#ATUTTOMONDO

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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT

Il Covid sembra non volerci ancora abbandonare: se da un lato sono stati registrati nuovi focolai in alcune aree, dall’altro, anche nei Paesi in cui la minaccia sembra scampata, il virus condiziona ancora notevolmente la vita politica e dei cittadini.

Non mancano, tuttavia, notizie che esulano dalla tematica Covid e che raccontano le diverse realtà locali di entrambi gli emisferi.

EUROPA

In Spagna, in particolare in Galizia e nei Paesi Baschi, è tempo di campagna elettorale: lo scorso 18 maggio Antena 3 Noticias ha pubblicato un articolo secondo il quale Alberto Núñez Fejióo – attuale presidente del governo regionale della Galizia – e Iñigo Urkullo – lendakari (presidente del governo regionale dei Paesi Baschi) – avevano annunciato che, a causa del Covid-19, le elezioni nelle comunità autonome si sarebbero tenute il prossimo 12 luglio 2020.

Come nelle migliori campagne elettorali, i partiti schierati sul campo di battaglia non hanno perso tempo per sfoderare i loro assi nella manica e criticare i concorrenti alla corsa politica, ma il Covid-19 ha ingarbugliato la matassa: infatti, per legge, i partiti possono fare campagna elettorale solo nei 15 giorni antecedenti le elezioni. Prima che la pandemia sconvolgesse le nostre vite la data stabilita era lo scorso 5 aprile, ma era stato chiesto ai partiti di diminuire il lavoro dedicato alla corsa elettorale per ovvie ragioni. Ciononostante, l’emergenza è stata gestita principalmente da alcuni partiti (soprattutto il Partido Popular, associato a Sánchez, presidente del governo spagnolo) e, in previsione anche delle future elezioni, le altre forze politiche non hanno perso l’occasione per criticare l’operato e per suggerire altri metodi di gestione dell’emergenza. Lo stesso Fejióo (nuovamente candidato), in un’intervista rilasciata a El Mundo, non ha rinunciato a sottolineare la delusione che ha provato nel vedere quali misure venissero o meno adottate.

L.C, M.D.F. e I.V

In Portogallo ritorna la stagione estiva come anche quella degli incendi. Infatti, proprio questo fine settimana ad Aljezur, in Algarve si è verificato un incendio che è stato domato in una notte e che non ha recato nessun danno, come riporta Público. L’IPMA (Istituto Portoghese del Mare e dell’Atmosfera) ha dichiarato livello di rischio massimo per il distretto di Faro, sempre in Algarve, mentre hanno raggiunto un livello di rischio elevato aree di altri distretti del Paese tra cui Beja, Lisbona, Leiria, Setúbal, Santarém, Castelo Branco, Portalegre, Guarda, Viseu, Vila Real e Bragança.

D.F

In Svizzera, i riflettori sono puntati sulla multinazionale Glencore, società mineraria e di scambio merci anglo-svizzera. Secondo quanto riportato dalla RTS, il Ministero pubblico della Confederazione ha aperto un’inchiesta penale contro Glencore in un caso legato a sospetti di corruzione nella Repubblica democratica del Congo. Le attività di questo gigante delle materie prime della RDC sono state al centro dell’attenzione in diverse occasioni. In particolare, nel 2017 sono state citate nei Paradise Papers, l’inchiesta condotta dal consorzio internazionale di giornalisti investigativi. Nel 2018 la multinazionale è stata inoltre inserita dal Dipartimento di giustizia statunitense in un’ampia indagine per corruzione nell’ambito delle sue attività in Nigeria, Venezuela e Repubblica Democratica del Congo.

S.C.

In Francia, secondo quanto riportato dal quotidiano Le Monde , vi sono 77 focolai epidemici attivi, ma la circolazione del Coronavirus rimane contenuta. I nuovi contagi avvengono principalmente nelle strutture sanitarie e nelle imprese e colpiscono le persone più vulnerabili, ma attualmente, non vi sono segni di una ripresa dell’epidemia. Il Governo ha infatti annunciato un’accelerazione della fase di riapertura per l’estate grazie ai progressi nella lotta contro il Covid-19. Come riportato dal giornale Le Figaro, l’attuale situazione sanitaria permette l’annullamento determinati divieti legati alle precedenti misure di sicurezza, a condizione che tutti rispettino comunque il distanziamento sociale. Dal 22 giugno sono aperti sia i centri sportivi che i centri vacanze, i casinò e i cinema.

In Belgio la lotta contro il Coronavirus e il razzismo non si ferma. Come riportato dal giornale RTBF, le persone guarite dal virus hanno subìto un’esperienza traumatica a livello psicologico; perciò, alcuni ospedali organizzano dei gruppi di sostegno per i pazienti con disturbo da stress post traumatico. Riguardo all’acceso dibattito sul razzismo, secondo quanto riportato dal giornaleLe Soir, il politico belga di origine congolese Pierre Kompany ha espressamente richiesto delle scuse da parte del Belgio per le atrocità che hanno caratterizzato la colonizzazione dell’attuale Repubblica Democratica del Congo, che vanno dall’impiego del lavoro forzato alla tortura, come documentato da foto in cui sono evidenti le mani mozzate dei colonizzati.

EA.V.

Il 22 giugno è in Russia il Giorno della Memoria e del Dolore: si celebra il ricordo dei 27 milioni di vittime che persero la vita durante la Grande Guerra Patriottica, ovvero la Seconda Guerra Mondiale. Il 22 giugno del 1941 le truppe naziste attaccavano la Russia dando inizio al conflitto. A mezzogiorno dello stesso giorno, un messaggio radio di Vyacheslav Molotov, commissario russo degli affari interni, annunciava l’attacco tedesco, esortando il popolo sovietico alla resistenza e alla vittoria.

In tutta la Russia, da 79 anni vengono portate ghirlande di fiori presso i Monumenti ai caduti, le bandiere situate sugli edifici vengono abbassate in segno di lutto. Il popolo russo ricorda le vittime anche con un minuto di silenzio e con il suono delle campane, inoltre vengono celebrati quegli ormai pochissimi veterani sopravvissuti e tutt’oggi in vita, omaggiandoli con regali e fiori.

All’alba del 22 giugno, nella chiesa dedicata alle Forze Armate avviene il rituale dell’accensione del cero in memoria dei caduti. È possibile accendere candele lungo tutto il complesso museale commemorativo denominato “Strada della Memoria”. 

Inoltre, in più di 1200 città e paesi, dal 2009 vengono accese candele commemorative ad ogni finestra.

Il presidente della Federazione Russa e le massime cariche di governo dispongono le ghirlande presso la tomba del Milite Ignoto situato presso la Fiamma Eterna nei Giardini Aleksandrovsky a Mosca.

Tutt’altro clima si respira nel panorama politico russo infatti il presidente russo Vladimir V. Putin, parlando delle proposte di emendamenti alla costituzione, ha affermato che quando fu creata l’Unione Sovietica, il diritto di ritirare le repubbliche da essa era prescritto, ma la procedura non era regolamentata.

Secondo il presidente, ciò porta al fatto qualsiasi repubblica, dopo aver ricevuto le terre russe, sarebbe potuta uscire dall’URSS, portando con sé dei “doni provenienti dal popolo russo” da intendersi come retaggio culturale, opere, monumenti, luoghi storici e siti paesaggistici d’interesse. Ecco le dichiarazioni in merito del Presidente della Federazione: “La domanda sorge spontanea: se questa o quella repubblica diventasse parte dell’Unione Sovietica, ma avesse una grande quantità di terre russe, tradizionali territori storici russi nel suo bagaglio, e poi improvvisamente decidesse di lasciare questa Unione – beh, almeno poi se ne dovrebbe andar via con quello con cui si è unita all’unione e non dovrebbe portare “regali” dal popolo russo”.

A tal riguardo, il segretario portavoce Peskov, ha chiarito che “la Russia non ha pretese territoriali nei confronti dei paesi limitrofi”, ribadendo inoltre che la questione dei “doni territoriali” non verrà affrontata in occasione della parata militare nella Piazza Rossa.

Nonostante il chiarimento del portavoce però questa non è la prima volta che il presidente Vladimir Putin fa dichiarazioni in merito a questo particolare argomento. Infatti, in un’intervista di qualche anno fa aveva affermato che la Russia non avesse acquisito la Crimea nel 2014, dal momento che la penisola è sempre appartenuta ad essa.

S.N., D.S.

Nel Regno Unito ,il quotidiano The Guardian parla di due tipi di test utili ad individuare i contagi del Covid: test degli anticorpi e test degli antigeni. Il primo può mostrare se una persona ha avuto o meno il virus, mentre il secondo, noto anche come PCR (Polymerase Chain Reaction – reazione a catena della polimerasi), mostra se la persona è attualmente contagiosa.

Questi test stanno causando un divario tra ricchi e poveri, come afferma Kelly Klifa, co-fondatrice di Testing for All – organizzazione no-profit che supporta test su larga scala – a causa del prezzo la maggior parte della popolazione viene esclusa dalla possibilità di potervi accedere. Per questo motivo, mentre le scuole private e le grandi aziende hanno introdotto test per alunni e dipendenti, permettendo loro di tornare a scuola o a lavoro, le scuole statali e le piccole imprese dipendendo unicamente dallo Stato non possono agire analogamente.

S.C., S.P.

Il Robert Koch Institut (RKI) afferma che l’indice R (Reproduktionszahl), ovvero il “numero di riproduzione di base” che rappresenta il valore medio di infezioni secondarie prodotte da ciascun infetto, è attualmente 1.79. Se è superiore ad 1, il numero delle potenziali infezioni da Covid-19 è ancora significativo. Il motivo di questo aumento sta nel proliferare di diversi focolai in Germania, tra cui l’azienda di carne Tönnies, nel distretto di Gütersloh. Anja Karliczek, ministro federale dell’istruzione, non è convinta della possibile ripresa delle attività didattiche dopo le vacanze estive perché il virus non è di certo scomparso. Ciò è particolarmente visibile nel Nordrhein-Westfalen, dove, se la situazione dovesse peggiorare di nuovo, il governo non esclude un lockdown regionale.

In seguito al nuovo contagio di 189 persone nella città di Gottinga, in Bassa Sassonia, le autorità hanno disposto la quarantena preventiva per almeno 700 persone. Sabato 20 giugno i residenti del complesso edilizio in quarantena hanno lanciato oggetti contro la polizia in segno di protesta e ferito diversi agenti. Molti di loro hanno cercato di evadere dalla zona di isolamento, tentando di superare le recinzioni erette in alcuni punti dai funzionari. A partire dal 22 giugno si sapranno i risultati dei primi tamponi effettuati nei giorni scorsi.

Visti gli ultimi eventi, l’invito ad utilizzare la Corona-Warn-App arriva anche dalla cancelliera Angela Merkel. Attraverso il videomessaggio settimanale infatti, ribadisce il valido contributo offerto dallo strumento sul tracciamento delle infezioni e sulle loro catene di sviluppo. Per la Germania, Tagesspiegel riassume i dati di tutti i Länder. Da quanto ne emerge, nella Repubblica Federale Tedesca si contano più di 191.000 persone infette e oltre 8.960 morti. E nel mondo, secondo la Johns-Hopkins-Universität, oltre 8.7 milioni con oltre 460.000 deceduti complessivi.

Nel settore del turismo questo si traduce in un inevitabile calo delle prenotazioni. Per i tedeschi, quest’anno le vacanze saranno più brevi del solito e si concentreranno maggiormente solo sulla Germania e su destinazioni facilmente raggiungibili in automobile.

M.S., L.R.

AFRICA

L’ambasciatore Hossam Zaki, segretario generale aggiunto della Lega araba, ha dichiarato che la riunione d’emergenza dei ministri degli esteri arabi in Libia è stata rinviata alla prossima settimana.

Secondo una dichiarazione della Lega araba, l’incontro è stato rimandato al fine di completare le disposizioni tecniche per garantire la partecipazione di ministri e capi di delegazioni.

Durante una visita nella regione militare occidentale, tra la città di Sirte e la base di Al-Jafra,

il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha sottolineato l’importanza della zona, definendola “una linea rossa per l’Egitto e per la sua sicurezza nazionale”, come riportato da Sky New Arabia.

Al-Sisi ha chiesto un cessate il fuoco lungo questa linea e ha inoltre avviato i negoziati per una soluzione pacifica e per l’uscita delle forze straniere dalla Libia.

In Sudan, l’aeroporto internazionale di Khartum e alcuni porti hanno iniziato a ricevere i primi gruppi dei 10 mila sudanesi bloccati all’estero, tra cui pazienti, turisti, commercianti e studenti, come riportato daSky New Arabia.

Domenica mattina è arrivato un volo di linea sudanese proveniente dal Cairo con 134 passeggeri a bordo, seguito poche ore dopo da un volo operato da Emirates Airlines con circa 220 passeggeri, nel rispetto delle dovute misure sanitarie imposte nella sala arrivi dell’aeroporto di Khartum.

S.H

Come riportato dal giornale La Jeune Afrique, a fare scalpore nel mondo politico della Repubblica Democratica del Congo è la condanna di Vital Kamerhe, capo dello staff del Presidente della Repubblica. L’uomo dovrà scontare 20 anni di carcere e 10 anni di ineleggibilità per corruzione e appropriazione indebita di 50 milioni di dollari destinati al finanziamento di alloggi e altri servizi durante i primi 100 giorni del mandato di Tshisekedi. La sentenza segna la fine di una procedura straordinaria con cui viene meno un ingranaggio chiave del sistema di potere congolese.

S.C.

Capo Verde ha terminato lo stato di emergenza per Covid-19 a fine maggio ed è in fase di graduale ripresa delle attività, fatta eccezione per Ilha do Sal, l’isola più turistica dell’arcipelago capoverdiano, che registra 72 casi e Ilha de Santiago, l’isola che presenta più casi (703), come si legge dall’Expresso das Ilhas. Inoltre, il giornale DW riporta che Capo Verde riceverà un aiuto economico dall’Italia grazie alla campagna internazionale di raccolta fondi Mãos Unidas (Mani Unite) portata avanti dalla Casa de Cabo Verde di Milano.

In Guinea Bissau un gruppo di giovani donne lancia la campagna “Mulher não é tambor” (La donna non è un tamburo) in cui vengono postate sui social delle foto che riproducono attraverso il make-up segni di violenza fisica. L’obiettivo è “dare fastidio” e sensibilizzare la popolazione visto il netto aumento di casi di violenze domestiche registrato durante la fase di confinamento forzato, come riporta il giornale DW.

D.F.

Il giornale O PAÍS afferma che meno del 50% delle scuole a Luanda, capitale dell’Angola, ha accesso ai servizi idrici. Il governo in una riunione avvenuta il 18 giugno, ha parlato di un piano da seguire al fine di garantire acqua potabile ed energia elettrica in tutte le scuole della città. Il ministro dell’Energia e dell’Acqua ha affermato che bisognerebbe ricorrere a una rete di distribuzione. In linea generale uno dei principali obiettivi è fornire l’acqua in tutta la città, infatti anche solo una volta a settimana potrebbe aiutare la popolazione visto che molti cittadini utilizzano delle taniche d’acqua.

M.P.

MEDIO ORIENTE

Il Ministro dell’Industria e del Commercio yemenita Muhammad Abdul Wahid al-Mitimi si è dimesso in segno di protesta contro la continua lacerazione del Paese e l’assenza di posizioni governative, mentre i partiti politici hanno chiesto l’adozione di misure serie per fermare le “manomissioni” del Consiglio di transizione meridionale.

In una lettera indirizzata al presidente yemenita ‘Abd Rabbih Mansur Hadi, al-Mitimi ha affermato che “nel territorio yemenita vi è la presenza di Stati regionali che fanno parte della coalizione araba istituita al fine di ripristinare lo Stato legittimo e di rispettare le risoluzioni del Consiglio di sicurezza. Questi gruppi cercano di lacerare lo Yemen e di minare la legittimità costituzionale, finanziando, armando ed addestrando le loro milizie” come sottolineato da Al-Jazeera.

Dopo anni di miseria e di distruzione, dieci sono i bambini francesi, tra le centinaia di nati nella terra del presunto califfato ISIS, che hanno salutato definitivamente i campi ospitanti migliaia di bambini e famiglie dei combattenti.

Il Ministero degli Affari Esteri francese, infatti, ha annunciato che dieci bambini francesi provenienti dalla Siria stanno tornando in Francia. Ha inoltre indicato che i dieci ragazzi sono minorenni e orfani e saranno consegnati alle autorità giudiziarie del Paese, come sottolineato daAl-Arabiya.

La Francia per lungo tempo ha insistito affinché i suoi cittadini catturati in Siria e legati all’Isis venissero processati a livello locale, rifiutandosi di rimpatriarli, ad eccezione dei minori. Molti sono stati gli appelli nazionali e internazionali per cambiare questa politica.  

S.H.

AMERICA

Negli Stati Uniti vi sono accese polemiche dovute alle recenti dichiarazioni del Presidente Trump riguardanti i test del coronavirus. In una recente riunione Trump ha dichiarato di aver chiesto al suo staff di rallentare la frequenza con cui si stanno svolgendo i test per insabbiare nuovi casi di Covid-19, secondo quanto riportato da CNN politics.

Su NBC News si legge che per minimizzare la vicenda un alto funzionario della Casa Bianca ha affermato che si trattava di un commento scherzoso per smorzare un po’ i toni e Navarro, principale consigliere commerciale di Trump, ha aggiunto che era stato detto con “tono ironico”.

Come riportato dal New York Post, anche Biden ha reagito al commento del Presidente definendolo “scandaloso”, condannando l’atteggiamento troppo ironico con il quale sta affrontando la situazione.

S.C, S.P

Il Cile, per la prima volta dopo le ormai molte settimane di emergenza Covid-19, ha deciso di includere nel bilancio dei decessi anche quei casi di morte finora non chiaramente attribuiti al virus, cambiando così in maniera sconvolgente il conteggio dei probabili decessi. Come riporta El País, i nuovi casi di morti provocate dal Covid sarebbero 3.069, un numero impressionante che porta il totale da 4.075 a 7.144. Questi dati sono stati rilasciati sabato 20 giugno durante la conferenza stampa dalle autorità sanitarie e provengono dai registri del Dipartimento di Statistica e Informazione di Salute Cileno. La richiesta di inserire anche le morti “sospette” per Covid era stata avanzata già da tempo, ma si è concretizzata solo da pochi giorni, dopo che il governo e il Ministero della Salute si sono impegnati a continuare a informare la popolazione settimanalmente anche sui decessi sospetti. Tale decisione è stata determinata anche dal cambio di Ministro della Salute, che, da solo una settimana, è Enrique Paris; il precedente ministro Jaime Mañalich, infatti, è stato spesso criticato per la poca trasparenza nella diffusione dei dati. Ad ogni modo, la situazione cilena rimane molto critica: il Cile è il nono paese al mondo con più casi confermati, superato in America Latina solo dal Brasile e dal Perù per quanto riguarda il numero dei contagi totali, mentre l’occupazione dei posti in terapia intensiva equivale al 96%.

L.C, M.D.F. e I.V

Il Brasile raggiunge un nuovo (triste) primato: i casi di coronavirus superano il milione di persone infettate, come dichiarato dal giornale UOL. Per la prima volta, dopo più di dieci giorni, la regione con il numero più alto di nuovi contagiati è il sud-est del Paese: il giorno 19 giugno il numero registrato è stato di 27 mila. Inoltre, il numero di decessi è salito a più di mille dall’inizio della pandemia, mentre il nord del Paese ne conta più di 8 mila. Nello stato di San Paolo, le regioni di Marília e Registro, dopo una prima riapertura, hanno dovuto fare un passo indietro e ritornare alla “fase uno”, che prevede l’apertura delle attività essenziali. L’Istituto Mondiale della Sanità (OMS) avvisa che il virus ha accelerato la sua espansione, soprattutto nel continente americano, poiché i governi stanno spingendo per la riapertura in nome della ripresa economica.

M.P

In Canada, a Fort Resolution, durante la Giornata nazionale dei popoli indigeni, ha avuto luogo una protesta pacifica per porre fine al razzismo sistemico. La protesta è solidale con Allan Adam, capo dell’Athabasca Chipewyan First Nation, dopo essere stato assalito in un parcheggio di Fort McMurray da alcuni ufficiali della RCMP (Royal Canadian Monuted Police -polizia reale canadese a cavallo). Come riportato da CBC.ca, Adam ha ringraziato i membri della comunità “dal profondo del cuore” e ha sottolineato l’importanza di aver tenuto la protesta in questa giornata per commemorare le difficoltà che gli Indigeni sono costretti ad affrontare.

S.C, S.P

ASIA

Gli uiguri sono un’etnia turcofona di fede prevalentemente musulmana, la cui presenza nella regione autonoma dello Xinjiang è testimoniata già a partire dal II secolo a.C. in opposizione al primo impero cinese degli Han.

Questa minoranza, a lungo perseguitata, è stata protagonista di diversi scontri e di atti di violenza e spesso gli uiguri sono stati additati come criminali da parte del popolo cinese e successivamente condannati per crimini che non avevano commesso.

L’ “Uyghur Human Rights Policy Act of 2020”, dovrebbe mettere fine agli scontri e alle continue repressioni, nel rispetto dei diritti degli uiguri, invece in Cina, il disegno di legge firmato da Trump nei giorni precedenti, è stato fortemente criticato. Il China Daily  accusa il disegno di legge di

“violare palesemente il diritto internazionale e le norme di base che regolano le relazioni internazionali” e di interferire “gravemente negli affari interni della Cina, andando a distruggere gli sforzi e i risultati ottenuti finora nella regione autonoma dello Xinjiang”.

La promozione dell’istruzione, la creazione di corsi di formazione professionali e la lotta al terrorismo e all’estremismo, sono solo alcuni dei risultati ottenuti.

Si prevede che la regione eliminerà la povertà assoluta quest’anno insieme al resto del paese. Dal 2014, ogni anno vengono creati oltre 470.000 nuovi posti di lavoro, con un tasso di disoccupazione urbana inferiore al 4,5%.

La salute delle persone è stata garantita durante l’epidemia di Covid-19, senza casi confermati riportati per più di quattro mesi e le normali attività religiose sono state protette conformemente alla legge. Le persone hanno il diritto di usare la loro lingua madre, sia essa turca o cinese e di appropriarsi della loro cultura.

Lo Xinjiang è nel suo miglior periodo di sviluppo, con persone di diversi gruppi etnici e credenze religiose che vivono insieme, in armonia e conducono una vita pacifica e stabile.  

Il governo cinese è pienamente giustificato nel compiere tutti gli sforzi per sradicare le cause alla radice dell’estremismo, del terrorismo violento e del separatismo per assicurarsi che il tempo in cui le persone vivessero all’ombra della paura, della povertà e della morte non torni mai più.

La promulgazione del disegno di legge degli Stati Uniti, tuttavia, sostiene le forze terroristiche ed estremiste. La vera intenzione dell’atto è seminare discordia tra i gruppi etnici in Cina, danneggiare la prosperità e la stabilità dello Xinjiang e contenere lo sviluppo della Cina.

In un momento in cui gli Stati Uniti dovrebbero davvero concentrarsi sull’affrontare i propri problemi in materia di diritti umani, a seguito della morte George Floyd, l’emanazione del disegno di legge sullo Xinjiang, non fa altro che confermare la possibilità che i diritti umani di tutti non vengano rispettati e possano essere messi in pericolo.                                                     

G. R

OCEANIA

In Australia è stato registrato un nuovo picco di casi di coronavirus nello Stato federato del Victoria. Secondo quanto riportato da 9News sono stati rilevati 16 nuovi casi, facendo scattare un nuovo campanello d’allarme per le autorità sanitarie.

Come si legge su ABC News, il PM australiano Morrison ha ribadito che nonostante questi nuovi casi i cittadini dello Stato federato potrebbero vedere allentate le misure restrittive una volta che il rischio è passato. Tuttavia, il Premier Daniel Andrews non si trova d’accordo con questa scelta e addirittura si sarebbe trasferito nel Victoria per imporle nuovamente. Inoltre, le autorità sanitarie stanno mettendo in guardia dei pericoli che comporterebbero i viaggi da e verso questa zona.

S.C, S.P

Rassegna stampa a cura di:

Ariela Capuano (responsabile lingua inglese)
Salvina Calanducci e Simona Picci (lingua inglese)
Giulia Deiana (responsabile lingua francese)
Silvia Calbi e Elen’Alba Vitiello (lingua francese)
Alessandra Semeraro (responsabile lingua spagnola)
Lavinia Cataldi, Michela Di Franco e Ilaria Violi (lingua spagnola)
Veronica Battista (responsabile lingua portoghese)
Martina Pavone e Diana Fagiolo (lingua portoghese)
Silvia Santini (responsabile lingua tedesca)
Michela Sartarelli e Laura Razzini (lingua tedesca)
Clarissa Giacomini (responsabile lingua russa)
Silvia Noli, Diana Sandulli (lingua russa)
Sara Zuccante (responsabile lingua araba)
Samar Hassan (lingua araba)
Claudia Lorenti (responsabile lingua cinese & coordinatrice del progetto)
Gioia Ribeca (lingua cinese)

#ATUTTOMONDO

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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT

Nelle ultime settimane, la speranza di potersi lasciare alle spalle il Covid-19 è cresciuta in maniera proporzionale alla diminuzione dei contagi in vari Paesi del mondo. Tuttavia, il capitolo Coronavirus non si è ancora chiuso del tutto: che si parli di contagi o di vaccini è comunque ancora un argomento al centro delle discussioni internazionali.

EUROPA

In Spagna lo stato di emergenza per il Covid-19 sta vivendo la sua fase finale e i cittadini spagnoli iniziano a pensare alle vacanze estive. A questo proposito José Domingo de Ampuero, presidente della Viscofan – azienda leader nel settore agro-alimentare – ha voluto lanciare un messaggio di ammonimento per contrastare questo “sentimento di euforia da vacanze”. Secondo quanto riportato daEl Mundo, durante il suo intervento al vertice delle imprese spagnole De Ampuero ha voluto porre un freno all’ottimismo manifestato dal governo, invitando i cittadini alla cautela, poiché è convinto che l’autunno sarà un periodo molto duro per la ripresa economica delle aziende dopo il blocco forzato a causa della pandemia.

L’imprenditore affronta anche il tema dello smart working, sostenendo che non possa essere una soluzione permanente poiché causerebbe una perdita di coesione nel lavoro di squadra e l’interazione tra le persone ne risulterebbe compromessa.

Gli interventi di Antonio Hernández, presidente di Ebro Foods, e Tomás Pascual Gómez Cuétara, presidente di Calidad Pascual – entrambe aziende del settore alimentare – si sono indirizzati verso la richiesta al governo di aiuti finanziari e di proposte concrete e mirate per consentire alle aziende un ritorno alla normalità e alla piena attività produttiva perché, sostengono, “l’attività genera impiego e l’impiego genera consumo”.

L.C, M.D.F. e I.V

In Portogallo, i cittadini vengono esortati a passare le vacanze all’insegna della riscoperta del proprio Paese. L’ente regionale per il turismo di Lisbona, infatti, ha deciso di lanciare due programmi: uno per i residenti e un altro per i non residenti, al fine di attrarre turisti nel mercato interno e sostenere l’economia danneggiata dal Covid-19, come riportato dal giornale Diário de Notícias. Il Governo della Regione Autonoma delle Azzorre ha anche destinato un bonus di 150€ ai residenti che si sposteranno per vacanza tra le varie isole dell’arcipelago come incentivo per la promozione del turismo locale, come si legge in Público. Inoltre, per sostenere il settore dell’audiovisivo, la piattaforma Netflix in collaborazione con l’Istituto del Cinema e dell’Audiovisivo, ha indetto un concorso per finanziare i 25 migliori documentari e fiction scritti da cittadini e residenti portoghesi.

D.F

In Belgio, secondo quanto riportato dal quotidiano La Libre Belgique, mentre negozi e ristoranti  riaprono i battenti,gli organizzatori di eventi attendono ancora il via libera del Governo per riprendere fiere, convegni, festival e attività aziendali. Per attirare l’attenzione sulla mancata riapertura delle proprie attività, molti organizzatori di eventi hanno deciso di protestare silenziosamente: per rispettare la distanza sociale, diverse migliaia di “bagagli dimenticati” prendono il posto dei manifestanti, a rappresentare gli organizzatori, i fornitori, i ristoratori e gli artisti del settore.

Come riportato dal sito di informazione Swissinfo, nella “corsa al vaccino” contro il Covid-19 si sospetta una segreta guerra commerciale tra le grandi potenze mondiali a caccia di segreti farmaceutici per riuscire a lanciare per prime sul mercato il prodotto più efficace. La ricerca del vaccino non si ferma neanche in Svizzera, dove al momento non sembrano esserci particolari minacce per l’industria farmaceutica, sebbene essa collabori con l’Università di Oxford, recentemente vittima di una intrusione da parte di svariati hacker.

L’attenzione in Francia è concentrata su Parigi, dove il 28 giugno si terrà il secondo turno delle elezioni municipali. Le candidate in corsa sono Anne Hidalgo, sindaco uscente della capitale, Rachida Dati, ex ministro della Giustizia di Nicolas Sarkozy, e Agnès Buzyn, ex ministro della Salute di Emmanuel Macron. France 24 fa il punto della situazione: Anne Hidalgo (Parti Socialiste), promotrice dei temi dello sviluppo sociale e dell’ecologia, si è aggiudicata il primo turno con il 29,33% dei voti; Rachida Dati (Les Républicains) è al secondo posto con il 22,72% dei voti e una campagna rivolta principalmente agli elettori di destra;Agnès Buzyn (La République en marche), collocata al terzo posto, propone un ampio piano di ripresa economica per la capitale.

S.C., E.V.

In Russia continua la lotta contro il Covid-19: come riporta l’agenzia di stampa Gazeta a Mosca tra il 17 ed il 18 giugno sono deceduti 49 pazienti. Il numero totale delle vittime della capitale sale a 3.483.

Nel frattempo, proseguono gli studi sull’efficacia del vaccino BCG anti-tubercolosi contro il Coronavirus (Il bacillo di Calmette e Guérin il cui acronimo BCG è un microrganismo attenuato, utilizzato come vaccino contro la tubercolosi scoperto nel 1921). Uno studio condotto in Israele ed esposto sul giornale online Argumenti i fakti, ha rilevato che nei paesi in cui la vaccinazione anti TBC è obbligatoria, come Russia, Giappone, Corea e Romania, il tasso di crescita dei contagi è più lento e il tasso di mortalità più basso rispetto ai paesi dove non è obbligatoria, come in Italia o negli Stati Uniti. Tuttavia, i dati riportati dallo studio non supportano la teoria per cui il vaccino BCG somministrato nell’infanzia protegga gli adulti dal contrarre il Coronavirus, inoltre, lo studio si è basato su un numero di casi gravi troppo esiguo per giungere a risultati statisticamente efficaci.

Ivan Konovalov, professore del Dipartimento di Malattie Infettive Infantili presso l’Istituto Nazionale Russo di Ricerca Medica di Pirogov, ha dichiarato a RT: “La vaccinazione contro la tubercolosi non influisce direttamente sul contagio e la gravità del Covid-19. Tuttavia, non è da escludere che tali vaccini influenzino l’immunità aspecifica. È comunque necessario integrare i dati finora raccolti con ulteriori prove raccolte su un campione più ampio, tenendo conto sia delle caratteristiche individuali dei pazienti che del ceppo BCG con cui sono stati vaccinati. In Russia ci sono due tipi di vaccini di questo tipo, in Europa e in Asia il vaccino include ceppi di altre linee BCG”.

Per quanto riguarda invece l’allentamento delle misure restrittive nella Federazione, si è notato che ciò non comporta un aumento dei casi non in linea con le previsioni dell’andamento del contagio.

Il primo ministro russo, Mikhail Mishustin, ha dichiarato che nel paese c’è una costante diminuzione del tasso di crescita dell’incidenza di Covid-19. “Questo” afferma “fornisce l’opportunità per permettere la mobilità tra regioni […] Tuttavia, è importante che ciò avvenga in maniera graduale”, ha dichiarato il capo del gabinetto. A sua volta, il capo del Servizio Federale per la tutela dei diritti e del benessere dei consumatori, Anna Popova, ha espresso la speranza di vedere una riduzione significativa del numero dei casi entro il prossimo mese.

Infine, parlando di restrizioni ma in un campo completamente differente ovvero quello dell’informazione si apprende dall’agenzia di stampa Russia Today, verrà attivato nuovamente il servizio di messaggistica Telegram, che era stato bloccato dal 2018, poiché ritenuto mezzo responsabile dell’organizzazione dell’attentato a San Pietroburgo del 2017. Il blocco del sistema è stato rimosso con una legge emanata dalla Duma di Stato. Il Cremlino, tuttavia, non si esprime sulla questione.

S.N., D.S.

Nel Regno Unito si stanno svolgendo degli studi su nuovi trattamenti contro il virus e test per la creazione del vaccino.

Secondo l’ABC News vi sarebbe un farmaco somministrabile ai pazienti gravi affetti da Covid-19: si tratterebbe del Desametasone, facente parte del gruppo di antinfiammatori steroidei. I ricercatori hanno dunque affermato che esso potrebbe salvare un paziente su tre, aumentando il tasso di sopravvivenza nel caso di pazienti attaccati ai respiratori.

Intanto The Telegraph ha riportato una notizia riguardante una sperimentazione clinica presso l’università di Oxford che sta procedendo con successo, come affermato dal segretario commerciale Alok Sharma, il quale dichiara di poter ottenere le dosi del vaccino già in estate, nonostante il Governo si mostri più cauto nei confronti di questa affermazione.

In Irlanda le misure restrittive e il distanziamento sociale potrebbero subire modifiche per la riapertura di ristoranti e pub prevista a fine mese. Secondo quanto pubblicato su Rte.ie, il Centro di sorveglianza per la protezione della salute, ha disposto che nei locali si possa mantenere il distanziamento di solo un metro contro i due metri previsti in precedenza.

Inoltre, si legge sull’Irish Time, è previsto un limite di tempo di 90 minuti per trattenersi all’interno di questi esercizi pubblici, i quali sono tenuti a servire pasti sostanziosi che costino almeno 9€.

S.C., S.P.

Come si legge sul giornale die Zeit, dal 16 giugno 2020 anche la Germania, così come molti altri Paesi,ha creato e immesso sul mercato l’app per il tracciamento dei contagi.

È una soluzione sicura, volontaria e gratuita considerata efficace per supportare lo sforzo sanitario nazionale e ridare fiducia ai cittadini. Il governo federale, l’istituto Robert Hoch e le società partecipanti al progetto hanno presentato la “Corona-Warn-App” durante una conferenza stampa. Il ministro della salute Jens Spahn (CDU) spiega: «lo scopo dell’app è quello di contribuire a mantenere bassi i livelli di contagi ma non si tratta di una panacea per il Coronavirus: il rispetto delle distanze, l’uso delle mascherine e le norme igieniche continuano ad essere necessarie». Grazie alla tecnologia Bluetooth ora è possibile monitorare i contatti degli utenti con le cerchie sociali abitualmente frequentate e con sconosciuti nelle occasioni di aggregazione involontaria (manifestazioni, mezzi pubblici, locali) con i quali sono stati varcati i due metri di distanza per un lasso di almeno 15 minuti. Se si è stati a contatto con un positivo al virus dunque, nel giro di pochi minuti l’app provvederà all’invio di un messaggio sul proprio smartphone. Questo consente di seguire molto più velocemente le catene di infezione da Covid-19 garantendo la completa privacy sulla trasmissione dei dati personali. A tal proposito, sono intervenuti il capo della Cancelleria Helge Braun (CDU), il ministro dell’Interno Horst Seehofer e il ministro della giustizia Christine Lambrecht, elogiando la massima attenzione dimostrata in materia di protezione dei dati e tutela dei diritti dei consumatori. Come per l’italiana “Immuni”, al fine di garantire efficacia e affidabilità nei risultati, gli utenti registrati dovranno rappresentare almeno il 60% della popolazione. Secondo il capo della Deutsche Telekom, Timotheus Höttges, nelle prime ore, il sistema operativo Android contava già “tra i 100.000 e i 500.000” utenti.

Tuttavia, sebbene sempre più paesi stiano sperimentando la creazione della nuova app, quelle già presenti in Europa non sono al momento compatibili tra loro. In particolare, in Austria l’app “Stopp Corona” lanciata diversi mesi fa da parte della Croce Rossa, non ha riscontrato il successo atteso. I problemi tecnici emersi e l’obbligo all’utilizzo imposto dai politici dell’ÖVP hanno messo in dubbio il progetto e, secondo Der Standard, a breve ne causeranno il ritiro e l’introduzione di una nuova app. Per ora i turisti devono installare entrambe le applicazioni: quella locale e quella del paese ospitante. Un vero punto debole in una proposta all’avanguardia sul quale l’UE sta lavorando assiduamente. «Mentre ci avviciniamo alla stagione di punta per il turismo, è importante assicurare che i cittadini UE possano usare l’app del loro paese ovunque in Europa», ha detto il Commissario Thierry Breton in un comunicato.

M.S., L.R.

AFRICA

Ci troviamo in Yemen, dove le Nazioni Unite sono al centro della critica di molte organizzazioni per i diritti umani. L’accusa nei confronti dell’organizzazione mondiale è di negligenza per la sua scelta di rimuovere la coalizione saudita dalla lista nera dei gruppi che mettono a repentaglio le vite dei bambini. Secondo quanto riportato dalla BBC Arabic , la coalizione, che sostiene il governo yemenita riconosciuto a livello internazionale, è responsabile dell’uccisione e del ferimento di 222 bambini durante lo scorso anno.

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, dopo aver affermato che

la cifra rappresenta “una diminuzione continua e significativa” del numero di vittime, è stato accusato da Human Rights Watch di ignorare le prove che dimostrano le violazioni commesse.

Il conflitto che dilania il Paese da oltre cinque anni ha portato alla morte di più di 100.000 persone e a una conseguente crisi umanitaria.

In Siria gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni nei confronti di 39 entità e persone. Le misure statunitensi hanno colpito in particolar modo il governo del presidente siriano Bashar al-Assad e sua moglie Asma, con l’obiettivo di farlo tornare ai negoziati guidati dalle Nazioni Unite.

Il Segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha evidenziato la necessità di incrementare le sanzioni nei confronti del governo siriano nei prossimi mesi, in linea con la legge firmata lo scorso dicembre dal presidente americano Donald Trump.

La necessità espressa da Pompeo si riflette nella dichiarazione che annuncia gli obiettivi delle sanzioni imposte dal “Caesar Act”. L’atto esenta le importazioni essenziali e l’ingresso di aiuti umanitari in Siria, ma introduce rigidi controlli per garantire che questi ultimi non siano a vantaggio del governo siriano.  Come riportato da Sky News Arabia, il “Caesar Act” ha suscitato preoccupazione a Damasco per il  grave impatto che potrebbe avere sull’economia del Paese.

Come affermato dalla CNN Arabic, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha dichiarato che gli Emirati Arabi Uniti condannano l’intervento militare della Turchia e dell’Iran in Iraq come un atto di violazione della sovranità di questo Paese. Gli interventi militari di bombardamento dei due Paesi nell’Iraq settentrionale, secondo la dichiarazione degli Emirati Arabi Uniti, violano i principi del diritto internazionale.

Il Ministero degli Esteri degli Emirati ha poi ribadito nella sua dichiarazione la sua ferma posizione in merito alla questione, “respingendo ogni interferenza negli affari dei Paesi arabi e la sua dedizione per il rispetto della sovranità dell’Iraq fraterno, il rispetto dei principi di buon vicinato e la cessazione di tutto ciò che minaccia la stabilità, la sicurezza e la pace nella regione”.

S.H

In Tunisia, secondo il Dottore Maher Haffani, la paura del Coronavirus ha superato la ragione. Il dottore ritiene, come riporta il settimanale Jeune Afrique, che la politica sanitaria abbia creato una psicosi a scapito della realtà scientifica: sebbene i casi positivi di età inferiore ai 55 anni siano rari e nonostante la maggioranza degli individui giovani e sani abbiano un sistema immunitario in grado di combattere il virus, i medici devono gestire quotidianamente l’irrazionalità dei pazienti, alcuni dei quali credono addirittura di essere affetti da un virus radioattivo che potrebbe persino esplodere.

S.C., E.V.

In Mozambico, nonostante le difficoltà economiche e sanitarie, ricorre un mese importante per la nazione, come ricorda il partito Frelimo ai cittadini tramite un comunicato stampa mandato alla redazione del giornale Notícias: il 16 giugno 1960 ci fu il “Massacro di Mueda”, ultimo episodio della resistenza alla dominazione portoghese, la fine del regime coloniale e la successiva guerra d’indipendenza terminata con la dichiarazione formale il 25 giugno 1975.  Inoltre, viene ricordato sia il 20 giugno 1920, centenario della nascita del politico e rivoluzionario Eduardo Mondlane che iniziò il movimento di guerriglia per l’indipendenza, sia la Giornata del Bambino Africano (16 giugno) istituita nel 1976 a seguito degli scontri tra polizia e studenti in Sudafrica durante il regime dell’apartheid, che portò alla morte di quattro bambini.

D.F.

In Angola è stata attivata, come scrive Jornal de Angola,la linea “SOS-Criança” (SOS-bambino) per denunciare gli episodi di violenza sui minori. Il numero da digitare è gratuito, anonimo e sempre operativo. L’inaugurazione, avvenuta il 16 giugno, è stata un’occasione per riflettere sull’importanza di proteggere i diritti dei bambini africani. Infatti, da gennaio a maggio sono stati registrati 1613 casi di violenza su minori nel Paese. Il rappresentante dell’UNICEF angolano Jean François Basse ha sottolineato l’importanza di questo progetto, con il quale il governo promuove l’idea che qualsiasi forma di violenza sui bambini è inaccettabile e va denunciata.

M.P.

AMERICA

Negli Stati Uniti proseguono i movimenti di protesta cominciati dopo l’uccisione di George Floyd.

Secondo quanto riportato dalla CBS New York, sono oramai più di venti giorni che centinaia di persone continuano a scendere per le strade di Manhattanmarciandocontro la brutalità della polizia e l’ingiustizia razziale. Uno dei manifestanti, Luis Galilei, ha detto: “Non vogliamo che i nostri fratelli di colore entrino in una gastronomia e, vedendo un poliziotto, si spaventino automaticamente. Questi dovrebbero proteggerci, non spaventarci”.

Il sindaco sta mettendo in atto delle misure per ricostruire la fiducia tra la polizia e le comunità, ma i manifestanti parlano di defunding, ovvero la riduzione di finanziamenti al budget della polizia e l’investimento di una parte di essi in servizi per la comunità e per i giovani. In un’intervista a The Associated Press, riportata da NBC New York, il commissario di polizia Dermot Shea ha riconosciuto la necessità di “stringere la cinghia”, ma allo stesso tempo ha sottolineato che troppi tagli potrebbero compromettere la sicurezza pubblica.

S.C, S.P

L’America Latina continua a essere l’epicentro di questa tortuosa e duratura pandemia che ha monopolizzato le notizie degli ultimi mesi. Secondo laBBC sono cinque i principali fattori che hanno fatto sì che questa vasta area geografica riportasse i casi odierni: primo fra tutti, i governi dei vari paesi hanno adottato misure non troppo restrittive o semplicemente tardive, quando il virus era già in circolazione da tempo; molti contagi sono stati “importati” dall’Europa a causa dei cittadini latinoamericani che hanno deciso di fare ritorno a casa a inizio pandemia, aiutando il virus a spargersi anche nel nuovo continente; nella maggior parte dei casi i paesi latinoamericani hanno dovuto importare i ventilatori e tutti i dispositivi necessari per la lotta al virus, affrontando una sfida contro Stati molto più avvantaggiati a livello economico; il messaggio riportato inerente alla gravità del virus è stato poco chiaro e di difficile diffusione, difatti in molti hanno continuato a non rispettare le norme di distanziamento sociale anche a pandemia iniziata; infine, in paesi in cui l’economia è così precaria, la gente non può permettersi di rimanere a casa e attendere l’arrivo della busta paga, dunque la circolazione non si è mai effettivamente fermata.

Focalizzandoci su questo ultimo punto, El País ci propone un articolo sconvolgente che spiega l’andatura della crisi economica, svelando che il PIL dell’America Latina – Caraibi compresi – è sceso del 5,3%, ossia l’indice più basso del secolo. Proprio per evitare che la crisi economica e sanitaria diventi una crisi alimentare, la FAO e la Cepal hanno proposto un rinforzo delle entrate con dei buoni pasto per i prossimi sei mesi.

L.C, M.D.F. e I.V

Per quanto riguarda il Brasile, recentemente è stata fatta richiesta al Tribunale Supremo Federale di un’inchiesta sulla recente crescita di fake news riguardanti i ministri del proprio tribunale, come riporta Globo. Si pensa che ci possa essere un’associazione criminale creata appositamente per diffondere notizie false, minacce e incitare alla violenza.  Il processo ha acquisito forza dopo che la Polizia Federale ha condotto un’indagine a maggio sui sostenitori di Bolsonaro, accusati di promuovere notizie false e offese ai ministri. Questa settimana, infatti, è stata arrestata l’estremista Sara Giromini, a capo del gruppo sostenitore del presidente per minacce e diffamazione contro il ministro Alexandre de Moraes. C’è anche chi pensa che questa sia un’operazione macchinata da alcuni degli stessi ministri interni.

M.P

Secondo quanto riportato dal Journal de Québec, in Canada, durante la crisi finanziaria dovuta al Covid-19, la rete di trasporti pubblici riceve un finanziamento di emergenza di 400 milioni di dollari da parte del governo del Québec. François Bonnardel, il ministro dei trasporti del Québec, ha affermato che questo aiuto permetterà di tornare ad una condizione di normalità per quanto riguarda i trasporti pubblici, sempre nel rispetto delle regole sanitarie in vigore.

S.C, S.P

ASIA

Come riportato dal quotidiano Global Times (环球时报 pinyin: Huánqiú Shíbào), il governo cinese ha deciso di concedere agli artisti di strada di tornare ad esibirsi dopo il Covid-19, riportando così un po’ di vitalità nelle città.

Secondo Zhao Liangliang, funzionario del centro culturale di Chengdu, sostenere gli artisti di strada potrebbe   rappresentare un vantaggio per l’economia locale, duramente colpita dall’epidemia.

Un progetto dal titolo “a city with music”, volto alla promozione della così detta street art, era stato lanciato nel 2018 a Chengdu, nella provincia del Sichuan nel sud-ovest della Cina.

Il Sichuan è famoso per la sua lunga tradizione musicale e il Conservatorio di musica del Sichuan (四川音乐学院 pinyin: Sìchuān yīnyuè xuéyuàn) istituito proprio a Chengdu nel 1939 è uno dei più antichi istituti di educazione musicale in Cina.

Adesso, altre 27 città cinesi, tra cui Zhuhan nella provincia del Guangdong e la città di Jinan nella provincia dello Shandong, vorrebbero attuare il programma nelle loro città, promuovendo così la cultura di strada, in modo tale che la street art sia vista come un mezzo attraverso cui l’artista comunica con il suo pubblico e non come qualcosa legato ad atti vandalici.

A Chengdu, non è così semplice diventare un’artista di strada, infatti solo gli artisti che possiedono una licenza possono esibirsi nei 60 luoghi designati in giro per la città, molti dei quali sono punti panoramici o centri commerciali.

Per ottenere questa licenza i candidati devono prima presentare il proprio CV e poi sottoporsi a un provino in cui devono esibirsi di fronte ad artisti professionisti.

Chen Huan, artista di strada meglio conosciuto come Hot Pot Brother, ha raccontato al giornale che di solito gli artisti si esibiscono il venerdì e il fine settimana dalle 17:00 alle 21:00 e che cantare per strada lo rende molto felice e gli fa perdere la cognizione del tempo. Uno dei giorni più memorabili che ha vissuto è quando si stava esibendo e la gente gli ha regalato otto bottiglie d’acqua durante tutto lo spettacolo. 

L’artista Du Jingping, o Du Yuanqi, è stato uno dei primi artisti ad esibirsi per le strade di Chengdu. Al Global Times ha raccontato che spesso cambia le sue canzoni a seconda dei giorni in cui si esibisce facendo canzoni a tema nei giorni festivi. Ad esempio, durante il “Children’s day (兒童節 pinyin értóng jié), ha scritto delle canzoncine che piacciono ai bambini. Ha inoltre che esiste un’applicazione che permette ai cittadini di vedere in quale luogo e quando gli artisti si esibiranno, promossa dal Centro Culturale di Chengdu.

Ad oggi, gli artisti di strada a Chengdu sono circa 200 ed alcuni hanno anche partecipato ad alcuni programmi Tv musicali popolari. artisti di strada a Chengdu e alcuni di loro hanno persino partecipato ad alcuni programmi TV musicali popolari. Sia ChenHuan che Du Yuanqi hanno affermato che il numero di spettatori, a causa del momento particolare, è molto diminuito ma che sono pronti a tornare ad esibirsi e a portare un po’ di allegria e divertimento nel paese. 

G. R

OCEANIA

In Australia, come riportato da The Guardian,continuano le proteste didecine di migliaia di persone a sostegno del movimento “Black Lives Matter”. I manifestanti stanno anche evidenziando le morti, i maltrattamenti e l’emarginazione del popolo aborigeno australiano. Tra queste ce n’è una che ha colpito per via della forte similarità con la vicenda di Floyd, quella di David Dungay, avvenuta nel 2015 in una prigione di Sydney, dopo che le guardie si sono precipitate nella sua cella per impedirgli di mangiare dei biscotti, lo hanno trascinato in un’altra cella, poi lo hanno tenuto a faccia in giù e gli hanno iniettato un sedativo. Prima di morire, l’uomo ha detto ben dodici volte che non riusciva a respirare.

S.C, S.P

Rassegna stampa a cura di:

Ariela Capuano (responsabile lingua inglese)
Salvina Calanducci e Simona Picci (lingua inglese)
Giulia Deiana (responsabile lingua francese)
Silvia Calbi e Elen’Alba Vitiello (lingua francese)
Alessandra Semeraro (responsabile lingua spagnola)
Lavinia Cataldi, Michela Di Franco e Ilaria Violi (lingua spagnola)
Veronica Battista (responsabile lingua portoghese)
Martina Pavone e Diana Fagiolo (lingua portoghese)
Silvia Santini (responsabile lingua tedesca)
Michela Sartarelli e Laura Razzini (lingua tedesca)
Clarissa Giacomini (responsabile lingua russa)
Silvia Noli, Diana Sandulli (lingua russa)
Sara Zuccante (responsabile lingua araba)
Samar Hassan (lingua araba)
Claudia Lorenti (responsabile lingua cinese & coordinatrice del progetto)
Gioia Ribeca (lingua cinese)

#ATUTTOMONDO

Pubblicato il

La rassegna stampa internazionale dell’UNINT

Le notizie corrono, il mondo non si ferma mai e con esso la nostra rassegna.

La nuova divisione per aree geografiche orienta il lettore in un ampio spettro di notizie riguardo gli avvenimenti di maggior rilievo a livello mondiale, facendosi portavoce dei principali quotidiani stranieri.

EUROPA

In Russia si acuisce la crisi diplomatica con la Repubblica Ceca: il Ministero degli Esteri russo Sergej Viktorovič Lavrov ha reagito alla decisione della Repubblica Ceca di espellere due diplomatici russi. Il motivo dell’espulsione era stato, come riporta il settimanale Argumenti i Fakti il presunto trasporto da parte dei diplomatici russi a Praga di ricina, un potente veleno in grado di bloccare la riproduzione ribosomiale dell’organismo. A seguito dell’espulsione avvenuta all’inizio di giugno, il Ministero degli Affari Esteri, che ha la propria sede a Mosca, ha dichiarato due dipendenti dell’Ambasciata della Repubblica Ceca “persone non gradite” e chiesto loro di lasciare il territorio russo insieme alle loro famiglie entro il 17 giugno, come riporta il sito ufficiale del Ministero degli Affari Esteri.

Il provvedimento, in conformità con quanto previsto dall’Articolo 9 della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche, è una risposta speculare all’azione provocatoria e ostile di Praga. L’atto di espulsione, infatti, appare essere immotivato, come confermato anche dalle autorità ceche.

Per quanto riguarda la situazione interna del paese, invece, il primo ministro della Federazione Russa, Michail Mishustin, ha dichiarato che verrà aumentato il numero di test effettuati ogni settimana. Come emerge dal notiziario Russia Today, in media vengono condotti circa 300 mila test al giorno. Mishustin sottolinea l’importanza dei test dal punto di vista del monitoraggio e della prevenzione della malattia, in modo tale da ridurre il numero dei pazienti gravi aggiungendo, infine, che molti paesi in Europa hanno già adottato questa linea d’azione. Coloro che vengono dimessi dall’ospedale sono sempre di più, 4489, e coloro che guariscono dal Covid-19 sono più di 284 mila.

Inoltre sul sito di Russia Today in un’intervista di Radio Sputnik vengono riportati importanti dichiarazioni in merito alle conseguenze del coronavirus sul nostro organismo. Infatti, lo pneumologo Aleksander Karabinenko, insignito del titolo di medico della Federazione Russa, sostiene la possibilità che dopo la guarigione dalla malattia possa insorgere la fibrosi polmonare, ciò vuol dire che se l’infiammazione da polmonite interstiziale persiste per lungo tempo (è noto che il decorso della malattia sia molto lento) può formarsi tessuto cicatriziale (fibrosi), che sostituisce quello polmonare. Con la distruzione progressiva degli alveoli, cisti con pareti spesse sostituiscono gli alveoli. Tutto ciò determina una riduzione della capacità di trasferire ossigeno al sangue e l’irrigidimento e costrizione dei polmoni con conseguente dispnea e tosse.

S.N, D.S

La Spagna attualmente sta passando per un graduale ritorno alla normalità dopo essere stata messa in ginocchio dalla violenza del Covid. Al momento, i due problemi principali sono collegati tra loro, in quanto si tratta di mantenere la coesione politica tra i maggiori partiti al fine di ottenere i fondi economici dall’Unione Europea per la ripresa del paese. Questo compito non è facile per la Spagna, dove, già dall’inizio del mandato Sánchez, si manifestarono molte frammentazioni politiche. Tuttavia, data la delicatezza della situazione attuale, l’unione è più importante che mai. Per questo, dopo l’incontro con i Presidenti delle regioni autonome il Primo Ministro ha esortato al “patriottismo”, come riporta El País, alludendo alla richiesta di sostegno da parte dei partiti Unidos podemos, PNV (Partito Nazionale Basco), Más País, Compromís e ERC (Sinistra Repubblicana di Catalogna), sostenendo che solo in questo modo sarà possibile creare una legge di bilancio per il 2021 che possa trarre i massimi benefici per la ricostruzione post Covid-19. Un altro segno di apertura e di disponibilità al dialogo è stato l’annuncio di una conferenza a fine luglio con i Presidenti delle comunità autonome per poter creare delle alleanze tra imprese e lavoratori con lo stesso obiettivo: ripartire tutti insieme.

Un’ulteriore notizia importante riguarda l’annuncio di due piani speciali per risollevare due settori quali l’industria automobilistica, con un fondo di 3 milioni di euro, e il turismo, anticipando l’apertura alle frontiere internazionali al 21 giugno.

L.C, M.D.F. e I.V

In Portogallo sono stati arrestati 27 uomini per reati di discriminazione razziale e con accuse di tentati omicidi. I soggetti, sottoposti a giudizio, facevano parte di un gruppo che esaltava la “superiorità della razza bianca” ed erano in possesso di armi illegali e droghe, come riporta Público.

Inoltre, il comitato portoghese per i rifugiati sporgerà denuncia per atti di vandalismo data la presenza di diverse scritte razziste e xenofobe sui muri di Lisbona, come ad esempio su uno degli edifici dello stesso comitato per rifugiati e in una scuola secondaria. Al contrario, a seguito delle manifestazioni antirazziste, a Lisbona era stata tinta di rosso con la scritta “decolonizza”, e successivamente ripulita, la statua di Padre António Vieira, missionario portoghese in Brasile che aveva difeso i diritti degli indigeni nel XVII secolo. La Camera Municipale di Lisbona ha dichiarato inammissibili gli atti di vandalismo contro il patrimonio della città.

D.F.

Secondo il giornale Tagesschau.de e come riportato anche su T-online.de viaggiare in treno diventerà ancora più economico. In Germania, come conseguenza della riduzione dell’IVA anche i prezzi dei biglietti ferroviari diminuiscono. Il governo federale tedesco sta pianificando un pacchetto di salvataggio per il gruppo ferroviario nazionale Deutsche Bahn che prevede un’iniezione di diversi miliardi di euro. La riduzione dell’IVA comincia a mostrare i primi frutti: la Deutsche Bahn infatti prevede di abbassare il prezzo dei biglietti a partire dal 1° luglio. In particolare, i biglietti a lunga percorrenza godranno di una riduzione dell’1,9%.

«Estenderemo la riduzione dell’IVA ai nostri clienti» – così dichiara Berthold Huber, CEO di DB Verkehr alla dpa. Questo, vale per tutti i biglietti con tariffa agevolata, promozionale e tariffa Flex, compresi gli abbonamenti per i mezzi. Poi toccherà ai prezzi dei biglietti per il trasporto regionale, anche se non è ancora certo quando. In questo senso, sono in corso colloqui con le altre parti coinvolte nel settore, come le associazioni di trasporto, gli operatori ferroviari e gli enti responsabili del trasporto locale.

Sempre T-online.de riferisce che già all’inizio dell’anno, la società ferroviaria aveva provveduto ad abbassare le tariffe interurbane, per la prima volta dopo il 2002. Durante la crisi coronavirus, il numero di passeggeri è inevitabilmente crollato: secondo le stime del governo tedesco, nel momento peggiore della crisi sanitaria, Deutsche Bahn ha registrato cali fino all’85% sul numero dei passeggeri. Per i viaggi di lunga tratta, la DB ha ripreso le linee turistiche ICE e IC. Secondo quanto annunciato dal capo dei trasporti a lunga distanza DB Michael Peterson, entro la fine di giugno riprenderà il trasporto internazionale verso tutti i paesi accessibili. Ma c’è di più: oltre al ripristino dei collegamenti internazionali già attivi prima della chiusura dei confini, le ferrovie ampliano la loro offerta turistica. Dal 16 giugno sarà attivato un nuovo collegamento diretto da Berlino che fermerà a Dresda, Praga e Vienna con capolinea a Graz e dal 27 giugno un collegamento ICE tra Berlino e Innsbruck.

Secondo le ordinanze del governo federale e di tutti i Länder, naturalmente rimane l’obbligo di indossare dispositivi di protezione individuale sui trasporti pubblici e nelle stazioni ferroviarie. Tuttavia, c’è chi si preoccupa dell’impatto ambientale di questi articoli fondamentali nella lotta al virus. Nell’articolo del 14 giugno 2020 il giornale Zeit.de riferisce che il ministro federale dei trasporti Andreas Scheuer (CSU) sta studiando un piano per lo smaltimento e il riciclaggio di tutti quei milioni di mascherine che giornalmente vengono usate e gettate via. «Non è accettabile questo consumo, comunque rappresentano dei rifiuti pericolosi» – ha dichiarato Scheuer al giornale Bild am Sonntag, «questi piani per uno smaltimento ecocompatibile potrebbero rappresentare un modello da attuare anche in altri settori: negli aeroporti, nelle stazioni degli autobus, anzi sono da pensare in generale».

L.R, M.S

In Inghilterra, durante le varie manifestazioni di protesta “Black Lives Matter” alcuni cittadini britannici hanno imbrattato di vernice la statua di Winston Churchill a Londra, cancellandone il cognome e scrivendo la frase “era un razzista”. Il primo ministro inglese Boris Johnson ha condannato pubblicamente questi atti vandalici, ricordando che Churchill ha sempre combattuto ogni forma di fascismo e razzismo.

La statua del celebre politico inglese potrebbe essere spostata all’interno di un museo per impedire nuovi atti vandalici, come ha dichiarato alla BBC la nipote Emma Soames.

S.C, S.P

In Francia i cittadini hanno un forte bisogno di stabilità e trasparenza. Perciò, domenica 14 giugno, il Presidente della Repubblica Emmanuel Macron, rivolgendosi ai francesi in diretta TV, ha dichiarato che il Paese torna ad essere “zona verde”. Come riportato dal quotidiano Le Monde, il Presidente ha annunciato la “prima vittoria” contro l’epidemia di Covid-19 e la riapertura di tutte le attività di ristorazione e di hôtellerie. Inoltre, dal 22 giugno riapriranno tutte le scuole, con “frequenza obbligatoria” degli alunni.

Anche il Belgio necessita di provvedimenti validi per contenere la crisi dovuta alla pandemia.Così, il Piano federale di protezione sociale ed economica ha adottato nuove misure. Come affermato dal quotidiano La Libre Belgique, sono stati presi numerosi provvedimenti al fine di proteggere e sostenere gli investimenti e l’organizzazione del lavoro. Tra le nuove manovre spiccano l’aumento temporaneo dal 50 al 100% della deducibilità dei costi per l’organizzazione di eventi e le attività di ristorazione e l’introduzione di un nuovo tipo di disoccupazione ad hoc legato alla pandemia, permettendo così la transizione dalla disoccupazione temporanea per cause di forza maggiore alla classica disoccupazione economica.

La lotta al Coronavirus non si ferma, così come il progresso sociale: la Svizzera raggiunge un traguardo storico con l’approvazione del matrimonio omosessuale. Come riportato dal sito di informazione Swissinfo, Il Consiglio nazionale ha approvato il progetto di legge per un “matrimonio civile per tutti”. La proposta di legge non elimina ogni tipo di disuguaglianza, ma intende permettere alle coppie omosessuali di accedere alla naturalizzazione facilitata del congiunto, come già avviene per le coppie eterosessuali.

S.C, E.V

AFRICA

In Mozambico durante la Giornata Internazionale dell’Albinismo (13 giugno) viene ricordata la paura quotidiana dei cittadini albini di camminare per strada, essere attaccati, sequestrati o anche uccisi, perché vittime di credenze popolari oscure, nonostante la diminuzione dei casi in quest’ultimo anno, come riporta O País. Questo fenomeno è accentuato nelle province di Nampula e Cabo Delgado, a nord del Paese, dove continuano allo stesso tempo incursioni, uccisioni e incendi di villaggi da parte di gruppi di estremisti islamici. Nella stessa area alcuni genitori decidono di non mandare a scuola i figli data la presenza di casi di colera e la paura di trasmissione attraverso i libri e la mensa, come si legge sul Diário de Notícias.

D.F.

In Angola lo Stato ha deciso che chi è stato incarcerato o detenuto, verrà risarcito, come riporta il giornale Jornal de Angola. Il risarcimento è previsto anche per chi viene arrestato da chi non ha competenze in materia o per chi risulta essere innocente dopo essere stato accusato di un reato. La richiesta di risarcimento deve essere presentata entro un anno.

M.P.

Ogni anno numerosi pellegrini provenienti da diversi Paesi si recano alla Mecca per celebrare il ḥajj, il pellegrinaggio che costituisce il quinto pilastro dell’Islam nonché un atto obbligatorio per qualsiasi fedele di religione musulmana.

Secondo i dati ufficiali dell’Autorità Generale per le statistiche nel Regno dell’Arabia Saudita, il numero di pellegrini negli ultimi 10 anni ha raggiunto 23 milioni, di cui 2,4 milioni solo nel 2019.

Alla luce dei cambiamenti avvenuti in seguito alla diffusione del Covid-19 nel mondo, le autorità saudite non hanno ancora preso alcuna decisione ufficiale in merito alle modalità di svolgimento della cerimonia del ḥajj di quest’anno.

Mohammad Benten, ministro saudita del pellegrinaggio, aveva precedentemente sollecitato i Paesi di tutto il mondo a sospendere i preparativi del ḥajj fino a quando la situazione della pandemia non fosse diventata più chiara, basandosi sulla responsabilità del Regno di tutelare la salute di tutti i musulmani, come evidenziato dalla CNN Arabic.

Spostandoci verso la Tunisia, le autorità di Tunisi hanno chiuso Place du Bardo, la piazza su cui si affaccia il parlamento tunisino, per evitare un sit-in “autorizzato”. Il sit-in è stato indetto da un insieme di iniziative e partiti nazionali al fine di chiedere lo scioglimento del parlamento, la modifica della costituzione e le elezioni anticipate. Tra le richieste dei manifestanti, anche la creazione di un dialogo nazionale per la lotta contro la povertà e per l’impiego di disoccupati.

Molti partiti hanno preso parte alla manifestazione, tra questi il Movimento dei giovani tunisini, il Fronte di Salvezza Nazionale, il Movimento Bardo 2 e “Movimento 14 giugno”. Un membro di quest’ultimo, Maher Al-Khashnawi, ha annunciato a Sky News Arabia che, nonostante il sit-in avesse ottenuto l’autorizzazione, la piazza è stata interamente bloccata in tutti i punti di accesso, descrivendo la questione come uno “scandalo politico”.

In Etiopia, invece, dopo lunghi mesi di negoziati, il Governo ha annunciato che rispetterà qualsiasi accordo concluso con l’Egitto e il Sudan per riempire la cosiddetta “Diga del Rinascimento”.

Secondo quanto riportato da Sky News Arabia il Ministero dell’Irrigazione etiope ha dichiarato che “l’accordo che cerchiamo di concludere si baserà solo sui principi della dichiarazione firmata nel marzo 2015”, e ha così sottolineato che Addis Abeba “rifiuta di sottomettersi a vecchi trattati risalenti all’epoca coloniale di cui non faceva parte”.

Fonti vicine alle riunioni condotte hanno affermato che il corso di questo ciclo di negoziati sarà valutato nei prossimi giorni. Si tratta della quinta serie di negoziati tra i tre Ministri dell’Irrigazione, che seguono quelli interrotti in seguito al rifiuto dell’Etiopia di continuare a partecipare agli incontri. Con la mediazione degli Stati Uniti, la serie di negoziati ha quasi portato a un accordo che regola il riempimento e il funzionamento della Diga del Rinascimento e ne specifica inoltre modalità e meccanismi futuri.

S.H.

Come afferma il settimanale Jeune Afrique, l’Africa non riesce a contenere i contagi: l’OMS ha confermato il raddoppiamento del numero di casi di Covid-19 nel continente avvenuto negli ultimi 20 giorni. Allo stesso tempo, secondo quanto riportato dal medesimo giornale, durante questo difficile periodo di pandemia, il Ruanda, e con lui tutte le ex colonie francesi, ottengono una vittoria sia dal punto di vista giuridico che storico: l’apertura degli archivi del defunto presidente François Mitterrand sul Ruanda, da sempre al centro della controversia sul ruolo della Francia durante il genocidio.

S.C, E.V.

AMERICA

Negli Stati Uniti, mentre proseguono le proteste contro la brutalità della polizia e la disuguaglianza razziale, un ampio movimento mira a vandalizzare e/o rimuovere le statue dei proprietari di schiavi e dei colonizzatori. Una tra queste è quella di Cristoforo Colombo, per via del trattamento violento e dell’uccisione che riservava ai nativi americani. Sia il New York Times che la CBS News hanno riportato che le statue dell’esploratore genovese a Boston, in Minnesota e in Virginia sono state danneggiate e/o rimosse, e che gli atti vandalici sono avvenuti poiché i manifestanti, alimentati dalla rabbia per la morte di George Floyd, vedevano questi monumenti come simboli della supremazia bianca.

S.C, S.P

In Brasile, il Ministero della Famiglia, delle Donne e dei Diritti Umani nasconde l’esistenza di un documento, il quale fornisce la lista delle denunce sporte durante il 2019, ad agenti della polizia che avrebbero usato la violenza contro i civili. La notizia è riportata dal giornale Extra. I documenti degli anni precedenti mostrano come questi fenomeni di violenza da parte delle forze dell’ordine siano in forte crescita. Nel 2016 erano arrivate al governo 1009 denunce e nel 2017 la crescita era stata del 30%, con 1319 denunce totali. Lo stesso si verifica nel 2018: le denunce aumentano del 24% (1637 in totale). Il gesto del ministero è stato definito un attacco alla democrazia dal presidente della Commissione Nazionale dei Diritti Umani dell’Ordine degli Avvocati Brasiliani. Infatti, ci si chiede se questo non sia un messaggio per invogliare le forze dell’ordine a usare la violenza. Il ministero ha risposto alle accuse dicendo che alcuni dati sembrano non corrispondere alla realtà, posticipandone la pubblicazione. Alla richiesta di una previsione più precisa sui tempi di pubblicazione, il ministero non ha risposto.

M.P

La Corporación Andina de Fomento (CAF) con sede a Caracas in Venezuela, sorta cinquant’anni fa per favorire lo sviluppo dei paesi del Sud America, si è rafforzata anno dopo anno facendo registrare notevoli miglioramenti nella vita di molti cittadini sudamericani grazie al finanziamento di alcuni progetti.

I buoni risultati ottenuti finora, secondo le dichiarazioni dell’amministratore delegato Luis Carranza Ugarte rilasciate a El País sono il frutto della collaborazione dei governi partecipanti – 19 Paesi in tutto, compresi gli Stati europei di Spagna e Portogallo – capaci di superare le divergenze politiche per il benessere dei propri cittadini.

“Partito con un capitale di 25 milioni di dollari investiti dai cinque Paesi fondatori Bolivia, Ecuador, Colombia, Perù e Venezuela”, prosegue Ugarte, “il CAF stima di raggiungere 13 miliardi di dollari entro la fine del 2020”.

Sono stati realizzati progetti atti al miglioramento delle strade e della mobilità urbana, alla sanificazione di zone in condizioni igienico-sanitarie precarie, al finanziamento di infrastrutture energetiche e all’educazione scolastica dei bambini.

Progetti futuri riguardano la lotta al contrabbando di confine in Messico che porterà benefici al turismo e alla produzione locale, l’agevolazione del passaggio delle merci dal Paraguay al Brasile e l’integrazione energetica di Panamá e Colombia.

L.C, M.D.F. e I.V

In Canada, CBS News riporta una situazione analoga a quella statunitense. Tra le statue danneggiate ci sono quella dell’esploratore inglese George Vancouver a Vancouver, e alcune delle famose figure in legno di John Hooper a New Brunswick. Kathy Hooper ha detto che è giunto il momento di portare le opere del marito in spazi chiusi poiché, anche se le figure in legno non sono destinate a durare per sempre, è necessario proteggerle dai vandali e dalle intemperie al fine di conservarle più a lungo.

Gli atti di vandalismo sono stati ampiamente criticati dai social media, per via del valore storico, artistico e culturale che queste posseggono. Anche la nipote dello scultore, Sarah Hooper, è intervenuta a riguardo con un post su Facebook descrivendo l’incidente come irrispettoso e sconsiderato.

S.C, S.P

ASIA

Il China’s Cultural Heritage Day (中国文化遗产日. pinyin: Zhōngguó wénhuà yíchǎn rì) ovvero la giornata dedicata al patrimonio culturale cinese, è un evento culturale che si svolge a giugno e che ha lo scopo di promuovere la cultura e sottolineare l’importanza di proteggere il patrimonio culturale del paese.

A seguito della Rivoluzione Culturale, (文化大革命, pinyin: Wénhuà dàgémìng), periodo fortemente caratterizzato da scontri e violenza di massa, il popolo cinese chiedeva a gran voce una rivitalizzazione del nazionalismo e della morale cinese; così il Consiglio di Stato ha deciso di proclamare questa giornata, avanzando richieste specifiche sulla protezione del patrimonio culturale materiale e immateriale della Cina.

Quest’anno, come riportato dal quotidiano cinese Huánqiú Shíbào (Global Times), si svolgeranno più di 4.600 eventi culturali online e offline in tutta la Cina, per celebrare la quarta giornata dedicata al patrimonio culturale della Cina, con la città di Guilin (桂林) nella regione autonoma del Guangxi (廣西) come sede principale dell’evento.

Liu Yuzhu, capo della National Cultural Heritage Administration (国家文物局; pinyin: Guójiā Wénwù Jú) ha dichiarato, in merito all’evento che la Cina ha attualmente 767.000 reperti culturali immobili e 108 milioni di pezzi di beni culturali di proprietà statale mobili.

Durante il periodo del coronavirus, l’industria museale nazionale ha prestato particolare attenzione alle misure di prevenzione e controllo nei musei e l’NCHA ha lanciato oltre 2.000 mostre online, che hanno attirato oltre 5 miliardi di visitatori virtuali.

Una mostra sul personale medico che combatte l’epidemia di Covid-19 ha debuttato al Museo Guilin.

I medici che si trovavano a Wuhan durante l’epidemia hanno donato al Museo i loro DPI (dispositivi di protezione individuale), un modulo di domanda per una richiesta di aiuto ai pazienti nell’unità di terapia intensiva e una foto del loro certificato d’onore e della medaglia commemorativa, nonché alcuni video.

Oltre agli eventi a Guilin, i 4.296 principali siti del patrimonio culturale della Cina e i 5.354 musei hanno lanciato varie attività tra cui alcuni seminari dedicati alla valorizzazione della cultura cinese.

Ad esempio, il Dipartimento provinciale per la cultura e il turismo del Sichuan, nella Cina sudoccidentale, ha lanciato una mostra online dal titolo The Beauty of Living Wealth of Sichuan”

(四川非遗之美. pinyin: Sìchuān fēi yí zhīměi) che presenta il patrimonio culturale immateriale della provincia del Sichuan.

Quasi 6.500 negozi online tra cui Alibaba, JD.com e Suning hanno aderito a una campagna commerciale per vendere oggetti rappresentativi della cultura cinese.

Liu Yuzhu ha aggiunto che le reliquie culturali della Cina hanno costruito un ponte per la comunicazione culturale con altri paesi e regioni del mondo, poiché più di 100 mostre di reliquie cinesi vengono organizzate all’estero e la Cina collabora attivamente con altri 24 paesi per realizzare diversi progetti archeologici.

La Cina prevede anche di inviare esperti per partecipare al restauro della cattedrale di Notre Dame devastata dal fuoco a Parigi, dimostrando la solidarietà del paese nei confronti dell’Europa.

G. R

OCEANIA

Anche in Australia e in Nuova Zelanda si sono perpetuati atti di vandalismo nei confronti di alcune statue, come accaduto anche in Inghilterra, in America e in Canada.

Nella città di Sidney ne sono state danneggiate due: entrambe raffiguravano l’esploratore James Cook al quale è stato “sfregiato” il volto con delle bombolette di vernice spray. La prima statua è collocata nell’Hyde Park di Sidney, mentre la seconda nei pressi della periferia di Randwick.

In Nuova Zelanda, le accuse per un atto molto simile di vandalismo sono contro una donna neozelandese che è stata accusata di aver deturpato una statua nella città di Auckland. Tuttavia, la polizia non ha ancora rivelato di quale statua si tratti.

In entrambi i Paesi, i governi stanno valutando l’introduzione di leggi più severe per prevenire nuovi atti vandalici.

S.C, S.P

Rassegna stampa a cura di:
Ariela Capuano (responsabile lingua inglese)
Salvina Calanducci e Simona Picci (lingua inglese)
Giulia Deiana (responsabile lingua francese)
Silvia Calbi e Elen’Alba Vitiello (lingua francese)
Alessandra Semeraro (responsabile lingua spagnola)
Lavinia Cataldi, Michela Di Franco e Ilaria Violi (lingua spagnola)
Veronica Battista (responsabile lingua portoghese)
Martina Pavone e Diana Fagiolo (lingua portoghese)
Silvia Santini (responsabile lingua tedesca)
Michela Sartarelli e Laura Razzini (lingua tedesca)
Clarissa Giacomini (responsabile lingua russa)
Silvia Noli, Diana Sandulli (lingua russa)
Sara Zuccante (responsabile lingua araba)
Samar Hassan (lingua araba)
Claudia Lorenti (responsabile lingua cinese & coordinatrice del progetto)
Gioia Ribeca (lingua cinese)

#ATUTTOMONDO

Pubblicato il

La rassegna stampa internazionale dell’UNINT sul COVID-19

Il Covid-19 si è imposto come unico grande protagonista di questi ultimi mesi, portando con sé tutta una serie di nuovi problemi legati ad esso. La maggior parte dei Paesi ha messo al primo posto della lista delle priorità la pandemia Covid, concentrando le proprie forze in quella direzione. Tuttavia, ora che la situazione coronavirus comincia lentamente a migliorare, ecco che tornano nuovamente a galla tutti quei vecchi problemi “messi in pausa” negli ultimi mesi.

Allo stesso tempo, l’uccisione di George Floyd e le questioni razziali continuano a risuonare nel mondo.

L’impatto del coronavirus sull’economia del Medio Oriente ha configurato uno scenario sconfortante per la maggior parte dei Paesi che, stavolta, sembra colpire anche i più ricchi.

Emirates, la compagnia aerea dell’Emirato di Dubai, ha infatti annunciato che effettuerà dei licenziamenti per ridurre il personale. Tale notizia ha suscitato l’interesse dei media, che hanno messo in evidenza l’annuncio, concentrandosi sul numero del personale licenziato. È vero che la cifra è relativamente elevata (600 piloti e 7000 assistenti di volo), ma in realtà sembra non costituire una grande percentuale del numero totale di dipendenti di Emirates Airlines (alcuni ritengono che la percentuale del personale licenziato rappresenti solo il 15%).

D’altronde, il settore turistico negli Emirati è di vitale importanza, con un contributo totale pari all’11,9% del prodotto interno lordo. Inoltre, secondo i dati del World Travel & Tourism Council del 2019, il turismo contribuisce a fornire circa 745 mila posti di lavoro.

Come evidenziato dai risultati dello scorso anno, il valore del capitale dell’aviazione commerciale nel mondo è di circa 16 trilioni di dollari, con una crescita media annua del traffico passeggeri pari al 4,6% e un volume di crescita dei servizi di trasporto merci che raggiunge il 4%.

Più in generale, invece, il mercato del petrolioappare in ripresa, con un aumento del greggio statunitense che ha superato i $ 40 al barile questa settimana.

Sebbene un tale aumento di solito non risulti rilevante, al momento è considerato un incremento importante dopo che il prezzo del barile era sceso sotto lo zero, toccando il suo livello più basso a meno $ 40,32 al barile il 20 aprile.

La notevole risalita del petrolio è legata alle speranze di una veloce ripresa dell’economia globale dopo il duro colpo inferto dalla pandemia, che ha ridotto la domanda di benzina, carburante per jet e diesel.

L’aumento del prezzo del petrolio riflette anche l’impatto dei tagli record della produzione da parte dell’OPEC, della Russia e dei suoi alleati, oltre al forte calo della produzione dagli Stati Uniti, il più grande produttore al mondo.

Per ciò che riguarda l’Iraq, invece, restano tesi i rapporti con l’Arabia Saudita. Nonostante le numerose proposte avanzate dal Regno attraverso i media, infatti, la popolazione irachena mette in dubbio la credibilità saudita nell’effettuare investimenti sul suo territorio, dopo anni di rottura e riluttanza a migliorare le relazioni.

Secondo le notizie riportate in seguito alla visita del Primo Ministro delle Finanze iracheno Ali Abdul Amir Allawi lo scorso mese, “l’ultima delle strategie saudite è cercare investimenti in Iraq”.

Tuttavia, non è stato raggiunto alcun accordo tra i due Paesi in materia.

Sulla promessa saudita di pompare investimenti in Iraq, lo scrittore e giornalista iracheno Othman Al-Mukhtar ha dichiarato ad Al-Jazeera Net che l’apertura saudita non si basa su un’iniziativa individuale o una visione di Riyadh, ma è frutto della spinta americana.

Samar Hassan

In occasione della riunione di gabinetto federale, il ministro dell’Interno Horst Seehofer ha annunciato la riapertura dei confini di Stato: da martedì, i cittadini dell’UE potranno entrare in Germania senza essere sottoposti a ferrei controlli alla frontiera e senza obbligo di quarantena, contrariamente a quanto accadeva fino a poche settimane fa.

Questo allentamento delle misure al confine permette al Paese di riprendere il suo impegno umanitario nei confronti dei rifugiati provenienti dagli altri paesi dell’UE e bloccato per l’emergenza Covid.

Già verso la fine di maggio, il ministro della migrazione della Turingia Dirk Adams aveva fatto pressione al governo tedesco riguardo la questione, dichiarando: «spero che il Ministero federale dell’Interno non si limiti a reagire con un “no”, come ha fatto finora, ma entri in dialogo con noi». Adams, infatti, aveva presentato diverse bozze di programma sull’accoglienza dei rifugiati europei, senza ricevere risposte chiare. Ad oggi, il ministro si è detto pronto ad accogliere i bambini delle isole greche e le loro famiglie provenienti dai campi profughi sovraffollati.

Dopo un primo volo tedesco destinato ad ospitare 47 persone tra bambini e adolescenti, la pandemia ha drasticamente interrotto ogni tratta. Secondo una dichiarazione di un portavoce del Ministero all’agenzia di stampa Epd, molti dei bambini richiedenti asilo hanno meno di sei anni e alcuni di loro necessitano di cure urgenti in ospedale. Questo denuncia la necessità di un pronto intervento a livello europeo. Tuttavia, la politica migratoria comune è da anni oggetto di controversie tra gli Stati. I ministri degli Interni responsabili dei singoli Paesi non sono d’accordo sull’equa distribuzione dei rifugiati tra gli Stati membri e infatti, se Paesi come Lussemburgo, Francia e Portogallo si rendono disponibili ad accogliere chi viene da Malta, altri come Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Austria bloccano una soluzione.

Altro tema caldo in materia di migrazione è rappresentato dai rifugiati bloccati in mare dall’Italia e da Malta. I Paesi del Mediterraneo infatti, in piena crisi coronavirus, non potevano più fornire rifugi sicuri ai migranti e da settimane chiedevano maggior supporto da parte degli altri Stati dell’UE. La promessa di aiuto di Seehofer riguarda anche i molti migranti rimasti bloccati a largo del Mediterraneo su navi che il governo aveva disposto per il necessario periodo di quarantena e coloro a bordo della nave Ong tedesca Alan Kurdi e della spagnola Aita Mari che i primi di maggio sono state sottoposte a fermo amministrativo dal governo italiano. La proposta tedesca prevede di ospitare circa 80 migranti tra la fine di giugno e inizi di luglio. E, a dispetto della reticenza di alcuni Stati membri a collaborare, il ministro argomenta: «sicuramente la politica migratoria per il trattamento di casi come quello in Grecia e quello per il recupero dei migranti nelle acque internazionali richiede una certa organizzazione, ma anche un certo grado di umanità».

Michela Sartarelli e Laura Razzini

La Cina, fortemente colpita dall’epidemia di coronavirus,si trova adesso a dover combattere contro una malattia cronica che inficia fortemente la situazione sanitaria già precaria: il diabete, di cui sono aumentati i casi negli ultimi decenni e che dalle proiezioni stimate causerà molti decessi nel corso dei prossimi anni.

Questa malattia non sempre è ereditaria anche se esiste una predisposizione familiare e può insorgere a causa di uno stile di vita non sano, come una dieta ricca di grassi e una mancanza di attività fisica.

Ma perché il diabete è cosi comune in Cina?

Nel paese ci sono 114 milioni malati di diabete, più di un quarto dei casi totali del mondo, secondo la International Diabetes Foundation (IDF) e si stima che nel 2045 tale cifra possa raggiungere i 183 milioni.

Due sono i tipi di diabete esistenti al mondo: il diabete di tipo 1, ereditario, che si verifica quando il corpo non riesce a produrre insulina, e di tipo 2, che può svilupparsi nel tempo e si verifica quando le cellule non reagiscono efficacemente all’insulina. Nel paese, il 95% circa dei pazienti è affetto da diabete di tipo 2.

Importanti sviluppi a livello tecnologico mostrano buoni risultati nella cura dei soggetti e ciò spiega il gran interesse che mostra il governo e i grandi investimenti da milioni di dollari delle aziende farmaceutiche di tutto il mondo. Al momento, infatti, le cure disponibili non sono ancora in grado di ripristinare la capacità del corpo di regolare i livelli di zucchero nel sangue. 

Il Dottor Chen, amministratore delegato della società farmaceutica Hua Medicine, coinvolto nello sviluppo dei nuovi farmaci afferma che “la medicina cinese si serve di nuove tecnologie e ne favorisce la continua evoluzione, come ad esempio il trapianto del pancreas e la rigenerazione delle cellule staminali”.

Il trapianto del pancreas artificiale, utilizzato dai ricercatori di tutto il mondo, usa una tecnologia avanzata in grado di pompare insulina attraverso un sensore che monitora i livelli di zucchero nel sangue e ne regola la quantità necessaria ad ogni singolo malato.   

Tuttavia, la tecnologia non è l’unica soluzione per diminuire il numero di casi. La generale mancanza di consapevolezza è stata la ragione principale alla base del forte aumento dei malati di diabete, come lo stesso Chen afferma: “il primo passo per risolvere il problema è promuovere la consapevolezza e assicurare che le persone comprendano la malattia e il suo impatto sulla vita di tutti i giorni”.

Una diagnosi di diabete in Cina è soltanto del 39% su una popolazione di circa due miliardi di persone.

Condurre uno stile di vita sano condurre uno stile di vita sano abbinato ad un esercizio fisico costante permette di essere non solo in forma ma soprattutto in buona salute e aiuta a prevenire il rischio di contrarre malattie come il diabete.

Gioia Ribeca 

Ora che la situazione Covid-19 sembra essersi attenuata, in Spagna si ricomincia a parlare di un caso che, durante il picco della pandemia, sembrava non essere di così primaria importanza: la manifestazione avvenuta in occasione della giornata internazionale della donna.

Facciamo un passo indietro: è l’8 marzo 2020, in Italia il governo sta per dichiarare la zona rossa nazionale a causa dell’elevato numero di contagi del nuovo virus Sars-Cov-19, ma a pochi chilometri dal nostro Paese, nelle principali città spagnole, centinaia di persone sono in strada pronte a manifestare in maniera pacifica per i diritti delle donne e non solo.

In aggiunta alle motivazioni fondamentali che sostengono questa grande causa, la manifestazione è stata fortemente voluta dall’attuale governo del Paese, sollevando, però, non poche critiche da parte della minoranza, la quale ha puntato sul dato certo che solo a partire dal 9 marzo 2020 il virus ha iniziato a svilupparsi all’interno del Paese. E così si apre l’inchiesta 8-M: se la situazione di emergenza in Spagna fosse stata valutata con la giusta considerazione e se, dunque, non ci fosse stata, tra le altre cose, la manifestazione, si sarebbe potuta contenere o addirittura evitare l’epidemia?

Attualmente il caso 8-M si fa spazio tra le notizie principali: la giudice Carmen Rodriguez-Medel non ha archiviato l’indagine e ha mantenuto la convocazione del delegato José Manuel Franco, unico imputato, attribuendogli il presunto delitto di prevaricazione per non aver impedito le manifestazioni nella regione durante la fase di espansione del virus e ha ricordato che la documentazione per il caso ha tardato un mese prima di arrivare sulla sua scrivania, indipendentemente dai disagi dovuti a causa della pandemia.

Per rimanere in tema di diritti delle donne e Covid-19, le vite delle donne che subiscono regolarmente violenze domestiche sono state uno dei principali bersagli durante la pandemia. Se ne è parlato in Italia e in altri Stati, ma non bisogna dimenticare ciò che accade più lontano da noi, ad esempio nei tanti paesi dell’America Latina. In particolare, in Argentina i casi di femminicidio dall’inizio dell’isolamento sono stati ben 49, tra cui 4 bambine; 61 figli, di cui il 72% minorenni, sono rimasti orfani di madre. Proprio per cercare di sensibilizzare riguardo ai fatti accaduti e dare più visibilità al problema sono state create tre nuove campagne per accompagnare virtualmente le donne in pericolo e per fornire strumenti di sostegno e di aiuto: #Aisladasnosolas, creata dalla fondazione AVON, #Laotrapandemia, in collaborazione con l’ONU e “Barbijo Rojo” (mascherina rossa), creata dal Ministero delle Donne, Genere e Diversità Argentino in collaborazione con la Confederazione Farmaceutica Argentina. Le prime due avvengono principalmente attraverso video, pubblicità e comunicazioni virtuali, mentre la terza offre anche l’opportunità di recarsi in farmacia e chiedere aiuto in codice richiedendo la mascherina rossa.

Lavinia Cataldi, Michela Di Franco e Ilaria Violi

Il 10 giugno il Brasile registra 1.300 decessi a causa del coronavirus arrivando ad un totale di 39.797 persone. I nuovi casi salgono a 33.100 per un totale di 775.184.

I dati sono stati resi pubblici grazie alla collaborazione delle testate giornalistiche G1, O Globo, Extra, O Estado de S.Paulo, Folha de S.Paulo e UOL. Lo scopo è quello di informare i brasiliani sull’evoluzione della pandemia, soprattutto dopo che il governo Bolsonaro ha deciso di limitare l’accesso ai dati riguardanti il Covid-19.

Ad esempio, mentre fino al 17 aprile la pubblicazione del bilancio giornaliero avveniva alle 17:00, ad oggi il Ministero della Salute pubblica alle 22:00, scelta che ha messo in difficoltà i telegiornali e la stampa. Inoltre, sul portale del ministero viene mostrato solo il numero dei nuovi casi giornalieri: lo storico dall’inizio della pandemia non è più visibile, insieme ai dati relativi ai decessi e agli attualmente positivi. Tuttavia, questo mercoledì sono stati divulgati i dati completi per rispettare le indicazioni fornite dal Tribunale Supremo Federale. Purtroppo, i numeri risultano essere più bassi rispetto a quelli rilevati dalle testate giornalistiche.

Continuano a salire i casi in Portogallo (+2%), concentrati quasi esclusivamente nell’area di Lisbona. La ministra della salute Marta Temido ha annunciato questo mercoledì 10 giugno la creazione di un dipartimento apposito per i casi di Covid-19 nell’area di Lisbona per permettere gradualmente la riapertura anche in questa zona. Inoltre, data l’alta incidenza di casi nel settore delle costruzioni è stato decretato a livello nazionale l’uso obbligatorio di mascherine nei veicoli privati di trasporto dei lavoratori e un massimo di persone per ⅔ della capienza del veicolo.

Inoltre, nei prossimi giorni 800 agenti della polizia monitoreranno l’area di Lisbona per assicurarsi che le tradizionali feste popolari dei santi non avranno luogo, data l’impossibilità di garantire la distanza di sicurezza.

Per quanto riguarda l’Africa lusofona, la Guinea-Bissau registra 1.389 casi confermati di Covid l’11 giugno. Negli ultimi mesi l’attenzione è stata puntata principalmente sulla crisi politica del Paese, data la presenza di due governi a dicembre e di due Presidenti della Repubblica per alcuni giorni a febbraio, abbassando la guardia nei confronti della crisi sanitaria legata al Covid.

In Angola, mercoledì 10 giugno, vengono registrati 21 nuovi casi: il numero più alto mai rilevato nel Paese. La ministra della salute Sílvia Lutucuta ha spiegato che si tratta di studenti angolani con un’età compresa fra i 16 e i 34 di ritorno dalla Russia. A maggio, infatti, è tornato in Angola un gruppo di 250 studenti dalla Russia. Fino al giorno prima il Paese contava 113 infettati, 4 decessi e 40 guariti la cui maggior parte si trovava nella capitale, Luanda.

Il Mozambico, dal canto suo, attualmente si vede minacciato oltre che dal Covid-19, che fino ad ora ha colpito 374 persone, anche dagli attacchi al nord del Paese causati da gruppi stranieri di jihadisti e dall’insorgenza del colera nella stessa area.

Diana Fagiolo e Martina Pavone

Recentemente il movimento “Black Lives Matter” ha avuto un forte impatto mediatico e sociale.

Negli Stati Uniti i colossi della tecnologia come Amazon, Apple e Google hanno deciso di includere una nuova funzione nei loro assistenti vocali intelligenti Alexa, Siri e Assistente Google, fornendo varie risposte a domande che riguardano soprattutto il concetto secondo il quale indipendentemente dal colore della pelle, ogni vita umana ha un proprio valore. Anche gli utenti della famosa applicazione “TikTok” hanno mostrato la loro solidarietà al movimento, pubblicando video in cui si canta e si balla sulle note della canzone “Man In The Mirror” di Michael Jackson.

In Irlanda questo movimento ha raggiunto la capitale, dove centinaia di cittadini si sono riuniti pacificamente, protestando contro il razzismo e contro le pratiche brutali adottate dai poliziotti americani nei confronti dei cittadini di colore. Lo scorso lunedì, in migliaia hanno marciato verso l’ambasciata americana, dove hanno osservato un minuto di silenzio in memoria di Floyd.

Le proteste “Black Lives Matter” continuano anche nel Regno Unito. I manifestanti, in gran parte giovani, si sono radunati al Parliament Square (Londra) per dichiarare la fine del razzismo istituzionale. “Il razzismo istituzionale è radicato nelle case, nella sanità, nel sistema educativo, nei media, nella moda e nella bellezza” afferma la ventinovenne Imarn Ayton, “Ha le sue radici nel reclutamento e nell’occupazione, nella politica, nella polizia, nell’immigrazione e nel sistema giudiziario penale. Si vede, ma non si vede. È ovunque ma non è da nessuna parte… Oggi è il giorno in cui diciamo addio al razzismo istituzionale”.

Anche in Australia le manifestazioni sono quasi all’ordine del giorno e hanno avuto il supporto di Martin Luther King III, il quale ha dichiarato che, oltre ad aver scatenato un movimento di proporzioni “monumentali”, sono un segno che il razzismo “sta esalando il suo ultimo respiro”. L’attivista statunitense è anche fiducioso nel cambiamento, vista la posizione presa da molti giovani. Al contrario, secondo il primo ministro Scott Morrison è necessario porre fine a ulteriori proteste per motivi di sicurezza sanitaria e ha accusato i manifestanti di aver ostacolato gli sforzi fatti per eliminare le restrizioni dovute al coronavirus.

La situazione attuale è molto delicata a causa del COVID-19, ma c’è anche un altro virus in circolazione: il razzismo.

Simona Picci e Salvina Calanducci

In molte aree del mondo i riflettori sono puntati sui temi del razzismo e delle discriminazioni, ma non mancano le preoccupazioni per il futuro dell’economia. In Francia, dopo due settimane di proteste contro gli atti discriminatori perpetrati dalla polizia, il Ministro dell’Interno ha annunciato l’adozione di nuove misure rispetto al codice deontologico delle forze dell’ordine. In particolare, il Ministro ha richiesto che, per ogni poliziotto sospettato di atti o dichiarazioni razziste, sia presa in considerazione la sospensione.

Sul versante economico, i dati mostrano che i francesi non hanno mai risparmiato tanto come durante il lockdown. Infatti, secondo la Banca di Francia, i risparmi dei francesi potrebbero raggiungere quota 100 miliardi di euro supplementari entro la fine del 2020. La ripresa economica del Paese dipenderà molto da come le famiglie decideranno di convertire tali risparmi in acquisti e consumi.

In Belgio l’attenzione resta focalizzata sul tema del razzismo, diventato centrale nel dibattito politico. Il partito di destra MR hamanifestato la propria solidarietà alle vittime di discriminazione rendendo omaggio a Martin Luther King in un comunicato stampa. Ma il presidente del partito centrista DéFI ha evidenziato l’incoerenza dell’MR poiché, a suo parere, tale partito ha ostacolato la realizzazione di una società basata sulle pari opportunità.

Le manifestazioni antirazziste non si fermano neanche in Canada, dove questo fine settimana gli attivisti di Black Trans & Queer protesteranno a Montréal. Dal punto di vista economico, la situazione in Québec non è delle migliori: il tasso di disoccupazione si è quadruplicato. I settori della ristorazione e del commercio al dettaglio risultano tra i più colpiti dalla crisi.

Sorprendentemente, in Svizzera la pandemia non ha avuto ripercussioni sulla produttività. Secondo l’analisi dell’Unione svizzera delle arti e dei mestieri, la produttività delle imprese è aumentata fino al 16%, mentre in circostanze normali l’aumento sarebbe stato appena dell’1%. Secondo Henrique Schneider, il sistema economico è più flessibile di quanto si possa immaginare e può aumentare la sua produttività in modo significativo, almeno nel breve periodo. La crisi non ha affatto danneggiato i settori farmaceutico e chimico, i più favoriti dalla pandemia, così come le principali industrie svizzere di esportazione. I settori economicamente più esposti, come il turismo, rappresentano una porzione minore dell’economia svizzera.

Se, da una parte, l’economia europea ha il vantaggio di reggersi su un insieme di settori molto diversi tra loro, dall’altro, in molte realtà africane l’economia è basata prevalentemente sull’esportazione dei prodotti agricoli. Nel 2020, l’Africa potrebbe perdere fino a 5 miliardi di dollari a causa dell’interruzione della domanda e dell’offerta causata dal Coronavirus. Per alleggerire il peso della crisi, il Club di Parigi, ha permesso ad alcuni Paesi africani, tra cui la Mauritania e il Camerun, di beneficiare di una moratoria sul debito pubblico.

Silvia Calbi, Elen’Alba Vitiello

Chi emigrò dalla Russia negli Stati Uniti all’inizio degli anni ’90 pensò di essersi trasferito nello Stato in cui “i sogni diventano realtà”. Oggi la situazione appare molto diversa.

Le rivolte e le manifestazioni contro il razzismo a seguito dell’omicidio di George Floyd per mano di un agente di polizia che hanno ancor più scosso un Paese già fragile a causa della pandemia da Covid-19.

Krasnodar Yuri Lemeshev, emigrato a New York dal 1991 da “un’Unione fatiscente e affamata”, ha descritto al giornale russo AIF la situazione di questi giorni. “Mi sembra di dover sgattaiolare in casa a rifugiarmi come fossi in un film. Le case vengono saccheggiate, le vetrine dei negozi mandate in frantumi. Si sentono colpi di arma da fuoco, urla che invocano l’intervento della polizia. Questa non sembra l’America.”

Movses Hachikyan, medico a Yerevan e ora tassista a Los Angeles commenta così: “Non li sto giustificando, ma li capisco. In America, nel sud come l’Alabama o la Georgia c’era un sistema razzista folle. Neri e mulatti non hanno dimenticato tutto questo e l’aria si surriscalda facilmente, le persone diventano molto aggressive.”

Per Vladimir Koseenko, emigrato da Vladivostok negli Stati Uniti nel 1993, l’America può esistere solo in condizioni di successo. Nessuno sa come affrontare le difficoltà e ci si chiede quale sarà la prossima catastrofe: uragani, rivolte, città sotto assedio, epidemie.

Per quanto riguarda il mondo dell’informazione in Russia il tema ha soppiantato quello del Covid-19 in termini di risonanza mediatica.         
La portavoce del ministero degli Affari Esteri, Maria Zacharova, ha definito la situazione degli Stati Uniti “la tragedia dell’America contemporanea”, sottolineando il fatto che le autorità americane, nel tentativo di fermare le rapine e azioni illegali, non dovrebbero violare il diritto dei cittadini di protesta pacifica.

Il capo del Comitato per gli Affari Internazionali, Konstantin Kosachev, ha esortato gli americani a guardarsi allo specchio e a riconoscere la loro vera natura che è stata svelata dalla triste vicenda di George Floyd.

In particolare, un post che ha destato non poche polemiche è quello pubblicato dal capo della Repubblica Cecena, Ramzan Kadyrov, il quale ha denunciato su Twitter l’abuso di potere e i soprusi da parte delle autorità statunitensi: “La polizia esegue la giustizia per le strade delle città americane: strangolano i cittadini, picchiano, distruggono le auto. Il mondo intero, che assiste compassionevole, è indignato dall’inoperosità di Washington”.           

Tuttavia, le parole del capo ceceno, secondo Gennady Gudkov, ex-deputato della Duma e appartenente al partito “Russia Giusta”, sono assurde, poiché provengono da un dittatore di una repubblica in cui “non vi è costituzione, legge o corte”. Della stessa idea è il capo del partito socio-liberale e filoccidentale “Jabloko”, Boris Vishnevsky, il quale ironizza sulla coerenza di Kadyrov nel richiedere l’intervento per le questioni estere.

In Russia, la vicenda di George Floyd, infatti, può far pensare a situazioni analoghe, che tuttavia vengono prontamente contestualizzate ed esorcizzate da personaggi di spicco come il portavoce del presidente Dmitry Peskov, che ha negato l’esistenza sia di qualsiasi “parallelismo tra la situazione americana e quella russa” sia di abusi di potere all’interno della Federazione.

Silvia Noli, Diana Sandulli

FONTI:

Arabo

https://www.aljazeera.net/ebusiness/2020/6/10/وعود-تتلوها-أخرى-استثمارات-سعودية

https://arabic.cnn.com/business/article/2020/06/10/emirates-cut-jobs-coronavirus-oped

https://arabic.cnn.com/business/article/2020/06/10/oil-prices-opec-coronavirus

Tedesco

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#ATUTTOMONDO

Pubblicato il

La rassegna stampa internazionale dell’UNINT

Sebbene l’emergenza Covid rappresenti ancora un tema di grande rilevanza e preoccupazione per il mondo intero, negli ultimi giorni un altro gravissimo avvenimento ha sconvolto gli equilibri (ed in certi casi anche le coscienze) di molti Paesi: George Floyd e il movimento #BlackLivesMatter.

Negli Stati Uniti, il 25 maggio la polizia di Minneapolis ha arrestato un uomo di colore di 46 anni di nome George Floyd, con l’accusa di aver comprato sigarette con una banconota da 20 dollari contraffatta.

Diciassette minuti dopo l’arrivo sulla scena della prima auto della polizia, Floyd era privo di sensi e bloccato sotto tre agenti, senza mostrare alcun segno di vita.

Grazie alla presenza di video di passanti e di telecamere di sicurezza, il New York Times ha ricostruito nel dettaglio i minuti che hanno portato alla morte dell’uomo, permettendo alla verità di venire a galla: gli agenti hanno compiuto una serie di azioni illecite, violando le politiche del Dipartimento di Polizia di Minneapolis, che hanno causato la morte dell’uomo.

Successivamente all’accaduto, si sono susseguite più di cinquecento proteste legate all’uccisione di George Floyd, in cui si chiede giustizia per la morte dell’uomo ma anche delle tante altre vittime di colore che, negli anni, hanno perso la vita ingiustamente. L’ondata di proteste porta avanti il motto “Black Lives Matter” che è diventato poi il nome stesso del movimento, non solo negli USA.

Sebbene la stragrande maggioranza delle proteste è stata pacifica, ci sono stati anche casi di sommosse, violenza e brutalità.

Le proteste hanno avuto luogo nelle principali città degli Stati Uniti, tra cui New York, Washington DC e Philadelphia. Alcune città hanno visto scene di saccheggi e incendi dolosi.

Le manifestazioni statunitensi hanno risuonato in tutto il mondo e molti sono stati i Paesi che hanno deciso di esprimere la propria solidarietà.

In Australia,le protestehanno avuto inizio sabato scorso e si sono svolte a Sydney, Adelaide e Brisbane dopo aver ricevuto l’autorizzazione dalle autorità nonostante le misure restrittive per il Covid-19. Le migliaia di manifestanti hanno espresso il loro sostegno, ponendo l’attenzione anche sui casi di morte ingiusta avvenute durante l’arresto di alcuni aborigeni australiani. Il Commissario Grant Stevens aveva autorizzato la manifestazione lo scorso venerdì definendolo un evento straordinario che ha fatto scaturire in molti il desiderio di protestare contro le ingiustizie.

Anche in Canada sono state organizzate diverse proteste simili, creando un clima di tensione che ha esacerbato ancora di più i rapporti già precari con la polizia, secondo quanto affermato dall’ispettore dell’Ottawa Police Service, Carl Cartright. Molti agenti di polizia, soprattutto di colore, hanno espresso le loro preoccupazioni riguardo questi ultimi giorni, diventando, poi, essi stessi vittime di prese in giro razziste tramite delle caricature dei loro volti presenti in una vignetta pubblicata recentemente. Tutto ciò può solo portare ad altre ingiustizie, facendo sprofondare la società in una spirale di odio e violenza.

Salvina Calanducci e Simona Picci

I giorni successivi alla morte dell’afroamericano George Floyd non sono stati facili: il tragico evento ha avuto risonanza mondiale e ha riacceso le polemiche sull’abuso di potere e su un razzismo ancora radicato.

Sabato, in Germania, decine di migliaia di persone sono scese in strada per manifestare al grido di “no justice, no peace”; in molti mostravano cartelloni con scritto “Black Lives Matter” e “enough is enough”. Neanche la pandemia ha fermato i berlinesi, che si sono riuniti nella gremita Alexanderplatz. Secondo le forze di polizia, nella capitale erano presenti circa 15.000 persone rispetto alle 1.500 annunciate e sono state impiegate 800 pattuglie di emergenza. Circa 20.000 persone anche a Monaco. Tuttavia, ad una prima manifestazione più pacifica, nella capitale ne è seguita una più violenta: secondo un fotografo della DPA, un gruppo di persone ha inveito contro gli agenti della polizia scagliando contro di loro pietre e bottiglie. Diversi i feriti. La polizia ha fatto sgomberare Alexanderplatz e proceduto con gli arresti. Simile la situazione registrata nel centro di Amburgo, mentre a Stoccarda, Mannheim e Karlsruhe è stato mantenuto l’ordine.

C’era da aspettarsi che un evento del genere mettesse in luce i dissapori di coloro che non condividono la politica del presidente Trump e il suo modo di gestire le proteste.

Di certo, il caos generatosi non aiuta quei rapporti tra Germania e Stati Uniti che la Merkel per prima definisce “complicati”. Il suo “no” all’incontro per il vertice del G7, in programma a Washington, potrebbe anche essere motivo del piano di ritiro di molti soldati americani dalla Germania. Il primo a scriverne è lo Spiegel, che rimbalza le notizie fatte trapelare dal Wall Street Journal venerdì. Si parla di circa 9.500 soldati da far rientrare entro settembre, un quarto del totale dei militari statunitensi impiegati oggi nel Paese. Ma finora nessuna conferma. Il ministro degli esteri Heiko Maas, incalzato dalla stampa, risponde: «In caso di ritiro delle truppe americane, la Germania prenderà nota. Apprezziamo la collaborazione con gli Stati Uniti che si è consolidata nei decenni. È nell’interesse di entrambi i nostri Paesi».

Inoltre, la gestione delle proteste in America da parte di Trump fa discutere molti. Joseph Borrell come Alto rappresentante dell’Ue si dice inorridito per l’omicidio e chiede impegno nel combattere l’abuso di potere negli USA come altrove. Maas critica apertamente le minacce di Trump di procedere con lo schieramento dell’esercito per evitare altre sommosse: «In una situazione così tesa, rispondere alla violenza con altra violenza è un atteggiamento sbagliato e, in vista delle prossime elezioni presidenziali in America», continua: «spero vivamente che tra tutte le voci prevalgano quelle più responsabili», strizzando così l’occhio all’avversario di Trump Joe Biden e all’ex presidente repubblicano George W. Bush.

Laura Razzini e Michela Sartarelli

Anche in Spagna, il Black Lives Matter, ha riunito migliaia di persone che si sono ritrovate nelle principali città per manifestare contro la morte violenta del cittadino statunitense George Floyd.

El racismo mata”, “No al racismo”, “Black Lives Matter” sono solo alcuni dei cartelli esposti dai circa tremila manifestanti – tra cui un’ampia rappresentanza della comunità africana– che si sono radunati a Madrid dinanzi all’ambasciata americana inginocchiandosi come segno di condanna del razzismo. Il governo aveva autorizzato la manifestazione per 200 persone ma il numero dei partecipanti, molti dei quali senza mascherina e senza rispettare le distanze anti Covid-19, è stato di gran lunga superiore.

Anche i cittadini di Valencia, nella mattinata di domenica, hanno partecipato numerosi alla manifestazione indetta dal Colectivo Negro de Afrodescendientes y Africanas Comunidad Valenciana per proclamare la propria indignazione verso gli atti di violenza razzista. Le centinaia di partecipanti, tra cui moltissimi giovani, riuniti in Plaza de la Virgen si sono inginocchiati alzando il pugno al cielo come gesto di protesta.

Il caso di George Floyd ha suscitato disapprovazione anche a Barcellona dove, sotto la pioggia, si sono date appuntamento circa duemila persone, che, tuttavia, hanno sufficientemente rispettato le norme di sicurezza anti-Covid. Nella città catalana è molto sentito il tema del razzismo che, nel 2019, ha fatto registrare 188 denunce.

L’America Latina, essendo oltretutto vicina di casa degli Stati Uniti, non è rimasta impassibile alla notizia.

Partendo dal Messico, notiamo come il grido antirazziale abbia portato i cittadini a riflettere sulla loro condizione: secondo il Consejo Nacional para Prevenir la Discriminación, più della metà dei messicani riconoscono di essere stati insultati a causa del colore della loro pelle. Va comunque precisato che la nazione si sente molto vicina a ciò che è successo a George Floyd, ma ritiene anche che bisogna avere un atteggiamento sincero nei confronti del tema: “se chiedi a un messicano se in Messico c’è razzismo, la risposta sarà sicuramente negativa: ti dirà che il razzismo esiste solo negli Stati Uniti” afferma l’antropologo César Carrillo Trueba.

In poche parole, l’argomento viene trattato come se fosse un tabù, ma sembra che la gente, cogliendo la palla al balzo, voglia porre fine a questi atteggiamenti.

In Colombia, a Bogotá, centinaia di persone sono scese in piazza fino all’ambasciata statunitense per denunciare il razzismo contro la popolazione afro, in solidarietà con le rivolte di questi ultimi giorni. I colombiani hanno deciso di protestare anche per opporsi all’arrivo nel paese delle truppe statunitensi in funzione anti-venezuelana, concordate con il governo di estrema destra di Iván Duque. In quest’occasione, è stato, inoltre, ricordato Dilan Cruz, un giovanissimo studente assassinato dalla polizia colombiana lo scorso 25 novembre durante la prima giornata dello sciopero nazionale.

Lavinia Cataldi, Michela Di Franco e Ilaria Violi

In diverse città della Francia, nonostante il divieto di assembramento dovuto al Coronavirus, più di 23.300 persone si sono riunite in segno di protesta contro le violenze a sfondo razziale della polizia. A causa del clamore generato, sono state avviate delle indagini sugli abusi di potere delle forze dell’ordine. Nonostante la preoccupazione per gli assembramenti, secondo molti esponenti della comunità scientifica l’epidemia è sotto controllo. Infatti, il Ministro dell’istruzione nazionale spera in un prossimo alleggerimento delle restrizioni sanitarie nelle scuole.

Domenica, in Belgio, 10.000 persone si sono riunite davanti al Tribunale di Bruxelles a sostegno del movimento “Black Lives Matter”, in denuncia degli episodi di razzismo in cui è coinvolta la polizia belga. Il sindaco di Bruxelles aveva acconsentito allo svolgimento di una manifestazione, a patto che si svolgesse nel rispetto del distanziamento sociale. Nonostante ciò, la protesta svoltasi il 7 giugno preoccupa gli esperti poiché potrebbe rappresentare un nuovo focolaio di contagi. Ma ci vorrà del tempo prima che si possa avere una reale percezione dell’impatto dell’evento.

In Svizzera, il 6 giugno, sulla scia delle proteste contro la discriminazione razziale, si sono svolte diverse manifestazioni: a Berna i manifestanti hanno portato avanti la protesta seduti in semicerchio sul piazzale della stazione e indossando maschere con la scritta “I can’t breath“; a Basilea la polizia non è intervenuta per bloccare una manifestazione non autorizzata per via dei divieti di assembramento; a Zurigo, invece, si è svolta una manifestazione tollerata dalla polizia municipale, la quale ha accompagnato il corteo vigilando sul rispetto delle restrizioni anti-Covid.

Come nel resto del mondo, anche in vari Paesi dell’Africa francofona(e non solo) il video della morte di George Floyd è diventato virale e ha dato il via a molteplici manifestazioni. A Tunisi, nella giornata di sabato, i cittadini si sono uniti contro gli abusi subiti dalla popolazione afroamericana. I manifestanti hanno esposto cartelli con su scritto “rispettate la nostra esistenza o rispettate la nostra Resistenza” e “non respiriamo l’aria dell’umiliazione e del razzismo”. Anche molte figure politiche africane hanno condannato il razzismo di ogni natura: in Senegal, l’ex Ministra della giustizia ha espresso la sua solidarietà verso la comunità afroamericana e l’ex Primo Ministro del Ciad ha ricordato la conferenza dell’Organizzazione dell’Unità Africana del 1964, alla quale aveva partecipato Malcom X, un grande personaggio della lotta per i diritti degli afroamericani.

Elen’Alba Vitiello e Silvia Calbi

In Brasile, il quartiere politico di Brasília è stato preso d’assalto da numerosi manifestanti divisi in due gruppi. Il primo chiede il rafforzamento del sistema sanitario nazionale e critica le morti di persone di colore; l’altro invece difende il presidente. La stessa cosa è successa a San Paolo e Rio de Janeiro. I manifestanti chiedono le dimissioni di Bolsonaro, che qualche giorno fa ha dichiarato che morire “è il destino di tutti”, riferendosi ai morti per il Covid-19. I sostenitori innalzano la bandiera di Israele gridando “Bolsonaro 2022”. Il presidente risponde definendo “terrorista” e “drogato” chi ne chiede le dimissioni.

In Portogallo ci sono state manifestazioni nel fine settimana a Lisbona, Porto, Braga, Coimbra e Viseu. Le minoranze bersaglio di discriminazione sono i paesi africani ex-colonie (principalmente Angola, Capo Verde, Guinea Bissau, Mozambico, São Tomé e Príncipe), quella brasiliana e quella dei rom. Venerdì 5 giugno 2020 il governo ha approvato tre progetti di lotta al razzismo che prevedono più sicurezza tra giovani, quartieri periferici e forze della polizia; uno studio etno-razziale sulla popolazione nelle carceri e l’eliminazione della disparità di bambini e giovani afro-discendenti e rom nel sistema scolastico. Ѐ stata richiesta anche una campagna di informazione antirazzista nei mezzi di comunicazione sociale.

La Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale, di cui fanno parte la Guinea-Bissau e Capo Verde, lo scorso giovedì ha condannato l’oramai noto accaduto affermando che la democrazia vincerà l’infelice fenomeno del razzismo ricordando la risoluzione storica contro la discriminazione razziale presa negli USA nel 1964.

L’Angola, rappresentata dall’ambasciatrice alle Nazioni Unite Margarida Izata, fa un appello durante una riunione a Ginevra in linea con le proteste accomunate dall’hashtag #blacklivesmatter. L’ambasciatrice ha ribadito l’impegno dell’Angola nel compimento dei suoi obblighi internazionali, in accordo con i principi fondamentali dei Diritti umani, Diritto allo Sviluppo, Diritti delle Donne e Parità di Genere, nell’ambito della cooperazione internazionale. L’Angola chiede a tutte le autorità internazionali che venga costruita un’ordinanza globale basata sulla giustizia sociale, l’uguaglianza, la dignità e l’inclusione, respingendo tutte le dottrine basate sul razzismo, la discriminazione e la xenofobia.

In Mozambico invece è in corso un’altra lotta per i diritti umani. Attacchi armati ripetuti, iniziati già dal 2019, da parte di un gruppo dello Stato Islamico nel nord del paese, a Cabo Delgado, hanno portato alla morte e alla fuga della popolazione locale. La coordinatrice dell’ONU ha chiesto un aiuto di 33,5 milioni di dollari alla comunità internazionale e Medici Senza Frontiera ha dovuto chiudere il suo centro di salute nel posto.

Diana Fagiolo e Martina Pavone

Il 29 maggio la Federazione Russa è stata protagonista di un enorme disastro ecologico che ha coinvolto la città di Norilsk, nella regione di Krasnoyarsk. Il collasso di un serbatoio di carburante in una centrale termoelettrica ha provocato la fuoriuscita di circa 20.000 tonnellate di gasolio riversate nel fiume Ambarnaya.

La Federazione Russa è venuta a conoscenza del grande disastro solo il 3 giugno, a seguito dell’intervento del presidente Vladimir Putin e della dichiarazione dello stato di emergenza da parte di quest’ultimo. Il vicepresidente del Ministero per le Situazioni di Emergenza, Aleksandr Chupryan, ha dichiarato che la fuoriuscita del carburante è un problema a carattere federale e coinvolge l’intera Federazione.

Tuttavia, a pagare per il danno ambientale non saranno fondi pubblici, ma la società Norilsk Nickel proprietaria della centrale termoelettrica. L’oligarca Vlaimir Potanin ha infatti assicurato, durante l’incontro con il presidente Putin, che non verranno spesi fondi pubblici per rimediare alla catastrofe. Norilsk nickel pagherà più di 10 miliardi di rubli che corrispondono a circa 129,5 milioni di euro. “Stiamo finanziando tutto questo interamente a spese dell’azienda, non un solo rublo di fondi di bilancio sarà speso per questo”, ha dichiarato Potanin, incontrando il consenso di Vladimir Putin.

Green Peace Russia ha al contempo stimato gli ingenti danni ambientali che la fuoriuscita del carburante provocherà sia come inquinamento del suolo sia per le emissioni di sostanze inquinanti nell’atmosfera. Si attesta una cifra di 10,2 miliardi di rubli per limitare l’impatto ambientale della catastrofe.

Inoltre, il Servizio Federale di sorveglianza e gestione ambientale ha valutato i rischi di un secondo incidente a Norilsk. Secondo il capo del servizio Svetlana Radionova il compito principale consisterebbe nell’evitare il ripetersi dell’incidente e aggiunge anche che la prevenzione delle emergenze dovrebbe essere effettuata regolarmente.

“In questo momento ci concentriamo sulle misure di contenimento,” ha annunciato il Regime federale per la gestione dell’emergenza, “tutte le forze sono mobilitate per raccogliere i prodotti petroliferi.” Dopo un’analisi di campioni d’acqua selezionati, infatti, è stato notato che la concentrazione massima consentita di sostanze inquinanti nei fiumi è stata superata di molto nella zona di Norilsk.

Secondo la Radionova, il calcolo del danno di questo incidente dipende da quanto sarà possibile raccogliere prodotti petroliferi da fiumi e terreni contaminati.

A tal proposito, il Segretario di Stato degli Stati Uniti, Mike Pompeo ha dichiarato che la sua Nazione è pronta a offrire aiuti alla Russia nel mitigare gli effetti della fuoriuscita del carburante, aggiungendo che nonostante i divari fra i due Stati, verrà prestata tutta la competenza tecnica necessaria.

Silvia Noli e Diana Sandulli

La Cina vede come protagonisti di questi giorni due importanti avvenimenti: da un lato la costruzione, iniziata questa settimana, della ferrovia Husuhu che collegherà Shanghai (上海), Suzhou (苏州) e Huzhou (湖州), città, queste ultime, nei pressi del Fiume Azzurro, dall’altro l’emanazione della legge sulla sicurezza nazionale nella Regione amministrativa speciale di Hong Kong.

Il progetto della ferrovia Husuhu rientra nell’idea di una cooperazione interregionale, fondamentale affinché le città che si trovano vicino al fiume Azzurro possano essere facilmente raggiungibili e avere un ruolo maggiore all’interno dell’economia cinese.

Sono sei le stazioni previste lungo tutto il percorso (163.8 km): la città di Shanghai, ad esempio, avrà due fermate, quella della stazione ferroviaria di Shanghai Hongqiao e quella della stazione ferroviaria di Songjiang. L’intero progetto dovrebbe essere completato in 4 anni e una volta finito, il sistema di trasporto integrato si rafforzerà, favorendo ulteriormente la cooperazione e creando nuovi legami economici tra Shanghai e le città di Suzhou e Hangzhou. Anche l’industria del turismo beneficerà della presenza della ferrovia, poiché sarà possibile ammirare i diversi parchi nazionali e le antiche città d’acqua (Zhouzhuang,Tongli, Wuzhen).

Per quanto riguarda Hong Kong, il governo centrale cinese ha affermato, in questi giorni, di voler procedere con l’emanazione della legge sulla sicurezza nazionale nella Regione amministrativa speciale di Hong Kong. Tale legge ha il fine di proteggere i diritti e le libertà legittime dei cittadini, ma anche di proteggere la città stessa da atti di sovversione e terrorismo e dalle interferenze straniere nei suoi affari.

Luo Huining, direttore dell’ufficio di collegamento del governo popolare centrale di Hong Kong, ha incontrato sabato i rappresentanti locali, che hanno chiesto a gran voce l’emanazione della legge per garantire che Hong Kong mantenga un alto grado di autonomia e abbia prosperità e stabilità a lungo termine.

Matthew Cheung Kin-chung, segretario capo dell’amministrazione di Hong Kong, sta lavorando a stretto contatto con gli organi del governo centrale per far attuare la legge, mentre si vagliano altre possibili leggi, tenendo sempre in considerazione i diritti, le libertà e i valori fondamentali delle persone.

Nel frattempo, Carrie Lam, attuale capo esecutivo, dichiarato che una legge sulla sicurezza nazionale, sarebbe utile per gli investitori e andrebbe a consolidare ancora di più lo status di centro finanziario internazionale di Hong Kong.

Gioia Ribeca

Mentre il Nord Africa si prepara a ripartire dopo i lunghi mesi di emergenza sanitaria, alcuni problemi irrisolti sembrano tornare a galla.

L’Egitto, infatti, ha lanciato pochi giorni fa la nuova iniziativa “Dichiarazione del Cairo” per risolvere la crisi in Libia. Tale iniziativa, che si basa sui risultati del vertice di Berlino tenutosi lo scorso gennaio, include una proposta di cessate il fuoco che partirà lunedì 8 giugno.

La Libia vive infatti una situazione di caos dal 2011, anno del rovesciamento e uccisione del leader Muammar Gheddafi.

La zona orientale del Paese è passata sotto il controllo delle forze di Haftar, che si definiscono “Esercito nazionale libico”, mentre la parte occidentale è controllata da gruppi armati che sostengono il Governo di accordo nazionale.

Gli Emirati Arabi Uniti hanno mostrato il loro sostegno nei confronti del tentativo egiziano di fermare gli scontri in Libia, incoraggiando “i fratelli libici” a rispondere positivamente all’iniziativa del Cairo. Il Ministero degli Affari Esteri degli EAU si è detto infatti favorevole a ritornare sulla strada politica guidata dalle Nazioni Unite: “la pista politica è l’unica opzione accettabile per raggiungere la stabilità e la prosperità desiderate”.

L’Arabia Saudita e il Bahrein seguono la stessa linea di pensiero. Riyadh ha infatti appoggiato a pieno la richiesta di Al-Sisi del cessate il fuoco in Libia mirata a favorire la strada della politica internazionale. Quanto al Bahrein, lo sceicco Khaled bin Ahmed Al Khalifa ha annunciato il proprio sostegno all’iniziativa, affermando che la Dichiarazione del Cairo è un passo importante per riunire tutte le parti in Libia e per raggiungere un accordo storico.

Mentre l’Egitto e i suoi alleati si mobilitano per risolvere la guerra in Libia, ormai in corso da nove anni, una nuova crisi si fa strada nel Maghreb.

Un documentario trasmesso da un canale televisivo francese, infatti, ha provocato una crisi diplomatica tra Algeria e Francia a causa della sua raffigurazione del movimento popolare algerino contro il regime, iniziato il 22 febbraio 2019.

Il documentario, trasmesso dal canale governativo “France 5” ed intitolato “Algeria My Love” è stato prodotto dal regista e giornalista franco-algerino Mustafa Kossous. Il film, dalla durata di 72 minuti, fornisce testimonianze della protesta antigovernativa dei giovani algerini sulla libertà, sulla democrazia e sui propri sogni. Tali dichiarazioni sono state denunciate dai politici algerini in quanto considerate un affronto al movimento, a causa del comportamento dei giovani laureati.

Dopo aver trasmesso il film, l’Algeria ha richiamato il suo ambasciatore da Parigi per alcune “consultazioni”. Il Ministero degli Affari Esteri algerino il 26 maggio ha dichiarato in una nota: “La natura costante e ripetuta dei programmi trasmessi dai canali pubblici francesi, con il pretesto della libertà di espressione, non è in realtà altro che un attacco al popolo algerino e alle sue istituzioni, compreso l’esercito”.

Samar Hassan

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Spagnolo

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#ATUTTOMONDO

Pubblicato il

La rassegna stampa internazionale dell’UNINT sul COVID-19

Le settimane passano, la situazione pandemica mondiale pian piano cambia e in certi casi migliora, ma una consapevolezza resta: il Covid-19 ha portato, in questo 2020, delle trasformazioni così profonde e trasversali da farci chiedere continuamente “che aspetto avrà la nuova normalità post-Covid?”.

In Cina, è stato scoperto un potenziale vaccino in grado di generare una veloce e potente risposta immunitaria. Sviluppato dalla società cinese Can Sino Biologics (康希诺生物) l’Ad5-nCoV è stato uno dei primi vaccini contro il coronavirus ad essere sperimentato sull’uomo.

Il vaccino, tramite una versione indebolita di un comune virus del raffreddore, infetta le cellule umane ma senza scatenare una vera e propria malattia. Il fine è quello di rilasciare un frammento di materiale genetico del coronavirus all’interno del corpo, il quale fornisce istruzioni per la produzione della cosiddetta “proteina spike”, ovvero la proteina che consente al nuovo coronavirus di attaccare e infettare le cellule umane. L’obiettivo è rendere il sistema immunitario di una persona in grado di sviluppare gli anticorpi necessari a combattere questa proteina, proteggendo il corpo da un’eventuale nuova infezione. Per il momento, i ricercatori hanno testato l’Ad5-nCoV su 108 persone sane di età compresa tra 18 e 60 anni.  I partecipanti sono stati divisi in tre gruppi e ad ogni gruppo è stata somministrata una dose bassa, media o alta del vaccino.

Due settimane dopo essere stati vaccinati, i partecipanti di tutti e tre i gruppi hanno mostrato un certo livello di risposta immunitaria al virus. Dopo 28 giorni, quasi tutti i partecipanti avevano sviluppato degli “anticorpi neutralizzanti”, in grado di “legarsi” al virus e di “inibirlo” così da impedirgli di infettare le cellule. Gli effetti collaterali più comuni sono stati: dolore lieve nel sito di iniezione, febbre, affaticamento, mal di testa e dolore muscolare. Tuttavia, nove partecipanti, hanno avuto la febbre alta e hanno lamentato sensazione di affaticamento, mancanza di respiro e dolore muscolare, anche se questi effetti non sono durati più di 48 ore.

“I risultati sono sorprendenti”, ha dichiarato il responsabile dello studio Wei Chen dell’Istituto di biotecnologia di Pechino. “Tuttavia, questi risultati devono essere interpretati con cautela. La capacità di innescare risposte immunitarie in così poco tempo, non indica necessariamente che il vaccino proteggerà gli esseri umani dal Covid-19”.

I ricercatori hanno avviato ora la fase 2. Verranno somministrate a 500 persone dosi basse e intermedie del vaccino e un placebo. I partecipanti in questo caso avranno più di 60 anni e si esamineranno gli effetti collaterali a lungo termine (fino a sei mesi dopo la somministrazione del vaccino). In questa fase, è fondamentale vedere se ci sono differenze nell’immunogenicità delle persone anziane e quanto tempo l’immunità persiste. Vaccini come l’Ad5-nCoV, a base di adenovirus di tipo 5 generalmente non possono essere somministrati ripetutamente poiché l’immunità al coronavirus diminuisce, rendendo il vaccino pressoché inutile.

In questo momento la collaborazione tra aziende, Paesi e gruppi di ricerca sarà essenziale per ottenere una risposta globale nello sviluppo del vaccino contro il Covid-19.

Gioia Ribeca

In Russia continua l’andamento decrescente del tasso dei nuovi contagi e nel distretto di Mosca, in particolare, sono state dimesse 566 persone che hanno completato il trattamento per il Coronavirus. Come si legge nel messaggio del centro operativo della regione moscovita: “I pazienti sono stati dimessi dopo aver ricevuto l’esito negativo dello studio per l’infezione da Coronavirus”. Ad oggi, nella capitale, il numero delle persone guarite ammonta a 9.877.

Come emerge dal sito ufficiale della città di Mosca “Mos.ru”, le disposizioni e le norme indirizzate ai cittadini riguardo il comportamento adeguato da adottare in questa situazione emergenziale sono gradualmente meno stringenti. Dal 1° giugno ai cittadini è permesso uscire di casa per passeggiare o svolgere attività fisica all’aperto e nelle aree verdi, mantenendo la distanza di sicurezza. Restano tuttavia misure restrittive per i malati di Covid-19, individui sospetti di contagio, coloro che presentano sintomi di sindrome respiratoria e coloro che vivono nella stessa abitazione degli individui in questione. Rimane in vigore l’obbligo di non allontanarsi dal proprio luogo di residenza per i cittadini costretti a rispettare l’autoisolamento.

D’altronde, è importante ricordare che in Russia il numero di pazienti che hanno perso la vita a causa della pandemia è di 5.384 e che il numero di contagi ammonta a più di 430mila casi, un dato che posiziona la Federazione Russa al terzo posto dopo Usa e Cina in termini di contagio.

Ai vertici intanto continuano i lavori e gli studi per il contenimento della pandemia e la lotta contro il virus. Se da una parte il deputato della Duma, lo psichiatra Boris Mendelevich, ha sostenuto in un’intervista la necessità di test su larga scala della popolazione russa per combattere la diffusione del virus, dall’altra il ministro della salute turco Fakhrettin Koca ha dichiarato che le parti turche e russe hanno concordato una cooperazione nel campo degli studi clinici sui vaccini per l’infezione da coronavirus.

Proseguono inoltre i preparativi per la parata della Vittoria del 24 giugno a Mosca, a cui parteciperanno alcuni militari indiani, in ricordo dei soldati indiani che nel 1944 assistettero le forze armate sovietiche con materiali militari e furono premiati con l’ordine della Stella Rossa. “Attendiamo con ansia il passaggio attraverso la Piazza Rossa del personale militare indiano” ha affermato l’ambasciatore russo in India Nikolaj Kudašev.

Diana Sandulli, Silvia Noli

In Canada, nella provincia del Québec, si continua a raccomandare il distanziamento sociale anti-Covid sulla base di uno studio, pubblicato dal The Lancet, che conferma l’importanza delle distanze di sicurezza: a un metro di distanza il rischio di contagio diminuisce dell’80%. Anche l’epidemiologa quebecchese Caroline Quach-Thanh esorta a mantenere un distanziamento di almeno due metri in previsione di un’eccessiva sottovalutazione delle disposizioni. A Montréal il 7 giugno si terrà una nuova manifestazione contro il razzismo in supporto alla comunità afroamericana e gli stessi organizzatori evidenziano l’importanza dell’utilizzo di mascherine e disinfettanti per le mani.

Dal 2 giugno in Francia sono riprese le attività di ristorazione sia all’interno che all’esterno dei locali nelle zone verdi e unicamente all’esterno nelle zone arancioni (Ile-de-France, Mayotte, Guyana francese). A Parigi si assiste alla riapertura dei mercatini dell’usato. Fra le regole imposte figurano il distanziamento di almeno un metro e la disinfezione delle mani con gel idroalcolico prima di toccare gli oggetti in vendita.

In Belgio circa 60 cittadini intentano un’azione legale contro lo Stato per chiedere la revoca delle misure restrittive finalizzate al contenimento del virus. I querelanti sostengono che il Belgio abbia riprodotto le misure adottate in Cina senza una sufficiente conoscenza del virus e senza tener conto della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo. La decisione del Governo di concedere il congedo parentale è stata invece ben vista dai lavoratori, che ne hanno beneficiato per badare ai propri figli durante la crisi dovuta al Coronavirus. È un’opportunità temporanea e rivolta ai dipendenti con figli sotto i 12 anni o diversamente abili.

La Svizzera intende gestire i flussi in entrata ed uscita dal Paese in collaborazione con le autorità italiane, tedesche, austriache e francesi. Nonostante l’apertura delle frontiere italiane a partire dal 3 giugno, la Segreteria di Stato della migrazione ritiene che l’apertura totale sia prematura. Per questo motivo, rimarranno in essere i controlli alla frontiera e sarà consentito l’ingresso solo per chi è in possesso della cittadinanza svizzera.

In Africa il calo di decessi legati al virus permette alle autorità nazionali di alcuni Paesi di dare inizio alla fase di riapertura. In Marocco lo stato di emergenza sanitaria si conclude ufficialmente il 10 giugno, ma, in assenza di un piano generale di ripresa delle attività, ogni settore gestisce autonomamente il ritorno alla normalità. Alcuni esempi sono il dipartimento della comunicazione e il dipartimento del commercio, che hanno autorizzato la riapertura anticipata delle attività di loro competenza. In Camerun, nonostante il progredire dell’epidemia, già dal 1° giugno il Primo Ministro ha annunciato la riapertura delle scuole e delle università. Infatti, le associazioni degli insegnanti sono preoccupate poiché temono che non vi siano le condizioni sufficienti alla riapertura.

Silvia Calbi, Elen’Alba Vitiello

Le diverse procedure sanitarie che alcuni Paesi del Medio Oriente stanno adottando sottolineano ancora una volta il divario economico e politico che caratterizza la penisola araba.

In Yemen la guerra, la povertà e il colera non bastavano. Ora si sta diffondendo anche il coronavirus. Il Paese corre il rischio di un totale collasso, come molte organizzazioni umanitarie temono. “La morte si è trasformata in qualcosa di normale” afferma Amal Mansour, una giovane donna yemenita che vive a San’a’. La popolazione yemenita sta affrontando una guerra civile in corso da cinque anni, la diffusione del colera e ora anche l’espansione del nuovo coronavirus. Finora, la Johns Hopkins University ha registrato 244 contagiati e circa 50 morti. Tuttavia, nello Yemen nessuno fa affidamento ai numeri riportati. “Non abbiamo la possibilità di condurre alcun tipo di analisi. Non conosciamo veramente il numero dei contagiati”, conclude Amal.

In Siria, invece, il Ministero della Salute ha segnalato 15 nuovi casi di contagio del nuovo ceppo di coronavirus che hanno portato ad un incremento del numero di casi ufficialmente registrati a 121, 86 dei quali risultano essere cittadini siriani provenienti dall’estero e residenti a Damasco. La maggior parte dei cittadini siriani di ritorno nel Paese e affetti da Covid provenivano dal Kuwait, dagli Emirati, dalla Russia e dal Sudan.

Sulla base degli ultimi dati, il governo di Damasco ha deciso di continuare a sospendere il rientro di siriani bloccati in altri Paesi fino a nuovo avviso e di riesaminare la questione solo in seguito alla diminuzione del numero dei contagi e alla conclusione del periodo di quarantena dei i casi già presenti nei centri di isolamento.

Per quanto riguarda la Giordania, tra i nuovi contagi registrati figurano 2 impiegati di un hotel adibito alla quarantena e 3 cittadini giordani provenienti dall’estero (più precisamente da Russia, America e Qatar).

Questa settimana, però, il Ministero della Salute ha anche registrato 14 guariti presso il Prince Hamza Hospital e il King Abdullah University Hospital. In tutto il numero di test effettuati finora ammonta a 198.879.

La situazione negli Emirati, invece, appare maggiormente sotto controllo. Nei giorni passati, il Ministero della salute e la Protezione Civile degli Emirati Arabi Uniti hanno annunciato che oltre 37.000 nuovi test per il nuovo ceppo di coronavirus “Covid-19” sono stati condotti su diversi strati della società utilizzando le migliori e più recenti tecniche di esame medico.

L’intensificazione delle procedure di indagine nel Paese e l’espansione dei test a livello nazionale hanno contribuito all’individuazione di 661 nuovi casi di Covid-19 in persone di diverse nazionalità, facendo salire il numero totale dei contagiati a 34.557. Tutti i casi registrati, tuttavia, sono stati sottoposti alle cure sanitarie necessarie e le condizioni dei pazienti risultano stabili.

Samar Hassan

In Brasile le associazioni che tutelano le comunità indigene degli Yanomami e degli Ye’kwana, insieme a organizzazioni non governative sia brasiliane che internazionali, lanciano la campagna #ForaGarimpoForaCovid. Dopo la morte di tre Yanomami infatti, la paura di una possibile estinzione delle comunità indigene aumenta sempre di più. Tutto ciò è aggravato anche dal fatto che gli Stati dove risiedono queste comunità, Amazonas e Roraima, hanno un sistema sanitario debole e una carenza di respiratori polmonari. La campagna mira alla raccolta di 100 mila firme per chiedere al governo di impedire l’entrata nelle terre indigene dei garimpeiros (cercatori d’oro) in quanto portatori del virus. Il sostegno è fondamentale, infatti l’azione dei garimpeiros e il disinteresse del presidente verso i popoli indigeni comporterebbero dei danni irreparabili.

In Portogallo la situazione continua a essere stabile rispetto alla scorsa settimana. Oltre a teatri e cinema riaprono palestre, centri commerciali, asili, ristoranti, e a partire dal 6 giugno 2020 anche la stagione balneare. Sono permessi raggruppamenti fino a 20 persone mentre per l’area di Lisbona, che è ancora la zona più colpita, il numero massimo è di 10 persone, con alcune restrizioni per le riaperture. Nell’isola di Madeira riaprono anche bar e discoteche, per il Portogallo continentale invece ancora niente è stato stabilito. Per quanto riguarda i turisti che decideranno di visitare il Portogallo non ci sarà obbligo di quarantena. Il lavoro da remoto rimarrà ancora obbligatorio per chi non è in buono stato di salute e per i genitori con figli a casa, mentre sarà in alternanza con il lavoro in presenza per tutte le altre categorie. Per la celebrazione del giorno del Portogallo (Dia de Portugal), prossimo 10 giugno 2020, è stato deciso di fare una cerimonia simbolica nel Monastero dos Jerónimos con sette persone, tra cui il presidente della Repubblica Marcelo Rebelo de Sousa. Questa sarà la prima celebrazione per la ricorrenza nazionale dal periodo di emergenza sanitaria.

In Angola, invece, si parla di recessione economica, con stime che la proiettano fino al 2023 principalmente a causa del Covid-19 e del drastico calo del prezzo del petrolio degli ultimi mesi. Infatti, la ripresa delle esportazioni non compensa l’impatto negativo dell’abbassamento della spesa pubblica, dei ridotti consumi, della restrizione di bilancio e dei bassi investimenti privati. Si prevede per questo 2020, una caduta del 4,8% del PIL oltre a un brusco ribasso del prezzo del petrolio a 31,3 dollari al barile (il bilancio statale ne stimava 55). È un duro colpo per l’Angola dato che il petrolio rappresenta il 90% delle esportazioni.

In Mozambico nello scorso due giugno sono stati registrati 53 nuovi casi di Covid, il numero più alto di infezioni in un solo giorno finora, tutti dovuti a trasmissione interna al Paese. Il numero totale di casi si alza a 254. In arrivo questa settimana 60 medici inviati da Cuba per sostenere il Ministero della Salute nella lotta al Covid-19.

Martina Pavone e Diana Fagiolo

Il 3 giugno in Spagna si osservano due eventi degni dell’attenzione nazionale e internazionale: finalmente, dopo 29.858 spagnoli deceduti a causa del Covid-19, si registra il secondo giorno senza nessun decesso e, inoltre, il Premier Sánchez ha dichiarato in un dibattito alla Camera dei deputati che lo stato di emergenza verrà prolungato per l’ultima volta fino al 21 giugno e che la prossima settimana annuncerà il decreto reale che conterrà le nuove misure di contenimento per evitare nuovi focolai. Non sono mancati, tuttavia, interventi polemici da parte di Pablo Casado, leader del Partido Popular, e Santiago Abascal, leader di Vox,che hanno criticato l’operato del Governo durante la pandemia e che non sostengono il prolungamento dello stato d’emergenza. Il Presidente ha fatto anche allusione alla preparazione di un piano di ripresa senza precedenti e, allo stesso tempo, all’importanza di rimanere uniti per poter ottenere dall’Unione Europea fino a 140 miliardi di euro per il risanamento economico del paese.

Il Messico si conferma uno dei paesi più colpiti dal Covid-19: continua inarrestabile la diffusione del virus raggiungendo un totale di oltre 97mila positivi e più di 10mila morti.

Alcuni settori commerciali hanno ripreso la loro attività, ma ben 31 dei 32 Stati rimangono “zone rosse”.

La Colombia, dopo la quarantena di tutta la cittadinanza, ha deciso l’isolamento dei quartieri – dove il virus si propaga più rapidamente che altrove – soprattutto nella capitale Bogotà e nella città di Medellín. Il presidente Iván Duque sta permettendo la ripresa delle attività per il resto della popolazione.

In Perù si nota un rallentamento dei contagi negli ultimi giorni, ma il bilancio rimane pesante: 174.884 positivi e 4.767 decessi. Il centro di maggiore diffusione si conferma la capitale Lima.

Il Governo ha deciso l’autorizzazione dell’attività sportiva individuale all’aperto per un’ora al giorno con distanza massima di tre km dal domicilio.

La Bolivia registra quasi 11mila contagi e 376 morti. Il Tribunal Supremo Electoral e i partiti politici hanno raggiunto l’accordo di rimandare le elezioni – sospese per la pandemia – al prossimo 6 settembre.

L’Argentina registra 904 nuovi casi per un totale di oltre 18mila persone positive, la maggior parte delle quali risiede a Buenos Aires. La capitale si conferma la città più colpita e adotta delle restrizioni maggiori di quelle attuate nel resto del paese.

Il Cile supera i 108mila contagi, ma diminuisce il numero dei casi attivi. Il governo di Sebastián Piñera ha finora lasciato autonomia ai singoli municipi della capitale per l’attuazione delle misure di contenimento del virus, ma, visti i contagi crescenti, ha deciso di dare delle linee guida comuni da far rispettar a Santiago del Cile e nel resto del paese.

Nell’ultima settimana in Nicaragua c’è stato un incremento del numero dei contagi che, secondo le fonti ufficiali, ha superato i mille casi. Tale cifra, però, è stata contestata da un gruppo di medici e volontari che hanno rilevato numeri ben più elevati: 3.725 persone positive e 805 decessi.

Lavinia Cataldi, Michela Di Franco e Ilaria Violi

Nel Regno Unito recentemente si sono verificati un centinaio di nuovi casi: secondo The Telegraph sono 277.985, per un totale di 39.369 decessi. Il Department of Health and Social Care ha affermato che il numero di cittadini inglesi positivi è passato da 1.613 a 277.985 e nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 135.643 test, raggiungendo un totale di più di 4,6 milioni in tutto il Paese.

Anche in Irlanda si sono registrati nuovi casi: si tratta di 29.851 da poco confermati, di cui 2.193 sono decessi. Secondo l’Ireland’s Department of Health attualmente se ne sono verificati 47 nel Paese. Tuttavia, il dottor Glynn cerca di rassicurare la popolazione affermando che il tasso di guarigione è arrivato al 91% e che la maggior parte dei malati riesce comunque a guarire.

Negli Stati Uniti risultano essere più di 1.820.000 le persone contagiate, di cui almeno 105.000 decedute. Lo scorso lunedì sono stati riportati più di 21.100 nuovi casi e, secondo Johns Hopkins, le morti verificatesi erano 784. A peggiorare la situazione vi sono le proteste esplose recentemente, facendo temere una seconda pandemia. Anthony Fauci, direttore dell’Istituto nazionale di allergie e malattie infettive (NIAID), esprime la sua preoccupazione su un possibile ritorno del virus dopo le recenti riaperture di alcuni Stati americani.

In Nuova Zelanda il numero totale di casi confermati rimane 1.154, di cui 22 deceduti e 1 attivo; ad oggi, nessuno sta ricevendo cure ospedaliere per Covid-19.

Secondo il Department of Health in Australia si contano attualmente 7.204 persone contagiate, 103 decedute e 6.619 ricoverate.

Il Commonwealth e i rispettivi Stati stanno firmando un accordo quinquennale di 131,4 miliardi di dollari, al fine di assicurare che nessuna giurisdizione sia lasciata in pessime condizioni a causa della pandemia Covid-19. Gli ospedali pubblici beneficeranno del finanziamento record dopo che tutti gli Stati e i territori avranno firmato il nuovo accordo di riforma sanitaria del governo Morrison. Tale finanziamento mira ad aiutare tutte le strutture ospedaliere pubbliche, fornendo più medici, più infermieri e più servizi. L’obiettivo è quello di migliorare i risultati sanitari di tutti gli australiani e di garantire la sostenibilità del sistema ospedaliero. Questo impegno, inoltre, assicura che il sistema sanitario rimanga stabile e coordinato a livello nazionale, in particolare in questo periodo senza precedenti, e garantisce ai governi degli Stati e dei territori la possibilità di continuare a fornire servizi ospedalieri pubblici sicuri ed efficaci a tutti gli australiani.

È importante sottolineare che l’accordo rafforza l’impegno di tutti i governi a garantire un accesso equo agli ospedali pubblici per tutti i cittadini, eliminando gli incentivi che possono portare al trattamento preferenziale dei pazienti privati.

Simona Picci e Salvina Calanducci

La pandemia ha stravolto in poche settimane la vita di tutti, inclusa quella sentimentale. Molte coppie si sono strette forti l’una all’altra, altre non hanno avuto la possibilità di vedersi a causa della distanza imposta dal governo, molti matrimoni sono stati posticipati e sono aumentati anche i casi di divorzio.

A testimoniare il distacco forzato, la storia di Dorothy Campbell e suo marito Gene, una coppia statunitense sposata da più di 60 anni che ha vissuto separata a causa del virus. Memorabile lo scatto fotografico di Dorothy accostata alla vetrata che la divide da suo marito. In quel tocco si nasconde l’amore di una lunghissima vita trascorsa insieme e l’ingiustizia dell’essere separati. Per Petra Lessing e il suo compagno Frank (entrambi 73 anni) le cose non sono andate molto diversamente. La coppia, residente a Weissenfels, è stata divisa durante questi mesi. Frank è in cura dal 2017 presso la clinica Asklepios per un tumore all’addome e al torace e Petra è riuscita a rivederlo soltanto giovedì scorso. Quando si sono riuniti, il mondo è sembrato essere di nuovo in ordine, anche se solo per un’ora al giorno, il tempo di una visita. Visita che aspettava trepidante anche Andrea Schmidt, autrice di NDR, che documenta l’incontro con la mamma malata di Alzheimer, in cura a Bredsten. Per persone come la madre di Andrea le mancate visite rappresentano un distacco, quasi un abbandono. Questi lunghi mesi non hanno fatto altro che sbiadire i pochi ricordi nella mente della donna che fatica a concepire il virus e il motivo degli abbracci negati. Sono gli infermieri negli ospedali a colmare ora le distanze fisiche che costringono i parenti a stare lontani da chi amano. Muniti dei dispositivi di protezione necessari, dispensano agli anziani le carezze di cui hanno bisogno. Piccoli grandi gesti di umanità da lodare.

Chi invece aveva in mente di sposarsi ha dovuto rivedere i propri piani: nessun evento richiede tanta programmazione quanto un matrimonio e l’impossibilità di festeggiarlo come desiderato rende profondamente tristi.

Ma chi è stato preso in contropiede dall’arrivo del virus come ha reagito?

Agli inizi di aprile Enja Berscheid-Engel e suo marito Florian Berscheid hanno celebrato il loro matrimonio nel meraviglioso castello di Ehreshoven alla sola presenza del sindaco. Nessun invitato in sala, nemmeno i genitori. Ma la frustrazione e l’amarezza per le restrizioni del momento sono state sostituite dallo stupore e dalla forte emozione di vedere i propri amici tutti disposti lungo la strada che li conduceva dal castello alla loro abitazione: «È stato un matrimonio diverso, folle ma perfetto» – così raccontano gli sposi.

Una giovane coppia di Amburgo invece ha sperimentato il matrimonio sul balcone. Dopo la firma in comune, amici e parenti si sono radunati sotto casa, attorno ad un banchetto allestito dal testimone di nozze al piano di sotto. «La sera ci hanno sorpreso con un piccolo concerto. Accompagnati da una cantante e un chitarrista, abbiamo fatto il nostro primo ballo da sposati. È stato davvero emozionante».

È proprio il caso di dire: omnia vincit amor.

Laura Razzini, Michela Sartarelli

FONTI E SITOGRAFIA CONSULTATE

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#ATUTTOMONDO

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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT sul COVID-19

Secondo il New York Times più di 1.707.700 persone negli Stati Uniti sono state infettate dal coronavirus e almeno 100.400 sono morte.

Alla fine di febbraio erano solo poche decine i casi conosciuti, ma, verso la fine della primavera, il virus ha dilaniato ogni Stato contagiando un numero di persone che supera la quantità di abitanti del Wyoming e del Delaware messi insieme e uccidendo più americani di quanti possano entrarne in uno stadio della National Football League. Nonostante alcuni progressi, infatti, continuano ad emergere nuovi focolai e centinaia di persone muoiono ogni giorno.

La vita americana è cambiata notevolmente a causa del virus. New York e il New Jersey sono stati sicuramente gli Stati più colpiti, ma negli ultimi giorni i numeri dei casi hanno registrato una forte tendenza al ribasso. Nonostante ciò, a New York sono ancora presenti migliaia di casi e centinaia di morti in ogni distretto.

Il governatore Andrew Cuomo ha affermato che New York potrebbe riaprire l’8 giugno, a condizione che soddisfi due dei sette requisiti da lui stabiliti: uno legato alla capacità ospedaliera e l’altro relativo al tracciamento dei contatti.

In Canada circa 90.000 sono le persone infette, di cui quasi 7.000 decedute. La Public Health Agency del Canada sta lavorando con province, territori e partner internazionali, inclusa l’Organizzazione Mondiale della Sanità, per monitorare attivamente la situazione. Gli sforzi globali si concentrano sul contenimento dell’epidemia e sulla prevenzione di un’ulteriore diffusione.

Nel Regno Unito, secondo quanto riportato da BBC News, il governo è impegnato in un continuo tracciamento di contagi e la diffusione di essi. I dati sono allarmanti: il Paese ha registrato oltre 270.000 nuovi casi confermati, di cui 38.000 sono decessi. Questi sembrano riguardare soprattutto coloro che non hanno ricevuto una diagnosi o che sono venuti a contatto indiretto con il virus. Non sempre è possibile accertarsi in tempo dei sintomi: alcuni scienziati hanno scoperto i cosiddetti “silent spreaders”, ovvero coloro che vengono infettati ma non ne sono consapevoli. In questi casi, si sviluppano sintomi simili a quelli del Covid, spesso difficili da distinguere rispetto ai comuni sintomi di influenze stagionali o allergie.

In Australia si è verificato un caso importato direttamente dall’estero: si tratta di un settantenne risultato positivo dopo più di sei settimane al test per il coronavirus. L’uomo era rientrato in Australia dopo un viaggio nel Regno Unito dove avrebbe contratto il virus, senza però costituire una minaccia di contagio. Rimane una certa inquietudine poiché questo caso non è il solo che si è riscontrato nel Paese: si tratta del secondo verificatosi nella parte meridionale dell’Australia, raggiungendo un totale di 439 contagi da Covid-19. Recentemente però, sia l’Australia che la Nuova Zelanda hanno visto ridurre drasticamente la quantità di nuovi contagi: i numeri sono incoraggianti e, secondo alcuni grafici, nei due paesi si sta verificando una leggera diminuzione rispetto al resto del mondo. Una nuova prospettiva sembra affacciarsi sul continente australiano: con gli ultimi dati incoraggianti, l’Australia potrebbe scongiurare il ritorno del Covid-19.

Salvina Calanducci, Simona Picci

In Portogallo continua la ripresa graduale delle attività con la terza fase del piano del governo. Riaprono cinema, teatri e spettacoli all’aperto con posti a sedere numerati e dal 3 giugno riprenderà anche il campionato di calcio. La regione di Lisbona sarà l’ultima a riaprire dato che la maggior parte dei casi si concentra lì. Verranno fatti test ai lavoratori o ai contatti dei settori più colpiti dal virus come costruzioni, trasporti, catene di rifornimento e distribuzione. Inoltre, il Parlamento ha approvato quattro progetti di sostegno alle farmacie, in crisi dall’inizio dello stato di emergenza a causa di una richiesta sempre maggiore di servizi e farmaci nonostante una minore entrata economica. Fino ad ora il numero totale di infetti di Covid-19 è poco più di 32.200 e il numero delle vittime è pari a 1.396.

In Mozambico è stato prorogato lo stato di emergenza, in vigore da aprile, per altri trenta giorni dato il recente aumento di casi. Le autorità sanitarie ribadiscono l’importanza di osservare rigorosamente le misure di prevenzione e annunciano, a partire da giugno, l’inizio graduale dei test sulla popolazione in alcune provincie. Il numero totale dei casi è 245 e il numero delle vittime è pari a 2.

Il Brasile, questo sabato 30 maggio, ha superato la Francia per numero di decessi arrivando a 28.834 persone, come dimostrato dal Ministero della Salute. Con questo dato, diventa il quarto paese al mondo con più vittime per Covid-19. Per quanto riguarda il numero di attualmente positivi, si contano 498.000 persone e il numero di guariti è pari a 201.000. Le città più colpite rimangono San Paolo, Rio de Janeiro e le località nordestine di Ceará, Amazonas e Pará. Proprio in queste zone, nel nord del Brasile, si registrano 900.000 indigeni morti a causa del virus. La situazione peggiora se si considera che il presidente Jair Bolsonaro nega l’esistenza della pandemia, definendola una “leggera influenza”. Per questo motivo non ha mai adottato delle misure per salvaguardare la popolazione e, infatti, sono stati i singoli stati a imporre l’isolamento ai propri cittadini.

L’Angola conta 84 contagiati, 18 guariti e 4 decessi. Lo stato di emergenza è stato dichiarato il 26 maggio e durerà fino al 9 giugno. Bar e ristoranti vengono aperti a fasi alterne e Luanda, la capitale, verrà isolata. Inoltre, il governo ha attuato politiche di assistenza sociale distribuendo acqua potabile gratuita, alimenti non deperibili e prodotti per l’igiene. 

Diana Fagiolo e Martina Pavone

La Spagna sembra iniziare a intravedere la luce in fondo al tunnel: durante la scorsa settimana, stando alle informazioni del governo del paese, è sceso a 43 il numero dei pazienti contagiati che, purtroppo, non ce l’hanno fatta.

Secondo il piano di ripresa attuato in questi giorni – suddiviso, ricordiamo, in tre fasi – entro oggi almeno il 70% delle comunità autonome spagnole entrerà nella tanto attesa Fase 2; il restante avanzerà alla Fase 3 (in particolare Formentera, El Hierro, La Graciosa e La Gomera) oppure rimarrà in Fase 1 (caso, per esempio, della Comunità di Madrid, di una parte della Catalogna e della Castiglia e Leone).

Il Ministro della Sanità spagnolo, Salvador Illa, ha affermato che il paese si sta affacciando con un bel ritmo a una fase complessa che richiede responsabilità e prudenza soprattutto da parte dei cittadini. Aggiunge, inoltre, che il Ministero da lui presieduto studia settimana per settimana le diverse situazioni epidemiologiche che ogni comunità autonoma riporta e sta cercando di alleggerire il più possibile le restrizioni imposte per un rapido ritorno alla normalità.

La Colombia, con circa 25.000 casi per Covid-19 e più di 800 morti, comincerà ad allentare le misure di contenimento a partire da oggi, lunedì 1° giugno. Anche se l’epicentro continua ad essere Bogotà con più di 8.000 casi, attualmente le autorità sanitarie sono preoccupate per la capacità ospedaliera delle città di Barranquilla, Cartagena e Soledad, che si trovano sulla costa nord del paese. In particolare, Cartagena manca di una rete ospedaliera efficiente, pur contando quasi 2.500 casi.

Nonostante gli ospedali di Barranquilla godano di maggior capienza, i contagi continuano ad aumentare arrivando a poco più di 1.700, mentre a Soledad si registrano 964 positivi.

Anche in Messico, dove si è creato un semaforo epidemiologico che va dal rosso al verde per stabilire la situazione sanitaria di ciascuno dei 30 stati, si metterà in moto, a partire da oggi, una graduale ripresa delle attività economiche. Per quanto riguarda l’apertura delle scuole, invece, durante la conferenza stampa di venerdì 29 maggio il Ministro della Pubblica Istruzione (Secretaría de Educación Pública) Esteban Moctezuma Barragán ha annunciato che il rientro degli studenti avverrà il 10 agosto, sempre se il semaforo epidemiologico lo permetterà.

Lavinia Cataldi, Michela di Franco e Ilaria Violi

In Russia la vicepremier Golikova ha recentemente annunciato che i contagi da coronavirus sono in diminuzione: “Dall’inizio di aprile, il tasso di aumento giornaliero dei nuovi contagiati è diminuito di 11,8 volte”. Nei giorni scorsi, la percentuale di crescita giornaliera dei contagi è stata attestata al 2,3%, mentre il tasso di diffusione è sceso a meno di un’unità.

L’andamento decrescente dei contagi è stato comunicato anche dalla Presidentessa dell’Associazione federale per la tutela e la protezione dei consumatori Rospotrebnadzor – Anna Popova che ha sottolineato che è in atto una riduzione del processo epidemiologico in Russia. Parallelamente all’aumento della crescita degli esami effettuati, si è riscontrata una diminuzione nel numero di casi infetti da Covid-19. “Al numero in aumento dei test effettuati, si accompagna un numero in costante decrescita di contagi giornalieri. La tendenza del processo epidemiologico non mostra inversioni”, ha dichiarato Anna Popova, aggiungendo che i contagi giornalieri stanno diminuendo anche all’interno di un numero crescente di regioni esaminate.

Nella regione di San Pietroburgo è iniziata la fase di mitigazione di alcune misure restrittive, che però non comprende la riapertura di parchi, come dichiarato dal vicegovernatore Elin, che sarà prevista solo in seguito, probabilmente durante la fase 3. Con questo provvedimento si vuole evitare il contatto tra i bambini nei parchi giochi in quanto risulta difficile da controllare. “Allo stesso tempo, i bambini possono diventare veicolo del virus verso i parenti più anziani”, ha detto Elin. “Si teme che i parchi diventino molto affollati, il che potrebbe portare a nuovi contagi”. Come affermato da Irina Kataeva, capo dipartimento di Rospotrebnadzor della città di San Pietroburgo, l’epidemia in questa regione con consente di attuare la prima fase di rimozione delle restrizioni.

A livello nazionale, per la sicurezza delle persone e per limitare i contagi, quest’anno le tradizionali celebrazioni per il Giorno della Vittoria, che si festeggia in Russia il 9 maggio, si erano svolte senza parata militare, fatta eccezione per i mezzi dell’aviazione. Con il picco di contagi oramai superato, però, il Presidente Vladimir Putin ha annunciato che il 24 giugno si terrà a Mosca la Parata della Vittoria che celebra il 75°anniversario della vittoria nella Grande Guerra Patriottica. Il decreto prevede che il 24 giugno sarà una giornata non lavorativa, con elargizione di stipendi ai dipendenti. Le celebrazioni avranno inizio alle 10 sulla Piazza Rossa e in altre città russe. Alle 22 locali verrà effettuato il saluto dell’artiglieria. Il 26 maggio il Presidente della Federazione Russa ha anche proposto di svolgere i festeggiamenti del Reggimento Immortale il 26 luglio, senza escludere la possibilità di rinviare le celebrazioni a una data successiva se le condizioni epidemiologiche dovessero richiederlo.

Silvia Noli, Diana Sandulli

In Francia le associazioni Datacovid e Ipsos hanno condotto delle indagini su di un campione di 5.000 persone prendendo in esame lo stato d’animo dei cittadini. I risultati non sono stati dei più positivi: i francesi dimostrano un forte senso civico, ma sono scontenti delle misure anti-Covid adottate dal Governo e considerano le azioni intraprese da Italia e Spagna più efficaci per gestire l’attuale crisi. Allo stesso tempo, la comunità scientifica ha realizzato un’importante scoperta: uno studio pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet ha accertato gli effetti nocivi della clorochina, un farmaco impiegato contro il Covid-19 che ha causato un aumento del tasso di mortalità; pertanto, nella giornata del 27 maggio le autorità francesi, su parere del Comitato di salute pubblica, ne hanno sospeso tutte le prescrizioni.

In Belgio, in data 30 maggio, sono state ricoverate altre 29 persone, mentre i decessi ammontano a 23. Lo stesso giorno sono 125 i test risultati positivi (su un totale di 11.186 test eseguiti), portando il numero totale di casi di Coronavirus rilevati a 58.186. Con tali dati alla mano, il ministro degli Interni Pieter De Crem ha deciso di aprire le frontiere ai Paesi vicini come Francia, Germania, Paesi Bassi, Lussemburgo e Regno Unito. L’intento è quello di permettere il ricongiungimento delle famiglie che, però, si è rivelato impossibile per le tante persone dirette in Francia che sono state bloccate alla frontiera, probabilmente per la mancata tempestività di comunicazione tra i Paesi riguardo alle nuove direttive.

In Svizzera continua il calo dei contagi, permettendo l’inizio della fase 2 prima del previsto. Dal 6 giugno, tutte le infrastrutture saranno riaperte e i gruppi anche superiori alle quattro persone saranno riammessi nei ristoranti, anche se rimangono invariati i protocolli di protezione. Inoltre, i ristoratori dovranno raccogliere i dati dei clienti per essere in grado di tracciarne i contatti. Senza dubbio, gli imprenditori del settore sono riluttanti tanto quanto i proprietari delle discoteche, poiché non esiste ancora una base giuridica di riferimento.

Il Sudafrica conta il numero più alto di casi di Coronavirus nel continente. Tuttavia, a partire dal 1° giugno, dopo due mesi di lockdown estremo, il presidente Ramaphosa permetterà un allentamento delle misure di contenimento. Ciò nonostante, in caso di nuovo aumento dei contagi, le grandi città come Cap e Johannesburg saranno soggette a nuove restrizioni. Gli esperti prevedono che il picco della pandemia verrà raggiunto tra luglio e novembre, causando circa 40.000 nuovi decessi.

In Camerun il Covid-19 ha evidenziato la mancanza di fiducia tra la popolazione e il personale sanitario. A tal proposito, il cardiologo e professore dell’università di Douala, Aimé Bonny, ha attribuito allo Stato le responsabilità dell’impoverimento del personale medico. Ciò porterebbe i camici bianchi a derubare o truffare i pazienti per poter arrivare a fine mese. Di conseguenza, i pazienti perdono fiducia nel personale sanitario e sono più propensi a rivolgersi a un cosiddetto “guaritore spirituale”.

Silvia Calbi, Elena Alba Vitiello

Nella lotta contro il coronavirus, il governo federale tedesco procede in modo inclusivo, ma alcuni Länder pianificano ulteriori misure di sicurezza. “Al fine di mantenere basso il rischio di infezione, le restrizioni verranno prorogate fino al 29 giugno” – così si può leggere nel documento decisionale comune. Come viene evidenziato nei dati di segnalazione disponibili, il virus si sta indebolendo; non ci sono segni dell’inizio di una seconda ondata.

Secondo ntv.de, in Germania, la crescita totale di persone infette da Covid dall’esordio della pandemia ha raggiunto il numero di 179.930 casi registrati fino a mercoledì sera, pari a 656 infezioni in più rispetto al giorno precedente. Con un totale di quasi 180.000 casi di infezione, la Germania rappresenta uno dei paesi maggiormente colpiti, a differenza del numero di morti che rimane relativamente basso. È stato, dunque, stipulato un accordo unanime sull’obbligo di indossare mascherine in negozi, aziende, trasporti pubblici locali. Il giorno seguente la stipula del nuovo accordo, sulla rivista RTL “Punkt 12”, il cancelliere in carica Helge Braun spiega la posizione del governo: “È responsabilità degli stati federali definire le regole per i loro cittadini, il ruolo del governo invece è offrire sostegno alle aziende con dei pacchetti anticrisi affinché l’economia possa ripartire e i posti di lavoro siano assicurati.”

Le dichiarazioni del virologo Christian Dorsten in questo senso fanno ben sperare: “Il paese sembra preparato ad una ulteriore possibile ondata del virus, forse possiamo evitare un secondo lockdown”.

Ecco che allora la Germania, in linea con le decisioni europee, inizia a ripartire anche nel settore del turismo. Secondo una panoramica nazionale infatti, alberghi, campeggi e case vacanze sono nuovamente a disposizione dei clienti e il periodo di Pentecoste rappresenta un’ottima opportunità di ripresa.

Sulla questione “vacanze all’estero”, invece, la Germania, come del resto l’Europa, punta a rimuovere l’allerta viaggi il 15 giugno.

Secondo l’attuale bozza del documento sui punti chiave, il governo federale tedesco intende far ripartire gli spostamenti in tutti gli Stati Membri dell’UE, sostituendo le limitazioni di viaggio con avvertenze sul rischio di contagio presenti nei rispettivi paesi, così da poter garantire sicurezza ai turisti. Ovviamente tutti i paesi dovranno considerarsi “osservati speciali” dei propri vicini europei: qualora si verificassero 50 nuovi contagi per 100.000 abitanti in sette giorni, l’Europa correggerà il tiro reinserendo restrizioni locali. Insomma, è presto per esultare ma perlomeno si intravedono i primi segnali positivi.

Laura Razzini, Michela Sartarelli

La situazione provocata dall’emergenza del coronavirus nei Paesi del Nord Africa appare generalmente molto delicata a causa dell’instabilità dei suddetti territori. Nonostante le evidenti difficoltà, però, si registrano diversi progressi realizzati da alcuni Paesi del Maghreb.

In Egitto, infatti, il Ministero egiziano della Salute e della Popolazione ha annunciato che 127 contagiati dal nuovo ceppo di coronavirus “Covid-19” sono stati dimessi dagli ospedali, dopo aver ricevuto i trattamenti necessari indicati dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, raggiungendo così un numero totale di guariti pari a 5027. Il portavoce ufficiale del Ministero della Salute e della Popolazione, Khaled Mujahid, ha dichiarato che “Il numero di casi positivi divenuti negativi è aumentato a 5606”, inclusi i 5027 guariti.

Il governo algerino, invece, ha annunciato che il Paese ha iniziato a produrre dei dispositivi di rilevazione rapida del virus, che mostrano risultati in 15 minuti, con una capacità produttiva di 200.00 unità settimanali. L’amministratore delegato responsabile dell’industria farmaceutica, Lutfi bin Bahamd, ha affermato che un laboratorio ad Algeri sta sviluppando i dispositivi di collaudo, in collaborazione con due società, una canadese e l’altra giordana, senza però menzionarne i nomi. L’Algeria ha inoltre stanziato $100 milioni per importare apparecchiature mediche e prodotti farmaceutici per contrastare il virus, ricevendo numerose donazioni dalla Cina. Finora il Paese ha registrato più di 9.000 casi confermati, 646 decessi e 5.549 guariti.

Per quanto riguarda la situazione in Tunisia, invece, è iniziata una nuova fase di attenuazione della quarantena dopo più di due mesi di lockdown, con la revoca di tutte le misure di contenimento prevista per il 14 giugno. Le autorità sanitarie hanno sottolineato la necessità di rispettare comunque le procedure di prevenzione, ovvero il distanziamento sociale e l’obbligo di indossare le mascherine, per evitare una seconda ondata di diffusione del virus, dopo la diminuzione del tasso di contagi. Ad oggi in Tunisia risultano contagiate poco più di 1.000 persone, con un totale di 48 decessi.

In Marocco la situazione risulta più critica. Uno studio ufficiale marocchino pubblicato martedì ha evidenziato che circa il 90% dei contagi da Covid-19 sono concentrati nelle “aree urbane più popolate”, specialmente nei centri delle vecchie città e nelle località caratterizzate dalla presenza di case popolari e baraccopoli. Lo studio condotto dall’Alta Commissione per la Pianificazione, l’ente responsabile delle statistiche ufficiali, è stato avviato in un momento in cui il Regno del Marocco ha registrato circa 7500 contagi da metà marzo, la maggior parte dei quali nelle aree “più affollate” del Paese, che sono Casablanca, Rabat, Marrakech, Fez e Tangeri. Il Marocco, che ora si sta preparando a revocare le misure di isolamento, a metà marzo aveva chiuso i suoi confini, sospeso tutti i voli e dichiarato lo stato d’emergenza sanitaria per contrastare la diffusione della pandemia.

Samar HAssan

In Cina, il 28 Maggio 2020, si è svolta la terza sessione del 13° Congresso Nazionale del Popolo (全國人民代表大會), la più alta istituzione statale e l’unica camera legislativa della Repubblica Popolare Cinese, a cui hanno partecipato, oltre al leader del Partito comunista e Capo dello Stato Xi Jinping, il primo Ministro Li Keqiang e i circa 3.000 deputati rappresentanti sia il Partito Comunista Cinese che i diversi partiti a cui si uniscono forze indipendenti.

 Il Presidente Xi Jinping ha rassicurato il popolo in questo particolare momento di incertezza e di difficoltà. I suoi obiettivi sono chiari: eliminare la povertà assoluta, mettere al centro di tutto la persona e cercare nuove soluzioni alle sfide di ogni giorno: “Lavorare insieme e uniti per salvare un singolo paziente. Questo, in sostanza, è tutto ciò che serve per salvare vite umane”. Si evince, pertanto, che le persone e la vita sono per il Paese le massime priorità. La Cina ha infatti organizzato azioni rapide e radicali per contenere la malattia, mobilitando i migliori medici, utilizzando le attrezzature più avanzate e le risorse più richieste. Il paziente più anziano guarito ha 108 anni.

Il Presidente, poi, sottolinea la gravità della situazione economica scatenata dall’epidemia, ma con fermezza e determinazione afferma che la Cina è pronta a ripartire:

 “La nostra economia è ancora caratterizzata da ampio potenziale, forte resilienza, ampio spazio di manovra e strumenti politici sufficienti”; il desiderio della Cina è quello di creare un ambiente di produzione intelligente, implementando i diversi settori della realtà digitale e sanitaria, attraverso la creazione di  un nuovo modello di sviluppo, in cui il mercato interno ed estero possano rafforzarsi a vicenda così da rendere la globalizzazione economica più aperta, inclusiva ed equilibrata affinché tutti possano trarne beneficio.  La tutela della salute pubblica prevede una riforma seria e concreta del sistema di prevenzione e controllo delle malattie, un potenziamento del monitoraggio delle epidemie e una sollecita risposta alle emergenze. Necessaria per il Presidente anche una revisione delle leggi esistenti e dei regolamenti di emergenza. 

Si capisce pertanto come l’obiettivo primario della Cina sia ora non quello di una crescita economica annuale specifica per il 2020, ma quello legato alla lotta contro la povertà e alla costruzione di una società prospera sotto tutti gli aspetti.

Il Presidente, nel sottolineare il profondo impatto che il Covid-19 ha avuto sulla Repubblica popolare e sui cittadini, volge l’attenzione alla sicurezza nazionale e al ruolo fondamentale esercitato da se stesso nel rafforzamento della difesa nazionale e delle forze armate durante l’epidemia.  Il suo ordine di aumentare l’addestramento e la preparazione alla battaglia unito alla richiesta ai suoi militari di affrontare prontamente ed efficacemente ogni tipo di situazione ha permesso la salvaguardia della sovranità nazionale, della sicurezza e degli interessi di sviluppo della Cina stessa.

Gioia Ribeca

FONTI E SITOGRAFIA CONSULTATE

Inglese

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Long T. (2020) “Australia’s COVIDSafe tracking app – How does it work, and is it safe?” https://www.9news.com.au/national/coroanvirus-app-australia-how-does-it-work-covidsafe/108b9bde-6f35-452c-9e8d-d8bf47a75c5e. 9News

Portoghese

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https://expresso.pt/sociedade/2020-05-26-Covid-19.-Ja-sao-conhecidas-as-regras-para-a-reabertura-dos-teatros-e-cinemas—saiba-quais-sao

https://www.publico.pt/2020/05/30/sociedade/noticia/brasil-ultrapassa-espanha-numero-mortes-1918746

https://www.jornalnoticias.co.mz/index.php/2018-05-04-10-20-41/97295-prorrogacao-do-estado-de-emergencia-parlamento-ratifica-decreto-presidencial

https://www.jornalnoticias.co.mz/index.php/sociedade/97266-a-partir-de-junho-cinco-provincias-vao-testar-covid-19

https://www.dw.com/pt-002/covid-19-angola-declara-estado-de-calamidade/a-53562103
https://g1.globo.com/bemestar/coronavirus/noticia/2020/05/30/brasil-tem-28834-mortes-e-498440-casos-confirmados-de-covid-19-diz-ministerio.ghtml

Spagnolo

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https://www.rtve.es/noticias/20200528/mapa-desescalada-espana-fase-esta-tu-provincia/2013477.shtml

https://elpais.com/internacional/2020-05-28/el-virus-se-propaga-en-las-grandes-ciudades-del-caribe-colombiano.html

https://vanguardia.com.mx/articulo/rechazan-semaforo-covid-en-coahuila-y-6-estados-mas

https://vanguardia.com.mx/articulo/regreso-clases-deja-dudas-no-habra-sana-distancia

Russo

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Putin: picco superato, parata della vittoria il 24 giugno

https://russian.rt.com/russia/news/750737-golikova-tempy-prirosta

Francese

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https://www.lefigaro.fr/sciences/chloroquine-l-etude-du-lancet-tres-critiquee-20200529

https://www.lesoir.be/304105/article/2020-05-30/la-belgique-autorise-les-visites-dans-les-pays-voisins-la-france-les-interdit

https://www.lalibre.be/belgique/societe/visites-transfrontalieres-les-belges-ne-peuvent-toujours-pas-se-rendre-en-france-5ed26d419978e24cfc177bb1

https://www.letemps.ch/suisse/deconfinement-restaurants-oscillent-entre-joie-deception-apres-annonces-conseil-federal

https://www.bilan.ch/economie/restaurants-combiner-tracabilite-securite-et-efficacite

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Tedesco

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https://www.zeit.de/gesellschaft/zeitgeschehen/2020-05/corona-schutzmassnahmen-lockdown-lockerungen-bundeslaender

https://www.ndr.de/ratgeber/Reisen-in-Corona-Zeiten-Was-Sie-fuer-den-Urlaub-wissen-muessen,coronareisen100.html

Arabo

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https://www.skynewsarabia.com/middle-east/1343684-الجزائر-تبدأ-إنتاج-أجهزة-للكشف-كورونا

https://www.france24.com/ar/20200526-تونس-الحكومة-تواصل-تخفيف-إجراءات-الحجر-الصحي-بعد-تراجع-تفشي-فيروس-كورونا

https://www.skynewsarabia.com/middle-east/1347441-المغرب-90-بالمئة-إصابات-كورونا-تتركز-مناطق-محددة

https://www.worldometers.info/coronavirus/

Cinese

http://en.people.cn/n3/2020/0529/c90000-9695609.html

#ATUTTOMONDO

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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT sul COVID-19

L’espansione del nuovo coronavirus SARS-CoV-2, partita dalla città di Whuan intorno alla fine del 2019, continua la sua corsa in tutto il mondo. La Spagna è il quinto paese al mondo per numero di contagi dietro a Stati Uniti, Brasile, Russia e Regno Unito. Il 31 gennaio 2020 venne confermato il primo caso positivo sul suolo spagnolo, ma è stato a partire dal mese di marzo che i contagi sono aumentati in maniera esponenziale. Attualmente in Spagna la curva dei nuovi casi si sta stabilizzando, ed è per questo che lo scorso 29 aprile il Governo ha deciso di presentare un piano di riapertura organizzato per fasi per mettere fine alla quarantena forzata, applicata dallo scorso 11 maggio su circa la metà del territorio spagnolo. Il 53% della popolazione spagnola si trova ancora nella fase 1, mentre il restante 47% è già avanzato alla fase 2. Un altro segnale positivo è che i casi che vengono diagnosticati giorno per giorno continuano a diminuire: in un mese e mezzo si è passati da una crescita giornaliera di più del 42% a meno dell’1%. Tutte le comunità autonome, oltre a Ceuta e Melilla, registrano casi di persone contagiate. Madrid continua a essere la comunità più colpita della Spagna, con più di 71.000 positivi e quasi 8.700 morti, seguita dalla Catalogna che supera i 57.000 positivi arrivando a quasi 5.600 morti. Anche se la situazione non è uguale su tutto il territorio spagnolo, e la malattia si propaga con velocità differenti in ciascuna comunità autonoma, gli ingressi in terapia intensiva per covid-19 sono scesi ai minimi storici dallo scoppio della pandemia.

In Messico la situazione è alquanto critica, sta vivendo il suo picco con circa 78.023 casi confermati e quasi 8.600 morti.

In Perù questo mercoledì si sono registrati quasi 6.000 nuovi casi in un solo giorno, per un totale di 135.905 positivi e 3.983 persone decedute.

A Cuba si sono registrati solo 9 nuovi casi positivi al Covid-19, nessun morto e 10 guariti, questo è quanto è stato dichiarato alla conferenza stampa dal dottor Francisco Durán García, direttore nazionale del dipartimento di epidemiologia del ministero della salute. Tuttavia, ad oggi si registrano 1.938 casi positivi su circa 99.745 test effettuati e solo 82 morti.

Karen Marinelli

In Francia la situazione migliora. L’Île-de-France, da zona “rossa”, è teoricamente passata a zona “verde”. Come spiegato dal primo ministro, la definizione di questa categoria si basa su tre criteri: disponibilità dei test, numero dei pazienti in rianimazione sotto al 60% e tasso inferiore al 6% degli ingressi al pronto soccorso. L’Assemblea nazionale ha votato per l’app del tracciamento digitale StopCovid. I deputati sono stati chiamati a votare non su una propria e vera legge, bensì su una dichiarazione del governo relativa alle innovazioni digitali da adottare nella lotta all’epidemia. Il tutto si è svolto in un’atmosfera di estrema tensione.

Anche in Belgio, il mese di giugno segna l’inizio degli esami che, in linea con le misure di prevenzione, si terranno a distanza. Le lezioni online hanno contribuito ad ampliare ulteriormente il divario socioculturale tra gli studenti, mettendo ancora più in difficoltà quelli provenienti da famiglie svantaggiate che non hanno potuto usufruire a pieno dei servizi scolastici durante la quarantena. A tal proposito, il professore e sociologo Renaud Maes parla di “una popolazione di studenti abbandonati da settimane dalle istituzioni che, permettendo loro di sostenere esami pur con la consapevolezza della mancanza delle competenze necessarie a superarli, legittimano così una discriminazione legata alle stesse modalità di apprendimento”. Al di fuori dell’ambito scolastico, i dati sul contagio sono positivi: nonostante la fine del lockdown, non si sono registrati aumenti di casi, segno che l’epidemia è finalmente sotto controllo e che il virus sta perdendo terreno.

La Svizzera si avvia verso la riapertura totale: dal 6 giugno saranno ammessi eventi con meno di 300 persone e verranno riaperte piscine e attrazioni turistiche; dal 15 giugno riaprono le frontiere con Germania e Francia, mentre per il 3 Giugno la Svizzera si rifiuta di riaprire i confini con l’Italia in quanto lo reputa troppo prematuro; dal 6 luglio riprendono tutti gli eventi sportivi.
Nei ristoranti vige ancora il limite di 2 metri tra ogni tavolo, e le scuole hanno riaperto, ma con un regime a tempo modulare. Nel frattempo, il Governo ha ufficializzato l’autorizzazione per l’app di tracciabilità, che verrà messa in funzione ad inizio estate.

Mentre il virus continua a diffondersi in tutta l’Africa, la necessità di effettuare i test diventa reale. L’intensificazione delle campagne di screening è una delle possibili soluzioni presa in considerazione dalla Commissione economica per l’Africa (CEA) nell’ambito delle strategie di deconfinamento al fine di limitare i danni economici e sociali. Nel momento in cui i paesi di tutto il mondo fanno fatica ad aumentare i propri test, la dipendenza dell’Africa dalle importazioni diventa problematica e la produzione locale si fa estremamente importante. Per risolvere questo dilemma, i paesi come il Ghana, il Senegal, l’Uganda e il Kenya hanno adottato approcci innovativi con la fabbricazione di test contro Covid-19. “Iniziativa cruciale per frenare la diffusione del contagio”, afferma Vera Songwe, segretaria esecutiva della CEA.

In Canada, almeno una persona è morta in un incidente che ha coinvolto un jet canadese della pattuglia acrobatica (Snowbirds) che si è schiantato contro un quartiere residenziale. Prima l’esibizione in volo e poi lo schianto. L’incidente è stato confermato anche dalla Royal Canadian Air Force. Come testimoniato da alcune persone, il pilota è stato in grado di eiettarsi con il paracadute prima dello schianto e finire sul tetto di una casa, riportando delle ferite. Il premier canadese Justin Trudeau si è detto “profondamente rattristato” per quanto avvenuto. L’intento degli Snowbirds era quello di rendere omaggio agli operatori sanitari canadesi che “combattono in prima linea contro la diffusione del Covid-19”.

Emanuela Batir, Lara Bruno, Flavia Lucarelli D’Ortenzi, Arianna Emiliani, Elisabetta Leonardi, Giulia Marinucci, Ngwikem Manfo Solange, Sibilla Parlato, Federica Politanò, Gioia Ribeca, Elen’Alba Vitiello

Il sindaco di Mosca Sergej Sobyanin, mercoledì 27 maggio, ha firmato un decreto che prolunga il regime di autoisolamento per residenti fino al 14 giugno.

Dopo la firma il 21 maggio del decreto per la revoca di alcune restrizioni tra cui la ripresa del car sharing e dell’attività dei servizi municipali, il primo cittadino fa un passo indietro mantenendo ancora prudenza rispetto ad un ulteriore mitigazione delle misure di contenimento dei contagi da COVID-19.  Secondo il sindaco, è necessaria cautela: “È troppo presto per aprire teatri, musei, parrucchieri, ristoranti e fitness club, per eliminare l’obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione individuale, il distanziamento sociale, per smettere di lavorare da remoto e per aprire nuovamente la città a spostamenti da e verso l’esterno”, ha dichiarato sul suo blog.

Sobyanin ha spiegato che la mitigazione delle restrizioni messa in atto sinora è stata resa possibile perché la riduzione dell’incidenza di casi di contagio è diventata sostenibile per il sistema sanitario. Tuttavia, ha sottolineato che “sostenibile” non significa “irreversibile” e che sebbene il rischio sia diminuito, non è scomparso.

Per questo motivo nel nuovo decreto firmato dal primo cittadino le uniche misure di riduzione delle restrizioni riguardano l’attività all’aperto: “A volte possiamo permetterci di andare all’aperto” continua sul suo blog Sergej Sobyanin, quindi, i moscoviti potranno camminare e fare sport nei parchi sempre nei limiti del distanziamento sociale.

È rilevante ricordare che proprio la capitale ha rappresentato il focolaio più grande in Russia della pandemia da coronavirus, anche se nelle ultime ore si sono registrati dati positivi.

In un incontro con il presidente russo Vladimir Putin, Sobyanin ha dichiarato che la situazione a Mosca è sotto controllo ed è in netto miglioramento, infatti la percentuale di ricoveri di pazienti gravi con COVID-19 nella capitale è diminuita del 40%.

Per ciò che concerne l’analisi e la quantificazione dei reali contagi per il quale era stato avviato un programma di controlli a tappeto sulla popolazione attraverso i test sierologici ELISA (test ad immunofluorescenza indiretta), il Rospotrebnadzor il 29 maggio ha dichiarato di aver condotto già oltre 10 milioni di test, e che il lavoro continuerà per ottenere infine un quadro preciso e attendibile della diffusione della pandemia.

Infine, ulteriori notizie positive giungono dal Ministero della Sanità infatti, martedì il ministro della sanità russo Michail Murashko, ad una intervista al programma “Diritto alla giustizia” ha annunciato l’esistenza di un farmaco per la prevenzione delle complicazioni dovuti a COVID-19. In particolare, una delle complicazioni a cui si riferisce il Ministro russo è stata denominata “tempesta citochinica” un fenomeno con una serie di sinonimi e varianti: sindrome da risposta infiammatoria sistemica, sindrome da rilascio di citochine, sindrome da attivazione macrofagica, linfoistiocitosi emofagocitica.  Il fenomeno osservato dagli scienziati consiste in una reazione esageratamente violenta da parte delle difese immunitarie che, anziché proteggere dal virus, attaccano tutti gli organi del paziente diffondendosi in tutti i tessuti e deteriorandoli, fino ad ucciderlo. Il farmaco che previene la tempesta di citochine è stato identificato la settimana scorsa dagli scienziati russi ed è già entrato in pratica clinica.

 Paola D’Onofrio, Clarissa Giacomini

Nella scorsa settimana, in occasione della terza sessione del 13esimo congresso dell’Assemblea del Popolo, il consigliere di stato e ministro degli esteri Wang Yi ha dichiarato: “Non sarà il virus a sconfiggere l’umanità, al contrario, sarà l’umanità a uscirne vincitrice”.

Domenica 24 maggio, stando alle fonti del quotidiano Renmin Ribao, Xi Jinping ha affermato: “Le province dello Hubei e Wuhan si riprenderanno ancora una volta. Il ruolo della sanità in questa emergenza è stato di notevole importanza. Sicuramente lo Stato continuerà a lavorare sull’emergenza rafforzando i punti più deboli”.

Giovedì 28 maggio il primo ministro cinese Li Keqiang ha risposto alle domande di un giornalista di Bloomberg in merito alle origini del virus e le misure post epidemia adottate dalla Cina. Il primo ministro ha affermato che “capire da dove tutto abbia avuto inizio” è fondamentale per tutti, per il resto del mondo così come per la Cina. Il premier cinese ha ricordato che il virus è un nemico che ha sorpreso l’umanità intera, specialmente perché è una patologia completamente nuova, e ha inoltre affermato che c’è ancora tanto lavoro da fare “poiché il virus non conosce confini”.

Il governo cinese sta investendo enormi quantità di denaro in ricerca e sviluppo insieme alle altre nazioni colpite dall’epidemia ed ha dimostrato sin dall’inizio di essere aperto alla cooperazione internazionale.

Fabrizio Ubbriaco

FONTI e SITOGRAFIA

Per la lingua SPAGNOLA

https://elpais.com/sociedad/2020/04/09/actualidad/1586437657_937910.html

https://elpais.com/america/sociedad/2020-05-28/coronavirus-en-america-ultimas-noticias-en-vivo.html

Per la lingua FRANCESE

https://www.20minutes.fr/societe/2785927-20200526-coronavirus-ile-france-desormais-theoriquement-zone-verte

https://www.lesechos.fr/tech-medias/hightech/lassemblee-nationale-adopte-lapplication-stopcovid-dans-un-climat-dextreme-tension-1206277

https://www.rtbf.be/info/societe/detail_covid-19-cours-a-distance-et-examens-a-distance-accentuent-les-inegalites-entre-etudiants?id=10510159

https://plus.lesoir.be/303391/article/2020-05-27/evolution-de-la-propagation-du-virus-en-belgique-toujours-pas-de-trace-dun

https://www.letemps.ch/suisse/frontieres-souvrent-sauf-litalie

https://www.lematin.ch/suisse/grand-deconfinement-annonce-6-juin/story/31821622

https://www.letemps.ch/suisse/lecole-mitemps-jusquaux-vacances

https://www.24heures.ch/le-point-sur-les-nouvelles-activites-possibles-des-le-6-juin-774227159767

https://www.24heures.ch/gastrovaud-globalement-satisfait-des-decisions-149332651994

https://www.tdg.ch/voici-comment-le-conseil-federal-veut-traquer-le-coronavirus-668386557629

https://www.lepoint.fr/afrique/l-afrique-face-au-covid-19-un-plan-de-sortie-de-crise-en-7-points-11-05-2020-2374975_3826.php

Per la lingua RUSSA

https://xn--80aesfpebagmfblc0a.xn--p1ai/news/20200526-2157.html

https://iz.ru/1016504/2020-05-27/sobianin-podpisal-ukaz-o-prodlenii-samoizoliatcii-v-moskve?utm_referrer=https%3A%2F%2Fzen.yandex.com

https://xn--80aesfpebagmfblc0a.xn--p1ai/news/20200529-1010.html

http://kremlin.ru/

Per la lingua CINESE

http://paper.people.com.cn/rmrb/html/2020-05/25/nbs.D110000renmrb_01.htm

http://www.xinhuanet.com/politics/2020-05/29/c_1126047196.htm

#ATUTTOMONDO

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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT sul COVID-19

Secondo il bollettino diffuso dal dipartimento del Ministero della Salute, il Portogallo conta al 24 maggio 30.623 casi complessivi di Covid-19 e 17.549 guariti. Pur avendo rallentato i propri ritmi la pandemia non sembra aver arrestato la sua corsa. In questo momento risulta essere fondamenta-le imparare a convivere con il virus e gli scienziati di tutto il mondo si stanno adoperando affinché sia possibile poterlo conoscere al meglio. Proprio a questo proposito la ricercatrice portoghese Sa-lomé Pinho, responsabile del gruppo di ricerca dell’istituto i3S (Instituto de Investigação e Ino-vação do Porto) sta coordinando degli studi che permetteranno di sviluppare un rapido metodo in grado di far comprendere, al momento della diagnosi, come si evolverà l’infezione in ciascun paziente. La Dottoressa Pinho afferma infatti che l’obiettivo dello studio è proprio quello di identificare un marcatore che permetta, attraverso delle semplici analisi del sangue, una prognosi precoce sull’evoluzione del Covid-19 in modo tale da consentire ai medici di adottare le misure necessarie per il paziente prima che sia troppo tardi. La ricerca si svolge su un campione di 100 contagiati da esaminare in due precisi momenti, il 7° e il 14° giorno di infezione.

Accanto all’impegno di medici e ricercatori si pone quello della comunità che, proprio in questa prima fase di allentamento delle misure restrittive, è chiamata a svolgere un ruolo molto impor-tante. Sono infatti molte le abitudini di vita che dovranno cambiare, a partire dall’ormai indispensabile mascherina fino ad arrivare alle nuove norme comportamentali da adottare e che impongo-no l’adozione di una nuova etichetta, anche a tavola. Per questa ragione, in linea con le direttive emanate dal dipartimento del Ministero della Salute, l’Associazione albergatori e ristoratori portoghesi ha redatto una guida al fine di accompagnare i clienti durante l’apprendimento delle disposizioni vigenti. Nei ristoranti, ad esempio, le tovaglie monouso saranno preferite alle classiche in tessuto così da poter essere gettate dopo l’utilizzo e non sarà possibile porre sui tavoli fiori, candele o altri elementi decorativi. Per i cittadini portoghesi sarà inoltre difficile non poter più condividere tra commensali i classici vassoi da portata, ciascuno dovrà infatti avere il proprio piatto che dovrà essere collocato sulla tavola solo all’arrivo degli ospiti. Anche i menù dovranno essere usa e getta o, in alternativa, è possibile ricorrere a lavagnette da esporre o software che dia-no la possibilità di visionare online la scelta che ogni ristorante offre. Anche per il pagamento è consigliabile favorire l’utilizzo di carte di credito o bancomat, al fine di evitare il contatto con il denaro contante, potenziale veicolo di trasmissione del virus. Restano indispensabili il distanzia-mento sociale di due metri tra ciascun cliente (eccezion fatta per le persone appartenenti allo stesso nucleo familiare), l’utilizzo di guanti e mascherina per chi effettua il servizio al tavolo e l’igienizzazione delle mani, sia all’arrivo sia prima di lasciare il ristorante.

Alessia Santella

In Australia la situazione continua ad essere stabile e si riconferma uno dei paesi meno colpiti al mondo con poco più di 7100 casi e 102 morti in totale. Stanno gradualmente riprendendo le attività sportive e il campionato di rugby e il primo ministro Scott Morrison ha definito ciò “un segno di ritorno alla normalità”; si torna a scuola nel Nuovo Galles del Sud, Queensland, Tasmania, Victoria e nello Stato della Capitale Australiana. Il primo ufficiale medico Greg Hunt ritiene poco probabile un’altra chiusura totale nel caso di un’ondata di ritorno. Verranno invece create delle aree specifiche di contenimento laddove sorgano nuovi casi. La Cina ha approvato la richiesta australiana di indagine sull’origine del Covid-19, definendola però “uno scherzo”. Infatti, si continuano a incrinare i rapporti con la Cina, che ha imposto una tassa sull’orzo per i prossimi cinque anni, impedendo gran parte delle esportazioni.
La Repubblica d’Irlanda è tra i paesi che stanno offrendo le soluzioni più innovative per l’impatto da Covid-19. È infatti emblematico il caso della grande impresa Comblift, che è passata dalla produzione di carrelli elevatori al Combi-Ventilate: un apparecchio che consente la stessa ventilazione per due pazienti. Interessante anche l’iniziativa della Pamper the Camper, azienda che noleggia tende da campeggio, che dopo l’annullamento dei festival estivi, ha reso disponibile il servizio come spazio extra per tutta la famiglia. Inoltre, anche il settore del turismo non si ferma. Se i programmi estivi, che vedevano molti adolescenti italiani in viaggio per l’Irlanda sono stati bloccati, la scuola Travelling Languages è pronta per un viaggio differente, tutto digitale, ospitando gli studenti online.

Nel Regno Unito il primo ministro Boris Johnson ha di recente annunciato il lancio di un sistema di tracciabilità dei contagi da Covid-19 entro il primo giugno. L’app è in fase di sperimentazione sull’Isola di Wight, dove il parlamentare locale afferma che il sistema sarà molto accurato. Si pro-spetta, dunque, un graduale ritorno alla normalità; tuttavia, sono in molti a pensare che il lock-down abbia fatto più morti di quanti ne abbia fatti il virus.

In Nuova Zelanda, la premier Jacinda Ardern ha annunciato un ulteriore allentamento delle misure restrittive. Da venerdì saranno concessi assembramenti fino a un numero complessivo di 100 persone, ma con la dovuta cautela. Le imprese ricettive dovranno continuare a garantire il distanziamento sociale e lo stesso vale per i locali, dove non è consentito l’accesso alle piste da ballo. Il governo ha stanziato vari sussidi per i disoccupati o coloro che hanno perso il lavoro a causa del Covid-19. I provvedimenti, però, sono stati criticati poiché sottolineano la disparità tra le due categorie: chi ha perso il lavoro a causa dell’epidemia e quindi avente diritto a mantenere uno standard di vita commisurato a prima e chi era già disoccupato che vedrà aiuti meno consistenti.
In Canada, il premier Justin Trudeau ha convocato per la prima volta i direttori delle sei banche più grandi del paese. Hanno discusso insieme lo stato dell’economia canadese e gli sforzi fatti per sostenere l’economia del paese, cercando di individuare le esigenze più frequenti dei clienti bancari e le misure pertinenti provincia per provincia. Nel frattempo, si procede, anche qui, a una riapertura graduale.

Lucia Capriglione, Claudia Cesetti, Oriana D’Agostino, Diana Fagiolo, Laura Forcella, Stefano Mazzagatti, Emanuele Spina

Le ultime notizie che arrivano dalla Germania testimoniano come il Paese abbia saputo gestire con successo l’emergenza Covid-19 in questi mesi. Nell’ultima settimana si registra infatti una media discendente di circa 500 nuovi casi al giorno, con soli 431 nuovi casi nella giornata di domenica 24 maggio. La maggior parte di questi casi è stata registrata in Länder già pesantemente colpiti dalla pandemia, come la Baviera, il Baden-Württemberg e il Nordrhein-Westfalen. Ciononostante, nel nord-est del Paese la situazione è più rilassata: nelle ultime ore non si è registrato quasi nessun nuovo caso nel Mecklenburg-Vorpommern, in Sachsen-Anhalt e in molte zone del Brandeburgo. Inoltre, l’Istituto Robert Koch ha reso noto che il fattore R è al momento stabile a R=0.94, sorprendentemente più in alto rispetto a quello dell’Italia.
Nonostante i successi riportati dalla Germania nella lotta al virus, questa settimana si sono verificati anche alcuni incidenti: nell’Hessen circa 107 persone sono risultate positive al virus dopo aver preso parte a una celebrazione religiosa in una chiesa battista di Francoforte sul Meno, due settimane fa. Allo stesso modo, nel Niedersachsen un ristorante ha tenuto una festa privata senza rispettare le norme di sicurezza: 18 persone, tra cui il proprietario dell’attività, sono risultate positive al Covid-19. Tutti i partecipanti alla festa e le persone che hanno avuto contatti con loro sono stati posti in quarantena obbligatoria dalle autorità. In tutto si tratta di circa 70 persone.
Nel weekend in diverse città sono proseguite le proteste contro le restrizioni anti-Covid, di cui vi avevamo già parlato nelle rassegne precedenti. Le proteste si sono svolte in maniera generalmente pacifica e in molti casi il numero dei partecipanti era inferiore alle previsioni. Tuttavia, a Berlino la Polizia ha dovuto mettere fine alla manifestazione anticipatamente, a causa dell’elevato numero di partecipanti (ne erano ammessi solo 50) e alcuni di loro, tra cui Attila Hildmann, personaggio della tv tedesca, sono stati arrestati. Inoltre, la Polizia ha riferito che ad Amburgo i manifestanti non indossavano protezioni.
Nonostante l’elevato numero di manifestazioni, va ricordato che in Germania le restrizioni non sono mai state troppo severe: a Berlino non è mai entrato in vigore alcun obbligo di portare la mascherina, se non nei luoghi chiusi, è permesso circolare senza dover rendere conto alle autorità e incontrare chiunque (senza arrivare a creare assembramenti, ovviamente). Inoltre, queste restrizioni sono attualmente in via di allentamento: il presidente del governo della Turingia, Bodo Ra-melow, ha addirittura annunciato che a partire dal 6 giugno intende abolirle. Ovviamente la sua dichiarazione ha scatenato diverse critiche (tra le norme che verranno abolite ci sono l’obbligo di indossare le mascherine e quello di mantenere le distanze interpersonali) ma c’è anche chi vorrebbe imitarlo: la Sassonia già si dichiara pronta a seguire le orme della Turingia.
Intanto Heiko Maas, il ministro degli esteri tedesco, sta lavorando alla riapertura delle frontiere per permettere ai cittadini tedeschi di trascorrere le vacanze estive all’estero. Naturalmente, tra i Paesi interessati dalle trattative c’è anche l’Italia, meta molto amata dai turisti tedeschi.

In Austria, l’emergenza Covid-19 è rientrata quasi del tutto. Nel corso dell’ultima settimana in-fatti è stata registrata una media di circa 38 nuovi casi al giorno e pochissimi decessi.
L’Austria ha inoltre partecipato alle trattative per permettere ai vacanzieri tedeschi diretti in Italia di transitare all’interno del suo territorio, ma le modalità con cui potrà avvenire questo transito devono ancora essere chiarite. ORF riporta che ai viaggiatori non sarà permessa alcuna sosta all’interno del territorio austriaco, nemmeno per fare benzina nelle stazioni di servizio.
A partire dal 15 giugno l’Austria riaprirà le frontiere anche a Svizzera e Liechtenstein, Paesi considerati modello della gestione della lotta al virus, mentre ulteriori comunicazioni circa la riapertura delle frontiere con Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria arriveranno nei prossimi giorni. Rimarranno invece chiusi, almeno per il momento, i confini tra Austria e Italia e tra Austria e Slovenia, tra mille polemiche. Nei giorni scorsi infatti il Cancelliere Sebastian Kurz aveva twittato “Non apriremo i nostri confini ai Paesi che non hanno ancora il controllo della situazione.”
A questa affermazione le autorità italiane hanno risposto facendo notare che attualmente la situazione italiana è molto simile a quella austriaca e che alla luce di questi fatti la decisione di Kurz appare esagerata e ingiustificata.

Francesca Della Giulia

Quest’anno, l’atmosfera dell’Eid al-Fiṭr (festa dell’interruzione del digiuno) è stata diversa dal solito a causa delle restrizioni obbligatorie di confinamento e di coprifuoco dovute alla diffusione del Coronavirus. Analogamente al resto del mese di Ramadan, anche questa festività è trascorsa senza la possibilità di pregare nelle moschee e senza festeggiare l’iftar con tavolate per strada o feste in famiglia.

In Egitto, i cittadini hanno richiesto di poter acquistare presso i mercati quanto necessario per i festeggiamenti: da torte, biscotti, dolci ed altro fino a vestiti per bambini, regali e giochi.
Nel clima di solidarietà ispirato dal mese sacro, sono state numerose le iniziative di patrocinio a favore delle donne, anche in collaborazione con volti noti del mondo dello spettacolo come Salma Hayek Pinault. L’attrice di origini libanesi ha lanciato la campagna #StandWithWomen contro l’aumento della violenza sulle donne durante il lockdown. In un video pubblicato sul suo account Instagram, Salma Hayek ha affermato «restiamo nelle nostre case per proteggerci dalla pandemia Covid-19, ma se fosse la casa stessa a essere un pericolo?» e aggiunge «è estremamente importante prendere posizione nella lotta alla violenza di genere… potremmo davvero fare la differenza se unissimo le voci gridando “no”».

A proposito delle iniziative a tutela della salute dei cittadini, vale la pena menzionare una nuova app lanciata dal governo del Regno di Giordania, in aggiunta alla linea telefonica di assistenza già esistente, nata per segnalare eventuali casi sospetti di contagio. C-Radar (Coronavirus Radar), questo il nome dell’applicazione, è scaricabile dagli utenti gratuitamente su Google Play e sull’Apple Store. Il Ministero della Salute ha spiegato che sarà possibile specificare il tipo di assembramento, il numero di persone, i casi di infrazione e/o la rottura del coprifuoco. L’utente che invia la segnalazione dovrà registrarsi riportando nome completo, numero di telefono, note e segnalazione; la stessa sarà valutata dalle autorità competenti in seguito. «L’obiettivo è quello di segnalare qualsiasi assembramento o nuovo caso sospetto, in modo tale da delimitarli», ha chiarito il Ministero.

In cima alle priorità dei governi arabi vi è anche il diritto allo studio; in particolare, il Ministro dell’Istruzione e dell’Istruzione Superiore libanese Tarek Majzoub ha annunciato che «gli esami previsti per le scuole pubbliche secondarie saranno annullati e il completamento dell’anno scola-stico avverrà a distanza» così come ha affermato che «l’apertura delle scuole e dei centri specializzati per persone con bisogni speciali coinciderà con quella di tutte le altre scuole». Il Ministro ha concluso: «salvaguardare la vita delle persone è una priorità: compenseremo ciò che abbiamo perso in questi mesi durante il prossimo anno scolastico».

Valentina Baldo, Roberta Elia, Maria Antonietta Reale

FONTI e SITOGRAFIA

Per la lingua PORTOGHESE

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https://www.dn.pt/pais/portugal-tem-agora-30-623-casos-e-1316-mortos-de-covid-19-mais-152-infetados-nas-ultimas-24-horas-12232966.html

https://lifestyle.sapo.pt/sabores/noticias-sabores/artigos/num-mundo-com-covid-19-a-etiqueta-a-mesa-e-outra-tudo-o-que-precisa-de-saber-para-se-sentar-a-mesa-no-restaurante

Per la lingua INGLESE

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Ting, I., Scott, N. & Workman, M. (2020). “Charting the COVID-19 spread in Australia”. AB-CNews.

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The Irish Times (2020).“Covid-19: Taoiseach insists no change from two metre social distancing advice” https://www.irishtimes.com/news/ireland/irish-news/covid-19-taoiseach-insists-no-change-from-two-metre-social-distancing-advice-1.4261086

The Journal.ie (2020). “Covid-19 took our festival trade, so this summer people are using our tents in their back gardens” https://www.thejournal.ie/readme/glamping-coronavirus-5104983-May2020/

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Scoop (2020). “New payment to support Kiwis through COVID” https://www.scoop.co.nz/stories/PA2005/S00204/new-payment-to-support-kiwis-through-covid.htm

Stuff (2020). “Unemployment payment scheme shows Govt knows benefits insufficient” https://www.stuff.co.nz/business/300020101/unemployment-payment-scheme-shows-govt-knows-benefits-insufficient

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Morgan, T. (23/05/2020).“Lockdown saved no lives and may have cost them, Nobel Prize winner believes”. The Telegraph. https://www.telegraph.co.uk/news/2020/05/23/lockdown-saved-no-lives-may-have-cost-nobel-prize-winner-believes/

Per la lingua TEDESCA

https://interaktiv.morgenpost.de/corona-virus-karte-infektionen-deutschland-weltweit/

https://www.rki.de/DE/Content/InfAZ/N/Neuartiges_Coronavirus/Situationsberichte/2020-05-24-de.pdf?__blob=publicationFile

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In vielen deutschen Städten sind wieder Kritiker gegen die Corona-Beschränkungen auf die Straße gegangen. Die Proteste verliefen größtenteils friedlich. Fast überall jedoch demonstrierten deutlich weniger Menschen als angemeldet. In Berlin war die Polizei mit rund 1100 Beamten im Einsatz, um Demonstrationen zu begleiten – sie hatte sich auf zahlreiche Proteste gegen die Corona-Einschränkungen sowie auf Gegendemonstrationen eingestellt. Bei einer Protestaktion am Großen Stern waren laut Polizei zahlreiche Anhänger der Reichsbürger- und Gelbwesten-Bewegung dabei. Die Polizei beendete die Veranstaltung vorzeitig, weil sich zu viele Menschen an der Demonstration beteiligten. In Berlin sind derzeit nur bis zu 50 Teilnehmer je Demonstration erlaubt. Auf dem Weg zu einer Kundgebung am Kanzleramt wurde Fernsehkoch Attila Hildmann vorübergehend festgenommen. Ihm würden Verstöße gegen das Versammlungs- und das Infektionsschutzgesetz vorgeworfen, sagte eine Polizeisprecherin. In Hamburg versammelten sich unter anderem mehrere hundert Gegner der Corona-Maßnahmen vor dem Michel. Dort seien mehrere Teilnehmer von der Polizei ermahnt worden, weil sie ohne Mund-Nasen-Schutz unterwegs gewesen seien, sagte eine Sprecherin. Mehrere Kundgebungen waren auch in Stuttgart angemeldet, die Teilnehmerzahlen waren im Vergleich zu den Vorwochen jedoch "recht überschaubar", wie ein Polizeisprecher sagte. Einige Kundgebungen fanden bei strömendem Regen demnach gar nicht statt. #corona #demos #wirvsvirus #tagesschau #news

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https://www.tagesschau.de/multimedia/video/video-706093.html

https://www.hessenschau.de/gesellschaft/corona-infektionen-nach-gottesdienst-steigen-auf-ueber-100-an,infektionen-corona-kirche-100.html

https://www.spiegel.de/panorama/niedersachsen-stellt-corona-lockerungen-nicht-infrage-a-02152433-c873-459d-99d5-53992550b6e8

https://www.dw.com/en/german-covid-19-outbreak-traced-to-restaurant/a-53547360

https://www.mdr.de/thueringen/corona-beschraenkungen-aufheben-ramelow-100.html

https://www.tagesschau.de/inland/corona-thueringen-ramelow-103.html

https://www.zeit.de/wissen/gesundheit/2020-05/coronavirus-newsblog-nachrichten-covid-19-pandemie-live

https://www.ksta.de/panorama/strafanzeige-attila-hildmann-kurzzeitig-in-gewahrsam-genommen-36744820

https://www.auswaertiges-amt.de/de/aussenpolitik/europa/maas-europa-grenzen-tourismus/2342548

https://tirol.orf.at/stories/3050216/

https://www.repubblica.it/politica/2020/05/24/news/fase_2_e_turismo_polemica_sulla_decisione_dell_austria_di_non_apire_i_confini_con_l_italia_di_maio_si_torni_alla_normali-257520390/

Per la lingua ARABA

https://www.annahar.com/article/amp/1190045/وزير-التربية-يعلن-قرارات-بشأن-العام-الدراسي-والامتحانات-أبرز-المواقف

https://iraqakhbar.com/2424175

https://www.al-ayyam.ps/ar_page.php?id=13df85a5y333415845Y13df85a5

https://www.bbc.com/arabic/middleeast-52772329

#ATUTTOMONDO

Pubblicato il

La rassegna stampa internazionale dell’UNINT sul COVID-19

La Spagna ha registrato 95 decessi nelle ultime 24 ore, uno degli incrementi giornalieri più bassi da metà marzo. Il numero delle vittime è di 27.888, mentre i nuovi casi sono 518, arrivando ad un totale di 232.555. Quattro le fasi previste per la ripartenza. Madrid e Barcellona, le due città maggiormente colpite dal virus, sono ancora bloccate alla fase “0”.

Come da tradizione durante questo stato di emergenza, il sabato è il giorno riservato alla comparsa di Pedro Sánchez. Il Presidente del Governo si è rivolto nuovamente al popolo spagnolo per annunciare l’intenzione di prolungare lo stato di emergenza fino al 7 di giugno, nella speranza che la curva di contagio faccia un’inversione decisiva.

Si contempla, dunque, l’opzione di uno stato di emergenza asimmetrico, vale a dire applicabile per territorio, potenziando le misure di contenimento del virus nelle regioni ad alto rischio di contagio.

Per poter avanzare tale piano di emergenza al Congresso, Sánchez ha dovuto ottenere il consenso da partiti quali Ciudadanos, ERC, PNV, Compromís, con i quali ha intrattenuto in questi ultimi giorni lunghe trattative. Partido Popular (PP) e Vox, invece, hanno sin da subito manifestato il loro dissenso. Pablo Casado, leader del PP, ha ratificato il rifiuto da parte del suo partito di sostenere il prolungamento dello stato di emergenza: “la salute e le condizioni di lavoro possono essere tutelate con la legislazione attuale, senza abusare dell’eccezionalità costituzionale” ha annunciato sui social.

La decisione di Sánchez è stata influenzata dagli sviluppi in Italia: il Presidente spagnolo non vuole correre il rischio di un eventuale rialzo della curva di contagio, dichiarando che il premier Conte si sia precipitato e che, per la prima volta, non seguirà le sue orme. Del resto, dall’inizio della crisi del coronavirus, la Spagna ha seguito gli sviluppi dell’Italia con una settimana di differenza: la chiusura delle scuole, la dichiarazione dello stato di allarme, la chiusura dell’industria.

Al contrario dell’Italia, che riprenderà il normale svolgimento di tutte le attività entro il 3 giugno, la Spagna non è incline a correre rischi: il Ministero della Salute non intende permettere agli spagnoli di spostarsi tra le province fino a luglio e prevede una tardiva stagione estiva incentrata sul turismo nazionale. Non è prevista una data per la riapertura delle frontiere ed è stata imposta una quarantena di due settimane per chi rientra dall’estero. La Spagna persegue la linea più dura dell’Europa meridionale.

A Cuba, le regioni più colpite dal virus coincidono con quelle caratterizzate da una popolazione anziana, ha dichiarato Juan Carlos Alfonso, vicecapo dell’Oficio Nacional de Estadísricas e Información (ONEI), durante un’apparizione nel programma televisivo Mesa Redonda. Questi dati indicano uno dei principali problemi del Paese: l’invecchiamento della popolazione. Difatti, nel primo trimestre di quest’anno, sull’Isola si sono registrati più decessi che nascite.

Una stima de El País, basata sui dati del sistema sanitario ufficiale, suggerisce che il numero di persone contagiate in Messico è compreso tra 620.000 e 730.000.

Com’è accaduto in quasi tutti i paesi del mondo, la questione della reale entità del Covid-19 ha tormentato il Governo messicano fin dall’inizio della pandemia, anche se sembra essersi maggiormente intensificata negli ultimi giorni. Gli esperti ritengono che si sia osservata una mancanza di trasparenza e l’assenza di alcuni dati che, se resi pubblici, porterebbero ad una maggiore chiarezza per quanto concerne l’amministrazione delle autorità. D’altro canto, il Governo sostiene che il suo modello di monitoraggio epidemiologico sia stato finora impeccabile.

Alessia De Meo, Martina Valeriano

In Francia sebbene l’isolamento sia una condizione piuttosto naturale per i musicisti e, in particolare per i compositori, alcuni di questi hanno raccontato di essere stati messi alla prova da questa crisi sanitaria. Inoltre, affermano che anche la loro professione ne ha fortemente risentito a causa della cancellazione dei concerti. Infatti, il presidente Macron ha annunciato il divieto di concerti e festival fino a metà luglio 2020. Mentre i festival erano già stati annullati sin dall’inizio della quarantena, tour e concerti, ancora in attesa di valutare l’evolversi della situazione, sono stati ufficialmente rimandati.

In Belgio, mentre la nazione si appresta ad iniziare la fase 2 riammettendo a scuola in maniera graduale gli studenti di diverse classi, non mancano le polemiche, questa volta sollevate dagli eroi della crisi sanitaria, ovvero il personale ospedaliero. Lo scorso sabato, gli infermieri dell’ospedale Saint-Pierre di Bruxelles hanno accolto il primo ministro Sophie Wilmès voltandole le spalle al passaggio. Un gesto simbolico con l’intenzione dichiarata di condannare il comportamento dei politici belgi incuranti delle richieste di aiuto. Non dimentichiamo che prima che scoppiasse l’emergenza mondiale, proprio la Wilmès all’epoca Ministro del Bilancio, aveva imposto dei tagli al budget destinato alla sanità limitando in questo modo le risorse a disposizione.

In Svizzera “le cifre sono incoraggianti” sostiene il presidente Alain Berset, spalleggiato dal medico Daniel Koch che ha annunciato la fine della prima ondata. La curva dei contagi si sta abbassando, infatti non sono stati registrati ricoveri dallo scorso lunedì. Il Paese continua la sua graduale riapertura: riaprono le chiese e riprendono tutte le celebrazioni religiose, e dall’8 giugno saranno permessi assembramenti di più di cinque persone. Nel frattempo, per incoraggiare l’uso della bicicletta, il governo ha deciso di permettere ai bambini fino ai 12 anni di pedalare sui marciapiedi, qualora non sia presente la pista ciclabile.

In Africa la pandemia di Covid19 reintroduce in chiave contemporanea il tradizionale concetto di maschera africana. Oltre alle più comuni mascherine chirurgiche utilizzate come prevenzione contro la diffusione del virus, si stanno infatti moltiplicando le versioni personalizzate. Dalle più gioiose, realizzate con i motivi e i colori sgargianti dei tessuti etnici tradizionali, a quelle “impegnate” che riportano messaggi di sensibilizzazione su sfondo bianco. Senza dimenticare quelle con funzione pubblicitaria, realizzate con stampe di grandi e piccoli marchi o ancora quelle che rendono omaggio a personaggi celebri di diverse confraternite musulmane. Ed ecco che la mascherina, in occidente ormai emblema di spersonalizzazione e mancanza di libertà, sta acquisendo invece funzione di espressione individuale, in una società basata sul concetto di comunità come quella africana.

In Canada si ritorna progressivamente alla libertà, in concomitanza con l’arrivo della bella stagione. Gli spostamenti tra regioni, se non necessari, sono sempre sconsigliati, ma sono permesse invece visite ad amici e parenti all’interno della propria regione. In Québec le istruzioni sulle attività permesse o vietate sono molto dettagliate e con esempi anche illustrati, così da evitare un’interpretazione personale e guidare al meglio il cittadino. A partire da venerdì 22 maggio sarà possibile incontrarsi tra un massimo di dieci amici o parenti, ad esempio per fare un barbecue, rispettando una distanza di due metri tra familiari; mentre dal 1° giugno sarà possibile anche recarsi da estetisti, parrucchieri e altri esperti della cura della persona mantenendo le precauzioni. Rimangono ancora chiusi per ora ristoranti, palestre, piscine, teatri e cinema.

Emanuela Batir, Carolina Benucci, Lara Bruno, Flavia Lucarelli D’Ortenzi, Elisabetta Leonardi, Giulia Marinucci, Ngwikem Manfo Solange, Sibilla Parlato, Diana Sandulli, Eleonora Valente, Elen’Alba Vitiello

Il 21 maggio il sindaco di Mosca Sergej Sobyanin ha annunciato la possibilità di avviare la prima fase per mitigare le restrizioni introdotte a causa del coronavirus e continuare la graduale “apertura” dell’economia urbana. Come sottolineato da Sobyanin, ciò è conseguente a una diminuzione del numero di casi rilevati di COVID-19. Nel suo blog, ha parlato della firma di un decreto volto a regolamentare questa seconda fase; secondo lui, per la prima volta dall’inizio della pandemia, iniziano a giungere le prime notizie positive: “C’è speranza per una fine prossima alla pandemia, e non voglio che questa prospettiva sia solo un’illusione. A tal fine, dobbiamo continuare a mantenere la massima responsabilità per il rispetto delle restrizioni e dei requisiti stabiliti e ne sono sicuro, avremo l’opportunità di fare i prossimi passi verso una vita normale”, queste sono le sue parole.

Allo stesso tempo, il primo cittadino ha invitato l’organizzazione a lasciare la maggior parte dei dipendenti in modalità di lavoro agile. Si noti inoltre, che dal 12 maggio nella capitale, è diventato obbligatorio indossare maschere e guanti sul lavoro, nelle strutture commerciali, nonché sui trasporti pubblici e nei taxi. La multa prevista per violazione di tale misura ammonta a 5 mila rubli (65 euro).

Nella stessa giornata, il presidente russo Vladimir Putin ha ringraziato studenti e insegnanti, esprimendo loro sostegno in questo momento difficile, per l’impegno profuso in queste settimane nella didattica a distanza, un metodo rivelatosi particolarmente utile ed efficace. “Ritengo che questa esperienza sarà necessaria in futuro. Oggi più che mai dobbiamo apprendere nuove soluzioni pratiche di vita” afferma Putin, che, però, non ha mai pensato di abbandonare l’istruzione scolastica a favore della didattica on-line. “Tutte le dicerie riguardo una sostituzione completa della didattica online, facendo così chiudere le scuole e università “tradizionali” sono soltanto provocazioni”, continua il capo di stato affermando che “La scuola non ha soltanto il compito di insegnare, ma anche quello di educare e formare le persone che un domani staranno ai vertici della nostra società”. Si può affermare quindi che la didattica a distanza stia solo portando a termine un lavoro già iniziato in passato. Ora la cosa più importante è non perdere quegli studenti che si impegnavano con entusiasmo. Una valutazione obiettiva verrà data l’anno prossimo e, se gli studenti presenteranno lacune, verrà concesso tempo per ripetere e riguardare il materiale scolastico. Ciononostante, gli esami di maturità avranno inizio il 29 giugno. Giovedì 21 maggio il ministro della sanità russo Mikhail Murashko ha annunciato che sono stati erogati con successo fondi supplementari a tutti gli operatori sanitari: “Effettivamente, entro il 15 maggio, tutti i fondi aggiuntivi sono stati pagati. Abbiamo istituito un mezzo speciale per assicurare la corretta erogazione dei fondi. Si tratta di una piattaforma on-line che consente a un operatore sanitario di contattare e ricevere chiarimenti attraverso il sito web dei servizi statali per verificare se questi pagamenti gli sono dovuti o meno”, ha detto in un’intervista sul canale televisivo Rossiya 1. I supplementi dovrebbero essere ricevuti da medici (80 mila rubli circa 1020 euro), personale paramedico (50 mila rubli circa 636 euro), personale medico junior (25 mila rubli circa 318 euro) e anche specialisti di ambulanza: medici (50 mila rubli) paramedici, infermieri e driver (25 mila rubli). Tuttavia, il 19 maggio Putin ha criticato il governo per la scarsa prontezza nell’emissione dei fondi supplementari ai medici.

Clarissa Giacomini, Angela Doria, Paola D’Onofrio

Dopo che, in svariate occasioni, il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha accusato Pechino di aver rifiutato di fornire i primi campioni di Covid-19 prelevati dai pazienti contagiati, nonché di aver distrutto gli stessi campioni in un secondo momento, la risposta della Cina non si è fatta attendere. Venerdì 15 maggio la Cina ha infatti confermato di aver dato l’ordine a tutti i laboratori non autorizzati di disfarsi dei campioni di Covid già durante le prime settimane dell’epidemia. Tutto questo per ragioni di sicurezza sanitaria nazionale. Liu Dengfeng, funzionario della National Health Commission, ha poi chiarito la posizione cinese sottolineando che fin dall’inizio della pandemia l’agente patogeno era stato classificato di “Classe 2” (altamente patogeno) e che le autorità avevano così deciso di imporre misure di sicurezza come la distruzione dei campioni usati nei laboratori non autorizzati. Liu Dengfeng ha poi aggiunto che solo alcuni laboratori con particolari requisiti sono autorizzati a detenere campioni altamente patogeni e che operazioni per la gestione di campioni di questo tipo sono sempre state in conformità con gli standard sanitari cinesi.

Intanto i ricercatori di due università cinesi, la Fudan University e la Jiao Tong University, hanno riportato dei risultati promettenti sulle sperimentazioni in vista di un vaccino anti-Covid. Le ricerche sono state condotte su topi, ed è stato osservato che gli anticorpi necessari per combattere il virus venivano prodotti rapidamente nei loro organismi.

Cai Yujia, ricercatore presso lo Shanghai Centre for Systems Biomedicine della Jiao Tong University, ha dichiarato che una volta trovato un partner commerciale per sviluppare il vaccino, il loro team avrebbe avuto bisogno di 3-4 mesi di studio preclinico prima di poterlo testare sugli umani. Cai ha aggiunto: “Abbiamo già avviato i contatti con diverse case farmaceutiche per poter continuare a lavorare su questo vaccino”.

Secondo l’epidemiologa Maria Van Kerkhove, responsabile tecnico per il coronavirus dell’Organizzazione mondiale della sanità, al momento ci sono in tutto il mondo 120 laboratori candidati ed impegnati in questa sfida contro il tempo.

Nel frattempo, sono state sviluppate da laboratori e centri di ricerca cinesi altre 4 tipologie diverse di vaccino, già in fase di sperimentazione su persone contagiate.

Mattia Del Vecchio

FONTI e SITOGRAFIA

Per la lingua SPAGNOLA

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https://elpais.com/sociedad/2020-05-18/a-la-caza-de-la-covid-19-en-los-barrios-mas-pobres-de-la-ciudad-de-buenos-aires.html

https://elpais.com/sociedad/2020-05-08/la-magnitud-de-la-epidemia-en-mexico.html

https://elpais.com/internacional/2020-04-02/mexico-vive-su-mes-mas-violento-pese-a-la-pandemia.html

Per la lingua FRANCESE

https://www.journaldequebec.com/2020/05/20/voici-les-soins-de-sante-et-corporels-qui-rouvriront-1

https://www.jeuneafrique.com/945328/societe/tribune-avec-le-coronavirus-le-masque-africain-fait-sa-revolution/

https://www.letemps.ch/suisse/fin-crise-sanitaire-vue

https://www.24heures.ch/les-4-indicateurs-que-vous-devez-absolument-surveiller-818016620537

https://www.lematin.ch/suisse/celebrations-religieuses-pourront-reprendre-28-mai/story/13106798

https://www.lematin.ch/suisse/enfants-jusqu-12-ans-rouleront-velo-trottoir/story/28075433

https://www.dhnet.be/actu/belgique/bilan-positif-pour-la-reprise-scolaire-la-phase-2-sera-enclenchee-ce-lundi-25-mai-voici-ce-qu-elle-prevoit-5ec564e3d8ad581c540aabc0

https://www.ln24.be/2020-05-16/les-infirmiers-tournent-le-dos-sophie-wilmes

https://www.lemonde.fr/culture/article/2020/05/21/les-compositeurs-face-au-point-d-orgue-d u-confinement_6040337_3246.html

Coronavirus : les tournées et concerts reportés ou annulés

Per la lingua RUSSA

https://iz.ru/1014031/2020-05-21/murashko-zaiavil-o-vyplate-k-15-maia-vsekh-dopsredstv-medrabotnikam

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https://russian.rt.com/russia/article/748534-moskva-snyatie-ogranichenii-koronavirus?utm_source=yxnews&utm_medium=desktop&utm_referrer=https%3A%2F%2Fyandex.ru%2Fnews

Per la lingua CINESE

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https://www.scmp.com/news/china/science/article/3085502/strong-immune-response-chinese-covid-19-vaccine-team-reports