La rassegna stampa internazionale dell’UNINT sul COVID-19

Secondo il New York Times più di 1.707.700 persone negli Stati Uniti sono state infettate dal coronavirus e almeno 100.400 sono morte.

Alla fine di febbraio erano solo poche decine i casi conosciuti, ma, verso la fine della primavera, il virus ha dilaniato ogni Stato contagiando un numero di persone che supera la quantità di abitanti del Wyoming e del Delaware messi insieme e uccidendo più americani di quanti possano entrarne in uno stadio della National Football League. Nonostante alcuni progressi, infatti, continuano ad emergere nuovi focolai e centinaia di persone muoiono ogni giorno.

La vita americana è cambiata notevolmente a causa del virus. New York e il New Jersey sono stati sicuramente gli Stati più colpiti, ma negli ultimi giorni i numeri dei casi hanno registrato una forte tendenza al ribasso. Nonostante ciò, a New York sono ancora presenti migliaia di casi e centinaia di morti in ogni distretto.

Il governatore Andrew Cuomo ha affermato che New York potrebbe riaprire l’8 giugno, a condizione che soddisfi due dei sette requisiti da lui stabiliti: uno legato alla capacità ospedaliera e l’altro relativo al tracciamento dei contatti.

In Canada circa 90.000 sono le persone infette, di cui quasi 7.000 decedute. La Public Health Agency del Canada sta lavorando con province, territori e partner internazionali, inclusa l’Organizzazione Mondiale della Sanità, per monitorare attivamente la situazione. Gli sforzi globali si concentrano sul contenimento dell’epidemia e sulla prevenzione di un’ulteriore diffusione.

Nel Regno Unito, secondo quanto riportato da BBC News, il governo è impegnato in un continuo tracciamento di contagi e la diffusione di essi. I dati sono allarmanti: il Paese ha registrato oltre 270.000 nuovi casi confermati, di cui 38.000 sono decessi. Questi sembrano riguardare soprattutto coloro che non hanno ricevuto una diagnosi o che sono venuti a contatto indiretto con il virus. Non sempre è possibile accertarsi in tempo dei sintomi: alcuni scienziati hanno scoperto i cosiddetti “silent spreaders”, ovvero coloro che vengono infettati ma non ne sono consapevoli. In questi casi, si sviluppano sintomi simili a quelli del Covid, spesso difficili da distinguere rispetto ai comuni sintomi di influenze stagionali o allergie.

In Australia si è verificato un caso importato direttamente dall’estero: si tratta di un settantenne risultato positivo dopo più di sei settimane al test per il coronavirus. L’uomo era rientrato in Australia dopo un viaggio nel Regno Unito dove avrebbe contratto il virus, senza però costituire una minaccia di contagio. Rimane una certa inquietudine poiché questo caso non è il solo che si è riscontrato nel Paese: si tratta del secondo verificatosi nella parte meridionale dell’Australia, raggiungendo un totale di 439 contagi da Covid-19. Recentemente però, sia l’Australia che la Nuova Zelanda hanno visto ridurre drasticamente la quantità di nuovi contagi: i numeri sono incoraggianti e, secondo alcuni grafici, nei due paesi si sta verificando una leggera diminuzione rispetto al resto del mondo. Una nuova prospettiva sembra affacciarsi sul continente australiano: con gli ultimi dati incoraggianti, l’Australia potrebbe scongiurare il ritorno del Covid-19.

Salvina Calanducci, Simona Picci

In Portogallo continua la ripresa graduale delle attività con la terza fase del piano del governo. Riaprono cinema, teatri e spettacoli all’aperto con posti a sedere numerati e dal 3 giugno riprenderà anche il campionato di calcio. La regione di Lisbona sarà l’ultima a riaprire dato che la maggior parte dei casi si concentra lì. Verranno fatti test ai lavoratori o ai contatti dei settori più colpiti dal virus come costruzioni, trasporti, catene di rifornimento e distribuzione. Inoltre, il Parlamento ha approvato quattro progetti di sostegno alle farmacie, in crisi dall’inizio dello stato di emergenza a causa di una richiesta sempre maggiore di servizi e farmaci nonostante una minore entrata economica. Fino ad ora il numero totale di infetti di Covid-19 è poco più di 32.200 e il numero delle vittime è pari a 1.396.

In Mozambico è stato prorogato lo stato di emergenza, in vigore da aprile, per altri trenta giorni dato il recente aumento di casi. Le autorità sanitarie ribadiscono l’importanza di osservare rigorosamente le misure di prevenzione e annunciano, a partire da giugno, l’inizio graduale dei test sulla popolazione in alcune provincie. Il numero totale dei casi è 245 e il numero delle vittime è pari a 2.

Il Brasile, questo sabato 30 maggio, ha superato la Francia per numero di decessi arrivando a 28.834 persone, come dimostrato dal Ministero della Salute. Con questo dato, diventa il quarto paese al mondo con più vittime per Covid-19. Per quanto riguarda il numero di attualmente positivi, si contano 498.000 persone e il numero di guariti è pari a 201.000. Le città più colpite rimangono San Paolo, Rio de Janeiro e le località nordestine di Ceará, Amazonas e Pará. Proprio in queste zone, nel nord del Brasile, si registrano 900.000 indigeni morti a causa del virus. La situazione peggiora se si considera che il presidente Jair Bolsonaro nega l’esistenza della pandemia, definendola una “leggera influenza”. Per questo motivo non ha mai adottato delle misure per salvaguardare la popolazione e, infatti, sono stati i singoli stati a imporre l’isolamento ai propri cittadini.

L’Angola conta 84 contagiati, 18 guariti e 4 decessi. Lo stato di emergenza è stato dichiarato il 26 maggio e durerà fino al 9 giugno. Bar e ristoranti vengono aperti a fasi alterne e Luanda, la capitale, verrà isolata. Inoltre, il governo ha attuato politiche di assistenza sociale distribuendo acqua potabile gratuita, alimenti non deperibili e prodotti per l’igiene. 

Diana Fagiolo e Martina Pavone

La Spagna sembra iniziare a intravedere la luce in fondo al tunnel: durante la scorsa settimana, stando alle informazioni del governo del paese, è sceso a 43 il numero dei pazienti contagiati che, purtroppo, non ce l’hanno fatta.

Secondo il piano di ripresa attuato in questi giorni – suddiviso, ricordiamo, in tre fasi – entro oggi almeno il 70% delle comunità autonome spagnole entrerà nella tanto attesa Fase 2; il restante avanzerà alla Fase 3 (in particolare Formentera, El Hierro, La Graciosa e La Gomera) oppure rimarrà in Fase 1 (caso, per esempio, della Comunità di Madrid, di una parte della Catalogna e della Castiglia e Leone).

Il Ministro della Sanità spagnolo, Salvador Illa, ha affermato che il paese si sta affacciando con un bel ritmo a una fase complessa che richiede responsabilità e prudenza soprattutto da parte dei cittadini. Aggiunge, inoltre, che il Ministero da lui presieduto studia settimana per settimana le diverse situazioni epidemiologiche che ogni comunità autonoma riporta e sta cercando di alleggerire il più possibile le restrizioni imposte per un rapido ritorno alla normalità.

La Colombia, con circa 25.000 casi per Covid-19 e più di 800 morti, comincerà ad allentare le misure di contenimento a partire da oggi, lunedì 1° giugno. Anche se l’epicentro continua ad essere Bogotà con più di 8.000 casi, attualmente le autorità sanitarie sono preoccupate per la capacità ospedaliera delle città di Barranquilla, Cartagena e Soledad, che si trovano sulla costa nord del paese. In particolare, Cartagena manca di una rete ospedaliera efficiente, pur contando quasi 2.500 casi.

Nonostante gli ospedali di Barranquilla godano di maggior capienza, i contagi continuano ad aumentare arrivando a poco più di 1.700, mentre a Soledad si registrano 964 positivi.

Anche in Messico, dove si è creato un semaforo epidemiologico che va dal rosso al verde per stabilire la situazione sanitaria di ciascuno dei 30 stati, si metterà in moto, a partire da oggi, una graduale ripresa delle attività economiche. Per quanto riguarda l’apertura delle scuole, invece, durante la conferenza stampa di venerdì 29 maggio il Ministro della Pubblica Istruzione (Secretaría de Educación Pública) Esteban Moctezuma Barragán ha annunciato che il rientro degli studenti avverrà il 10 agosto, sempre se il semaforo epidemiologico lo permetterà.

Lavinia Cataldi, Michela di Franco e Ilaria Violi

In Russia la vicepremier Golikova ha recentemente annunciato che i contagi da coronavirus sono in diminuzione: “Dall’inizio di aprile, il tasso di aumento giornaliero dei nuovi contagiati è diminuito di 11,8 volte”. Nei giorni scorsi, la percentuale di crescita giornaliera dei contagi è stata attestata al 2,3%, mentre il tasso di diffusione è sceso a meno di un’unità.

L’andamento decrescente dei contagi è stato comunicato anche dalla Presidentessa dell’Associazione federale per la tutela e la protezione dei consumatori Rospotrebnadzor – Anna Popova che ha sottolineato che è in atto una riduzione del processo epidemiologico in Russia. Parallelamente all’aumento della crescita degli esami effettuati, si è riscontrata una diminuzione nel numero di casi infetti da Covid-19. “Al numero in aumento dei test effettuati, si accompagna un numero in costante decrescita di contagi giornalieri. La tendenza del processo epidemiologico non mostra inversioni”, ha dichiarato Anna Popova, aggiungendo che i contagi giornalieri stanno diminuendo anche all’interno di un numero crescente di regioni esaminate.

Nella regione di San Pietroburgo è iniziata la fase di mitigazione di alcune misure restrittive, che però non comprende la riapertura di parchi, come dichiarato dal vicegovernatore Elin, che sarà prevista solo in seguito, probabilmente durante la fase 3. Con questo provvedimento si vuole evitare il contatto tra i bambini nei parchi giochi in quanto risulta difficile da controllare. “Allo stesso tempo, i bambini possono diventare veicolo del virus verso i parenti più anziani”, ha detto Elin. “Si teme che i parchi diventino molto affollati, il che potrebbe portare a nuovi contagi”. Come affermato da Irina Kataeva, capo dipartimento di Rospotrebnadzor della città di San Pietroburgo, l’epidemia in questa regione con consente di attuare la prima fase di rimozione delle restrizioni.

A livello nazionale, per la sicurezza delle persone e per limitare i contagi, quest’anno le tradizionali celebrazioni per il Giorno della Vittoria, che si festeggia in Russia il 9 maggio, si erano svolte senza parata militare, fatta eccezione per i mezzi dell’aviazione. Con il picco di contagi oramai superato, però, il Presidente Vladimir Putin ha annunciato che il 24 giugno si terrà a Mosca la Parata della Vittoria che celebra il 75°anniversario della vittoria nella Grande Guerra Patriottica. Il decreto prevede che il 24 giugno sarà una giornata non lavorativa, con elargizione di stipendi ai dipendenti. Le celebrazioni avranno inizio alle 10 sulla Piazza Rossa e in altre città russe. Alle 22 locali verrà effettuato il saluto dell’artiglieria. Il 26 maggio il Presidente della Federazione Russa ha anche proposto di svolgere i festeggiamenti del Reggimento Immortale il 26 luglio, senza escludere la possibilità di rinviare le celebrazioni a una data successiva se le condizioni epidemiologiche dovessero richiederlo.

Silvia Noli, Diana Sandulli

In Francia le associazioni Datacovid e Ipsos hanno condotto delle indagini su di un campione di 5.000 persone prendendo in esame lo stato d’animo dei cittadini. I risultati non sono stati dei più positivi: i francesi dimostrano un forte senso civico, ma sono scontenti delle misure anti-Covid adottate dal Governo e considerano le azioni intraprese da Italia e Spagna più efficaci per gestire l’attuale crisi. Allo stesso tempo, la comunità scientifica ha realizzato un’importante scoperta: uno studio pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet ha accertato gli effetti nocivi della clorochina, un farmaco impiegato contro il Covid-19 che ha causato un aumento del tasso di mortalità; pertanto, nella giornata del 27 maggio le autorità francesi, su parere del Comitato di salute pubblica, ne hanno sospeso tutte le prescrizioni.

In Belgio, in data 30 maggio, sono state ricoverate altre 29 persone, mentre i decessi ammontano a 23. Lo stesso giorno sono 125 i test risultati positivi (su un totale di 11.186 test eseguiti), portando il numero totale di casi di Coronavirus rilevati a 58.186. Con tali dati alla mano, il ministro degli Interni Pieter De Crem ha deciso di aprire le frontiere ai Paesi vicini come Francia, Germania, Paesi Bassi, Lussemburgo e Regno Unito. L’intento è quello di permettere il ricongiungimento delle famiglie che, però, si è rivelato impossibile per le tante persone dirette in Francia che sono state bloccate alla frontiera, probabilmente per la mancata tempestività di comunicazione tra i Paesi riguardo alle nuove direttive.

In Svizzera continua il calo dei contagi, permettendo l’inizio della fase 2 prima del previsto. Dal 6 giugno, tutte le infrastrutture saranno riaperte e i gruppi anche superiori alle quattro persone saranno riammessi nei ristoranti, anche se rimangono invariati i protocolli di protezione. Inoltre, i ristoratori dovranno raccogliere i dati dei clienti per essere in grado di tracciarne i contatti. Senza dubbio, gli imprenditori del settore sono riluttanti tanto quanto i proprietari delle discoteche, poiché non esiste ancora una base giuridica di riferimento.

Il Sudafrica conta il numero più alto di casi di Coronavirus nel continente. Tuttavia, a partire dal 1° giugno, dopo due mesi di lockdown estremo, il presidente Ramaphosa permetterà un allentamento delle misure di contenimento. Ciò nonostante, in caso di nuovo aumento dei contagi, le grandi città come Cap e Johannesburg saranno soggette a nuove restrizioni. Gli esperti prevedono che il picco della pandemia verrà raggiunto tra luglio e novembre, causando circa 40.000 nuovi decessi.

In Camerun il Covid-19 ha evidenziato la mancanza di fiducia tra la popolazione e il personale sanitario. A tal proposito, il cardiologo e professore dell’università di Douala, Aimé Bonny, ha attribuito allo Stato le responsabilità dell’impoverimento del personale medico. Ciò porterebbe i camici bianchi a derubare o truffare i pazienti per poter arrivare a fine mese. Di conseguenza, i pazienti perdono fiducia nel personale sanitario e sono più propensi a rivolgersi a un cosiddetto “guaritore spirituale”.

Silvia Calbi, Elena Alba Vitiello

Nella lotta contro il coronavirus, il governo federale tedesco procede in modo inclusivo, ma alcuni Länder pianificano ulteriori misure di sicurezza. “Al fine di mantenere basso il rischio di infezione, le restrizioni verranno prorogate fino al 29 giugno” – così si può leggere nel documento decisionale comune. Come viene evidenziato nei dati di segnalazione disponibili, il virus si sta indebolendo; non ci sono segni dell’inizio di una seconda ondata.

Secondo ntv.de, in Germania, la crescita totale di persone infette da Covid dall’esordio della pandemia ha raggiunto il numero di 179.930 casi registrati fino a mercoledì sera, pari a 656 infezioni in più rispetto al giorno precedente. Con un totale di quasi 180.000 casi di infezione, la Germania rappresenta uno dei paesi maggiormente colpiti, a differenza del numero di morti che rimane relativamente basso. È stato, dunque, stipulato un accordo unanime sull’obbligo di indossare mascherine in negozi, aziende, trasporti pubblici locali. Il giorno seguente la stipula del nuovo accordo, sulla rivista RTL “Punkt 12”, il cancelliere in carica Helge Braun spiega la posizione del governo: “È responsabilità degli stati federali definire le regole per i loro cittadini, il ruolo del governo invece è offrire sostegno alle aziende con dei pacchetti anticrisi affinché l’economia possa ripartire e i posti di lavoro siano assicurati.”

Le dichiarazioni del virologo Christian Dorsten in questo senso fanno ben sperare: “Il paese sembra preparato ad una ulteriore possibile ondata del virus, forse possiamo evitare un secondo lockdown”.

Ecco che allora la Germania, in linea con le decisioni europee, inizia a ripartire anche nel settore del turismo. Secondo una panoramica nazionale infatti, alberghi, campeggi e case vacanze sono nuovamente a disposizione dei clienti e il periodo di Pentecoste rappresenta un’ottima opportunità di ripresa.

Sulla questione “vacanze all’estero”, invece, la Germania, come del resto l’Europa, punta a rimuovere l’allerta viaggi il 15 giugno.

Secondo l’attuale bozza del documento sui punti chiave, il governo federale tedesco intende far ripartire gli spostamenti in tutti gli Stati Membri dell’UE, sostituendo le limitazioni di viaggio con avvertenze sul rischio di contagio presenti nei rispettivi paesi, così da poter garantire sicurezza ai turisti. Ovviamente tutti i paesi dovranno considerarsi “osservati speciali” dei propri vicini europei: qualora si verificassero 50 nuovi contagi per 100.000 abitanti in sette giorni, l’Europa correggerà il tiro reinserendo restrizioni locali. Insomma, è presto per esultare ma perlomeno si intravedono i primi segnali positivi.

Laura Razzini, Michela Sartarelli

La situazione provocata dall’emergenza del coronavirus nei Paesi del Nord Africa appare generalmente molto delicata a causa dell’instabilità dei suddetti territori. Nonostante le evidenti difficoltà, però, si registrano diversi progressi realizzati da alcuni Paesi del Maghreb.

In Egitto, infatti, il Ministero egiziano della Salute e della Popolazione ha annunciato che 127 contagiati dal nuovo ceppo di coronavirus “Covid-19” sono stati dimessi dagli ospedali, dopo aver ricevuto i trattamenti necessari indicati dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, raggiungendo così un numero totale di guariti pari a 5027. Il portavoce ufficiale del Ministero della Salute e della Popolazione, Khaled Mujahid, ha dichiarato che “Il numero di casi positivi divenuti negativi è aumentato a 5606”, inclusi i 5027 guariti.

Il governo algerino, invece, ha annunciato che il Paese ha iniziato a produrre dei dispositivi di rilevazione rapida del virus, che mostrano risultati in 15 minuti, con una capacità produttiva di 200.00 unità settimanali. L’amministratore delegato responsabile dell’industria farmaceutica, Lutfi bin Bahamd, ha affermato che un laboratorio ad Algeri sta sviluppando i dispositivi di collaudo, in collaborazione con due società, una canadese e l’altra giordana, senza però menzionarne i nomi. L’Algeria ha inoltre stanziato $100 milioni per importare apparecchiature mediche e prodotti farmaceutici per contrastare il virus, ricevendo numerose donazioni dalla Cina. Finora il Paese ha registrato più di 9.000 casi confermati, 646 decessi e 5.549 guariti.

Per quanto riguarda la situazione in Tunisia, invece, è iniziata una nuova fase di attenuazione della quarantena dopo più di due mesi di lockdown, con la revoca di tutte le misure di contenimento prevista per il 14 giugno. Le autorità sanitarie hanno sottolineato la necessità di rispettare comunque le procedure di prevenzione, ovvero il distanziamento sociale e l’obbligo di indossare le mascherine, per evitare una seconda ondata di diffusione del virus, dopo la diminuzione del tasso di contagi. Ad oggi in Tunisia risultano contagiate poco più di 1.000 persone, con un totale di 48 decessi.

In Marocco la situazione risulta più critica. Uno studio ufficiale marocchino pubblicato martedì ha evidenziato che circa il 90% dei contagi da Covid-19 sono concentrati nelle “aree urbane più popolate”, specialmente nei centri delle vecchie città e nelle località caratterizzate dalla presenza di case popolari e baraccopoli. Lo studio condotto dall’Alta Commissione per la Pianificazione, l’ente responsabile delle statistiche ufficiali, è stato avviato in un momento in cui il Regno del Marocco ha registrato circa 7500 contagi da metà marzo, la maggior parte dei quali nelle aree “più affollate” del Paese, che sono Casablanca, Rabat, Marrakech, Fez e Tangeri. Il Marocco, che ora si sta preparando a revocare le misure di isolamento, a metà marzo aveva chiuso i suoi confini, sospeso tutti i voli e dichiarato lo stato d’emergenza sanitaria per contrastare la diffusione della pandemia.

Samar HAssan

In Cina, il 28 Maggio 2020, si è svolta la terza sessione del 13° Congresso Nazionale del Popolo (全國人民代表大會), la più alta istituzione statale e l’unica camera legislativa della Repubblica Popolare Cinese, a cui hanno partecipato, oltre al leader del Partito comunista e Capo dello Stato Xi Jinping, il primo Ministro Li Keqiang e i circa 3.000 deputati rappresentanti sia il Partito Comunista Cinese che i diversi partiti a cui si uniscono forze indipendenti.

 Il Presidente Xi Jinping ha rassicurato il popolo in questo particolare momento di incertezza e di difficoltà. I suoi obiettivi sono chiari: eliminare la povertà assoluta, mettere al centro di tutto la persona e cercare nuove soluzioni alle sfide di ogni giorno: “Lavorare insieme e uniti per salvare un singolo paziente. Questo, in sostanza, è tutto ciò che serve per salvare vite umane”. Si evince, pertanto, che le persone e la vita sono per il Paese le massime priorità. La Cina ha infatti organizzato azioni rapide e radicali per contenere la malattia, mobilitando i migliori medici, utilizzando le attrezzature più avanzate e le risorse più richieste. Il paziente più anziano guarito ha 108 anni.

Il Presidente, poi, sottolinea la gravità della situazione economica scatenata dall’epidemia, ma con fermezza e determinazione afferma che la Cina è pronta a ripartire:

 “La nostra economia è ancora caratterizzata da ampio potenziale, forte resilienza, ampio spazio di manovra e strumenti politici sufficienti”; il desiderio della Cina è quello di creare un ambiente di produzione intelligente, implementando i diversi settori della realtà digitale e sanitaria, attraverso la creazione di  un nuovo modello di sviluppo, in cui il mercato interno ed estero possano rafforzarsi a vicenda così da rendere la globalizzazione economica più aperta, inclusiva ed equilibrata affinché tutti possano trarne beneficio.  La tutela della salute pubblica prevede una riforma seria e concreta del sistema di prevenzione e controllo delle malattie, un potenziamento del monitoraggio delle epidemie e una sollecita risposta alle emergenze. Necessaria per il Presidente anche una revisione delle leggi esistenti e dei regolamenti di emergenza. 

Si capisce pertanto come l’obiettivo primario della Cina sia ora non quello di una crescita economica annuale specifica per il 2020, ma quello legato alla lotta contro la povertà e alla costruzione di una società prospera sotto tutti gli aspetti.

Il Presidente, nel sottolineare il profondo impatto che il Covid-19 ha avuto sulla Repubblica popolare e sui cittadini, volge l’attenzione alla sicurezza nazionale e al ruolo fondamentale esercitato da se stesso nel rafforzamento della difesa nazionale e delle forze armate durante l’epidemia.  Il suo ordine di aumentare l’addestramento e la preparazione alla battaglia unito alla richiesta ai suoi militari di affrontare prontamente ed efficacemente ogni tipo di situazione ha permesso la salvaguardia della sovranità nazionale, della sicurezza e degli interessi di sviluppo della Cina stessa.

Gioia Ribeca

FONTI E SITOGRAFIA CONSULTATE

Inglese

The New York Times (30/05/2020) “Coronavirus in the U.S.: Latest Map and Case Count”

https://www.nytimes.com/interactive/2020/us/coronavirus-us-cases.html

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Le Journal de Montréal (30/05/2020) “COVID-19 la situation aujourd’hui” https://www.journaldemontreal.com/actualite/coronavirus-les-derniers-chiffres

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Shukman D. (31/05/2020) “Coronavirus: The mystery of ‘silent spreaders’”https://www.bbc.com/news/uk-52840763. BBC News

SBS News (30/05/2020) “Australia is edging closer to the day it records no new COVID-19 cases but some clusters in Melbourne remain active” https://www.sbs.com.au/news/australia-is-coming-closer-to-the-day-it-records-no-new-coronavirus-cases

Long T. (2020) “Australia’s COVIDSafe tracking app – How does it work, and is it safe?” https://www.9news.com.au/national/coroanvirus-app-australia-how-does-it-work-covidsafe/108b9bde-6f35-452c-9e8d-d8bf47a75c5e. 9News

Portoghese

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https://expresso.pt/sociedade/2020-05-26-Covid-19.-Ja-sao-conhecidas-as-regras-para-a-reabertura-dos-teatros-e-cinemas—saiba-quais-sao

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https://www.jornalnoticias.co.mz/index.php/2018-05-04-10-20-41/97295-prorrogacao-do-estado-de-emergencia-parlamento-ratifica-decreto-presidencial

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Putin: picco superato, parata della vittoria il 24 giugno

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