Se chiudo gli occhi sono in…Lapponia

Care lettrici e cari lettori,

nonostante ieri sia finalmente sbocciata la primavera, voglio riportarvi con l’immaginazione al bianco della neve e al freddo dell’inverno. Ritirate fuori la vostra copertina di pile e scaldatevi una tazza di tè fumante, mentre leggete quanto segue.



La storia di oggi ce la racconta Ginevra, una ragazza solare ed esuberante. Gin è una vera “romana de Roma” che frequenta il primo anno del corso di LM 52. Da piccola il suo sogno nel cassetto era quello di poter incontrare l’idolo di tutti i bambini: Babbo Natale. Nonostante crescendo si sia imbattuta, come tutti noi, nella triste verità, ha sempre conservato il desiderio di poter volare verso le terre innevate della Lapponia. Compiuti 18 anni, non ha avuto alcun dubbio su quale potesse essere il regalo perfetto per lei, quindi zaino in spalla e ciaspole ai piedi ha preso il primo volo per Inari (Lapponia).

Una cosa importante da sottolineare è che Ginevra è una persona terribilmente freddolosa, quindi potete immaginare come potesse affrontare il gelo finlandese: sia lodato l’inventore del “vestirsi a cipolla”. Una volta indossati i suoi quattro starti di abbigliamento termico, Gin si sentiva finalmente pronta ad uscire. Ancora adesso, mentre me ne parla, le si illuminano gli occhi come se fosse una bambina in un negozio di giocattoli: così tanta neve morbida e candida non l’aveva mai vista!

Tra le attività che ricorda con più emozione c’è sicuramente il giro su una slitta trainata da husky. Dopo un primo momento in cui si è goduta il tutto da semplice passeggera, è stata poi spronata e aiutata a prendere le redini della situazione (in senso figurato e non) e a guidare il suo branco. La cosa più sorprendente è stata scoprire una sorta di talento naturale nel guidare la slitta.

Il giorno seguente, invece, si è messa alla prova con un upgrade: dalla slitta è passata alla motoslitta. Sfrecciando sul grande lago ghiacciato di Inari, è arrivata in un punto in cui era praticabile la pesca nel ghiaccio. Con grande fatica ha bucato con una trivella manuale la superficie del lago, per poi aspettare con pazienza che qualche pesciolino abboccasse all’amo. Per fortuna c’era una bevanda calda (non ben identificata) a scaldarla. Dopo un po’ di tempo senza riuscire a pescare nulla, la giornata si conclude con un’abbondante cena intorno al falò. Quello che Ginevra ha scoperto troppo tardi è che la carne che le era piaciuta tanto apparteneva ai più fedeli assistenti di Babbo Natale. Se state erroneamente pensando agli elfi vi do un indizio: sono grandi, pelose e hanno due bellissime corna.

Questa fantastica settimana, piena di esperienze fuori dall’ordinario, si è conclusa con la vera magia. Quando ormai aveva perso le speranze, la sera prima di partire, guardando fuori dalla finestra della sua camera d’albergo, si è lasciata sorprendere da una strabiliante luce verde: l’Aurora boreale.

Un viaggio così indimenticabile, ricco di emozioni travolgenti, non sarebbe mai stato possibile se una ragazza di città non avesse deciso di uscire dalla sua comfort zone e affrontare il freddo del nord Europa.

Giulia Giacomino