Se chiudo gli occhi sono a… Tokyo!

Care lettrici e cari lettori,

immagino che tutti voi vi stiate scontrando con le infelici regole da seguire per Capodanno. Parlando con i miei coinquilini su cosa fare e cosa evitare, sono venuta a conoscenza di un bellissimo viaggio che ha coinvolto uno di loro.

Il suo nome è Francesco, ha 19 anni e attualmente frequenta il corso L-12 all’UNINT. Francesco arriva da Gioia Tauro, in Calabria, e per i suoi 18 anni ha chiesto ai genitori di regalargli un biglietto per il Giappone. Questa richiesta nasce come una sorta di atto di ribellione alle classiche cerimonie sfarzose per festeggiare la maggiore età: invece che grosse torte e abiti eleganti, non è meglio un bel viaggio?

Per questa ragione, nel dicembre 2019, Francesco è decollato alla volta del Giappone ed è tornato 10 giorni dopo, a gennaio. Per l’organizzazione si è rifatto ad un’agenzia di viaggi di Siena, gestita da alcuni famosi youtuber che due o tre volte l’anno partono con un gruppetto di circa 30 persone.

Arrivato a Tokyo, Fra ha capito subito che era una città completamente diversa rispetto a quelle a cui siamo abituati noi in Europa. La modernità, che comunque si aspettava di trovare, era intervallata e in netto contrasto con alcuni edifici e luoghi di culto che architettonicamente si rifanno a tempi più antichi. Che poi con “antichi” non pensiate che mi riferisca ad un periodo molto lontano: spesso, in questo Stato, gli edifici crollano a causa di varie calamità naturali e vengono ricostruiti identici a prima, perciò le strutture più vecchie non avranno più di 50 anni. Un’altra peculiarità del popolo giapponese è l’estremo rigore e precisione che si può osservare passeggiando tranquillamente per le vie. Così abituati a tutto questo ordine, rimangono spiazzati quando qualcosa va fuori posto (come nel caso di una piccola frana che ha bloccato il traffico di un intero paese).

Questi 10 giorni di viaggio, sono stati scanditi da diverse visite ai siti più importanti della capitale e gli spostamenti erano accompagnati da alcune guide locali parlanti italiano. Nonostante il gruppo fosse davvero eterogeneo (il range di età andava dai 18 ai 30 anni), sono nati legami profondi che ancora oggi vengono coltivati. Le differenze di età, professione, etnia e quant’altro sono state annullate dal desiderio comune di scoprire una nuova cultura ed esplorare tradizioni distanti dalle nostre.

Ma veniamo al tanto temuto Capodanno: per questa occasione, l’agenzia aveva prenotato una sala ad esclusivo uso dei partecipanti al viaggio, poiché nei piccoli ristoranti giapponesi solitamente non sono concepite tavolate da più di 4 persone. La serata è trascorsa tra abbuffate, brindisi e balli… fino ad arrivare al karaoke! Dovete sapere che Francesco è un ragazzo abbastanza timido, non è il classico “animale da palcoscenico”, ma dategli in mano un microfono e passerà la notte a cantarvi “Don’t stop me now”.

Questa è stata la sua mezzanotte e noi vi auguriamo che la vostra possa altrettanto entusiasmante e vi faccia urlare a squarciagola:

“Tonight I’m gonna have myself a real good time. I feel alive!”

Giulia Giacomino