#POLITICAFFÈ

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Non solo Trump: la Commissione Europea sotto attacco del virus

Stampa statunitense

Mentre aumenta il numero di coloro che gravitano nell’orbita di Trump che risultano positivi al coronavirus, la Commissione Europea ha annunciato lunedì scorso che dall’inizio della pandemia sono 179 i membri dello staff risultati positivi. Per quanto riguarda le persone attualmente positive nell’orbita di Trump, l’Intelligencer afferma che si tratterebbe di circa 23 individui, oltre al Presidente. 

The New York Times riporta la notizia dell’autoisolamento del Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, la quale sarebbe entrata in contatto con una persona successivamente risultata positiva al virus. Sebbene sia risultata negativa in seguito ai due test effettuati, la von der Leyen continuerà a rimanere in isolamento fino alla fine di questa settimana, seguendo le disposizioni vigenti a Bruxelles.

Sempre The New York Times annuncia il rientro alla Casa Bianca del Presidente Trump dopo aver lasciato l’ospedale in cui era stato ricoverato per tre giorni a causa dei problemi di salute dovuti al Covid-19 che aveva manifestato negli ultimi giorni. Appena dopo il suo rientro, il Presidente ha incitato gli Americani a “non aver paura” e ha aggiunto di “sentirsi meglio di 20 anni fa”. Trump ha voluto, dunque, minimizzare la gravità del suo breve periodo di ricovero e non ha accennato al fatto di aver ripetutamente ignorato le linee guida in materia di prevenzione della diffusione del virus. A meno di un mese dal voto, prosegue The New York Times, Trump non può mostrarsi in difficoltà.

Stampa inglese

Mentre Trump preparava il suo trionfante rientro alla Casa Bianca dopo il ricovero al Walter Reed, anche Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea, si organizza per ripartire dopo il periodo di autoisolamento.

Donald Trump torna alla Casa Bianca, ma – racconta il Financial Times – il pericolo non è ancora del tutto scampato. Mentre Trump era ricoverato, infatti, altri suoi stretti collaboratori sono risultati positivi al Covid. È stato il caso di Kayleigh McEnany, addetta stampa, che lo scorso lunedì ha annunciato la sua positività. E proprio alla luce di questa crescente diffusione tra le stanze della residenza ufficiale del Presidente, il medico Sean Conley ha avvertito che Trump non è ancora da ritenersi fuori dai guai. Questa affermazione è molto probabilmente legata anche al reale stato di salute di Trump, su cui pare ci siano state molte omissioni. Il dottor Conley, poco prima della partenza dall’ospedale, ha tenuto a precisare che la febbre si era attenuata e che i livelli di ossigeno erano tornati nella norma. Negli ultimi giorni, infatti, Trump ha avuto due pericolose crisi legate al livello di ossigeno nel sangue. Dalle notizie ufficiali si apprende che il Presidente, oltre ad aver preso un cocktail sperimentale di anticorpi, ha anche assunto un potente antinfiammatorio steroideo, il desametasone, la cui somministrazione è raccomandata dall’OMS nei pazienti più gravi. Non solo, si è anche sottoposto a un ciclo di remdesivir, che non è stato ancora completamente approvato dalle autorità di regolamentazione. Ciò nonostante, in occasione del suo rientro Trump ha voluto ostentare una buona forma, girando un videomessaggio rassicurante e mostrandosi provocatorio come sempre: togliendosi la mascherina, ha difatti subito scatenato un’ondata di nuove critiche contro di sé.

Ma nelle ultime settimane, anche fra i vertici dell’Unione Europea, è iniziata a circolare la paura per il coronavirus. Dopo l’autoquarantena di Charles Michel, un altro leader europeo è stato costretto all’autoisolamento. The Telegraph ha raccontato che dopo una visita a Lisbona, Ursula von der Leyen è stata costretta ad autoisolarsi, dopo aver appreso che uno dei funzionari portoghesi che aveva incontrato – la cui identità è ignota alla stampa – si era scoperto positivo al virus. Il Presidente della Commissione è tuttavia risultata negativa ai test del Covid.

The Sun ha voluto insistere sul fatto che ora questo fatto inaspettato potrebbe mettere a rischio i colloqui sulle trattative in ambito Brexit. Però ci sarebbero state delle telefonate rassicuranti tra la von der Leyen e Boris Johnson, in cui entrambi avrebbero ribadito la loro fermezza a voler trovare un’intesa e avrebbero esortato i propri collaboratori a lavorare a ritmo sostenuto su questo fronte. Il Premier britannico ha dichiarato di volere un accordo entro la metà di ottobre per concludere così l’intera operazione entro la fine del 2020. E infatti la scadenza fissata per avere la definitiva intesa è prevista per il 14 ottobre.

Chiara Aveni e Gaia Natarelli

Fonti

Ursula von der Leyen self-isolating after exposure to Covid-19 case disponibile su https://www.telegraph.co.uk/politics/2020/10/05/ursula-von-der-leyen-forced-enter-self-isolation-exposure-covid/, consultato il 07/10/2020

VURUS FEARS EU boss Ursula von der Leyen isolating after being in contact with person with coronavirus disponibile su https://www.thesun.co.uk/news/politics/12846896/von-der-leyen-isolating-coronavirus/, consultato il 07/10/2020

Donald Trump returns to White House after three days in hospital disponbile su https://www.ft.com/content/4909a63c-8f7d-4621-9fba-73b5dac2ee5c, consultato il 07/10/2020

EU Council president Michel out of quarantine disponibile su https://www.independent.co.uk/news/eu-council-president-michel-out-quarantine-charles-michel-european-council-eu-council-brussels-ap-b597226.html, consultato il 07/10/2020

179 European Commission staff members have tested positive, and its president is in quarantine, disponibile su https://www.nytimes.com/live/2020/10/05/world/covid-trump/179-european-commission-staff-members-have-tested-positive-and-its-president-is-in-quarantine, consultato il 07/10/2020

Fauci calls Trump’s doctor ‘very qualified’, despite confusion in briefings disponibile su https://www.nytimes.com/live/2020/10/05/world/covid-trump/fauci-calls-trumps-doctor-very-qualified-despite-confusion-in-briefings, consultato il 07/10/2020

Trump Leaves Hospital, Minimizing Virus and Urging Americans ‘Don’t Let It Dominate Your Lives’ disponibile su https://www.nytimes.com/2020/10/05/us/politics/trump-leaves-hospital-coronavirus.html, consultato il 07/10/2020

Who in President Trump’s Orbit Has Tested Positive for Covid? disponibile su https://nymag.com/intelligencer/article/trump-white-house-orbit-tested-positive-covid.html, consultato il 07/10/2020

#UniversEAT

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Ciao a tutti,
siamo due studentesse di LM37, Alessandra che studia inglese e spagnolo, e Ylenia che studia spagnolo e portoghese. Chiacchierando tra un corso e l’altro, ci siamo ritrovate spesso a parlare di cucina.
E così oggi diamo il benvenuto a una nuova rubrica di #UNINTBlog: #UniversEAT.
In questo spazio proporremo delle ricette da noi sperimentate tra successi e fallimenti, ma sempre ben accette da parenti e amici, anche a quattro zampe!
Gustose preparazioni, dolci e salate, accessibili a tutti e, anzi, che vi invitiamo a replicare (non sarà nulla di troppo complicato, promesso!).
Nelle nostre cucine spazieremo da ricette tipiche regionali, quelle provenienti dai Paesi le cui lingue studiamo. Alcune di queste provengono dai ricettari di famiglia, altre sono prese da noti siti di cucina, ma potranno subire variazioni o semplificazioni.
Avrete bisogno di pochi semplici strumenti: una cucina nella sua essenzialità, pochi ingredienti ed un po’ di pazienza.
Siete pronti a pasticciare insieme a noi?
Scaldate i forni!

Tre, due, uno… Unint ai fornelli!

Alessandra & Ylenia

P.S. Non dimenticatevi di farci vedere le vostre creazioni! Caricatele nelle vostre storie taggando l’UNINTBlog e aggiungendo #UniversEAT!

#ATUTTOMONDO

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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT

In Portogallo, con l’hashtag #obrigadoprofessor si chiede una maggiore valorizzazione e delle condizioni di lavoro migliori per i docenti. Emmanuel Macron denuncia la ghettizzazione della popolazione araba, portando avanti una lotta contro il separatismo islamico. Accordo di pace firmato in Sudan per fermare il conflitto armato nella regione del Darfur. USA, il sindaco di Cleveland commenta: “Penso che il presidente Trump avrà probabilmente una visione diversa del virus ora che è risultato positivo”.

EUROPA

Anche in Spagna, che ricordiamo essere tra i Paesi europei più colpiti da questa seconda ondata di contagi da Covid-19, è un nuovo giorno: durante il week end appena trascorso il Governo spagnolo ha deciso di intraprendere delle nuove misure di prevenzione che hanno visto Madrid e gli altri nove municipi presenti nella regione protagonisti di questa nuova fase della pandemia. Secondo l’articolo di El Mundo, gli abitanti delle zone citate si sono svegliati in queste ultime mattine ammirando una strana normalità per le strade che li ha decisamente portati a riflettere sulla reale efficacia del programma: da quanto riportato dalle immagini, la situazione era praticamente uguale a quella delle altre aree non incluse nei provvedimenti. Queste nuove norme riguarderebbero semplicemente l’isolamento delle aree interessate lasciando, comunque, la possibilità ai cittadini di muoversi liberamente all’interno delle stesse (e si potrà uscire da queste solo per casi di emergenza). Inoltre, secondo quanto dichiarato dagli agenti che stanno lavorando in queste ore per realizzare e mantenere un alto livello d’informazione, la gente sta rispettando le ultime disposizioni e sembra voler collaborare con i 700 agenti della Policía Nacional e della Guardia Civil messi a disposizione da José Manuel Franco, delegato del Governo. Quest’ultima scelta è stata realizzata per dare sostegno ad affrontare al meglio la chiusura.

 L.C, M.D.F. e I.V

In Svizzera, sabato 3 ottobre, 750 persone hanno manifestato per le strade di Ginevra contro la costruzione di un nuovo centro federale per richiedenti asilo. Come riportato da Le Matin, la nuova struttura dovrebbe essere operativa nel 2022 e potrà accogliere 250 richiedenti asilo e 50 posti saranno per la detenzione amministrativa. Per i manifestanti, tale progetto è paragonabile a un carcere poiché impedisce ai richiedenti asilo di interagire con la popolazione e di ricevere visite.

EA.V.

In Francia, lo scorso venerdì 2 ottobre, Emmanuel Macron ha illustrato il piano d’azione contro il separatismo islamico, il cui disegno di legge sarà presentato il 9 dicembre. Denunciando, innanzitutto, la ghettizzazione della popolazione araba e invitando la società a distinguere tra musulmani e islamisti radicali, il Presidente ha evidenziato che la sua strategia mira a garantire un maggiore controllo dei dipendenti delle aziende delegatarie e delle associazioni che attingono a sussidi statali attraverso la firma di una “carta di laicità”, nel rispetto dei valori della Repubblica. Come riportato da France 24, Macron ha sottolineato l’obiettivo di “costruire un Islam in pace con la Repubblica” e perciò di bloccare ogni influenza straniera che possa contribuire alla formazione di gruppi separatisti, soprattutto di matrice islamista.

S.C.

In Belgio, lunedì 5 ottobre, i membri del partito liberale si sono riuniti nell’ufficio del partito poiché è stata espressa la necessità di un cambiamento di vertice. Anonimamente, alcuni “baroni” del Mouvement Réformateur confermano che non vogliono Bouchez a capo del partito. Come riportato da La Libre Belgique, tutti hanno espresso delle lamentele sull’atteggiamento del presidente liberale nelle ultime settimane. Ad esempio, avrebbe promesso a Jean-Jacques Cloquet, attuale direttore operativo del parco zoologico di Pairi Daïza, un buon posto nelle liste MR per le prossime elezioni, senza consultarsi con nessuno.

S.C.

In Portogallo, per la Giornata Mondiale degli Insegnanti (5 ottobre) il personale docente si è appellato al governo affinché venga valorizzata la carriera di insegnante e vengano proposte condizioni di lavoro migliori. Sono stati organizzati comizi, ma anche concerti e trasmissioni online, e verranno innalzate bandiere con l’hashtag #obrigadoprofessor, riferisce Lusa. A Porto, verranno costruiti due nuovi ponti sul fiume Douro, patrimonio dell’Unesco. I concorsi verranno lanciati uno a fine anno e l’altro a gennaio, saranno rispettivamente il settimo e l’ottavo ponte della città, annuncia Expresso. Già da aprile 2018 si era parlato del settimo ponte, mentre per l’ottavo, che fa parte del Programma Nazionale di Investimenti, ancora non si sa molto a parte che servirà per il passaggio della metro in vista dell’allargamento della linea e che attrarrà i migliori ingegneri del mondo, ma per il quale ancora non si ha un budget.

D.F.

La riunificazione tedesca (Deutsche Wiedervereinigung) rappresenta la riconquista dell’unità nazionale da parte della Germania, che alla fine della Seconda Guerra Mondiale, conclusasi con la sconfitta del Terzo Reich, era stata divisa in due Stati dalle potenze alleate. La riunificazione avvenne il 3 ottobre 1990 e i passaggi fondamentali furono la caduta del muro di Berlino (9 novembre 1989) e l’entrata in vigore del Trattato sull’unione monetaria (1° luglio 1990). Leggendo sulle prime pagine del giornale tedesco Die Zeit emerge che il 30° Anniversario dell’Unità tedesca è stato celebrato nonostante il perdurare dell’emergenza da Covid-19. Frank-Walter Steinmeier, Presidente della Repubblica federale tedesca da marzo 2017, la cancelliera Angela Merkel e il Presidente del Bundestag Wolfgang Schauble hanno preso parte a una funzione ecumenica nella chiesa di San Pietro e Paolo per dare il via alle celebrazioni a Potsdam. Purtroppo, a causa della pandemia, solo 130 ospiti hanno potuto partecipare, comprese le delegazioni di cittadini degli stati federali. Le celebrazioni all’insegna del motto “Noi insieme” saranno ospitate dal primo ministro del Brandeburgo Dietmar Woidke (SPD). Steinmeier durante il suo discorso ha affermato che «oggi viviamo nella migliore Germania che sia mai esistita» e ha inoltre aggiunto che i tedeschi sono «i bambini fortunati al centro del mondo in Centro Europa» e «se è vero che la rivoluzione pacifica può darci incoraggiamento anche oggi, allora creiamo un luogo che ci ricordi questo coraggio».

Al Bundestag, stando a quanto emerge sul giornale Tagesschau, si sono tenuti discorsi emozionanti, anche da parte di oppositori politici. Yvonne Magwas, membro del partito CDU di orientamento democratico-cristiano e conservatore, ha vissuto il momento della riunificazione quando aveva dieci anni e viveva nel Vogtland in Sassonia e ha affermato che «con così tante nuove grandi opportunità, libertà e aria da respirare ho potuto studiare quello che volevo, sono infinitamente grata alle persone che scesero in piazza per la riunificazione a quell’epoca.» Il vicecancelliere Olav Scholz ha definito la rivoluzione pacifica nella DDR e la riunificazione come un momento speciale nella storia del popolo tedesco. Scholz ha inoltre avvertito di non dimenticare la grande rottura strumentale economica che si era verificata nei nuovi stati federali. In qualità di giovane avvocato, egli stesso rappresentava i comizi aziendali e i sindacati nei nuovi stati. Ad oggi rimane ancora dell’opinione che si sarebbero potuti trovare altri modi e soluzioni per diverse aziende. Christian Lindner, leader dell’FPD, si è lamentato del fatto che si parla troppo poco di ciò che è successo all’Est e ha richiesto di migliorare le condizioni per lo sviluppo economico e di creare le condizioni per una maggiore imprenditorialità.

M.S., L.R.

Nel Lancashire, Regno Unito, due donne sono state ritrovate morte nella loro casa data alle fiamme.

Secondo il giornale The Guardian, le vittime sono la dottoressa Saman Mir Sacharvi e la figlia adolescente.

La polizia di Burnley ha individuato due uomini residenti nella stessa cittadina dove vivevano le due donne, accusandoli di omicidio e violenza sessuale. Inoltre, vi sarebbe anche l’accusa di incendio doloso, appiccato probabilmente per coprire le tracce del crime, come si legge su BBC News.

Il sovrintendente John Holmes ha spiegato che le indagini stanno continuando e che la polizia sta raccogliendo ulteriori informazioni per far luce su questo delitto, come riportato da Sky News.

In Irlanda il National Public Health Emergency Team si è riunito per discutere la strategia da adottare per contrastare un ulteriore aumento di casi di Covid-19.

Secondo BreakingNews.ie, gli ultimi dati allarmanti hanno spinto le autorità a varare delle restrizioni di livello cinque per l’intero Paese della durata di quattro settimane.

Tuttavia, la decisione frettolosa presa dalla squadra nazionale di emergenza sanitaria porterebbe a ulteriori disagi economici e sociali che metterebbero ancora una volta in ginocchio i cittadini irlandesi, come si legge su The Irish Times.

Come riporta Indipendent.ie, ulteriori restrizioni porterebbero a speculazioni e l’onorevole McGrath ha espresso preoccupazioni dovute all’attuale situazione sperando che non vengano adottate misure estreme.

S.C., S.P.

Il 4 ottobre si festeggia in Russia la ricorrenza del lancio del primo satellite artificiale da parte dell’Unione Sovietica nel 1957. Gli astronauti Anatoly Ivanishin e Ivan Vagner, a bordo della Stazione Spaziale Internazionale hanno inviato sulla terra un messaggio di auguri per questa giornata speciale dedicata al 63esimo anniversario del lancio dello Sputnik-1.

Gli astronauti si sono congratulati con gli ingegneri e gli scienziati che hanno reso possibili i primissimi passi verso la conquista dello spazio, nonché con tutti coloro che nell’industria spaziale dedicano la vita a sfide difficili e interessanti, volte alla scoperta e all’innovazione.

Il primo satellite fu lanciato alle 22:28 dal Scientific Research Test Range n.5, ora denominato Baikonur Cosmodrome, in Kazakhstan. Oggi il Baikonur Cosmodrome rappresenta l’area di lancio umano e artificiale più ampia del mondo. Da qui venne lanciato anche il primo volo dell’uomo nello spazio, nel 1961, compiuto da Yuri Gagarin a bordo del Vostok-1.

Sputnik-1 rimase in orbita per 92 giorni, dall’ottobre del 1957 fino al 4 gennaio 1958, quando si scontrò con l’atmosfera terrestre lasciando l’orbita, dopo aver compiuto 1440 orbite attorno alla Terra per 60 milioni di chilometri.

Parlando invece di politica internazionale Russia, Francia e Stati Uniti preparano una nuova dichiarazione congiunta sul Karabach. È quanto riportato dall’agenzia di stampa russa “Ria Novosti” a seguito di un’intervista al Ministro degli affari esteri della Federazione Russa Sergej Lavrov. Egli afferma: “I tre presidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE, rappresentati dai presidenti di Russia, Francia e Usa, hanno fatto una dichiarazione forte. Adesso stiamo preparando un comunicato dal Ministro degli Esteri dei tre paesi”. Il gruppo di Minsk è appunto una struttura di lavoro fondata nel 1992 dalla Conferenza sulla Sicurezza e cooperazione in Europa, con lo scopo di avviare una soluzione pacifica e moderata della questione del Nagorno-Karabach.

I leader dei tre paesi hanno invitato entrambe le parti opposte a porre fine agli scontri, impegnarsi a iniziare le trattative senza precondizioni, hanno condannato l’escalation ed espresso, infine, le condoglianze alle famiglie delle vittime. L’invito a cessare il fuoco indirizzato a Baku e Yerevan è giunto, inoltre, dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e dal Segretario generale dell’Organizzazione, Antonio Guterres.

 S.N., D.S.

AFRICA

In Senegal, le forti piogge di settembre hanno causato inondazioni in varie zone del Paese. Come riportato da BBC Afrique, il Ministro degli Affari Idrici del Senegal ha dichiarato, il 6 settembre, che è piovuto più in un giorno che in un’intera stagione. Le precipitazioni, infatti, hanno causato molte vittime. Nonostante il Presidente Senegalese abbia attivato un piano di emergenza, resta ancora molto da fare per garantire la ricostruzione delle case di molte famiglie.

EA.V.

Il Novo Jornal scrive dei 28 anni della democrazia in Angola. Dal 1992 gli angolani hanno votato anche nel 2008, 2012 e 2017, nonostante ci fosse stata un’interruzione a causa della guerra civile. Nel 1992, le contestazioni di Savimbi (uno dei più eletti) portarono ad una nuova guerra civile: ci furono migliaia di decessi ed ebbe fine solo nel 2002 con la morte del politico. Oggi in molti denunciano il presidente Lourenço di proteggere i suoi fedelissimi, nonostante i vari episodi di corruzione. Insomma, la strada della democrazia è ancora lunga.

M.P.

In Mozambico, lo scorso weekend si è celebrata la 28° Giornata Nazionale di Pace e Riconciliazione (4 ottobre) che segna la fine della guerra civile durata circa 16 anni (1977-92). Il presidente Filipe Nyusi ha affermato che sfortunatamente questa ricorrenza è velata di dolore perché una parte della popolazione nelle province di Cabo Delgado, Sofala e Manica vivono ancora il dramma della violenza armata causata dagli attacchi terroristici. Il popolo merita un Paese pacifico per cui il Mozambico continuerà ad utilizzare tutte le risorse disponibili per garantire l’ordine, riporta DW.

D.F.

Il Governo sudanese ha firmato un accordo di pace con alcuni gruppi ribelli sudanesi, con l’obiettivo di porre fine ad anni di conflitto armato nella regione del Darfur, nel Kordofan meridionale e nel Nilo azzurro meridionale.

La cerimonia della firma si è svolta a Juba, capitale del Sud Sudan, finalizzando un accordo preliminare raggiunto ad agosto, dopo mesi di colloqui, con i tre principali gruppi ribelli della regione del Darfur.

L’accordo è stato firmato dall’opposizione armata, il Fronte rivoluzionario sudanese, che comprende cinque movimenti armati e quattro movimenti politici. Due fazioni principali, l’Esercito di liberazione del Sudan e il Movimento popolare, non hanno aderito ai negoziati di pace.

Oltre a Egitto, Qatar e Arabia Saudita, alla cerimonia della firma hanno partecipato Ministri e leader di Governo dei Paesi vicini, nonché Salva Kiir Mayardit, Presidente del Sud Sudan, che ha rivestito un ruolo cruciale nella mediazione tra le parti, come riportato dalla BBC Arabic.

S.H.

MEDIO ORIENTE

In Siria, il ministro degli Esteri Walid al-Mouallem ha ricevuto le lettere credenziali presentate dall’ambasciatore omanita, Turki Mahmoud Al-Busaidi, il primo ambasciatore di un Paese del Golfo a Damasco dallo scoppio della crisi siriana nel 2011.

I paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo, infatti, nel 2011 hanno sospeso il lavoro ufficiale delle loro ambasciate in Siria dopo lo scoppio delle proteste che chiedevano la partenza del presidente siriano Bashar al-Assad.

Il ministero ha indicato che l’ambasciatore dell’Oman e il Ministro degli esteri siriano si sono a più riprese confrontati sulle relazioni bilaterali e sul rafforzamento della cooperazione tra i loro Paesi in diversi settori.

Emirati Arabi Uniti e Bahrein nel 2018 avevano già riaperto le proprie ambasciate in Siria ma senza nominare un ambasciatore, poiché la rappresentanza nell’ambasciata di Abu Dhabi era limitata a un incaricato d’affari, sottolinea la CNN Arabic.

I risultati di un sondaggio del Palestinian Central Bureau of Statistics hanno mostrato che il 63% delle famiglie palestinesi non sarà in grado di coprire le proprie spese mensili se le chiusure anti-coronavirus verranno reimposte.

In una dichiarazione, l’agenzia ha affermato che il 42% delle famiglie ha visto il proprio reddito ridotto di almeno la metà durante il periodo di chiusura rispetto a febbraio 2020, secondo quanto riportato da Sky News Arabia.

L’indagine condotta dall’Autorità di statistica ha incluso un campione di 9.926 famiglie con l’obiettivo di valutare l’impatto della pandemia sulle condizioni sociali ed economiche. Tale autorità aveva imposto una chiusura globale per contenere lo scoppio del coronavirus tra il 5 marzo e il 25 maggio.

Secondo il sondaggio, il 63% delle famiglie palestinesi ha fatto ricorso a prestiti di denaro per coprire il proprio fabbisogno di vita durante la chiusura, rispetto al 58% registrato in circostanze normali.

Questa percentuale ha raggiunto il 79% delle famiglie a Gaza e il 52% in Cisgiordania.

S.H.

AMERICA

Accadono cose importanti in Messico, nello specifico, nel progresso della lotta femminista. El País ha intervistato alcuni membri del movimento femminista El bloque negro, un gruppo che raccoglie donne provenienti da diverse organizzazioni. Il giornale le ha incontrate nella sede della Commissione Nazionale dei Diritti Umani, dove decine di loro si trovano attualmente per sfuggire a situazioni drammatiche di violenza domestica, abusi sessuali e di ogni tipo. Tra le intervistate ci sono donne più o meno giovani, con esperienze spaventosamente diverse, ma tutte unite nella lotta contro il maschilismo radicato e violento nel loro Paese. Affermano di non aver più paura e di essere disposte a tutto per protestare e manifestare, anche a picchiare e a farsi picchiare dalla polizia durante le loro rivolte. Nel loro Paese vengono spesso indicate come violente, ma a loro non importa, perché sono convinte di fare la cosa giusta per una giusta causa. Ricordiamo infatti che in Messico si registrano circa 10 femminicidi al giorno, per un totale di tremila all’anno, e il 90% degli assassini resta impunito.

Rimaniamo in Messico: El Paísinforma di una nuova proposta da parte del gruppo femminista Menstruaciόn Digna México per poter abolire il 16% di IVA imposta su tutti i prodotti associati alla menorrea. L’iniziativa è stata presentata da Martha Tagle alla Camera dei deputati lo scorso settembre. Attualmente 63 milioni di bambine e donne in Messico sono fertili e 1 su 4 vive in condizioni di povertà. Si tratta di un tema molto sentito, che il gruppo spera di affrontare con l’apertura di un dibattito sulla salute, sulla disuguaglianza e sulla giustizia finanziaria.    

L.C, M.D.F. e I.V

Negli Stati Uniti, il New York Times riporta le spese relative alla campagna elettorale di Biden (49,5 milioni di dollari) e di Trump (21,3 milioni di dollari) dell’ultima settimana.

Questa settimana è iniziata con un dibattito presidenziale diverso da tutti gli altri e si è conclusa in modo sorprendente: il Presidente Trump e la first lady Melania Trump, hanno detto di essere risultati positivi al coronavirus, gettando così la Casa Bianca e la corsa presidenziale nel caos.

Molti politici, che hanno contratto il Covid-19, affermano che vivere il virus può essere un punto di svolta, perché costringe loro a riesaminare le proprie opinioni sulla pandemia. Uno tra questi è Kevin Brooks, il sindaco di Cleveland, che ha passato ben undici giorni in ospedale. La sua affermazione, riportata dal New York Times, è stata: “Penso che il presidente Trump avrà probabilmente una visione diversa del virus ora che è risultato positivo”.

S.C., S.P

In Canada, la crisi sanitaria relativa al Coronavirus sta peggiorando. Secondo quanto riportato da Journal de Montréal, il Québec ha visto aumentare il numero di contagi del 50% in appena una settimana: dal 28 settembre al 4 ottobre compreso, 6.558 persone sono risultate positive al Covid-19, di cui 1.079 solo domenica. Ciò rappresenta una media di 937 contaminazioni al giorno, nonostante le nuove misure di contenimento nelle zone rosse come Montréal e Québec. L’unico dato positivo è un rallentamento del 75% del tasso di progressione della malattia.

EA.V.

Come riporta UOL, in Brasile i festeggiamenti per il carnevale del 2021 sono stati rinviati. La tradizione prevede sfilate e feste in strada che però non avverranno fino a tempo indeterminato, come annunciato dagli organizzatori dell’evento. La questione si è presentata già da luglio quando, cinque delle dodici scuole di samba a Rio de Janeiro, hanno chiesto, in caso di mancanza di un vaccino entro il mese di settembre, un rinvio dell’evento. Durante il tipico Sambodromo, ogni scuola sfila con circa 3000 membri in costume, ballando e cantando molto ravvicinati. Inoltre, lo Stato di Rio de Janeiro è il secondo più colpito dal Covid mentre il primo è quello di San Paolo. Il carnevale della città di San Paolo è uno dei più importanti in Brasile, con un’affluenza di circa 120 mila persone. È la seconda volta che il carnevale di Rio viene posticipato: la prima è stata nel 1912 per la morte del Ministro degli Esteri José Maria da Silva Paranhos Junior.

M.P.

ASIA

In Cina, l’alleviamento mirato della povertà è un concetto avanzato dal Comitato centrale del Partito comunista cinese. Persistere nell’alleviamento mirato della povertà e nell’emancipazione mirata dalla povertà costituisce la strategia fondamentale per vincere la lotta contro povertà. Nel corso dell’applicazione della strategia occorre realizzare “6 precisioni” (gli oggetti precisi dell’alleviamento della povertà, le misure nei confronti delle famiglie precise, la pianificazione precisa dei progetti, l’uso preciso dei capitali, l’invio preciso del personale in villaggi, e i risultati precisi dell’alleviamento della povertà), e applicare “5 gruppi”(un gruppo di persone affrancate dalla povertà attraverso lo sviluppo della produzione, un gruppo di persone affrancate dalla povertà attraverso il trasferimento in altre località, un gruppo di persone affrancate dalla povertà attraverso la compensazione ecologica, un gruppo di persone affrancate dalla povertà attraverso lo sviluppo dell’istruzione, un gruppo di persone garantite dalla previdenza sociale).

La testimonianza di Li Ping al South China Morning Post, ci fa in qualche modo comprendere cosa ci sia dietro a questa lotta incessante contro questa piaga che colpisce le zone rurali della Cina. Li è stato trasferito in un remoto angolo montuoso della Cina sud-occidentale nel 2016 con la missione di aiutare a far uscire la comunità dalla povertà. Ad Oggi, la contea di Xide nella provincia di Sichuan – l’area sotto la giurisdizione di Li – è sul punto di raggiungere ufficialmente l’obiettivo.

Xide è una delle sette contee nella parte occidentale del Sichuan che è ancora sotto la soglia di povertà e la comunità è in attesa di ricevere notizie dai livelli più alti di governo per sapere se ha raggiunto l’obiettivo. Ma questo non significa che la preoccupazione sia finita.

Li  Ping  è uno dei 3 milioni di funzionari statali inviati nelle aree povere del paese, con l’obiettivo di liberare le zone rurali dalla povertà. Un progetto questo, iniziato circa cinque anni fa, da l presidente Xi Jinping, che vorrebbe liberare il paese dalla povertà in tempo per il centenario del prossimo anno dalla fondazione del Partito comunista.

Per molti di questi funzionari, la missione ha avuto un grande costo personale: Li dedica la maggior parte delle sue ore di veglia al compito.

Han Feng, dell’Ufficio per l’alleviamento e lo sviluppo della povertà del Sichuan, ha affermato che che lavorava circa 14 ore al giorno e talvolta nei fine settimana, visitando le aree rurali e riferendo i progressi e i problemi al governo provinciale e al comitato del partito.

“Sono responsabile delle contee che sono profondamente impantanate nella povertà e la pressione è particolarmente grande”, ha detto Han. “Stiamo spendendo fondi governativi, adottando approcci non ortodossi e lavorando molte ore per compensare le carenze per rispettare la scadenza del 2020”.

Questo sforzo sembra dare i suoi frutti in alcune parti del paese, infatti alla fine dello scorso anno, il numero di persone che vivevano in povertà assoluta era di 5,51 milioni, in calo rispetto a oltre 98 milioni nel 2012, secondo i dati ufficiali.

Dong Jiaqi, capo della pianificazione e delle finanze presso il Leading Group Office of Poverty Alleviation and Development del Consiglio di Stato, ha affermato che parte del progresso è dovuto al grande sforzo dei vari funzionari e che la spinta della Cina per educare le persone ad uscire dalla povertà è iniziata garantendo l’istruzione gratuita.

In base al sistema, i massimi dirigenti del partito e del governo di 22 province centrali e occidentali si sono impegnati ad assumersi la responsabilità dell’attuazione del programma. Anche i funzionari di città, contea, municipalità e villaggio hanno preso impegni simili.

Combattere la povertà è fondamentale per garantire a ogni cittadino cinese una vita serena e dare a tutti le stesse opportunità.

G.R.

OCEANIA

In Nuova Zelanda, secondo il The Guardian,  Jacinda Ardern, Prima ministra e leader del Partito Laburista, afferma che il Paese non aprirà i confini fino a quando l’Australia non registrerà un mese senza trasmissione comunitaria di Covid-19.

Venerdì 2 ottobre, le autorità sanitarie del New South Wales hanno annunciato che per sette giorni consecutivi non c’è stato nessun caso di contagio Covid trasmesso localmente e, per tale ragione, Scott Morrison e Jacinda Ardern hanno concordato che i neozelandesi potranno viaggiare nel New South Wales e nel Northern Territory dal 16 ottobre, come riporta il The Guardian.

S.C, S.P

Rassegna stampa a cura di:

Ariela Capuano (responsabile lingua inglese)
Salvina Calanducci e Simona Picci (lingua inglese)
Giulia Deiana (responsabile lingua francese)
Silvia Calbi e Elen’Alba Vitiello (lingua francese)
Alessandra Semeraro (responsabile lingua spagnola)
Lavinia Cataldi, Michela Di Franco e Ilaria Violi (lingua spagnola)
Veronica Battista (responsabile lingua portoghese)
Martina Pavone e Diana Fagiolo (lingua portoghese)
Silvia Santini (responsabile lingua tedesca)
Michela Sartarelli e Laura Razzini (lingua tedesca)
Clarissa Giacomini (responsabile lingua russa)
Silvia Noli, Diana Sandulli (lingua russa)
Sara Zuccante (responsabile lingua araba)
Samar Hassan (lingua araba)
Claudia Lorenti (responsabile lingua cinese & coordinatrice del progetto)

Gioia Ribeca (lingua cinese)

#FACCIAMOILPUNTO

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Armenia-Azerbaigian : il nuovo conflitto in Medio Oriente per lo stato che non c’e’

200 vittime, tra civili e soldati, è l’attuale bilancio degli scontri tra Armenia e Azerbaigian, anche se rischierebbero di essere molti di più. Il conflitto è riesploso nella notte della scorsa domenica 27 settembre 2020 per il controllo della regione autonoma del NagornoKarabakh, a seguito di alcuni bombardamenti mirati organizzati dalle forze azere in risposta ad altrettanti attacchi dei separatisti armeni. Le forze indipendentiste hanno poi dichiarato la legge marziale, seguite in un secondo momento dai governi di Baku ed Erevan: si tratta sicuramente di una delle peggiori crisi tra i due paesi mediorientali dai tempi della risoluzione del Consiglio di Sicurezza del 1994. Inoltre, ricordiamo che il provvedimento aveva posto una tregua alle ostilità già implose all’interno dell’Unione Sovietica nella seconda metà degli anni Ottanta.

Quello tra Armenia ed Azerbaigian è un conflitto in cui entrano in gioco fattori di tipo identitario, ma anche fattori di carattere economico; difatti, il Nagorno – Karabakh è un importante  snodo per alcuni dei principali gasdotti e oleodotti che riforniscono il continente europeo.

La regione è stata riconosciuta dal diritto internazionale come parte dello stato azero, ma di fatto si tratta di una zona popolata e controllata da una solida comunità armena, autoproclamatasi Repubblica, mai riconosciuta da nessun altro Stato e che rifiuta la dominazione di Baku. Le prime tensioni per il controllo dell’area scoppiano nel febbraio 1988, quando l’oblast’ armena indipendentista della regione (altresì conosciuta come NKAO) richiede l’annessione del Nagorno-Karabakh alla Repubblica sovietica armena. I contrasti e le proteste si inaspriranno a partire dal momento in cui l’assemblea del Soviet supremo dell’Unione dichiarerà che la regione dovrà rimanere parte della repubblica dell’Azerbaigian. La decisione e lo sgretolamento dell’URSS saranno il punto di partenza di una serie di scontri armati e di episodi violenti, come il ‘massacro di Khojali’, in cui perderanno la vita numerosi abitanti dell’area di etnia azera. Tra l’aprile del 1993 ed il maggio del 1994, il Consiglio di Sicurezza adotterà una serie di risoluzioni in cui imporrà il cessate il fuoco e la successiva smilitarizzazione dell’area. Nonostante l’intervento della comunità internazionale, non si troverà mai un punto di mediazione al fine di intavolare delle trattative di pace per attenuare le divergenze tra i due stati contendenti: da una parte l’Armenia, appellandosi a fattori religiosi e patriottici, continua a  rivendicare la propria podestà territoriale, mentre Baku sostiene la propria incapacità di farsi da parte di fronte alle continue provocazioni, sollecitando di fatto un’azione mirata da parte della comunità internazionale.

All’impasse degli organi ONU di fronte alla questione, si aggiungono le attuali problematiche che gli altri membri della comunità internazionale si trovano a fronteggiare: l’Europa si trova nuovamente a gestire una nuova ondata di contagi da Covid-19 e gli USA sono nel bel mezzo delle presidenziali. Gli unici attori che, al momento, sembrano destinati a giocare un ruolo importante all’interno del conflitto sono Russia e Turchia. La prima si è sempre rivelata come un interlocutore decisamente equivoco tra le due ex-repubbliche sovietiche, ma la corsia preferenziale con lo Stato armeno è consolidata attraverso un’alleanza denominata Organizzazione del Trattato di Sicurezza collettiva (CSTO). In una prima telefonata con il premier Armeno, Putin ha affermato di voler evitare in tutti i modi una possibile ‘escalation del conflitto’. Dall’altra parte, invece, sembra che ci siano tutti i presupposti per adottare una linea dura: Erdogan si è dimostrato pronto ad intensificare quelle che sono già solide relazioni con l’Azerbaigian inviando aiuti consistenti, soprattutto al fine di riabilitare la propria reputazione nello scacchiere internazionale. Denunciando deliberatamente gli atteggiamenti di USA, Francia e Russia, che hanno richiesto un cessate il fuoco immediato, la presa di posizione adottata da Istanbul rischia di sconvolgere i già fragili equilibri della zona. Per il premier turco si tratta dell’ennesima scoccata ‘occidentale’ ad un problema che fino a questo momento è stato decisamente ignorato dalle grandi potenze, anche se di fatto Parigi, Mosca e Washington sono parte dell’OSCE, un’organizzazione creata proprio per far fronte a questo conflitto.

Lo scontro nella regione rischia di essere un nuovo teatro di contrapposizioni tra potenze internazionali e provvede ad acuire quelle che sono già delle palpabili tensioni tra Russia e Turchia in Eurasia. Quello che resta da capire è se, in questo caso, il Consiglio di Sicurezza riuscirà a mediare e a trovare una soluzione definitiva ad un conflitto che si porta avanti già da troppo tempo, a cui solo una soluzione comune e largamente condivisa potrà porre fine.

Martina Noero

#MondayAbroad

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Si riparte!

È stata un’estate particolare, distante in tutti i sensi da quelle alle quali eravamo abituati; un’estate calda, ma che non ha potuto essere al contempo calorosa, piena di dubbi e di domande, soprattutto sull’imminente futuro (caratteristica imprescindibile in quest’ultimo anno).

Eppure, siamo ancora qui: pieni di sogni, di speranze e con una gran voglia di tornare alla ribalta.

Per chi non conosce la rubrica, mi presento: mi chiamo Ilaria, sono una studentessa di LM37 e #MondayAbroad è un piccolo rifugio nel quale mi piace pensare di riuscire a raccontarvi e a raccontarmi nel migliore dei modi.

Nata con l’intento di vivere l’estero senza muoversi dalla comoda poltrona di casa, la rubrica ha oggi come prima prerogativa l’intento di trasportavi in luoghi che magari non conoscete o, ancora, che magari vi piacerebbe rivivere il prima possibile.

L’anno scorso siamo volati in molti Stati del mondo, abbiamo sorvolato oceani e continenti e oggi siamo ancora qui, con la stessa curiosità che ci spinge a conoscere e a conoscerci sempre di più.

Siamo arrivati veramente lontanissimo e ora siamo pronti a ripartire: dove siete stati in vacanza?

Quest’estate mi sarebbe piaciuto poter sentire un po’ di quella libertà che il lockdown mi aveva tolto; avrei compiuto tutte le volte che mi sarebbe stato possibile il giro del mondo, proprio perché sentivo una voglia di conoscere, scoprire e innamorarmi sempre più forte e decisa. Eppure, pensandoci bene, mi sono resa conto che tante volte abbiamo le meraviglie a portata di mano, ma non siamo in grado di ammirarle come in realtà dovremmo fare.

Vi racconto, dunque, della mia estate italiana, condita con ‘nduja e tanto, tanto amore di nonna.

Come ogni anno dal lontano 1997, anno della mia nascita, la mia famiglia e io siamo partiti alla volta dei terreni che hanno dato i natali a mio papà e ai miei nonni materni: la Locride. Questa zona rimane in provincia di Reggio Calabria e comprende molte cittadine, tante delle quali si affacciano sul meraviglioso Mar Jonio.

È super consigliata per chi è alla ricerca di ottimo cibo (e no, non sto parlando solo di quello di nonna e di zia), risate e tanta allegria.

Ho dei bellissimi ricordi legati a quelle terre, sia perché intrecciati alle mie origini, sia perché la vita lì è talmente rilassata e serena, che è davvero impossibile non prenderla se non con le migliori intenzioni di relax e divertimento.

Come ognuno di noi penso abbia, anche io ho un posto del cuore: la mia terrazza.

Leggenda narra che se hai il coraggio di salire tutti e cinque i piani di casa di nonna, arrivi in terrazza che neanche ti ricordi come mai ti eri alterato (e io confermo in toto quanto affermato).

È un posto speciale: sei talmente in alto che ti si sollevano anche i pensieri. Inoltre, potrà sembrare banale e quasi mainstream, ma c’è lui, il profondo amico blu che sa abbracciarti anche solo con uno sguardo: il mare.

Tutto si tranquillizza, si calma, si organizza; ti viene offerto uno sguardo sul mondo che, per quanto possa racchiudere un piccolo territorio, ti spinge a vedere oltre l’orizzonte.

Insomma, le mie vacanze sono state questo e tanto altro ancora.

Grazie per essere la mia terrazza preferita, mia cara Calabria.

Ilaria Violi

#OroScoop – Ottobre

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ARIETE (21 marzo – 20 aprile)

Hai Saturno contro dal 2012, che cosa gli hai fatto di male?
Evita i caffè delle macchinette e opta per le tisane rilassanti, caro Ariete.

TORO (21 aprile – 20 maggio)

In amore sei molto cauto, caro Toro, ma se continui così finirai per impersonare la Bridget Jones dell’università. Un modo carino per attaccare bottone potrebbe essere chiedere un po’ di igienizzante mani a quel ragazzo/a carino/a che incroci sempre.

GEMELLI (21 maggio – 21 giugno)

Il tuo dualismo e la tua indecisione sembrano essersi accentuati ultimamente, ma questo non ti autorizza a prenotarti a lezione e poi annullare la prenotazione in continuazione. Scegli una delle tue personalità e falla andare a lezione.

CANCRO (22 giugno – 22 luglio)

Cancro, è la terza volta che dimentichi il microfono acceso e ti sentiamo russare, sii più attento (e smettila di guardare serie tv fino alle 3 del mattino).

LEONE (23 luglio – 23 agosto)

In questi giorni hai voglia di mettere le mani addosso a qualcuno, ma il metro di distanza da rispettare te lo impedisce. Per calmarti, prova a correre dall’aula 11 all’ingresso per almeno 10 volte.

VERGINE (24 agosto – 22 settembre)

Siete i precisini dello zodiaco. Meticolosi e ordinati come nessun altro.
Fate una buona azione e iniziate a passare i vostri appunti (potete farvi pagare in Spritz, così iniziate a rilassarvi un po’).

BILANCIA (23 settembre – 22 ottobre)

Eterno indeciso. Ancora ti chiedi se la scelta universitaria che hai fatto è quella giusta: se sei una matricola, non ti preoccupare, avrai il tempo per capirlo; se non lo sei, amo non è che possiamo dirtelo noi, dai.

SCORPIONE (23 ottobre – 22 novembre)

Indipendente ed individuale, quasi asociale. Credimi, la tua vita universitaria potrebbe migliorare se ti decidessi di parlare con qualcuno ogni tanto. E no, non vale il barista.

SAGITTARIO (23 novembre – 21 dicembre)

Schietto e sincero, ma noi eviteremmo di commentare ogni secondo universitario delle vite degli altri, soprattutto se dimentichi il microfono acceso e questi commenti sono rivolti alla nuova mascherina personalizzata del professore.

CAPRICORNO (22 dicembre – 20 gennaio)

Non puoi terminare un anno universitario in sei mesi: datti tempo, sii cauto e, soprattutto, non vivere come guidi che la mattina sembra tu voglia entrare in aula in auto! #SOS

ACQUARIO (21 gennaio – 19 febbraio)

Scappare dai problemi? Sai farlo alla grande, ma non puoi sfuggire a tutti gli appelli. Ricorda che per laurearsi bisogna accumulare CFU, non scuse.

PESCI (20 febbraio – 20 marzo)

Romantici dalla nascita, ma ci siamo persi! La settimana scorsa era la crush conosciuta due banchi dopo di te, ieri quella dalla macchinetta, domani quella vista in video-lezione? Amo, non puoi innamorarti di tutti quelli che vedi: siamo circa 4000 e c’è il distanziamento sociale!

Isabella Ferrigno & Chiara Palumbo

#POLITICAFFÈ

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Trump: mentre si aspetta di sapere come influirà il contagio sulla campagna presidenziale, il match tra i due candidati potrebbe essere il preludio dello scenario all’indomani del voto

Stampa statunitense

In questi giorni il mondo si chiede se Trump continuerà – e in che misura e con quali modalità – a portare avanti la propria campagna elettorale, nonostante abbia contratto il coronavirus. Proprio la settimana scorsa il primo dibattito tra i candidati alla Casa Bianca ha avuto luogo a Cleveland, Ohio. Martedì scorso, l’attuale Presidente Donald Trump e Joe Biden, ex vicepresidente dell’amministrazione Obama, si sono confrontati in quello che è stato definito da The New York Times come il dibattito più confusionario della moderna politica americana. Il moderatore Chris Wallace di Fox News è dovuto intervenire più volte per permettere un normale svolgimento del dibattito, il quale è stato caratterizzato da toni particolarmente accesi. Nel corso del confronto sono state pronunciate espressioni del tipo «Taci!», «Sei il peggior presidente americano che ci sia mai stato» da parte di Biden e «In 47 mesi ho ottenuto più risultati io che tu in 47 anni» da parte di Trump. La piega che ha preso il dibattito ha nettamente oltrepassato la linea che distingue un dialogo, seppur acceso, da una “rissa a suon di parole”.

Sempre The New York Times in un altro articolo sottolinea come il caos prodotto dall’evento abbia lasciato perplessi sia i simpatizzanti che i rivali di entrambe i candidati. Il comportamento tenuto da entrambi è stato severamente criticato da analisti e politici occidentali. L’attuale direttore dell’European Council on Foreign Relations, Jeremy Shapiro, ha sostenuto che, in linea generale, gli spettatori hanno interpretato il dibattito come l’ennesima prova del degradarsi della democrazia statunitense.

The Detroit News riporta in dettaglio i diversi temi che sono stati trattati durante questo burrascoso confronto: dall’economia del Paese alle tasse non pagate da Trump, dalle proteste del movimento Black Lives Matter ai cambiamenti climatici, dagli affari privati di famiglia alla Corte Suprema. Gli argomenti che hanno contribuito ad infiammare il dibattito sono stati la gestione della pandemia dovuta al coronavirus e il razzismo nella società statunitense. Infatti, negli Stati Uniti più di 200.000 persone sono decedute a causa del Covid-19 e ancora oggi la situazione in cui versa il sistema statunitense è ancora molto precaria.

Alla richiesta da parte del moderatore Wallace di condannare i suprematisti bianchi, Trump si è rifiutato di esprimersi contro i loro metodi e ha aggiunto, riferendosi ai Proud Boys – noto movimento armato di estrema destra – di «stare lì e stare pronti». Questo è quanto riporta la CNN.

La strategia di Trump è stata evidente: interrompere continuamente Biden e farlo innervosire al fine di indurlo a dare risposte inconcludenti e poco chiare.

La strategia adottata da Trump si rivelerà vincente per ottenere il secondo mandato? Attendiamo di vedere cosa accadrà durante i prossimi confronti che, se si terranno, saranno il 15 e il 22 ottobre prossimi, tendendo in considerazione le condizioni di salute del Presidente.

Stampa inglese

Circa 73 milioni di persone hanno seguito il primo duello televisivo tra il Presidente in carica Donald Trump e lo sfidante democratico Joe Biden. E la BBC dice che per il momento i dati mostrano un ascolto più basso rispetto a quello del 2016. In quell’occasione, lo scontro finale tra Trump e Hillary Clinton riuscì a catalizzare l’attenzione di 84 milioni di spettatori, superando il record di 80,6 milioni del 1980, quando a sfidarsi c’erano Reagan e Carter.

Come racconta il Daily Mail però, nonostante questi risultati, Trump ha affermato che il recente dibattito è stato l’evento più visto nella storia della TV via cavo. Secondo Nielsen, tra tutte le reti, Fox News è stata la più seguita con 17,8 milioni di telespettatori, invece nelle successive posizioni si trovano ABC, NBC e CNN. Il quotidiano inglese avverte poi che, se il ciclo di dibattiti di queste presidenziali dovesse seguire lo stesso andamento del 2016, gli ascolti sono destinati a calare.

Ad ogni modo, ciò che ha sicuramente colpito durante questo scontro televisivo, è stata la veemenza con cui i due candidati hanno fatto le loro affermazioni. Tanto che la Commission on Presidential Debates (CPD) potrebbe introdurre nuove rigide regole, come quella di chiudere il microfono di un candidato, qualora dovesse violare alcune norme. Non a caso, i commentatori più critici hanno bollato questo evento come uno «spettacolo caotico di teatro politico» o, più semplicemente, una «vergogna». Secondo Tim Stanley, cronista del giornale britannico, Trump, che è apparso al meglio nella discussione sull’economia, avrebbe architettato una singolare strategia per spingere Biden a fare degli errori. Questa tattica sarebbe sfociata nelle dure reazioni di Biden, che ha detto al Presidente di stare zitto, di essere un razzista e un bugiardo.

Tuttavia, la notizia inaspettata sulla positività del Presidente al coronavirus, potrebbe alterare pesantemente il ritmo della campagna presidenziale. In particolare, un clima di incertezza ha iniziato a minacciare il calendario dei prossimi dibattiti. E secondo il Daily Telegraph, la pandemia avrebbe finito per dare maggior peso proprio a questi “testa a testa” televisivi.

Il secondo dibattito è in programma il 15 ottobre all’Adrienne Arsht Center for the Performing Arts di Miami, mentre quello finale dovrebbe svolgersi alla Belmont University di Nashville nel Tennessee il 22 ottobre.

Quali altri colpi di scena ci riserveranno queste elezioni presidenziali? In attesa di scoprirlo, ci prepariamo ad assistere allo scenario incandescente delle ultime settimane prima del prossimo 3 novembre, coronavirus permettendo…

Chiara Aveni e Gaia Natarelli  

Fonti

With Cross Talk, Lies and Mockery, Trump Tramples Decorum in Debate With Biden, disponibile su https://www.nytimes.com/2020/09/29/us/politics/trump-biden-debate.html?action=click&module=Spotlight&pgtype=Homepage, consultato il 01/10/2020

Trump, Biden interrupt each other, snipe in first debate, disponibile su https://eu.detroitnews.com/story/news/politics/2020/09/29/detroit-news-election-2020-presidential-debate-trump-biden-cleveland/3577101001/, consultato il 01/10/2020

6 takeaways from the off-the-rails first debate between Biden and Trump, disponibile su https://edition.cnn.com/2020/09/30/politics/trump-biden-first-debate-takeaways/index.html, consultato il 01/10/2020

Trump-Biden Debate Prompts Shock, Despair and, in China, Glee disponibile su https://www.nytimes.com/2020/09/30/world/europe/trump-biden-debate-global-reaction.html, consultato il 01/10/2020

US election 2020: debate pulled in 73 million TV viewers disponibile su https://www.bbc.com/news/election-us-2020-54365868, consultato il 03/10/202

US election debates schedule: dates, times and how to watch in the UK disponibile su  https://www.telegraph.co.uk/news/0/us-election-debates-schedule-2020-dates-times-tv-channel-uk-watch/, consultato il 03/10/2020

US election debate: Joe Biden called Donald Trump a racist and a liar – and he was by far the politest candidate disponibile su https://www.telegraph.co.uk/opinion/2020/09/30/ugliest-debate-ever-trump-defeated/, consultato il 03/10/2020

Trump claims presidential debate received ‘highest ratings in the history of cable television’ despite figures showing 73 million tuned in – 13% less than in 2016 disponibile su https://www.dailymail.co.uk/news/article-8791475/Trump-Bidens-2020-presidential-debate-TV-ratings-drop-36-compared-Clinton-showdown-2016.html, consultato il 03/10/2020

#ATUTTOMONDO

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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT

L’incubo del Covid è di nuovo alle porte: aumento vertiginoso dei contagi in vari Paesi. La Spagna torna ad applicare misure restrittive e limitazioni nella circolazione delle persone, la Francia non è da meno. Negli USA la nuova nomina alla Corte Suprema: Amy Coney Barrett.

EUROPA

Con quasi 750mila casi la Spagna si conferma il Paese europeo con il più alto numero di contagi e, per tale ragione, il Ministero della Sanità sta preparando un documento contenente le misure restrittive che le comunità autonome dovranno attuare per limitare la diffusione del Covid-19.

La testata giornalistica Abc ha avuto accesso alla bozza del documento che prevede il divieto di interazione sociale tra persone residenti in comuni differenti, la riduzione di ingressi in luoghi al coperto e la chiusura dei parchi giochi. Le comunità avranno l’obbligo di applicare le succitate restrizioni nei comuni con più di centomila abitanti qualora si verifichino tre condizioni: che nel municipio siano stati registrati 500 contagi negli ultimi quindici giorni, che la percentuale di positività risulti superiore al 10% durante le prove diagnostiche effettuate nelle due settimane precedenti e che la comunità cui appartiene la città interessata presenti oltre il 35% di posti occupati in terapia intensiva da pazienti affetti da Covid-19. Al fine di tenere sotto controllo i comuni con un alto numero di contagiati, ci saranno limitazioni nella circolazione di persone tra un paese e l’altro con alcune eccezioni: rientro nel comune di residenza, obbligo di assistenza a persone bisognose, il rinnovo o la richiesta di documenti ufficiali e altre attività improrogabili ma opportunamente certificate. Le misure di contenimento coinvolgono anche luoghi di culto, centri sportivi e locali commerciali, la cui capacità verrà dimezzata e l’orario di chiusura fissato al massimo alle 22.

L.C, M.D.F. e I.V

In Francia, soprattutto nella regione Ile-de-France, la crisi sanitaria relativa al Coronavirus continua a peggiorare. Secondo quanto riportato da Le Monde, il tasso di contagio ha superato le 250 persone ogni 100.000 abitanti in sette giorni. Di conseguenza il primo ministro Jean Castex e i sindaci di Parigi, Lione, Lille e Grenoble devono discutere nuove misure restrittive. L’Ile-de-France è una zona a rischio, dove i bar chiudono alle 10 di sera e dove c’è il divieto di attività sportiva. Poiché gli indicatori della stabilità epidemica del governo illustrano uno scenario sempre più negativo, si sta valutando una chiusura totale dei bar e dei ristoranti di Parigi.

EA.V.

In Belgio è stato siglato, mercoledì 30 settembre, l’accordo “Vivaldi”, con il quale decade il governo provvisorio riunito per affrontare l’emergenza da Coronavirus. Secondo quanto riportato da RTBF info, il cosiddetto governo Vivaldi ha concordato un programma approvato in maggioranza durante le negoziazioni avviate domenica 27 settembre. Il governo belga ha definito i sei aspetti prioritari del programma: un paese solidale, prospero, sostenibile, sicuro, nella cooperazione e nel rispetto. Il team Vivaldi dichiara che il benessere e la prosperità di tutti i belgi saranno al centro delle azioni del governo. Il primo passo è sconfiggere il Coronavirus e riavviare l’economia. Inoltre, è stata pianificata, per il 2024, l’attuazione di riforme economiche, sociali e ambientali.

EA.V.

In Svizzera, mercoledì 30 settembre, il partito di destra si è scisso in due gruppi con parere diametralmente opposto nel corso della votazione di un’iniziativa economica. Quest’ultima impone alle aziende con sede in Svizzera e alle aziende da esse controllate l’obbligo di garantire il rispetto dei diritti umani e delle norme internazionali in materia ambientale. Come riporta Le Temps, se una delle aziende “subordinate” viola tali norme, la società madre è responsabile, a meno che non dimostri di aver esercitato la dovuta diligenza per prevenire il danno. L’iniziativa offre alle parti lese all’estero la possibilità di avviare un procedimento civile in Svizzera per ottenere un risarcimento. È stata evidenziata chiaramente una scarsa compattezza della destra che non può che compiacere gli avversari politici.

S.C.

Questa settimana termina in Portogallo il periodo critico degli incendi che quest’estate ha bruciato circa 65 mila ettari di terra per 8980 incendi totali. Gli incidenti hanno inoltre provocato il decesso di cinque pompieri e un pilota di aerei. Negli ultimi tre mesi la squadra antincendi è stata utilizzata al massimo della sua capacità, anche per l’aumentata necessità rispetto allo scorso anno, e rimarrà all’erta fino al 15 ottobre, riporta Expresso.

D.F.

Germania, il virus torna a correre: Monaco, Würzburg, il quartiere Friedrichshain-Kreuzberg a Berlino, Cloppenburg, Hamm, Remscheid rappresentano i luoghi maggiormente colpiti. Dal Tagesschau emerge che i casi di nuove infezioni segnalati dall’organizzazione responsabile per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive in Germania, il Robert Koch Institut, si attestano tra i 1.500 e 2.300. Si attribuisce la causa di questo aumento, che non si registrava così alto da aprile, a chi è tornato dall’estero e agli assembramenti, come è successo nella città di Hamm, situata nel Land della Renania Settentrionale-Westfalia, dove più di 80 persone sono state contagiate durante la celebrazione di un matrimonio. «La Germania si trova attualmente in fase pandemica e si deciderà come agire per i prossimi mesi autunnali ed invernali» – così ha annunciato Steffen Seibert, capo dell’Ufficio Stampa e portavoce del governo federale tedesco.

Il capo del partito tedesco CSU, Markus Söder, ha descritto l’infezione virale da Covid-19 come una catastrofe naturale e si è rivolto a tutti per una lotta comune contro il diffondersi del virus. Sempre sul Tagesschau, Söder ha affermato in una conferenza online tenutasi dal partito che «il coronavirus è tornato con tutte le sue forze ed è dappertutto in Europa». Durante il suo discorso, Söder ha respinto la critica che riguardava i test gratuiti considerati come uno spreco di denaro per chi era di rientro in patria. Il politico tedesco ha inoltre dichiarato che il mantenimento dei posti di lavoro e la piena operatività nelle scuole e negli asili nido hanno la massima priorità e che bisogna attuare una serie di regole per tutti, vincolanti, comprensibili e proporzionate.

Leggendo sulle prime pagine di Spiegel Wissenschaft emerge che una violenta ondata di influenza stagionale sarebbe fatale in questo momento di crisi e il sistema sanitario sarebbe sull’orlo del collasso. L’esperto di salute del partito tedesco SPD Lauterbach ha richiesto quindi vaccinazioni antinfluenzali gratuite per tutti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda la vaccinazione antinfluenzale volontaria a livello nazionale per tutti, non solo per i gruppi a rischio. Anche Jens Spahn, ministro federale della sanità dal 2018, si è mostrato a favore. «Chiunque voglia vaccinare sé stesso e i propri figli ne ha la possibilità e dovrebbe farlo per il bene degli altri». Le compagnie di assicurazione sanitaria generalmente pagano una vaccinazione antinfluenzale se l’assicurato appartiene al gruppo di rischio definito dalla Commissione permanente per le vaccinazioni (Stiko). Questi includono, ad esempio, persone di età superiore a 60 anni, malati cronici, donne in stato di gravidanza e tutti gli operatori sanitari.

M.S., L.R.

Secondo il The Guardian  e Flipboard, la Gran Bretagna ha offerto un periodo di transizione di tre anni alle flotte pescherecce europee per consentire loro di prepararsi al cambiamento post-Brexit.

Secondo la proposta, le catture delle flotte da pesca europee nelle acque del Regno Unito saranno “ridotte gradualmente” tra il 2021 e il 2024. Il lungo periodo di transizione è contenuto in un nuovo documento negoziale, presentato in vista dell’attuale ciclo di negoziati a Bruxelles tra le squadre guidate rispettivamente da David Frost e Michel Barnier.

L’idea di un periodo di transizione era già stata avanzata in precedenza, ma i dettagli sono stati forniti solo nei giorni scorsi. Il Regno Unito rimane impassibile sulla sostituzione della politica comune della pesca con un sistema di “attaccamento zonale” che offrirebbe un aumento significativo delle catture per le flotte da pesca britanniche.

S.C., S.P.

È previsto un incontro tra Russia, Francia e Stati Uniti in merito al conflitto nel Nagorno-Karabakh. Sul fronte internazionale si spera in un prossimo accordo di cessare il fuoco. Tuttavia, il presidente dell’Azerbaijan Ilham Aliyev ha dichiarato che i combattimenti contro l’esercito armeno continueranno finché non sarà ripristinata l’integrità della regione.

L’ Armenia non sembra voler fare alcun passo indietro nel riconoscimento della Repubblica del Nagorno-Karabakh. Allo stesso tempo, da Yerevan è stato dichiarato che il 29 settembre sono state attaccate dalla Turchia, stato membro della NATO, le città armene di Mets-Masrik e Sotk. L’accusa riguarda un F-16 turco che avrebbe ucciso in volo un pilota armeno, distruggendo il suo Su-25. Le ragioni dell’incidente non sono chiare: gli esperti del Consiglio per gli Affari Internazionali russo hanno spiegato che non ci sono prove evidenti dell’accaduto e che il Su-25 si sia schiantato contro un’altura. Il coinvolgimento della Turchia è evidente anche dal fatto che sta fornendo armi all’esercito azero passando per la Georgia, dove alcuni militanti armeni hanno bloccato il traffico stradale per impedire che le armi venissero consegnate. Anche il presidente francese Macron ha criticato l’operato della Turchia nelle affermazioni a sostegno dell’Azerbaijan, definendolo: “Sconsiderato e rischioso”.

Tornando a parlare di un altro conflitto che grava sul panorama internazionale, l’aggravarsi della situazione a Nagorno-Karabach ha generato un dialogo tra il primo ministro armeno Nichol Pashinyan, il leder azero Ilham Aliyev e il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko, il quale, oltre al conflitto in corso, ha affrontato la questione delle relazioni bilaterali e la cooperazione commerciale ed economica con i due paesi.  D’altra parte, la Bielorussia sperimenta un grave deficit di fiducia con la vicina Ucraina, con cui è determinata a preservare un rapporto di amicizia e collaborazione. “Le infinite dichiarazioni dei politici ucraini, compresa quella del Ministro degli affari esteri, sono diventate per noi un serio motivo di dubbi oggettivi sulla sincerità delle loro dichiarazioni di amicizia”, ha commentato il Ministro degli affari esteri bielorusso Glaz. Secondo Minsk, infatti, le dichiarazioni provenienti da Kiev riguardo la situazione in Bielorussia, sembrano minare il rapporto tra i due paesi: in precedenza, il Ministro degli esteri ucraino Dmitry Kuleba ha affermato che il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko “ha fatto la sua scelta” avviando un riavvicinamento con Mosca, che, per il Ministro ucraino, “porta a una disputa” tra Kiev e Minsk; e allo stesso modo, il presidente ucraino Vladimir Zelensky ha dichiarato che qualora il governo bielorusso non conduca un dialogo con il popolo, allora il governo non verrà riconosciuto”.

In risposta, la Bielorussia ha considerato le suddette dichiarazioni dei funzionari ucraini non completamente autonome e ha espresso la speranza che l’Ucraina riesca a liberarsi dalla stretta morsa dei partner occidentali e costruisca relazioni con i paesi vicini.

 S.N., D.S.

AFRICA

In Costa d’Avorio, la situazione politica è tesa da quando il presidente Ouattara ha annunciato la sua candidatura per il controverso terzo mandato, mentre diversi leader dell’opposizione, come l’ex leader ribelle Guillaume Soro e l’ex presidente Laurent Gbagbo, sono stati respinti dal Consiglio costituzionale. Come riporta BBC Afrique, l’organizzazione per la prevenzione dei conflitti International Crisis Group (ICG) chiede il rinvio delle elezioni presidenziali, previste per il 31 ottobre. Alla luce degli atti di violenza preelettorale che hanno già causato la morte di circa 15 persone in agosto, secondo l’ICG il rinvio delle elezioni permetterebbe di far luce sulla vicenda e avviare un dialogo per lo svolgimento pacifico e trasparente delle elezioni.

S.C.

In Angola le autorità ambientali sono preoccupate: come riporta Novo Jornal, si sta cercando di impedire l’abbattimento indiscriminato dei baobab, nella zona di Sequele, nel municipio di Cacuaco, nella provincia di Luanda. La comunicazione è arrivata durante una conferenza stampa dalla direttrice dell’Istituto di Biodiversità e Conservazione Ambientale (INBAC) Albertina Nzunzi. La responsabile ha detto che la denuncia dell’accaduto è arrivata alle autorità attraverso i social. Dopodichè una squadra di specialisti si è recata sul posto, scoprendo che 1800 baobab, simbolo nazionale oltre che albero secolare, sono stati abbattuti. Il motivo di questa azione risiede nel fatto di voler occupare illegalmente i terreni e costruirci case. Delle persone vengono assunte per tagliare i baobab ad un prezzo che varia tra i 34 e i 41 euro.

M.P.

In Guinea Bissau la scorsa settimana si è tenuta una cerimonia pubblica per commemorare l’indipendenza (24 settembre), evento che ha provocato diverse critiche dato che ha riunito circa 15 mila persone nel periodo di emergenza sanitaria decorrente, riporta DW. L’evento è stato organizzato nello stadio più grande del Paese in un momento in cui decorre lo stato d’emergenza e il divieto di raggruppamento oltre le 25 persone fino all’8 dicembre.

Nel suo discorso all’Assemblea generale dell’ONU, il primo ministro di Capo Verde Ulisses Correiae Silva ha parlato di supporto ai Paesi africani per superare la pandemia. “Tutti ci guadagnano se i Paesi africani hanno le condizioni necessarie per superare la grave crisi sanitaria, economica e sociale.” Ha proposto un accesso equo e universale al vaccino e il condono del debito estero, soprattutto per i piccoli Paesi insulari in via di sviluppo (circa 40 in Africa). Questi Paesi secondo il primo ministro sono più sensibili al calo del turismo e agli shock economici e ambientali. Ha spiegato che Capo Verde, per esempio, senza il debito riuscirebbe a finanziare l’Agenda di Sviluppo Sostenibile 2030, riferisce DW.

D.F.

Il Governo algerino ha deciso di sospendere completamente l’isolamento di 10 province su 48, mentre, nel frattempo, ha continuato a vietare matrimoni e cerimonie funebri come parte delle misure volte a contenere lo scoppio del nuovo coronavirus. L’agenzia di stampa algerina ha affermato che il primo ministro Abdelaziz Jarad ha adottato “una serie di misure volte ad affrontare la crisi sanitaria e a contenere la diffusione della pandemia”. La quarantena domestica parziale è stata revocata a 10 province in cui si sta assistendo a un notevole miglioramento a livello sanitario. D’altra parte, è stato deciso di estendere la procedura di quarantena domestica per un periodo di 30 giorni, a partire dai primi giorni di ottobre dalle 23 alle 6 del mattino, per altre 8 province. È interessante notare che l’Algeria ha registrato oltre 51mila nuovi casi di coronavirus, inclusi 1726 morti. Il numero di guariti, invece, è stato pari a 36mila, come sottolinea Sky News Arabia.

S.H.

MEDIO ORIENTE

Lo sceicco Nawaf Al-Ahmad Al-Jaber Al-Sabah ha giurato davanti al Parlamento di essere il nuovo emiro del Kuwait, succedendo al fratellastro Sabah Al-Ahmad Al-Jaber Al-Sabah, morto martedì all’età di 91 anni dopo una lunga malattia. Voci sull’identità del nuovo principe ereditario hanno già iniziato a circolare. Il nuovo sovrano del Kuwait, che ha 83 anni, ha infatti un anno di tempo per scegliere il suo principe ereditario, poiché l’articolo 4 della Costituzione afferma che “il Kuwait è un emirato ereditario dei discendenti della famiglia Mubarak Al-Sabah e che il principe ereditario deve essere nominato entro un anno al massimo dall’ascesa al trono dell’emiro”. La nomina deve essere approvata dalla maggioranza dei membri dell’Assemblea Nazionale. L’articolo 4 afferma che “la nomina del principe ereditario avverrà mediante la raccomandazione dell’emiro e con la promessa di fedeltà all’Assemblea nazionale, che si svolgerà in una sessione speciale, con l’approvazione della maggioranza dei membri che compongono il Consiglio”, come riportato dalla CNN Arabic. Gli analisti affermano che il nuovo emiro, manterrà la stessa politica estera adottata negli ultimi quattordici anni dal suo predecessore, basata su un’alleanza strategica con gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita.

In Giordania, il Ministro della Salute Saad Jaber ha dichiarato che il Regno ha registrato 1776 nuovi casi di Coronavirus, raggiungendo il più alto numero giornaliero di contagi finora registrato dall’inizio della pandemia. In una dichiarazione, il Ministro della Salute ha aggiunto che il numero totale di casi confermati nel Paese è attualmente pari a 11816. Saad Jaber ha anche sottolineato che 600 casi di coronavirus sono stati registrati in una struttura a Zarqa. I casi di coronavirus sono stati distribuiti come segue: 745 nella capitale Amman, 43 a Karak, 67 a Balqa, 740 a Zarqa, 78 a Ma’an e 19 ad Ajloun. 40 a Madaba, 1 a Mafraq, 3 a Jerash, 23 a Irbid, 5 ad Aqaba e 1 a Tafila, come comunicato da Sky News Arabia.

S.H.

AMERICA

Passiamo all’America Latina, soprattutto all’Argentina, terra di Joaquín Lavado “Quino”, creatore del disegno tanto famoso conosciuto col nome di “Mafalda”, apparso per la prima volta nel 1964. Secondo l’articolo di BBC, lo scorso mercoledì, l’artista è venuto a mancare all’età di 88 anni, esattamente il giorno dopo del 56º anniversario del suo personaggio più famoso, nato per pubblicizzare elettrodomestici e del quale forse non tutti sanno che, secondo la fantasia di Quino, viveva a San Telmo in un palazzo realmente esistente con suo fratello Guille e che il suo migliore amico si chiamava Felipe ed era ispirato a un personaggio storico cubano. Inoltre, pur sembrando una tenera bambina con il caschetto nero e uno sguardo tenero e indifeso, il personaggio di “Mafalda” è stato ideato per rappresentare una forte critica della società (fino a essere censurato in Spagna durante il periodo franchista, così come in Bolivia, in Cile e in Brasile); ciononostante, è anche ampiamente amata dagli artisti del mondo, sia per le sue varie traduzioni (in più di 30 lingue), sia per il suo aspetto, tanto da ispirare l’artista Pablo Irrgang a scolpirla a San Telmo con una statua della sua vera statura.   

L.C, M.D.F. e I.V

Il Presidente degli Stati Uniti ha nominato alla Corte Suprema Amy Coney Barrett per la sostituzione di Ruth Bader Ginburg.

Secondo USA Today, Barrett, giudice della Corte d’Appello federale dell’Indiana, ha scalzato altri potenziali candidati iscritti nella lista di Trump, decisione già presa da tempo.

Alcuni gruppi sostenitori del movimento americano LGBTQ si sono fortemente dichiarati contrari alla nomina di Barrett, essendo in disaccordo con l’operato della giudice, come si legge su Washington Blade. Altri invece, come i conservatori e i gruppi di attivisti contro l’aborto, hanno accolto favorevolmente la notizia, mentre è stata condannata da alcuni esponenti della sinistra, secondo quanto viene riportato da The New York Times.

Alcuni manifestanti di Montreal, in Canada, hanno protestato contro il surriscaldamento globale a un anno dal discorso di Greta Thunberg.

Secondo il North Shore News, l’evento è stato organizzato in vista della Giornata mondiale dell’azione riguardante il cambiamento climatico.

Come si legge su The Canadian Press, gli attivisti si sono riuniti a Place du Canada con l’obiettivo di chiedere un taglio netto delle emissioni entro il 2030, garantire i diritti a migranti e alle popolazioni indigene, oltre a riformare il corpo di polizia.

S.C., S.P

In Brasile il presidente Jair Bolsonaro ha definito “vergognoso” il comportamento del candidato democratico alla presidenza degli Stati Uniti, Joe Biden. Come scrive Folha de S.Paulo, durante il primo dibattito contro il rivale Donald Trump, ha parlato delle fiamme che stanno devastando la costa ovest degli USA, facendo un parallelismo con la situazione in Brasile. Biden ha parlato dell’importanza di preservare l’Amazzonia e che, se non protetta, le ritorsioni sul governo brasiliano saranno decisive. Il candidato ha parlato di aiuti (insieme ad altri Paesi) da 20 miliardi di dollari per salvare la foresta o in caso contrario, dovrà imporre serie restrizioni economiche al Brasile.

M.P.

ASIA

Il primo ottobre di ogni anno in tutta la Cina si celebra la Festa Nazionale, per commemorare l’anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese avvenuta nel 1949.

Questa festa segna uno dei periodi di vacanza principali per i cinesi: uffici e scuole sono chiusi per tutta la settimana a cavallo della festa, permettendo a studenti e lavoratori di viaggiare per il paese. La settimana della festa nazionale è anche conosciuta come Golden Week, “la settimana d’oro”, perché è in assoluto il periodo più florido per il turismo del paese. Il giorno della festa vera e propria, il 1° ottobre, si svolge una parata commemorativa e altre cerimonie a piazza Tiananmen a Pechino, da dove Mao Zedong proclamò la nascita della nuova Cina.

Almeno per questa settimana, come riportato dal South China Morning Post, milioni di persone in tutto il paese si sono buttati alle spalle il coronavirus e si stanno dirigendo verso i loro luoghi turistici preferiti.

Con i viaggi all’estero ancora off-limits per la maggior parte delle persone, le attrazioni nazionali si sono rivelate le maggiori attrattive.

Il numero previsto di viaggiatori è di 14,8 milioni, infatti, le strade della nazione erano trafficate e molte persone hanno condiviso i video degli ingorghi.  i filmati mostravano i viaggiatori che passavano il tempo praticando il tai chi o addirittura pescando dai ponti.

A Wuhan, la città della Cina centrale dove è stato rilevato per la prima volta il coronavirus, le autorità hanno affermato che la popolare attrazione della Yellow Crane Tower è pronta ad accogliere 25.000 visitatori.

L’agenzia di viaggi online Ctrip ha affermato di prevedere 600 milioni di viaggi in tutta la Cina nel corso della settimana.

Per dare il via ai festeggiamenti, il presidente cinese Xi Jinping ha ospitato una cena per circa 500 ospiti presso la Sala Grande del Popolo di Pechino.

Prima dell’inizio del pasto, il premier Li Keqiang ha parlato del successo del Paese nel contenere il Covid-19, che ha ucciso più di 1 milione di persone in tutto il mondo, infatti dopo mesi di rigorosa attenzione e prevenzione la Cina ha efficacemente portato il virus sotto controllo. Il Paese è stato libero da casi nelle ultime sei settimane e la possibilità di incontrare portatori asintomatici rimane estremamente bassa durante i viaggi durante le vacanze, secondo quanto affermato da Wu Zhunyou, capo epidemiologo del Centro cinese per il controllo delle malattie e Prevenzione.

È proprio il caso di dire: Felice Festa Nazionale! (祝大家国庆节快乐! – Zhù dàjiā guóqìng jié kuàilè!).

G.R.

OCEANIA

In Australia, secondo il The Guardian Australia, la senatrice Jacqui Lambie, afferma che le modifiche al finanziamento delle università del governo sono ingiuste nei confronti dei ceti più bassi. Il disegno di legge prevede un aumento di tasse per alcuni corsi, compresi quelli umanistici per finanziare una riduzione di tasse ad altri corsi, come quelli scientifici. 

La senatrice ha inoltre affermato che gli emendamenti negoziati dal partito One Nation includevano “adorabili piccoli sconti” del 10% per gli studenti che pagano in anticipo, a beneficio delle famiglie benestanti.

Dopo l’annuncio di Lambie, il senatore Stirling Griff ha confermato al The Guardian Australia che il suo partito non aveva definito nulla e che stava ancora attendendo un feedback dalle università dell’Australia del sud.

S.C, S.P

Rassegna stampa a cura di:

Ariela Capuano (responsabile lingua inglese)
Salvina Calanducci e Simona Picci (lingua inglese)
Giulia Deiana (responsabile lingua francese)
Silvia Calbi e Elen’Alba Vitiello (lingua francese)
Alessandra Semeraro (responsabile lingua spagnola)
Lavinia Cataldi, Michela Di Franco e Ilaria Violi (lingua spagnola)
Veronica Battista (responsabile lingua portoghese)
Martina Pavone e Diana Fagiolo (lingua portoghese)
Silvia Santini (responsabile lingua tedesca)
Michela Sartarelli e Laura Razzini (lingua tedesca)
Clarissa Giacomini (responsabile lingua russa)
Silvia Noli, Diana Sandulli (lingua russa)
Sara Zuccante (responsabile lingua araba)
Samar Hassan (lingua araba)
Claudia Lorenti (responsabile lingua cinese & coordinatrice del progetto)
Gioia Ribeca (lingua cinese)

#POLITICAFFÈ

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L’attacco terroristico vicino alla sede di “Charlie Hebdo”

Da Libération si apprende che venerdì 25 settembre due persone sono rimaste ferite durante un attacco a Parigi nei pressi dell’XI arrondissement, vicino all’edificio che fino a qualche anno fa ospitava la sede del settimanale Charlie Hebdo.

Stampa francese

Le Point fa sapere che l’attentatore ha colpito quelle persone perché credeva che esse appartenessero alla redazione del giornale satirico; in realtà, si trattava di due dipendenti dell’agenzia di stampa “First Lines” e, oltre a ciò, bisogna ricordare che la sede del settimanale era stata spostata in un luogo segreto dopo gli attentati del 2015, proprio per ragioni di sicurezza. Nel frattempo, in rete è iniziato a circolare un video, ancora in corso di autenticazione, IN CUI il responsabile annunciava il suo atto estremo e spiegava le ragioni dell’attacco. L’ex Presidente François Hollande ha commentato la vicenda dicendo che la Francia ha bisogno di una risposta politica globale, che deve cioè svilupparsi su più ambiti come istruzione, occupazione, politica urbana, sicurezza e lotta alla radicalizzazione.

Le Figaro ha raccontato che durante la conferenza stampa di martedì 29 settembre, Jean-François Ricard, il pubblico ministero anti-terrorismo, ha comunicato l’iniziale progetto criminale dell’attentatore, ovvero quello di bruciare i locali dell’ex sede del giornale.

Le notizie più interessanti sull’identità del terrorista arrivano da Le Monde, in cui viene precisato che l’attentatore era sconosciuto a tutti i servizi di intelligence. L’uomo, un pakistano di 25 anni, era arrivato in Francia nel 2018 e aveva dichiarato di chiamarsi Hassan Ali e di essere nato nel 2002. In realtà, si chiama Zaheer Hassan Mehmood ed è nato nel 1995. Ad ogni modo, le autorità stanno ancora lavorando con il Pakistan per accertare l’identità in modo definitivo. Il punto è che l’uomo ha mentito per ricevere assistenza come minore non accompagnato: infatti era stato preso in carica da una struttura per minori di Val-d’Oise. Del resto, molto spesso questa categoria sociale viene sfruttata per ottenere un’indebita permanenza sul suolo francese, tanto che molti esperti sostengono la necessità di effettuare controlli più approfonditi, come i test di maturità ossea, i quali tuttavia secondo alcuni membri della comunità scientifica avrebbero un margine di errore troppo alto. La Procura ha confermato che questo attacco era stato premeditato e che l’uomo ha confessato di aver agito perché era adirato dopo aver visto i video provenienti dal Pakistan che erano contro la ripubblicazione recente delle vignette su Maometto.

Stampa inglese

«Tout ça pour ça». Neanche un mese fa questa espressione – «tutto questo per niente» – veniva riportata come titolo principale sulla rivista satirica francese Charlie Hebdo, la quale, in occasione dell’inizio del processo agli imputati per la strage di cinque anni prima, ha pubblicato un’ultima vignetta raffigurante Allah.

Come abbiamo riportato nell’articolo pubblicato il 7 settembre scorso sul blog Politicaffè, la suddetta vignetta ha scatenato un moto di protesta nel mondo musulmano e in particolar modo in Pakistan, dove il Ministro degli Esteri pakistano Shah Mahmood Qureshi aveva affermato che la decisione di stampare nuovamente queste vignette era profondamente offensiva nei confronti dei musulmani.

È di questi giorni la notizia di un secondo attacco vicino l’ex sede della rivista satirica che rappresentò l’epicentro dell’azione di matrice terroristica del 2015. L’autore dell’attacco sembrerebbe essere proprio un pakistano di diciotto anni, arrivato in Francia tre anni fa con lo status di “minore non accompagnato”. Questa dettaglio è stato rivelato dal Ministro degli Interni francese, Gérard Darmanin, al The Guardian, aggiungendo inoltre che si tratterebbe chiaramente di un atto di terrorismo.

Come riporta la BBC, il giovane avrebbe ferito gravemente due persone utilizzando una mannaia da macellaio. Le due vittime lavorano per una compagnia televisiva che ha attualmente sede negli ex locali della rivista. Secondo la ricostruzione fornita dalla polizia, le due vittime, un uomo e una donna, sarebbero stati colpiti mentre si trovavano fuori dagli uffici per fumare una sigaretta. Il sospettato sembrerebbe essersi sbagliato, credendo di attaccare dei dipendenti di Charlie Hebdo.

Memore degli eventi dei giorni della strage di Charlie Hebdo nel 2015, la polizia parigina ha immediatamente diffuso un avviso nel quale si doveva evitare di percorrere l’area e di attendere ulteriori istruzioni. Infatti, sono state evacuate le scuole della zona e Rue Nicolas-Appert, la strada nell’undicesimo arrondissement di Parigi, dove è avvenuto il fatto, è stata interdetta al transito.

Alla luce dei fatti, si può davvero parlare di attacco terroristico quando vi è una mancanza di organizzazione tale da sbagliare obiettivo in quanto l’attentatore non era a conoscenza del fatto che la testata giornalistica non risiedesse più da tempo in quei locali?

   Chiara Aveni e Gaia Natarelli


Fonti

Charlie Hebdo: Stabbings suspect ‘was trying to target magazine’ disponibile su https://www.bbc.com/news/world-europe-54307820, consultato il 28/09/2020

Suspect in new Charlie Hebdo attack angered by republished cartoons, say Paris police disponibile su https://www.theguardian.com/media/2020/sep/26/suspect-in-new-charlie-hebdo-attack-angered-by-republished-cartoons-say-paris-police, consultato il 28/09/2020

Charlie Hebdo: Two stabbed outside magazine’s former offices in Paris after cartoons republished disponibile su https://www.independent.co.uk/news/world/europe/charlie-hebdo-stabbing-attack-paris-cartoon-news-today-latest-update-b596035.html, consultato il 28/09/2020

L’attaque près des aniens locaux de “Charlie Hebdo” reliance les critiques sur la prise en charge des mineurs étrangers isolés disponibile su https://www.lemonde.fr/societe/article/2020/09/29/l-attaque-pres-des-anciens-locaux-de-charlie-hebdo-relance-les-critiques-sur-la-prise-en-charge-des-mineurs-etrangers-isoles_6054063_3224.html, consultato il 30/09/2020

Attaque devant les ex-locaux de “Charlie”: le suspect mis en examen pour “tentative d’assassinats” terrorists disponibile su https://www.lemonde.fr/societe/article/2020/09/29/attaque-a-paris-l-assaillant-admet-une-autre-identite-il-va-etre-presente-a-un-juge-d-instruction_6054083_3224.html, consultato il 30/09/2020

Attaque à Paris: l’assaillant présumé mis en examen pour “tentatives d’assassinats” terroristes disponibile su https://www.liberation.fr/france/2020/09/26/direct-attaque-devant-les-ex-locaux-de-charlie-hebdo-les-dernieres-informations_1800616, consultato il 30/09/2020

Attaque visant “Charlie Hebdo”: une nouvelle personne place en garde à vue disponibile su https://www.lepoint.fr/societe/charlie-hebdo-3-blesses-a-l-arme-blanche-pres-des-anciens-locaux-25-09-2020-2393594_23.php#, consultato il 30/09/2020

Attaque à Paris : le terroriste voulait incendier les locaux de Charlie Hebdo disponibile su https://video.lefigaro.fr/figaro/video/le-terroriste-voulait-incendier-les-locaux-de-charlie-hebdo-selon-le-procureur-de-la-republique-antiterroriste/, consultato il 30/09/2020

#ATUTTOMONDO

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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT

A Ginevra passa la legge sul salario minimo di 4100 franchi al mese. Il ministro degli esteri siriano accusa la Turchia di essere “uno dei principali sponsor del terrorismo” nel suo Paese e nella regione. La Guyana, grazie alla scoperta di 18 giacimenti di petrolio, è l’unico Paese in America Latina che riesce a salvarsi dalla profonda crisi economica aggravata dalla pandemia.

EUROPA

Si sta celebrando attualmente il settantacinquesimo anniversario dell’Assemblea delle Nazioni Unite, occasione per la quali i capi di Stato registrano i loro interventi a causa della pandemia in corso. Anche Pedro Sánchez e il re Felipe VI hanno contribuito con i propri discorsi. Gli interventi dei capi di Stato sono altamente simbolici e rappresentativi del Paese di riferimento, per cui quest’oggi ci dedichiamo a quello del premier spagnolo divulgato da El País. Tra i temi portati avanti da Sanchez spiccano: l’esigenza di un patto globale di sanità, un rafforzamento dell’OMS e un accesso equo per tutti i Paesi al vaccino per il Covid-19, poiché si tratta di un “imperativo morale e innegabile”. Ma non sono mancati altri temi importanti, come la preoccupazione per il riscaldamento globale, per il divario sociale, la lotta per l’uguaglianza di genere, la transizione digitale, e la necessità di attuare misure urgenti per concretizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Nel frattempo, a Madrid, è polemica per le misure adottate dalla Presidente delle comunità Isabel Díaz Ayuso, considerate troppo leggere dal Ministero della Salute. Grazie all’articolo de La Vanguardiasappiamo che il Governo aveva fortemente suggerito di confinare tutti i municipi colpiti dalla pandemia, ma le restrizioni sono state applicate solo a otto zone. Inoltre, il Ministero della Salute aveva consigliato di proibire la consumazione al banco nei bar, senza aver risvolto positivo. Vi sono dunque attriti e crisi di coordinamento tra il Governo e questa particolare amministrazione, il che non favorisce un’azione agile ed efficace durante questo momento delicato.

L.C, M.D.F. e I.V

La Francia è ancora scossa dall’attacco all’arma bianca che venerdì 25 settembre, nei pressi dell’ex sede della redazione di Charlie Hebdo, ha causato due feriti. Come riportato da Le Monde, la procura nazionale antiterrorismo ha avviato un’indagine per tentato omicidio a scopo terroristico. Il principale sospettato di 18 anni, Hassan A., è stato arrestato e ha ammesso di aver compiuto l’attacco in seguito alla ripubblicazione di alcune vignette satiriche su Maometto. Inoltre, è stata revocata la custodia cautelare di un secondo sospettato, il quale afferma di essere stato testimone dell’attentato e di aver inseguito l’assalitore che lo ha minacciato. Nell’ambito delle indagini, altre cinque persone sono state prese in custodia dalla polizia.

EA.V.

In Belgio, la mattina di domenica 27 settembre, la coalizione “Vivaldi”, composta da sette partiti, ha avviato i negoziati al fine di formare il nuovo governo federale. Come riportato da Le Soir, i sette partiti hanno concluso la giornata senza raggiungere un accordo; dovevano essere discussi diversi aspetti, come il bilancio, l’ultimo pezzo del puzzle. Paul Magnette, membro del partito PS, ha dichiarato che le discussioni hanno preso forma, ma che ci vuole tempo prima di raggiungere un accordo poiché bisogna cercare un punto d’incontro tra le diverse posizioni dei partiti.

EA.V.

In Svizzera, la sinistra è riuscita a far passare la legge sul salario minimo a Ginevra. Come riportato da Le Temps, la tenacia della sinistra e dei sindacati ha finalmente dato i suoi frutti. Il piano orario sarà fissato a 23 franchi all’ora, ovvero 4100 franchi al mese. Tale retribuzione riguarda il 6,3% della popolazione. La crisi sanitaria ha senza dubbio dato un impulso decisivo a questa iniziativa lanciata dalla Comunità di azione sindacale di Ginevra (CGAS), mettendo sotto i riflettori le difficoltà di chi esercita professioni precarie. Inoltre, per la sinistra questa rappresenta una seconda vittoria, considerando anche l’iniziativa “Zero Perdite”, approvata con il 50,03%.

S.C.

Il Portogallo si trova a dover decidere tra due alleati, Cina e Stati Uniti, per la tecnologia 5G. Infatti, l’ambasciatore degli Stati Uniti in Portogallo ha “minacciato” in intervista ad Expresso che le relazioni di sicurezza e difesa cambieranno tra i due Paesi se la Huawei entrerà  nella rete 5G del Paese. L’asta per la tecnologia 5G si terrà ad ottobre e le regole si stanno definendo adesso. Secondo l’ambasciatore il Portogallo deve decidere ora tra un alleato e un partner commerciale. A breve anche il sottosegretario dell’economia americano arriverà a Lisbona. Inoltre, quest’anno 51 mila studenti sono rientrati finora nelle graduatorie universitarie nella prima fase, per un aumento del 15% rispetto al 2019. Tutte le istituzioni hanno aumentato leggermente il numero di posti, aumenta anche del 20% la distribuzione di studenti in aree meno popolate, mentre i corsi più richiesti risultano essere quelli in ambito sanitario, secondo Expresso.

D.F.

Germania, il virus torna a correre: Monaco, Würzburg, il quartiere Friedrichshain-Kreuzberg a Berlino, Cloppenburg, Hamm, Remscheid rappresentano i luoghi maggiormente colpiti. Dal Tagesschau emerge che i casi di nuove infezioni segnalati dall’organizzazione responsabile per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive in Germania, il Robert Koch Institut, si attestano tra i 1.500 e 2.300. Si attribuisce la causa di questo aumento, che non si registrava così alto da aprile, a chi è tornato dall’estero e agli assembramenti, come è successo nella città di Hamm, situata nel Land della Renania Settentrionale-Westfalia, dove più di 80 persone sono state contagiate durante la celebrazione di un matrimonio. «La Germania si trova attualmente in fase pandemica e si deciderà come agire per i prossimi mesi autunnali ed invernali» – così ha annunciato Steffen Seibert, capo dell’Ufficio Stampa e portavoce del governo federale tedesco.

Il capo del partito tedesco CSU, Markus Söder, ha descritto l’infezione virale da Covid-19 come una catastrofe naturale e si è rivolto a tutti per una lotta comune contro il diffondersi del virus. Sempre sul Tagesschau, Söder ha affermato in una conferenza online tenutasi dal partito che «il coronavirus è tornato con tutte le sue forze ed è dappertutto in Europa». Durante il suo discorso, Söder ha respinto la critica che riguardava i test gratuiti considerati come uno spreco di denaro per chi era di rientro in patria. Il politico tedesco ha inoltre dichiarato che il mantenimento dei posti di lavoro e la piena operatività nelle scuole e negli asili nido hanno la massima priorità e che bisogna attuare una serie di regole per tutti, vincolanti, comprensibili e proporzionate.

Leggendo sulle prime pagine di Spiegel Wissenschaft emerge che una violenta ondata di influenza stagionale sarebbe fatale in questo momento di crisi e il sistema sanitario sarebbe sull’orlo del collasso. L’esperto di salute del partito tedesco SPD Lauterbach ha richiesto quindi vaccinazioni antinfluenzali gratuite per tutti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda la vaccinazione antinfluenzale volontaria a livello nazionale per tutti, non solo per i gruppi a rischio. Anche Jens Spahn, ministro federale della sanità dal 2018, si è mostrato a favore. «Chiunque voglia vaccinare sé stesso e i propri figli ne ha la possibilità e dovrebbe farlo per il bene degli altri». Le compagnie di assicurazione sanitaria generalmente pagano una vaccinazione antinfluenzale se l’assicurato appartiene al gruppo di rischio definito dalla Commissione permanente per le vaccinazioni (Stiko). Questi includono, ad esempio, persone di età superiore a 60 anni, malati cronici, donne in stato di gravidanza e tutti gli operatori sanitari.

M.S., L.R.

Sir David Attenborough ha incontrato la famiglia reale a Kensington Palace, nel Regno Unito.

Come si legge su Indipendent, il celebre naturalista inglese ha fatto un regalo insolito e molto raro al principe George: si tratta di un dente di uno squalo gigante fossilizzato.

Durante l’incontro è stato proiettato privatamente il nuovo documentario di Attenborough, intitolato “A Life On Our Planet”, dove spiega il suo lavoro e i cambiamenti che hanno segnato il nostro pianeta, secondo la BBC.

Il reperto donato al principe era stato trovato dal naturalista durante una vacanza a Malta alla fine degli anni ’60 e risalirebbe al periodo Miocene, ovvero circa 23 milioni di anni fa. Alcune foto immortalano i membri della famiglia reale incuriositi dal dente appartenuto ad una specie estinta di megalodonte incorporato nel calcare giallo, come riportato da Sky News.

S.C., S.P.

Altissima tensione nella regione del Caucaso tra Armenia e Azerbaijan, dove si è autoproclamata indipendente la regione di Ngorno-Karabakh, ufficialmente azera ma con una popolazione principalmente di etnia armena. Il conflitto si sta svolgendo lungo la linea di confine tra Armenia e Azerbaijan: sono in atto scontri armati che vedono coinvolti mezzi pesanti, fanteria e artiglieria. Risulta vano l’intervento dell’ONU che ha pregato di interrompere i combattimenti i quali hanno causato già la morte di 59 persone tra militari e civili. Domenica 27 settembre il parlamento armeno ha dichiarato di mettere in atto la legge marziale, così come quello azero. L’Azerbaijan sta mobilitando l’esercito per schierare forze contro l’Armenia, intervenuta a sostengo della regione indipendentista. Le parti coinvolte nel conflitto si sono accusate a vicenda di avere dato il via ai combattimenti. Erdogan, presidente della Turchia, ha condannato l’intervento armeno e si è dichiarato solidale verso gli amici azeri. Il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin in una telefonata con il primo ministro armeno ha espresso le sue perplessità e preoccupazioni in merito alle operazioni militari. Insieme all’Iran e l’Europa, la Russia ha chiesto il cessate il fuoco.

Continuando a parlare di politica internazionale, il 21 settembre i ministri degli Esteri degli stati membri dell’UE, riuniti a Bruxelles, non sono stati in grado di concordare l’imposizione di sanzioni contro i funzionari bielorussi che, nel corso delle proteste dei giorni successivi alle elezioni del presidente, hanno utilizzato forme repressive violente.

 Il Ministro degli Esteri polacco, Zbignev Rau, si è espresso sulla questione dichiarando che i paesi confinanti con la Bielorussia dovrebbero prendere in considerazione misure restrittive nazionali nei confronti della stessa, qualora l’Unione Europeanon presentasse risoluta a intervenire con delle sanzioni.

L’inerzia dell’Unione Europea nel prendere decisioni tempestive ed efficaci è stata criticata da coloro che ritengono, invece, necessario un intervento in questo affare.

Il Ministro degli Esteri lettone, Edgars Rinkevics, senza specificare quale paese si sia opposto alle sanzioni, reputa intrascurabile il fatto che un paese membro abbia violato i diritti dell’uomo, prendendo in ostaggio delle persone, poiché si rischia di “inviare un segnale sbagliato alla Bielorussia, alla società e al mondo intero”, come ha scritto su Twitter. Anche l’ex candidata alle presidenziali bielorusse, Svetlana Tichanovskaja, ha fornito direttamente all’Europarlamento un elenco di nomi di funzionari, nei confronti dei quali dovrebbero essere presi dei provvedimenti.

Infine, l’alternativa alle sanzioni europee contro la Bielorussia è stata fornita dal ministro degli esteri polacco che, in comune accordo con il suo equivalente ungherese, Peter Szijjarto, sostiene che “se non si dovesse giungere all’introduzione di sanzioni europee, allora le sanzioni nazionali proveranno direttamente da parte dei paesi vicini alla repubblica di Lukashenko.

 S.N., D.S.

AFRICA

In Mali, il nuovo presidente ha prestato giuramento, cinque settimane dopo le dimissioni di Ibrahim Boubacar Keïta in seguito al colpo di stato. Secondo quanto riportato da BBC Afrique, Bah Ndaw, ex ministro della Difesa, è stato scelto dai leader del colpo di Stato per guidare un governo di transizione fino allo svolgimento delle elezioni. Il medesimo giornale riporta la notizia della televisione di stato (Ortm), la quale ha annunciato che Octar Ouane, l’ex ministro degli Affari Esteri, è stato scelto per guidare il governo di transizione che sarà formato nei prossimi giorni. Il decreto è stato firmato dal presidente di transizione Bah Ndaw. Così, dopo il giuramento del Presidente e del Vicepresidente, è il turno del capo del governo che sarà nominato domenica 4 ottobre.

S.C.

In Angola, come riportaNovo Jornal, la comunità islamica si sente esclusa dal Decreto Presidenziale n.° 229/20, dell’8 settembre, che autorizza i luoghi di culto a riaprire il sabato e la domenica. La comunità musulmana rivendica la laicità della Repubblica angolana. I giorni scelti privilegiano solo le religioni cristiane, al contrario di altre che vedono il venerdì come il giorno sacro. Il segretario della Comunità Islamica Angolana (COIA), David Já, ha sottolineato che la nuova misura dell’Esecutivo è anticostituzionale in quanto viola il punto 2 dell’articolo 10 della Costituzione riguardante la libertà di culto.

M.P.

MEDIO ORIENTE

Il ministro degli esteri siriano Walid al-Muallem ha dichiarato, durante un discorso preregistrato rivolto all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che la Turchia è “uno dei principali sponsor del terrorismo” nel suo Paese e nella regione.

Walid al-Muallem ha aggiunto, con un linguaggio insolitamente duro, che Ankara è anche colpevole di “crimini di guerra e crimini contro l’umanità” a causa del blocco dell’acqua a più di una dozzina di città che hanno resistito all’occupazione turca.

Al-Muallem ha affermato che l’interruzione dell’approvvigionamento idrico ha messo a rischio i civili, soprattutto durante la crisi dovuta al coronavirus.

Al-Muallem ha anche accusato la Turchia di trasferire terroristi e mercenari, che alcuni definiscono “opposizione moderata”, dalla Siria alla Libia, violando così la sovranità dell’Iraq, e di utilizzare i rifugiati come merce di scambio contro l’Europa, secondo quanto riportato da Sky News Arabia.

L’inviato delle Nazioni Unite in Yemen, Martin Griffiths, ha annunciato che è stato raggiunto un accordo tra il Governo legittimo yemenita e le milizie Houthi per il rilascio di 1080 persone.

Durante una conferenza stampa congiunta con un funzionario della Croce Rossa, Griffiths ha accolto con favore l’accordo di scambio di prigionieri, finora il più grande mai concordato, sottolineando la necessità di garantire l’attuazione dell’accordo il prima possibile.

Il delegato delle Nazioni Unite ha dichiarato che si è deciso di rilasciare 1.400 prigionieri e di scambiarli con 1.080 detenuti sotto la custodia degli Houthi.

L’inviato delle Nazioni Unite in Yemen ha poi espresso i suoi ringraziamenti alla coalizione araba per aver sostenuto la legittimità nel Paese.

A sua volta, il funzionario del Comitato internazionale della Croce Rossa ha accolto con favore l’accordo tra il Governo legittimo e gli Houthi, sottolineando che la Croce Rossa sarebbe stata ripristinata per facilitare il processo, come riportato da Sky News Arabia.

S.H.

AMERICA

Tutti gli Stati dell’America Latina vivono una profonda crisi economica aggravata dagli effetti della pandemia, ma un solo Paese è riuscito ad evitare la recessione, la Guyana, grazie alla scoperta di 18 giacimenti di petrolio che hanno cambiato il suo percorso economico. Le proiezioni del 2019 prevedevano una crescita dell’86%; la cifra prevista è precipitata al 50% ma è comunque da ritenersi un risultato notevole viste le pesanti ripercussioni, causate dal Covid-19, sull’economia di tutti i Paesi del mondo. Come rilevato da William Clavijo della Universidad Federal de Río de Janeiro, in uno dei pochissimi lavori accademici sulla Guyana, tale ritrovamento rappresenta un’opportunità di sviluppo irripetibile per un Paese da tempo isolato a causa della corruzione dilagante. Secondo l’articolo di El País, la Guyana deve sfruttare velocemente e il più possibile questi giacimenti prima che giunga il completo declino dell’utilizzo del petrolio che, secondo gli esperti, non tarderebbe ad arrivare. I benefici economici della scoperta dei giacimenti sono già ben visibili: infatti quasi il 15% degli introiti sono stati destinati a fondi pubblici e sono stati stanziati a vantaggio della popolazione 100 dollari pro capite, come bonus assistenziale, per far fronte alla pandemia. C’è molto ottimismo, ma gli esperti consigliano cautela: il rischio maggiore è quello di investire solo nel campo petrolifero tralasciando altri settori propulsivi dell’economia e di percorrere la stessa strada del Venezuela, arrivato al collasso finanziario dopo anni di totale dipendenza economica dal greggio.

L.C, M.D.F. e I.V

Negli Stati Uniti, secondo il The Guardian Donald Trump avrebbe pagato solo $750 di imposte federali l’anno in cui ha vinto la presidenza; questa notizia proviene da una sorprendente indagine del New York Times che potrebbe scuotere le elezioni presidenziali.

Il presidente ha dichiarato di non aver pagato alcuna imposta sul reddito in 10 dei 15 anni precedenti, poiché aveva perso molti più soldi di quanti ne avesse guadagnati.

Il Times ha anche rivelato che Trump possiede centinaia di milioni di dollari in beni di valore non dichiarati, ma non pubblicherà i documenti per proteggere la sua fonte.

Queste rivelazioni minacciano di danneggiare la reputazione di Trump per essere un uomo d’affari di successo e quindi un abile amministratore dell’economia statunitense.

In Canada, secondo la CBC News, un’importante missione di ricerca sull’Artico è sotto accusa per una politica sul codice di abbigliamento che ha evidenziato le preoccupazioni sul sessismo sistemico nelle scienze polari.

La spedizione MOSAiC, una missione di ricerca internazionale guidata dall’Alfred-Wegener-Institut tedesco, ha inviato dei ricercatori polari nel ghiacciaio marino Artico per un anno intero per effettuare osservazioni rivoluzionarie sul clima. Poco dopo l’inizio del viaggio, alle donne a bordo di una nave di supporto per la missione, è stato detto che non potevano indossare abiti attillati per motivi di sicurezza. Questa politica è stata discussa a seguito di molestie sessuali avvenute sull’imbarcazione.

S.C., S.P

Il governo in Brasile, secondo  Folha de S.Paulo, è accusato di aver divulgato delle fake news che riguardano gli incendi in Amazzonia. Probabilmente, nel tentativo di evitare le critiche, il governo di Jair Bolsonaro ha pubblicato il 26 settembre un grafico che mostra come gli incendi di questo 2020 siano minori rispetto a quelli degli ultimi 18 anni. Bisogna anche segnalare il fatto che siano stati comparati otto mesi dell’anno corrente contro i dodici degli altri anni. I dati sono stati resi pubblici dal Ministro dell’Ambiente e dal senatore Bolsonaro, figlio del presidente, con l’hashtag #credinelBrasile. Da gennaio a questo sabato sono stati registrati 151.779 incendi in tutto il Paese, molti di più rispetto ai 143.734 dello scorso anno. Per non parlare della zona del Pantanal che fino a sabato registrava 16.667 incendi attivi, molti di più rispetto ai 10.025 dei 12 mesi del 2019.

M.P.

ASIA

Lo scontro India-Cina è ormai qualcosa che va avanti da molto tempo, infatti il divieto imposto dal ministero indiano dell’Elettronica e dell’informatica sull’uso di 59 applicazioni di origine cinese tra cui TikTok e WeChat, nonché la rimozione delle stesse dagli store digitali, è solo l’ultima ritorsione economica in merito alle tensioni fra India e Cina che si sono intensificate nelle ultime settimane. Tutto è iniziato nel 1962, quando le due potenze – che condividono una frontiera di 3500 chilometri – non hanno definito il confine che li separa lungo la catena dell’Himalaya e, di tanto in tanto, hanno entrambe superato la “linea attuale di controllo” (Line of Actual Control).

Proprio lungo quel confine conteso, infatti, ci sono stati lo scorso giugno degli scontri tra l’esercito cinese e quello indiano. Nel dettaglio, lungo la valle di Galwan, nella regione di Ladakh, sono morte decine di soldati, sia indiani che cinesi.

All’origine di tutto ci sarebbe la costruzione di una strada da parte degli indiani lungo il fiume Shyok utilizzata in caso di attacco, un “atto di provocazione” secondo Pechino, che aveva inviato negli ultimi tempi soldati sul posto. La Cina – tramite il portavoce del ministero cinese della Difesa nazionale, Wu Qian – ha così attribuito all’India l’intera responsabilità degli scontri avvenuti al confine tra i due paesi. Ad oggi, entrambi i paesi concordarono che all’epoca le truppe di entrambe le parti avrebbero dovuto disimpegnarsi rapidamente e allentare le tensioni.

Secondo quanto riportato dal South China Morning Post, per evitare lo scoppio di una guerra commerciale, Cina e India hanno deciso di interrompere l’invio delle truppe lungo il confine contestato e di evitare qualsiasi azione che possa complicare la situazione, per cercare in tutti i modi ripristinare pace e tranquillità.

Alti funzionari militari di entrambi i paesi si sono incontrati e si sono scambiati idee sul confine contestato, tentando di risolvere la situazione attraverso i canali diplomatici e militari. Le tensioni rimangono alte, con truppe indiane e cinesi separate solo da poche centinaia di metri in alcune zone.

Un comunicato stampa congiunto emesso dal governo indiano a Nuova Delhi riporta la decisone di entrambe le parti, di evitare incomprensioni e valutazioni errate e di astenersi dal modificare unilateralmente la situazione sul campo.

Uno scontro, quello tra Cina e India, che sembra non finire mai, mentre entrambi i paesi cercano, non senza sforzi di cooperare e di risolvere quei problemi ormai di lunga data.

Si spera che entrambe le parti riescano a trovare un punto di incontro, così da poter evitare altri spargimenti di sangue e la morte di vittime innocenti.

G.R.

OCEANIA

Il maltempo sta costringendo la Nuova Zelanda a valutare la chiusura con poco preavviso dell’Auckland Harbor Bridge.

Le autorità hanno diramato l’allerta meteo in tutta la zona, rivolgendosi agli automobilisti invitandoli a non transitare sopra la struttura che potrebbe venire chiusa al transito da un momento all’altro, secondo l’articolo pubblicato da Nzherald.co.nz.

Brett Gliddon, direttore generale dei servizi di trasporto dell’agenzia Waka Kotahi New Zealand, ha invitato i motociclisti e altri veicoli a non transitare sul ponte poiché sono in arrivo forti raffiche di vento, scatenando tempeste che renderebbero pericoloso il passaggio, secondo l’articolo di Stuff.

S.C, S.P

Rassegna stampa a cura di:


Ariela Capuano (responsabile lingua inglese)
Salvina Calanducci e Simona Picci (lingua inglese)
Giulia Deiana (responsabile lingua francese)
Silvia Calbi e Elen’Alba Vitiello (lingua francese)
Alessandra Semeraro (responsabile lingua spagnola)
Lavinia Cataldi, Michela Di Franco e Ilaria Violi (lingua spagnola)
Veronica Battista (responsabile lingua portoghese)
Martina Pavone e Diana Fagiolo (lingua portoghese)
Silvia Santini (responsabile lingua tedesca)
Michela Sartarelli e Laura Razzini (lingua tedesca)
Clarissa Giacomini (responsabile lingua russa)
Silvia Noli, Diana Sandulli (lingua russa)
Sara Zuccante (responsabile lingua araba)
Samar Hassan (lingua araba)
Claudia Lorenti (responsabile lingua cinese & coordinatrice del progetto)
Gioia Ribeca (lingua cinese)