La rassegna stampa
internazionale dell’UNINT sul COVID-19
Il
Covid-19 si è imposto come unico grande protagonista di questi ultimi mesi,
portando con sé tutta una serie di nuovi problemi legati ad esso. La maggior
parte dei Paesi ha messo al primo posto della lista delle priorità la pandemia
Covid, concentrando le proprie forze in quella direzione. Tuttavia, ora che la
situazione coronavirus comincia lentamente a migliorare, ecco che tornano
nuovamente a galla tutti quei vecchi problemi “messi in pausa” negli ultimi
mesi.
Allo
stesso tempo, l’uccisione di George Floyd e le questioni razziali continuano a
risuonare nel mondo.
L’impatto del
coronavirus sull’economia del Medio Oriente ha configurato uno scenario
sconfortante per la maggior parte dei Paesi che, stavolta, sembra colpire anche
i più ricchi.
Emirates, la compagnia
aerea dell’Emirato di Dubai, ha infatti annunciato che effettuerà dei
licenziamenti per ridurre il personale. Tale notizia ha suscitato l’interesse
dei media, che hanno messo in evidenza l’annuncio, concentrandosi sul numero
del personale licenziato. È vero che la cifra è relativamente elevata (600
piloti e 7000 assistenti di volo), ma in realtà sembra non costituire una
grande percentuale del numero totale di dipendenti di Emirates Airlines (alcuni
ritengono che la percentuale del personale licenziato rappresenti solo il 15%).
D’altronde, il settore
turistico negli Emirati è di vitale importanza, con un contributo totale
pari all’11,9% del prodotto interno lordo. Inoltre, secondo i dati del World
Travel & Tourism Council del 2019, il turismo contribuisce a fornire circa
745 mila posti di lavoro.
Come evidenziato dai
risultati dello scorso anno, il valore del capitale dell’aviazione commerciale
nel mondo è di circa 16 trilioni di dollari, con una crescita media annua del
traffico passeggeri pari al 4,6% e un volume di crescita dei servizi di
trasporto merci che raggiunge il 4%.
Più
in generale, invece, il mercato del petrolioappare in ripresa, con un
aumento del greggio statunitense che ha superato i $ 40 al barile questa
settimana.
Sebbene
un tale aumento di solito non risulti rilevante, al momento è considerato un
incremento importante dopo che il prezzo del barile era sceso sotto lo zero,
toccando il suo livello più basso a meno $ 40,32 al barile il 20 aprile.
La
notevole risalita del petrolio è legata alle speranze di una veloce ripresa
dell’economia globale dopo il duro colpo inferto dalla pandemia, che ha ridotto
la domanda di benzina, carburante per jet e diesel.
L’aumento
del prezzo del petrolio riflette anche l’impatto dei tagli record della
produzione da parte dell’OPEC, della Russia e dei suoi alleati,
oltre al forte calo della produzione dagli Stati Uniti, il più grande
produttore al mondo.
Per ciò che riguarda l’Iraq,
invece, restano tesi i rapporti con l’Arabia Saudita. Nonostante le
numerose proposte avanzate dal Regno attraverso i media, infatti, la
popolazione irachena mette in dubbio la credibilità saudita nell’effettuare
investimenti sul suo territorio, dopo anni di rottura e riluttanza a migliorare
le relazioni.
Secondo le notizie
riportate in seguito alla visita del Primo Ministro delle Finanze iracheno Ali
Abdul Amir Allawi lo scorso mese, “l’ultima delle strategie saudite è cercare
investimenti in Iraq”.
Tuttavia, non è stato
raggiunto alcun accordo tra i due Paesi in materia.
Sulla promessa saudita
di pompare investimenti in Iraq, lo scrittore e giornalista iracheno
Othman Al-Mukhtar ha dichiarato ad Al-Jazeera Net che l’apertura saudita non si
basa su un’iniziativa individuale o una visione di Riyadh, ma è frutto della
spinta americana.
Samar Hassan
In occasione della
riunione di gabinetto federale, il ministro dell’Interno Horst Seehofer ha
annunciato la riapertura dei confini di Stato: da martedì, i cittadini dell’UE
potranno entrare in Germania senza essere sottoposti a ferrei controlli
alla frontiera e senza obbligo di quarantena, contrariamente a quanto accadeva
fino a poche settimane fa.
Questo
allentamento delle misure al confine permette al Paese di riprendere il suo
impegno umanitario nei confronti dei rifugiati provenienti dagli altri paesi
dell’UE e bloccato per l’emergenza Covid.
Già verso la fine
di maggio, il ministro della migrazione della Turingia Dirk Adams aveva fatto
pressione al governo tedesco riguardo la questione, dichiarando: «spero
che il Ministero federale dell’Interno non si limiti a reagire con un “no”,
come ha fatto finora, ma entri in dialogo con noi». Adams, infatti, aveva presentato diverse
bozze di programma sull’accoglienza dei rifugiati europei, senza ricevere risposte
chiare. Ad oggi, il ministro si è detto pronto ad
accogliere i bambini delle isole greche e le loro famiglie provenienti dai
campi profughi sovraffollati.
Dopo un primo volo
tedesco destinato ad ospitare 47 persone tra bambini e adolescenti, la pandemia
ha drasticamente interrotto ogni tratta. Secondo una dichiarazione di un
portavoce del Ministero all’agenzia di stampa Epd, molti dei bambini
richiedenti asilo hanno meno di sei anni e alcuni di loro necessitano di cure
urgenti in ospedale. Questo denuncia la necessità di un pronto intervento a
livello europeo. Tuttavia, la politica migratoria comune è da anni oggetto di
controversie tra gli Stati. I ministri degli Interni responsabili dei singoli
Paesi non sono d’accordo sull’equa distribuzione dei rifugiati tra gli Stati
membri e infatti, se Paesi come Lussemburgo, Francia e Portogallo si rendono
disponibili ad accogliere chi viene da Malta, altri come Polonia, Repubblica
Ceca, Slovacchia, Ungheria e Austria bloccano una soluzione.
Altro tema caldo
in materia di migrazione è rappresentato dai rifugiati bloccati in mare
dall’Italia e da Malta. I Paesi del Mediterraneo infatti, in piena crisi
coronavirus, non potevano più fornire rifugi sicuri ai migranti e da settimane
chiedevano maggior supporto da parte degli altri Stati dell’UE. La promessa di
aiuto di Seehofer riguarda anche i molti migranti rimasti bloccati a largo del
Mediterraneo su navi che il governo aveva disposto per il necessario periodo di
quarantena e coloro a bordo della nave Ong tedesca Alan Kurdi e della
spagnola Aita Mari che i primi di maggio sono state sottoposte a fermo
amministrativo dal governo italiano. La proposta tedesca prevede di ospitare
circa 80 migranti tra la fine di giugno e inizi di luglio. E, a dispetto della
reticenza di alcuni Stati membri a collaborare, il ministro argomenta:
«sicuramente la politica migratoria per il trattamento di casi come quello in
Grecia e quello per il recupero dei migranti nelle acque internazionali
richiede una certa organizzazione, ma anche un certo grado di umanità».
Michela
Sartarelli e Laura Razzini
La Cina,
fortemente colpita dall’epidemia di coronavirus,si trova adesso a dover
combattere contro una malattia cronica che inficia fortemente la situazione
sanitaria già precaria: il diabete, di cui sono aumentati i casi negli ultimi
decenni e che dalle proiezioni stimate causerà molti decessi nel corso dei
prossimi anni.
Questa malattia non
sempre è ereditaria anche se esiste una predisposizione familiare e può
insorgere a causa di uno stile di vita non sano, come una dieta ricca di grassi
e una mancanza di attività fisica.
Ma perché il
diabete è cosi comune in Cina?
Nel paese ci sono
114 milioni malati di diabete, più di un quarto dei casi totali del mondo, secondo
la International Diabetes Foundation (IDF) e si stima che nel 2045 tale cifra possa
raggiungere i 183 milioni.
Due sono i tipi di diabete esistenti al mondo: il diabete di tipo 1, ereditario, che si verifica quando il corpo non riesce a produrre insulina, e di tipo 2, che può svilupparsi nel tempo e si verifica quando le cellule non reagiscono efficacemente all’insulina. Nel paese, il 95% circa dei pazienti è affetto da diabete di tipo 2.
Importanti
sviluppi a livello tecnologico mostrano buoni risultati nella cura dei soggetti
e ciò spiega il gran interesse che mostra il governo e i grandi investimenti da
milioni di dollari delle aziende farmaceutiche di tutto il mondo. Al momento,
infatti, le cure disponibili non sono ancora in grado di ripristinare la
capacità del corpo di regolare i livelli di zucchero nel sangue.
Il Dottor Chen,
amministratore delegato della società farmaceutica Hua Medicine,
coinvolto nello sviluppo dei nuovi farmaci afferma che “la medicina cinese si serve di nuove tecnologie e ne favorisce la
continua evoluzione, come ad esempio il trapianto del pancreas e la
rigenerazione delle cellule staminali”.
Il trapianto del
pancreas artificiale, utilizzato dai ricercatori di tutto il mondo, usa una
tecnologia avanzata in grado di pompare insulina attraverso un sensore che monitora
i livelli di zucchero nel sangue e ne regola la quantità necessaria ad ogni
singolo malato.
Tuttavia, la
tecnologia non è l’unica soluzione per diminuire il numero di casi. La generale
mancanza di consapevolezza è stata la ragione principale alla base del forte
aumento dei malati di diabete, come lo stesso Chen afferma: “il primo passo per risolvere il problema è
promuovere la consapevolezza e assicurare che le persone comprendano la malattia
e il suo impatto sulla vita di tutti i giorni”.
Una diagnosi di
diabete in Cina è soltanto del 39% su una popolazione di circa due miliardi di persone.
Condurre uno stile
di vita sano condurre uno stile di
vita sano abbinato ad un esercizio fisico costante permette di essere non solo in
forma ma soprattutto in buona salute e aiuta a prevenire il rischio di
contrarre malattie come il diabete.
Gioia
Ribeca
Ora che la
situazione Covid-19 sembra essersi attenuata, in Spagna si ricomincia a
parlare di un caso che, durante il picco della pandemia, sembrava non essere di
così primaria importanza: la manifestazione avvenuta in occasione della
giornata internazionale della donna.
Facciamo un passo
indietro: è l’8 marzo 2020, in Italia il governo sta per dichiarare la zona
rossa nazionale a causa dell’elevato numero di contagi del nuovo virus
Sars-Cov-19, ma a pochi chilometri dal nostro Paese, nelle principali città
spagnole, centinaia di persone sono in strada pronte a manifestare in maniera
pacifica per i diritti delle donne e non solo.
In aggiunta alle
motivazioni fondamentali che sostengono questa grande causa, la manifestazione
è stata fortemente voluta dall’attuale governo del Paese, sollevando, però, non
poche critiche da parte della minoranza, la quale ha puntato sul dato certo che
solo a partire dal 9 marzo 2020 il virus ha iniziato a svilupparsi all’interno
del Paese. E così si apre l’inchiesta 8-M: se la situazione di emergenza in Spagna
fosse stata valutata con la giusta considerazione e se, dunque, non ci fosse
stata, tra le altre cose, la manifestazione, si sarebbe potuta contenere o
addirittura evitare l’epidemia?
Attualmente il
caso 8-M si fa spazio tra le notizie principali: la giudice Carmen
Rodriguez-Medel non ha archiviato l’indagine e ha mantenuto la convocazione del
delegato José Manuel Franco, unico imputato, attribuendogli il presunto delitto
di prevaricazione per non aver impedito le manifestazioni nella regione durante
la fase di espansione del virus e ha ricordato che la documentazione per il
caso ha tardato un mese prima di arrivare sulla sua scrivania,
indipendentemente dai disagi dovuti a causa della pandemia.
Per rimanere in
tema di diritti delle donne e Covid-19, le vite delle donne che subiscono regolarmente
violenze domestiche sono state uno dei principali bersagli durante la pandemia.
Se ne è parlato in Italia e in altri Stati, ma non bisogna dimenticare ciò che
accade più lontano da noi, ad esempio nei tanti paesi dell’America Latina. In
particolare, in Argentina i casi di femminicidio dall’inizio
dell’isolamento sono stati ben 49, tra cui 4 bambine; 61 figli, di cui il 72%
minorenni, sono rimasti orfani di madre. Proprio per cercare di sensibilizzare
riguardo ai fatti accaduti e dare più visibilità al problema sono state create
tre nuove campagne per accompagnare virtualmente le donne in pericolo e per
fornire strumenti di sostegno e di aiuto: #Aisladasnosolas, creata dalla
fondazione AVON, #Laotrapandemia, in collaborazione con l’ONU e “Barbijo
Rojo” (mascherina rossa), creata dal Ministero delle Donne, Genere e
Diversità Argentino in collaborazione con la Confederazione Farmaceutica
Argentina. Le prime due avvengono principalmente attraverso video, pubblicità e
comunicazioni virtuali, mentre la terza offre anche l’opportunità di recarsi in
farmacia e chiedere aiuto in codice richiedendo la mascherina rossa.
Lavinia
Cataldi, Michela Di Franco e Ilaria Violi
Il 10 giugno il Brasile registra 1.300 decessi a causa
del coronavirus arrivando ad un totale di 39.797 persone. I nuovi casi salgono
a 33.100 per un totale di 775.184.
I dati sono stati resi
pubblici grazie alla collaborazione delle testate giornalistiche G1, O Globo,
Extra, O Estado de S.Paulo, Folha de S.Paulo e UOL. Lo scopo è quello di informare
i brasiliani sull’evoluzione della pandemia, soprattutto dopo che il governo
Bolsonaro ha deciso di limitare l’accesso ai dati riguardanti il Covid-19.
Ad esempio, mentre
fino al 17 aprile la pubblicazione del bilancio giornaliero avveniva alle 17:00,
ad oggi il Ministero della Salute pubblica alle 22:00, scelta che ha messo in
difficoltà i telegiornali e la stampa. Inoltre, sul portale del ministero viene
mostrato solo il numero dei nuovi casi giornalieri: lo storico dall’inizio
della pandemia non è più visibile, insieme ai dati relativi ai decessi e agli
attualmente positivi. Tuttavia, questo mercoledì sono stati divulgati i dati
completi per rispettare le indicazioni fornite dal Tribunale Supremo Federale.
Purtroppo, i numeri risultano essere più bassi rispetto a quelli rilevati dalle
testate giornalistiche.
Continuano a salire i casi in Portogallo (+2%), concentrati quasi esclusivamente nell’area di
Lisbona. La ministra della salute Marta Temido ha annunciato questo mercoledì
10 giugno la creazione di un dipartimento apposito per i casi di Covid-19
nell’area di Lisbona per permettere gradualmente la riapertura anche in questa
zona. Inoltre, data l’alta incidenza di casi nel settore delle costruzioni è
stato decretato a livello nazionale l’uso obbligatorio di mascherine nei
veicoli privati di trasporto dei lavoratori e un massimo di persone per ⅔ della
capienza del veicolo.
Inoltre, nei prossimi giorni 800 agenti della polizia
monitoreranno l’area di Lisbona per assicurarsi che le tradizionali feste
popolari dei santi non avranno luogo, data l’impossibilità di garantire la
distanza di sicurezza.
Per quanto riguarda l’Africa lusofona, la Guinea-Bissau registra 1.389 casi
confermati di Covid l’11 giugno. Negli ultimi mesi l’attenzione è stata puntata
principalmente sulla crisi politica del Paese, data la presenza di due governi
a dicembre e di due Presidenti della Repubblica per alcuni giorni a febbraio,
abbassando la guardia nei confronti della crisi sanitaria legata al Covid.
In Angola, mercoledì 10 giugno, vengono
registrati 21 nuovi casi: il numero più alto mai rilevato nel Paese. La
ministra della salute Sílvia Lutucuta ha spiegato che si tratta di studenti
angolani con un’età compresa fra i 16 e i 34 di ritorno dalla Russia. A maggio,
infatti, è tornato in Angola un gruppo di 250 studenti dalla Russia. Fino al
giorno prima il Paese contava 113 infettati, 4 decessi e 40 guariti la cui
maggior parte si trovava nella capitale, Luanda.
Il Mozambico, dal
canto suo, attualmente si vede minacciato oltre che dal Covid-19, che fino ad
ora ha colpito 374 persone, anche dagli attacchi al nord del Paese causati da
gruppi stranieri di jihadisti e dall’insorgenza del colera nella stessa area.
Diana Fagiolo e
Martina Pavone
Recentemente il
movimento “Black Lives
Matter”
ha avuto un forte impatto mediatico e sociale.
Negli Stati
Uniti i colossi della tecnologia come Amazon, Apple e Google hanno deciso
di includere una nuova funzione nei loro assistenti vocali intelligenti Alexa,
Siri e Assistente Google, fornendo varie risposte a domande che riguardano
soprattutto il concetto secondo il quale indipendentemente dal colore della
pelle, ogni vita umana ha un proprio valore. Anche gli utenti della famosa
applicazione “TikTok” hanno mostrato la loro solidarietà al movimento,
pubblicando video in cui si canta e si balla sulle note della canzone “Man In The Mirror” di Michael Jackson.
In Irlanda questo
movimento ha raggiunto la capitale, dove centinaia di cittadini si sono riuniti
pacificamente, protestando contro il razzismo e contro le pratiche brutali
adottate dai poliziotti americani nei confronti dei cittadini di colore. Lo
scorso lunedì, in migliaia hanno marciato verso l’ambasciata americana, dove
hanno osservato un minuto di silenzio in memoria di Floyd.
Le proteste “Black Lives Matter”
continuano anche nel Regno Unito. I manifestanti, in gran parte giovani,
si sono radunati al Parliament Square (Londra)
per dichiarare la fine del razzismo istituzionale. “Il razzismo istituzionale è radicato nelle case, nella sanità,
nel sistema educativo, nei media, nella moda e nella bellezza” afferma la
ventinovenne Imarn Ayton,
“Ha le sue radici nel reclutamento e
nell’occupazione, nella politica, nella polizia, nell’immigrazione e nel
sistema giudiziario penale. Si vede, ma non si vede. È ovunque ma non è da
nessuna parte… Oggi è il giorno in cui diciamo addio al razzismo
istituzionale”.
Anche in Australia
le manifestazioni sono quasi all’ordine del giorno e hanno avuto il supporto di
Martin Luther King III, il quale ha dichiarato che, oltre ad aver scatenato un
movimento di proporzioni “monumentali”, sono un segno che il razzismo “sta
esalando il suo ultimo respiro”. L’attivista statunitense è anche
fiducioso nel cambiamento, vista la posizione presa da molti giovani. Al
contrario, secondo il primo ministro Scott Morrison è necessario porre fine a
ulteriori proteste per motivi di sicurezza sanitaria e ha accusato i
manifestanti di aver ostacolato gli sforzi fatti per eliminare le restrizioni
dovute al coronavirus.
La situazione
attuale è molto delicata a causa del COVID-19, ma c’è anche un altro virus in
circolazione: il razzismo.
Simona
Picci e Salvina Calanducci
In molte aree del mondo i riflettori sono puntati sui temi del
razzismo e delle discriminazioni, ma non mancano le preoccupazioni per il
futuro dell’economia. In Francia, dopo due settimane di proteste contro
gli atti discriminatori perpetrati dalla polizia, il Ministro dell’Interno ha
annunciato l’adozione di nuove misure rispetto al codice deontologico delle
forze dell’ordine. In particolare, il Ministro ha richiesto che, per ogni
poliziotto sospettato di atti o dichiarazioni razziste, sia presa in
considerazione la sospensione.
Sul versante economico, i dati mostrano che i francesi non hanno
mai risparmiato tanto come durante il lockdown. Infatti, secondo la Banca di
Francia, i risparmi dei francesi potrebbero raggiungere quota 100 miliardi di
euro supplementari entro la fine del 2020. La ripresa economica del Paese
dipenderà molto da come le famiglie decideranno di convertire tali risparmi in
acquisti e consumi.
In Belgio l’attenzione resta focalizzata sul tema del
razzismo, diventato centrale nel dibattito politico. Il partito di destra MR
hamanifestato la propria solidarietà alle vittime di
discriminazione rendendo omaggio a Martin Luther King in un comunicato stampa.
Ma il presidente del partito centrista DéFI ha evidenziato l’incoerenza
dell’MR poiché, a suo parere, tale partito ha ostacolato la
realizzazione di una società basata sulle pari opportunità.
Le manifestazioni antirazziste non si fermano neanche in Canada,
dove questo fine settimana gli attivisti di Black Trans & Queer protesteranno
a Montréal. Dal punto di vista economico, la situazione in Québec non è delle
migliori: il tasso di disoccupazione si è quadruplicato. I settori della
ristorazione e del commercio al dettaglio risultano tra i più colpiti dalla
crisi.
Sorprendentemente, in Svizzera la pandemia non ha avuto
ripercussioni sulla produttività. Secondo l’analisi dell’Unione svizzera delle
arti e dei mestieri, la produttività delle imprese è aumentata fino al 16%,
mentre in circostanze normali l’aumento sarebbe stato appena dell’1%. Secondo Henrique Schneider, il sistema economico è più
flessibile di quanto si possa immaginare e può aumentare la sua produttività in
modo significativo, almeno nel breve periodo. La crisi non ha affatto
danneggiato i settori farmaceutico e chimico, i più favoriti dalla pandemia,
così come le principali industrie svizzere di esportazione. I settori
economicamente più esposti, come il turismo, rappresentano una porzione minore
dell’economia svizzera.
Se, da una parte, l’economia europea ha il vantaggio di reggersi
su un insieme di settori molto diversi tra loro, dall’altro, in molte realtà
africane l’economia è basata prevalentemente sull’esportazione dei prodotti
agricoli. Nel 2020, l’Africa potrebbe perdere fino a 5 miliardi di dollari
a causa dell’interruzione della domanda e dell’offerta causata dal Coronavirus.
Per alleggerire il peso della crisi, il Club di Parigi, ha permesso ad alcuni
Paesi africani, tra cui la Mauritania e il Camerun, di beneficiare di una
moratoria sul debito pubblico.
Silvia Calbi, Elen’Alba
Vitiello
Chi emigrò dalla Russia
negli Stati Uniti all’inizio degli anni ’90 pensò di essersi trasferito nello Stato
in cui “i sogni diventano realtà”. Oggi la situazione appare molto diversa.
Le rivolte e le
manifestazioni contro il razzismo a seguito dell’omicidio di George Floyd per
mano di un agente di polizia che hanno ancor più scosso un Paese già fragile a
causa della pandemia da Covid-19.
Krasnodar Yuri
Lemeshev, emigrato a New York dal 1991 da “un’Unione fatiscente e affamata”, ha
descritto al giornale russo AIF la situazione di questi giorni. “Mi sembra di
dover sgattaiolare in casa a rifugiarmi come fossi in un film. Le case vengono
saccheggiate, le vetrine dei negozi mandate in frantumi. Si sentono colpi di
arma da fuoco, urla che invocano l’intervento della polizia. Questa non sembra
l’America.”
Movses Hachikyan,
medico a Yerevan e ora tassista a Los Angeles commenta così: “Non li sto
giustificando, ma li capisco. In America, nel sud come l’Alabama o la Georgia
c’era un sistema razzista folle. Neri e mulatti non hanno dimenticato tutto
questo e l’aria si surriscalda facilmente, le persone diventano molto
aggressive.”
Per Vladimir
Koseenko, emigrato da Vladivostok negli Stati Uniti nel 1993, l’America può
esistere solo in condizioni di successo. Nessuno sa come affrontare le
difficoltà e ci si chiede quale sarà la prossima catastrofe: uragani, rivolte,
città sotto assedio, epidemie.
Per quanto
riguarda il mondo dell’informazione in Russia il tema ha soppiantato quello
del Covid-19 in termini di risonanza mediatica.
La portavoce del ministero degli Affari Esteri, Maria Zacharova, ha definito la
situazione degli Stati Uniti “la tragedia dell’America contemporanea”, sottolineando
il fatto che le autorità americane, nel tentativo di fermare le rapine e azioni
illegali, non dovrebbero violare il diritto dei cittadini di protesta pacifica.
Il capo del
Comitato per gli Affari Internazionali, Konstantin Kosachev, ha esortato gli
americani a guardarsi allo specchio e a riconoscere la loro vera natura che è
stata svelata dalla triste vicenda di George Floyd.
In particolare, un
post che ha destato non poche polemiche è quello pubblicato dal capo della Repubblica
Cecena, Ramzan Kadyrov, il quale ha denunciato su Twitter l’abuso di potere
e i soprusi da parte delle autorità statunitensi: “La polizia esegue la
giustizia per le strade delle città americane: strangolano i cittadini,
picchiano, distruggono le auto. Il mondo intero, che assiste compassionevole, è
indignato dall’inoperosità di Washington”.
Tuttavia, le
parole del capo ceceno, secondo Gennady Gudkov, ex-deputato della Duma e
appartenente al partito “Russia Giusta”, sono assurde, poiché provengono da un
dittatore di una repubblica in cui “non vi è costituzione, legge o corte”.
Della stessa idea è il capo del partito socio-liberale e filoccidentale
“Jabloko”, Boris Vishnevsky, il quale ironizza sulla coerenza di Kadyrov nel
richiedere l’intervento per le questioni estere.
In Russia,
la vicenda di George Floyd, infatti, può far pensare a situazioni analoghe, che
tuttavia vengono prontamente contestualizzate ed esorcizzate da personaggi di
spicco come il portavoce del presidente Dmitry Peskov, che ha negato
l’esistenza sia di qualsiasi “parallelismo tra la situazione americana e quella
russa” sia di abusi di potere all’interno della Federazione.
Silvia
Noli, Diana Sandulli
FONTI:
Arabo
https://www.aljazeera.net/ebusiness/2020/6/10/وعود-تتلوها-أخرى-استثمارات-سعودية
https://arabic.cnn.com/business/article/2020/06/10/emirates-cut-jobs-coronavirus-oped
https://arabic.cnn.com/business/article/2020/06/10/oil-prices-opec-coronavirus
Tedesco
https://www.zeit.de/politik/deutschland/2020-05/migration-thueringen-fluechtlinge-griechenland-aufnahme
https://www.zeit.de/politik/deutschland/2020-06/migration-horst-seehofer-fluechtlinge-mittelmeer-italien-malta
https://www.zeit.de/politik/deutschland/2020-06/quarantaene-regelung-corona-lockerungen-einreise-reisebeschraenkung-grenzen
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Spagnolo
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https://www.dn.pt/pais/autoridades-vao-garantir-que-nao-ha-arraiais-mesmo-os-informais–12299105.html
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https://www.narcity.com/nouvelles/ca/qc/montreal/un-rassemblement-black-trans-and-queer-lives-matter-aura-lieu-ce-week-end-a-montreal
https://www.journaldequebec.com/2020/06/07/le-taux-de-chomage-a-quadruple-dans-la-region
https://www.lematin.ch/economie/suisse-productive-crise-coronavirus/story/29078603
https://www.tdg.ch/la-crise-pourrait-laisser-moins-de-traces-que-prevu-243647892763
En Afrique, le coronavirus pourrait faire perdre jusqu’à 5 milliards $ d’exportations agricoles en 2020 (McKinsey)
https://www.jeuneafrique.com/998399/economie/dettes-africaines-la-cadence-des-moratoires-saccelere/
Russo
https://aif.ru/politics/world/izo_vseh_tyomnyh_sil_chem_dlya_ameriki_zakonchatsya_rasovye_bunty
https://ru.euronews.com/2020/06/04/usa-protests-russia-social-media