La rassegna stampa internazionale dell’UNINT sul COVID-19

Il Covid-19 si è imposto come unico grande protagonista di questi ultimi mesi, portando con sé tutta una serie di nuovi problemi legati ad esso. La maggior parte dei Paesi ha messo al primo posto della lista delle priorità la pandemia Covid, concentrando le proprie forze in quella direzione. Tuttavia, ora che la situazione coronavirus comincia lentamente a migliorare, ecco che tornano nuovamente a galla tutti quei vecchi problemi “messi in pausa” negli ultimi mesi.

Allo stesso tempo, l’uccisione di George Floyd e le questioni razziali continuano a risuonare nel mondo.

L’impatto del coronavirus sull’economia del Medio Oriente ha configurato uno scenario sconfortante per la maggior parte dei Paesi che, stavolta, sembra colpire anche i più ricchi.

Emirates, la compagnia aerea dell’Emirato di Dubai, ha infatti annunciato che effettuerà dei licenziamenti per ridurre il personale. Tale notizia ha suscitato l’interesse dei media, che hanno messo in evidenza l’annuncio, concentrandosi sul numero del personale licenziato. È vero che la cifra è relativamente elevata (600 piloti e 7000 assistenti di volo), ma in realtà sembra non costituire una grande percentuale del numero totale di dipendenti di Emirates Airlines (alcuni ritengono che la percentuale del personale licenziato rappresenti solo il 15%).

D’altronde, il settore turistico negli Emirati è di vitale importanza, con un contributo totale pari all’11,9% del prodotto interno lordo. Inoltre, secondo i dati del World Travel & Tourism Council del 2019, il turismo contribuisce a fornire circa 745 mila posti di lavoro.

Come evidenziato dai risultati dello scorso anno, il valore del capitale dell’aviazione commerciale nel mondo è di circa 16 trilioni di dollari, con una crescita media annua del traffico passeggeri pari al 4,6% e un volume di crescita dei servizi di trasporto merci che raggiunge il 4%.

Più in generale, invece, il mercato del petrolioappare in ripresa, con un aumento del greggio statunitense che ha superato i $ 40 al barile questa settimana.

Sebbene un tale aumento di solito non risulti rilevante, al momento è considerato un incremento importante dopo che il prezzo del barile era sceso sotto lo zero, toccando il suo livello più basso a meno $ 40,32 al barile il 20 aprile.

La notevole risalita del petrolio è legata alle speranze di una veloce ripresa dell’economia globale dopo il duro colpo inferto dalla pandemia, che ha ridotto la domanda di benzina, carburante per jet e diesel.

L’aumento del prezzo del petrolio riflette anche l’impatto dei tagli record della produzione da parte dell’OPEC, della Russia e dei suoi alleati, oltre al forte calo della produzione dagli Stati Uniti, il più grande produttore al mondo.

Per ciò che riguarda l’Iraq, invece, restano tesi i rapporti con l’Arabia Saudita. Nonostante le numerose proposte avanzate dal Regno attraverso i media, infatti, la popolazione irachena mette in dubbio la credibilità saudita nell’effettuare investimenti sul suo territorio, dopo anni di rottura e riluttanza a migliorare le relazioni.

Secondo le notizie riportate in seguito alla visita del Primo Ministro delle Finanze iracheno Ali Abdul Amir Allawi lo scorso mese, “l’ultima delle strategie saudite è cercare investimenti in Iraq”.

Tuttavia, non è stato raggiunto alcun accordo tra i due Paesi in materia.

Sulla promessa saudita di pompare investimenti in Iraq, lo scrittore e giornalista iracheno Othman Al-Mukhtar ha dichiarato ad Al-Jazeera Net che l’apertura saudita non si basa su un’iniziativa individuale o una visione di Riyadh, ma è frutto della spinta americana.

Samar Hassan

In occasione della riunione di gabinetto federale, il ministro dell’Interno Horst Seehofer ha annunciato la riapertura dei confini di Stato: da martedì, i cittadini dell’UE potranno entrare in Germania senza essere sottoposti a ferrei controlli alla frontiera e senza obbligo di quarantena, contrariamente a quanto accadeva fino a poche settimane fa.

Questo allentamento delle misure al confine permette al Paese di riprendere il suo impegno umanitario nei confronti dei rifugiati provenienti dagli altri paesi dell’UE e bloccato per l’emergenza Covid.

Già verso la fine di maggio, il ministro della migrazione della Turingia Dirk Adams aveva fatto pressione al governo tedesco riguardo la questione, dichiarando: «spero che il Ministero federale dell’Interno non si limiti a reagire con un “no”, come ha fatto finora, ma entri in dialogo con noi». Adams, infatti, aveva presentato diverse bozze di programma sull’accoglienza dei rifugiati europei, senza ricevere risposte chiare. Ad oggi, il ministro si è detto pronto ad accogliere i bambini delle isole greche e le loro famiglie provenienti dai campi profughi sovraffollati.

Dopo un primo volo tedesco destinato ad ospitare 47 persone tra bambini e adolescenti, la pandemia ha drasticamente interrotto ogni tratta. Secondo una dichiarazione di un portavoce del Ministero all’agenzia di stampa Epd, molti dei bambini richiedenti asilo hanno meno di sei anni e alcuni di loro necessitano di cure urgenti in ospedale. Questo denuncia la necessità di un pronto intervento a livello europeo. Tuttavia, la politica migratoria comune è da anni oggetto di controversie tra gli Stati. I ministri degli Interni responsabili dei singoli Paesi non sono d’accordo sull’equa distribuzione dei rifugiati tra gli Stati membri e infatti, se Paesi come Lussemburgo, Francia e Portogallo si rendono disponibili ad accogliere chi viene da Malta, altri come Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Austria bloccano una soluzione.

Altro tema caldo in materia di migrazione è rappresentato dai rifugiati bloccati in mare dall’Italia e da Malta. I Paesi del Mediterraneo infatti, in piena crisi coronavirus, non potevano più fornire rifugi sicuri ai migranti e da settimane chiedevano maggior supporto da parte degli altri Stati dell’UE. La promessa di aiuto di Seehofer riguarda anche i molti migranti rimasti bloccati a largo del Mediterraneo su navi che il governo aveva disposto per il necessario periodo di quarantena e coloro a bordo della nave Ong tedesca Alan Kurdi e della spagnola Aita Mari che i primi di maggio sono state sottoposte a fermo amministrativo dal governo italiano. La proposta tedesca prevede di ospitare circa 80 migranti tra la fine di giugno e inizi di luglio. E, a dispetto della reticenza di alcuni Stati membri a collaborare, il ministro argomenta: «sicuramente la politica migratoria per il trattamento di casi come quello in Grecia e quello per il recupero dei migranti nelle acque internazionali richiede una certa organizzazione, ma anche un certo grado di umanità».

Michela Sartarelli e Laura Razzini

La Cina, fortemente colpita dall’epidemia di coronavirus,si trova adesso a dover combattere contro una malattia cronica che inficia fortemente la situazione sanitaria già precaria: il diabete, di cui sono aumentati i casi negli ultimi decenni e che dalle proiezioni stimate causerà molti decessi nel corso dei prossimi anni.

Questa malattia non sempre è ereditaria anche se esiste una predisposizione familiare e può insorgere a causa di uno stile di vita non sano, come una dieta ricca di grassi e una mancanza di attività fisica.

Ma perché il diabete è cosi comune in Cina?

Nel paese ci sono 114 milioni malati di diabete, più di un quarto dei casi totali del mondo, secondo la International Diabetes Foundation (IDF) e si stima che nel 2045 tale cifra possa raggiungere i 183 milioni.

Due sono i tipi di diabete esistenti al mondo: il diabete di tipo 1, ereditario, che si verifica quando il corpo non riesce a produrre insulina, e di tipo 2, che può svilupparsi nel tempo e si verifica quando le cellule non reagiscono efficacemente all’insulina. Nel paese, il 95% circa dei pazienti è affetto da diabete di tipo 2.

Importanti sviluppi a livello tecnologico mostrano buoni risultati nella cura dei soggetti e ciò spiega il gran interesse che mostra il governo e i grandi investimenti da milioni di dollari delle aziende farmaceutiche di tutto il mondo. Al momento, infatti, le cure disponibili non sono ancora in grado di ripristinare la capacità del corpo di regolare i livelli di zucchero nel sangue. 

Il Dottor Chen, amministratore delegato della società farmaceutica Hua Medicine, coinvolto nello sviluppo dei nuovi farmaci afferma che “la medicina cinese si serve di nuove tecnologie e ne favorisce la continua evoluzione, come ad esempio il trapianto del pancreas e la rigenerazione delle cellule staminali”.

Il trapianto del pancreas artificiale, utilizzato dai ricercatori di tutto il mondo, usa una tecnologia avanzata in grado di pompare insulina attraverso un sensore che monitora i livelli di zucchero nel sangue e ne regola la quantità necessaria ad ogni singolo malato.   

Tuttavia, la tecnologia non è l’unica soluzione per diminuire il numero di casi. La generale mancanza di consapevolezza è stata la ragione principale alla base del forte aumento dei malati di diabete, come lo stesso Chen afferma: “il primo passo per risolvere il problema è promuovere la consapevolezza e assicurare che le persone comprendano la malattia e il suo impatto sulla vita di tutti i giorni”.

Una diagnosi di diabete in Cina è soltanto del 39% su una popolazione di circa due miliardi di persone.

Condurre uno stile di vita sano condurre uno stile di vita sano abbinato ad un esercizio fisico costante permette di essere non solo in forma ma soprattutto in buona salute e aiuta a prevenire il rischio di contrarre malattie come il diabete.

Gioia Ribeca 

Ora che la situazione Covid-19 sembra essersi attenuata, in Spagna si ricomincia a parlare di un caso che, durante il picco della pandemia, sembrava non essere di così primaria importanza: la manifestazione avvenuta in occasione della giornata internazionale della donna.

Facciamo un passo indietro: è l’8 marzo 2020, in Italia il governo sta per dichiarare la zona rossa nazionale a causa dell’elevato numero di contagi del nuovo virus Sars-Cov-19, ma a pochi chilometri dal nostro Paese, nelle principali città spagnole, centinaia di persone sono in strada pronte a manifestare in maniera pacifica per i diritti delle donne e non solo.

In aggiunta alle motivazioni fondamentali che sostengono questa grande causa, la manifestazione è stata fortemente voluta dall’attuale governo del Paese, sollevando, però, non poche critiche da parte della minoranza, la quale ha puntato sul dato certo che solo a partire dal 9 marzo 2020 il virus ha iniziato a svilupparsi all’interno del Paese. E così si apre l’inchiesta 8-M: se la situazione di emergenza in Spagna fosse stata valutata con la giusta considerazione e se, dunque, non ci fosse stata, tra le altre cose, la manifestazione, si sarebbe potuta contenere o addirittura evitare l’epidemia?

Attualmente il caso 8-M si fa spazio tra le notizie principali: la giudice Carmen Rodriguez-Medel non ha archiviato l’indagine e ha mantenuto la convocazione del delegato José Manuel Franco, unico imputato, attribuendogli il presunto delitto di prevaricazione per non aver impedito le manifestazioni nella regione durante la fase di espansione del virus e ha ricordato che la documentazione per il caso ha tardato un mese prima di arrivare sulla sua scrivania, indipendentemente dai disagi dovuti a causa della pandemia.

Per rimanere in tema di diritti delle donne e Covid-19, le vite delle donne che subiscono regolarmente violenze domestiche sono state uno dei principali bersagli durante la pandemia. Se ne è parlato in Italia e in altri Stati, ma non bisogna dimenticare ciò che accade più lontano da noi, ad esempio nei tanti paesi dell’America Latina. In particolare, in Argentina i casi di femminicidio dall’inizio dell’isolamento sono stati ben 49, tra cui 4 bambine; 61 figli, di cui il 72% minorenni, sono rimasti orfani di madre. Proprio per cercare di sensibilizzare riguardo ai fatti accaduti e dare più visibilità al problema sono state create tre nuove campagne per accompagnare virtualmente le donne in pericolo e per fornire strumenti di sostegno e di aiuto: #Aisladasnosolas, creata dalla fondazione AVON, #Laotrapandemia, in collaborazione con l’ONU e “Barbijo Rojo” (mascherina rossa), creata dal Ministero delle Donne, Genere e Diversità Argentino in collaborazione con la Confederazione Farmaceutica Argentina. Le prime due avvengono principalmente attraverso video, pubblicità e comunicazioni virtuali, mentre la terza offre anche l’opportunità di recarsi in farmacia e chiedere aiuto in codice richiedendo la mascherina rossa.

Lavinia Cataldi, Michela Di Franco e Ilaria Violi

Il 10 giugno il Brasile registra 1.300 decessi a causa del coronavirus arrivando ad un totale di 39.797 persone. I nuovi casi salgono a 33.100 per un totale di 775.184.

I dati sono stati resi pubblici grazie alla collaborazione delle testate giornalistiche G1, O Globo, Extra, O Estado de S.Paulo, Folha de S.Paulo e UOL. Lo scopo è quello di informare i brasiliani sull’evoluzione della pandemia, soprattutto dopo che il governo Bolsonaro ha deciso di limitare l’accesso ai dati riguardanti il Covid-19.

Ad esempio, mentre fino al 17 aprile la pubblicazione del bilancio giornaliero avveniva alle 17:00, ad oggi il Ministero della Salute pubblica alle 22:00, scelta che ha messo in difficoltà i telegiornali e la stampa. Inoltre, sul portale del ministero viene mostrato solo il numero dei nuovi casi giornalieri: lo storico dall’inizio della pandemia non è più visibile, insieme ai dati relativi ai decessi e agli attualmente positivi. Tuttavia, questo mercoledì sono stati divulgati i dati completi per rispettare le indicazioni fornite dal Tribunale Supremo Federale. Purtroppo, i numeri risultano essere più bassi rispetto a quelli rilevati dalle testate giornalistiche.

Continuano a salire i casi in Portogallo (+2%), concentrati quasi esclusivamente nell’area di Lisbona. La ministra della salute Marta Temido ha annunciato questo mercoledì 10 giugno la creazione di un dipartimento apposito per i casi di Covid-19 nell’area di Lisbona per permettere gradualmente la riapertura anche in questa zona. Inoltre, data l’alta incidenza di casi nel settore delle costruzioni è stato decretato a livello nazionale l’uso obbligatorio di mascherine nei veicoli privati di trasporto dei lavoratori e un massimo di persone per ⅔ della capienza del veicolo.

Inoltre, nei prossimi giorni 800 agenti della polizia monitoreranno l’area di Lisbona per assicurarsi che le tradizionali feste popolari dei santi non avranno luogo, data l’impossibilità di garantire la distanza di sicurezza.

Per quanto riguarda l’Africa lusofona, la Guinea-Bissau registra 1.389 casi confermati di Covid l’11 giugno. Negli ultimi mesi l’attenzione è stata puntata principalmente sulla crisi politica del Paese, data la presenza di due governi a dicembre e di due Presidenti della Repubblica per alcuni giorni a febbraio, abbassando la guardia nei confronti della crisi sanitaria legata al Covid.

In Angola, mercoledì 10 giugno, vengono registrati 21 nuovi casi: il numero più alto mai rilevato nel Paese. La ministra della salute Sílvia Lutucuta ha spiegato che si tratta di studenti angolani con un’età compresa fra i 16 e i 34 di ritorno dalla Russia. A maggio, infatti, è tornato in Angola un gruppo di 250 studenti dalla Russia. Fino al giorno prima il Paese contava 113 infettati, 4 decessi e 40 guariti la cui maggior parte si trovava nella capitale, Luanda.

Il Mozambico, dal canto suo, attualmente si vede minacciato oltre che dal Covid-19, che fino ad ora ha colpito 374 persone, anche dagli attacchi al nord del Paese causati da gruppi stranieri di jihadisti e dall’insorgenza del colera nella stessa area.

Diana Fagiolo e Martina Pavone

Recentemente il movimento “Black Lives Matter” ha avuto un forte impatto mediatico e sociale.

Negli Stati Uniti i colossi della tecnologia come Amazon, Apple e Google hanno deciso di includere una nuova funzione nei loro assistenti vocali intelligenti Alexa, Siri e Assistente Google, fornendo varie risposte a domande che riguardano soprattutto il concetto secondo il quale indipendentemente dal colore della pelle, ogni vita umana ha un proprio valore. Anche gli utenti della famosa applicazione “TikTok” hanno mostrato la loro solidarietà al movimento, pubblicando video in cui si canta e si balla sulle note della canzone “Man In The Mirror” di Michael Jackson.

In Irlanda questo movimento ha raggiunto la capitale, dove centinaia di cittadini si sono riuniti pacificamente, protestando contro il razzismo e contro le pratiche brutali adottate dai poliziotti americani nei confronti dei cittadini di colore. Lo scorso lunedì, in migliaia hanno marciato verso l’ambasciata americana, dove hanno osservato un minuto di silenzio in memoria di Floyd.

Le proteste “Black Lives Matter” continuano anche nel Regno Unito. I manifestanti, in gran parte giovani, si sono radunati al Parliament Square (Londra) per dichiarare la fine del razzismo istituzionale. “Il razzismo istituzionale è radicato nelle case, nella sanità, nel sistema educativo, nei media, nella moda e nella bellezza” afferma la ventinovenne Imarn Ayton, “Ha le sue radici nel reclutamento e nell’occupazione, nella politica, nella polizia, nell’immigrazione e nel sistema giudiziario penale. Si vede, ma non si vede. È ovunque ma non è da nessuna parte… Oggi è il giorno in cui diciamo addio al razzismo istituzionale”.

Anche in Australia le manifestazioni sono quasi all’ordine del giorno e hanno avuto il supporto di Martin Luther King III, il quale ha dichiarato che, oltre ad aver scatenato un movimento di proporzioni “monumentali”, sono un segno che il razzismo “sta esalando il suo ultimo respiro”. L’attivista statunitense è anche fiducioso nel cambiamento, vista la posizione presa da molti giovani. Al contrario, secondo il primo ministro Scott Morrison è necessario porre fine a ulteriori proteste per motivi di sicurezza sanitaria e ha accusato i manifestanti di aver ostacolato gli sforzi fatti per eliminare le restrizioni dovute al coronavirus.

La situazione attuale è molto delicata a causa del COVID-19, ma c’è anche un altro virus in circolazione: il razzismo.

Simona Picci e Salvina Calanducci

In molte aree del mondo i riflettori sono puntati sui temi del razzismo e delle discriminazioni, ma non mancano le preoccupazioni per il futuro dell’economia. In Francia, dopo due settimane di proteste contro gli atti discriminatori perpetrati dalla polizia, il Ministro dell’Interno ha annunciato l’adozione di nuove misure rispetto al codice deontologico delle forze dell’ordine. In particolare, il Ministro ha richiesto che, per ogni poliziotto sospettato di atti o dichiarazioni razziste, sia presa in considerazione la sospensione.

Sul versante economico, i dati mostrano che i francesi non hanno mai risparmiato tanto come durante il lockdown. Infatti, secondo la Banca di Francia, i risparmi dei francesi potrebbero raggiungere quota 100 miliardi di euro supplementari entro la fine del 2020. La ripresa economica del Paese dipenderà molto da come le famiglie decideranno di convertire tali risparmi in acquisti e consumi.

In Belgio l’attenzione resta focalizzata sul tema del razzismo, diventato centrale nel dibattito politico. Il partito di destra MR hamanifestato la propria solidarietà alle vittime di discriminazione rendendo omaggio a Martin Luther King in un comunicato stampa. Ma il presidente del partito centrista DéFI ha evidenziato l’incoerenza dell’MR poiché, a suo parere, tale partito ha ostacolato la realizzazione di una società basata sulle pari opportunità.

Le manifestazioni antirazziste non si fermano neanche in Canada, dove questo fine settimana gli attivisti di Black Trans & Queer protesteranno a Montréal. Dal punto di vista economico, la situazione in Québec non è delle migliori: il tasso di disoccupazione si è quadruplicato. I settori della ristorazione e del commercio al dettaglio risultano tra i più colpiti dalla crisi.

Sorprendentemente, in Svizzera la pandemia non ha avuto ripercussioni sulla produttività. Secondo l’analisi dell’Unione svizzera delle arti e dei mestieri, la produttività delle imprese è aumentata fino al 16%, mentre in circostanze normali l’aumento sarebbe stato appena dell’1%. Secondo Henrique Schneider, il sistema economico è più flessibile di quanto si possa immaginare e può aumentare la sua produttività in modo significativo, almeno nel breve periodo. La crisi non ha affatto danneggiato i settori farmaceutico e chimico, i più favoriti dalla pandemia, così come le principali industrie svizzere di esportazione. I settori economicamente più esposti, come il turismo, rappresentano una porzione minore dell’economia svizzera.

Se, da una parte, l’economia europea ha il vantaggio di reggersi su un insieme di settori molto diversi tra loro, dall’altro, in molte realtà africane l’economia è basata prevalentemente sull’esportazione dei prodotti agricoli. Nel 2020, l’Africa potrebbe perdere fino a 5 miliardi di dollari a causa dell’interruzione della domanda e dell’offerta causata dal Coronavirus. Per alleggerire il peso della crisi, il Club di Parigi, ha permesso ad alcuni Paesi africani, tra cui la Mauritania e il Camerun, di beneficiare di una moratoria sul debito pubblico.

Silvia Calbi, Elen’Alba Vitiello

Chi emigrò dalla Russia negli Stati Uniti all’inizio degli anni ’90 pensò di essersi trasferito nello Stato in cui “i sogni diventano realtà”. Oggi la situazione appare molto diversa.

Le rivolte e le manifestazioni contro il razzismo a seguito dell’omicidio di George Floyd per mano di un agente di polizia che hanno ancor più scosso un Paese già fragile a causa della pandemia da Covid-19.

Krasnodar Yuri Lemeshev, emigrato a New York dal 1991 da “un’Unione fatiscente e affamata”, ha descritto al giornale russo AIF la situazione di questi giorni. “Mi sembra di dover sgattaiolare in casa a rifugiarmi come fossi in un film. Le case vengono saccheggiate, le vetrine dei negozi mandate in frantumi. Si sentono colpi di arma da fuoco, urla che invocano l’intervento della polizia. Questa non sembra l’America.”

Movses Hachikyan, medico a Yerevan e ora tassista a Los Angeles commenta così: “Non li sto giustificando, ma li capisco. In America, nel sud come l’Alabama o la Georgia c’era un sistema razzista folle. Neri e mulatti non hanno dimenticato tutto questo e l’aria si surriscalda facilmente, le persone diventano molto aggressive.”

Per Vladimir Koseenko, emigrato da Vladivostok negli Stati Uniti nel 1993, l’America può esistere solo in condizioni di successo. Nessuno sa come affrontare le difficoltà e ci si chiede quale sarà la prossima catastrofe: uragani, rivolte, città sotto assedio, epidemie.

Per quanto riguarda il mondo dell’informazione in Russia il tema ha soppiantato quello del Covid-19 in termini di risonanza mediatica.         
La portavoce del ministero degli Affari Esteri, Maria Zacharova, ha definito la situazione degli Stati Uniti “la tragedia dell’America contemporanea”, sottolineando il fatto che le autorità americane, nel tentativo di fermare le rapine e azioni illegali, non dovrebbero violare il diritto dei cittadini di protesta pacifica.

Il capo del Comitato per gli Affari Internazionali, Konstantin Kosachev, ha esortato gli americani a guardarsi allo specchio e a riconoscere la loro vera natura che è stata svelata dalla triste vicenda di George Floyd.

In particolare, un post che ha destato non poche polemiche è quello pubblicato dal capo della Repubblica Cecena, Ramzan Kadyrov, il quale ha denunciato su Twitter l’abuso di potere e i soprusi da parte delle autorità statunitensi: “La polizia esegue la giustizia per le strade delle città americane: strangolano i cittadini, picchiano, distruggono le auto. Il mondo intero, che assiste compassionevole, è indignato dall’inoperosità di Washington”.           

Tuttavia, le parole del capo ceceno, secondo Gennady Gudkov, ex-deputato della Duma e appartenente al partito “Russia Giusta”, sono assurde, poiché provengono da un dittatore di una repubblica in cui “non vi è costituzione, legge o corte”. Della stessa idea è il capo del partito socio-liberale e filoccidentale “Jabloko”, Boris Vishnevsky, il quale ironizza sulla coerenza di Kadyrov nel richiedere l’intervento per le questioni estere.

In Russia, la vicenda di George Floyd, infatti, può far pensare a situazioni analoghe, che tuttavia vengono prontamente contestualizzate ed esorcizzate da personaggi di spicco come il portavoce del presidente Dmitry Peskov, che ha negato l’esistenza sia di qualsiasi “parallelismo tra la situazione americana e quella russa” sia di abusi di potere all’interno della Federazione.

Silvia Noli, Diana Sandulli

FONTI:

Arabo

https://www.aljazeera.net/ebusiness/2020/6/10/وعود-تتلوها-أخرى-استثمارات-سعودية

https://arabic.cnn.com/business/article/2020/06/10/emirates-cut-jobs-coronavirus-oped

https://arabic.cnn.com/business/article/2020/06/10/oil-prices-opec-coronavirus

Tedesco

https://www.zeit.de/politik/deutschland/2020-05/migration-thueringen-fluechtlinge-griechenland-aufnahme

https://www.zeit.de/politik/deutschland/2020-06/migration-horst-seehofer-fluechtlinge-mittelmeer-italien-malta

https://www.zeit.de/politik/deutschland/2020-06/quarantaene-regelung-corona-lockerungen-einreise-reisebeschraenkung-grenzen

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Cinese

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Spagnolo

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Portoghese

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https://g1.globo.com/bemestar/coronavirus/noticia/2020/06/10/brasil-tem-1300-mortes-por-coronavirus-em-24-horas-revela-consorcio-de-veiculos-de-imprensa-sao-39797-no-total.ghtml

https://www.dn.pt/pais/autoridades-vao-garantir-que-nao-ha-arraiais-mesmo-os-informais–12299105.html

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https://www.dn.pt/mundo/autoridades-mocambicanas-declaram-surto-de-colera-apos-12-mortos-em-cabo-delgado-11847516.html

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Francese

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https://www.lalibre.be/belgique/politique-belge/visage-de-martin-luther-king-sur-le-siege-du-mr-francois-de-smet-defi-ironise-sur-l-initiative-liberale-5ee0bb53d8ad585d08f2d1d9

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https://www.journaldequebec.com/2020/06/07/le-taux-de-chomage-a-quadruple-dans-la-region

https://www.lematin.ch/economie/suisse-productive-crise-coronavirus/story/29078603

https://www.tdg.ch/la-crise-pourrait-laisser-moins-de-traces-que-prevu-243647892763

En Afrique, le coronavirus pourrait faire perdre jusqu’à 5 milliards $ d’exportations agricoles en 2020 (McKinsey)

https://www.jeuneafrique.com/998399/economie/dettes-africaines-la-cadence-des-moratoires-saccelere/

Russo

https://aif.ru/politics/world/izo_vseh_tyomnyh_sil_chem_dlya_ameriki_zakonchatsya_rasovye_bunty

https://ru.euronews.com/2020/06/04/usa-protests-russia-social-media