La rassegna stampa internazionale dell’UNINT
Il Portogallo ha di fronte a sé due sfide importanti: il 3% del Pil da investire nella ricerca e 25mila nuovi posti di lavoro qualificati da creare entro il 2030. L’Uruguay piange la scomparsa dell’ex presidente Tabaré Vázquez, figura di spicco della sinistra latino-americana. In Russia, l’apertura di un registro elettronico delle vaccinazioni contro il Coronavirus a partire dal 4 dicembre: medici, insegnanti e assistenti sociali saranno i primi a ricevere il vaccino.
EUROPA
In Spagna arriva la notizia da parte del Presidente Pedro Sanchez che a giugno 2021 tra i 15 e i 20 milioni di spagnoli riceveranno il vaccino, El Paìs. La notizia arriva insieme ai dati del CIS che mostrano che tra gli intervistati, il 55.2% preferisce aspettare di conoscere gli effetti del vaccino prima di riceverlo, ma solo il 16% rifiuta fermamente il piano di vaccinazione. A Madrid, scrive El Mundo, Sanchez ha convocato per la giornata del 9 dicembre un consiglio dei ministri straordinario per discutere lo stato di allarme nella città dovuto all’epidemia da Covid-19 e il presidente non sembra intenzionato ad accettare l’annullamento delle restrizioni per frenare l’avanzata dei contagi. Secondo il giornale, infatti, i dati aggiornati dal Ministero della Sanità segnalano 848.324 casi di coronavirus di cui 258.767 nella sola capitale. Il quotidiano definisce il presidente “il Re Mida d’Europa” poiché sarà lui, insieme alla sua equipe, a dirigere la ripartizione dei fondi per la lotta al coronavirus, che ammontano a 140.000 milioni di euro, un potere che, secondo El Mundo, non ha eguali all’interno dell’UE. A quattro mesi dal suo allontanamento dalla Spagna per recarsi negli Emirati Arabi Uniti, il quotidiano riporta l’intenzione del Re Emerito, Juan Carlos, all’Agenzia Tributaria di regolarizzare le proprie violazioni fiscali. Il Re è finito al centro di uno scandalo finanziario per aver utilizzato, assieme ad altri membri della casata reale, alcuni assegni bancari di dubbia provenienza da parte dell’imprenditore messicano Allen Sanginés-Krause, anche lui sotto inchiesta della Fiscalia del Tribunal Supremo. Secondo quanto riportato da El Mundo, il Re avrebbe espresso la sua intenzione di rientrare in patria per le festività natalizie ma Zarzuela si mostra reticente. Il Partido Popular, scrive El Pais, si pone in una posizione di accordo con il governo per rinnovare il Consejo General del Poder Judicial dopo il 14 febbraio 2021, qualora non ci fosse l’indulto per i protagonisti del “procés” che avverrà proprio il 14 febbraio, data delle elezioni in Catalunya. Secondo quanto scrive El Pais, a Madrid, circa 300 persone, tra famiglie, anziani e monache, si sono ritrovate senza un’abitazione a causa della vendita da parte della chiesa di Madrid di 18 case appartenenti all’arcivescovato.
A.C.
Novità sul fronte
Covid e nuove prospettive per il futuro: la Francia si prepara
all’arrivo del nuovo anno, senza dimenticare il proprio passato.
Arriva la notizia
da Le Point che mercoledì 2 dicembre si è spento all’età di 94 anni l’ex
presidente della Repubblica Valéry Giscard d’Estaing, soprannominato VGE. Il
Covid-19 può aggiungere tra l’elenco delle sue vittime il nome di un grande
europeista, nonché promotore di riforme quali la legalizzazione
dell’interruzione di gravidanza e il riconoscimento del divorzio consensuale.
Nel suo omaggio, il presidente della Repubblica Emmanuel Macron ha ricordato
quanto «le rotte da lui [VGE] indicate guidino ancora i passi» dei francesi.
Commemorando le
gesta del passato, la Francia rivolge lo sguardo verso il futuro, analizzando
le prospettive offerte dai nuovi vaccini contro il virus. Le Figaro preannuncia
una campagna di vaccinazione redistribuita su tre fasi e attiva a partire da
gennaio 2021. La prima fase prevederà la
distribuzione di vaccini per il personale e gli ospiti degli Ehpad, ossia il
corrispettivo francese delle nostre residenze sanitarie assistenziali. Successivamente,
il vaccino sarà reso disponibile per gli anziani e le persone affette da gravi
patologie e, infine, sarà accessibile al resto della popolazione,
approssimativamente nella primavera 2021. Tuttavia, resta un interrogativo: non
essendo un vaccino obbligatorio, quanti saranno coloro che effettivamente
decideranno di vaccinarsi? A luglio, circa i due terzi degli intervistati
avevano mostrato l’intenzione di farsi «certamente o probabilmente» vaccinare;
mentre a novembre, questo dato scende al 53%. Alla luce di questo calo,
l’immunologo a capo della strategia vaccinale, Alain Fischer, dichiara che sarà
necessaria una maggiore sensibilizzazione dell’opinione pubblica, ma di fatto
solo il tempo potrà rivelare la scelta dei francesi.
Sul fronte della
Difesa, Science et avenir comunica che venerdì 4 dicembre sono stati nominati i
membri del “Red Team”: una squadra di 10 consulenti specializzati nel settore
della fantascienza. L’obiettivo? Andare a delineare quali saranno le sfide del
mondo di domani e iniziare a progettare alcune soluzioni per porvi rimedio. Non
tutti gli scenari presentati dagli esperti saranno resi pubblici, poiché alcune
proiezioni entreranno a far parte di fascicoli riservati.
V.P.
In base a quanto riportato dal
giornale BBC News, il Regno
Unito si sta impegnando per capire come procedere in tempi di coronavirus,
in particolar modo i ricercatori stanno somministrando alle persone 2 tipi di
vaccini diversi perché pensano che questi potrebbero garantire una protezione
migliore di quanto garantirebbero 2 dosi dello stesso vaccino. Ovviamente
questo approccio mix-and-match può andare avanti solo se un altro jab
verrà approvato dalle autorità di regolamentazione, così come è successo per
l’approvazione del vaccino Pfizer / BioNTech. In riferimento a ciò, il capo
della task force sui vaccini del Regno Unito ha affermato che i progetti di
prova sono in preparazione. Margaret Keenan, donna di 90 anni è stata la prima
persona a ricevere il vaccino Pfizer / BioNTech come parte del lancio nel Regno
Unito. Secondo i dati, il vaccino, che verrà somministrato attraverso due dosi
iniettate a poche settimane di distanza, offre una protezione fino al 95%
contro la malattia Covid-19. Nonostante questa sia una copertura molto forte,
gli esperti vorrebbero approfondire ulteriormente gli studi sulla risposta
immunitaria per capire se quest’ultima potrebbe essere rafforzata maggiormente
e resa più durevole grazie ad un approccio mix-and-match “boost
eterologo”. L’altro tipo di soluzione che potrebbe presto essere approvata
dalle autorità di regolamentazione riguarda invece il vaccino Oxford /
AstraZeneca. Questo funziona in modo leggermente diverso dal Pfizer, nello
specifico, utilizza una piccola quantità di codice genetico del virus pandemico
per insegnare al corpo come combattere un’infezione, mentre quello di Oxford è
un virus geneticamente modificato che è stato alterato per non causare
infezioni e trasportare informazioni su come battere il Covid. L’idea è di dare
alle persone una dose del vaccino Pfizer seguita da una dose di quella di
Oxford poche settimane dopo o viceversa, piuttosto che due dosi dello stesso
vaccino. La speranza è che questo accoppiamento induca il sistema immunitario a
produrre anticorpi e cellule T per combattere il Covid-19.
Ora, continuando a fare
riferimento allo stesso giornale BBC News ma
cambiando argomento, possiamo introdurre la questione politica della Brexit. In
riferimento a ciò ci sono aggiornamenti, in particolar modo sembra che il Regno
Unito e l’Unione Europea abbiano finalmente raggiunto un accordo di principio
sul recesso della Gran Bretagna nel quale si sono occupati principalmente del ruolo
dell’Irlanda del Nord. Nello specifico, il governo afferma che è stato trovato
un accordo di principio per questioni quali i posti di controllo alle frontiere
e la fornitura dei medicinali. I dettagli dell’accordo non sono ancora stati
pubblicati ma dovrebbero essere timbrati nei prossimi giorni. Tuttavia, sono
ancora in corso trattative separate per raggiungere un accordo commerciale
post-Brexit, poiché il Regno Unito ha lasciato l’UE a gennaio 2020 e durante il
periodo di transizione ha continuato a seguire le stesse norme e gli stessi
regolamenti. I nuovi accordi di confine, infatti, si applicheranno
indipendentemente dal fatto che le due parti concordino un accordo per
disciplinare le nuove relazioni commerciali che inizieranno a subentrare dal 31
dicembre in poi, ossia dalla fine del periodo di transizione della Brexit. Entrando
nel dettaglio, l’Irlanda del Nord rimane l’unico confine terrestre tra il Regno
Unito e l’UE ed in base al protocollo dell’Irlanda del Nord (il quale fa parte
dell’accordo di recesso), da gennaio 2021 lungo il confine irlandese non sarà
necessario controllare le merci, inoltre la regione continuerà a rispettare le
regole doganali previste dall’UE. Ciò significa che, al fine di soddisfare i
requisiti dell’UE, sarà necessario effettuare alcuni controlli sulle merci che
entrano nell’Irlanda del Nord dal resto della Gran Bretagna. Ovviamente,
bisogna rammentare che a settembre l’Unione Europea non fu felice quando scoprì
che il governo britannico aveva pubblicato il suo progetto di legge sul mercato
interno nel quale consentiva ai ministri di ignorare alcuni requisiti del
protocollo dell’Irlanda del Nord. Ad esempio, avrebbe consentito ai ministri di
ignorare le sezioni dell’accordo di divorzio sulla Brexit, specificando che le aziende
che spostavano merci dall’Irlanda del Nord alla Gran Bretagna avrebbero dovuto
compilare moduli di dichiarazione di esportazione. Ora, oltre a rimuovere
questi poteri dal disegno di legge sul mercato interno, il governo ha anche
promesso di non aggiungere clausole simili al disegno di legge sulla
tassazione. Per concludere, il ministro britannico Michael Gove si è detto “felicissimo”
e ha ringraziato il vicepresidente della Commissione europea Maroš Šefčovič per
il suo “approccio costruttivo e pragmatico”.
Rimanendo sempre aggiornati
sull’Irlanda del Nord grazie al BBC News,
scopriamo che il Paese non è immune ad ulteriori restrizioni causate dal Covid-19.
Nello specifico, la scorsa settimana, il primo ministro Arlene Foster ha
dichiarato che non verranno imposte ulteriori misure prima di Natale ma il
dirigente di Stormont ha detto che nel caso in cui nelle prossime settimane ci
sarà un aumento dei casi saranno invece necessarie altre restrizioni prima del
nuovo anno. Lo scorso martedì il vice primo ministro Michelle O’Neill,
definendosi una persona realista, ha detto chiaramente che l’esecutivo non
potrà fornire garanzie certe o ferree al pubblico sulla necessità o meno di
interventi ripetuti: “Spero che non dovremo arrivare al punto in cui dobbiamo
introdurre più restrizioni, ma dobbiamo tenere tutto sotto il nostro controllo
quotidiano, questo continuerà per tutto il periodo natalizio fino al nuovo
anno”, ha aggiunto. Ovviamente la Sig.ra O’Neill ha accolto con favore la
notizia della vaccinazione della prima persona nell’Irlanda del Nord e ha
vissuto positivamente questo momento. Sulla base di questo traguardo infatti,
pensa che finalmente qualcosa stia iniziando a cambiare.
A.B.
Malgrado le regole
del lockdown parziale, il coronavirus non rallenta. Infatti, stando a quanto
emerge dal giornale tedesco Tagesschau,
la Germania riporta ancora un numero alto di contagiati il quale
corrisponde a una cifra superiore ai 23.000.
Secondo quanto
riporta lo Zeit,
tra qualche settimana potrebbero arrivare i primi vaccini contro il coronavirus
anche se ancora non in quantità sufficienti per tutta la popolazione e, per
questo motivo, il Comitato permanente per le vaccinazioni (STIKO) dell’istituto
Robert Koch ha stabilito quali persone potranno usufruire per prime del
vaccino. In base a tale disposizione, durante le prossime vaccinazioni
dovrebbero essere privilegiati coloro che corrono un rischio elevato di subire
delle gravi conseguenze dopo aver contratto il virus essendo particolarmente
esposti a causa del lavoro. Il Comitato raccomanda quindi di vaccinare il
personale dei servizi di pronto soccorso, della medicina dei trapianti e di
assistenza agli anziani per proteggerli dal coronavirus. Un altro gruppo che ha
la priorità sugli altri è quello composto sia dagli anziani la cui età è
compresa tra i 75 e gli 80 anni e sia, ad esempio, dal personale ospedaliero
delle strutture per malati di demenza dato che anche per loro il rischio di
contrarre il virus è molto alto.
Nel Land della
Sassonia, spiega il Tagesschau,
dal 14 dicembre al 10 gennaio entrerà in vigore un lockdown che prevederà la
chiusura delle scuole, degli asili e dei negozi che non si occupano della
vendita di prodotti alimentari e dei beni di prima necessità. Il ministro
dell’economia della Sassonia Martin Dulig intende aggiungere anche il divieto
di bere alcolici all’aperto e di praticare sport in ambienti chiusi, dato il
tasso dei contagi sempre più alto. Anche la Turingia manifesta segni di
preoccupazione e, infatti, non intende allentare le restrizioni per Natale.
Inoltre, sta esaminando le raccomandazioni emanate dall’Accademia Nazionale
delle Scienze Leopoldina, al contrario della Baviera la quale ha deciso già di
sostenerle. In particolare, sottolinea il giornale Deutsche
Welle, l’Accademia Nazionale delle Scienze consiglia fortemente,
a partire dal 14 dicembre, di ridurre al minimo i contatti sia nel settore
professionale che in quello privato preferendo la didattica a distanza e la
sospensione delle attività di gruppo mentre, dal 24 dicembre al 10 gennaio, di
mettere in atto un lockdown più rigido. Il primo ministro della Turingia Bodo
Ramelow si oppone alle nuove restrizioni in quanto ritiene che sia molto più
importante concentrarsi sulle zone più colpite anziché chiudere direttamente
tutto. Di tutt’altra opinione è invece l’esperto sanitario dell’SPD ed
epidemiologo Karl Lauterbach il quale evidenzia la necessità di un lockdown più
severo. Con un’aspettativa di altri 25.000 decessi entro la fine di gennaio, si
cerca di adottare le misure migliori per fare in modo che il coronavirus non
continui ad espandersi ancora.
M.C.
In
Portogallo la testata Jornal de
Notícias annuncia la candidatura del
campione della Juventus Cristiano Ronaldo a giocatore dell’anno e del secolo.
L’attaccante è uno dei finalisti per la vittoria del prestigioso riconoscimento
assegnato al Global Soccer Awards,
uno degli eventi più importanti in ambito calcistico, che si terrà a Dubai il
prossimo 27 dicembre. Il calciatore originario dell’isola di Madeira ha già
vinto il premio come miglior giocatore negli ultimi quattro anni, dopo essere
già stato premiato nel 2011 e nel 2014 e dovrà affrontare la concorrenza di due
campioni: l’argentino del Barcellona Lionel Messi e il polacco del Bayern
Monaco Robert Lewandoski. Ronaldo e Messi si contenderanno anche il titolo di
miglior giocatore del secolo, per il periodo compreso tra il 2001 e il 2020. Il
calciatore juventino non sarà l’unico portoghese a poter essere premiato. Tra i
candidati lusitani compaiono il tecnico del Tottenham José Mourinho, lo storico
manager che portò sul tetto d’Europa l’Inter candidato a miglior allenatore del
secolo, e l’agente sportivo Jorge Mendes, già vincitore di nove delle dieci
edizioni.
Cambiando
argomento, secondo quanto riportato dal portale SIC Notícias,
“Il Portogallo ha di fronte a sé una sfida importante: al fine di conseguire
gli obiettivi europei, per il 2030 dovremo dimostrare di aver investito il 3%
del Pil nella ricerca e dovremo creare 25mila nuovi posti di lavoro
qualificati”, queste le parole del Ministro dell’istruzione portoghese Manuel
Heitor al Convegno Nazionale dei Politecnici (ENP). Il Ministro ha delineato
quattro importanti sfide nel campo dell’istruzione superiore, la prima delle
quali consiste nel garantire l’accesso all’istruzione universitaria ai gruppi
più vulnerabili. Ha poi sottolineato la necessità di “diversificare l’offerta
formativa in concomitanza con i centri di ricerca e con le esigenze del mercato
del lavoro”. Dirigendosi poi ai politecnici ha ribadito che queste istituzioni
“devono continuare a scommettere” sui corsi professionali, realtà che ad oggi
in Portogallo hanno attratto circa 400mila studenti. La quarta sfida ha
l’obiettivo di migliorare la posizione in Europa degli istituti di istruzione
superiore portoghesi, rafforzando la rete di collaborazione tra le università
europee per la ricerca e la selezione dei docenti.
G.D.P
Il sindaco di Mosca, capitale della Federazione russa, ha annunciato l’apertura di un registro elettronico delle vaccinazioni contro il coronavirus a partire dal 4 dicembre, riferisce Mskagency.ru. Il presidente russo ha ordinato l’inizio di una vaccinazione su larga scala contro il Covid-19 e in primis la vaccinazione di cittadini a rischio. Mosca è pronta alla sfida: è stata realizzata la catena tecnologica e organizzativa della vaccinazione, sono state selezionate le strutture di stoccaggio specializzate, sono stati preparati frigoriferi e contenitori medici adatti alla consegna dei vaccini e il personale è stato sottoposto a una formazione specifica. Questa preparazione è dovuta al fatto che il farmaco richiede condizioni speciali di conservazione e trasporto a una temperatura non superiore a -18°C, secondo quanto riporta Vesti.ru. Medici, insegnanti e assistenti sociali saranno i primi a ricevere il vaccino contro il coronavirus, poi l’elenco si espanderà, riferisce Mskagency.ru. Il 5 dicembre inizieranno i lavori di 70 punti di vaccinazione, secondo la fonte Russian.rt. La vaccinazione richiede almeno un’ora: ci sarà bisogno di un esame medico, della preparazione del farmaco e dell’osservazione post-vaccinazione. Secondo quanto riportato da Stopcoronavirus.rf, le sperimentazioni cliniche del vaccino EpiVacCorona sono iniziate nella regione di Mosca e i residenti sono stati invitati a partecipare ai test. Il farmaco è stato consegnato a due istituzioni mediche della regione, a Krasnogorsk e a Mosca. I volontari di età superiore ai 18 anni e senza malattie croniche possono partecipare ai test mandando la candidatura sul sito web per la prevenzione al coronavirus del Ministero della Salute della Regione di Mosca. Tuttavia, due regioni destano particolare preoccupazione per la situazione epidemiologica, San Pietroburgo e la regione di Kaliningrad, scrive Pravda.ru, e Michail Muraško, capo del Ministero della Salute, ha esortato i responsabili delle regioni a adottare misure più restrittive. Per quanto riguarda il riconoscimento del vaccino russo, l’Unione Europea sembra aver cambiato la sua posizione sull’uso di Sputnik V, secondo quanto afferma il capo del Fondo russo per gli investimenti diretti Kirill Dmitriev, riferisce Gazeta.ru. Dmitriev ha notato un cambiamento positivo nella posizione dell’Unione Europea, che in particolare offre l’opportunità per uno Stato membro dell’UE di approvare l’uso del vaccino Sputnik V esclusivamente sul suo territorio in caso di emergenza. Questo è un importante passo per il riconoscimento del vaccino russo in Europa. Nel frattempo, i dati sulla diffusione dell’epidemia suggeriscono un rallentamento, ha affermato il viceministro Tat’jana Golikova in un incontro del 4 dicembre. Come riportato da Regnum.ru, i primi lotti di vaccini contro il coronavirus hanno iniziato ad arrivare nelle regioni della Federazione. Infatti, a partire dal primo dicembre 168.000 dosi del vaccino Sputnik V sono entrate nella circolazione civile e tutte le regioni sono pronte per la vaccinazione di massa, riporta Regnum.ru. Il vice primo ministro ha anche negato le notizie dei media stranieri sulle statistiche “inaffidabili” sul coronavirus nel Paese, scrive Ria.ru. In primavera i media stranieri che lavorano in Russia hanno pubblicato una serie di materiali sull’inaffidabilità delle statistiche di rilevamento e mortalità del coronavirus, insinuando che gli organismi ufficiali russi, inclusa la sede operativa, il Rosstat (Servizio statistico federale) e così via abbiano falsificato i dati. Ha quindi sottolineato che i dati rilasciati sono totalmente affidabili poiché le organizzazioni mediche inviano le informazioni necessarie al Rospotrebnadzor, che a sua volta genera informazioni per la sede operativa e che a sua volta pubblica i dati sul sito Stopcoronavirus.rf. I dati sulla mortalità giornaliera includono solo i casi in cui non è richiesta ulteriore conferma con un’autopsia. In questa settimana c’è stato un importante cambiamento: il presidente Putin ha firmato un decreto sulla nuova nomina di Čubajs, ex capo di Rusnano, una società non profit russa di proprietà dello stato che dovrebbe coordinare governo, imprenditoria e scienziati nell’implementazione di politiche pubbliche nella nanotecnologia e nano-industria. Ne dà notizia il servizio stampa del Cremlino: il presidente ha nominato Čubajs rappresentante speciale del presidente per le relazioni con le organizzazioni internazionali per il raggiungimento di obiettivi di sviluppo sostenibile, riporta Ria.ru. Il presidente Putin ha inoltre annunciato una trasformazione digitale, riporta Ria.ru, e la videoconferenza è stata riportata sul sito del servizio stampa del Cremlino. Il Paese dovrà affrontare la trasformazione digitale e l’adozione della tecnologia di intelligenza artificiale. Il presidente ha sottolineato che miliardi di rubli saranno stanziati per la trasformazione digitale della pubblica amministrazione e il trasferimento di tutti i servizi pubblici in formato elettronico e che ciò è importante per un miglioramento del benessere e della qualità della vita dei russi. Per quanto riguarda la politica estera, i rapporti tra Russia e Turchia hanno rischiato di incrinarsi: il 3 dicembre la Turchia ha confermato la detenzione di due cittadini russi e di un cittadino turco per delle riprese non autorizzate di un centro di produzione di droni da combattimento Baykar Savunma, riferisce Iz.ru. Il periodo di detenzione dei giornalisti di NTV, una rete televisiva turca, è stato poi prorogato di tre giorni per permettere le indagini ufficiali. Il tribunale di Istanbul ha deciso di rimettere in libertà i giornalisti russi che sono stati espulsi dalla Turchia, secondo quanto riporta Ria.ru. Il Ministro degli Esteri russo Lavrov ha espresso soddisfazione per questa decisione che permette una ripresa dei contatti russo-turchi.
S.P.
AFRICA
Dopo una lotta a colpi di tavolette di cioccolato, la Costa d’Avorio decide di rimuovere le sanzioni nei confronti di Hershey. Da Le Monde arriva la notizia di una tregua: dopo le iniziali remore, la multinazionale del cioccolato ha deciso di versare il cosiddetto Différentiel de Revenu Décent (DRD), ossia un bonus di 400 dollari per ogni tonnellata di cacao venduto. Questo contributo è stato stabilito dal Conseil du Café-Cacao per garantire una remunerazione più equa per i coltivatori ivoriani, considerando che il 50% di loro vive sotto la soglia di povertà.
V.P.
In
Mozambico, O País
ha fornito importanti aggiornamenti per quanto concerne lo sviluppo dei
vaccini. Non si tratta dell’immunizzazione per contrastare la pandemia da
Covid-19, bensì della creazione del vaccino contro l’HIV/AIDS. Le autorità
sanitarie del Paese africano assicurano che sono stati mossi significativi
passi in avanti e che sono in corso le analisi per verificare l’efficacia del
vaccino. Stando alle dichiarazioni dei ricercatori del Ministero della Salute
mozambicano e del Centro di Ricerca di Polana Caniço, ancora non è stata
prevista la data di conclusione dei lavori. I test per la scoperta del vaccino
hanno avuto inizio nel 2011 e hanno portato a risultati promettenti.
G.D.P.
MEDIO ORIENTE
Fonti
afghane hanno riferito ad al-Quds
al-Arabi del raggiungimento di una svolta nell’ambito del
dialogo tra talebani e governo afgano in corso a Doha, in Qatar. Dopo
settimane di incontri, i rappresentanti delle parti hanno raggiunto un accordo
sulle regole procedurali per avviare i negoziati di pace. A confermare la
notizia è intervenuto il portavoce talebano Muhammad Naeem con una nota su
Twitter. Il 29 febbraio 2020 sotto gli auspici del Qatar era stato firmato a
Doha un accordo per giungere ad un’intesa di pace in Afghanistan. L’incontro si
era svolto alla presenza del vice primo ministro Khalid al-Attiyah, del
ministro degli affari esteri Muhammad al-Thani, di Mike Pompeo, Segretario di
Stato americano, e del mullah Abdul Ghani Baradar, vicedirettore per gli affari
politici talebani. I negoziati sarebbero dovuti iniziare il 10 marzo, tuttavia
il sorgere di divergenze sul rilascio dei prigionieri e sulle procedure da
tenere durante i colloqui oltre a un’improvvisa escalation di violenza avevano
congelato gli appuntamenti. L’accordo prevede un graduale ritiro delle forze
statunitensi insieme all’avvio di un dialogo inter-afghano. In coincidenza con
l’inizio dei negoziati, sabato, il comitato direttivo per la riconciliazione
afgana ha indetto la sua prima riunione a Kabul, alla presenza del presidente
Ashraf Ghani e di ex leader politici e militari, per fissare l’agenda dei
colloqui di pace. Durante la riunione, i partecipanti hanno cercato di delineare
una prospettiva comune riguardo al piano proposto oltre a tracciare linee guida
da seguire nei colloqui con i talebani. Una fonte ha riferito ad Al-Jazeera
che la squadra del governo darà priorità alla questione del cessate il fuoco.
L’annuncio dell’accordo anticipa di qualche ora le dichiarazioni del capo di
stato maggiore statunitense, il generale Mark Milley, il quale ha riferito che
il Pentagono ha approvato il piano per il ritiro dall’Afghanistan. Sempre nello stesso intervento, il capo militare ha aggiunto che il
futuro delle forze americane nel Paese, le quali verranno ridotte a 2.500
soldati, sarà nelle mani della amministrazione Biden.
L.D.
Nell’orbita
Siria, nella giornata di venerdì si è conclusa a Ginevra, senza notevoli progressi, la quarta seduta del Comitato
costituzionale siriano, malgrado l’ottimismo dell’inviato Onu in Siria, Geir
Pederson, il quale ha tuttavia riposto le speranze di un passo decisivo nel
prossimo round in programma ad inizio anno. Mentre la delegazione del governo
siriano, guidata da Ahmed al-Kuzbari, ha cercato di concentrare le discussioni
sulle sanzioni e il ritorno dei rifugiati, l’opposizione, guidata da Hadi
al-Bahra, ha inteso indirizzare il colloquio su una soluzione politica e
sull’impellenza che la nuova costituzione garantisca i diritti dei rifugiati e
degli sfollati. Sempre al-Bahra ha sottolineato la necessità di includere nella
costituzione, oltre ai ben noti punti saldi (i principi di base, i poteri dello
Stato, l’istituzione della Corte costituzionale), contenuti statutari in vista
di risolvere le principali questioni cui è stato esposto il popolo siriano negli
ultimi anni. Nella prima parte della seduta, la delegazione del governo ha
presentato otto principi, tra cui la lotta al terrorismo e alle sue cause, la
condanna dei Paesi che lo sostengono, il risarcimento del danno materiale e
morale e la condanna dell’occupazione straniera. L’agenzia di stampa SANA
ne ha riportato parte del discorso da cui è emerso l’appello alla revoca
immediata delle sanzioni, in vista di aiutare i rifugiati siriani a tornare in
patria e a contribuire alla sua ricostruzione. Gli osservatori ritengono che la
delegazione del governo siriano stia cercando di sfruttare qualsiasi riunione
per chiedere la revoca delle sanzioni e ottenere aiuti internazionali con il
pretesto di riabilitare le infrastrutture per accogliere i rifugiati. L’attenzione
è ora dunque rivolta alla quinta seduta del Comitato prevista per il 25 gennaio
prossimo. Secondo gli analisti il quinto round
sarà una tappa cruciale sulla tabella di marcia, poiché verranno allo scoperto le
vere intenzioni di tutte le delegazioni, a partire da quella governativa, posta
di fronte al bivio tra intraprendere finalmente una discussione sui contenuti costituzionali,
in sintonia col comitato, o continuare in una politica di ostruzione, mettendone
a repentaglio la riuscita.
L.D.
Secondo
quanto riportato da al-Arab,
il presidente iracheno Barham Salih ha salutato con entusiasmo la notizia della
visita di Papa Francesco in Iraq, prevista per il marzo prossimo. In una
nota su Twitter, il presidente ha parlato di un avvenimento storico,
sottolineando come la visita rappresenti un messaggio di pace per il Paese e
per l’intera regione. Il viaggio apostolico di Francesco includerà cinque tappe,
tra cui Baghdad, Erbil, Mosul e Qaraqosh nel Governatorato di Ninive. Il
portavoce della Santa Sede Matteo Bruni ha dichiarato in una nota che il
programma della visita sarà annunciato in un secondo momento e terrà conto
della valutazione dello stato di emergenza sanitaria. Sin dall’antichità l’Iraq
è stato un mosaico di etnie e religioni, di cui oggi i mussulmani costituiscono
la maggioranza, mentre il cristianesimo rappresenta la seconda confessione per
numero di fedeli. Fino al 2003 risiedevano in Iraq circa un milione e mezzo di
cristiani, mentre ora la loro presenza è copiosamente ridotta con cifre che
ammontano a 400mila fedeli. La maggior parte dei cristiani iracheni sono immigrati
in Europa, America e altri Paesi, in fuga dagli sconvolgimenti politici, in
alcuni casi presi anche di mira da organizzazioni terroristiche, tra cui Al
Qaeda e l’ISIS. Alla Riunione delle opere di aiuto alle Chiese orientali, nel
giugno 2019, Francesco aveva confidato questo suo desiderio che avrebbe voluto
già realizzare nel 2020 se non fosse stato per la pandemia. Il Papa aveva
rinnovato l’intenzione di voler far visita all’Iraq durante l’incontro col
presidente Barham Salih, ricevuto per la seconda volta in Vaticano lo scorso 25
gennaio, dopo il faccia a faccia del 2018. Nell’incontro si era discusso dei
conflitti mai sopiti nella regione, di convivenza e di contrasto all’estremismo.
Durante il suo pontificato, anche Papa Giovanni Paolo II aveva espresso la
volontà di visitare l’Iraq, fatto che sembrò potesse verificarsi nel dicembre
1999. La città di Ur, considerata tradizionalmente il luogo natale di Abramo, sarebbe dovuta essere
la prima tappa di un pellegrinaggio tra Egitto, Israele e Palestina. Tuttavia,
i negoziati con il governo dell’allora presidente iracheno, Saddam Hussein, subirono
una brusca interruzione, finendo per congelare definitivamente la visita.
L.D.
AMERICA
Negli
Stati Uniti nelle ultime ore si è parlato del ‘ritorno’ di Fauci nei
futuri piani di lotta alla pandemia. Non che il massimo esperto americano di
malattie infettive se ne sia mai andato. Si è avuta quest’impressione via via
che ha perso il favore di Donald Trump, accantonato anche se il Paese era alle
prese con una pandemia. In
una situazione ordinaria, la decisione di Biden di mantenerlo non sarebbe stata
degna di nota, ma in quanto bersagliato da Trump in più occasioni, Fauci è assurto
a simbolo di trasparenza medica. Giovedì, il futuro inquilino alla Casa Bianca
ha dichiarato in un messaggio ufficiale che il Dr. Fauci tornerà a svolgere un
ruolo di primo piano all’interno della politica sanitaria. Immediata la
risposta del diretto interessato, avvenuta in diretta televisiva sul canale
della NBC, nella quale ha espresso la sua gratitudine per la chiamata di Biden.
Trump era stato apertamente sprezzante nei confronti di Fauci, direttore
dell’Istituto nazionale di allergie e malattie infettive, dimostrando
insofferenza per la sua popolarità. Il Tycoon, che spesso ha respinto la minaccia
del coronavirus, aveva reagito con indiscreta frustrazione anche agli sforzi di
Fauci di sensibilizzare gli americani all’uso di mascherine e a diminuire gli
spostamenti, preferendo l’opinione dei suoi consiglieri che hanno sostenuto
l’intenzione di riaprire l’economia il prima possibile. La composizione del
team sanitario di Biden sarà cruciale per il successo o il fallimento della sua
presidenza, molto più di quanto non sia stata per le passate amministrazioni.
Il presidente eletto entrerà in carica nel mezzo di una furiosa pandemia che ha
causato circa 275.000 vittime, in un momento in cui l’amministrazione uscente
ha indebolito l’Affordable Care Act,
una legge che fornisce assicurazioni a milioni di persone, con molti americani che
hanno perso la copertura sanitaria oltre a posti di lavoro. Al centro dei
lavori ruota la supervisione della complessa distribuzione, sia dal punto di
vista etico che logistico, di un vaccino contro il coronavirus una volta approvato. Le decisioni su chi occuperà ruoli preminenti
nella squadra sanitaria non sono ancora definitive, riferiscono fonti vicine a
funzionari impegnati nella transizione. Tuttavia, potrebbero essere annunciate
già partire dalla prossima settimana, secondo il Washington
Post.
L.D.
A Cuba, il Diario de Cuba riporta la notizia che il governo avrebbe
autorizzato la partecipazione maggioritaria di investitori stranieri in alcune
imprese di capitale misto che si trovano sull’isola per cercare di recuperare
liquidità e uscire, quindi, dalla crisi economica. Sullo stesso giornale si
legge la notizia che lo stato cubano si scaglia contro il Movimiento San
Isidro (MSI) e contro gli artisti che hanno partecipato alla seduta con il
Ministero della Cultura, definendoli terroristi. Il governo definisce “El
asesinato de reputación” uno degli indicatori che gli osservatori
internazionali monitorano per prevenire genocidi, massacri e crimini contro
l’umanità.
A.C.
In Uruguay Infobae riporta il decesso dell’ex presidente Tabaré Vázquez domenica 6
dicembre, all’età di 80 anni, a seguito di una ricaduta di cancro ai polmoni
che lo affliggeva dal 2019. Negli ultimi dieci giorni, l’ex presidente aveva
subito un peggioramento della sua salute, con diverse complicazioni legate al
cancro, come ha spiegato il figlio Alvaro Vázquez, un oncologo di professione
come il padre.
Il leader del “Frente Amplio”
con la sua vittoria nel 2004 ha rotto l’egemonia delle forze politiche
tradizionali del Paese: il “Partido Colorado” e il “Partido Nacional”.
In una cerimonia intima, la famiglia dell’ex presidente uruguaiano
Tabaré Vázquez, ha seppellito il due volte presidente nel cimitero di La Teja,
suo quartiere natale. In un silenzio assoluto, rotto solo dalla risposta
religiosa e dal tocco finale di preghiera con una tromba militare, Vázquez è
stato sepolto in una bara ricoperta dalle bandiere rosse, blu e bianche del Frente
Amplio (FA) e del Club Atlético Progreso, di cui è stato presidente
tra il 1979 e il 1989.
Migliaia di uruguaiani sono scesi in piazza a Montevideo per partecipare
al corteo funebre dell’ex presidente, figura di spicco
della sinistra latino-americana. I cittadini accalcati sui marciapiedi,
cantando, applaudendo, gettando fiori e portando bandiere della FA, hanno
salutato il passaggio del veicolo con i resti mortali di Vázquez verso il
cimitero. Il veicolo, che ha lasciato le pompe funebri Martinelli poco dopo le
13:00 ora locale, è arrivato intorno alle 14:30 al Cimitero di La Teja, un’area
a cui l’ex presidente (2005-2010 e 2015- 2020) è stato sempre attaccato a
livello sociale e politico.
A.C
L‘Argentina ha approvato una nuova tassa sulle grandi fortune per
pagare le forniture mediche e per finanziare gli aiuti di stato durante la
pandemia del coronavirus, scrive il BBC News. L’iniziativa è stata votata in Senato in una sessione straordinaria
che è durata più di sei ore e ha ottenuto 42 voti a favore e 26 contrari. La
cosiddetta Legge di Solidarietà e Contributo Straordinario riguarda più di 12.000
persone che hanno dichiarato beni per oltre 200 milioni di pesos (2,5 milioni
di dollari) in tutto il Paese. Il presidente della Commissione del Bilancio e
Finanze del Senato, Carlos Caserio, ha assicurato che il provvedimento è
stato un aiuto “unico”: “È un contributo che chiediamo agli alti e
grandi patrimoni del Paese”. Secondo un rapporto dall’ufficio del bilancio del
Congresso, con questo contributo lo stato raccoglierà 420.000 milioni di
dollari (5,14 milioni di dollari).
Il senatore dell’opposizione Martín Lousteau è stato uno dei
primi a criticarlo. “Abbiamo un Paese con una pressione fiscale record e
nonostante ciò abbiamo una povertà record e difficoltà a generare occupazione”,
ha affermato.
Secondo l’agenzia di stampa AFP, il 20% del denaro raccolto sarà utilizzato
per garantire l’approvvigionamento di forniture mediche, il 20% per aiutare le
piccole e medie imprese, un altro 20% per borse di studio studentesche, il 15%
per lo sviluppo sociale e il restante 25% per progetti di gas naturale.
A.C
In Venezuela, la popolazione, né i rappresentanti chavisti né gli
oppositori degli oppositori, ha deciso di non recarsi a votare per nessuno dei
candidati proposti per comporre la nuova Assemblea Nazionale, scrive Infobae.
Il presidente dell’Assemblea nazionale costituente aveva avvertito la
popolazione di interrompere la fornitura di cibo se non si fosse presentata al
voto e la cosa sorprendente è che solo il 18 per cento dei venezuelani ha
partecipato alle urne, secondo l’Osservatorio dell’Assemblea nazionale guidato
da Juan Guaidó. Trino Márquez, professore di sociologia presso l’Università
centrale del Venezuela, ha dichiarato: “Poiché chi non mangia non vota,
oggi abbiamo visto la prova tangibile che in Venezuela nessuno mangia: nessuno
è andato a votare”.
La pressione, le minacce e la coercizione porta a porta non erano
sufficienti a sottomettere il popolo venezuelano, poiché infatti la dignità dei
più umili è stato il colpo più duro che ha ricevuto questa domenica il Palazzo
Miraflores.
Tale era la disperazione del regime che è stato ordinato di prolungare
l’orario di chiusura delle urne per aggiungere movimento nei centri elettorali.
Domenica sera, quando il fallimento era già statisticamente evidente, un
leader dell’opposizione ironizzava di nascosto: “Gli audio dei leader
chavista erano più dei voti che venivano contati”. Si riferiva all’enorme
numero di registrazioni di referenti del Partito Socialista Unito del Venezuela
(PSUV) che sono circolati per tutta la domenica chiedendo uno sforzo disperato
da parte dei suoi luogotenenti per trasferire la popolazione ai seggi
elettorali.
L’organizzazione “Socialist
International” (IS) ha descritto come illegittime le elezioni legislative
indette dal regime di Nicolás Maduro. Attraverso una dichiarazione,
l’organizzazione internazionale dei partiti socialdemocratici, socialisti e
sindacali, fondata in Germania nel 1951, ha espresso il suo sostegno e
solidarietà al popolo del Venezuela e alle sue forze democratiche che hanno
visto ancora una volta le loro libertà e diritti gravemente violati dal regime
dittatoriale di Nicolás Maduro. L’Internazionale socialista ha respinto i risultati
delle elezioni e ha assicurato che si sono svolte senza un’efficace e
indipendente osservazione internazionale, con un potere elettorale sotto
stretto e totale controllo ufficiale e con un sistema di partiti politici in
cui il regime di Maduro è impegnato da anni nell’attaccare, cooptare e
distruggere. L’organizzazione ha sottolineato che sia la convocazione che la
preparazione e lo svolgimento delle elezioni sono state respinte da un numero
significativo di Paesi della regione, nonché dal Gruppo di Lima,
dall’Organizzazione degli Stati americani e dall’Unione Europea considerando
che “gli standard minimi” richiesti per effettuare un voto equo, competitivo e
trasparente sono stati ben lungi dall’essere rispettati.
A.C
ASIA
Secondo il
giornale The
standard, la Cina si sta preparando al lancio dei vaccini
contro il Covid-19 su larga scala, motivo per cui i governi provinciali cinesi
hanno iniziato ad ordinare i vaccini sperimentali fabbricati internamente.
Tuttavia, i funzionari sanitari devono ancora esprimersi al riguardo in quanto
non hanno ancora detto se tali vaccini funzioneranno bene né, ad esempio, come
riusciranno a raggiungere tutta la popolazione nazionale. La Cina non ha ancora
ricevuto un’approvazione finale, ma nonostante ciò più di 1 milione di operatori
sanitari e altri lavoratori che sono considerati ad alto rischio di infezione,
grazie al permesso di emergenza, hanno già ricevuto i vaccini sperimentali e
ancora non ci sono state notizie sui possibili effetti collaterali. Oggi
l’industria farmaceutica cinese ha almeno cinque vaccini che sono stati testati
in più di una dozzina di Paesi tra cui Russia, Egitto e Messico. Nonostante
ciò, gli esperti sanitari dicono che, anche se i vaccini hanno successo, il
processo di certificazione per gli Stati Uniti, l’Europa, il Giappone e altri
Paesi sviluppati potrebbe essere troppo complesso. Tuttavia, la Cina ha
affermato che garantirà l’accessibilità dei prodotti anche ai Paesi in via di
sviluppo. “Dobbiamo essere preparati per la produzione su larga scala” ha affermato
il vicepremier cinese Sun Chunlan dopo aver fatto una visita agli scienziati
che si occupano dello sviluppo dei vaccini.
Ora cambiando argomento, giorni fa avevamo parlato della nuova missione cinese Chang’e 5 grazie alla quale il paese asiatico ha spedito sulla luna un razzo il cui fine era quello di riportare campioni della superficie lunare sulla Terra. In merito a ciò il 7 dicembre il giornale Thestandardha riportato aggiornamenti, i quali spiegano che la navicella robotica Chang’e ha concluso la sua fase di salita dopo aver attraccato sulla Luna. Il veicolo spaziale ha effettuato il trasferimento del materiale lunare, nello specifico è stato raccolto un contenitore con 2 chilogrammi di rocce, e 30 minuti dopo è stato trasferito sull’orbiter (la parte della nave spaziale che si stacca dall’intera struttura per compiere un’orbita prefissata al termine della quale viene poi recuperata). Ora i campioni di roccia dovrebbero atterrare nelle praterie settentrionali della Cina, nello specifico nella regione della Mongolia intorno a metà dicembre. Questi saranno i primi campioni freschi della superficie lunare ottenuti dagli scienziati dopo la sonda dell’Unione Sovietica nel 1976. Se la missione avrà successo, la Cina diventerà il terzo Paese dopo gli Stati Uniti e l’ex Unione Sovietica a portare le rocce lunari sulla Terra. Oggi il Paese asiatico si trova ad affrontare una serie di missioni spaziali che sono sempre più ambiziose, tra cui una nuova sonda in rotta verso Marte e anche lo sviluppo di un aereo spaziale riutilizzabile.
A.B.
Rassegna stampa a cura di:
Alessandra Semeraro (responsabile inglese, cinese, portoghese, arabo)
Alissa Bianconi & Livio D’Alessio (lingua inglese)
Alissa Bianconi (lingua cinese)
Livio D’Alessio (lingua araba)
Veronica Battista (responsabile spagnolo, tedesco, francese, russo)
Angelica Chimienti & Alessandra Colone (lingua spagnola)
Vanessa Paoli (lingua francese)
Mariarosaria Carnicelli (lingua tedesca)
Simona Piergiacomo (lingua russa)
Claudia Lorenti (coordinatrice del progetto)
Alessandra Semeraro (responsabile inglese, cinese, portoghese, arabo)
Alissa Bianconi & Livio D’Alessio (lingua inglese)
Alissa Bianconi (lingua cinese)
Livio D’Alessio (lingua araba)
Veronica Battista (responsabile spagnolo, tedesco, francese, russo)
Angelica Chimienti & Alessandra Colone (lingua spagnola)
Vanessa Paoli (lingua francese)
Mariarosaria Carnicelli (lingua tedesca)
Simona Piergiacomo (lingua russa)
Claudia Lorenti (coordinatrice del progetto)