È arrivato il momento di aprire gli occhi
Caro lettore e cara lettrice,
ho pensato molto a quest’articolo, a come iniziarlo, come concluderlo, che cosa scrivere e, soprattutto, come scriverlo.
Caro lettore e cara lettrice,
ho pensato molto a quest’articolo, a come iniziarlo, come concluderlo, che cosa scrivere e, soprattutto, come scriverlo.
Care lettrici e cari lettori,
per l’ennesima volta sono davanti al monitor del mio pc in cerca delle parole giuste da usare. Ci sono un sacco di argomenti che vorrei trattare e innumerevoli sono le emozioni che vorrei riuscire a trasmettervi. Probabilmente a gestire ed esprime quest’ultime non sono mai stata davvero capace (o comunque non come mi piacerebbe esserlo). La sessione giugno/luglio si avvicina inarrestabile e, a ruota, la segue un’estate che spero ognuno di voi possa sfruttare al meglio.
Care lettrici e cari lettori,
ultimamente la mia mente e i miei pensieri non riescono a rimanere radicati nel tempo presente e si proiettano verso il futuro. Un futuro che non riguarda le classiche domande del tipo “come ti vedi tra 10 anni?”, ma semplicemente “che faccio quest’estate?”. Ebbene sì, per me è giunto il momento di capire se addosso immagino le infradito o gli scarponcini, un bel bikini sufficientemente coprente o i pantaloncini di Decathlon. Le uniche certezze che ho sono il mio rifornimento di creme solari, che mi permettono di non diventare color aragosta, e la consapevolezza che rimarrò entro i confini nazionali. Quindi, dopo avervi portato in Vietnam, Messico e Lapponia, vi faccio riatterrare in Italia, nello specifico nel sud Italia. Ancora più nello specifico, nel tacco del nostro stivale: in Puglia.
Amiche e amici miei,
nuova settimana, nuovo articolo, nuova meta, nuovo sogno: allacciate le cinture, oggi partiamo per la Grecia!
Era il 1970 quando, per la prima volta, faceva la sua comparsa nel mondo musicale “Mexico e nuvole”. Brano reso celebre da Enzo Jannacci e reinterpretato, durante gli anni, da grandi artisti come Paolo Conte e Fiorella Mannoia. Brano che banalmente fu la colonna sonora del mio viaggio in Messico.
Se anche tu hai trascorso queste ultime feste spaparanzato sul divano di casa mezzo assorto dall’abbiocco pomeridiano e mezzo consapevole del fatto che la tua età non ti consente più di digerire così facilmente le portate dei pasti più ricchi, se non con l’aiuto di qualche medicinale effervescente, sappi che siamo persone molto simili e che, proprio per questo, quanto sto per raccontarti potrebbe interessarti non poco.
Care lettrici e cari lettori,
nonostante ieri sia finalmente sbocciata la primavera, voglio riportarvi con l’immaginazione al bianco della neve e al freddo dell’inverno. Ritirate fuori la vostra copertina di pile e scaldatevi una tazza di tè fumante, mentre leggete quanto segue.
Viaggiatori e viaggiatrici della UNINT (e non),
sono tornata con un nuovo viaggio, una nuova meta, una nuova avventura, tutta nel rispetto delle normative vigenti contro la diffusione del Covid-19.
Ringrazio Giulia, mia partner-in-crime in questa avventura firmata #MondayAbroad, per avermi preceduta nell’informarvi di questa novità che vede la collaborazione tra UNINTBlog e Radio UNINT: grazie a quest’unione, abbiamo intensificato il nostro lavoro per potervi garantire un servizio quanto più unito e compatto, proprio come siamo abituati a fare nella nostra Università – Tutti per UNINT, UNINT per tutti! – .
Oggi per voi, la storia di Martina, seconda speaker di Travel-Size, la quale ha scelto Lisbona come sua meta del cuore.
Le parole di Martina mi sono sembrate come un biglietto aereo: chiare, efficaci e, soprattutto, sognanti.
Mi hanno riportato al 2018, quando anche io ho potuto visitare la capitale portoghese e, per questo motivo, non trovo giusto doverle adattare al mio formato di #MondayAbroad: Martina è stata così gentile ad aprirsi e scrivere da sé e di sé, che modificare il testo da lei inviatomi mi sembra una maniera incorretta di trasmettervi le sue sensazioni -oltre che un vero e proprio peccato, visto che la pulzella scrive molto bene-.
Vi consiglio di lasciarvi immergere nelle sue parole: io per prima mi sono sentita una spettatrice allibita, emozionata e desiderosa di poter vivere presto un’esperienza del genere (siamo tutti stanchi di queste restrizioni… un ultimo sforzo, amici miei, ascoltate mamma Ily).
Dunque, grazie Martina per esserti raccontata in quest’articolo; le ragazze di Travel-Size vi aspettano su Radio UNINT per una nuova rubrica dai sapori decisamente esotici (so di avervi intrigato con quest’ultima descrizione, non mentite a mamma Ily – sì, a quanto pare ci sto prendendo gusto ad autoimpormi come vostra madre-).
Até logo, meus amigos, che il fado sia con voi e che possiate sentire in bocca il meraviglioso sapore dei Pasteles de Belém!
La parola a Martina!
Come meta per l’intervista, ho scelto Lisbona, dove sono stata nel 2017.
Ho scelto di parlare proprio di Lisbona, perché, da inguaribile romanticona, quello che mi ha colpito di più è il suo fascino: l’atmosfera ha qualcosa di antico e di romantico e l’aria che si respira sembra riempirti i polmoni di un ossigeno speciale, soprattutto se ci si trova nei giardini, luoghi dal fascino senza tempo e con meravigliosi panorami sull’Oceano.
Per chi è come me, consiglio vivamente una gita a Sintra, una cittadina pittoresca ricca di palazzi stravaganti, castelli antichi e splendidi panorami; in particolare, suggerisco il Palacio de Pena, situato su un affioramento roccioso (e lo svantaggio è che ci si arriva con delle apposite navicelle, da cui sembra di cadere da un momento all’altro a causa delle numerose curve). Ha dei colori vivaci ed è circondato da una foresta direi ‘lussureggiante’ per le numerose specie di piante ed animali introvabili e quasi nobili che ci sono. Curiosità: dalle finestre si può osservare un panorama imperdibile, che spazia dalle montagne all’oceano.
Ricordo che mi sono sentita una principessa non appena entrata all’interno del Palazzo: i passaggi stretti e segreti che univano una torre ed un bastione, mi hanno riportato indietro ai racconti d’infanzia – in quest’occasione, comunque, io ero una principessa un po’ più moderna… diciamo che non avevo proprio l’abito adeguato per presentarmi al ballo, eheh – e, non a caso, è stato il luogo dove è stato girato anche La Bella e la Bestia, il mio film preferito!
Tornando a Lisbona, sicuramente la prima cosa che risalta agli occhi è la veduta di numerosi vicoli, che sono attraversati dal tipico tram giallo, uno dei simboli della città; in specifico, la linea turistica 28, che affronta la pendenza di vicoli e vicoletti.
Le case sembrano essere arroccate l’una sull’altra e si respira la brezza dell’Oceano nell’aria.
Proprio riguardo la città, non sfuggono di certo le splendide azulejos, le piastrelle decorate, che hanno differenti toni e che decorano anche le facciate di alcune case… Non a caso, di ritorno, ho portato un piccolo quadro con una di queste piastrelle sui toni del blu e bianco, da cui non riuscivo a staccarne gli occhi!
Tra i monumenti che mi hanno colpito di più, c’è sicuramente la Torre di Belém, soprattutto per la sua posizione: infatti, alla nostra vista, appare questo gioiello architettonico grigiastro solo contro il mare ed il cielo.
Ricordo anche che la guida ci spiegò che inizialmente era stata costruita in mezzo all’acqua ed ora si ritrova praticamente sulla riva del fiume in conseguenza allo spostamento del litorale.
Un altro monumento che mi ha colpito è stato il Monastero dos Jerónimos per la sua grandezza e per il suo essere sontuoso; luogo perfetto per respirare l’arte a 360°, tra lo stile tardo gotico e lo stile rinascimentale.
Poi, la Piazza del Commercio, la più grande di Lisbona e la quale, di notte, ha un’atmosfera veramente suggestiva, dovuta in parte all’imponente statua equestre che raffigura il re José I ed anche per il palazzo tradizionale dipinto di giallo, illuminato da numerose lucine, la cui grandezza è interrotta dall’Arco da Rua Augusta, il quale è arricchito da un orologio e dalle statue dei grandi personaggi della storia proprio per elogiare la funzione che un tempo aveva la Piazza, una funzione prettamente economica e commerciale.
Parlando invece di vita notturna, sono stata colpita dal Barrio Alto, la zona più vivace di Lisbona, dove ci sono coloratissime opere di street art e la musica nell’aria fino alla mattina seguente.
Inoltre, chi come me ama vivere la magia del mare, consiglio l’esperienza dell’Oceanario, dove puoi vivere un incontro con il mondo sottomarino senza bagnarti i piedi.
Ricordo ancora i brividi nell’avere uno squalo di cui tutti conosciamo le dimensioni, a pochi cm di distanza; nello stesso momento, ricordo anche la leggerezza della razza, dei colorati e buffi pesci pagliaccio, che mi hanno fatto pensare al Nemo protagonista di un film d’animazione conosciutissimo, e la tenerezza delle lontre, che nuotano abbracciate e provano ad avvicinarsi incuriosite.
Parlando di cibo e luoghi culinari, ricordo le tascas, delle caffetterie molto modeste gestite da famiglie portoghesi, che non appena seduti, non esitano a portarvi un sacco di antipasti con olive nere, affettati, tra cui una sorta di prosciutto affumicato ed il formaggio di capra.
Quello che invece mi ha colpito delle persone, è che sono molto affabili e cordiali e soprattutto ci mettono un attimo ad invitarti per un caffè; sono accoglienti e socievoli, tanto che anche se non parli la loro lingua, riescono sempre a darti una mano.
Secondo me, merita ritornarci!
Se prendo in considerazione il mio viaggio, ci tornerei in estate, semplicemente per dedicare un po’ più di tempo alle esperienze marittime… mi piacerebbe provare il surf.
Senza nulla togliere all’arte, alla cultura e alla storia locale, Lisbona è anche una città in cui è bello stare all’aria aperta, andando alla scoperta dei suoi innumerevoli scorci panoramici.
Insomma, è una città dove si possono fare molte cose senza annoiarsi mai, tra cui anche gite in città vicine: il borgo medievale di Óbidos per i più romantici, Evora per gli amanti dell’arte e per chi come me, ama la sensazione di libertà, Cabo da Roca, il punto più occidentale dell’Europa, un promontorio affacciato sull’Oceano, possibilmente durante il tramonto perché altrimenti, le raffiche di vento vi spazzeranno via.
L’unico svantaggio per i più pigri, se vogliamo chiamarlo così, è il fatto che Lisbona, come Roma, è costruita su sette colli e dunque, aspettatevi numerose scalinate e salite abbastanza ripide.
Vi aspetto su Travel-Size!
Hanno collaborato Ilaria Violi e Martina Spadafora
Care lettrici e cari lettori,
eccoci di nuovo qua a scrivere per voi! Come redazione, ci siamo concessi una lunga pausa per poterci concentrare sulla fatidica “sessione esami”, ma adesso abbiamo raccolto le energie e siamo di nuovo qui a raccontarvi di Paesi più o meno lontani, di città più o meno conosciute.
Popolo UNINT (e non),
mi chiamo Ilaria, ho 23 anni, sono la responsabile di questa meravigliosa iniziativa chiamata UNINTBlog e scrivere questa presentazione non è così semplice come pensavo.
Frequento il secondo anno di LM-37 – Lingue per la Comunicazione Interculturale e la Didattica -, parlo cinque lingue (più due dialetti), ho una folle passione per la Spagna, il mio animale preferito è il cane e credo che, se potessi scegliere un posto in cui rifugiarmi, sceglierei sempre la terrazza di casa di mia nonna al mare.
Sono nata e cresciuta in Piemonte, in un paesino alla porta delle magnifiche Langhe (sede di buon vino, Nutella e tartufi), ma ho origini della Calabria, regione alla quale sono profondamente affezionata e alla quale dedico tutto il tempo possibile durante le mie vacanze estive (e anche in qualche altra sporadica occasione).
Sono una persona tendenzialmente curiosa, motivo per cui ho scelto di studiare le lingue straniere: non mi ritengo una cittadina del mondo (anzi, son ben contenta delle mie origini e della mia patria), ma sì penso che il nostro pianeta nasconda così tanto da scoprire, ascoltare e inventare, che temo che una vita sola non mi basti.
Il mio vanto è la mia famiglia: oltre a mamma, papà e Letizia (il mio cane e mia #MediaNaranja), questa è composta anche da tutti coloro che ho avuto l’onore e il privilegio di incontrare durante i miei percorsi in giro per il mondo e grazie ai quali sono diventata la persona che sono oggi.
Ho preso parte all’UNINTBlog esattamente martedì 8 ottobre 2019: la mia avventura è iniziata decisamente per gioco e con lo scopo di conoscere quanta più gente possibile visto il mio trasferimento in capitale (prima ho frequentato l’Università degli Studi di Torino, città nella quale vivevo). L’idea era quella di raccontare gli Erasmus del nostro Ateneo, cercando di capire con loro che cosa volesse dire veramente trascorrere un’esperienza del genere. Nacque, così, #MondayAbroad, il mio primo “pargolo” targato UNINT. In realtà, vivevo nella malinconia del mio Erasmus, svoltosi a Murcia (Spagna) da settembre 2018 a febbraio 2019: avete presente quando vorreste rivivere all’infinito un momento della vostra vita talmente tanto vi è piaciuto? Benissimo, uno dei momenti che all’epoca avrei rivissuto all’infinito, era una permanenza estera durata cinque bellissimi mesi.
Col senno di poi, anche a causa della pandemia che abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo, ho imparato che la vita non è solo ricordi (e meno male!).
Vedo l’UNINTBlog come veramente un’opportunità incredibile per crescere, conoscersi e conoscere, ma partecipo anche ad altre iniziative dell’Università, come l’Aperilingua (venite a trovarmi al “tavolo” di spagnolo, por favor) e la squadra femminile di Calcio a 5 (non perché io sappia giocare… diciamo che mi diverto a correre senza capire dove devo andare).
Ora vi devo abbandonare: ho una tesi da scrivere, due materie da studiare e un Blog da gestire (oltre a una vita da vivere)!
Un besito,
Ily