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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT sul COVID-19

Il Covid-19 si è imposto come unico grande protagonista di questi ultimi mesi, portando con sé tutta una serie di nuovi problemi legati ad esso. La maggior parte dei Paesi ha messo al primo posto della lista delle priorità la pandemia Covid, concentrando le proprie forze in quella direzione. Tuttavia, ora che la situazione coronavirus comincia lentamente a migliorare, ecco che tornano nuovamente a galla tutti quei vecchi problemi “messi in pausa” negli ultimi mesi.

Allo stesso tempo, l’uccisione di George Floyd e le questioni razziali continuano a risuonare nel mondo.

L’impatto del coronavirus sull’economia del Medio Oriente ha configurato uno scenario sconfortante per la maggior parte dei Paesi che, stavolta, sembra colpire anche i più ricchi.

Emirates, la compagnia aerea dell’Emirato di Dubai, ha infatti annunciato che effettuerà dei licenziamenti per ridurre il personale. Tale notizia ha suscitato l’interesse dei media, che hanno messo in evidenza l’annuncio, concentrandosi sul numero del personale licenziato. È vero che la cifra è relativamente elevata (600 piloti e 7000 assistenti di volo), ma in realtà sembra non costituire una grande percentuale del numero totale di dipendenti di Emirates Airlines (alcuni ritengono che la percentuale del personale licenziato rappresenti solo il 15%).

D’altronde, il settore turistico negli Emirati è di vitale importanza, con un contributo totale pari all’11,9% del prodotto interno lordo. Inoltre, secondo i dati del World Travel & Tourism Council del 2019, il turismo contribuisce a fornire circa 745 mila posti di lavoro.

Come evidenziato dai risultati dello scorso anno, il valore del capitale dell’aviazione commerciale nel mondo è di circa 16 trilioni di dollari, con una crescita media annua del traffico passeggeri pari al 4,6% e un volume di crescita dei servizi di trasporto merci che raggiunge il 4%.

Più in generale, invece, il mercato del petrolioappare in ripresa, con un aumento del greggio statunitense che ha superato i $ 40 al barile questa settimana.

Sebbene un tale aumento di solito non risulti rilevante, al momento è considerato un incremento importante dopo che il prezzo del barile era sceso sotto lo zero, toccando il suo livello più basso a meno $ 40,32 al barile il 20 aprile.

La notevole risalita del petrolio è legata alle speranze di una veloce ripresa dell’economia globale dopo il duro colpo inferto dalla pandemia, che ha ridotto la domanda di benzina, carburante per jet e diesel.

L’aumento del prezzo del petrolio riflette anche l’impatto dei tagli record della produzione da parte dell’OPEC, della Russia e dei suoi alleati, oltre al forte calo della produzione dagli Stati Uniti, il più grande produttore al mondo.

Per ciò che riguarda l’Iraq, invece, restano tesi i rapporti con l’Arabia Saudita. Nonostante le numerose proposte avanzate dal Regno attraverso i media, infatti, la popolazione irachena mette in dubbio la credibilità saudita nell’effettuare investimenti sul suo territorio, dopo anni di rottura e riluttanza a migliorare le relazioni.

Secondo le notizie riportate in seguito alla visita del Primo Ministro delle Finanze iracheno Ali Abdul Amir Allawi lo scorso mese, “l’ultima delle strategie saudite è cercare investimenti in Iraq”.

Tuttavia, non è stato raggiunto alcun accordo tra i due Paesi in materia.

Sulla promessa saudita di pompare investimenti in Iraq, lo scrittore e giornalista iracheno Othman Al-Mukhtar ha dichiarato ad Al-Jazeera Net che l’apertura saudita non si basa su un’iniziativa individuale o una visione di Riyadh, ma è frutto della spinta americana.

Samar Hassan

In occasione della riunione di gabinetto federale, il ministro dell’Interno Horst Seehofer ha annunciato la riapertura dei confini di Stato: da martedì, i cittadini dell’UE potranno entrare in Germania senza essere sottoposti a ferrei controlli alla frontiera e senza obbligo di quarantena, contrariamente a quanto accadeva fino a poche settimane fa.

Questo allentamento delle misure al confine permette al Paese di riprendere il suo impegno umanitario nei confronti dei rifugiati provenienti dagli altri paesi dell’UE e bloccato per l’emergenza Covid.

Già verso la fine di maggio, il ministro della migrazione della Turingia Dirk Adams aveva fatto pressione al governo tedesco riguardo la questione, dichiarando: «spero che il Ministero federale dell’Interno non si limiti a reagire con un “no”, come ha fatto finora, ma entri in dialogo con noi». Adams, infatti, aveva presentato diverse bozze di programma sull’accoglienza dei rifugiati europei, senza ricevere risposte chiare. Ad oggi, il ministro si è detto pronto ad accogliere i bambini delle isole greche e le loro famiglie provenienti dai campi profughi sovraffollati.

Dopo un primo volo tedesco destinato ad ospitare 47 persone tra bambini e adolescenti, la pandemia ha drasticamente interrotto ogni tratta. Secondo una dichiarazione di un portavoce del Ministero all’agenzia di stampa Epd, molti dei bambini richiedenti asilo hanno meno di sei anni e alcuni di loro necessitano di cure urgenti in ospedale. Questo denuncia la necessità di un pronto intervento a livello europeo. Tuttavia, la politica migratoria comune è da anni oggetto di controversie tra gli Stati. I ministri degli Interni responsabili dei singoli Paesi non sono d’accordo sull’equa distribuzione dei rifugiati tra gli Stati membri e infatti, se Paesi come Lussemburgo, Francia e Portogallo si rendono disponibili ad accogliere chi viene da Malta, altri come Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Austria bloccano una soluzione.

Altro tema caldo in materia di migrazione è rappresentato dai rifugiati bloccati in mare dall’Italia e da Malta. I Paesi del Mediterraneo infatti, in piena crisi coronavirus, non potevano più fornire rifugi sicuri ai migranti e da settimane chiedevano maggior supporto da parte degli altri Stati dell’UE. La promessa di aiuto di Seehofer riguarda anche i molti migranti rimasti bloccati a largo del Mediterraneo su navi che il governo aveva disposto per il necessario periodo di quarantena e coloro a bordo della nave Ong tedesca Alan Kurdi e della spagnola Aita Mari che i primi di maggio sono state sottoposte a fermo amministrativo dal governo italiano. La proposta tedesca prevede di ospitare circa 80 migranti tra la fine di giugno e inizi di luglio. E, a dispetto della reticenza di alcuni Stati membri a collaborare, il ministro argomenta: «sicuramente la politica migratoria per il trattamento di casi come quello in Grecia e quello per il recupero dei migranti nelle acque internazionali richiede una certa organizzazione, ma anche un certo grado di umanità».

Michela Sartarelli e Laura Razzini

La Cina, fortemente colpita dall’epidemia di coronavirus,si trova adesso a dover combattere contro una malattia cronica che inficia fortemente la situazione sanitaria già precaria: il diabete, di cui sono aumentati i casi negli ultimi decenni e che dalle proiezioni stimate causerà molti decessi nel corso dei prossimi anni.

Questa malattia non sempre è ereditaria anche se esiste una predisposizione familiare e può insorgere a causa di uno stile di vita non sano, come una dieta ricca di grassi e una mancanza di attività fisica.

Ma perché il diabete è cosi comune in Cina?

Nel paese ci sono 114 milioni malati di diabete, più di un quarto dei casi totali del mondo, secondo la International Diabetes Foundation (IDF) e si stima che nel 2045 tale cifra possa raggiungere i 183 milioni.

Due sono i tipi di diabete esistenti al mondo: il diabete di tipo 1, ereditario, che si verifica quando il corpo non riesce a produrre insulina, e di tipo 2, che può svilupparsi nel tempo e si verifica quando le cellule non reagiscono efficacemente all’insulina. Nel paese, il 95% circa dei pazienti è affetto da diabete di tipo 2.

Importanti sviluppi a livello tecnologico mostrano buoni risultati nella cura dei soggetti e ciò spiega il gran interesse che mostra il governo e i grandi investimenti da milioni di dollari delle aziende farmaceutiche di tutto il mondo. Al momento, infatti, le cure disponibili non sono ancora in grado di ripristinare la capacità del corpo di regolare i livelli di zucchero nel sangue. 

Il Dottor Chen, amministratore delegato della società farmaceutica Hua Medicine, coinvolto nello sviluppo dei nuovi farmaci afferma che “la medicina cinese si serve di nuove tecnologie e ne favorisce la continua evoluzione, come ad esempio il trapianto del pancreas e la rigenerazione delle cellule staminali”.

Il trapianto del pancreas artificiale, utilizzato dai ricercatori di tutto il mondo, usa una tecnologia avanzata in grado di pompare insulina attraverso un sensore che monitora i livelli di zucchero nel sangue e ne regola la quantità necessaria ad ogni singolo malato.   

Tuttavia, la tecnologia non è l’unica soluzione per diminuire il numero di casi. La generale mancanza di consapevolezza è stata la ragione principale alla base del forte aumento dei malati di diabete, come lo stesso Chen afferma: “il primo passo per risolvere il problema è promuovere la consapevolezza e assicurare che le persone comprendano la malattia e il suo impatto sulla vita di tutti i giorni”.

Una diagnosi di diabete in Cina è soltanto del 39% su una popolazione di circa due miliardi di persone.

Condurre uno stile di vita sano condurre uno stile di vita sano abbinato ad un esercizio fisico costante permette di essere non solo in forma ma soprattutto in buona salute e aiuta a prevenire il rischio di contrarre malattie come il diabete.

Gioia Ribeca 

Ora che la situazione Covid-19 sembra essersi attenuata, in Spagna si ricomincia a parlare di un caso che, durante il picco della pandemia, sembrava non essere di così primaria importanza: la manifestazione avvenuta in occasione della giornata internazionale della donna.

Facciamo un passo indietro: è l’8 marzo 2020, in Italia il governo sta per dichiarare la zona rossa nazionale a causa dell’elevato numero di contagi del nuovo virus Sars-Cov-19, ma a pochi chilometri dal nostro Paese, nelle principali città spagnole, centinaia di persone sono in strada pronte a manifestare in maniera pacifica per i diritti delle donne e non solo.

In aggiunta alle motivazioni fondamentali che sostengono questa grande causa, la manifestazione è stata fortemente voluta dall’attuale governo del Paese, sollevando, però, non poche critiche da parte della minoranza, la quale ha puntato sul dato certo che solo a partire dal 9 marzo 2020 il virus ha iniziato a svilupparsi all’interno del Paese. E così si apre l’inchiesta 8-M: se la situazione di emergenza in Spagna fosse stata valutata con la giusta considerazione e se, dunque, non ci fosse stata, tra le altre cose, la manifestazione, si sarebbe potuta contenere o addirittura evitare l’epidemia?

Attualmente il caso 8-M si fa spazio tra le notizie principali: la giudice Carmen Rodriguez-Medel non ha archiviato l’indagine e ha mantenuto la convocazione del delegato José Manuel Franco, unico imputato, attribuendogli il presunto delitto di prevaricazione per non aver impedito le manifestazioni nella regione durante la fase di espansione del virus e ha ricordato che la documentazione per il caso ha tardato un mese prima di arrivare sulla sua scrivania, indipendentemente dai disagi dovuti a causa della pandemia.

Per rimanere in tema di diritti delle donne e Covid-19, le vite delle donne che subiscono regolarmente violenze domestiche sono state uno dei principali bersagli durante la pandemia. Se ne è parlato in Italia e in altri Stati, ma non bisogna dimenticare ciò che accade più lontano da noi, ad esempio nei tanti paesi dell’America Latina. In particolare, in Argentina i casi di femminicidio dall’inizio dell’isolamento sono stati ben 49, tra cui 4 bambine; 61 figli, di cui il 72% minorenni, sono rimasti orfani di madre. Proprio per cercare di sensibilizzare riguardo ai fatti accaduti e dare più visibilità al problema sono state create tre nuove campagne per accompagnare virtualmente le donne in pericolo e per fornire strumenti di sostegno e di aiuto: #Aisladasnosolas, creata dalla fondazione AVON, #Laotrapandemia, in collaborazione con l’ONU e “Barbijo Rojo” (mascherina rossa), creata dal Ministero delle Donne, Genere e Diversità Argentino in collaborazione con la Confederazione Farmaceutica Argentina. Le prime due avvengono principalmente attraverso video, pubblicità e comunicazioni virtuali, mentre la terza offre anche l’opportunità di recarsi in farmacia e chiedere aiuto in codice richiedendo la mascherina rossa.

Lavinia Cataldi, Michela Di Franco e Ilaria Violi

Il 10 giugno il Brasile registra 1.300 decessi a causa del coronavirus arrivando ad un totale di 39.797 persone. I nuovi casi salgono a 33.100 per un totale di 775.184.

I dati sono stati resi pubblici grazie alla collaborazione delle testate giornalistiche G1, O Globo, Extra, O Estado de S.Paulo, Folha de S.Paulo e UOL. Lo scopo è quello di informare i brasiliani sull’evoluzione della pandemia, soprattutto dopo che il governo Bolsonaro ha deciso di limitare l’accesso ai dati riguardanti il Covid-19.

Ad esempio, mentre fino al 17 aprile la pubblicazione del bilancio giornaliero avveniva alle 17:00, ad oggi il Ministero della Salute pubblica alle 22:00, scelta che ha messo in difficoltà i telegiornali e la stampa. Inoltre, sul portale del ministero viene mostrato solo il numero dei nuovi casi giornalieri: lo storico dall’inizio della pandemia non è più visibile, insieme ai dati relativi ai decessi e agli attualmente positivi. Tuttavia, questo mercoledì sono stati divulgati i dati completi per rispettare le indicazioni fornite dal Tribunale Supremo Federale. Purtroppo, i numeri risultano essere più bassi rispetto a quelli rilevati dalle testate giornalistiche.

Continuano a salire i casi in Portogallo (+2%), concentrati quasi esclusivamente nell’area di Lisbona. La ministra della salute Marta Temido ha annunciato questo mercoledì 10 giugno la creazione di un dipartimento apposito per i casi di Covid-19 nell’area di Lisbona per permettere gradualmente la riapertura anche in questa zona. Inoltre, data l’alta incidenza di casi nel settore delle costruzioni è stato decretato a livello nazionale l’uso obbligatorio di mascherine nei veicoli privati di trasporto dei lavoratori e un massimo di persone per ⅔ della capienza del veicolo.

Inoltre, nei prossimi giorni 800 agenti della polizia monitoreranno l’area di Lisbona per assicurarsi che le tradizionali feste popolari dei santi non avranno luogo, data l’impossibilità di garantire la distanza di sicurezza.

Per quanto riguarda l’Africa lusofona, la Guinea-Bissau registra 1.389 casi confermati di Covid l’11 giugno. Negli ultimi mesi l’attenzione è stata puntata principalmente sulla crisi politica del Paese, data la presenza di due governi a dicembre e di due Presidenti della Repubblica per alcuni giorni a febbraio, abbassando la guardia nei confronti della crisi sanitaria legata al Covid.

In Angola, mercoledì 10 giugno, vengono registrati 21 nuovi casi: il numero più alto mai rilevato nel Paese. La ministra della salute Sílvia Lutucuta ha spiegato che si tratta di studenti angolani con un’età compresa fra i 16 e i 34 di ritorno dalla Russia. A maggio, infatti, è tornato in Angola un gruppo di 250 studenti dalla Russia. Fino al giorno prima il Paese contava 113 infettati, 4 decessi e 40 guariti la cui maggior parte si trovava nella capitale, Luanda.

Il Mozambico, dal canto suo, attualmente si vede minacciato oltre che dal Covid-19, che fino ad ora ha colpito 374 persone, anche dagli attacchi al nord del Paese causati da gruppi stranieri di jihadisti e dall’insorgenza del colera nella stessa area.

Diana Fagiolo e Martina Pavone

Recentemente il movimento “Black Lives Matter” ha avuto un forte impatto mediatico e sociale.

Negli Stati Uniti i colossi della tecnologia come Amazon, Apple e Google hanno deciso di includere una nuova funzione nei loro assistenti vocali intelligenti Alexa, Siri e Assistente Google, fornendo varie risposte a domande che riguardano soprattutto il concetto secondo il quale indipendentemente dal colore della pelle, ogni vita umana ha un proprio valore. Anche gli utenti della famosa applicazione “TikTok” hanno mostrato la loro solidarietà al movimento, pubblicando video in cui si canta e si balla sulle note della canzone “Man In The Mirror” di Michael Jackson.

In Irlanda questo movimento ha raggiunto la capitale, dove centinaia di cittadini si sono riuniti pacificamente, protestando contro il razzismo e contro le pratiche brutali adottate dai poliziotti americani nei confronti dei cittadini di colore. Lo scorso lunedì, in migliaia hanno marciato verso l’ambasciata americana, dove hanno osservato un minuto di silenzio in memoria di Floyd.

Le proteste “Black Lives Matter” continuano anche nel Regno Unito. I manifestanti, in gran parte giovani, si sono radunati al Parliament Square (Londra) per dichiarare la fine del razzismo istituzionale. “Il razzismo istituzionale è radicato nelle case, nella sanità, nel sistema educativo, nei media, nella moda e nella bellezza” afferma la ventinovenne Imarn Ayton, “Ha le sue radici nel reclutamento e nell’occupazione, nella politica, nella polizia, nell’immigrazione e nel sistema giudiziario penale. Si vede, ma non si vede. È ovunque ma non è da nessuna parte… Oggi è il giorno in cui diciamo addio al razzismo istituzionale”.

Anche in Australia le manifestazioni sono quasi all’ordine del giorno e hanno avuto il supporto di Martin Luther King III, il quale ha dichiarato che, oltre ad aver scatenato un movimento di proporzioni “monumentali”, sono un segno che il razzismo “sta esalando il suo ultimo respiro”. L’attivista statunitense è anche fiducioso nel cambiamento, vista la posizione presa da molti giovani. Al contrario, secondo il primo ministro Scott Morrison è necessario porre fine a ulteriori proteste per motivi di sicurezza sanitaria e ha accusato i manifestanti di aver ostacolato gli sforzi fatti per eliminare le restrizioni dovute al coronavirus.

La situazione attuale è molto delicata a causa del COVID-19, ma c’è anche un altro virus in circolazione: il razzismo.

Simona Picci e Salvina Calanducci

In molte aree del mondo i riflettori sono puntati sui temi del razzismo e delle discriminazioni, ma non mancano le preoccupazioni per il futuro dell’economia. In Francia, dopo due settimane di proteste contro gli atti discriminatori perpetrati dalla polizia, il Ministro dell’Interno ha annunciato l’adozione di nuove misure rispetto al codice deontologico delle forze dell’ordine. In particolare, il Ministro ha richiesto che, per ogni poliziotto sospettato di atti o dichiarazioni razziste, sia presa in considerazione la sospensione.

Sul versante economico, i dati mostrano che i francesi non hanno mai risparmiato tanto come durante il lockdown. Infatti, secondo la Banca di Francia, i risparmi dei francesi potrebbero raggiungere quota 100 miliardi di euro supplementari entro la fine del 2020. La ripresa economica del Paese dipenderà molto da come le famiglie decideranno di convertire tali risparmi in acquisti e consumi.

In Belgio l’attenzione resta focalizzata sul tema del razzismo, diventato centrale nel dibattito politico. Il partito di destra MR hamanifestato la propria solidarietà alle vittime di discriminazione rendendo omaggio a Martin Luther King in un comunicato stampa. Ma il presidente del partito centrista DéFI ha evidenziato l’incoerenza dell’MR poiché, a suo parere, tale partito ha ostacolato la realizzazione di una società basata sulle pari opportunità.

Le manifestazioni antirazziste non si fermano neanche in Canada, dove questo fine settimana gli attivisti di Black Trans & Queer protesteranno a Montréal. Dal punto di vista economico, la situazione in Québec non è delle migliori: il tasso di disoccupazione si è quadruplicato. I settori della ristorazione e del commercio al dettaglio risultano tra i più colpiti dalla crisi.

Sorprendentemente, in Svizzera la pandemia non ha avuto ripercussioni sulla produttività. Secondo l’analisi dell’Unione svizzera delle arti e dei mestieri, la produttività delle imprese è aumentata fino al 16%, mentre in circostanze normali l’aumento sarebbe stato appena dell’1%. Secondo Henrique Schneider, il sistema economico è più flessibile di quanto si possa immaginare e può aumentare la sua produttività in modo significativo, almeno nel breve periodo. La crisi non ha affatto danneggiato i settori farmaceutico e chimico, i più favoriti dalla pandemia, così come le principali industrie svizzere di esportazione. I settori economicamente più esposti, come il turismo, rappresentano una porzione minore dell’economia svizzera.

Se, da una parte, l’economia europea ha il vantaggio di reggersi su un insieme di settori molto diversi tra loro, dall’altro, in molte realtà africane l’economia è basata prevalentemente sull’esportazione dei prodotti agricoli. Nel 2020, l’Africa potrebbe perdere fino a 5 miliardi di dollari a causa dell’interruzione della domanda e dell’offerta causata dal Coronavirus. Per alleggerire il peso della crisi, il Club di Parigi, ha permesso ad alcuni Paesi africani, tra cui la Mauritania e il Camerun, di beneficiare di una moratoria sul debito pubblico.

Silvia Calbi, Elen’Alba Vitiello

Chi emigrò dalla Russia negli Stati Uniti all’inizio degli anni ’90 pensò di essersi trasferito nello Stato in cui “i sogni diventano realtà”. Oggi la situazione appare molto diversa.

Le rivolte e le manifestazioni contro il razzismo a seguito dell’omicidio di George Floyd per mano di un agente di polizia che hanno ancor più scosso un Paese già fragile a causa della pandemia da Covid-19.

Krasnodar Yuri Lemeshev, emigrato a New York dal 1991 da “un’Unione fatiscente e affamata”, ha descritto al giornale russo AIF la situazione di questi giorni. “Mi sembra di dover sgattaiolare in casa a rifugiarmi come fossi in un film. Le case vengono saccheggiate, le vetrine dei negozi mandate in frantumi. Si sentono colpi di arma da fuoco, urla che invocano l’intervento della polizia. Questa non sembra l’America.”

Movses Hachikyan, medico a Yerevan e ora tassista a Los Angeles commenta così: “Non li sto giustificando, ma li capisco. In America, nel sud come l’Alabama o la Georgia c’era un sistema razzista folle. Neri e mulatti non hanno dimenticato tutto questo e l’aria si surriscalda facilmente, le persone diventano molto aggressive.”

Per Vladimir Koseenko, emigrato da Vladivostok negli Stati Uniti nel 1993, l’America può esistere solo in condizioni di successo. Nessuno sa come affrontare le difficoltà e ci si chiede quale sarà la prossima catastrofe: uragani, rivolte, città sotto assedio, epidemie.

Per quanto riguarda il mondo dell’informazione in Russia il tema ha soppiantato quello del Covid-19 in termini di risonanza mediatica.         
La portavoce del ministero degli Affari Esteri, Maria Zacharova, ha definito la situazione degli Stati Uniti “la tragedia dell’America contemporanea”, sottolineando il fatto che le autorità americane, nel tentativo di fermare le rapine e azioni illegali, non dovrebbero violare il diritto dei cittadini di protesta pacifica.

Il capo del Comitato per gli Affari Internazionali, Konstantin Kosachev, ha esortato gli americani a guardarsi allo specchio e a riconoscere la loro vera natura che è stata svelata dalla triste vicenda di George Floyd.

In particolare, un post che ha destato non poche polemiche è quello pubblicato dal capo della Repubblica Cecena, Ramzan Kadyrov, il quale ha denunciato su Twitter l’abuso di potere e i soprusi da parte delle autorità statunitensi: “La polizia esegue la giustizia per le strade delle città americane: strangolano i cittadini, picchiano, distruggono le auto. Il mondo intero, che assiste compassionevole, è indignato dall’inoperosità di Washington”.           

Tuttavia, le parole del capo ceceno, secondo Gennady Gudkov, ex-deputato della Duma e appartenente al partito “Russia Giusta”, sono assurde, poiché provengono da un dittatore di una repubblica in cui “non vi è costituzione, legge o corte”. Della stessa idea è il capo del partito socio-liberale e filoccidentale “Jabloko”, Boris Vishnevsky, il quale ironizza sulla coerenza di Kadyrov nel richiedere l’intervento per le questioni estere.

In Russia, la vicenda di George Floyd, infatti, può far pensare a situazioni analoghe, che tuttavia vengono prontamente contestualizzate ed esorcizzate da personaggi di spicco come il portavoce del presidente Dmitry Peskov, che ha negato l’esistenza sia di qualsiasi “parallelismo tra la situazione americana e quella russa” sia di abusi di potere all’interno della Federazione.

Silvia Noli, Diana Sandulli

FONTI:

Arabo

https://www.aljazeera.net/ebusiness/2020/6/10/وعود-تتلوها-أخرى-استثمارات-سعودية

https://arabic.cnn.com/business/article/2020/06/10/emirates-cut-jobs-coronavirus-oped

https://arabic.cnn.com/business/article/2020/06/10/oil-prices-opec-coronavirus

Tedesco

https://www.zeit.de/politik/deutschland/2020-05/migration-thueringen-fluechtlinge-griechenland-aufnahme

https://www.zeit.de/politik/deutschland/2020-06/migration-horst-seehofer-fluechtlinge-mittelmeer-italien-malta

https://www.zeit.de/politik/deutschland/2020-06/quarantaene-regelung-corona-lockerungen-einreise-reisebeschraenkung-grenzen

https://www.tagesschau.de/inland/aufnahme-fluechtlinge-seehofer-101.html

Cinese

https://www.scmp.com/native/lifestyle/health-wellness/topics/fighting-global-epidemic/article/3080155/what-growing

Spagnolo

https://elpais.com/espana/2020-06-09/la-juez-del-caso-8-m-rechaza-la-peticion-de-archivo-de-la-fiscalia-y-la-abogacia.html

https://www.elmundo.es/espana/2020/03/08/5e64c4cdfc6c834c698b45eb.html

https://twitter.com/Alvisepf/status/1248613914058743809?s=20
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https://www.lanacion.com.ar/lifestyle/cuarentena-aumentaron-casos-violencia-genero-como-crear-nid2375250

Portoghese

http://jornaldeangola.sapo.ao/sociedade/covid-19-pais-regista-mais-17-casos-positivos

https://g1.globo.com/bemestar/coronavirus/noticia/2020/06/10/brasil-tem-1300-mortes-por-coronavirus-em-24-horas-revela-consorcio-de-veiculos-de-imprensa-sao-39797-no-total.ghtml

https://www.dn.pt/pais/autoridades-vao-garantir-que-nao-ha-arraiais-mesmo-os-informais–12299105.html

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https://www.dn.pt/mundo/a-pandemia-e-como-um-fantasma-guineenses-mais-preocupados-com-eleicoes-que-com-a-covid-12262563.html

https://www.dn.pt/mundo/autoridades-mocambicanas-declaram-surto-de-colera-apos-12-mortos-em-cabo-delgado-11847516.html

Inglese

https://www.thejournal.ie/black-lives-matter-dublin-2-5116505-Jun2020/

https://www.irishexaminer.com/breakingnews/ireland/black-lives-matter-irish-protests-pass-off-peacefully-1003829.html

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http://www.anews.com.tr/world/2020/06/11/australian-prime-minister-terms-ongoing-black-lives-matter-protests-completely-unacceptable

Francese

https://www.lemonde.fr/societe/article/2020/06/10/les-policiers-en-colere-apres-les-declarations-de-christophe-castaner_6042316_3224.html

https://www.lefigaro.fr/economie/inflation-fiscalite-y-a-t-il-vraiment-un-risque-pour-l-epargne-nbsp-des-francais-20200609

https://www.lalibre.be/belgique/politique-belge/visage-de-martin-luther-king-sur-le-siege-du-mr-francois-de-smet-defi-ironise-sur-l-initiative-liberale-5ee0bb53d8ad585d08f2d1d9

https://www.lesoir.be/305788/article/2020-06-08/la-crise-sanitaire-fait-perdre-pres-de-50-milliards-deuros-leconomie-belge-selon

https://www.narcity.com/nouvelles/ca/qc/montreal/un-rassemblement-black-trans-and-queer-lives-matter-aura-lieu-ce-week-end-a-montreal

https://www.journaldequebec.com/2020/06/07/le-taux-de-chomage-a-quadruple-dans-la-region

https://www.lematin.ch/economie/suisse-productive-crise-coronavirus/story/29078603

https://www.tdg.ch/la-crise-pourrait-laisser-moins-de-traces-que-prevu-243647892763

En Afrique, le coronavirus pourrait faire perdre jusqu’à 5 milliards $ d’exportations agricoles en 2020 (McKinsey)

https://www.jeuneafrique.com/998399/economie/dettes-africaines-la-cadence-des-moratoires-saccelere/

Russo

https://aif.ru/politics/world/izo_vseh_tyomnyh_sil_chem_dlya_ameriki_zakonchatsya_rasovye_bunty

https://ru.euronews.com/2020/06/04/usa-protests-russia-social-media

#LUXURYMOMENTS: #DESTINATIONGEMS

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Mostra di Raffaello alle Scuderie del Quirinale

“Ma cosa ti è mancato di più in questo periodo di lock-down?” era la domanda ricorrente quasi in tutti gli ambienti durante la pandemia del Covid-19. Le risposte potevano essere varie come l’aperitivo, l’incontro in ufficio con i colleghi, la pausa pranzo, la partita a tennis, il parrucchiere … e tanti altri momenti di convivialità, ma ciò di cui sentivo veramente la mancanza era visitare belle mostre, realmente e non più virtualmente, insieme a qualche amica nella città più bella del mondo, Roma.

Quando il giornalista della Stampa Estera Talal Khrais ha voluto intervistarmi per conto dell’agenzia Nazionale NNA-LEB (National News Agency Lebanon) e l’articolo pubblicato dall’agenzia è stato successivamente tradotto dalla dott.ssa Letizia Leonardi in lingua italiana per il sito di “ASSADAKAH” – associazione Italo-Araba, esistente dal 1944,  operativa, riconosciuta e apprezzata dalla Lega Araba e nel resto del mondo – ho espresso il desiderio di parlare della ripresa della mostra di Raffaello alle Scuderie del Quirinale che ha riaperto le porte al pubblico il 3 giugno. L’inaugurazione era avvenuta il 5 marzo scorso ma la mostra è stata successivamente chiusa a causa della pandemia. Straordinarie sono state le misure sanitarie all’ingresso, dal tappetino decontaminante al rilevamento della temperatura tramite termo-scanner oltre alla sanificazione delle mani. In una settimana di apertura oltre i 22 mila biglietti venduti, un vero sold-out, tutti pronti per ammirare la mostra evento del 2020 “RAFFAELLO 1520-1483” visitabile fino al 30 agosto di quest’anno.

La mostra curata da Marzia Faietti e da Matteo Lafranconi, direttore delle Scuderie del Quirinale, con un circuito composto da una grande rassegna con capolavori provenienti dalle maggiori collezioni italiane e internazionali. Tra queste, la National Gallery di Londra, la National Gallery of Art di Washington, il Museo Nacional del Prado di Madrid, i Musei Vaticani e gli Uffizi.

Per assicurare una buona visita per amanti dell’arte e curiosi è necessario rispettare l’orario d’ingresso indicato sul biglietto. Il percorso dura quasi un’ora e venti minuti costituito da piccoli gruppi che dovranno rispettare rigorosamente le regole da seguire e l’apposita grafica apposta sul pavimento che segnalerà il percorso unidirezionale di visita, la mascherina è d’obbligo per i visitatori oltre al mantenimento della distanza interpersonale di almeno due metri, anche tra membri dello stesso nucleo familiare.

La mostra dell’artista rinascimentale Raffaello non ha precedenti a Roma ed è stata allestita nelle Scuderie del Quirinale in occasione delle celebrazioni del 500° anniversario della morte di questo genio marchigiano di Urbino. Raffaello aveva 25 anni quando Papa Giulio II lo invitò a Roma per affidargli le decorazioni del Vaticano. L’artista visse solo 37 anni e durante la sua breve vita disegnò 287 dipinti e molte opere meravigliose.

Maria Christina Rigano

PH. BY FRANCESCA SANTOPADRE

Fonti:

http://nna-leb.gov.lb/ar/show-news/483267/500

https://www.fanpage.it/cultura/raffaello-la-mostra-riapre-ed-e-subito-boom-22mila-biglietti-venduti-in-una-settimana/

http://www.arte.it/raffaello/il-ritorno-di-raffaello-superstar-alle-scuderie-del-quirinale-17355

Roma – Riapre grande mostra su Raffaello. Parla Maria Cristina Rigano

#LUXURYMOMENTS: #LUXURYJUICE

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BARNEYS NY DALL’APICE AL DECLINO

La storia di come le vetrine della Madison Avenue hanno smesso di brillare

Lo shopping newyorkese è un sacrosanto diritto di ogni donna proprio come lo ha ricordato più volte Carrie Bradshaw nel film Sex & the City. Recarsi da Barneys, oltre a rappresentare un obbligo morale era il posto giusto per acquistare le Manolo Blahnik destinate a essere esposte con fierezza nella propria cabina armadio.

Ma purtroppo da agosto 2019, qualcosa incominciava ad “oscurare” il sogno delle più “Shophaolic”: il regno della moda, Barneys con il suo primato indiscusso di classe ed eleganza e di clientela ricercata was not meant to be anymore. Tutto iniziò a partire da dicembre 2019 per essere ufficializzata a febbraio 2020, la notizia sconvolgente: lo shop storico chiude per bancarotta mettendo fine al sogno americano iniziato nel lontano 1923 da suo fondatore Barney Pressman.

Lo store ha segnato la storia della città di New York da quando è comparso per la prima volta nella Seventh Avenue di Manhattan, associando il proprio brand, nell’immaginario collettivo, all’idea di benessere e al famoso star system; regno amato sia dalle fashion victims che dalle fashion icons. Barneys era vagliato quotidianamente da milioni di consumatori di beni di lusso nello sfondo vivace della Grande Mela. Brand come Armani, Comme des Garçons ed Azzedine Alaïa erano solo alcuni dei marchi di cui il negozio vantava il suo prestigio. Con l’annuncio ufficiale della bancarotta, si sono susseguite una serie di svendite “saldi per chiusura” con conseguente assalto da parte della folla per portare a casa non solo un capo di Barneys ma anche un frammento dello stesso store: che sia solo un brandello per fantasticare un’esperienza unica nel suo genere oppure una testimonianza che dica ai posteri “I have been there”.

“Dalle stelle alle stalle” in un solo week-end o poco più e non solo! la merce invenduta è stata riversata nei cassonetti fuori dallo store, attirando le fashion victims in ricerca di qualche ultimo pezzo da sogno. Inoltre, la situazione fuori controllo ha fatto scaturire numerosi dubbi presso l’opinione pubblica per quanto riguarda la tematica spinosa degli sprechi nel luxury environment: meglio cestinato che svalutato? Il dubbio resta, anche se ad oggi, dopo la crisi che inevitabilmente la moda ha affrontato e continuerò ad affrontare nel post Covid-19, ci si chiede se non esista davvero una soluzione più accettabile in caso di liquidazione dei grandi store di lusso per evitare lo spreco indiscusso del prodotto.

Il motto dello store “No bulk, no Junk, no Imitations”, sul quale l’imprenditore costruì una vera e propria filosofia che andava oltre al concetto di negozio e oltre al momento che, all’epoca di apertura, correva verso il primo ostacolo, la crisi del ’29 e non solo… ma anche oltre alle persone che avevano deciso di credere in quel uomo e nel suo sogno.

Questa è la storia di una fine inaspettata e infelice, un triste risveglio dal torpore che accompagnava quel sogno americano così caro agli utopisti e fashionisti newyorkesi. Se solo si pensasse a come tutto è iniziato: un investimento concreto e decisamente sentito quello di Barneys Pressman che stando alle fonti, avrebbe inizialmente investito nell’attività una somma di appena 500 dollari impegnando l’anello di fidanzamento della moglie. Dopo la dichiarazione di bancarotta, lo store è stato venduto ad Authentic Brands Group che ha adottato una scelta discutibile, chiudendo i punti vendita e licenziando la maggior parte degli impiegati. Pare, secondo il credo del gruppo imprenditoriale, che il futuro del lusso al dettaglio non sia più indirizzato verso l’acquisto effettuato dal singolo in store (scelta discutibile anche quest’ultima). Convinti fermamente che Barneys sia molto di più che un’esperienza face-to-face, i newyorkesi stentano a credere quanto sia successo: le passeggiate nella Grande Mela non saranno più le stesse senza le vetrine finemente rifinite bordate da quel logo semplice, nero su bianco, che racchiudeva ciò che Barneys era: un sogno ad occhi aperti, una cartolina simbolo della città, un posto sicuro dove essere se stessi e gioire dello shopping.

Fanny Trivigno

Sources:

https://en.wikipedia.org/wiki/Barneys_New_York

https://www.elle.com/it/moda/ultime-notizie/a31092642/barneys-negozio-new-york-fallimento/

https://www.ansa.it/canale_lifestyle/notizie/lusso/2019/11/19/fine-di-unera-a-manhattan-barneys-svende-e-chiude_a6c4d0ce-5d83-4e58-a8cb-edb3030a03f1.html

#LUXURYMOMENTS: #CHARM

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PH. BY PIERLUIGI D’AMBROSIO ALVIRA JEWELS

DIMMI CHE COLORE SCEGLI E TI DIRÒ CHI SEI

Cambiare colore ai capelli è un must di moltissime dive del cinema e donne del Jet set. Colorare i capelli potrebbe essere una consuetudine, una tradizione adottata da molte donne appartenenti a qualsiasi ceto sociale, politico o culturale e di qualsiasi età. Il cambiamento di colore potrebbe seguire i dettami della moda del momento ma è soprattutto un fattore emotivo e spesso viene mostrato con un cambiamento interno che diventa visibile all’esterno. Ma che significato hanno i colori che cerchiamo di acquisire per correggere o modificare il nostro modo di apparire? In pratica il nostro colore diventa anche il nostro biglietto da visita. Il biondo, colore della femme fatale. Le bionde dominano il mondo del cinema o almeno nell’immaginario collettivo. La donna che sceglie il biondo si sente un po’ diva ma soprattutto sexy, basta pensare alle bionde iconiche che hanno fatto storia come Anita Ekberg e Brigitte Bardot. Sicuramente anche le finte bionde non passano inosservate ed è proprio questo il risultato che vogliono ottenere; tramite il colore dei loro capelli cercano di imporre la loro personalità a chi le circonda e vive con loro o per loro. Invece la donna determinata sceglie il colore nero corvino, è una donna che vuole essere presa sul serio e spesso nasconde un lato romantico e sognatore: basta pensare al personaggio di Biancaneve che aveva i capelli neri come la notte. Una via di mezzo è Il castano che viene considerato come il colore dell’equilibrio, la donna che lo sceglie non è né troppo estrosa come le bionde, né troppo misteriosa come le more. Le castane amano affascinare ma in modo discreto. Ma il colore certamente più vivace è il rosso, la donna che sceglie il rosso ha un carattere allegro e solare, il rosso è anche il colore del fuoco e viene spesso associato alla passione. Rita Hayworth disse: “Non ho conquistato milioni di uomini sfilandomi un guanto in Gilda ma li ho stregati perché sono rossa”. Affermazione che potrebbe essere dimostrata dal fatto che la mitica Jessica Rabbit personaggio di fantasia, che aveva fatto innamorare Roger Rabbit, aveva i capelli rossi. Per l’estate 2020, estate particolare segnata dalle ultime vicissitudini vissute da tutto il pianeta, vince l’equilibrio e il nuovo colore di tendenza è il bronde. Il nome deriva da brown e blonde e vuole essere il giusto mix tra il biondo e il castano e il risultato sarà un colore naturale, effetto baciato dal sole.

Maria Christina Rigano

PH. BY FRANCESCA SANTOPADRE

Fonti

https://it.hairfinder.com/cambiarestile.htm

Capelli e Psicologia

https://www.cosmopolitan.com/it/capelli/a112546/cose-che-i-capelli-svelano-della-tua-personalita/

#ATUTTOMONDO

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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT sul COVID-19

Secondo il New York Times più di 1.707.700 persone negli Stati Uniti sono state infettate dal coronavirus e almeno 100.400 sono morte.

Alla fine di febbraio erano solo poche decine i casi conosciuti, ma, verso la fine della primavera, il virus ha dilaniato ogni Stato contagiando un numero di persone che supera la quantità di abitanti del Wyoming e del Delaware messi insieme e uccidendo più americani di quanti possano entrarne in uno stadio della National Football League. Nonostante alcuni progressi, infatti, continuano ad emergere nuovi focolai e centinaia di persone muoiono ogni giorno.

La vita americana è cambiata notevolmente a causa del virus. New York e il New Jersey sono stati sicuramente gli Stati più colpiti, ma negli ultimi giorni i numeri dei casi hanno registrato una forte tendenza al ribasso. Nonostante ciò, a New York sono ancora presenti migliaia di casi e centinaia di morti in ogni distretto.

Il governatore Andrew Cuomo ha affermato che New York potrebbe riaprire l’8 giugno, a condizione che soddisfi due dei sette requisiti da lui stabiliti: uno legato alla capacità ospedaliera e l’altro relativo al tracciamento dei contatti.

In Canada circa 90.000 sono le persone infette, di cui quasi 7.000 decedute. La Public Health Agency del Canada sta lavorando con province, territori e partner internazionali, inclusa l’Organizzazione Mondiale della Sanità, per monitorare attivamente la situazione. Gli sforzi globali si concentrano sul contenimento dell’epidemia e sulla prevenzione di un’ulteriore diffusione.

Nel Regno Unito, secondo quanto riportato da BBC News, il governo è impegnato in un continuo tracciamento di contagi e la diffusione di essi. I dati sono allarmanti: il Paese ha registrato oltre 270.000 nuovi casi confermati, di cui 38.000 sono decessi. Questi sembrano riguardare soprattutto coloro che non hanno ricevuto una diagnosi o che sono venuti a contatto indiretto con il virus. Non sempre è possibile accertarsi in tempo dei sintomi: alcuni scienziati hanno scoperto i cosiddetti “silent spreaders”, ovvero coloro che vengono infettati ma non ne sono consapevoli. In questi casi, si sviluppano sintomi simili a quelli del Covid, spesso difficili da distinguere rispetto ai comuni sintomi di influenze stagionali o allergie.

In Australia si è verificato un caso importato direttamente dall’estero: si tratta di un settantenne risultato positivo dopo più di sei settimane al test per il coronavirus. L’uomo era rientrato in Australia dopo un viaggio nel Regno Unito dove avrebbe contratto il virus, senza però costituire una minaccia di contagio. Rimane una certa inquietudine poiché questo caso non è il solo che si è riscontrato nel Paese: si tratta del secondo verificatosi nella parte meridionale dell’Australia, raggiungendo un totale di 439 contagi da Covid-19. Recentemente però, sia l’Australia che la Nuova Zelanda hanno visto ridurre drasticamente la quantità di nuovi contagi: i numeri sono incoraggianti e, secondo alcuni grafici, nei due paesi si sta verificando una leggera diminuzione rispetto al resto del mondo. Una nuova prospettiva sembra affacciarsi sul continente australiano: con gli ultimi dati incoraggianti, l’Australia potrebbe scongiurare il ritorno del Covid-19.

Salvina Calanducci, Simona Picci

In Portogallo continua la ripresa graduale delle attività con la terza fase del piano del governo. Riaprono cinema, teatri e spettacoli all’aperto con posti a sedere numerati e dal 3 giugno riprenderà anche il campionato di calcio. La regione di Lisbona sarà l’ultima a riaprire dato che la maggior parte dei casi si concentra lì. Verranno fatti test ai lavoratori o ai contatti dei settori più colpiti dal virus come costruzioni, trasporti, catene di rifornimento e distribuzione. Inoltre, il Parlamento ha approvato quattro progetti di sostegno alle farmacie, in crisi dall’inizio dello stato di emergenza a causa di una richiesta sempre maggiore di servizi e farmaci nonostante una minore entrata economica. Fino ad ora il numero totale di infetti di Covid-19 è poco più di 32.200 e il numero delle vittime è pari a 1.396.

In Mozambico è stato prorogato lo stato di emergenza, in vigore da aprile, per altri trenta giorni dato il recente aumento di casi. Le autorità sanitarie ribadiscono l’importanza di osservare rigorosamente le misure di prevenzione e annunciano, a partire da giugno, l’inizio graduale dei test sulla popolazione in alcune provincie. Il numero totale dei casi è 245 e il numero delle vittime è pari a 2.

Il Brasile, questo sabato 30 maggio, ha superato la Francia per numero di decessi arrivando a 28.834 persone, come dimostrato dal Ministero della Salute. Con questo dato, diventa il quarto paese al mondo con più vittime per Covid-19. Per quanto riguarda il numero di attualmente positivi, si contano 498.000 persone e il numero di guariti è pari a 201.000. Le città più colpite rimangono San Paolo, Rio de Janeiro e le località nordestine di Ceará, Amazonas e Pará. Proprio in queste zone, nel nord del Brasile, si registrano 900.000 indigeni morti a causa del virus. La situazione peggiora se si considera che il presidente Jair Bolsonaro nega l’esistenza della pandemia, definendola una “leggera influenza”. Per questo motivo non ha mai adottato delle misure per salvaguardare la popolazione e, infatti, sono stati i singoli stati a imporre l’isolamento ai propri cittadini.

L’Angola conta 84 contagiati, 18 guariti e 4 decessi. Lo stato di emergenza è stato dichiarato il 26 maggio e durerà fino al 9 giugno. Bar e ristoranti vengono aperti a fasi alterne e Luanda, la capitale, verrà isolata. Inoltre, il governo ha attuato politiche di assistenza sociale distribuendo acqua potabile gratuita, alimenti non deperibili e prodotti per l’igiene. 

Diana Fagiolo e Martina Pavone

La Spagna sembra iniziare a intravedere la luce in fondo al tunnel: durante la scorsa settimana, stando alle informazioni del governo del paese, è sceso a 43 il numero dei pazienti contagiati che, purtroppo, non ce l’hanno fatta.

Secondo il piano di ripresa attuato in questi giorni – suddiviso, ricordiamo, in tre fasi – entro oggi almeno il 70% delle comunità autonome spagnole entrerà nella tanto attesa Fase 2; il restante avanzerà alla Fase 3 (in particolare Formentera, El Hierro, La Graciosa e La Gomera) oppure rimarrà in Fase 1 (caso, per esempio, della Comunità di Madrid, di una parte della Catalogna e della Castiglia e Leone).

Il Ministro della Sanità spagnolo, Salvador Illa, ha affermato che il paese si sta affacciando con un bel ritmo a una fase complessa che richiede responsabilità e prudenza soprattutto da parte dei cittadini. Aggiunge, inoltre, che il Ministero da lui presieduto studia settimana per settimana le diverse situazioni epidemiologiche che ogni comunità autonoma riporta e sta cercando di alleggerire il più possibile le restrizioni imposte per un rapido ritorno alla normalità.

La Colombia, con circa 25.000 casi per Covid-19 e più di 800 morti, comincerà ad allentare le misure di contenimento a partire da oggi, lunedì 1° giugno. Anche se l’epicentro continua ad essere Bogotà con più di 8.000 casi, attualmente le autorità sanitarie sono preoccupate per la capacità ospedaliera delle città di Barranquilla, Cartagena e Soledad, che si trovano sulla costa nord del paese. In particolare, Cartagena manca di una rete ospedaliera efficiente, pur contando quasi 2.500 casi.

Nonostante gli ospedali di Barranquilla godano di maggior capienza, i contagi continuano ad aumentare arrivando a poco più di 1.700, mentre a Soledad si registrano 964 positivi.

Anche in Messico, dove si è creato un semaforo epidemiologico che va dal rosso al verde per stabilire la situazione sanitaria di ciascuno dei 30 stati, si metterà in moto, a partire da oggi, una graduale ripresa delle attività economiche. Per quanto riguarda l’apertura delle scuole, invece, durante la conferenza stampa di venerdì 29 maggio il Ministro della Pubblica Istruzione (Secretaría de Educación Pública) Esteban Moctezuma Barragán ha annunciato che il rientro degli studenti avverrà il 10 agosto, sempre se il semaforo epidemiologico lo permetterà.

Lavinia Cataldi, Michela di Franco e Ilaria Violi

In Russia la vicepremier Golikova ha recentemente annunciato che i contagi da coronavirus sono in diminuzione: “Dall’inizio di aprile, il tasso di aumento giornaliero dei nuovi contagiati è diminuito di 11,8 volte”. Nei giorni scorsi, la percentuale di crescita giornaliera dei contagi è stata attestata al 2,3%, mentre il tasso di diffusione è sceso a meno di un’unità.

L’andamento decrescente dei contagi è stato comunicato anche dalla Presidentessa dell’Associazione federale per la tutela e la protezione dei consumatori Rospotrebnadzor – Anna Popova che ha sottolineato che è in atto una riduzione del processo epidemiologico in Russia. Parallelamente all’aumento della crescita degli esami effettuati, si è riscontrata una diminuzione nel numero di casi infetti da Covid-19. “Al numero in aumento dei test effettuati, si accompagna un numero in costante decrescita di contagi giornalieri. La tendenza del processo epidemiologico non mostra inversioni”, ha dichiarato Anna Popova, aggiungendo che i contagi giornalieri stanno diminuendo anche all’interno di un numero crescente di regioni esaminate.

Nella regione di San Pietroburgo è iniziata la fase di mitigazione di alcune misure restrittive, che però non comprende la riapertura di parchi, come dichiarato dal vicegovernatore Elin, che sarà prevista solo in seguito, probabilmente durante la fase 3. Con questo provvedimento si vuole evitare il contatto tra i bambini nei parchi giochi in quanto risulta difficile da controllare. “Allo stesso tempo, i bambini possono diventare veicolo del virus verso i parenti più anziani”, ha detto Elin. “Si teme che i parchi diventino molto affollati, il che potrebbe portare a nuovi contagi”. Come affermato da Irina Kataeva, capo dipartimento di Rospotrebnadzor della città di San Pietroburgo, l’epidemia in questa regione con consente di attuare la prima fase di rimozione delle restrizioni.

A livello nazionale, per la sicurezza delle persone e per limitare i contagi, quest’anno le tradizionali celebrazioni per il Giorno della Vittoria, che si festeggia in Russia il 9 maggio, si erano svolte senza parata militare, fatta eccezione per i mezzi dell’aviazione. Con il picco di contagi oramai superato, però, il Presidente Vladimir Putin ha annunciato che il 24 giugno si terrà a Mosca la Parata della Vittoria che celebra il 75°anniversario della vittoria nella Grande Guerra Patriottica. Il decreto prevede che il 24 giugno sarà una giornata non lavorativa, con elargizione di stipendi ai dipendenti. Le celebrazioni avranno inizio alle 10 sulla Piazza Rossa e in altre città russe. Alle 22 locali verrà effettuato il saluto dell’artiglieria. Il 26 maggio il Presidente della Federazione Russa ha anche proposto di svolgere i festeggiamenti del Reggimento Immortale il 26 luglio, senza escludere la possibilità di rinviare le celebrazioni a una data successiva se le condizioni epidemiologiche dovessero richiederlo.

Silvia Noli, Diana Sandulli

In Francia le associazioni Datacovid e Ipsos hanno condotto delle indagini su di un campione di 5.000 persone prendendo in esame lo stato d’animo dei cittadini. I risultati non sono stati dei più positivi: i francesi dimostrano un forte senso civico, ma sono scontenti delle misure anti-Covid adottate dal Governo e considerano le azioni intraprese da Italia e Spagna più efficaci per gestire l’attuale crisi. Allo stesso tempo, la comunità scientifica ha realizzato un’importante scoperta: uno studio pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet ha accertato gli effetti nocivi della clorochina, un farmaco impiegato contro il Covid-19 che ha causato un aumento del tasso di mortalità; pertanto, nella giornata del 27 maggio le autorità francesi, su parere del Comitato di salute pubblica, ne hanno sospeso tutte le prescrizioni.

In Belgio, in data 30 maggio, sono state ricoverate altre 29 persone, mentre i decessi ammontano a 23. Lo stesso giorno sono 125 i test risultati positivi (su un totale di 11.186 test eseguiti), portando il numero totale di casi di Coronavirus rilevati a 58.186. Con tali dati alla mano, il ministro degli Interni Pieter De Crem ha deciso di aprire le frontiere ai Paesi vicini come Francia, Germania, Paesi Bassi, Lussemburgo e Regno Unito. L’intento è quello di permettere il ricongiungimento delle famiglie che, però, si è rivelato impossibile per le tante persone dirette in Francia che sono state bloccate alla frontiera, probabilmente per la mancata tempestività di comunicazione tra i Paesi riguardo alle nuove direttive.

In Svizzera continua il calo dei contagi, permettendo l’inizio della fase 2 prima del previsto. Dal 6 giugno, tutte le infrastrutture saranno riaperte e i gruppi anche superiori alle quattro persone saranno riammessi nei ristoranti, anche se rimangono invariati i protocolli di protezione. Inoltre, i ristoratori dovranno raccogliere i dati dei clienti per essere in grado di tracciarne i contatti. Senza dubbio, gli imprenditori del settore sono riluttanti tanto quanto i proprietari delle discoteche, poiché non esiste ancora una base giuridica di riferimento.

Il Sudafrica conta il numero più alto di casi di Coronavirus nel continente. Tuttavia, a partire dal 1° giugno, dopo due mesi di lockdown estremo, il presidente Ramaphosa permetterà un allentamento delle misure di contenimento. Ciò nonostante, in caso di nuovo aumento dei contagi, le grandi città come Cap e Johannesburg saranno soggette a nuove restrizioni. Gli esperti prevedono che il picco della pandemia verrà raggiunto tra luglio e novembre, causando circa 40.000 nuovi decessi.

In Camerun il Covid-19 ha evidenziato la mancanza di fiducia tra la popolazione e il personale sanitario. A tal proposito, il cardiologo e professore dell’università di Douala, Aimé Bonny, ha attribuito allo Stato le responsabilità dell’impoverimento del personale medico. Ciò porterebbe i camici bianchi a derubare o truffare i pazienti per poter arrivare a fine mese. Di conseguenza, i pazienti perdono fiducia nel personale sanitario e sono più propensi a rivolgersi a un cosiddetto “guaritore spirituale”.

Silvia Calbi, Elena Alba Vitiello

Nella lotta contro il coronavirus, il governo federale tedesco procede in modo inclusivo, ma alcuni Länder pianificano ulteriori misure di sicurezza. “Al fine di mantenere basso il rischio di infezione, le restrizioni verranno prorogate fino al 29 giugno” – così si può leggere nel documento decisionale comune. Come viene evidenziato nei dati di segnalazione disponibili, il virus si sta indebolendo; non ci sono segni dell’inizio di una seconda ondata.

Secondo ntv.de, in Germania, la crescita totale di persone infette da Covid dall’esordio della pandemia ha raggiunto il numero di 179.930 casi registrati fino a mercoledì sera, pari a 656 infezioni in più rispetto al giorno precedente. Con un totale di quasi 180.000 casi di infezione, la Germania rappresenta uno dei paesi maggiormente colpiti, a differenza del numero di morti che rimane relativamente basso. È stato, dunque, stipulato un accordo unanime sull’obbligo di indossare mascherine in negozi, aziende, trasporti pubblici locali. Il giorno seguente la stipula del nuovo accordo, sulla rivista RTL “Punkt 12”, il cancelliere in carica Helge Braun spiega la posizione del governo: “È responsabilità degli stati federali definire le regole per i loro cittadini, il ruolo del governo invece è offrire sostegno alle aziende con dei pacchetti anticrisi affinché l’economia possa ripartire e i posti di lavoro siano assicurati.”

Le dichiarazioni del virologo Christian Dorsten in questo senso fanno ben sperare: “Il paese sembra preparato ad una ulteriore possibile ondata del virus, forse possiamo evitare un secondo lockdown”.

Ecco che allora la Germania, in linea con le decisioni europee, inizia a ripartire anche nel settore del turismo. Secondo una panoramica nazionale infatti, alberghi, campeggi e case vacanze sono nuovamente a disposizione dei clienti e il periodo di Pentecoste rappresenta un’ottima opportunità di ripresa.

Sulla questione “vacanze all’estero”, invece, la Germania, come del resto l’Europa, punta a rimuovere l’allerta viaggi il 15 giugno.

Secondo l’attuale bozza del documento sui punti chiave, il governo federale tedesco intende far ripartire gli spostamenti in tutti gli Stati Membri dell’UE, sostituendo le limitazioni di viaggio con avvertenze sul rischio di contagio presenti nei rispettivi paesi, così da poter garantire sicurezza ai turisti. Ovviamente tutti i paesi dovranno considerarsi “osservati speciali” dei propri vicini europei: qualora si verificassero 50 nuovi contagi per 100.000 abitanti in sette giorni, l’Europa correggerà il tiro reinserendo restrizioni locali. Insomma, è presto per esultare ma perlomeno si intravedono i primi segnali positivi.

Laura Razzini, Michela Sartarelli

La situazione provocata dall’emergenza del coronavirus nei Paesi del Nord Africa appare generalmente molto delicata a causa dell’instabilità dei suddetti territori. Nonostante le evidenti difficoltà, però, si registrano diversi progressi realizzati da alcuni Paesi del Maghreb.

In Egitto, infatti, il Ministero egiziano della Salute e della Popolazione ha annunciato che 127 contagiati dal nuovo ceppo di coronavirus “Covid-19” sono stati dimessi dagli ospedali, dopo aver ricevuto i trattamenti necessari indicati dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, raggiungendo così un numero totale di guariti pari a 5027. Il portavoce ufficiale del Ministero della Salute e della Popolazione, Khaled Mujahid, ha dichiarato che “Il numero di casi positivi divenuti negativi è aumentato a 5606”, inclusi i 5027 guariti.

Il governo algerino, invece, ha annunciato che il Paese ha iniziato a produrre dei dispositivi di rilevazione rapida del virus, che mostrano risultati in 15 minuti, con una capacità produttiva di 200.00 unità settimanali. L’amministratore delegato responsabile dell’industria farmaceutica, Lutfi bin Bahamd, ha affermato che un laboratorio ad Algeri sta sviluppando i dispositivi di collaudo, in collaborazione con due società, una canadese e l’altra giordana, senza però menzionarne i nomi. L’Algeria ha inoltre stanziato $100 milioni per importare apparecchiature mediche e prodotti farmaceutici per contrastare il virus, ricevendo numerose donazioni dalla Cina. Finora il Paese ha registrato più di 9.000 casi confermati, 646 decessi e 5.549 guariti.

Per quanto riguarda la situazione in Tunisia, invece, è iniziata una nuova fase di attenuazione della quarantena dopo più di due mesi di lockdown, con la revoca di tutte le misure di contenimento prevista per il 14 giugno. Le autorità sanitarie hanno sottolineato la necessità di rispettare comunque le procedure di prevenzione, ovvero il distanziamento sociale e l’obbligo di indossare le mascherine, per evitare una seconda ondata di diffusione del virus, dopo la diminuzione del tasso di contagi. Ad oggi in Tunisia risultano contagiate poco più di 1.000 persone, con un totale di 48 decessi.

In Marocco la situazione risulta più critica. Uno studio ufficiale marocchino pubblicato martedì ha evidenziato che circa il 90% dei contagi da Covid-19 sono concentrati nelle “aree urbane più popolate”, specialmente nei centri delle vecchie città e nelle località caratterizzate dalla presenza di case popolari e baraccopoli. Lo studio condotto dall’Alta Commissione per la Pianificazione, l’ente responsabile delle statistiche ufficiali, è stato avviato in un momento in cui il Regno del Marocco ha registrato circa 7500 contagi da metà marzo, la maggior parte dei quali nelle aree “più affollate” del Paese, che sono Casablanca, Rabat, Marrakech, Fez e Tangeri. Il Marocco, che ora si sta preparando a revocare le misure di isolamento, a metà marzo aveva chiuso i suoi confini, sospeso tutti i voli e dichiarato lo stato d’emergenza sanitaria per contrastare la diffusione della pandemia.

Samar HAssan

In Cina, il 28 Maggio 2020, si è svolta la terza sessione del 13° Congresso Nazionale del Popolo (全國人民代表大會), la più alta istituzione statale e l’unica camera legislativa della Repubblica Popolare Cinese, a cui hanno partecipato, oltre al leader del Partito comunista e Capo dello Stato Xi Jinping, il primo Ministro Li Keqiang e i circa 3.000 deputati rappresentanti sia il Partito Comunista Cinese che i diversi partiti a cui si uniscono forze indipendenti.

 Il Presidente Xi Jinping ha rassicurato il popolo in questo particolare momento di incertezza e di difficoltà. I suoi obiettivi sono chiari: eliminare la povertà assoluta, mettere al centro di tutto la persona e cercare nuove soluzioni alle sfide di ogni giorno: “Lavorare insieme e uniti per salvare un singolo paziente. Questo, in sostanza, è tutto ciò che serve per salvare vite umane”. Si evince, pertanto, che le persone e la vita sono per il Paese le massime priorità. La Cina ha infatti organizzato azioni rapide e radicali per contenere la malattia, mobilitando i migliori medici, utilizzando le attrezzature più avanzate e le risorse più richieste. Il paziente più anziano guarito ha 108 anni.

Il Presidente, poi, sottolinea la gravità della situazione economica scatenata dall’epidemia, ma con fermezza e determinazione afferma che la Cina è pronta a ripartire:

 “La nostra economia è ancora caratterizzata da ampio potenziale, forte resilienza, ampio spazio di manovra e strumenti politici sufficienti”; il desiderio della Cina è quello di creare un ambiente di produzione intelligente, implementando i diversi settori della realtà digitale e sanitaria, attraverso la creazione di  un nuovo modello di sviluppo, in cui il mercato interno ed estero possano rafforzarsi a vicenda così da rendere la globalizzazione economica più aperta, inclusiva ed equilibrata affinché tutti possano trarne beneficio.  La tutela della salute pubblica prevede una riforma seria e concreta del sistema di prevenzione e controllo delle malattie, un potenziamento del monitoraggio delle epidemie e una sollecita risposta alle emergenze. Necessaria per il Presidente anche una revisione delle leggi esistenti e dei regolamenti di emergenza. 

Si capisce pertanto come l’obiettivo primario della Cina sia ora non quello di una crescita economica annuale specifica per il 2020, ma quello legato alla lotta contro la povertà e alla costruzione di una società prospera sotto tutti gli aspetti.

Il Presidente, nel sottolineare il profondo impatto che il Covid-19 ha avuto sulla Repubblica popolare e sui cittadini, volge l’attenzione alla sicurezza nazionale e al ruolo fondamentale esercitato da se stesso nel rafforzamento della difesa nazionale e delle forze armate durante l’epidemia.  Il suo ordine di aumentare l’addestramento e la preparazione alla battaglia unito alla richiesta ai suoi militari di affrontare prontamente ed efficacemente ogni tipo di situazione ha permesso la salvaguardia della sovranità nazionale, della sicurezza e degli interessi di sviluppo della Cina stessa.

Gioia Ribeca

FONTI E SITOGRAFIA CONSULTATE

Inglese

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Millman J. (29/05/2020) “NYC on Track to Open June 8, 5 Regions Move to Phase II; NJ Sets Dates for Day Care, Camp” https://www.nbcnewyork.com/news/local/confusion-surrounds-new-yorks-phase-ii-reopening-as-cuomo-drops-new-executive-order/2437560/. NBC New York

Le Journal de Montréal (30/05/2020) “COVID-19 la situation aujourd’hui” https://www.journaldemontreal.com/actualite/coronavirus-les-derniers-chiffres

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Portoghese

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https://expresso.pt/sociedade/2020-05-26-Covid-19.-Ja-sao-conhecidas-as-regras-para-a-reabertura-dos-teatros-e-cinemas—saiba-quais-sao

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https://www.jornalnoticias.co.mz/index.php/sociedade/97266-a-partir-de-junho-cinco-provincias-vao-testar-covid-19

https://www.dw.com/pt-002/covid-19-angola-declara-estado-de-calamidade/a-53562103
https://g1.globo.com/bemestar/coronavirus/noticia/2020/05/30/brasil-tem-28834-mortes-e-498440-casos-confirmados-de-covid-19-diz-ministerio.ghtml

Spagnolo

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https://vanguardia.com.mx/articulo/regreso-clases-deja-dudas-no-habra-sana-distancia

Russo

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Putin: picco superato, parata della vittoria il 24 giugno

https://russian.rt.com/russia/news/750737-golikova-tempy-prirosta

Francese

https://www.lemonde.fr/societe/article/2020/05/27/covid-19-les-francais-critiques-face-a-leurs-dirigeants-mais-toujours-bons-eleves_6040881_3224.html

https://www.lefigaro.fr/sciences/chloroquine-l-etude-du-lancet-tres-critiquee-20200529

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Tedesco

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https://www.spiegel.de/reise/europa/corona-krise-wo-urlaub-in-europa-moeglich-werden-koennte-a-91dbf4f9-b854-4be1-b528-902828d09572

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https://www.ndr.de/ratgeber/Reisen-in-Corona-Zeiten-Was-Sie-fuer-den-Urlaub-wissen-muessen,coronareisen100.html

Arabo

https://arabia.as.com/فيروس-كورونا/فيروس-كورونا-في-مصر-26-مايو%7C-وزارة-الصحة-تعلن-عدد-الإصابات-عن-اليوم-الثلاثاء-و14-وفاة

https://www.skynewsarabia.com/middle-east/1343684-الجزائر-تبدأ-إنتاج-أجهزة-للكشف-كورونا

https://www.france24.com/ar/20200526-تونس-الحكومة-تواصل-تخفيف-إجراءات-الحجر-الصحي-بعد-تراجع-تفشي-فيروس-كورونا

https://www.skynewsarabia.com/middle-east/1347441-المغرب-90-بالمئة-إصابات-كورونا-تتركز-مناطق-محددة

https://www.worldometers.info/coronavirus/

Cinese

http://en.people.cn/n3/2020/0529/c90000-9695609.html

#LUXURYMOMENTS: #GLAMYTASTE

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A TAVOLA CON NOI … OGGI SAPORI DI CAPRI

Per completare il nostro viaggio nell’Isola azzurra e celeberrima prepariamo insieme un menù tipico Caprese. La nostra proposta inizia con un antipasto che parte dalla famosa insalata caprese seguita dai favolosi ravioli capresi di pasta fresca ripieni di caciotta e parmigiano per terminare con la deliziosa Torta Caprese preparata con cioccolato e mandorle e per finire non può mancare il Limoncello.

La caratteristica fondamentale è che tutti i prodotti utilizzati siano genuini, mediterranei e freschi, come il pomodoro, l’olio d’oliva, il basilico e i limoni, il tutto guarnito da erbe aromatiche fresche. Ingredienti normalmente presi direttamente dall’isola o dai paesi vicini. Un altro segreto, per un ottimo primo, è che la pasta deve essere assolutamente al dente per potere completare la cottura in padella ed essere amalgamata alla perfezione con il suo condimento.

INSALATA CAPRESE

L’insalata caprese è un classico conosciuto in tutto il mondo. Qui il segreto sta nella materia prima: tutti prodotti freschi e genuini. La mozzarella e i pomodori devono essere di prima scelta. La nouvelle cuisine ha proposto tante varianti ma la tradizionale è caratterizzata da pomodori e fiordilatte tagliati a fette e posizionati nel piatto in maniera alternata, aggiungere olio d’oliva e basilico, sale e origano.

RAVIOLI RIPIENI DI CACIOTTA E PARMIGIANO AROMATIZZATI ALLA MAGGIORANA, SERVITI AL SUGO

Ingredienti per 4 persone

  • Sfoglia: 2 cucchiai d’Olio d’oliva, mezzo litro d’acqua bollente, 500 gr. di farina ’00’
  • Ripieno: 2 uova, 200 gr. di parmigiano grattugiato, 300 gr di maggiorana. Caciotta di Sorrento rafferma grattugiata
  • Condimento: Parmigiano grattugiato, Basilico, Olio d’oliva, sugo di pomodoro fresco.
    N.B. La sfoglia può anche essere acquistata.
  1. La farina va sistemata a forma di vulcano, disponendo al centro olio e acqua bollente. Mescolare il tutto fino a raggiungere una consistenza abbastanza solida.
  2. In un recipiente, lavorare le uova con il parmigiano, la caciotta e la maggiorana.
    Stendere con il matterello un quarto della pasta preparata, con uno stampino e posizionare il ripieno, aiutandosi con un cucchiaino, su metà strato, successivamente prendere l’altra metà dello strato, ponendola sulla prima parte, ricoprendo così il ripieno.
  3. Separare i ravioli aiutandosi con uno stampino, ricordandosi di mantenere un diametro di 4 – 5 centimetri per ogni uno.
  4. Disporre i ravioli su un ripiano, facendo attenzione a non mescolarli.
  5. Ripetere l’operazione sino ad esaurimento della pasta e del ripieno.
  6. Cuocerli e servirli con sugo di pomodoro fresco, parmigiano e basilico.

DOLCE TIPICO CAPRESE, CONTENENTE MANDORLE E CIOCCOLATO FONDENTE

Ingredienti

  • 350 gr. di mandorle sbucciate tritate
  • 260 gr. di burro
  • 350 gr. di zucchero
  • 7 uova
  • 200 gr. di cioccolato fondente fuso
  1. Posizionare il burro reso morbido insieme allo zucchero in una scodella e amalgamarli.
  2. Aggiungere i tuorli.
  3. Successivamente preparare il cioccolato fondente a bagnomaria, tritate le mandorle e montate gli albumi a neve.
  4. Imburrare e infarinare una tortiera di circa 26 cm.
  5. Posizionare il composto e cuocere in forno a 160 gradi per 45 minuti circa.

E infine il Limoncello

Per concludere non c’è niente di meglio che gustare un liquore locale, ovvero il limoncello, che avrete acquistato durante la vostra visita all’Isola.

Maria Christina Rigano

PH. by Francesca Santopadre

#QUELLOCHECIUNISCE Giornata mondiale dell’Africa

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THOMAS SANKARA: L’UOMO CHE VOLEVA DAVVERO CAMBIARE L’AFRICA

Thomas Sankara nacque il 21 dicembre 1949 nell’allora colonia francese Alto Volta.

La sua era una famiglia molto numerosa, egli era il terzo di dieci figli. Fin da bambino dimostrò di avere un animo rivoluzionario e anticolonialista, e alla sola età di undici anni compié il suo primo atto di ribellione. Nel 1960 infatti l’Alto Volta ottenne l’indipendenza dalla Francia e quel giorno Sankara guidò gli studenti alto-voltesi contro gli studenti francesi che avevano bruciato la bandiera del neonato Stato. A pagare per questo gesto però non fu il giovane Thomas, bensì suo padre, il quale venne arrestato.

Thomas Sankara a diciassette anni venne arruolato nell’esercito. Nel frattempo, nel Paese, nonostante l’indipendenza ottenuta le cose non migliorarono. Sankara, dopo un breve periodo passato all’estero tornò nell’Alto Volta nel 1974 e subito si ritrovò coinvolto in una guerra contro il Mali, guerra che lui stesso considerò inutile e dannosa poiché fratricida.

Per il suo impegno politico, nel 1982 Sankara ricevette la carica di Primo Ministro. Fin da subito iniziò ad interessarsi del funzionamento delle strutture pubbliche, licenziando tutti gli impiegati che durante l’orario di lavoro non svolgevano la loro mansione come dovuto; per questo motivo cominciò a farsi dei nemici sia all’interno del Paese che al di fuori. Le cose peggiorarono quando si dichiarò apertamente contro i politici corrotti e l’imprenditoria straniera poiché, a suo avviso, non facevano altro che illudere la popolazione creando posti di lavoro temporanei, per essere poi scaricati una volta raggiunto il loro scopo.

Le sue posizioni critiche non piacquero al governo dell’Alto Volta che nel 1983 decise di rimuoverlo dall’incarico e di arrestarlo. La sua detenzione non durò molto tuttavia, poiché venne scarcerato grazie all’ondata di proteste di gruppi studenteschi e progressisti che travolse il Paese.

A questo punto, forte del sostegno popolare, Sankara guidò un colpo di stato che, il 4 agosto del 1983, lo portò al potere. Sankara fondò il Consiglio Nazionale della Rivoluzione che aveva l’obiettivo di salvaguardare gli interessi del popolo, la libertà e lo sviluppo sociale ed economico.

Nel 1984 in occasione del primo anniversario della sua Presidenza decise di cambiare il nome al suo Stato battezzandolo: Burkina Faso ovvero “la terra degli uomini integri”.

Durante il suo mandato Sankara decise di occuparsi di altri temi fondamentali come l’emancipazione femminile, riconoscendo alle donne il diritto di poter partecipare alla vita politica, il divieto alla poligamia e all’infibulazione, la lotta alle malattie e all’analfabetizzazione, la lotta contro il disboscamento e la valorizzazione delle risorse naturali presenti all’interno della nazione.

Il 15 ottobre 1987 il giovane Presidente venne assassinato e al suo posto salì al potere Blaise Compaore. Una volta al governo Compaore abolì la maggior parte delle riforme fatte da Sankara facendo regredire il paese in uno stato di povertà e malessere. Si concluse così, una stagione rivoluzionaria per il Burkina Faso che aveva portato nell’intero continente africano un inatteso vento di libertà.

Giuseppe Giliberto

#ATUTTOMONDO

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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT sul COVID-19

La Spagna ha registrato 95 decessi nelle ultime 24 ore, uno degli incrementi giornalieri più bassi da metà marzo. Il numero delle vittime è di 27.888, mentre i nuovi casi sono 518, arrivando ad un totale di 232.555. Quattro le fasi previste per la ripartenza. Madrid e Barcellona, le due città maggiormente colpite dal virus, sono ancora bloccate alla fase “0”.

Come da tradizione durante questo stato di emergenza, il sabato è il giorno riservato alla comparsa di Pedro Sánchez. Il Presidente del Governo si è rivolto nuovamente al popolo spagnolo per annunciare l’intenzione di prolungare lo stato di emergenza fino al 7 di giugno, nella speranza che la curva di contagio faccia un’inversione decisiva.

Si contempla, dunque, l’opzione di uno stato di emergenza asimmetrico, vale a dire applicabile per territorio, potenziando le misure di contenimento del virus nelle regioni ad alto rischio di contagio.

Per poter avanzare tale piano di emergenza al Congresso, Sánchez ha dovuto ottenere il consenso da partiti quali Ciudadanos, ERC, PNV, Compromís, con i quali ha intrattenuto in questi ultimi giorni lunghe trattative. Partido Popular (PP) e Vox, invece, hanno sin da subito manifestato il loro dissenso. Pablo Casado, leader del PP, ha ratificato il rifiuto da parte del suo partito di sostenere il prolungamento dello stato di emergenza: “la salute e le condizioni di lavoro possono essere tutelate con la legislazione attuale, senza abusare dell’eccezionalità costituzionale” ha annunciato sui social.

La decisione di Sánchez è stata influenzata dagli sviluppi in Italia: il Presidente spagnolo non vuole correre il rischio di un eventuale rialzo della curva di contagio, dichiarando che il premier Conte si sia precipitato e che, per la prima volta, non seguirà le sue orme. Del resto, dall’inizio della crisi del coronavirus, la Spagna ha seguito gli sviluppi dell’Italia con una settimana di differenza: la chiusura delle scuole, la dichiarazione dello stato di allarme, la chiusura dell’industria.

Al contrario dell’Italia, che riprenderà il normale svolgimento di tutte le attività entro il 3 giugno, la Spagna non è incline a correre rischi: il Ministero della Salute non intende permettere agli spagnoli di spostarsi tra le province fino a luglio e prevede una tardiva stagione estiva incentrata sul turismo nazionale. Non è prevista una data per la riapertura delle frontiere ed è stata imposta una quarantena di due settimane per chi rientra dall’estero. La Spagna persegue la linea più dura dell’Europa meridionale.

A Cuba, le regioni più colpite dal virus coincidono con quelle caratterizzate da una popolazione anziana, ha dichiarato Juan Carlos Alfonso, vicecapo dell’Oficio Nacional de Estadísricas e Información (ONEI), durante un’apparizione nel programma televisivo Mesa Redonda. Questi dati indicano uno dei principali problemi del Paese: l’invecchiamento della popolazione. Difatti, nel primo trimestre di quest’anno, sull’Isola si sono registrati più decessi che nascite.

Una stima de El País, basata sui dati del sistema sanitario ufficiale, suggerisce che il numero di persone contagiate in Messico è compreso tra 620.000 e 730.000.

Com’è accaduto in quasi tutti i paesi del mondo, la questione della reale entità del Covid-19 ha tormentato il Governo messicano fin dall’inizio della pandemia, anche se sembra essersi maggiormente intensificata negli ultimi giorni. Gli esperti ritengono che si sia osservata una mancanza di trasparenza e l’assenza di alcuni dati che, se resi pubblici, porterebbero ad una maggiore chiarezza per quanto concerne l’amministrazione delle autorità. D’altro canto, il Governo sostiene che il suo modello di monitoraggio epidemiologico sia stato finora impeccabile.

Alessia De Meo, Martina Valeriano

In Francia sebbene l’isolamento sia una condizione piuttosto naturale per i musicisti e, in particolare per i compositori, alcuni di questi hanno raccontato di essere stati messi alla prova da questa crisi sanitaria. Inoltre, affermano che anche la loro professione ne ha fortemente risentito a causa della cancellazione dei concerti. Infatti, il presidente Macron ha annunciato il divieto di concerti e festival fino a metà luglio 2020. Mentre i festival erano già stati annullati sin dall’inizio della quarantena, tour e concerti, ancora in attesa di valutare l’evolversi della situazione, sono stati ufficialmente rimandati.

In Belgio, mentre la nazione si appresta ad iniziare la fase 2 riammettendo a scuola in maniera graduale gli studenti di diverse classi, non mancano le polemiche, questa volta sollevate dagli eroi della crisi sanitaria, ovvero il personale ospedaliero. Lo scorso sabato, gli infermieri dell’ospedale Saint-Pierre di Bruxelles hanno accolto il primo ministro Sophie Wilmès voltandole le spalle al passaggio. Un gesto simbolico con l’intenzione dichiarata di condannare il comportamento dei politici belgi incuranti delle richieste di aiuto. Non dimentichiamo che prima che scoppiasse l’emergenza mondiale, proprio la Wilmès all’epoca Ministro del Bilancio, aveva imposto dei tagli al budget destinato alla sanità limitando in questo modo le risorse a disposizione.

In Svizzera “le cifre sono incoraggianti” sostiene il presidente Alain Berset, spalleggiato dal medico Daniel Koch che ha annunciato la fine della prima ondata. La curva dei contagi si sta abbassando, infatti non sono stati registrati ricoveri dallo scorso lunedì. Il Paese continua la sua graduale riapertura: riaprono le chiese e riprendono tutte le celebrazioni religiose, e dall’8 giugno saranno permessi assembramenti di più di cinque persone. Nel frattempo, per incoraggiare l’uso della bicicletta, il governo ha deciso di permettere ai bambini fino ai 12 anni di pedalare sui marciapiedi, qualora non sia presente la pista ciclabile.

In Africa la pandemia di Covid19 reintroduce in chiave contemporanea il tradizionale concetto di maschera africana. Oltre alle più comuni mascherine chirurgiche utilizzate come prevenzione contro la diffusione del virus, si stanno infatti moltiplicando le versioni personalizzate. Dalle più gioiose, realizzate con i motivi e i colori sgargianti dei tessuti etnici tradizionali, a quelle “impegnate” che riportano messaggi di sensibilizzazione su sfondo bianco. Senza dimenticare quelle con funzione pubblicitaria, realizzate con stampe di grandi e piccoli marchi o ancora quelle che rendono omaggio a personaggi celebri di diverse confraternite musulmane. Ed ecco che la mascherina, in occidente ormai emblema di spersonalizzazione e mancanza di libertà, sta acquisendo invece funzione di espressione individuale, in una società basata sul concetto di comunità come quella africana.

In Canada si ritorna progressivamente alla libertà, in concomitanza con l’arrivo della bella stagione. Gli spostamenti tra regioni, se non necessari, sono sempre sconsigliati, ma sono permesse invece visite ad amici e parenti all’interno della propria regione. In Québec le istruzioni sulle attività permesse o vietate sono molto dettagliate e con esempi anche illustrati, così da evitare un’interpretazione personale e guidare al meglio il cittadino. A partire da venerdì 22 maggio sarà possibile incontrarsi tra un massimo di dieci amici o parenti, ad esempio per fare un barbecue, rispettando una distanza di due metri tra familiari; mentre dal 1° giugno sarà possibile anche recarsi da estetisti, parrucchieri e altri esperti della cura della persona mantenendo le precauzioni. Rimangono ancora chiusi per ora ristoranti, palestre, piscine, teatri e cinema.

Emanuela Batir, Carolina Benucci, Lara Bruno, Flavia Lucarelli D’Ortenzi, Elisabetta Leonardi, Giulia Marinucci, Ngwikem Manfo Solange, Sibilla Parlato, Diana Sandulli, Eleonora Valente, Elen’Alba Vitiello

Il 21 maggio il sindaco di Mosca Sergej Sobyanin ha annunciato la possibilità di avviare la prima fase per mitigare le restrizioni introdotte a causa del coronavirus e continuare la graduale “apertura” dell’economia urbana. Come sottolineato da Sobyanin, ciò è conseguente a una diminuzione del numero di casi rilevati di COVID-19. Nel suo blog, ha parlato della firma di un decreto volto a regolamentare questa seconda fase; secondo lui, per la prima volta dall’inizio della pandemia, iniziano a giungere le prime notizie positive: “C’è speranza per una fine prossima alla pandemia, e non voglio che questa prospettiva sia solo un’illusione. A tal fine, dobbiamo continuare a mantenere la massima responsabilità per il rispetto delle restrizioni e dei requisiti stabiliti e ne sono sicuro, avremo l’opportunità di fare i prossimi passi verso una vita normale”, queste sono le sue parole.

Allo stesso tempo, il primo cittadino ha invitato l’organizzazione a lasciare la maggior parte dei dipendenti in modalità di lavoro agile. Si noti inoltre, che dal 12 maggio nella capitale, è diventato obbligatorio indossare maschere e guanti sul lavoro, nelle strutture commerciali, nonché sui trasporti pubblici e nei taxi. La multa prevista per violazione di tale misura ammonta a 5 mila rubli (65 euro).

Nella stessa giornata, il presidente russo Vladimir Putin ha ringraziato studenti e insegnanti, esprimendo loro sostegno in questo momento difficile, per l’impegno profuso in queste settimane nella didattica a distanza, un metodo rivelatosi particolarmente utile ed efficace. “Ritengo che questa esperienza sarà necessaria in futuro. Oggi più che mai dobbiamo apprendere nuove soluzioni pratiche di vita” afferma Putin, che, però, non ha mai pensato di abbandonare l’istruzione scolastica a favore della didattica on-line. “Tutte le dicerie riguardo una sostituzione completa della didattica online, facendo così chiudere le scuole e università “tradizionali” sono soltanto provocazioni”, continua il capo di stato affermando che “La scuola non ha soltanto il compito di insegnare, ma anche quello di educare e formare le persone che un domani staranno ai vertici della nostra società”. Si può affermare quindi che la didattica a distanza stia solo portando a termine un lavoro già iniziato in passato. Ora la cosa più importante è non perdere quegli studenti che si impegnavano con entusiasmo. Una valutazione obiettiva verrà data l’anno prossimo e, se gli studenti presenteranno lacune, verrà concesso tempo per ripetere e riguardare il materiale scolastico. Ciononostante, gli esami di maturità avranno inizio il 29 giugno. Giovedì 21 maggio il ministro della sanità russo Mikhail Murashko ha annunciato che sono stati erogati con successo fondi supplementari a tutti gli operatori sanitari: “Effettivamente, entro il 15 maggio, tutti i fondi aggiuntivi sono stati pagati. Abbiamo istituito un mezzo speciale per assicurare la corretta erogazione dei fondi. Si tratta di una piattaforma on-line che consente a un operatore sanitario di contattare e ricevere chiarimenti attraverso il sito web dei servizi statali per verificare se questi pagamenti gli sono dovuti o meno”, ha detto in un’intervista sul canale televisivo Rossiya 1. I supplementi dovrebbero essere ricevuti da medici (80 mila rubli circa 1020 euro), personale paramedico (50 mila rubli circa 636 euro), personale medico junior (25 mila rubli circa 318 euro) e anche specialisti di ambulanza: medici (50 mila rubli) paramedici, infermieri e driver (25 mila rubli). Tuttavia, il 19 maggio Putin ha criticato il governo per la scarsa prontezza nell’emissione dei fondi supplementari ai medici.

Clarissa Giacomini, Angela Doria, Paola D’Onofrio

Dopo che, in svariate occasioni, il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha accusato Pechino di aver rifiutato di fornire i primi campioni di Covid-19 prelevati dai pazienti contagiati, nonché di aver distrutto gli stessi campioni in un secondo momento, la risposta della Cina non si è fatta attendere. Venerdì 15 maggio la Cina ha infatti confermato di aver dato l’ordine a tutti i laboratori non autorizzati di disfarsi dei campioni di Covid già durante le prime settimane dell’epidemia. Tutto questo per ragioni di sicurezza sanitaria nazionale. Liu Dengfeng, funzionario della National Health Commission, ha poi chiarito la posizione cinese sottolineando che fin dall’inizio della pandemia l’agente patogeno era stato classificato di “Classe 2” (altamente patogeno) e che le autorità avevano così deciso di imporre misure di sicurezza come la distruzione dei campioni usati nei laboratori non autorizzati. Liu Dengfeng ha poi aggiunto che solo alcuni laboratori con particolari requisiti sono autorizzati a detenere campioni altamente patogeni e che operazioni per la gestione di campioni di questo tipo sono sempre state in conformità con gli standard sanitari cinesi.

Intanto i ricercatori di due università cinesi, la Fudan University e la Jiao Tong University, hanno riportato dei risultati promettenti sulle sperimentazioni in vista di un vaccino anti-Covid. Le ricerche sono state condotte su topi, ed è stato osservato che gli anticorpi necessari per combattere il virus venivano prodotti rapidamente nei loro organismi.

Cai Yujia, ricercatore presso lo Shanghai Centre for Systems Biomedicine della Jiao Tong University, ha dichiarato che una volta trovato un partner commerciale per sviluppare il vaccino, il loro team avrebbe avuto bisogno di 3-4 mesi di studio preclinico prima di poterlo testare sugli umani. Cai ha aggiunto: “Abbiamo già avviato i contatti con diverse case farmaceutiche per poter continuare a lavorare su questo vaccino”.

Secondo l’epidemiologa Maria Van Kerkhove, responsabile tecnico per il coronavirus dell’Organizzazione mondiale della sanità, al momento ci sono in tutto il mondo 120 laboratori candidati ed impegnati in questa sfida contro il tempo.

Nel frattempo, sono state sviluppate da laboratori e centri di ricerca cinesi altre 4 tipologie diverse di vaccino, già in fase di sperimentazione su persone contagiate.

Mattia Del Vecchio

FONTI e SITOGRAFIA

Per la lingua SPAGNOLA

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https://elpais.com/sociedad/2020-05-18/a-la-caza-de-la-covid-19-en-los-barrios-mas-pobres-de-la-ciudad-de-buenos-aires.html

https://elpais.com/sociedad/2020-05-08/la-magnitud-de-la-epidemia-en-mexico.html

https://elpais.com/internacional/2020-04-02/mexico-vive-su-mes-mas-violento-pese-a-la-pandemia.html

Per la lingua FRANCESE

https://www.journaldequebec.com/2020/05/20/voici-les-soins-de-sante-et-corporels-qui-rouvriront-1

https://www.jeuneafrique.com/945328/societe/tribune-avec-le-coronavirus-le-masque-africain-fait-sa-revolution/

https://www.letemps.ch/suisse/fin-crise-sanitaire-vue

https://www.24heures.ch/les-4-indicateurs-que-vous-devez-absolument-surveiller-818016620537

https://www.lematin.ch/suisse/celebrations-religieuses-pourront-reprendre-28-mai/story/13106798

https://www.lematin.ch/suisse/enfants-jusqu-12-ans-rouleront-velo-trottoir/story/28075433

https://www.dhnet.be/actu/belgique/bilan-positif-pour-la-reprise-scolaire-la-phase-2-sera-enclenchee-ce-lundi-25-mai-voici-ce-qu-elle-prevoit-5ec564e3d8ad581c540aabc0

https://www.ln24.be/2020-05-16/les-infirmiers-tournent-le-dos-sophie-wilmes

https://www.lemonde.fr/culture/article/2020/05/21/les-compositeurs-face-au-point-d-orgue-d u-confinement_6040337_3246.html

Coronavirus : les tournées et concerts reportés ou annulés

Per la lingua RUSSA

https://iz.ru/1014031/2020-05-21/murashko-zaiavil-o-vyplate-k-15-maia-vsekh-dopsredstv-medrabotnikam

https://www.pravda.ru/news/society/1500227-putin_obrazovanie/?utm_medium=cqc&utm_source=all_materials_12

https://russian.rt.com/russia/article/748534-moskva-snyatie-ogranichenii-koronavirus?utm_source=yxnews&utm_medium=desktop&utm_referrer=https%3A%2F%2Fyandex.ru%2Fnews

Per la lingua CINESE

https://www.scmp.com/news/china/society/article/3084635/china-confirms-unauthorised-labs-were-told-destroy-early

https://www.scmp.com/news/china/science/article/3085502/strong-immune-response-chinese-covid-19-vaccine-team-reports

#LUXURYMOMENTS: #DESTINATIONGEMS

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Courtesy photo by Abed Mahfouz

PAESE CHE VAI…MATRIMONIO CHE TROVI…

In Italia, per tradizione, il mese di maggio, segna l’inizio del periodo dei matrimoni, le giornate diventano più lunghe e il clima più mite, i colori e profumi della primavera insieme alla rinascita della natura con i fiori di campo, rose, tulipani, papaveri e splendidi girasoli molto adatti per creare addobbi colorati e allegri. Inoltrecon la primavera anche il menù offerto durante la cerimonia si colora arricchendosi di frutta fresca, fragole, mirtilli, sorbetti e gelati assaporati prima della torta. La primavera con le sue manifestazioni di romanticismo annuncia quindi lo sbocciare dell’amore in future nozze. Insomma, maggio sembra proprio il mese ideale per dire il fatidico “Sì”. Ma non tutti i matrimoni sono uguali e si celebrano nella stessa maniera. Il proverbio “Paese che vai, usanze che trovi” sarà riadattato all’occorrenza e diventerà “Paese che vai, matrimonio che trovi” dove tutto cambia sino dal primo incontro tra gli sposi, la scelta dell’abito, la tipologia del ricevimento e soprattutto la moltitudine di usanze, superstizioni e tradizioni molto disparate e dissimili nei diversi continenti del nostro piccolo grande mondo.

Contemplando la nostra amata Europa, in diversi paesi come l’Italia e la Francia, la legge riconosce solo il matrimonio civile contratto in municipio. Il matrimonio con rito religioso è una libera scelta dei coniugi basata sulle proprie convinzioni e credenze. Ma comunque non si rivelano enormi differenze riguardo alla varietà delle cerimonie e rispetto ai festeggiamenti che susseguono la celebrazione: la sposa di solito indossa un abito bianco o panna o al limite un colore pastello, rari sono quelli che indossano l’abito colorato al primo Sì. Spesso lei sceglie un abito su misura confezionato in un Atelier di sartoria che assomiglia a quello che ha sempre sognato da bambina, un abito che la fa sembrare la principessa del reame, nelle sue mani un bouquet di rose che lancerà prima del taglio della torta, sperando che l’amica del cuore – ancora single – lo possa afferrare al volo. Infine, non manca mai l’usanza di distribuire i confetti e le bomboniere e di fare tante foto con parenti e amici. Piccole possono essere le differenze tra un paese europeo e l’altro, ma se ci allontaniamo e cambiamo continente, atterrando ad esempio in Asia, anche Cina, Giappone e India hanno usanze e credenze totalmente diverse tra loro. In Cina, il bianco è il colore dei funerali e della morte quindi la sposa si veste di rosso. Tradizione curiosa è l’obbligo del digiuno e il silenzio della sposa nel giorno delle nozze oltre allo scambio di oche come simbolo di lunga vita e l’uso di ombrelli durante il corteo nuziale. In Giappone, si crede di dare vita a delle coppie sposate molto affidabili e sicure tramite l’usanza di combinare matrimoni seguendo criteri quasi cartesiani, qui sembra che la ragione vinca sul cuore: verso i 25 anni la ragazza prepara una propria scheda personale con studi, aspirazioni lavorative, preferenze e hobbies, la inoltra in giro tra colleghi di lavoro, parenti e amici e verrà contattata da ragazzi in cerca di moglie e soprattutto che si intuiscono affini o in cerca dei requisiti elencati nella scheda che descrivono una moglie ideale.  Il rituale matrimoniale shintoista è molto suggestivo. Gli sposi, con indosso due kimoni particolarmente fastosi, bevono ciascuno tre volte da una ciotola con dentro riso e sakè. In India invece è la famiglia che combina i matrimoni, la cultura indiana basa tutta la società su una rigida divisione in caste ed è prassi comune combinare i matrimoni quando i bambini sono ancora piccoli. Il giorno prescelto per il rito deve capitare in un momento astrologicamente favorevole e i festeggiamenti iniziano sette giorni prima delle nozze e continuano a lungo. Il rito indù prevede che la sposa indossi un sari di seta rossa. L’uomo, invece, veste di bianco e tutti gli invitati indossano ricche vesti di seta colorata. Invece nei Paesi arabi di cultura islamica, gli sposi sono accolti dagli “Zaffa” un gruppo di danzatori e percussionisti che li circondano e cantano per celebrare il lieto evento. Una volta nella sala gli sposi prendono posto su due troni, prima dell’arrivo degli invitati.  Nella cultura mediorientale, prima del matrimonio si celebra il fidanzamento ed entrambi i futuri sposi indossano la fede all’indice destro, il giorno del matrimonio tale fede cambia posizione e si trasferisce all’indice sinistro. Nel corso dei festeggiamenti è necessario rispettare le regole della tradizione islamica, per cui uomini e donne dovrebbero essere separati, ma ultimamente si festeggia tutti insieme. Il banchetto si contraddistingue per l’ottimo cibo accompagnato da un intrattenimento di canti e musiche.  Il primato spetta ad Istanbul con i suoi 166 mila sposalizi all’anno. In Turchia le celebrazioni durano tre giorni. Durante il primo gli sposi si preparano, aiutati dai parenti; il giorno successivo la sposa viene portata in braccio dal padre e dallo zio fino alla casa del futuro marito: per tradizione i suoi piedi non devono toccare terra, consuetudine comune anche ad altre popolazioni, come quelle berbere del nord Africa. Nel frattempo, i genitori dello sposo hanno offerto in sacrificio una pecora. L’ultimo giorno, l’Iman celebra il matrimonio vero e proprio. La sposa veste in bianco, ma il volto è coperto da un velo rosso, simbolo della verginità. Anche nello Yemen altro paese dove i riti matrimoniali sono molto diversi da quelli di altri Paesi della penisola arabica: costosi, ricchi e soprattutto lunghi. Nella capitale Sana’a la cerimonia diventa un’occasione per gareggiare in ostentazione. Alla festa partecipano anche musicisti professionisti con il compito di allietare gli sposi. Ma il ruolo della musica è così importante e rituale che tutti gli invitati si alternano agli strumenti per suonare.

Un matrimonio molto romantico è sicuramente quello delle Isole Fiji che per tradizione, si tiene poco prima del tramonto in riva al mare, regola mantenuta viva per i turisti che vogliono sposarsi nelle Fiji con rito civile. Poi non si può dimenticare Las Vegas, ultima tappa del nostro viaggio, la capitale mondiale dei matrimoni dove si celebrano circa 8400 nozze al mese, cioè uno ogni 5 minuti! Per sposarsi basta presentarsi al Marriage Licence Bureau, la licenza è pronta e ci si può sposare in una delle oltre cento cappelle della città. Ognuna con i suoi riti e i suoi ministri, puoi trovare anche il sosia Elvis Presley. Il matrimonio è valido a tutti gli effetti, basta ricordarsi di fare la trascrizione una volta rientrati al paese d’origine

Maria Christina Rigano

PH. by Francesca Santopadre

Fonti:

https://www.matrimonio.com/articoli/tradizioni-di-nozze-nel-mondo–c1739

Matrimonio nel Mondo: Usanze e Tradizioni

https://www.focus.it/cultura/curiosita/viva-gli-sposi

https://www.matrimonio.com/articoli/matrimonio-musulmano–c4269

#QUELLOCHECIUNISCE Giornata mondiale delle api

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Le api: un mondo da conoscere per un mondo da proteggere.

In occasione della giornata mondiale delle api, stabilita il 20 maggio, con questo articolo vediamo di conoscere e capire la vita di questi insetti, piccoli nelle forme, grandi per il loro operato, fondamentali per la sopravvivenza del mondo.

Scientificamente l’apis è un genere di insetto della famiglia Apidae, è l’unico genere della tribù Apini, e solo due delle specie comprese nel genere (che ne conta ben 27) possono essere allevate dall’uomo, l’apis mellifera e apis cerana. L’apis mellifera, diffusa in tutto il mondo ad accezione delle zone artiche ed antartiche, è l’unica conosciuta in Europa, mentre l’apis cerana, dalle dimensioni più ridotte rispetto alla mellifera, è tipica del sudest asiatico, diffusa in Cina, India, Giappone, Malaysia, Nepal, Bangladesh e Papua Nuova Guinea.

Personificazione dell’operosità, è un insetto simbolico, protagonista di miti, leggende e culti religiosi, conosciuto già nella preistoria. Sono stati ritrovate infatti, pitture murali in Spagna, risalenti al periodo magdaleniano (17/18.000 anni fa), dove l’uomo si serviva delle api per trarne il miele.

Nella mitologia greca erano considerate messaggere delle Muse, per la loro sensibilità ai suoni, ma anche simbolo di un popolo obbediente al suo re. Nel mito che narra la nascita di Zeus, re dell’olimpo, quando la madre Rea lo sottrasse dal padre Crono e lo nascose in una grotta del monte Ida a Creta, fu nutrito non solo dal latte della capra Amaltea, ma anche da un miele prodotto dalle api locali.

Protagoniste di un episodio delle Georgiche di Virgilio, che narra la credenza, comune fino al diciassettesimo secolo, della generazione spontanea della vita, la bugonia. L’episodio illustra come il pastore Aristeo, apicoltore a cui morivano le api perché colpevole della morte di Euridice, promessa sposa di Orfeo, esegue un rito purificatorio sacrificando un bue per chiedere il perdono degli dei. Compiuto il sacrificio, Aristeo assiste al fenomeno della bugonia: un intero sciame di api che rinasce dalla carcassa del bue.

Storia simile è narrata anche nella Bibbia, in cui sansone pone un enigma con protagoniste le produttrici di miele.

Tralasciando i miti e le leggende, seppur affascinanti, vediamo di capire come funziona la vita delle api.

Conosciute per la produzione del miele e della pappa reale, alimenti nutrizionali eccezionali, le api sono insetti sociali, infatti costruiscono una vera e propria famiglia che vive in una struttura molto complessa che costruiscono loro stesse, si potrebbe dire che sono gli ingegneri del mondo animale: l’alveare, costituito da favi di cera.

Il cuore dell’alveare è la regina. L’appellativo non è dato a caso, fin prima della sua nascita e per il resto della sua vita infatti, la regina gode delle migliori attenzioni delle api. Non ci è ancora dato sapere come e perché viene scelto uno specifico uovo, infatti le uova dalle quali nasce una regina o un’ape operaio sono assolutamente identiche, con il medesimo materiale genetico. La differenza sta nella nutrizione delle uova: quello nutrito solo con pappa reale si schiuderà dopo sedici giorni da cui nascerà una “principessa” la cui durata di vita può arrivare fino a cinque anni, talvolta sette. Mentre quello nutrito per tre giorni con pappa reale e per ventuno da miele, nascerà un’ape operaia, la cui vita varia da un minimo di quaranta giorni ad un massimo di sei mesi. Strabiliante vero?

Perché la regina è così importante? Semplice, da lei dipende la vita dell’intero alveare. Essendo l’unica sessualmente fertile infatti, la regina depone le uova, garantendo il ricambio delle api; viene accudita dalle api nutrici che si occupano esclusivamente di lei. Senza di loro la regina non potrebbe sopravvivere, e legate da un legame strettissimo, vivono in virtù del bene comune.

Essendo la madre delle api, è colei che decide il buon andamento dell’alveare grazie alla particolarità di alcune sostanze che emana. Queste sostanze sono le linee guida delle altre api, che le seguiranno. Inoltre è la regina a spiccare il volo con tutta la corte al seguito, decidendo di fondare una nuova colonia. Se l’ape regina muore, segna la fine dell’alveare, in quanto tutte le altre api moriranno, sia quelle operaie che i fuchi (i maschi della famiglia, presenti in numero ridotto). Straziante e meraviglioso al contempo.

E il miele? Come si estrae?

Ho cercato di trovare risposta a queste domande chiedendo direttamente informazioni ad una figura essenziale per noi tutti e per le api: l’apicoltore. Una sorta di papà delle api, che le protegge spostando l’alveare in luoghi più sicuri, le pareggia se diventano troppo deboli, le cura se si ammalano (sono spesso attaccate da parassiti molto dannosi per loro), le nutre nei periodi di scarsa fioritura, integrando la loro alimentazione con i canditi (no, non quelli del panettone ma simili). Perché lo fanno? Perché così le api non consumano la scorta di miele all’interno della loro cassetta, arrivano in piena forma alla fioritura dei vari pollini (acacia, castagno, millefiori, dipende da quali tipi di piante ci sono vicino l’alveare, alcuni apicoltori per esempio effettuano il “nomadismo” cioè spostano l’alveare in base al tipo di miele che vogliono raccogliere). Un alveare in piena salute significa benessere per l’ambiente, per la natura e per l’apicoltore stesso. Alimento dai molteplici benefici e dalle numerose proprietà, il miele è anche curativo. Nella medicina erboristica infatti, il miele è suggerito per svariati usi: favorisce la cicatrizzazione e l’idratazione, migliora il sonno e la concentrazione, ci aiuta contro la tosse, basta scioglierlo nel latte caldo o nel tè. Si pensa che abbia anche un’azione ipotensiva, aiutando quindi l’apparato circolatorio, e aiutano anche l’apparato digerente, migliorando la flora batterica e l’assorbimento di calcio e magnesio.

L’estrazione del miele, è un momento delicatissimo per le api e per chi lo esegue. C’è una tecnica ben specifica che l’apicoltore effettua, sempre salvaguardando con attenzione tutti gli insetti, che sono il suo bene più prezioso. Le api vivono durante tutto l’anno dentro una cassa che si chiama arnia, e solo durante il periodo di fioritura e dopo aver inserito l’escludi regina, viene sovrapposto un ulteriore modulo chiamato melario. Nell’arnia infatti si trovano le scorte di miele, mentre sul melario le api mettono quello in eccesso, che si ottiene nei periodi di abbondanza. Quindi non si tocca mai il miele del nido e si raccoglie solo quello in eccedenza, così da non recare nessun danno alle scorte di cibo della famiglia. Nel momento preciso della raccolta, i melari vengono messi in modo che le api possano abbandonarli tornando nell’arnia. Inoltre, prima del trasporto, i melari vengono soffiati, così che se qualche ape è rimasta incastrata tra i telai, può rientrare nell’alveare. Il miele viene estratto dai telai per mezzo di una centrifuga chiamata smielatore, in un laboratorio dove non ci sono api. Successivamente il miele estratto viene messo in un contenitore d’acciaio, il maturatore, dove la cera sale in superficie ed il miele scende. Quando sarà maturo verrò messo nei contenitori.

Questo è il modo in cui lavorano gli apicoltori, nel pieno della salute e del benessere per le api, stando minuziosamente attenti ad ognuna di loro, a differenza invece delle grandi industrie dove l’attenzione è sicuramente minore. Gli apicoltori prediligono la qualità del miele ed il benessere delle api, le industrie la quantità. Quindi il consiglio che vi posso dare è: cercate un apicoltore vicino, e comprate il miele da lui. Ne gioveranno il vostro palato, l’ambiente e le api stesse.

Ma perché le api sono così tanto importanti?

Più che importanti, le api sono essenziali per la continuità della vita: dal loro lavoro di impollinazione dipende la quasi totalità della produzione agricola coltivata e spontanea, e tutto ciò che da essa deriva. In alcune zone della Cina, dove l’ambiente è talmente inquinato da aver ucciso ogni insetto pronubio, gli uomini salgono sugli alberi e con piume di uccello cosparse di polline tentano di fare ciò che le api fanno naturalmente, da sempre. Il risultato di questi sforzi? A parte le risa per l’immagine che danno, è davvero ridicolo ed insignificante.

Oltre al ruolo della produzione di miele, l’ape è quindi un indicatore biologico della qualità dell’ambiente e ad oggi rappresenta una delle emergenze ecologiche in corso. In Italia nel 2007 sono morte il 50% delle api, persi duecentomila alveari (ogni alveare conta tra le sessanta e le settantamila unità) e circa duecentocinquanta milioni di euro nel settore agricolo. Ad oggi la situazione è addirittura peggiorata, con una moria europea del 53%. Solo gli Stati uniti hanno dichiarato di aver subito la maggior perdita di api nella loro storia: dal 50 al 90%.

Le api muoiono per svariati motivi, il maggiore di tutti è l’uso dei pesticidi ed insetticidi da parte dell’uomo, tanto che in vari paesi, i regolamenti fitosanitari, fra i vari vincoli che hanno imposto per la salvaguardia delle api e degli insetti pronubi in generale, vietano l’utilizzo di trattamenti, anche con insetticidi, durante il periodo della fioritura.

E noi cosa possiamo fare? Innanzitutto, sappiate che le api non pungono. O meglio, non pungono se non si sentono costrette a farlo per difendere l’alveare (che non sarà poi troppo lontano, pensate che le api hanno un “raggio di azione” di 3 chilometri) come estrema risorsa. Pungendo infatti le api si condannano a morte, perché la puntura causa il distacco del pungiglione ed il loro conseguente decesso. Loro si occupano di visitare fiori e curarsi esclusivamente di loro. Se ci ronzano intorno, stiamo calmi e allontaniamoci, oppure possiamo urlare e scappare a gambe levate, l’importante per noi e per loro è non farsi pungere. L’ape si allontanerà e tornerà al suo lavoro, essendo un animale estremamente laborioso. Non confondetele con le vespe, che invece essendo onnivore e ghiotte di pic nic, non si preoccupano affatto di pungerci. Sono molto diverse, per forma, colore e suono emesso, non cadete in errore.

Vi ricordo inoltre che se trovate un alveare da qualche parte, o magari vicino casa vostra, state calmi e non vi spaventate, sono del tutto innocue! Non dovrete far altro che chiamare un apicoltore, il quale prontamente verrà a prenderle, ringraziandovi magari con un bel barattolino di sano e profumato miele!

Ricordate quindi che le api sono fondamentali, dalla loro esistenza, dipende la nostra!

Buona giornata delle api a tutti!

Aurora Magliocchetti