Pick

Mentre in molti paesi è già iniziata la fase 2, in altri come il Libano «il passaggio alla fase suc-cessiva dipenderà da una valutazione settimanale che determinerà l’allentamento delle restrizioni», secondo quanto detto dal Ministro della salute Hamad Hassan, che ha aggiunto «quanto fatto finora nella lotta alla pandemia ha portato a dei risultati concreti e confortanti». Tuttavia, è necessario continuare a rispettare il piano governativo durante la prossima fase e mantenere la massima cautela. Notizie rassicuranti arrivano anche dai campi profughi presenti nel Paese: i rifugiati siriani e i profughi palestinesi stanno rispettando alla lettera le misure di prevenzione, dimostrando assoluta trasparenza nel ricevere donazioni e aiuti dalle istituzioni internazionali e facendo attenzione a non sprecarli.
Altri aiuti vengono anche dalla Banca di Palestina che, in collaborazione con il Ministero per lo Sviluppo sociale e il Fondo Wakfet Izz (fondo nazionale creato specificamente per limitare la diffusione della pandemia in Palestina), ha firmato un accordo. Esso rappresenta il culmine degli sforzi profusi dal Governo, dal settore privato e da quello bancario per affrontare la pandemia da Covid-19, limitarne la diffusione in Palestina e garantire le risorse necessarie per il sostegno e la resilienza, creando una rete di previdenza sociale per le fasce più colpite dalla pandemia. Stando al documento, la Banca contribuirà con un milione di shekel (pari a 300mila dollari circa), come parte di una donazione a sostegno del settore sanitario e di soccorso.
La Giordania, invece, prosegue sulla sua linea precauzionale rispettando le disposizioni del mini-stero dell’Awqāf (beni e affari islamici) che aveva già precluso l’accesso alle moschee per evitare il contagio. La natura delle moschee è quella di un luogo chiuso in cui potrebbe non essere garantita la giusta areazione, oltre al fatto che il virus resiste per molto tempo sulle superfici, incluso pavimenti e tappeti, rendendo difficile la sanificazione degli ambienti tra una preghiera e l’altra. La decisione fa anche fede alla sharia islamica, il cui fine ultimo è tutelare la società nel suo insieme. Ciò permette di mantenere basso il numero dei contagiati rispetto ad altri paesi ed evitare il tracollo di un sistema sanitario nazionale già allo stremo. Altro settore gravemente colpito è quello dell’istruzione, dove emergono voci discordanti che ribadiscono l’inadeguatezza della didattica a distanza, dovuta alla mancanza di infrastrutture adeguate e costi tecnici elevati che im-pediscono a molti studenti l’accesso ai servizi. Anche la stampa è impegnata nella lotta contro la pandemia in cui figura l’iniziativa “La Giordania è più forte del Coronavirus”, idea del giornalista Bakr al-Zubaidi per preservare la salute dei cittadini, diffondendo in maniera capillare le racco-mandazioni dell’OMS e di altri giornalisti della stampa internazionale. Al-Zubaidi ha spiegato che si è deciso di riservare l’iniziativa solo agli studenti universitari, scuole e tutori degli stessi, in quanto sono la parte più importante su cui si sta scommettendo per la costruzione di una Giorda-nia consapevole e che può contare sulle potezialità dei suoi bambini e dei suoi giovani.

Roberta Elia, Maria Antonietta Reale, Valentina Baldo

FONTI e SITOGRAFIA

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Independent.ie (2020). “Coronavirus Ireland Latest Updates: 25 more deaths and 343 new cases confirmed”. https://www.independent.ie/world-news/coronavirus/coronavirus-ireland-latest-updates-gardai-report-high-compliance-with-travel-restrictions-over-may-bank-holiday-weekend-39175219.html

Independent.ie (2020). “Gardai liaise with PSNI as major policing operation continues over bank holiday weekend”. https://www.independent.ie/world-news/coronavirus/gardai-liaise-with-psni-as-major-policing-operation-continues-over-bank-holiday-weekend-39175451.html

Rte.ie (2020). “Increase in Covid-19 outbreaks in nursing homes”. https://www.rte.ie/news/coronavirus/2020/0427/1135066-covid19-coronavirus-nursing-homes/

The Irish Times (2020). “Coronavirus: further 34 people die in state of covid-19”. https://www.irishtimes.com/news/health/coronavirus-further-34-people-die-in-state-of-covid-19-1.4242917

The Journal.ie (2020). “Taoiseach: Over 70s can leave homes from Tuesday, but most restrictions in place until 18 May”. https://www.thejournal.ie/roadmap-easing-restrictions-extended-5085882-May2020/

The Journal.ie (2020). “Covid-19 outbreaks confirmed in 100 disability settings”. https://www.thejournal.ie/disability-settings-covid-19-outbreaks-5090731-May2020/

The Journal.ie (2020). “Coronavirus: 34 deaths and 221 new cases in Ireland confirmed”. https://www.thejournal.ie/coronavirus-ireland-figures-5089418-May2020/

The Irish Times (2020). “Clusters of Covid-19 infections spread to 211 nursing homes”. https://www.irishtimes.com/news/health/clusters-of-covid-19-infections-spread-to-211-nursing-homes-1.4239398

Staff Star Wire (2020). “ Ontario’s daily cases continue on downward trend; Trudeau announces funding for COVID-19 research and online services“. The Star.

Stelloh, T. (2020). “Seeking relief from coronavirus lockdowns, people head outside across U.S.”. NBC News. https://www.nbcnews.com/news/us-news/seeking-relief-coronavirus-lockdowns-people-head-outside-across-u-s-n1199126

Per la lingua TEDESCA

https://www.tagesschau.de/multimedia/sendung/tt-7487.html

https://www.spiegel.de/wirtschaft/unternehmen/wirtschaft-dringt-auf-lockerung-der-corona-beschraenkungen-a-ce3dec18-93e7-4df1-8737-be5f521a8fe9

https://www.spiegel.de/wissenschaft/medizin/coronavirus-news-am-montag-die-wichtigsten-entwicklungen-zu-sars-cov-2-und-covid-19-a-8daf3201-b9a5-45c9-ac13-f5b4eafd16a8

https://vorarlberg.orf.at/stories/3046759/

https://www.bild.de/regional/sachsen-anhalt/sachsen-anhalt-news/corona-lockerungen-sachsen-anhalt-will-eigene-wege-gehen-70396930.bild.html

https://www.sueddeutsche.de/gesundheit/gesundheit-muenchen-soeder-und-merkel-witzeln-ueber-urlaubsziele-in-deutschland-dpa.urn-newsml-dpa-com-20090101-200430-99-898745

Per la lingua ARABA

http://alrai.com/article/10535506

https://royanews.tv/news/212875

http://alrai.com/article/10535425/محليات/التعلم-عن-بعد-رهن-اجتهادات-غيبت-رأي-الطلبة

https://www.al-ayyam.ps/ar_page.php?id=13d84f5ey332943198Y13d84f5e

https://mustaqbalweb.com/article/111231-وزير-الصحة-التفلت-يشكل-خطرا-على-العودة-الآمنة-للحياة-الطبيعية

#MONDAYABROAD

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Se chiudo gli occhi sono a… Londra!

#MondayAbroad oggi diventa veramente british grazie al racconto di Omar!

Parlare con lui è sempre interessante e stimolante, ti apre le porte dei suoi ricordi e ti fa immergere completamente in essi.

Circa due anni fa, per quasi 5 mesi, Omar ha vissuto nella capitale del Regno Unito, città da lui descritta come assolutamente multietnica: “…non hanno bisogno forse di viaggiare più di tanto, perché lì hai sia un pezzo d’Italia, che un pezzo della Germania, della Francia, della Cina, dell’India, del Giappone… Se un giorno vuoi, magari, uscire dal tuo contesto culturale, puoi tranquillamente uscire e farti una passeggiata in un altro quartiere e, solo così, ti fai un mini viaggio!”.

È, difatti, proprio questa sua caratteristica che ha ammaliato il nostro collega, spingendolo verso le altre culture, soprattutto in campo culinario: “Ammetto di non aver assaggiato il fish&chips, ma non era colpa mia se ero troppo curioso delle tante prelibatezze che la città mi offriva e se davanti al banchetto typical british, sistemavano l’equivalente in versione tacos! Ahahah!”

Questa sua caratteristica così tanto positiva da una parte, perde punti da un punto di vista linguistico: “Se vuoi sentire il vero accento inglese, non ti consiglio sicuramente il centro della capitale in quanto troppo influenzato dalle varie culture. Ricordo che il primo accento che ho sentito era di una signora che lavorava a una biglietteria e che, secondo me, era molto simile a Maggy Smith della serie Downton Abbey!”

Continua il viaggio passando per i monumenti della capitale: ciò che più ha rapito lo sguardo del nostro primo spettatore è la quantità di reperti storici derivanti dalle varie imprese che Londra quale capitale dell’impero coloniale aveva e ha raccolto durante i vari secoli d’imprese. Ci racconta Omar: “I musei che ho visitato sono pieni di opere derivanti da tutto il mondo, tuttavia, se dovessi scegliere il mio preferito, sarebbe il museo di scienze naturali: penso che per un bambino sia una grande scoperta vedere i fossili dei dinosauri e io, in quel momento, mi son sentito un po’ un bambinone!”

“Omar, vale la pena tornare?”

“Assolutamente sì, anche se oggi è più complicato causa Brexit, io tornerei lì anche oggi, sia per lavorarci, che per viverci”.

“Una frase per descrivere l’esperienza?”

“Un mood, semmai: io seduto sulla panchina di Buckingham Palace che bevo caffè di Starbucks e, con un altezzoso accento british, ti dico “Get the London look!”.

Ilaria Violi

#QUELLOCHECIUNISCE: Giornata mondiale di Star Wars

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May the Fourth be with you guys!

Che la forza sia con voi ragazzi! Siamo al 4 di Maggio, quasi due mesi dopo l’inizio della quarantena in Italia, ed entriamo nella Fase 2, i numeri sono in calo e si possono visitare congiunti, ma la quarantena non è finita, stare a casa è ancora fondamentale. Ma oggi, come forse avrete intuito, si festeggia Star Wars (o Guerre Stellari per i più nostalgici). Quindi rimanete a casa, maratona di film, popcorn alla mano e festeggiamo insieme questa saga -stellare, oserei dire-.

Breve riepilogo sulla nascita, per i fan meno accaniti o per coloro che, purtroppo, non hanno mai avuto il piacere di guardare i film. La saga di Star Wars (uso l’anglicismo perché ormai è quello più diffuso, complice la Disney) è nata dalla mente geniale di George Lucas negli anni ‘70 – nel 1973 iniziò a scrivere il copione, per la precisione – . Si compone di 3 trilogie e – per ora –  2 spin off: le prime due trilogie sono state scritte e girate da George Lucas, l’ultima e gli spin off sono invece un’opera Disney, che ormai si è comprata la maggior parte delle case cinematografiche americane.

La prima trilogia andata al cinema è, di fatto, la seconda per ordine cronologico, e ha Luke Skywalker come protagonista indiscusso, a cui si oppone Dart Fener, conosciuto come Darth Vader nella versione inglese, quindi la famosa scena che tutti conoscono, anche coloro che non hanno mai visto i film, del “io sono tuo padre” poteva essere meno sorprendente in inglese o in tedesco, dove il cognome stesso era un indizio. La seconda trilogia racconta invece la storia di Anakin Skywalker, ossia il futuro Dart Fener. La nuova trilogia Disney narra lo scontro finale tra Sith e Jedi, e gli episodi spin-off approfondiscono invece la storia di alcuni protagonisti della saga.

Ora, lungi da me annoiarvi con la semplice trama di questa saga – stellare –, quindi ho deciso di perdermi nel baratro di internet, alla ricerca di 10 curiosità che (spero) la maggior parte di voi non conoscono (altrimenti il mio lavoro è stato invano):

  1. Nel primo film uscito nelle sale (“Una Nuova Speranza”), le spade del maestro Obi-Wan Kenobi e Anakin Skywalker sono blu, mentre quella di Darth Vader è rossa. All’inizio George Lucas voleva che le spade dei cattivi fossero rosse, e quelle dei buoni blu, infatti quando fu girato “Il Ritorno dello Jedi” la nuova arma di Luke Skywalker sarebbe dovuta essere blu, come appariva anche nei trailer e nelle locandine. All’ultimo momento si decise però di farla verde, in modo da ottenere un effetto cromatico migliore nelle scene su Tatooine – pianeta dove Luke Skywalker è cresciuto –. Da quel momento le spade degli Jedi smisero di essere soltanto blu e iniziarono ad assumere diversi colori.
  2. In molte scene Carrie Fisher, l’attrice che interpretava la Principessa Leila, fu costretta a stare sopra una scatola per non rendere evidenti i 30 centimetri di differenza che la separavano da Harrison Ford (Han Solo).
  3. I film di Guerre Stellari girati da George Lucas sono usciti tutti intorno alla metà di Maggio, perché il 14 del mese è il suo compleanno. I film della Disney invece sono usciti tutti a Dicembre, periodo reputato più ricco per gli incassi al botteghino a causa delle festività natalizie.
  4. Nel film “L’Impero colpisce ancora” c’è una pioggia di meteoriti in cui, secondo alcune voci, uno di questi sarebbe in realtà una scarpa. Gli addetti agli effetti speciali, esasperati dall’ennesimo ciak per girare la scena, avrebbero deciso di lanciare l’oggetto per protestare.
  5. La parola “Jedi” deriverebbe dal giapponese “Jidai-Geki”, termine con cui viene indicato un genere storico ambientato nel periodo Tokugawa e con protagonisti samurai.
  6. George Lucas, per ideare Chewbecca, si sarebbe ispirato al suo cane Indiana, un Alaskan Malamute. Il cane Indiana è stato anche fonte di ispirazione per un’altra celebre saga: Indiana Jones, ideata dallo stesso Lucas e diretta da Steven Spielberg.
  7. “L’Impero colpisce ancora” fu girato negli stessi studi cinematografici dove contemporaneamente Stanley Kubrick stava lavorando su “Shining”. Entrambe le pellicole uscirono nel Maggio del 1980.
  8. La colonna sonora di “Star Wars” è stata definita dalla “American Film Institute” come la più bella colonna sonora di tutti i tempi.
  9. Quando Luke utilizza i poteri Jedi per recuperare la sua spada laser, in realtà non si avvale di alcun particolare effetto speciale. Mark Hamill venne ripreso mentre lanciava la lama e poi le scene sono state semplicemente proiettate al contrario – un po’ come un Boomerang su Instagram, per i più avvezzi –.
  10. Nella versione originale del 1980 de “L’Impero Colpisce ancora”, quando Luke si getta nel vuoto per salvarsi da Dart Fener, in realtà non urla. Nel 1997, quando la pellicola fu rimasterizzata, venne aggiunto un urlo, ma i fan più accaniti si opposero perché secondo loro il silenzio di Luke durante quel gesto evidenziava la sua scelta di andare incontro alla morte, e quindi l’aggiunta del grido ne alleggeriva la tensione. L’urlo fu quindi rimosso, e questo ha reso la versione del 1997 unica.

E siccome sono buona, ecco qui un’ultima chicca:

11. Nel film “Star Wars: Gli Ultimi Jedi” – della nuova trilogia Disney – i principi Harry e William avevano girato una scena per un cameo come Stormtrooper (i soldati dell’esercito imperiale), ma la scena – purtroppo – venne tagliata perché i principi superano 1.70 m di altezza, quindi troppo alti rispetto agli altri Stormtrooper.

Sperando che questo articolo abbia acceso la vostra curiosità, vi invito a festeggiare il 4 Maggio come si deve: maratona di film di Star Wars (Disney+ ha una sezione apposita), popcorn e divano… Così la quarantena è più dolce! E magari chissà, forse qualcuno riesce a individuare la scarpa volante tra i meteoriti nel film “L’impero colpisce ancora”.

P.s. Come sempre vi invitiamo a seguire l’hashtag #MayThe4thBeWithYou per vedere post, curiosità e simpatiche iniziative per celebrare una delle saghe più amate di sempre.

Emanuela Batir

Fonti:

https://www.letturefantastiche.com/15_curiosita_su_star_wars_che_forse_non_conoscete.html

https://www.cineblog.it/post/774064/star-wars-8-tagliati-dal-film-i-cameo-dei-principi-william-harry

#ATUTTOMONDO

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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT sul COVID-19

I dati relativi al numero di contagiati e di decessi giornalieri nel nostro Paese continuano a diminuire, mentre il numero di persone guarite o dimesse dai reparti di terapia intensiva è in crescita.

Anche l’attenzione della stampa e dei canali di informazione nazionali sembra progressivamente allentare la morsa sul Covid-19 iniziando a concedere spazio a notizie di altra natura.

Per oltre due mesi infatti, i media nazionali hanno eclissato notizie non riguardanti la pandemia globale, per questo motivo accogliamo la comparsa di nuovi titoli giornalistici e al telegiornale con un sospiro di sollievo e con un pizzico in più di speranza.

Fra le notizie incoraggianti inoltre, l’Università di Oxford in un comunicato ha annunciato che il primo vaccino contro il Covid-19 potrebbe essere pronto già in settembre, anticipando nettamente i tempi inizialmente previsti.

Sara Nardi

Il Mozambico, secondo quanto riportato dal Ministero della Salute, nelle ultime 48 ore non ha registrato nessun nuovo contagio contando, al 28 aprile, un totale di 76 casi positivi. Il Governo si trova così a dover discutere se prolungare o meno lo stato di emergenza, il cui termine è previsto per il 30 aprile. La Comunità Tecnico-scientifica e il Presidente della Repubblica Felipe Nyusi stanno collaborando al fine di elaborare le misure necessarie per compiere i prossimi passi nella lotta al Covid-19. Il Paese non ha mai raggiunto il livello 4 di emergenza (ovvero un lockdown totale) ed è dunque necessario ponderare ogni decisione per non correre il rischio di un innalzamento della curva dei contagi. In attesa dei nuovi provvedimenti il Ministero dell’Istruzione ha comunque assicurato che gli studenti non perderanno l’anno scolastico poiché continueranno ad essere garantite le lezioni attraverso canali televisivi, radio e piattaforme digitali. Nelle aree sprovviste di energia elettrica i professori hanno già provveduto alla diffusione del materiale didattico. Nel frattempo, nella città di Beira, un gruppo di imprenditori (noto come “SOS-corona”) sta operando in collaborazione con le autorità fornendo dei veri e propri tunnel in grado di igienizzare i cittadini nei luoghi pubblici. Al momento i tunnel istallati sono due e si trovano nei pressi dell’Ospedale Centrale di Breira ma, nei prossimi giorni, ne arriveranno ulteriori due destinati ai luoghi di maggiore affluenza.

Secondo i dati del Ministero della Salute i casi positivi a Capo Verde sono al momento 106 di cui circa la metà si concentrano a Praia, capitale dell’arcipelago. Il Presidente della Repubblica Jorge Carlos Fonseca ha dichiarato sulla sua pagina ufficiale Facebook che, nelle isole in cui non si è registrato alcun caso (Santo Antão, São Nicolau, Sal, Maio, Fogo e Brava), lo stato di emergenza sarà revocato a partire da domenica 26 aprile allo scoccare della mezzanotte; al contrario nelle isole di São Vicente, Boa Vista e Santiago sarà ancora in vigore fino al 2 maggio. In ogni caso Fonseca ribadisce la necessità di continuare con le misure di distanziamento sociale. Per quanto riguarda il sistema scolastico, a partire da lunedì 27 aprile avrà inizio il progetto di didattica a distanza (Aprender e estudar em casa). Questo programma sfrutterà canali televisivi e lezioni radiofoniche creati dal Governo con il fine di mantenere il vincolo degli studenti con la scuola e come alternativa alle lezioni presenziali ormai sospese a causa della pandemia. Gli studenti vi potranno accedere a qualsiasi ora e seguendo un programma ben definito. A giudicare l’iniziativa ci pensa il Primo Ministro Ulisses Correia e Silva ritenendola un ricorso eccellente per democratizzare l’accesso a un’istruzione di qualità. Sostiene che è un esempio che dovrebbe essere lasciato per il futuro. Le lezioni saranno tenute a un totale di 126 mila studenti delle scuole d’infanzia, elementari, medie e superiori.

Giulia Arresta, Alessia Santella

Nel Regno Unito ad oggi sono 161.145 i casi positivi al Covid-19 e le vittime sono salite a 21.678. Il primo ministro Boris Johnson ancora non avanza previsioni relative a quanto tempo dovrà passare prima di allentare le misure. Tuttavia, ha iniziato a parlare di “una nuova normalità”. Infatti, il primo ministro ha assicurato che, anche quando il lockdown sarà finito, sarà imperativo adottare nuove misure per evitare un nuovo picco, che cambieranno completamente la quotidianità e su questo sono stati tutti d’accordo. Nicola Sturgeon, primo ministro della Scozia ha parlato alla popolazione, ribadendo l’importanza del distanziamento sociale e di una buona igiene. Ha invitato ad evitare viaggi non strettamente necessari e soprattutto per i più vulnerabili ha consigliato l’autoisolamento.

In Australia alcuni stati, tra cui Queensland, Victoria e Nuovo Galles del Sud, cominciano ad allentare le misure di restrizione, data la stabilità della situazione. Inoltre, due tra le tre catene più importanti di supermercati, Woolworths e Coles, hanno tolto il limite di acquisto di massimo due pezzi per alcuni articolo, tra questi la carta igienica, che a inizio pandemia aveva creato disordini, tanto da richiedere l’intervento della polizia. Proseguono le pressioni del governo australiano sulla Cina per fare luce sulla gestione del virus. L’ambasciatore cinese Cheng Jingye ha affermato che questo potrà avere delle conseguenze importanti sull’esportazione, dato che la Cina è uno dei principali importatori dei prodotti australiani.

Negli Stati Uniti, nonostante il numero di contagi abbia ad oggi raggiunto il milione, il Presidente Trump insieme a molti dei governi locali degli stati americani stanno già pensando a un alleggerimento delle restrizioni con le prime riaperture. Stanno pensando di riaprire alcuni distretti scolastici prima della fine dell’anno accademico. In California, il Governatore Newsom ha avanzato l’idea di far durare il prossimo anno accademico fino a luglio. Nel privato, la Simon Property Group, società proprietaria di numerosi centri commerciali in tutto il paese, ha stipulato un piano per riaprire 49 centri commerciali in circa dieci stati. Un portavoce della compagnia ha assicurato che verranno rispettate tutte le norme di sicurezza necessarie.

In Canada, nella provincia del Québec è stata annunciata una riapertura che viene definita come una “scommessa rischiosa”; il governatore del Québec, ponendo l’accento sulle necessità economiche, ha annunciato che i commercianti al dettaglio riapriranno a partire dal 4 maggio a Montreal e a partire dell’11 maggio in tutta la regione e si è parlato anche di ritorno volontario a scuola a partire dell’11 maggio. Ovviamente il rispetto delle norme di prevenzione accompagnerà la riapertura. In questo modo il governo cercherà di aiutare l’economia, ma la vita sociale rimarrà invariata: gli assembramenti saranno comunque vietati.

Lucia Capriglione, Claudia Cesetti, Diana Fagiolo, Laura Forcella, Stefano Mazzagatti, Emanuele Spina

Il tramonto della quarantena spagnola sembrerebbe essere ogni giorno più vicino e concreto: grazie a un piano composto da quattro fasi d’azione e all’attenuazione giornaliera dei nuovi casi di contagio, la Spagna sembrerebbe pronta a fronteggiare la graduale riapertura. Secondo gli esperti e il Governo spagnoli, attraverso questo programma, che avrà inizio il prossimo 4 maggio e sarà composto rispettivamente da fasi di preparazione, inizio, intermedio e avanzato, il 24 giugno 2020 la maggior parte della popolazione avrà sconfitto il confinamento in casa, l’economia in toto sarà nuovamente in moto e la Spagna ritornerà a sorridere (anche se continuerà a nascondere i suoi sentimenti sotto una mascherina protettiva e a mantenere una giusta distanza di sicurezza).

Tante insicurezze e, soprattutto, tanta paura che la curva epidemiologica torni a salire impongono, tuttavia, una visione sempre più razionale per l’attuazione del progetto: non è scontato che tutte le province spagnole passino dalla fase 0 alla fase 1. Fernando Simón, direttore del Centro de Control de Alertas y Emergencias Sanitarias si è pronunciato affermando che in alcune comunità autonome la trasmissione del virus è molto bassa, tant’è che Ceuta, Melilla, Andalusia, Asturie, le isole Baleari, la Comunità Valenziana, Murcia e le isole Canarie hanno registrato meno di 30 nuovi contagi per 100.000 abitanti (Murcia e le isole Canarie girano addirittura intorno ai 10) negli ultimi 14 giorni; tuttavia, dall’altra parte della bilancia, Madrid, Castiglia-La Mancha, Castiglia e Leone, La Rioja e la Catalogna registrano ancora più di 100 nuovi casi diari. Importante, comunque, riportare le quattro isole che il prossimo 4 maggio entreranno direttamente nella seconda fase: La Graciosa, el Hierro, La Gomera e Formentera. 

Il paese conta un totale di 212.917 casi di contagio, 2.144 nelle ultime 24h; purtroppo piange 24.275 vittime, ma spera, grazie ai 108.947 guariti, per un domani migliore degli ultimi due mesi.

Attraversiamo l’oceano e voliamo in Messico, dov’è stato costruito il Centro Citibanamex, un’unità temporale per far fronte all’emergenza contagi e nella quale è stato trasferito il paziente uno del paese. La struttura ha una capacità per 854 pazienti che necessitino di ossigenoterapia e i quali sintomi siano da lievi a leggeri, oltre a contare 36 spazi di terapia intensiva e aree dedicate ai laboratori e al recupero del corpo dei pazienti.

Nicolas Maduro, Presidente del Governo venezuelano, una volta riunito con la Comisión Presidencial para el Seguimiento, la Atención y el Control del coronavirus de Venezuela, ha dichiarato che lo stato sarà disposto a ricevere l’aiuto sanitario proveniente da “qualsiasi paese” sotto il coordinamento dell’OMS.

Ilaria Violi

In Francia il premier Edouard Philippe ha annunciato al Parlamento la strategia per la Fase 2, prevista dall’11 maggio al 2 giugno: via libera a scuole materne ed elementari su base volontaria, ripresa di attività commerciali eccetto bar e ristoranti, riapertura di luoghi di culto ma senza funzioni, mascherine obbligatorie sui trasporti pubblici ed esecuzione di 700.000 test a settimana. Inoltre, sarà possibile spostarsi senza autocertificazione fino a un raggio di 100 chilometri dalla propria abitazione e partecipare ad assembramenti che non superino le 10 persone. Persiste lo stop al campionato di calcio.

In Belgio, secondo le nuove misure previste per la Fase 2, dal prossimo lunedì i tamponi verranno eseguiti anche su soggetti che non presentano sintomi respiratori. I problemi però non sono pochi: c’è una forte carenza di tamponi e di materiale adeguato a realizzarli, la principale azienda produttrice ha sede in Lombardia, dove la produzione è ferma da settimane. Tuttavia, è dall’Italia che arriva l’idea per sopperire a un’ulteriore penuria, quella di mascherine: sarebbero sostituibili con delle maschere da snorkeling (Decathlon) dotate di filtro protettivo e pensate per il personale medico dei reparti Covid-19.

In Svizzera è polemica in ambito educativo: hanno riaperto gli asili, ma sono rientrati pochi bambini e molti maestri sono in cassa integrazione; nei licei di Ginevra i voti finali si baseranno su quelli del primo quadrimestre; le università, fornendo dispositivi agli studenti bisognosi, vogliono sostenere la sessione estiva su piattaforme online, ma alcuni ne chiedono l’annullamento perché psicologicamente insostenibile, mentre altri si lamentano per la mancanza di privacy. Il Dipartimento delle Finanze sostiene che lo smart working è preferibile, ove praticabile, per evitare una possibile recrudescenza, come sostenuto dai ricercatori.

In Africa gli esperti annunciano da mesi il boom di Covid-19: la povertà e la mancanza di infrastrutture sanitarie fanno temere il peggio. Tuttavia, mentre il primo caso sul continente risale a febbraio, l’ondata non è ancora arrivata. In effetti, circa il 60% della popolazione africana ha meno di 25 anni e il 75% delle vittime del Covid-19, come osservato in diversi paesi europei, ha più di 75 anni. L’ipotesi legata alla piramide delle età è stata quindi evidenziata dagli esperti per spiegare il relativo rallentamento della propagazione del virus nel continente rispetto al resto del mondo.

Secondo la Statistics Canada e la Camera di Commercio Canadese, più del 50% delle aziende del territorio hanno perso almeno il 20% delle entrate in seguito alla pandemia. A risentirne di più sono state le imprese del settore alberghiero e alimentare, seguite da quelle d’intrattenimento e del commercio al dettaglio. Tuttavia, un dato positivo viene dalle imprese operanti nei settori dell’agricoltura, della silvicoltura, della pesca, della caccia e dei servizi di pubblica utilità. Infatti, queste imprese hanno registrato un aumento delle entrate. Tuttavia, restano molte le aziende che in seguito alla crisi hanno dovuto licenziare personale, tagliare stipendi e diminuire le ore di lavoro.

Emanuela Batir, Lara Bruno, Flavia Lucarelli D’Ortenzi, Arianna Emiliani, Elisabetta Leonardi, Giulia Marinucci, Ngwikem Manfo Solange, Sibilla Parlato, Federica Politanò, Gioia Ribeca, Elen’Alba Vitiello

Subisce una battuta d’arresto la fase 2 della Germania iniziata circa 10 giorni fa, con le prime aperture di alcuni settori industriali. Nel suo rapporto quotidiano il Robert Koch Institut (l’istituto che monitora l’epidemia in Germania) ha affermato che l’indice di contagio è tornato a sfiorare il valore R=1, dopo che due settimane fa si era stabilizzato a 0,7. Da un punto di vista statistico questo dato indica che il corso della pandemia rimane costante, mentre da un punto di vista politico si rafforzano le posizioni della Cancelliera Merkel e degli esperti del RKI che invitano alla cautela, in contrasto alle pressioni provenienti dai Länder che spingono per un progressivo allentamento delle misure ed una graduale riapertura delle attività.

Il direttore dell’Istituto, Lothar Wieler, ha invitato i tedeschi a non avere comportamenti “avventati” poiché il rischio di una seconda ondata di contagi è innegabile: “Continuiamo a restare il più possibile a casa e a rispettare le restrizioni” ha affermato Wieler.

“La pandemia è ben lontana dall’essere finita” ha detto il ministro tedesco della Salute Jens Spahn, presentando alla stampa il secondo pacchetto di leggi per la protezione della salute dei cittadini dopo la seduta di oggi. Il Ministro ha affermato che il pacchetto rispecchia bene la “complessità della pandemia”, ma ha dichiarato che “la “nuova quotidianità” sarà dura per molti” quindi ha chiesto al popolo tedesco di non vanificare gli sforzi fatti finora.

Questa inaspettata battuta d’arresto colpirà molti settori che erano in procinto di ripartire, tra cui anche la Bundesliga, il campionato di calcio tedesco di massima serie. La scorsa settimana, la German Football League (DFL) aveva annunciato di essere pronta a riprendere dal 9 maggio.

“É giustificabile che il calcio torni a giocare in stadi vuoti, creando e facendo rispettare le più rigorose condizioni igieniche e mediche.” Il via libera, ancora non definitivo, arriva dai Ministri dello Sport dei 16 Lander federali, che in un documento congiunto si sono espressi al riguardo, in vista della riunione con la Cancelliera, Angela Merkel, in programma nei prossimi giorni. Queste posizioni dovranno necessariamente essere riviste in linea con l’andamento della pandemia.

Il Ministro degli Esteri, Heiko Maas, ha prolungato fino al 14 giugno il divieto di viaggiare. Durante la conferenza stampa in cui annunciava questo prolungamento, a chi gli chiedeva il futuro delle vacanze estive, il Ministro ha risposto che si augura e spera sia possibile permettere lo spostamento fra i Länder. Allo stesso tempo però, non ha escluso la possibilità di accordi bilaterali con altri paesi per far riprendere il turismo, uno dei settori più colpiti dalla pandemia.

Ivan Denaro

Stando ai dati rilasciati dal CSSE (Center for Systems Science and Engineering) dell’Università di Hopkins, in Algeria i casi confermati sono 3127 e i morti 415; in Tunisia si registrano 922 casi positivi e 38 morti; in Marocco il numero dei positivi al virus ammonta a 3758 con 158 casi di decesso; mentre in Libia su 61 casi confermati si registrano solo 2 decessi.

Come in Italia, anche nel Maghreb è stata sollevata la problematica della vita nelle carceri ai tempi del Covid-19. Le carceri sono luoghi poco conosciuti in tutto il mondo, e questo vale ancora di più per i paesi non democratici, in cui la detenzione è spesso usata per reprimere le opposizioni politiche. È il caso del Nord Africa, dove la vita nei centri di detenzione è spesso difficile, non soltanto per il sovraffollamento ma anche per le scarse risorse economiche investite nei servizi destinati ai detenuti. Infatti, se già prima del virus nelle carceri nordafricane si riscontravano condizioni igienico-sanitarie molto lontane da ciò che normalmente si considera uno standard accettabile, con l’avvento dell’epidemia la situazione è andata sempre più peggiorando. È questo il motivo che ha spinto i paesi del Maghreb a decidere di voler allentare il sovraccarico di detenuti nelle carceri al fine di limitare la diffusione del virus.

Il Presidente della Repubblica Tunisina Qays Sayyd ha annunciato in una dichiarazione pubblicata all’inizio del mese corrente il rilascio di 1420 detenuti. Invece, il tribunale di Kelaya a ovest di Algeri ha aperto un’indagine giudiziaria in seguito ai 12 casi di decesso per Covid-19 verificatisi all’interno di un istituto penitenziario algerino; quanto invece alla situazione nel resto del Paese, lo Stato ha deciso per una rimessa in libertà di circa 5000 detenuti aventi non più di 18 mesi di pena da scontare. Ma nonostante l’emergenza pandemica, la polizia algerina precisa che continuerà ad operare arresti, laddove necessario, nel tentativo di porre fine una volta per tutte al movimento popolare Al-Hirak. Quanto alla Monarchia Marocchina, dopo l’appello rivolto al Re da parte dell’Ordine degli Avvocati del Marocco, Mohammed VI ha approvato il rilascio di 5654 detenuti, selezionati sulla base di criteri strettamente oggettivi che tengono conto della loro età, del loro stato di salute e della durata della loro detenzione, oltre che della buona condotta.

Valeria Di Bonaventura, Arianna Mercuriali, Giulia Roncella

In Azerbaijan, ex paese dell’Unione Sovietica conosciuto anche per la sua scarsità delle sue risorse economiche, la lotta contro il COVID-19 sta procedendo diversamente rispetto al panorama europeo. L’Azerbaijan possiede una struttura economica forte e stabile, infatti ha da subito varato alcune riforme per assicurare uno stile di vita adeguato ai suoi cittadini. In primo luogo, troviamo lo sviluppo del settore petrolifero che permette di continuare ad avere una stabilità economica; poi, su iniziativa del presidente Ilham Aliyev, sono state adottate misure contro il lavoro nero, che puntano alla trasparenza e all’inserimento di strumenti tecnologici negli organi statali. Inoltre, è stato redatto es adottato un piano contro la diffusione della pandemia: si è subito limitato lo spostamento della popolazione, sono stati rinviati tutti gli eventi di massa e sono stati chiusi fin da subito i parchi divertimento e i centri commerciali. Successivamente è stato introdotto il regime di quarantena e una vasta gamma di misure, fortemente volute dal presidente, per assicurare un sostentamento economico a tutti i cittadini. Tra queste è incluso l’erogazione di finanziamenti ad imprese che hanno subito ingenti perdite a causa del COVID-19, fornendo loro alleggerimento e privilegi fiscali. Ma il passo più importante è stata l’apertura di un’impresa per la produzione di mascherine, medicinali, disinfettanti e la creazione di 18 laboratori, dotati di moderni macchinari.

A livello sociale, invece, vi è un’iniziativa, grazie alla quale sono state raccolte più di 100 confezioni di cibo destinate a famiglie a basso reddito. Per questo motivo si può giustamente affermare che l’Azerbaijan ha vinto moralmente la battaglia contro il COVID-19, e che si avvia verso la debellazione del virus anche considerando la diminuzione dei contagi rispetto ai guariti. Ciò spiega perché proprio l’Azerbaijan è stato preso come paese esemplare e modello da seguire durante questa pandemia. I suoi punti di forza sono coesione e consolidamento sociale attorno al Presidente, vicinanza della comunità imprenditoriale nel rispetto dei bisogni della popolazione, mentre lo slogan che guida il paese è “Insieme siamo la forza”, per ricordare che solamente con gli sforzi di tutti si superano le difficoltà.

Paola D’Onofrio

Sono giorni che nei media si sente parlare dell’arrivo della Fase 2. Nel Paese di mezzo (Cina) sembra che quest’ultima sia già arrivata da un bel po’ di tempo, ma con misure che secondo il governo cinese stesso non sembrano così cautelari, e che richiedono sempre più implementazioni.

Tuttavia, grazie all’applicazione di queste, si sta riuscendo nel contenimento dell’epidemia.

A Pechino, diversi distretti come quello di Chaoyang, in un comunicato stampa del 29 aprile emanato dal vicesegretario del governo della municipalità autonoma di Pechino Chen Bei, e riportato sul Renmin Ribao, ha dichiarato che in questo distretto negli ultimi 10 giorni non si è registrato alcun caso di infezione da Covid-19. Dunque, dalla mezzanotte del 30 aprile (orario di Pechino), il distretto sopra citato è stato dichiarato “zona a basso rischio”.

团结起来,我们万众一心,(uniamoci, col cuore e con la mente tutti insieme). Una frase detta più volte, ma che al suo interno possiede un potente significato. È in particolare la seconda frase, parte della quarta strofa dell’inno cinese, riportata in un articolo del quotidiano del popolo, per dimostrare al mondo intero come la Cina nella lotta all’epidemia, stia usando al meglio la sua forza, incarnata nel popolo.

一切为了人民,一切依靠人民 (tutto dipende dal popolo in sé, ma insieme siamo uniti come popolo). Lo ha dimostrato a pieno titolo, il discorso pronunciato dal Ministro degli Affari Esteri e consigliere di stato 王毅 (Wangyi), in occasione del forum BRICS tenutosi a Pechino in data 29 aprile e presenziato dal consigliere di stato in persona per aggiornamenti sulla condizione delle nazioni quali: Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa. Ma non è solo di questi paesi che si sente parlare, poiché anche il suo portavoce 耿爽 (Geng Shuang) in un comunicato stampa, ha fatto un rimando alla Belt and Road Initiative, affermando che: “è una via della seta sanitaria, e la Cina sta dimostrando in verosimilmente l’importanza della sicurezza sanitaria”.  

L’iniziativa intrapresa dalla Cina in questo momento infatti, non è solamente per ampliare le cooperazioni economiche mondiali, ma è un qualcosa che la BBC news ha definito “la diplomazia delle mascherine” ovvero il fornire aiuti ai paesi che sono indeboliti dall’epidemia. Anche se dal nome si evince che si tratti solamente ed esclusivamente di inviare mascherine alle altre nazioni in realtà tra gli aiuti presenti, non ci sono solo centinaia di mascherine. In nazioni come il Kirghizistan, l’Uzbekistan, il Kazakhstan, il Pakistan e l’Iran, sono giunte numerose squadre di medici composte da esperti in materia del virus e da virologi di alto livello, e materiali come ventilatori polmonari e tamponi.

In questa “diplomazia delle mascherine”, non poteva mancare il parere del ministro degli esteri italiano Luigi di Maio, che ha esplicitamente affermato: “Per noi è già una vittoria il fatto che la Cina stia combattendo al nostro fianco per deradicare l’epidemia”.

Fabrizio Ubbriaco

FONTI e SITOGRAFIA

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#QUELLOCHECIUNISCE: Giornata internazionale per la salvaguardia delle rane

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Sono gli anfibi più famosi del mondo: oggi, 28 aprile, si celebra la Giornata Internazionale per la salvaguardia delle rane.

Istituita nel 2009, il “Save the frog day” ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sullo stato di questo anfibio, sui rischi che corre e sugli sforzi fatti per la sua conservazione.

Molti detti sono stati inventati e dedicati esclusivamente a questo animaletto: “al ranocchio serve più un salto che cento incoraggiamenti”, “dov’è la rana, l’acqua non è lontana”, “la rana piange quando fa bel tempo”, “se la rana avesse i denti, morderebbe amici e parenti”, “la rana minaccia, ma non parte in battaglia”, ciononostante, la storiella più famosa che vede protagonisti questi anfibi è quella della principessa che, al baciare il ranocchio, assiste alla trasformazione di quest’ultimo in un bellissimo principe e insieme vissero felici e contenti.

Tuttavia, forse non tutti sanno che un terzo della popolazione mondiale di anfibi è a rischio di estinzione, con la scomparsa di 150 specie negli ultimi decenni. Anche in Italia, molte specie vengono inserite nelle categorie Minacciato criticamente, Minacciato e Vulnerabile della Lista Rossa dell’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura.

L’eccessiva urbanizzazione, l’inquinamento, l’uso di sostanze tossiche, la distruzione degli habitat naturali, i problemi climatici, la scarsità di acqua e risorse alimentari e anche l’introduzione di specie nocive e non autoctone, stanno creando dei seri problemi di sopravvivenza alle rane.

Salvare questo anfibio è di fondamentale importanza per la biodiversità: oltre a pulire l’acqua dalle alghe, difatti, le rane mangiano diversi tipi di insetti e sono loro stesse un importante anello della catena alimentare. Grazie alle loro pelle, che assorbe facilmente sostanze chimiche potenzialmente dannose, sono inoltre degli ottimi bio indicatori degli equilibri dell’ambiente che le circonda.

Ilaria Violi

Fonti:

https://www.aforismario.eu/2019/09/frasi-rane.html

https://www.petsblog.it/post/138821/giornata-internazionale-salvaguardia-rane-2018