#CURIOSITÀ DAL MONDO: PUTIN MADE IN RUSSIA

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Il presidente Vladimir Putin da creatura immortale al mito di Vlad l’imperatore, comunemente noto come il Conte Dracula.

Lo sapevi che..?
Per i cospirazionisti non ci sono dubbi: Putin è immortale, o quanto meno è un viaggiatore temporale che serve da secoli la Grande Madre Russia. I sostenitori di questa tesi hanno lanciato la leggenda che Putin sia una creatura mitologica, immortale e onnipotente, che risiede sul pianeta Terra da secoli, forse millenni.
Ma, a quanto pare, ci sarebbe più di una teoria del complotto. Secondo un’altra teoria infatti, ugualmente bizzarra, Vladimir Putin sarebbe in realtà Vlad l’Impalatore, meglio noto come il Conte Dracula. Queste restano teorie tutt’ora non verificate.

Il presidente preferisce passare le sue brevi vacanze in modo attivo, per esempio nella selvaggia taiga siberiana, andando a pesca in laghi di montagna, discendendo in rafting impetuosi torrenti montani, facendo trekking e così via.
Inoltre gioca a hockey, e gli piace sciare e andare a cavallo.
Ad essere onesti, questo tipo di attività sono un bel grattacapo per gli uomini della sua sicurezza.


Ma non dimenticate che Putin è un maestro di judo e sambo, ed è stato più volte campione di Leningrado. E inoltre è cintura nera di karate, judo e taekwondo! Iniziò ad allenarsi nel sambo (un’arte marziale originaria dell’Unione Sovietica) all’età di 14 anni, prima di passare al judo, sport che continua a praticare tutt’oggi. Suona anche il pianoforte.

#CURIOSITÀDALMONDO: 10 cose che non sai sulla regina Elisabetta

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Amante dei corgi, non ha la patente, ha avuto un matrimonio low cost e tutti i cigni del Regno Unito sono di sua proprietà. Sua Maestà, la Regina Elisabetta, si dimostra essere la perfetta incarnazione dell’inno nazionale britannico che recita “God save the Queen”: sono infatti passati 65 anni dalla sua incoronazione e, alla veneranda età di 93 anni, si riconferma tra i più longevi sovrani al mondo.

Ecco ora 10 curiosità su Elisabetta II che, forse, non conosci ancora.

  1. La regina è nata a Londra il 21 aprile 1926, ma festeggia ben due compleanni: uno in forma privata il 21 aprile, giorno effettivo della sua nascita e l’altro in forma ufficiale, a giugno, durante lo svolgimento della parata Trooping the Colour.
  2. Uno dei mantra di Sua Maestà è senza dubbio ‘Mai il mascara‘: “Quello serve alle star del cinema per farsi notare, io non ne ho bisogno”, rivelò una volta alla sua dama di compagnia. Inoltre una volta l’anno, Elisabetta cambia la tonalità del suo lipstick preferito color cherry blossom. Si tratta della cerimonia di inaugurazione del Parlamento che si tiene nella Camera dei Lord nel mese di novembre. La scelta risale al giorno della sua incoronazione quando il Parlamento commissionò un rossetto che si abbinasse perfettamente alla tunica da cerimonia. Era il 1952 e il rossetto, di una sfumatura fra il rosso e il blu, ha preso il nome di ‘The Balmoral Lipstick‘.
  3. Non sarebbe dovuta diventare regina! Fu un colpo di scena a cambiare il suo futuro: era l’11 dicembre del 1936 quando suo zio, re Edoardo VIII, abdicò alla corona per sposare l’americana pluridivorziata Wallis Simpson. Suo fratello, Giorgio VI, aveva due figlie: Elisabetta, che in qualità di primogenita divenne l’erede al trono dopo di lui, e Margaret.
  4. Non è patentata, ma guida benissimo! La sovrana, nonostante la sua passione per la guida e l’età avanzata, non ha mai avuto la patente. È una dei pochi a non averne bisogno: in Gran Bretagna il documento viene rilasciato in nome di Sua Maestà e non avrebbe senso che la Regina la conferisse a sé stessa.
  5. Sai che Sua Maestà è stata una delle prime persone ad inviare una e-mail? È successo nel 1976 da una base dell’esercito britannico.

#CURIOSITÀDALMONDO: IL “MUSEO DELLE RELAZIONI INTERROTTE” DI ZAGABRIA

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Il Museum of Broken Relationships è un museo sociologico situato nella parte storica di Zagabria, capitale della Croazia, dedicato alle storie d’amore terminate. Si tratta di uno spazio pubblico sia fisico che virtuale, il cui scopo è unicamente quello di collezionare e condividere le storie di cuori infranti e i ricordi ad esse associati, con l’intenzione di offrire a chiunque l’opportunità di superare una dolorosa ferita d’amore trasformandola in un’opera d’arte.

L’esposizione si basa su oggetti personali donati al museo da ex amanti, accompagnati da una breve descrizione. Si passa da collezioni di disegni abbozzati su un block-notes da uno sconosciuto incontrato durante un viaggio in treno, a una “colorita” coppietta di bamboline di stoffa, comprensive dei tattoo che due giovani amanti si erano tatuati a vicenda come simbolo del loro amore, passando per l’orologio regalato all’ex fidanzata in ricordo dei loro 15 anni di relazione.

Il museo nasce da un’esposizione itinerante di oggetti donati da alcuni innamorati, che ha poi trovato la sua collocazione permanente nella città alta di Zagabria. Nel 2011 l’iniziativa ha ricevuto il premio Kenneth Hudson per il museo più innovativo d’Europa.

Qualora vogliate contribuire anche voi alla collezione narrando la vostra storia d’amore, vi basterà entrare sulla sezione “Contribute” del sito ufficiale, e selezionare “Send your item”, nel caso vogliate inviare un vostro oggetto materiale da inserire nell’esposizione, o “Share your story”, nel caso preferiate condividere per iscritto la vostra esperienza personale.

Art is to console those who are broken by life.
Vincent van Gogh

#curiositàdalmondo: L’Hurling

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L’Hurling è uno degli sport nazionali dell’Irlanda, nonché uno degli sport più antichi al mondo.

Le sue origini risalgono al popolo Celtico e può essere considerato come una sorta di hockey su prato: viene utilizzata una mazza in legno di frassino chiamata hurling o (camàn in gaelico), che deve colpire una palla di cuoio la sliotar per mandarla nella porta avversaria.

Questo sport ha vinto il guinness world record dello sport più veloce al mondo, tanto da essere molto difficile seguire la balla rimbalzare da un capo all’altro del campo.

Da maggio a settembre, le diverse squadre si sfidano per arrivare alle semi-finals, poi la finale che si svolge tradizionalmente a Croke Park di Dublino, la prima domenica di settembre.

#curiositàdalmondo: Samba

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La samba, o seguendo le regole grammaticali della lingua portoghese “Il samba”, è una danza brasiliana originaria della città di Salvador de Bahia. Il nome probabilmente deriva da semba, che nel dialetto angolano kimbundu significa “panciata”, per il modo in cui si balla. È una danza molto ritmata, eseguita con dei costumi variopinti ed eccentrici.

La città viene storicamente ricordata come il porto dove sbarcavano gli schiavi rapiti nell’Africa occidentale, che portarono con sé i propri usi e costumi. Questa danza, infatti, nasce dalla mescolanza di vari sottogeneri musicali, riconducibili alle tradizioni religiose di varie etnie africane, soprattutto yoruba e nagò e la liturgia del candomblé, una liturgia ibrida frutto della fusione tra il cattolicesimo e culti di origine africana.

Dalle zone rurali, la samba si diffonde nelle grandi città, come Rio de Jainero l’allora capitale del Brasile. La prima registrazione ufficiale viene fatta risalire al 1917 per opera di Ernesto Dos Santos dal titolo Pelo telefono.

#Curiositàdalmondo: I Castells

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Oggi vi parliamo di una delle tradizioni più spettacolari e scenografiche esistenti al mondo: I Castells, ovvero i “castelli umani”.

I Castells sono una tipica tradizione catalana ormai diffusa in altre regioni della Spagna, e consistono in delle vere e proprie piramidi umani. La spettacolarità sta nelle incredibili altezze che possono raggiungere e la velocità con cui si formano. Alla cima sale un bambino, chiamato l’Anxaneta.

La loro origine risale al XVIII secolo nella città di Valls e hanno un simbolo ben specifico: salire sulle spalle dei propri conterranei significa difendere la propria terra ed esaltare le proprie tradizioni. Inoltre, il fatto che sulla cima vi sia un bambino incita le nuove generazioni a non dimenticare le proprie origini e farne sempre tesoro.

L’arte dei castells viene tramandata di generazione in generazione e ci si allena fin da piccoli a scalare queste piramidi. La costruzione viene accompagnata da una tipica musica che serve a scandire il tempo e il record internazionale è ad oggi di circa 10 piani.

#CURIOSITÀDALMONDO: LE MADELEINES DI MARCEL PROUST

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Burro, farina uova e zucchero, sono questi i semplici ingredienti per realizzare uno dei dolcetti più buoni di sempre, soffici e gustosi conosciuti in tutto il mondo, ovvero le madeleine. Un dolcetto a forma di conchiglia è praticamente irresistibile, perfetto da gustare a colazione o davanti ad una tazza di thè fumante.

Come spesso accade anche per la pasticceria, le origini di questa pietanza non sono poi così certe, ne esistono infatti almeno due versioni.

La prima è legata alla religione cristiana, secondo cui questi deliziosi dolcetti furono realizzati in onore di Maria Maddalena, la prima evangelista di Francia. Da qui deriverebbe dunque il nome “madeleine”, mentre dall’ influenza religiosa deriverebbe la sua forma a conchiglia, da sempre simbolo dei pellegrini.

Un’altra versione, più profana, attribuirebbe invece la nascita di questo dolce sempre in Francia, ma questa volta nel 1700, ad opera di Madeleine Paulmier, pasticciera alle dipendenze del duca di Leszczyński, nonché suocero di Luigi XV. La leggenda narra che sia il re che la sua sposa, dopo aver assaggiato questi dolcetti si innamorarono a tal punto che li battezzarono con il nome della loro creatrice e li portarono alla corte di Versailles.

Una delle testimonianze più tangibili dell’inconfondibile bontà di questo dolce la possiamo ritrovare addirittura in un’opera del celebre scrittore francese Marcel Proust, che nel primo volume de “La ricerca del tempo perduto” le scelse proprio come scintilla in grado di far affiorare un mare di ricordi. Le madeleines, infatti, come molti dolci preparati nel passato e che mantengono una ricetta tradizionale, hanno la capacità di risvegliare in chi li assaggia, magari dopo tanto tempo, antichi ricordi d’infanzia, talvolta di persone che li preparavano, che abbiamo voluto bene e che magari oggi non ci sono più.

#curiositàdalmondo: Fairy Glen

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Oggi vi parliamo di uno dei luoghi più incantevoli e nascosti della Scozia: Fairy Glen, nel cuore di dell’isola di Skyye nelle Highlands. La valle ha sempre avuto un fascino misterioso e mistico, tant’è che sono molti gli abitanti locali che nel corso della storia sostengono di aver visto delle fate aggirarsi tra questi sentieri.

Scoprite questi incantevoli luoghi in libertà, immergetevi completamente nella natura e lasciatevi ispirare dai paesaggi mozzafiato che soltanto la Scozia sa regalare. Alla fine del vostro percorso arriverete ai piedi di una torre diroccata: Castle Ewan. Ma la particolarità che sicuramente catturerà la vostra attenzione è un grande cerchio di pietre perfettamente disposte a spirale, dove i visitatori si dilettano a lanciare una moneta o a percorrere lentamente la spirale verso il centro e poi di nuovo in senso opposto in una specie di rito propiziatorio.

Raggiungere Fairy Glen non è proprio così semplice dato che non ci sono indicazioni e per alcuni tratti si cammina direttamente sull’erba senza essere guidati da un sentiero. Ma siamo certi che il vostro spirito di iniziativa ci guiderà in questo fantastico luogo.

#curiositàdalmondo: L’inno del Liechtenstein

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Oggi vi parliamo di una delle nazioni più piccole del mondo: il Liechtenstein, e in particolare del suo inno.

Oben am jungen Rhein (In alto lungo il giovane Reno) è l’inno ufficiale del paese dal 1745 e dotato di testo dal 1850 (grazie a Jakob Josef Jauch). La particolarità sta nel fatto che la melodia è la stessa di God Save the Queen, l’inno ufficiale del Regno Unito. Quando salirono al trono i principi elettori tedeschi di Hannover nel 1745, venne adottato l’inno britannico in tutta la Confederazione Germanica, e quindi anche per il Liechtenstein. Dopo la creazione dell’Impero tedesco nel 1870, il Liechtenstein si staccò dalla vecchia confederazione, ma mantenne l’inno e lo riconfermò nel 1920, dopo aver formalizzato definitivamente l’indipendenza nel Primo Dopoguerra.

Inizialmente il titolo originale era Oben am deutschen Rhein (In alto lungo il Reno tedesco) ma ogni riferimento alla Germania venne sostituito a partire dal 1963.

#Curiositàdalmondo: Il Valzer viennese

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Scena dal film “Il Gattopardo” di Luchino Visconti (1963)

Nell’immaginario collettivo, il Valzer è un ballo elegante tipico dell’Alta Società, ma non è sempre stato così.

Il ballo nacque infatti, tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento in Austria. La parola viene dal tedesco “walzen”, cioè “girare”. All’epoca, durante i balli di corte e le feste aristocratiche si ballava il minuetto, un ballo rigido e formale, il valzer invece era diffuso nei strati bassi del popolo. Inizialmente era considerato volgare, tanto da scandalizzare per il troppo contatto fisico tra i due ballerini.

Ben presto, però, iniziò a diffondersi come una vera e propria moda, tanto da essere apprezzato anche nelle corti e negli strati più alti della società. In Francia, per esempio, venne importato da Maria Antonietta a Versailles, che trasformò il Valzer in uno dei più eleganti balli da sala.