La rassegna stampa
internazionale dell’UNINT
EUROPA
In Spagna disordini e scontri sono stati i
protagonisti indiscussi del weekend appena trascorso. Solo pochi giorni prima,
il governo Sánchez aveva dichiarato il prolungamento dello stato di allarme
fino a maggio 2021 e l’imposizione di misure più stringenti per arginare la
progressione dei contagi da Covid-19.
Stando a quanto
riportato da El
Pais, lo scenario spagnolo della seconda ondata pandemica
sarebbe attualmente tra i più preoccupanti d’Europa. Tale dato è confermato dal
numero ufficiale di decessi raggiunto a partire da luglio: circa 7.100, il
terzo tasso di mortalità più alto registrato dopo quello di Romania e Repubblica
Ceca.
Nonostante il
contagio stia dilagando ad un ritmo incalzante, i numeri allarmanti non hanno
fermato azioni di protesta scoppiate in diverse realtà spagnole in risposta
alle nuove restrizioni e al coprifuoco. Alcuni cittadini hanno provocato
tensioni, degenerate successivamente in manifestazioni violente. Secondo
l’articolo di Marca,
venerdì sera a Barcellona e a Burgos centinaia di persone si sono scontrate con
le forze dell’ordine lanciando pietre, razzi e oggetti contundenti.
Le stesse
sommosse, da quanto si apprende invece da El
Pais, si sono verificate anche sabato nel capoluogo catalano e
in altre città come Madrid, Guadalajara, Sevilla, Granada, coinvolgendo in
totale una ventina di centri. Sono stati 56 complessivamente i manifestanti
tratti in arresto nella notte di sabato.
Oltre a un clima
di preoccupazione generalizzato, la pandemia ha creato una crisi mondiale senza
precedenti travolgendo altresì il panorama culturale del Paese. Rtve
ha riportato l’esempio del Museo d’arte contemporanea Reina Sofía, uno dei
più famosi esistenti. Il 31 ottobre la galleria ha festeggiato il suo 30°
anniversario offrendo una giornata a porte aperte. Dalla sua apertura si
annoverano oltre 700 esposizioni con opere di Picasso, Dalí, Juan Gris, ecc.
Purtroppo, l’avvento del virus ha svuotato le sale e fatto precipitare
vertiginosamente il numero di visitatori. La scorsa estate, dato il calo del
turismo e la necessità di ridurre gli ingressi, il museo ha accolto il 70% in
meno di ospiti e posticipato al 2021 le grandi mostre previste in questo
periodo.
F.L.
In
Francia, il portavoce del governo
Gabriel Attal ha annunciato che dal giorno 3 novembre è stato reimposto il
coprifuoco, come prima del lockdown,
nella città di Parigi a causa del numeroso traffico per le strade dalle ore
21:00. Secondo la testata Paris
Secretl’obiettivo è
rafforzare la reclusione nelle proprie abitazioni dei cittadini francesi.
Questo
annuncio è stato effettuato da Gabriel Attal alla BFM TV, dopo i 100.000
controlli iniziati giovedì 29 e le 14.000 verbalizzazioni per i cittadini che
non rispettavano il lockdown entrato in vigore venerdì 30.
L’Île-de-France potrebbe essere proprio la zona più interessata da questo
provvedimento. Il governo però ha immediatamente smentito attraverso un tweet
le parole del portavoce Attal, dichiarando che questa misura non è mai stata
presa in considerazione.
Jean
Castex, il primo ministro della Francia e il suo entourage hanno confermato
però che un nuovo provvedimento è in fase di studio, questo riguarda stabilire
“un orario notturno per la chiusura dei negozi autorizzati ad operare”. Ha
aggiunto l’entourage che una decisione in merito a questi aspetti verrà presa
nei prossimi giorni, tuttavia adesso non ci sarà nessun coprifuoco in alcuna
zona di Parigi, nonostante il traffico e il grande numero di contagi nelle
ultime settimane.
Le
Figaro aggiunge che gli oppositori del
governo non hanno preso di buon occhio questa dichiarazione da parte di Gabriel
Attal che ha creato confusione tra moltissimi parigini e soprattutto tra i
residenti dell’Île-de-France. Queste lamentele e dissensi sono confluiti nelle
parole di disapprovazione del sindaco di Parigi, Emmanuel Grégoire.
G.D.C.
Il Covid-19 non dà
tregua in Regno Unito: già da
qualche settimana lo spettro di un nuovo lockdown si aggirava nel Paese.
Dopo tante smentite, alla fine Boris Johnson è stato costretto a cedere e
proprio nella serata di Halloween ha annunciato l’arrivo della seconda chiusura
tramite conferenza stampa, di cui Gov.uk
ha pubblicato il testo integrale. L’Inghilterra
sarà sottoposta a restrizioni più severe a partire dalla mezzanotte del 5
novembre fino al 2 dicembre.
Così come riportato da The
Daily Mail, il leader
dei laburisti, Sir Keir Starmer, lo ha accusato di aver sprecato settimane
preziose rifiutando il blocco statale richiesto dagli esperti a settembre
mentre i decessi aumentavano vertiginosamente.
Il superamento del
milione di contagi, secondo Sky
News, è ciò che ha convinto definitivamente il primo ministro a
prendere una decisione tanto difficile, ma al contempo necessaria, per non
mandare in tilt l’intero sistema sanitario. Si tratterebbe, comunque, di una
chiusura meno restrittiva rispetto a quella di marzo: per esempio, tra le
disposizioni diramate si contempla ancora la possibilità di tenere le scuole
aperte.
Mentre Johnson
annunciava da Downing Street il nuovo lockdown, una seconda notizia
rattristava il mondo dello spettacolo britannico e non solo. Lo scozzese Sean
Connery, meglio conosciuto come il leggendario 007, è deceduto all’età di 90
anni nella sua dimora alle Bahamas, dove viveva con la moglie dagli anni ‘90.
Ultimamente, scrive The
Guardian, l’attore
soffriva di demenza senile, una malattia che gli impediva di esprimersi come
era solito fare.
In questa cornice
di incertezza, lunedì è rimbalzata su tutti i giornali inglesi la notizia della
positività al coronavirus del principe William, una notizia risalente in realtà
ad aprile e tenuta nascosta per non allarmare la nazione, come ha rivelato The
Sun. Nonostante l’erede al trono faticasse a respirare, è
riuscito comunque a ultimare quattordici impegni durante la quarantena.
F.L.
In Irlanda, secondo quanto
riportato dal giornale The Irish Times il 4
novembre, il governo finanzierà centinaia di corsi di aggiornamento delle
competenze, necessari per affrontare la “crisi” dell’offerta di
insegnanti. Il fine è quello di incrementare il numero di insegnanti
qualificati in matematica, fisica e spagnolo.
Quindi, gli insegnanti delle scuole secondarie potranno richiedere
corsi di aggiornamento di terzo livello gratuiti.
Saranno disponibili tre programmi gratuiti, tra cui un diploma
professionale per l’insegnamento della fisica (DCU, UL e NUI Galway), un
diploma superiore in spagnolo (UCC) e un diploma professionale in matematica
(UL, NUI Galway, DCU, TU Dublino, CIT, LYIT e WIT).
I programmi avranno una durata di due anni su base part-time e saranno
erogati in modo flessibile per consentire al maggior numero di insegnanti in
part-time o piena occupazione di prenderne parte.
Oltre ad una cauzione, che sarà rimborsata all’insegnante partecipante
al termine del programma, i posti saranno forniti gratuitamente e si darà
priorità agli insegnanti disoccupati e a coloro che insegnano la materia “fuori
campo”.
Il processo di candidatura dovrebbe essere aperto a breve e le domande
possono essere presentate direttamente all’istituto di istruzione superiore
pertinente.
A.B.
Come riportato sul
sito del Cremlino, il
2 novembre in Russia, il presidente Vladimir Putin ha tenuto una videoconferenza
per discutere del finanziamento e dello sviluppo del settore spaziale e
missilistico. Durante il suo discorso, il presidente si è concentrato sulle
questioni legate al finanziamento dell’industria spaziale, sottolineando quanto
sia importante la decisione e l’approvazione di questi piani, strategici per la
Russia e in particolare per l’economia nazionale, per una maggiore sicurezza
dello stato e per il mantenimento del primato nel mercato spaziale mondiale.
Per fare ciò, al Roscosmos è stato
affidato il compito di preparare una gamma di nuovi programmi per il
potenziamento del complesso missilistico, per la formazione di un gruppo
spaziale nell’ambito del progetto “Sfera” e per un ulteriore sviluppo del
sistema GLONASS. Il presidente ha
evidenziato che il Roscosmos non abbia
ancora approvato alcuni dei programmi e ne ha quindi richiesto l’approvazione
nel minor tempo possibile, oltre alle motivazioni di un tale ritardo. Inoltre,
il presidente Putin ha sottolineato che il perfezionamento e l’aumento del
gruppo spaziale sono tra le priorità del Paese, soprattutto per una maggiore
sicurezza e per lo sviluppo dell’economia.
Dopo la
videoconferenza, secondo quanto riportato su Pravda.ru,
il direttore del Roscosmos Dmitrij Rogozin
ha risposto alla critica del presidente Putin, principalmente per
l’affermazione fatta da quest’ultimo secondo cui l’istituzione non avrebbe
eseguito l’incarico della realizzazione di un razzo super pesante. Rogozin ha
risposto che il responsabile del rinvio dei progetti è stato proprio il
governo: secondo il top-manager, i progetti erano stati consegnati al Consiglio
già ad agosto, scrive Iz.ru.
Rogozin ha espresso la speranza che, dopo la conferenza del 2 novembre e grazie
all’attenzione portata dal presidente sulla questione, l’importo dei
finanziamenti verrà concordato e i progetti verranno approvati. Quest’ultimo,
infatti, è sicuro che la critica del presidente porterà all’approvazione dei
programmi spaziali entro la fine dell’anno, come riportato su Vesti.ru.
Dal punto di vista
sanitario, in Russia così come in molti altri Paesi, con l’autunno è aumentato
il numero di casi di coronavirus, riportato giornalmente da Zona.media.
Con gli ultimi dati, il numero di malati nel Paese è arrivato a più di
1.600.000, con più di 28.000 decessi. Il 2 novembre, ad esempio, a Mosca sono
stati registrati 4.796 nuovi casi di infezione da Covid-19, con 53 decessi. Nel
Paese intero, lo stesso giorno, ci sono stati 18.257 nuovi casi, con 238 decessi
in totale. Gli ospedali cominciano ad essere sempre più saturi e spesso capita
che i pazienti vengano sistemati nei corridoi per mancanza di stanza libere,
come è successo nella città di Tomsk. Nel frattempo, il governatore della
regione di Krasnojarsk, Aleksandr Ussom, ha vietato, a partire dal 3 novembre,
l’utilizzo del Wi-Fi gratuito nei centri commerciali e l’ingresso ai giovani
con età inferiore ai 14 anni se non accompagnati dai genitori, in modo tale da
diminuire l’affluenza ai centri e ridurre le occasioni di contatto. Sono
vietate anche feste di famiglia, come matrimoni e anniversari, e tutti gli
eventi sportivi si terranno senza spettatori, scrive Vesti.ru.
Inoltre, secondo
le ultime notizie di Vesti.ru,
nella periferia di Mosca vige il regime di autoisolamento per gli adulti con
età superiore ai 65 anni, i quali verranno aiutati da volontari per l’acquisto
di prodotti e medicinali. Per l’accesso a bar e ristoranti sarà necessario
essere provvisti di un QR-code o di
un SMS. Si potrà salire sui mezzi di trasporto pubblici soltanto indossando
guanti e mascherina. Ad oggi, i controllori possono multare non solo passeggeri
sprovvisti di biglietto, ma anche chi non indossa i dispositivi di sicurezza:
la multa è di 5.000 rubli. Nella regione di Orlovsk, sempre secondo i dati
riportati da Vesti.ru, i bambini
si ammalano più degli adulti e i casi riguardano per lo più bambini fino ai 14
anni. Il governatore di San Pietroburgo, Aleksandr Belgov, ha affermato che il
numero di nuovi casi è pericolosamente elevato: sono stati registrati 923 nuovi
casi il 2 novembre, come si legge su Gazeta.ru:
Belgov non esclude delle restrizioni gravi a San Pietroburgo per far fronte a
questi numeri, e ne parla a Ria.ru.
A Mosca, invece, secondo
l’articolo di Iz.ru,
il picco della pandemia è previsto per la metà di dicembre. Uno degli ideatori
del modello di previsione della situazione Covid-19 in Russia, Aleksej
Borovkov, ha parlato di tre curve di distribuzione della malattia da
coronavirus. Secondo le previsioni attuali, il picco della pandemia nella
capitale è previsto per il 14 dicembre. Il direttore del National Technology Initiative (NTI, in russo Nacional’naja Technologičeskaja Iniciativa) sostiene che in tempi
brevi la quantità di malati attivi (il numero di infetti meno il numero di decessi
e guariti) crescerà, per diminuire solo verso febbraio. All’inizio di marzo il
numero di malati attivi a Mosca potrebbe scendere di e fino a 40 mila unità, e
in generale nel Paese di e fino a circa 120 mila. Tuttavia, per l’apertura
delle frontiere in tempi brevi, secondo l’esperto, non vale la pena aspettare. Ciò nonostante, secondo il Rospotrebnadzor (Russian Federal Service for Surveillance on
Consumer Rights Protection and Human Wellbeing), in Russia potrebbe
arrivare un nuovo ceppo di coronavirus proprio dall’Europa, riporta Gazeta.ru.
S.P.
MEDIO ORIENTE
In Siria
le regioni nord-occidentali stanno attraversando una crisi complessa. Nella
giornata di domenica, nel corso di uno sfollamento in atto nell’area, il regime
siriano e le forze russe hanno rinnovato i loro bombardamenti sulla campagna di
Idlib, sulla pianura di Al-Ghab e sulla regione montuosa del Jabal Al-Akrad a
nord di Lattakia, mentre i gruppi jihadisti hanno preso di mira vari postazioni
dell’esercito a sud di Idlib. La ripresa del conflitto avviene in concomitanza
con l’aumento dei contagi da coronavirus nella regione e con gli allarmi
dell’Onu sul peggioramento delle condizioni degli sfollati nei campi a causa
della pandemia e delle difficili condizioni economiche nel Nord del Paese.
Dallo scoppio dell’epidemia di Covid-19 a Idlib, le organizzazioni umanitarie
hanno espresso il loro timore di una catastrofe sanitaria qualora il virus
dovesse diffondersi nelle centinaia di campi profughi sparsi lungo il confine
tra il governatorato di Idlib e la Turchia. Gli insediamenti degli sfollati
mancano di servizi di base, come una rete idrica e forniture igieniche: lavarsi
le mani o fare la doccia sono da considerarsi un lusso che molti non possono
permettersi. Durante un discorso davanti al Consiglio di sicurezza delle
Nazioni Unite, Mark Lowcock, sottosegretario generale delle Nazioni Unite per
gli affari umanitari, ha dichiarato che il numero di vittime nella Siria
nord-occidentale è aumentato di sei volte nell’arco di un solo mese, così come
sono aumentate anche nei campi per gli sfollati. Dato il sovraffollamento nella
Siria nord-occidentale, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento
degli affari umanitari ha osservato che la principale sfida da affrontare di
fronte l’epidemia di Covid-19 è la difficoltà a isolare le persone.
Iraq
– Le immagini dei morti e le frasi rivoluzionarie sono quanto resta in piazza
Tahrir nel centro della città di Baghdad, teatro della mobilitazione popolare
più importante della storia del Paese, dopo che il governo ha deciso di
sgomberarla insieme alle strade e i ponti circostanti. Decisione quella del governo
che arriva senza aver ancora accolto la richiesta cruciale sollevata negli
ultimi mesi, quella di rivelare i responsabili dell’uccisione di oltre 500
manifestanti e decine di migliaia di feriti. Sabato sera, un anno dopo la sua
chiusura, i primi mezzi hanno ripreso a circolare sul ponte al-Jumhuriya che
collega Piazza Tahrir e la blindatissima Zona Verde, sede dei ministeri,
dell’ufficio del primo ministro, delle ambasciate straniere. Le forze di
sicurezza e la polizia municipale di Baghdad hanno abbattuto le tende che
ancora presidiavano la piazza e sgomberato le strade circostanti, tra cui il
tunnel che passa sotto la piazza sulle cui mura i manifestanti hanno
raffigurato le effigi dei loro compagni caduti e immortalato le immagini della
repressione che ha accompagnato il loro movimento di protesta. In un comunicato
stampa, il nuovo sindaco di Baghdad, Alaa Maan, ha ordinato di non pregiudicare
i murales e le frasi scritte dai manifestanti nel tunnel di piazza Tahrir,
descrivendoli come una documentazione di una fase importante che contribuisce
alla rinascita del Paese. Attivisti e giornalisti si sono scagliati contro i
colleghi che dapprima avevano appoggiato e sostenuto il movimento di protesta
per poi rinnegare le loro posizioni conciliandosi con le posizioni del primo
ministro iracheno Mustafa Al-Kazemi – arrivato dopo le dimissioni del suo
predecessore, Adel Abdul-Mahdi, sotto la pressione dei manifestanti. Quello che
gli attivisti hanno voluto far sapere è che quanto è accaduto nelle scorse ore
in Piazza Tahrir non farà desistere il movimento di protesta dal compito
storico che gli è stato assegnato.
Arabia
Saudita – Stando ad un rapporto pubblicato
dall’Istituto per gli studi sulla sicurezza nazionale, think thank israeliana, sarebbero in corso i preparativi per la
normalizzazione dei rapporti fra Israele e Arabia Saudita e che la successione
al trono da parte del principe ereditario potrebbe agevolare la strada in vista
della firma dell’accordo. Il negoziato prevedrebbe dal lato dei sauditi un
pacchetto di obiettivi di notevole ambizione, fra cui il miglioramento della
sua immagine e posizione internazionale, anche all’interno del Congresso degli
Stati Uniti, danneggiata negli ultimi anni dal comportamento imprudente e
inaffidabile del principe ereditario Mohammed bin Salman, coerentemente agli
sforzi della monarchia di commercializzare un “Islam moderato” come
parte del processo di modernizzazione. Secondo l’Istituto israeliano, Israele è
desideroso di concludere un accordo di normalizzazione con l’Arabia Saudita, data
la sua importanza economica, religiosa e politica. Tuttavia, non è chiaro
quando e a quali condizioni il Regno dei Sa’ud sarà in grado di firmare un
accordo simile a quello stipulato dagli Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Sudan.
L’Istituto conferma che il sostegno dell’Arabia Saudita agli accordi
“Abraham” mostra l’entità della sua deviazione politica dalle
precedenti posizioni, cambiamento visibile nel permesso concesso agli aerei
israeliani di volare nello spazio aereo saudita da e verso gli Emirati Arabi
Uniti e il Bahrein, la copertura mediatica positiva nei confronti di Israele e
le dichiarazioni degli attuali ed ex alti funzionari nel Regno. Inoltre,
nonostante le smentite di alti funzionari sauditi, è probabile che i negoziati
e gli accordi con Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Sudan siano stati condotti con
la perizia e il sostegno della leadership saudita. In generale, gli accordi
firmati con questi Paesi servono gli interessi dell’Arabia Saudita e le
forniscono un parametro per valutare i potenziali benefici e rischi di un
eventuale accordo con Israele, comprese le reazioni del pubblico. Per quanto
riguarda eventuali scenari di negoziazione, le richieste dell’Arabia Saudita
saranno probabilmente superiori a quelle degli Emirati Arabi Uniti. Qualora l’accordo
israelo-emiratino fermasse il piano israeliano di annettere terre in
Cisgiordania, le condizioni saudite potrebbero includere maggiori richieste nei
confronti di Israele sulla questione palestinese. Secondo taluni esperti la
disponibilità di Israele a prendere provvedimenti per far avanzare il processo
di pace alla fine incoraggerà l’Arabia Saudita a normalizzarsi. Ulteriori
fattori potrebbero includere un accordo con gli Stati Uniti per la vendita di
armi sofisticate e cambiamenti interni al regno riguardanti lo status di
Israele nell’opinione pubblica, oltre alle ripercussioni legate alla
successione al trono.
L. D.
AMERICA
Il Messico conta finora circa 90.000
vittime per coronavirus, ha scritto El
Mundo. Anche qui, la crescita esponenziale dei contagi ha avuto
un fortissimo impatto sul patrimonio culturale nazionale, privando i suoi
abitanti della loro festa tradizionale, El
Día de los Muertos.Difatti, per scongiurare
assembramenti, le autorità hanno emanato un’ordinanza di chiusura dei cimiteri
e cancellato eventi di rilievo con una conseguente perdita economica per i
lavoratori.
La pandemia ha quindi costretto i messicani a spostare tutte le celebrazioni
in onore degli antenati all’interno delle case. In questo 2020, straziato da
un’epidemia globale, El Día de los
Muertos ha rappresentato più che mai un momento chiave per riflettere – ma
soprattutto ricordare – chi ha perso la vita per il Covid-19.
F.L.
Come riportato dal BBC News, lo scorso martedì
l’uragano Eta ha raggiunto Nicaragua e Honduras e potrebbe
arrivare in altri Paesi dell’America Latina e del Caribe con venti e
inondazioni catastrofiche. Oltre all’allerta dell’uragano, il centro nazionale
di uragani negli Stati Uniti (NHC), ha emesso un avviso per la tempesta
tropicale che colpisce la costa nord-orientale dell’Honduras. L’uragano ha
causato, oltre ai danni materiali, la morte di un’adolescente di 13 anni che si
trovava in casa e di due uomini mentre lavoravano in una miniera nella località
di Bonanza, in Nicaragua.
Sia il Nicaragua che l’Honduras
hanno dichiarato l’allerta rossa in attesa del passaggio di Eta, disponendo il
trasferimento di decine di migliaia di persone nelle zone più a rischio in
rifugi sicuri quali chiese e scuole.
Infobae riporta che in Chile, le autorità
hanno annunciato una riduzione del coprifuoco in quasi tutto il Paese, dovuto
al miglioramento dei dati della pandemia. Il nuovo orario sarà dalle 00 alle 5
di mattina in tutta la nazione, tranne nella regione meridionale di Magallanes
e nella regione del Los Lagos, due delle aree in cui i contagi continuano a
crescere e in cui il coprifuoco prevarrà dalle 20:00 di sera alle 5:00 del
mattino. Il ministro della salute, Enrique Paris, ha esortato i cittadini a
fare attenzione e a non rilassarsi per evitare che arrivi una seconda ondata
come quella che sta soffrendo l’Europa in questo momento.
Cubadebate riporta che a Cuba la comunità
scientifica sta lavorando a un terzo vaccino candidato contro il Covid-19, il
primo che non è iniettabile e si applicherebbe per via nasale. Sviluppato dal Center for Genetic Engineering and
Biotechnology (CIGB), questo progetto si concentra sull’immunizzazione per
via nasale poiché il virus SARS-COV-2, è respiratorio. Il Direttore della
ricerca Biomenica del CIGB, Gerardo Guillén, ha spiegato che l’immunizzazione
attraverso questa via favorisce lo sviluppo di una risposta locale, il cui
obiettivo è prevenire la malattia, la colonizzazione e la trasmissione
dell’agente patogeno. Inoltre, ha spiegato che il nuovo candidato vaccinale si
basa su una proteina del virus dell’epatite B. Cuba ha attualmente due farmaci
contro il Covid-19 in fase di sperimentazione clinica (Soberana 01 e Soberana
02) e si prevede che entro la fine del 2020 la comunità scientifica registrerà
un quarto vaccino candidato contro la pandemia. SempreCubadebate riporta che l’Organizzazione Mondiale
della Salute ha incluso il secondo vaccino candidato di Cuba, Soberana 02 sul
sito ufficiale dei progetti in fasi di sperimentazione clinica contro il
Covid-19. Con Soberana 02 si prevede che l’immunità raggiunga la mucosa delle
vie respiratorie per impedire l’ingresso del virus. Attualmente ci sono 47
candidati registrati in tutto il mondo, due dei quali sono cubani.
Il DW riporta che gli attori politici del Venezuela
hanno iniziato lo scorso martedì la campagna elettorale per le elezioni
legislative del 6 dicembre, questionate dall’opposizione e dalla gran parte
della comunità internazionale, con raduni massici e ignari delle misure di
sicurezza imposte dal governo di fronte alla pandemia Covid-19. Come previsto,
hanno iniziato a contare i 30 giorni che avranno a disposizione i 14.400
candidati per ottenere i voti che li rendono meritevoli dei 277 seggi
dell’Assemblea nazionale, la cui nuova direttiva dovrebbe essere installata il
5 gennaio. Il partito del governo ha utilizzato un macchinario che includeva
piattaforme e intense campagne mediatiche per promuovere i suoi candidati.
Sebbene meno persone abbiano partecipato a questi primi eventi rispetto agli
anni precedenti, la giornata è stata disegnata in modo simile a quella del
Venezuela prima della pandemia. Così, candidati come Diosdado Cabello e Jorge
Rodriguez hanno potuto fare discorsi alla folla che non ha mantenuto la
distanza richiesta e, inoltre, decine di sostenitori non hanno indossato la
mascherina.
Infobae riporta che in Perù i membri di un
tribunale della regione peruviana di Ica hanno archiviato una denuncia per
stupro, la quale è stata presentata nel 2019 da una ragazza di 20 anni con la
motivazione che la denunciante indossava biancheria intima rossa. I magistrati
includevano nelle loro argomentazioni che l’uso di questo tipo di biancheria
intima femminile viene solitamente utilizzata in occasioni speciali per i
momenti di intimità, e quindi questo porta a dedurre che la vittima si era
preparata o era disposta ad avere rapporti sessuali con l’accusato. I giudici
hanno anche menzionato che c’erano omissioni nelle testimonianze del
denunciante, mentre l’imputato ha sostenuto di essere stato accusato di
vendetta. Dopo la conoscenza del caso,
membri di gruppi femministi e dei diritti umani hanno
manifestato davanti alla sede principale del potere giudiziario di Ica e Lima
per respingere gli argomenti che erano stati utilizzati per archiviare questo
caso con una sentenza sessista. Mentre le attiviste mostravano indumenti intimi
rossi, l’organizzazione femminista Flora Tristan ha definito la risoluzione
indignante e ha chiesto un’indagine e una sanzione per i magistrati. Il
ministero delle donne ha espresso, da parte sua, il suo profondo rifiuto delle
argomentazioni dei magistrati e ha ritenuto che non siano conformi alle attuali
norme nazionali e internazionali. Sempre in Perù dopo 8 mesi di chiusura forzata a
causa della pandemia, riapre le sue porte la fortezza inca di Machu Picchu che
sorge sulle Ande, il gioiello più prezioso dei siti turistici peruviani. Per
motivi di sicurezza vi potranno accedere solamente 675 al giorno, appena il 30%
del numero di visitatori del pre-pandemia. La chiusura dell’area turistica
è stato un duro colpo per le decine di migliaia di persone che si guadagnano da
vivere con l’industria del turismo locale.
A.C.
Negli Stati Uniti, martedì 3 novembre 2020 sono state aperte le
elezioni per votare il nuovo presidente. I candidati sono
Donald Trump, 74 anni, e Joe Biden, 77 anni, ex vicepresidente durante
l’amministrazione Obama.
Tuttavia, come riporta il New York Times, martedì
all’alba, quasi 100 milioni di americani avevano già espresso le loro
preferenze per posta. Questa nuova modalità di voto è stata introdotta
quest’anno. Il suo scopo è quello di limitare i contagi del Covid 19, dal
momento che all’apertura dei saggi elettorali seguono sempre lunghe file.
Ad ogni modo, la campagna elettorale dei due candidati si è conclusa
nel seguente modo: Joe Biden ha esortato gli elettori a porre fine a una
presidenza che ha “alimentato le fiamme dell’odio”, mentre il
presidente Trump ha concluso mettendo in discussione l’equità delle elezioni e
sollevando la prospettiva di disordini.
Il giorno successivo alle elezioni, ossia mercoledì 4 novembre, Trump
ha vinto una serie di campi di battaglia importanti: Florida, Ohio e Iowa.
Tuttavia, con milioni di voti legittimi che aspettavano ancora di
essere contati, Trump ha dichiarato prematuramente e incautamente di aver vinto
le elezioni, ha insistito inoltre per un maggiore conteggio dei voti in Arizona
dove si trovava indietro e ha chiesto di fermare il conteggio dove era già in
vantaggio.
Finora, Trump è riuscito a tenere a bada Biden in due Stati del Sud
che l’ex vicepresidente aveva sperato di strappare alla colonna repubblicana:
Georgia e Carolina del Nord. Questi non erano stati obbligati a votare per
Biden, tuttavia quest’ultimo ha speso molto in entrambi e li ha visitati nel
tratto finale della campagna.
Fino allo scorso mercoledì 4 novembre, Joe Biden sembrava avere la
meglio in Arizona, Stato conquistato da Trump nel 2016, ma anche in New
Hampshire e in Minnesota.
Dunque, sembra che l’ex vicepresidente non tema l’avversario e
sollecitando pazienza, ha dichiarato “Vinceremo”.
A.B.
In
Québec, il ministro della Salute e
dei Servizi Sociali Lionel Carmant ha anticipato una misura nella giornata del
2 novembre, inserita in bilancio, che doveva essere annunciata il 13 novembre.
Secondo l’articolo del Journal
de Québeclo Stato
investirà 100 milioni di dollari per gli interventi destinati alle persone che
hanno problematiche di salute mentale. L’importo verrà erogato in più tranche,
fino a marzo 2022. Sarà destinato sia ai cittadini che hanno sviluppato
problemi d’ansia causata dal Covid-19, sia per chi soffre di gravi disturbi
mentali.
Ci
sono anche delle critiche nei confronti di questa misura, come quella del
Dottor Olivier Farmer, psichiatra di Montreal, il quale ha dichiarato che gli
investimenti per avere un reale effetto dovrebbero essere molto maggiori. Ha
affermato anche che in questo momento solo un paziente su dieci può essere
ricoverato e ricevere il sostegno adeguato.
Anche
Martine Fortier, il presidente della Fraternité
des policières et policières della città del Québec, non è soddisfatto di
questi investimenti che dovrebbero diventare ricorrenti per poter ottenere
degli effetti. Quest’ultimo ha infatti citato l’esempio di un uomo che,
nonostante le chiamate d’aiuto, era stato dimesso dopo pochi giorni dal suo
ricovero e abbandonato a sé stesso si è tolto la vita dopo due settimane.
G.D.C.
ASIA
In base a quanto
riportato dall’Asia
Times il 31 ottobre, tra Taiwan e la Cina sta aumentando la tensione a causa dell’interferenza delle
armi vendute dagli Stati Uniti.
Nello specifico,
gli USA, dopo aver ignorato completamente le minacce del portavoce del
ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin in merito all’interruzione della
vendita di armi e dei collegamenti militari con Taiwan, hanno sanzionato la
vendita di 400 missili antinave Harpoon per Taipei, capitale di Taiwan.
Pertanto, la
dichiarazione di Wang “La Cina adotterà misure legittime e necessarie per
salvaguardare la propria sovranità e gli interessi di sicurezza con ferma
determinazione” non fermò gli Stati Uniti, che invece hanno anche approvato tre
importanti nuovi accordi sulle armi.
Dunque, se la
vendita dovesse procedere come previsto, Taiwan avrebbe un controbilanciato
altamente resistente a qualsiasi potenziale assalto navale da parte delle forze
della Repubblica popolare cinese (RPC).
Tuttavia,
l’accordo, del valore di circa 2,37 miliardi di dollari, richiede ancora
l’approvazione del Congresso e i suoi termini esatti potrebbero essere soggetti
a modifiche, ha riferito The War Zone.
Inoltre, e questa
sarà la cosa peggiore per la Cina, Taiwan riceverebbe vari pezzi di ricambio e
riparazioni, apparecchiature di supporto, formazione del personale e
attrezzature per l’addestramento dagli Stati Uniti.
Song Zhongping, un
esperto militare della Cina continentale, ha dichiarato che “i missili
statunitensi, se scoppiasse la guerra potrebbero rappresentare delle minacce”,
continua inoltre dicendo che “Questa è un’ulteriore prova che gli Stati Uniti
hanno violato le promesse fatte nei tre comunicati congiunti con la Repubblica
popolare cinese di ridurre gradualmente le vendite di armi a Taiwan”.
Cambiando
argomento e rimanendo sempre aggiornati grazie all’Asia
Times scopriamo che, sempre in Cina il PCC, Comitato Centrale
del Partito Comunista Cinese, ha proposto una serie di obiettivi a lungo
termine in un piano di sviluppo, affinché il Paese raggiunga sostanzialmente la
modernizzazione socialista entro il 2035.
Secondo le
proposte, la forza economica, tecnologica e nazionale della Cina aumenterà in
modo significativo, pertanto nuovi progressi saranno fatti nella crescita
dell’economia e del reddito pro capite dei residenti. Facendo importanti passi
avanti nelle tecnologie di base in importanti aree chiave, la Cina, oltre a
diventare un leader globale nell’innovazione, diventerà un Paese forte in
termini di cultura, istruzione, talento, sport e salute. Grazie a questo
sviluppo a tutto tondo dei cittadini, l’etichetta sociale e la civiltà miglioreranno
notevolmente.
Cambiando di nuovo
argomento, sempre in Cina, a Shanxi, mercoledì 28 ottobre, in base a
quanto riportato dal giornale cinese The
standard, dopo una sospetta esplosione di gas in una miniera di
carbone nella provincia nord-occidentale dello Shanxi, otto minatori sono
scomparsi. Quarantadue minatori stavano lavorando sottoterra quando l’incidente
è avvenuto, intorno alle 13:00. Secondo la squadra di soccorso di emergenza dei
minatori, solo 34 sono stati portati fuori dalla miniera in sicurezza.
Passiamo ora a
questioni principalmente economiche. Sempre, secondo l’Asia
Times, dopo il Covid-19 l’ultimo segnale della resilienza
dell’economia cinese, la quale ha visto una crescita del 4,9% su base annua nel
terzo trimestre del 2020, proviene dalla vicina potenza commerciale della Corea
del Sud.
Durante la prima
metà del 2020, con Covid-19 su tutte le furie, le esportazioni della Corea del
Sud verso la Cina sono diminuite solo del 6,4%, rispetto a un calo dell’11,3%
delle esportazioni nel mondo in generale, secondo quanto rilevato da un rapporto
della Korea Trade Investment Promotion Agency, o KOTRA, raccolto dall’agenzia
di stampa Yonhap.
La Cina e la Corea
del Sud sono state, rispettivamente, la prima e la seconda nazione a soffrire
di infezioni di massa da Covid-19.
Utilizzando
strategie molto diverse, da allora entrambe le economie hanno ampiamente
contenuto il coronavirus.
Gli acquisti
cinesi dalla Corea del Sud sono stati particolarmente forti nei settori dei
tessuti e dei componenti elettronici, ha mostrato il rapporto KOTRA.
In Cina c’è stata
un’elevata domanda di maschere, articoli per l’igiene personale e abbigliamento
sudcoreani.
Gli articoli di
moda e cosmetici sudcoreani invece, sono molto ambiti dalla Cina grazie
all’influenza di Hallyu, “l’onda coreana” della musica pop, dei film e
delle fiction televisive.
Più in alto nella
catena del valore, anche le spedizioni di componenti elettronici sono state
solide. Infatti, secondo il suo ultimo piano quinquennale, Pechino sta
espandendo massicciamente gli investimenti nelle industrie ad alta tecnologia.
In termini più
ampi inoltre, l’alleanza della Corea del Sud con Washington ha determinato un
enorme vantaggio finanziario per il Paese anche se negli ultimi tre anni le
passività hanno iniziato ad accumularsi.
A settembre,
Washington ha imposto sanzioni sulle esportazioni di componenti elettronici
all’ammiraglia tecnologica cinese Huawei. Samsung e SK Hynix, che utilizzano
tecnologie americane nei loro processi e prodotti, quindi non avevano altra
scelta che conformarsi.
Dal 2019, la Cina
ha rappresentato il 25,5% delle esportazioni totali della Corea nella prima
metà dell’anno, secondo KOTRA, rispetto al 25,1% dell’anno precedente. Inoltre,
aggiungendo i numeri di Hong Kong, la percentuale della Cina sulle esportazioni
totali della Corea del Sud sale al 31,8%. Con la Cina ora in una modalità di
crescita in ripresa, i dati recenti confermano le cifre di KOTRA.
Inoltre, se si
includono i numeri di Hong Kong (3 miliardi di dollari), la Corea del Sud ha
venduto più del doppio alla Cina che agli Stati Uniti.
A.B.
OCEANIA
Come si è visto,
il virus sta mettendo in ginocchio un po’ tutta Europa. Al contrario, dall’Australia sono giunti segnali positivi.
Nel giorno di Ognissanti la BBC
ha comunicato che nello Stato di Victoria, cuore dell’ondata pandemica
autunnale, si sono registrati zero casi per il secondo giorno di fila in
seguito ad un lockdown durato 112 giorni. Da circa cinque mesi non si
aveva un risultato così rincuorante. Sicuramente, un dato del genere potrebbe
far ben sperare gli australiani di vivere normalmente le vicine festività
natalizie.
Nel frattempo, dal
panorama sportivo è giunto l’annuncio dall’Australian
Associated Press della cancellazione del Tour Down Under e del Cadel
Evans Great Ocean Road Race, due eventi ciclistici internazionali previsti per
gennaio. La decisione di annullare le gare con largo anticipo è stata dettata
dall’esigenza proteggere la salute dei corridori e degli organizzatori dalla
minaccia Covid. Il mondo dello sport si è attestato come uno dei settori più
colpiti globalmente dall’epidemia.
F.L.
Rassegna stampa a cura di:
Alessandra Semeraro (responsabile inglese, cinese, portoghese, arabo)
Federica Lo Re, Alissa Bianconi (lingua inglese)
Alissa Bianconi (lingua cinese)
Livio D’Alessio (lingua araba)
Veronica Battista (responsabile spagnolo, tedesco, francese, russo)
Federica Lo Re, Angelica Chimienti (lingua spagnola)
Gaia De Gandia (lingua francese)
Simona Piergiacomo (lingua russa)
Claudia Lorenti (coordinatrice del progetto)