#UrbanTalks

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Per il primo appuntamento di #urbantalks voglio parlare di un artista che per me ha rappresentato, e ancora rappresenta, tantissimo.

Federico Bertollini per molti potrebbe essere un nome qualsiasi.

#LUXURYMOMENTS: #LUXURYJUICE

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Sanremo 2021 ha segnato il trionfo del Made in Italy

Lo scorso sabato si è conclusa l’ultima edizione del festival di Sanremo. Tutti i ventisei cantanti in gara si sono esibiti per cinque serate consecutive, sfoggiando look molto ricercati ed elegantissimi che hanno segnato il trionfo del Made in Italy sul palco del Teatro Ariston.


#FairPlay

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Stravaganze sportive

Bentrovati e buon martedì!! Anno nuovo, articolo nuovo per quanto riguarda la rubrica #FAIRPLAY.

Cari lettori del blog (e non), quest’oggi andiamo a intrufolarci in quei paesi dove esistono delle attività sportive davvero insolite, che solo a immaginarle alcune potrebbero risultare divertenti e altre non proprio, ma bandiamo alle ciance. Let’s discover them together!


#SaudadeDoTempo

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Camões

Aquela triste e leda madrugada,
cheia toda de mágoa e de piedade,
enquanto houver no mundo saudade
quero que seja sempre celebrada.
Ela só, quando amena e marchetada
saía, dando ao mundo claridade,
viu apartar-se de üa outra vontade,
que nunca poderá ver-se apartada.
Ela só viu as lágrimas em fio,
de que uns e outros olhos derivadas
se acrescentaram em grande e largo rio.
Ela viu as palavras magoadas
que puderam tornar o fogo frio,
e dar descanso às almas condenadas.


#MONDAYABROAD

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Se chiudo gli occhi sono a Copenaghen

Care lettrici e cari lettori,

eccoci di nuovo qua a scrivere per voi! Come redazione, ci siamo concessi una lunga pausa per poterci concentrare sulla fatidica “sessione esami”, ma adesso abbiamo raccolto le energie e siamo di nuovo qui a raccontarvi di Paesi più o meno lontani, di città più o meno conosciute.


#LOSAPEVATECHE

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Presentazione (incompiuta) di Evelyn

La responsabile del blog (la dolce Ila) mi propone di fare una “Presentazione di Evelyn – rubrica #LoSapevateChe”. Guardo il foglio con un enorme senso di inadeguatezza cercando di capire cosa scrivere ma non mi viene nulla, ma insieme mi viene tutto; sono le cose apparentemente più elementari quelle più difficili da inserire in una architettura compiuta, davanti a cui le parole sembrano non essere in grado di afferrare i pensieri e si mostrano sempre troppo scontate, troppo ridicole, troppo banali. Per chi si è sempre sentito al margine, poi, è ancor più difficile raggiungere il centro delle cose.

Cerco di sforzarmi. Quel che posso dire di me è che la tenerezza mi disarma come una carezza inattesa su un campo da guerra, che per me la contraddizione è lo stimolo per qualsiasi processo creativo e che le cose mi piace vederle di traverso, con uno sguardo obliquo o sottosopra o in penombra. E se dovessi individuare uno spazio di mondo in cui collocarmi – sebbene lo stia ancora cercando, e non credo che esista – mi metterei nell’interstizio nascosto tra la persona che sono e quella che vorrei essere.

La mia più lunga e importante storia d’amore è quella col mondo. I viaggi sono una storia d’amore durata una vita e legata alla mia, di vita, a filo doppio. Questa è una storia che permea 21 anni, la mia storia, la mia vita, tutte le frontiere superate, tutte quelle che vorrei avere il coraggio di superare. Conoscere i viaggi di un viaggiatore significa avere un passaporto con visto speciale d’accesso al suo cuore e, forse, non ci sono tratte a unire due anime se non quella cuore-cuore, la più antica e semplice del mondo.  Il viaggio è una eredità che porto fin dentro le ossa e mi fa dire: io sono una strada senza meta. Sono la strada che ho percorso, soprattutto quand’ero persa; i viaggi che ho fatto e le persone che hanno camminato sugli stessi passi anche solo per un giorno; sono quel ritaglio che è faticosamente venuto fuori da tanti diversi e incoerenti frammenti di vita. Sono nell’inevitabile contaminazione di chi viaggia ed è disposto a non sentirsi mai a casa e insieme a sentirsi a casa in ogni parte del mondo. Sono il miscuglio di odori di pelli diverse; gli occhi che vedono, accolgono e si lasciano meravigliare.

L’altra grande storia d’amore è quella con le parole. In una vita di incostanza nei rapporti umani, alla scrittura invece sono stata fedele sempre e l’ho compiuta come si compie un movimento involontario e convulso. Un arto fantasma. Per scrivere non credo servano particolari escrescenze filosofiche o parole complesse per concetti facili; non serve lambiccarsi ore ed ore su un pensiero o tentare di catturarlo a mezz’aria. Non serve navigare in fiumi e fiumi di parole, non è acrobatica né virtuosismo. Non è necessariamente voler trovare un senso. Questo è quello che non è. Cosa è, invece, non saprei dirlo, ma c’è qualcosa di tremendamente bello e insieme crudele nel non riuscire a dirlo, lasciando ogni definizione incompiuta.

Così come incompiuta vuole essere questa (disagiata) presentazione.

Evelyn

#MammaMia

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Here I go (ancora non posso dire again)!

Sono Aurora, ho 23 anni e sono una studentessa magistrale in Lingue e Didattica Innovativa.
Da piccola non scrivevo su nessuno dei mille diari segreti che mi sono stati regalati e soprattutto non Quindi, ora, cosa ci faccio sul blog dell’Università in cui studio per insegnare lingue?

Riavvolgiamo il nastro: sono Aurora, ho 23 anni e non mi piace la staticità. Ho scelto di studiare lingue già dal liceo perché mi immaginavo in giro per il mondo a conoscere nuove persone e culture.
Avendo sempre avuto dei problemi con i traslochi – e a questo punto mi verrebbe da dire anche con la mia capacità di sopravvivenza – in triennale, nel 2018, ho incautamente deciso di andare in Erasmus in Portogallo.
A Lisbona, presa dalla curiosità, ho voluto frequentare una lezione di italiano per stranieri dell’Università dove studiavo, ed è stato proprio lì che ho deciso quale doveva essere il mio futuro lavoro: l’insegnante di italiano per stranieri.

Tre anni dopo, la mia capacità di sopravvivenza non è migliorata, purtroppo o per fortuna.
Ricordate i diari segreti sui quali non scrivevo? Ho abbandonato quel brutto ricordo, ho deciso di improvvisare (di nuovo) e di mettermi in gioco grazie a questo blog.

Nella rubrica #MammaMia vi parlerò dell’importanza dell’insegnamento dell’italiano per stranieri, di esperienze di studenti e di altre cose legate a questo fantastico mondo!
Vi aspetto!

Aurora

#ASTRABIBLIA

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Presentazione Aurora

Olá a todos e todas,

so che qualcuno estraneo alla cultura lusofona sta pensando “perché non ha scritto: ¡hola a todos y todas! ” – non mentite – invece ho deciso di salutarvi in portoghese. Mi chiamo Aurora Molisso, frequento il primo anno magistrale in Interpretariato e Traduzione e provengo dalla triennale in Mediazione Linguistica presso la SSML San Pellegrino di Rimini.

Ora che sapete dove è nato l’amore per la variante brasileira e non solo, vi assicuro che la passione per le lingue si estende all’inglese e al francese, approfondite anche qui all’UNINT. E per la cronaca, lo spagnolo lo conosco! Ma veniamo a noi.

Sono la penna virtuale che traccia il filo narrativo di #ASTRABIBLIA, la serie di racconti pensata per farsi un giro tra galassie, buchi neri e universi letterari mentre si rimane comodamente seduti in poltrona (o dove preferite, io sto alla scrivania col pc e quando ho finito – se mia sorella non l’ha già occupata – mi ci sistemo pure io). Spero di riuscire a farvi volare fra un episodio e l’altro, in questo spazio riservato ai sognatori come noi, grazie al potere immaginifico della scrittura. Ringrazio infatti il Blog per aver avuto l’opportunità di partecipare a questo progetto e permettere al pubblico di affacciarsi alla lettura attraverso finestre virtuali insolite.

Scherzi a parte – non vi prometto nulla, l’ironia napoletana prende sempre il sopravvento – sono sempre stata curiosa e se dovessi scegliere tre parole per descrivermi… meglio se vi risparmio la presentazione chilometrica e mi fermo qui!

Nata e cresciuta in Romagna, cuore napoletano, nutro però il sogno di trasferirmi, fra qualche mesetto e pandemia permettendo, nella Capitale, ma per il momento vivo nell’attesa trepidante di abbozzare almeno un capitolo romano in questa vita. E comincerei dal mio paesino fra Imola e Faenza con la rubrica, che ne dite?

Ormai avrete carpito le mie origini di cui non posso che andare fiera. Quando sin da piccoli uscite dalla vostra comfort zone, sentite parlare romagnolo per poi rincasare e vi immergete di nuovo nel napoletano una cosa è certa: non ne avrete mai abbastanza di cercare la congiunzione astrale fra mondi linguistici, panorami culturali e letterari all’apparenza incompatibili. E forse lo spirito della lingua, per citare Humboltd, o meglio delle lingue, specie se esotiche e che sento scorrere in me, sta proprio in questo.

Dalle premesse, dedurrete che la mia personalità è stata forgiata da lunghi anni di classicismo e perciò, tenho a certeza, perdonerete i virtuosismi. Adesso vi lascio ai versi di una collaborazione musicale fra Emicida e Gilberto Gil che suona così: 

Viver é partir, voltar e repartir

Partir, voltar e repartir

Vivere è partire, tornare e ripartire… e voi siete pronti per iniziare questo viaggio?

Fiquem ligados com a #ASTRABIBLIA, vi aspetto numerosi!

Beijinho,

Auro