La rassegna stampa internazionale dell’UNINT

In Portogallo, con l’hashtag #obrigadoprofessor si chiede una maggiore valorizzazione e delle condizioni di lavoro migliori per i docenti. Emmanuel Macron denuncia la ghettizzazione della popolazione araba, portando avanti una lotta contro il separatismo islamico. Accordo di pace firmato in Sudan per fermare il conflitto armato nella regione del Darfur. USA, il sindaco di Cleveland commenta: “Penso che il presidente Trump avrà probabilmente una visione diversa del virus ora che è risultato positivo”.

EUROPA

Anche in Spagna, che ricordiamo essere tra i Paesi europei più colpiti da questa seconda ondata di contagi da Covid-19, è un nuovo giorno: durante il week end appena trascorso il Governo spagnolo ha deciso di intraprendere delle nuove misure di prevenzione che hanno visto Madrid e gli altri nove municipi presenti nella regione protagonisti di questa nuova fase della pandemia. Secondo l’articolo di El Mundo, gli abitanti delle zone citate si sono svegliati in queste ultime mattine ammirando una strana normalità per le strade che li ha decisamente portati a riflettere sulla reale efficacia del programma: da quanto riportato dalle immagini, la situazione era praticamente uguale a quella delle altre aree non incluse nei provvedimenti. Queste nuove norme riguarderebbero semplicemente l’isolamento delle aree interessate lasciando, comunque, la possibilità ai cittadini di muoversi liberamente all’interno delle stesse (e si potrà uscire da queste solo per casi di emergenza). Inoltre, secondo quanto dichiarato dagli agenti che stanno lavorando in queste ore per realizzare e mantenere un alto livello d’informazione, la gente sta rispettando le ultime disposizioni e sembra voler collaborare con i 700 agenti della Policía Nacional e della Guardia Civil messi a disposizione da José Manuel Franco, delegato del Governo. Quest’ultima scelta è stata realizzata per dare sostegno ad affrontare al meglio la chiusura.

 L.C, M.D.F. e I.V

In Svizzera, sabato 3 ottobre, 750 persone hanno manifestato per le strade di Ginevra contro la costruzione di un nuovo centro federale per richiedenti asilo. Come riportato da Le Matin, la nuova struttura dovrebbe essere operativa nel 2022 e potrà accogliere 250 richiedenti asilo e 50 posti saranno per la detenzione amministrativa. Per i manifestanti, tale progetto è paragonabile a un carcere poiché impedisce ai richiedenti asilo di interagire con la popolazione e di ricevere visite.

EA.V.

In Francia, lo scorso venerdì 2 ottobre, Emmanuel Macron ha illustrato il piano d’azione contro il separatismo islamico, il cui disegno di legge sarà presentato il 9 dicembre. Denunciando, innanzitutto, la ghettizzazione della popolazione araba e invitando la società a distinguere tra musulmani e islamisti radicali, il Presidente ha evidenziato che la sua strategia mira a garantire un maggiore controllo dei dipendenti delle aziende delegatarie e delle associazioni che attingono a sussidi statali attraverso la firma di una “carta di laicità”, nel rispetto dei valori della Repubblica. Come riportato da France 24, Macron ha sottolineato l’obiettivo di “costruire un Islam in pace con la Repubblica” e perciò di bloccare ogni influenza straniera che possa contribuire alla formazione di gruppi separatisti, soprattutto di matrice islamista.

S.C.

In Belgio, lunedì 5 ottobre, i membri del partito liberale si sono riuniti nell’ufficio del partito poiché è stata espressa la necessità di un cambiamento di vertice. Anonimamente, alcuni “baroni” del Mouvement Réformateur confermano che non vogliono Bouchez a capo del partito. Come riportato da La Libre Belgique, tutti hanno espresso delle lamentele sull’atteggiamento del presidente liberale nelle ultime settimane. Ad esempio, avrebbe promesso a Jean-Jacques Cloquet, attuale direttore operativo del parco zoologico di Pairi Daïza, un buon posto nelle liste MR per le prossime elezioni, senza consultarsi con nessuno.

S.C.

In Portogallo, per la Giornata Mondiale degli Insegnanti (5 ottobre) il personale docente si è appellato al governo affinché venga valorizzata la carriera di insegnante e vengano proposte condizioni di lavoro migliori. Sono stati organizzati comizi, ma anche concerti e trasmissioni online, e verranno innalzate bandiere con l’hashtag #obrigadoprofessor, riferisce Lusa. A Porto, verranno costruiti due nuovi ponti sul fiume Douro, patrimonio dell’Unesco. I concorsi verranno lanciati uno a fine anno e l’altro a gennaio, saranno rispettivamente il settimo e l’ottavo ponte della città, annuncia Expresso. Già da aprile 2018 si era parlato del settimo ponte, mentre per l’ottavo, che fa parte del Programma Nazionale di Investimenti, ancora non si sa molto a parte che servirà per il passaggio della metro in vista dell’allargamento della linea e che attrarrà i migliori ingegneri del mondo, ma per il quale ancora non si ha un budget.

D.F.

La riunificazione tedesca (Deutsche Wiedervereinigung) rappresenta la riconquista dell’unità nazionale da parte della Germania, che alla fine della Seconda Guerra Mondiale, conclusasi con la sconfitta del Terzo Reich, era stata divisa in due Stati dalle potenze alleate. La riunificazione avvenne il 3 ottobre 1990 e i passaggi fondamentali furono la caduta del muro di Berlino (9 novembre 1989) e l’entrata in vigore del Trattato sull’unione monetaria (1° luglio 1990). Leggendo sulle prime pagine del giornale tedesco Die Zeit emerge che il 30° Anniversario dell’Unità tedesca è stato celebrato nonostante il perdurare dell’emergenza da Covid-19. Frank-Walter Steinmeier, Presidente della Repubblica federale tedesca da marzo 2017, la cancelliera Angela Merkel e il Presidente del Bundestag Wolfgang Schauble hanno preso parte a una funzione ecumenica nella chiesa di San Pietro e Paolo per dare il via alle celebrazioni a Potsdam. Purtroppo, a causa della pandemia, solo 130 ospiti hanno potuto partecipare, comprese le delegazioni di cittadini degli stati federali. Le celebrazioni all’insegna del motto “Noi insieme” saranno ospitate dal primo ministro del Brandeburgo Dietmar Woidke (SPD). Steinmeier durante il suo discorso ha affermato che «oggi viviamo nella migliore Germania che sia mai esistita» e ha inoltre aggiunto che i tedeschi sono «i bambini fortunati al centro del mondo in Centro Europa» e «se è vero che la rivoluzione pacifica può darci incoraggiamento anche oggi, allora creiamo un luogo che ci ricordi questo coraggio».

Al Bundestag, stando a quanto emerge sul giornale Tagesschau, si sono tenuti discorsi emozionanti, anche da parte di oppositori politici. Yvonne Magwas, membro del partito CDU di orientamento democratico-cristiano e conservatore, ha vissuto il momento della riunificazione quando aveva dieci anni e viveva nel Vogtland in Sassonia e ha affermato che «con così tante nuove grandi opportunità, libertà e aria da respirare ho potuto studiare quello che volevo, sono infinitamente grata alle persone che scesero in piazza per la riunificazione a quell’epoca.» Il vicecancelliere Olav Scholz ha definito la rivoluzione pacifica nella DDR e la riunificazione come un momento speciale nella storia del popolo tedesco. Scholz ha inoltre avvertito di non dimenticare la grande rottura strumentale economica che si era verificata nei nuovi stati federali. In qualità di giovane avvocato, egli stesso rappresentava i comizi aziendali e i sindacati nei nuovi stati. Ad oggi rimane ancora dell’opinione che si sarebbero potuti trovare altri modi e soluzioni per diverse aziende. Christian Lindner, leader dell’FPD, si è lamentato del fatto che si parla troppo poco di ciò che è successo all’Est e ha richiesto di migliorare le condizioni per lo sviluppo economico e di creare le condizioni per una maggiore imprenditorialità.

M.S., L.R.

Nel Lancashire, Regno Unito, due donne sono state ritrovate morte nella loro casa data alle fiamme.

Secondo il giornale The Guardian, le vittime sono la dottoressa Saman Mir Sacharvi e la figlia adolescente.

La polizia di Burnley ha individuato due uomini residenti nella stessa cittadina dove vivevano le due donne, accusandoli di omicidio e violenza sessuale. Inoltre, vi sarebbe anche l’accusa di incendio doloso, appiccato probabilmente per coprire le tracce del crime, come si legge su BBC News.

Il sovrintendente John Holmes ha spiegato che le indagini stanno continuando e che la polizia sta raccogliendo ulteriori informazioni per far luce su questo delitto, come riportato da Sky News.

In Irlanda il National Public Health Emergency Team si è riunito per discutere la strategia da adottare per contrastare un ulteriore aumento di casi di Covid-19.

Secondo BreakingNews.ie, gli ultimi dati allarmanti hanno spinto le autorità a varare delle restrizioni di livello cinque per l’intero Paese della durata di quattro settimane.

Tuttavia, la decisione frettolosa presa dalla squadra nazionale di emergenza sanitaria porterebbe a ulteriori disagi economici e sociali che metterebbero ancora una volta in ginocchio i cittadini irlandesi, come si legge su The Irish Times.

Come riporta Indipendent.ie, ulteriori restrizioni porterebbero a speculazioni e l’onorevole McGrath ha espresso preoccupazioni dovute all’attuale situazione sperando che non vengano adottate misure estreme.

S.C., S.P.

Il 4 ottobre si festeggia in Russia la ricorrenza del lancio del primo satellite artificiale da parte dell’Unione Sovietica nel 1957. Gli astronauti Anatoly Ivanishin e Ivan Vagner, a bordo della Stazione Spaziale Internazionale hanno inviato sulla terra un messaggio di auguri per questa giornata speciale dedicata al 63esimo anniversario del lancio dello Sputnik-1.

Gli astronauti si sono congratulati con gli ingegneri e gli scienziati che hanno reso possibili i primissimi passi verso la conquista dello spazio, nonché con tutti coloro che nell’industria spaziale dedicano la vita a sfide difficili e interessanti, volte alla scoperta e all’innovazione.

Il primo satellite fu lanciato alle 22:28 dal Scientific Research Test Range n.5, ora denominato Baikonur Cosmodrome, in Kazakhstan. Oggi il Baikonur Cosmodrome rappresenta l’area di lancio umano e artificiale più ampia del mondo. Da qui venne lanciato anche il primo volo dell’uomo nello spazio, nel 1961, compiuto da Yuri Gagarin a bordo del Vostok-1.

Sputnik-1 rimase in orbita per 92 giorni, dall’ottobre del 1957 fino al 4 gennaio 1958, quando si scontrò con l’atmosfera terrestre lasciando l’orbita, dopo aver compiuto 1440 orbite attorno alla Terra per 60 milioni di chilometri.

Parlando invece di politica internazionale Russia, Francia e Stati Uniti preparano una nuova dichiarazione congiunta sul Karabach. È quanto riportato dall’agenzia di stampa russa “Ria Novosti” a seguito di un’intervista al Ministro degli affari esteri della Federazione Russa Sergej Lavrov. Egli afferma: “I tre presidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE, rappresentati dai presidenti di Russia, Francia e Usa, hanno fatto una dichiarazione forte. Adesso stiamo preparando un comunicato dal Ministro degli Esteri dei tre paesi”. Il gruppo di Minsk è appunto una struttura di lavoro fondata nel 1992 dalla Conferenza sulla Sicurezza e cooperazione in Europa, con lo scopo di avviare una soluzione pacifica e moderata della questione del Nagorno-Karabach.

I leader dei tre paesi hanno invitato entrambe le parti opposte a porre fine agli scontri, impegnarsi a iniziare le trattative senza precondizioni, hanno condannato l’escalation ed espresso, infine, le condoglianze alle famiglie delle vittime. L’invito a cessare il fuoco indirizzato a Baku e Yerevan è giunto, inoltre, dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e dal Segretario generale dell’Organizzazione, Antonio Guterres.

 S.N., D.S.

AFRICA

In Senegal, le forti piogge di settembre hanno causato inondazioni in varie zone del Paese. Come riportato da BBC Afrique, il Ministro degli Affari Idrici del Senegal ha dichiarato, il 6 settembre, che è piovuto più in un giorno che in un’intera stagione. Le precipitazioni, infatti, hanno causato molte vittime. Nonostante il Presidente Senegalese abbia attivato un piano di emergenza, resta ancora molto da fare per garantire la ricostruzione delle case di molte famiglie.

EA.V.

Il Novo Jornal scrive dei 28 anni della democrazia in Angola. Dal 1992 gli angolani hanno votato anche nel 2008, 2012 e 2017, nonostante ci fosse stata un’interruzione a causa della guerra civile. Nel 1992, le contestazioni di Savimbi (uno dei più eletti) portarono ad una nuova guerra civile: ci furono migliaia di decessi ed ebbe fine solo nel 2002 con la morte del politico. Oggi in molti denunciano il presidente Lourenço di proteggere i suoi fedelissimi, nonostante i vari episodi di corruzione. Insomma, la strada della democrazia è ancora lunga.

M.P.

In Mozambico, lo scorso weekend si è celebrata la 28° Giornata Nazionale di Pace e Riconciliazione (4 ottobre) che segna la fine della guerra civile durata circa 16 anni (1977-92). Il presidente Filipe Nyusi ha affermato che sfortunatamente questa ricorrenza è velata di dolore perché una parte della popolazione nelle province di Cabo Delgado, Sofala e Manica vivono ancora il dramma della violenza armata causata dagli attacchi terroristici. Il popolo merita un Paese pacifico per cui il Mozambico continuerà ad utilizzare tutte le risorse disponibili per garantire l’ordine, riporta DW.

D.F.

Il Governo sudanese ha firmato un accordo di pace con alcuni gruppi ribelli sudanesi, con l’obiettivo di porre fine ad anni di conflitto armato nella regione del Darfur, nel Kordofan meridionale e nel Nilo azzurro meridionale.

La cerimonia della firma si è svolta a Juba, capitale del Sud Sudan, finalizzando un accordo preliminare raggiunto ad agosto, dopo mesi di colloqui, con i tre principali gruppi ribelli della regione del Darfur.

L’accordo è stato firmato dall’opposizione armata, il Fronte rivoluzionario sudanese, che comprende cinque movimenti armati e quattro movimenti politici. Due fazioni principali, l’Esercito di liberazione del Sudan e il Movimento popolare, non hanno aderito ai negoziati di pace.

Oltre a Egitto, Qatar e Arabia Saudita, alla cerimonia della firma hanno partecipato Ministri e leader di Governo dei Paesi vicini, nonché Salva Kiir Mayardit, Presidente del Sud Sudan, che ha rivestito un ruolo cruciale nella mediazione tra le parti, come riportato dalla BBC Arabic.

S.H.

MEDIO ORIENTE

In Siria, il ministro degli Esteri Walid al-Mouallem ha ricevuto le lettere credenziali presentate dall’ambasciatore omanita, Turki Mahmoud Al-Busaidi, il primo ambasciatore di un Paese del Golfo a Damasco dallo scoppio della crisi siriana nel 2011.

I paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo, infatti, nel 2011 hanno sospeso il lavoro ufficiale delle loro ambasciate in Siria dopo lo scoppio delle proteste che chiedevano la partenza del presidente siriano Bashar al-Assad.

Il ministero ha indicato che l’ambasciatore dell’Oman e il Ministro degli esteri siriano si sono a più riprese confrontati sulle relazioni bilaterali e sul rafforzamento della cooperazione tra i loro Paesi in diversi settori.

Emirati Arabi Uniti e Bahrein nel 2018 avevano già riaperto le proprie ambasciate in Siria ma senza nominare un ambasciatore, poiché la rappresentanza nell’ambasciata di Abu Dhabi era limitata a un incaricato d’affari, sottolinea la CNN Arabic.

I risultati di un sondaggio del Palestinian Central Bureau of Statistics hanno mostrato che il 63% delle famiglie palestinesi non sarà in grado di coprire le proprie spese mensili se le chiusure anti-coronavirus verranno reimposte.

In una dichiarazione, l’agenzia ha affermato che il 42% delle famiglie ha visto il proprio reddito ridotto di almeno la metà durante il periodo di chiusura rispetto a febbraio 2020, secondo quanto riportato da Sky News Arabia.

L’indagine condotta dall’Autorità di statistica ha incluso un campione di 9.926 famiglie con l’obiettivo di valutare l’impatto della pandemia sulle condizioni sociali ed economiche. Tale autorità aveva imposto una chiusura globale per contenere lo scoppio del coronavirus tra il 5 marzo e il 25 maggio.

Secondo il sondaggio, il 63% delle famiglie palestinesi ha fatto ricorso a prestiti di denaro per coprire il proprio fabbisogno di vita durante la chiusura, rispetto al 58% registrato in circostanze normali.

Questa percentuale ha raggiunto il 79% delle famiglie a Gaza e il 52% in Cisgiordania.

S.H.

AMERICA

Accadono cose importanti in Messico, nello specifico, nel progresso della lotta femminista. El País ha intervistato alcuni membri del movimento femminista El bloque negro, un gruppo che raccoglie donne provenienti da diverse organizzazioni. Il giornale le ha incontrate nella sede della Commissione Nazionale dei Diritti Umani, dove decine di loro si trovano attualmente per sfuggire a situazioni drammatiche di violenza domestica, abusi sessuali e di ogni tipo. Tra le intervistate ci sono donne più o meno giovani, con esperienze spaventosamente diverse, ma tutte unite nella lotta contro il maschilismo radicato e violento nel loro Paese. Affermano di non aver più paura e di essere disposte a tutto per protestare e manifestare, anche a picchiare e a farsi picchiare dalla polizia durante le loro rivolte. Nel loro Paese vengono spesso indicate come violente, ma a loro non importa, perché sono convinte di fare la cosa giusta per una giusta causa. Ricordiamo infatti che in Messico si registrano circa 10 femminicidi al giorno, per un totale di tremila all’anno, e il 90% degli assassini resta impunito.

Rimaniamo in Messico: El Paísinforma di una nuova proposta da parte del gruppo femminista Menstruaciόn Digna México per poter abolire il 16% di IVA imposta su tutti i prodotti associati alla menorrea. L’iniziativa è stata presentata da Martha Tagle alla Camera dei deputati lo scorso settembre. Attualmente 63 milioni di bambine e donne in Messico sono fertili e 1 su 4 vive in condizioni di povertà. Si tratta di un tema molto sentito, che il gruppo spera di affrontare con l’apertura di un dibattito sulla salute, sulla disuguaglianza e sulla giustizia finanziaria.    

L.C, M.D.F. e I.V

Negli Stati Uniti, il New York Times riporta le spese relative alla campagna elettorale di Biden (49,5 milioni di dollari) e di Trump (21,3 milioni di dollari) dell’ultima settimana.

Questa settimana è iniziata con un dibattito presidenziale diverso da tutti gli altri e si è conclusa in modo sorprendente: il Presidente Trump e la first lady Melania Trump, hanno detto di essere risultati positivi al coronavirus, gettando così la Casa Bianca e la corsa presidenziale nel caos.

Molti politici, che hanno contratto il Covid-19, affermano che vivere il virus può essere un punto di svolta, perché costringe loro a riesaminare le proprie opinioni sulla pandemia. Uno tra questi è Kevin Brooks, il sindaco di Cleveland, che ha passato ben undici giorni in ospedale. La sua affermazione, riportata dal New York Times, è stata: “Penso che il presidente Trump avrà probabilmente una visione diversa del virus ora che è risultato positivo”.

S.C., S.P

In Canada, la crisi sanitaria relativa al Coronavirus sta peggiorando. Secondo quanto riportato da Journal de Montréal, il Québec ha visto aumentare il numero di contagi del 50% in appena una settimana: dal 28 settembre al 4 ottobre compreso, 6.558 persone sono risultate positive al Covid-19, di cui 1.079 solo domenica. Ciò rappresenta una media di 937 contaminazioni al giorno, nonostante le nuove misure di contenimento nelle zone rosse come Montréal e Québec. L’unico dato positivo è un rallentamento del 75% del tasso di progressione della malattia.

EA.V.

Come riporta UOL, in Brasile i festeggiamenti per il carnevale del 2021 sono stati rinviati. La tradizione prevede sfilate e feste in strada che però non avverranno fino a tempo indeterminato, come annunciato dagli organizzatori dell’evento. La questione si è presentata già da luglio quando, cinque delle dodici scuole di samba a Rio de Janeiro, hanno chiesto, in caso di mancanza di un vaccino entro il mese di settembre, un rinvio dell’evento. Durante il tipico Sambodromo, ogni scuola sfila con circa 3000 membri in costume, ballando e cantando molto ravvicinati. Inoltre, lo Stato di Rio de Janeiro è il secondo più colpito dal Covid mentre il primo è quello di San Paolo. Il carnevale della città di San Paolo è uno dei più importanti in Brasile, con un’affluenza di circa 120 mila persone. È la seconda volta che il carnevale di Rio viene posticipato: la prima è stata nel 1912 per la morte del Ministro degli Esteri José Maria da Silva Paranhos Junior.

M.P.

ASIA

In Cina, l’alleviamento mirato della povertà è un concetto avanzato dal Comitato centrale del Partito comunista cinese. Persistere nell’alleviamento mirato della povertà e nell’emancipazione mirata dalla povertà costituisce la strategia fondamentale per vincere la lotta contro povertà. Nel corso dell’applicazione della strategia occorre realizzare “6 precisioni” (gli oggetti precisi dell’alleviamento della povertà, le misure nei confronti delle famiglie precise, la pianificazione precisa dei progetti, l’uso preciso dei capitali, l’invio preciso del personale in villaggi, e i risultati precisi dell’alleviamento della povertà), e applicare “5 gruppi”(un gruppo di persone affrancate dalla povertà attraverso lo sviluppo della produzione, un gruppo di persone affrancate dalla povertà attraverso il trasferimento in altre località, un gruppo di persone affrancate dalla povertà attraverso la compensazione ecologica, un gruppo di persone affrancate dalla povertà attraverso lo sviluppo dell’istruzione, un gruppo di persone garantite dalla previdenza sociale).

La testimonianza di Li Ping al South China Morning Post, ci fa in qualche modo comprendere cosa ci sia dietro a questa lotta incessante contro questa piaga che colpisce le zone rurali della Cina. Li è stato trasferito in un remoto angolo montuoso della Cina sud-occidentale nel 2016 con la missione di aiutare a far uscire la comunità dalla povertà. Ad Oggi, la contea di Xide nella provincia di Sichuan – l’area sotto la giurisdizione di Li – è sul punto di raggiungere ufficialmente l’obiettivo.

Xide è una delle sette contee nella parte occidentale del Sichuan che è ancora sotto la soglia di povertà e la comunità è in attesa di ricevere notizie dai livelli più alti di governo per sapere se ha raggiunto l’obiettivo. Ma questo non significa che la preoccupazione sia finita.

Li  Ping  è uno dei 3 milioni di funzionari statali inviati nelle aree povere del paese, con l’obiettivo di liberare le zone rurali dalla povertà. Un progetto questo, iniziato circa cinque anni fa, da l presidente Xi Jinping, che vorrebbe liberare il paese dalla povertà in tempo per il centenario del prossimo anno dalla fondazione del Partito comunista.

Per molti di questi funzionari, la missione ha avuto un grande costo personale: Li dedica la maggior parte delle sue ore di veglia al compito.

Han Feng, dell’Ufficio per l’alleviamento e lo sviluppo della povertà del Sichuan, ha affermato che che lavorava circa 14 ore al giorno e talvolta nei fine settimana, visitando le aree rurali e riferendo i progressi e i problemi al governo provinciale e al comitato del partito.

“Sono responsabile delle contee che sono profondamente impantanate nella povertà e la pressione è particolarmente grande”, ha detto Han. “Stiamo spendendo fondi governativi, adottando approcci non ortodossi e lavorando molte ore per compensare le carenze per rispettare la scadenza del 2020”.

Questo sforzo sembra dare i suoi frutti in alcune parti del paese, infatti alla fine dello scorso anno, il numero di persone che vivevano in povertà assoluta era di 5,51 milioni, in calo rispetto a oltre 98 milioni nel 2012, secondo i dati ufficiali.

Dong Jiaqi, capo della pianificazione e delle finanze presso il Leading Group Office of Poverty Alleviation and Development del Consiglio di Stato, ha affermato che parte del progresso è dovuto al grande sforzo dei vari funzionari e che la spinta della Cina per educare le persone ad uscire dalla povertà è iniziata garantendo l’istruzione gratuita.

In base al sistema, i massimi dirigenti del partito e del governo di 22 province centrali e occidentali si sono impegnati ad assumersi la responsabilità dell’attuazione del programma. Anche i funzionari di città, contea, municipalità e villaggio hanno preso impegni simili.

Combattere la povertà è fondamentale per garantire a ogni cittadino cinese una vita serena e dare a tutti le stesse opportunità.

G.R.

OCEANIA

In Nuova Zelanda, secondo il The Guardian,  Jacinda Ardern, Prima ministra e leader del Partito Laburista, afferma che il Paese non aprirà i confini fino a quando l’Australia non registrerà un mese senza trasmissione comunitaria di Covid-19.

Venerdì 2 ottobre, le autorità sanitarie del New South Wales hanno annunciato che per sette giorni consecutivi non c’è stato nessun caso di contagio Covid trasmesso localmente e, per tale ragione, Scott Morrison e Jacinda Ardern hanno concordato che i neozelandesi potranno viaggiare nel New South Wales e nel Northern Territory dal 16 ottobre, come riporta il The Guardian.

S.C, S.P

Rassegna stampa a cura di:

Ariela Capuano (responsabile lingua inglese)
Salvina Calanducci e Simona Picci (lingua inglese)
Giulia Deiana (responsabile lingua francese)
Silvia Calbi e Elen’Alba Vitiello (lingua francese)
Alessandra Semeraro (responsabile lingua spagnola)
Lavinia Cataldi, Michela Di Franco e Ilaria Violi (lingua spagnola)
Veronica Battista (responsabile lingua portoghese)
Martina Pavone e Diana Fagiolo (lingua portoghese)
Silvia Santini (responsabile lingua tedesca)
Michela Sartarelli e Laura Razzini (lingua tedesca)
Clarissa Giacomini (responsabile lingua russa)
Silvia Noli, Diana Sandulli (lingua russa)
Sara Zuccante (responsabile lingua araba)
Samar Hassan (lingua araba)
Claudia Lorenti (responsabile lingua cinese & coordinatrice del progetto)

Gioia Ribeca (lingua cinese)