Demetrio Túpac Yupanqui, giornalista e professore di 91 anni traduce il Don Chisciotte in lingua quechua

Considerata una delle opere più importanti della letteratura mondiale, il Don Chisciotte della Mancia è un romanzo spagnolo che attinge sia dal genere picaresco sia dal romanzo epico-cavalleresco.

Demetrio Túpac Yupanqui, giornalista e professore di 91 anni, si era incaricato di concluderne la traduzione iniziata una decina di anni fa, quando aveva terminato la traduzione della prima parte del Don Chisciotte (impiegando due anni). Per celebrare il quarto centenario del grande classico, il traduttore ha portato a termine la seconda parte (tradotta anch’essa in due anni).

L’opera si divide in due parti, una pubblicata nel 1605 e una nel 1615.

È grazie a Demetrio che il libro di Cervantes è disponibile a oltre 10 milioni di persone di lingua quechua (in Perù, Bolivia, Argentina, Cile, Ecuador e Colombia).

È questo il titolo in quechua: Yachay sapa wiraqucha dun Qvixote Manchamantan (El ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha, così come riporta la prima pubblicazione in spagnolo).

Questa invece è l’iconica frase iniziale del libro: Huh kiti, La Mancha llahta sutiyuhpin, mana yuyarina markapi (“in una terra della Mancia, che non voglio ricordare come si chiami”, come riporta la versione italiana).

Don Alonso Quijano, protagonista dell’opera, è un hidalgo, cioè un nobile, che vive nella regione spagnola della Mancia ed è un accanito lettore di romanzi cavallereschi. L’amore per le narrazioni è tale da non fargli più riuscire a distinguere la realtà dalle storie che legge e si convince un giorno di essere lui stesso uno dei cavalieri protagonisti di quelle avventure letterarie.

A suo tempo, dopo aver tradotto la prima parte, il professore ricevette il titolo inca di gran maestro Amauta Capac Apu da parte del Consiglio dei quattro Incas che riunisce i discendenti dell’impero, secondo quanto riporta Perú 21.

La traduzione, di fatto, fu svolta sotto incarico personale da parte di Miguel de la Quadra-Salcedo, giornalista spagnolo, che cercava il maestro del quechua nell’accademia di Callao. “Un giorno è arrivato Miguel e, con accento basco, mi ha detto di essere giunto affinché traducessi il Don Chisciotte perché in alcune regioni come in Argentina e a Cusco gli avevano detto che sarei stato la persona più adatta a tradurlo. Sono rimasto sorpreso, ma gli ho detto che lo avrei fatto con la dedizione che richiedeva un’opera simile”, ricorda il traduttore.

All’età di 57 anni, nel 1605 e dopo una vita piena di spostamenti e di tormenti, Miguel de Cervantes Saavedra scrisse la storia di quello che sarà uno dei più amati e famosi protagonisti della letteratura mondiale: Don Chisciotte della Mancia
A questo nome si collegano alcuni modi di dire conosciuti da tutti. “Lottare contro i mulini a vento”, per esempio, fa riferimento a un episodio del Don Chisciotte e indica la lotta contro una causa persa. È proprio ciò che fa il protagonista per la maggior parte della narrazione.

Marco Riscica

Fonti:
https://www.larepublica.ec/blog/2015/06/28/peruano-de-91-anos-traduce-el-quijote-al-quechua/, consultato in data 07/12/2020.
https://peru21.pe/lima/peruano-91-anos-termino-traducir-quijote-quechua-185956-noticia/, consultato in data 07/12/2020.