#LUXURYMOMENTS: #LUXURYJUICE

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Courtesy of Vogue Italia- Agnese Claisse for Dior Haute Couture S/S 2021-2022

Dior Couture 2021: le Château du Tarot

Grazie alle sinergie creative di Maria Grazia Chiuri e Matteo Garrone, Dior volge lo sguardo verso le fiabe; il suo scorgere non è disincantato e razionale quanto più nostalgico e romantico, indice di un sapere da tramandare e di una sensibilità da esplorare.


#FACCIAMOILPUNTO

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THE DEMOCRACY DILEMMA

Si tratta di una vera e propria guerra telecomandata, in cui un Paese può arrivare a manipolare un altro Paese senza neanche oltrepassare i propri confini’: così Tristan Harris, ex-collaboratore Google, descrive le tecniche di manipolazione dei social network in The Social Dilemma. Il documentario di Jeff Orlowski, distribuito da Netflix, tratta le spinose conseguenze della onnipresenza della tecnologia nel mondo contemporaneo. Uno dei principali argomenti trattati è la capacità dei social di veicolare la politica e la visione del mondo che ci circonda, nel bene, ma anche (e soprattutto) nel male, attraverso la divulgazione di fake-news e di teorie alquanto discutibili. Da un paio di anni ormai si parla di crisi di democrazia, ma ciò che è davvero sconcertante è che il principale veicolo di questi squilibri lo portiamo sempre con noi.

#URBANTALKS

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Altra settimana, altro giro di #urbantalks.

Se la settimana scorsa abbiamo esplorato la carriera di uno degli artisti del momento, oggi voglio parlare di un artista un po’ più navigato e nello specifico del suo ultimo album.

Mentre nessuno guarda di Corrado Grilli, in arte Mecna, è un lavoro uscito il 16 ottobre 2020.


#CURIOSITADALMONDO

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Cari lettori,

oggi voglio raccontarvi di un posto che mi è rimasto nel cuore, ovvero Punta del Este, che si trova a 140 km da Montevideo, la capitale dell’Uruguay. Vi sono stata nel lontano 2010 durante la nostra stagione invernale. Ebbene sì, il periodo perfetto per visitare l’Uruguay va da gennaio a marzo con temperature dai 25 ai 30 gradi. È una meta che sostituisce le Maldive o i Caraibi.


#SaudadeDoTempo

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La cultura brasiliana è una grande festa religiosa: una fusione di colori, riti, danze tribali e melodie. Tuttavia, prima di trattare la tematica della sacralità brasiliana, è necessario fare una piccola premessa storica: a partire dal 1540 iniziò la tratta degli schiavi verso l’America ed in particolar modo verso il Brasile. Qui le popolazioni africane portarono con sé credenze e tradizioni della propria terra. La capoeira, la samba e il Candomblé sono solo alcune delle testimonianze africane che ancora oggi permangono in Brasile. Adesso poniamo il nostro focus sull’aspetto religioso del Paese: avete mai sentito parlare degli Orisha (Orixás in portoghese)? Essi fanno parte della tradizione culturale-religiosa brasiliana, anche se in realtà la matrice è africana. Entriamo nello specifico: gli Orisha corrispondono agli spiriti ancestrali e all’espressione delle forza della natura. Trasmettono agli esseri umani la cosiddetta “axé”, ovvero l’energia vitale presente in tutte le cose. Questa energia si irradia negli Orisha per poi giungere all’uomo.

Queste divinità sono collegate alla religione Candomblè sviluppatasi in Brasile durante il periodo della schiavitù, infatti gli schiavi deportati dall’ Africa professavano i loro culti anche nel nuovo mondo. Tuttavia i missionari cattolici convertirono in massa gli schiavi, fu in quel momento che gli Orisha vennero associati alle figure dei santi cattolici, per cui ancora oggi a ciascuna delle divinità del Candomblé corrisponde una figura del credo cristiano (per esempio Oxalá corrisponde a Gesù). La religione Candomblé nasce dal connubio tra le religioni africane ed il Cattolicesimo, infatti gli dei africani si sono “brasilianizzati”.

L’etimologia di questo culto deriva dalla lingua bantu e significa “danza di negri”, ma secondo altre fonti, potrebbe anche riferirsi al tamburo utilizzato durante i rituali. La particolarità di questo credo è proprio l’unione tra le divinità del pantheon indigeno con quelle del Cristianesimo creando un perfetto equilibrio tra politeismo e monoteismo. Solitamente le pratiche religiose si svolgono nei “terreiros” localizzati nelle periferie dei villaggi, considerati come “piccole afriche in miniatura”; luoghi in cui la vita quotidiana si mescola con l’innovazione e l’adorazione degli dei, queste figure fantastiche le quali si muovono e danzano a suon di tamburi. É in questo momento che avviene la possessione da parte della divinità: il Dio si impossessa del credente servendosi di lui come strumento di comunicazione con i mortali. Exu, Ogum, Iemanjá sono solo alcuni degli Orisha venerati dai credenti, ma vediamone qualcuno in particolare: 

  • Oxalá è il primo Orisha e corrisponderebbe al Cristo della tradizione cristiana. È il padre degli Orisha e rappresenta la luce solare, la pace e l’armonia. Si tratta di un’entità benevola ed è noto per le sue innumerevoli manifestazioni, la più nota è la figura di un anziano vestito di bianco a cui ci si rivolge per ricevere protezione.
  • Iemanjá invece è la dea del mare e patrona della pesca, sposa di Oxalá, protettrice della casa. Corrisponde alla Madonna. Generatrice e madre degli altri Orisha.
  • Exu rappresenta il guastafeste, pronto a creare guai e risse. Corrisponde al diavolo. 

Inoltre un oggetto che ha un ruolo essenziale durante i rituali è sicuramente il tamburo: il suo suono rappresenta la voce delle divinità e, proprio per questo, si crede che i musicisti custodiscano una conoscenza magica, tanto da permetter loro di comunicare con gli Orisha attraverso la musica.

Greta Accardi 

#MONDAYABROAD

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Viaggiatori e viaggiatrici della UNINT (e non),

sono tornata con un nuovo viaggio, una nuova meta, una nuova avventura, tutta nel rispetto delle normative vigenti contro la diffusione del Covid-19.

Ringrazio Giulia, mia partner-in-crime in questa avventura firmata #MondayAbroad, per avermi preceduta nell’informarvi di questa novità che vede la collaborazione tra UNINTBlog e Radio UNINT: grazie a quest’unione, abbiamo intensificato il nostro lavoro per potervi garantire un servizio quanto più unito e compatto, proprio come siamo abituati a fare nella nostra Università – Tutti per UNINT, UNINT per tutti! – .

Oggi per voi, la storia di Martina, seconda speaker di Travel-Size, la quale ha scelto Lisbona come sua meta del cuore.

Le parole di Martina mi sono sembrate come un biglietto aereo: chiare, efficaci e, soprattutto, sognanti.

Mi hanno riportato al 2018, quando anche io ho potuto visitare la capitale portoghese e, per questo motivo, non trovo giusto doverle adattare al mio formato di #MondayAbroad: Martina è stata così gentile ad aprirsi e scrivere da sé e di sé, che modificare il testo da lei inviatomi mi sembra una maniera incorretta di trasmettervi le sue sensazioni -oltre che un vero e proprio peccato, visto che la pulzella scrive molto bene-.

Vi consiglio di lasciarvi immergere nelle sue parole: io per prima mi sono sentita una spettatrice allibita, emozionata e desiderosa di poter vivere presto un’esperienza del genere (siamo tutti stanchi di queste restrizioni… un ultimo sforzo, amici miei, ascoltate mamma Ily).

Dunque, grazie Martina per esserti raccontata in quest’articolo; le ragazze di Travel-Size vi aspettano su Radio UNINT per una nuova rubrica dai sapori decisamente esotici (so di avervi intrigato con quest’ultima descrizione, non mentite a mamma Ily – sì, a quanto pare ci sto prendendo gusto ad autoimpormi come vostra madre-).

Até logo, meus amigos, che il fado sia con voi e che possiate sentire in bocca il meraviglioso sapore dei Pasteles de Belém!

La parola a Martina!

Come meta per l’intervista, ho scelto Lisbona, dove sono stata nel 2017.

Ho scelto di parlare proprio di Lisbona, perché, da inguaribile romanticona, quello che mi ha colpito di più è il suo fascino: l’atmosfera ha qualcosa di antico e di romantico e l’aria che si respira sembra riempirti i polmoni di un ossigeno speciale, soprattutto se ci si trova nei giardini, luoghi dal fascino senza tempo e con meravigliosi panorami sull’Oceano.

Per chi è come me, consiglio vivamente una gita a Sintra, una cittadina pittoresca ricca di palazzi stravaganti, castelli antichi e splendidi panorami; in particolare, suggerisco il Palacio de Pena, situato su un affioramento roccioso (e lo svantaggio è che ci si arriva con delle apposite navicelle, da cui sembra di cadere da un momento all’altro a causa delle numerose curve). Ha dei colori vivaci ed è circondato da una foresta direi ‘lussureggiante’ per le numerose specie di piante ed animali introvabili e quasi nobili che ci sono. Curiosità: dalle finestre si può osservare un panorama imperdibile, che spazia dalle montagne all’oceano.

Ricordo che mi sono sentita una principessa non appena entrata all’interno del Palazzo: i passaggi stretti e segreti che univano una torre ed un bastione, mi hanno riportato indietro ai racconti d’infanzia – in quest’occasione, comunque, io ero una principessa un po’ più moderna… diciamo che non avevo proprio l’abito adeguato per presentarmi al ballo, eheh – e, non a caso, è stato il luogo dove è stato girato anche La Bella e la Bestia, il mio film preferito!

Tornando a Lisbona, sicuramente la prima cosa che risalta agli occhi è la veduta di numerosi vicoli, che sono attraversati dal tipico tram giallo, uno dei simboli della città; in specifico, la linea turistica 28, che affronta la pendenza di vicoli e vicoletti.

Le case sembrano essere arroccate l’una sull’altra e si respira la brezza dell’Oceano nell’aria.

Proprio riguardo la città, non sfuggono di certo le splendide azulejos, le piastrelle decorate, che hanno differenti toni e che decorano anche le facciate di alcune case… Non a caso, di ritorno, ho portato un piccolo quadro con una di queste piastrelle sui toni del blu e bianco, da cui non riuscivo a staccarne gli occhi!

Tra i monumenti che mi hanno colpito di più, c’è sicuramente la Torre di Belém, soprattutto per la sua posizione: infatti, alla nostra vista, appare questo gioiello architettonico grigiastro solo contro il mare ed il cielo.

Ricordo anche che la guida ci spiegò che inizialmente era stata costruita in mezzo all’acqua ed ora si ritrova praticamente sulla riva del fiume in conseguenza allo spostamento del litorale.

Un altro monumento che mi ha colpito è stato il Monastero dos Jerónimos per la sua grandezza e per il suo essere sontuoso; luogo perfetto per respirare l’arte a 360°, tra lo stile tardo gotico e lo stile rinascimentale.

Poi, la Piazza del Commercio, la più grande di Lisbona e la quale, di notte, ha un’atmosfera veramente suggestiva, dovuta in parte all’imponente statua equestre che raffigura il re José I ed anche per il palazzo tradizionale dipinto di giallo, illuminato da numerose lucine, la cui grandezza è interrotta dall’Arco da Rua Augusta, il quale è arricchito da un orologio e dalle statue dei grandi personaggi della storia proprio per elogiare la funzione che un tempo aveva la Piazza, una funzione prettamente economica e commerciale.

Parlando invece di vita notturna, sono stata colpita dal Barrio Alto, la zona più vivace di Lisbona, dove ci sono coloratissime opere di street art e la musica nell’aria fino alla mattina seguente.

Inoltre, chi come me ama vivere la magia del mare, consiglio l’esperienza dell’Oceanario, dove puoi vivere un incontro con il mondo sottomarino senza bagnarti i piedi.

Ricordo ancora i brividi nell’avere uno squalo di cui tutti conosciamo le dimensioni, a pochi cm di distanza; nello stesso momento, ricordo anche la leggerezza della razza, dei colorati e buffi pesci pagliaccio, che mi hanno fatto pensare al Nemo protagonista di un film d’animazione conosciutissimo, e la tenerezza delle lontre, che nuotano abbracciate e provano ad avvicinarsi incuriosite.

Parlando di cibo e luoghi culinari, ricordo le tascas, delle caffetterie molto modeste gestite da famiglie portoghesi, che non appena seduti, non esitano a portarvi un sacco di antipasti con olive nere, affettati, tra cui una sorta di prosciutto affumicato ed il formaggio di capra.

Quello che invece mi ha colpito delle persone, è che sono molto affabili e cordiali e soprattutto ci mettono un attimo ad invitarti per un caffè; sono accoglienti e socievoli, tanto che anche se non parli la loro lingua, riescono sempre a darti una mano.

Secondo me, merita ritornarci!

Se prendo in considerazione il mio viaggio, ci tornerei in estate, semplicemente per dedicare un po’ più di tempo alle esperienze marittime… mi piacerebbe provare il surf.

Senza nulla togliere all’arte, alla cultura e alla storia locale, Lisbona è anche una città in cui è bello stare all’aria aperta, andando alla scoperta dei suoi innumerevoli scorci panoramici.

Insomma, è una città dove si possono fare molte cose senza annoiarsi mai, tra cui anche gite in città vicine: il borgo medievale di Óbidos per i più romantici, Evora per gli amanti dell’arte e per chi come me, ama la sensazione di libertà, Cabo da Roca, il punto più occidentale dell’Europa, un promontorio affacciato sull’Oceano, possibilmente durante il tramonto perché altrimenti, le raffiche di vento vi spazzeranno via.

L’unico svantaggio per i più pigri, se vogliamo chiamarlo così, è il fatto che Lisbona, come Roma, è costruita su sette colli e dunque, aspettatevi numerose scalinate e salite abbastanza ripide.

Vi aspetto su Travel-Size!

Hanno collaborato Ilaria Violi e Martina Spadafora

#AngoloModa

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Must 10 capi di abbigliamento – primavera 2021

Se ultimamente ci siamo preoccupati poco di abbinare correttamente un capo all’altro e di essere perfettamente in ordine, eccoti una guida alle tendenze che saranno protagoniste di questa primavera 2021. Niente paura: le parole d’ordine continueranno ad essere comodità e praticità, ma tra i capi da avere nel proprio armadio non manca un tocco di eleganza.

1- Il leisure wear

Si tratta del look confortevole che sta spopolando negli ultimi mesi. Passando più tempo in casa, la necessità è quella di avere un abbigliamento comodo, ma che aiuti a sentirsi in ordine. Ci viene in aiuto il leisure wear, ovvero set coordinati nel colore e nel tessuto, morbidi e comodi.

2– Una camicia monocolore

Sebbene la più gettonata sia la camicia semplice bianca, mi sento di consigliarvi qualsiasi tonalità a patto che il modello sia lineare e privo di fantasie. In questo modo potrete sfruttare la vostra camicia in qualsiasi occasione: dal pranzo con gli amici a una videochiamata dai toni formali, soprattutto se posta al di sotto di un comodo gilet di lana.

3- Blazer nero

Come rendere il proprio look immediatamente più ricercato? Con un blazer nero, in grado di rendere ogni outfit più formale ed elegante, ma senza impegno. Basterà scegliere sapientemente i capi da abbinare in base all’occasione: si può optare per una camicia monocolore per una situazione formale, oppure per una t-shirt basic e un paio di jeans se si vuole mantenere una linea casual.

4-Maglione

A scaldarci nelle giornate più gelide c’è un mitico alleato: il maglione. Niente di più confortevole di un maglione per seguire le lezioni online senza dover abbracciare il termosifone, ma anche per passeggiare all’aperto. Necessario però prestare attenzione ai tessuti: per non rischiare di rimanere vittima di fastidi e rossori, è preferibile far ricadere la scelta sul cashmere, l’alpaca e la lana merino.

5- Mocassini

La scarpa più di tendenza nei prossimi mesi sarà il mocassino: platform, con il tacco a rocchetto o basso, con inserti di metallo o più classico, il mocassino è senz’altro una calzatura da tenere d’occhio per questa primavera. È in grado di rendere i nostri outfit sofisticati ed è molto versatile: sta benissimo con le gonne plissettate, con i jeans o con pantaloni ampi, per chi è amante dei look vintage.

6- Pantaloni ampi

Un bel paio di pantaloni ampi è sempre consigliabile averlo nell’armadio. I motivi? Ci fanno sentire a nostro agio per la loro morbidezza e stanno bene a tutti. Anche qui è sicuramente preferibile selezionare un modello monocolore, così che possa prestarsi come base per tanti look diversi.

7- Trench di pelle

In pelle o in eco-pelle, il trench sarà un grande protagonista della primavera 2021. Lucido o no, il trench dei prossimi mesi sarà caratterizzato da lunghezza e da una cinta per segnare il punto vita: sta benissimo con ogni tipologia di abbinamento.

8- Blazer di pelle

Un grande competitor della giacca di pelle, quest’anno sarà il blazer di pelle. Principalmente oversize, questa alternativa starà benissimo con i jeans e pantaloni ampi e stivaletti a punta e con il tacco spesso e ci accompagnerà nelle prime giornate di sole.

9- Mini bag

La borsa si fa più piccola per lasciare il superfluo a casa e portarci solo l’essenziale. Sia a tracolla che a mano, la borsa mini sarà di grande tendenza in primavera, in particolare nella colorazione gialla.

10- Cardigan

Oversize, cropped, di normale lunghezza, pesante per le giornate più fredde e leggero per i primi giorni di sole, il cardigan è sicuramente un capo da acquistare se non lo si possiede già. Il più di tendenza è sicuramente il cardigan mini, che si ispira alle dive della seconda metà degli anni ’90 e che è stato rilanciato soprattutto da Jacquemus.

Viviana Andreoli

#MammaMia

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Scuole di italiano come mediatrici di lingua e cultura

È il 2021, la globalizzazione è bella che avviata, l’inglese è parlato praticamente in tutto il mondo e io vi chiedo: perché una persona dovrebbe voler imparare l’italiano?
Lungi da me vanificare tempo e forze spese in anni e anni di studi di linguistica, didattica delle lingue e materie ad esse collegate, senza contare le lattine di Red Bull e i caffè bevuti durante le sessioni d’esame. Provo a spiegarmi meglio: quale potrebbe essere la scintilla che accende la motivazione di chi vuole imparare la lingua italiana? – Spoiler: non mi riferisco al saper ordinare la pizza in italiano, che sarebbe comunque un nobile scopo. –

#LOSAPEVATECHE

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Per una cartografia di Roma: i meeting places e la riscrittura dello spazio postcoloniale

Roma: come rappresentarla in modo scientifico, ma tenendo conto dei flussi umani? Come rappresentarla in modo veritiero, ma insieme simbolico? E come si collocano le seconde generazioni (G2) all’interno dello spazio vuoto della cartografia?


#RECEUSTIONI

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Maria regina di Scozia – Women from the past

Hello there, lovelies! Long time no see!

Durante la settimana della Festa della Donna, non potevo non dedicare questo spazio ad una delle grandi donne del passato, di cui credo non si parli mai abbastanza: Mary Stuart, la regina di Scozia, aaaaand to do so, dobbiamo viaggiare un po’ a ritroso nel tempo, per ritrovarci magicamente nel Cinquecento, più precisamente a cavallo tra la Scozia, la Francia e l’Inghilterra.