La rassegna stampa
internazionale dell’UNINT
In Portogallo, con l’hashtag #obrigadoprofessor
si chiede una maggiore valorizzazione e delle condizioni di lavoro migliori per
i docenti. Emmanuel Macron denuncia la ghettizzazione della popolazione araba,
portando avanti una lotta contro il separatismo islamico. Accordo di pace
firmato in Sudan per fermare il conflitto armato nella regione del Darfur. USA,
il sindaco di Cleveland commenta: “Penso che il presidente Trump avrà
probabilmente una visione diversa del virus ora che è risultato positivo”.
EUROPA
Anche in Spagna, che ricordiamo essere tra i
Paesi europei più colpiti da questa seconda ondata di contagi da Covid-19, è un
nuovo giorno: durante il week end appena trascorso il Governo spagnolo ha
deciso di intraprendere delle nuove misure di prevenzione che hanno visto
Madrid e gli altri nove municipi presenti nella regione protagonisti di questa
nuova fase della pandemia. Secondo l’articolo di El
Mundo, gli abitanti delle zone citate si sono svegliati in queste
ultime mattine ammirando una strana normalità per le strade che li ha
decisamente portati a riflettere sulla reale efficacia del programma: da quanto
riportato dalle immagini, la situazione era praticamente uguale a quella delle
altre aree non incluse nei provvedimenti. Queste nuove norme riguarderebbero
semplicemente l’isolamento delle aree interessate lasciando, comunque, la
possibilità ai cittadini di muoversi liberamente all’interno delle stesse (e si
potrà uscire da queste solo per casi di emergenza). Inoltre, secondo quanto
dichiarato dagli agenti che stanno lavorando in queste ore per realizzare e
mantenere un alto livello d’informazione, la gente sta rispettando le ultime
disposizioni e sembra voler collaborare con i 700 agenti della Policía Nacional e della Guardia Civil messi a disposizione da
José Manuel Franco, delegato del Governo. Quest’ultima scelta è stata
realizzata per dare sostegno ad affrontare al meglio la chiusura.
L.C, M.D.F. e I.V
In Svizzera, sabato 3 ottobre, 750
persone hanno manifestato per le strade di Ginevra contro la costruzione di un
nuovo centro federale per richiedenti asilo. Come riportato da Le Matin, la nuova struttura dovrebbe essere operativa
nel 2022 e potrà accogliere 250 richiedenti asilo e 50 posti saranno per la
detenzione amministrativa. Per i manifestanti, tale progetto è paragonabile a
un carcere poiché impedisce ai richiedenti asilo di interagire con la
popolazione e di ricevere visite.
EA.V.
In Francia, lo scorso venerdì 2 ottobre,
Emmanuel Macron ha illustrato il piano d’azione contro il separatismo islamico,
il cui disegno di legge sarà presentato il 9 dicembre. Denunciando,
innanzitutto, la ghettizzazione della popolazione araba e
invitando la società a distinguere tra musulmani e islamisti radicali, il
Presidente ha evidenziato che la sua strategia mira a garantire un maggiore
controllo dei dipendenti delle aziende delegatarie e delle associazioni che
attingono a sussidi statali attraverso la firma di una “carta di laicità”, nel
rispetto dei valori della Repubblica. Come riportato da France 24, Macron ha sottolineato l’obiettivo di
“costruire un Islam in pace con la Repubblica” e perciò di bloccare ogni
influenza straniera che possa contribuire alla formazione di gruppi
separatisti, soprattutto di matrice islamista.
S.C.
In Belgio, lunedì 5 ottobre, i membri del
partito liberale si sono riuniti nell’ufficio del partito poiché è stata
espressa la necessità di un cambiamento di vertice. Anonimamente, alcuni
“baroni” del Mouvement Réformateur confermano che non vogliono
Bouchez a capo del partito. Come riportato da La Libre Belgique, tutti hanno espresso delle lamentele
sull’atteggiamento del presidente liberale nelle ultime settimane. Ad esempio,
avrebbe promesso a Jean-Jacques Cloquet, attuale direttore operativo del parco
zoologico di Pairi Daïza, un buon posto nelle liste MR per le prossime
elezioni, senza consultarsi con nessuno.
S.C.
In Portogallo, per
la Giornata Mondiale degli Insegnanti (5 ottobre) il personale docente si è
appellato al governo affinché venga valorizzata la carriera di insegnante e
vengano proposte condizioni di lavoro migliori. Sono stati organizzati comizi,
ma anche concerti e trasmissioni online, e verranno innalzate bandiere con
l’hashtag #obrigadoprofessor,
riferisce Lusa. A Porto, verranno
costruiti due nuovi ponti sul fiume Douro, patrimonio dell’Unesco. I concorsi
verranno lanciati uno a fine anno e l’altro a gennaio, saranno rispettivamente
il settimo e l’ottavo ponte della città, annuncia Expresso. Già da aprile 2018
si era parlato del settimo ponte, mentre per l’ottavo, che fa parte del
Programma Nazionale di Investimenti, ancora non si sa molto a parte che servirà
per il passaggio della metro in vista dell’allargamento della linea e che
attrarrà i migliori ingegneri del mondo, ma per il quale ancora non si ha un
budget.
D.F.
La riunificazione
tedesca (Deutsche Wiedervereinigung) rappresenta la riconquista dell’unità
nazionale da parte della Germania, che alla fine della Seconda Guerra
Mondiale, conclusasi con la sconfitta del Terzo Reich, era stata divisa in due
Stati dalle potenze alleate. La riunificazione avvenne il 3 ottobre 1990 e i
passaggi fondamentali furono la caduta del muro di Berlino (9 novembre 1989) e
l’entrata in vigore del Trattato sull’unione monetaria (1° luglio 1990).
Leggendo sulle prime pagine del giornale tedesco Die
Zeit emerge che il 30° Anniversario dell’Unità tedesca è stato
celebrato nonostante il perdurare dell’emergenza da Covid-19. Frank-Walter
Steinmeier, Presidente della Repubblica federale tedesca da marzo 2017, la
cancelliera Angela Merkel e il Presidente del Bundestag Wolfgang Schauble hanno
preso parte a una funzione ecumenica nella chiesa di San Pietro e Paolo per
dare il via alle celebrazioni a Potsdam. Purtroppo, a causa della pandemia,
solo 130 ospiti hanno potuto partecipare, comprese le delegazioni di cittadini
degli stati federali. Le celebrazioni all’insegna del motto “Noi insieme”
saranno ospitate dal primo ministro del Brandeburgo Dietmar Woidke (SPD).
Steinmeier durante il suo discorso ha affermato che «oggi viviamo nella
migliore Germania che sia mai esistita» e ha inoltre aggiunto che i tedeschi
sono «i bambini fortunati al centro del mondo in Centro Europa» e «se è vero
che la rivoluzione pacifica può darci incoraggiamento anche oggi, allora
creiamo un luogo che ci ricordi questo coraggio».
Al Bundestag,
stando a quanto emerge sul giornale Tagesschau,
si sono tenuti discorsi emozionanti, anche da parte di oppositori politici.
Yvonne Magwas, membro del partito CDU di orientamento democratico-cristiano e
conservatore, ha vissuto il momento della riunificazione quando aveva dieci
anni e viveva nel Vogtland in Sassonia e ha affermato che «con così tante nuove
grandi opportunità, libertà e aria da respirare ho potuto studiare quello che
volevo, sono infinitamente grata alle persone che scesero in piazza per la
riunificazione a quell’epoca.» Il vicecancelliere Olav Scholz ha definito la
rivoluzione pacifica nella DDR e la riunificazione come un momento speciale
nella storia del popolo tedesco. Scholz ha inoltre avvertito di non dimenticare
la grande rottura strumentale economica che si era verificata nei nuovi stati
federali. In qualità di giovane avvocato, egli stesso rappresentava i comizi
aziendali e i sindacati nei nuovi stati. Ad oggi rimane ancora dell’opinione
che si sarebbero potuti trovare altri modi e soluzioni per diverse aziende.
Christian Lindner, leader dell’FPD, si è lamentato del fatto che si parla
troppo poco di ciò che è successo all’Est e ha richiesto di migliorare le
condizioni per lo sviluppo economico e di creare le condizioni per una maggiore
imprenditorialità.
M.S., L.R.
Nel Lancashire, Regno
Unito, due donne sono state ritrovate morte nella loro casa data alle
fiamme.
Secondo il
giornale The
Guardian, le vittime sono la dottoressa Saman Mir Sacharvi e la
figlia adolescente.
La polizia di
Burnley ha individuato due uomini residenti nella stessa cittadina dove
vivevano le due donne, accusandoli di omicidio e violenza sessuale. Inoltre, vi
sarebbe anche l’accusa di incendio doloso, appiccato probabilmente per coprire
le tracce del crime, come si legge su BBC News.
Il sovrintendente
John Holmes ha spiegato che le indagini stanno continuando e che la polizia sta
raccogliendo ulteriori informazioni per far luce su questo delitto, come
riportato da Sky
News.
In Irlanda
il National Public Health Emergency Team si è riunito per discutere la
strategia da adottare per contrastare un ulteriore aumento di casi di Covid-19.
Secondo BreakingNews.ie,
gli ultimi dati allarmanti hanno spinto le autorità a varare delle restrizioni
di livello cinque per l’intero Paese della durata di quattro settimane.
Tuttavia, la
decisione frettolosa presa dalla squadra nazionale di emergenza sanitaria
porterebbe a ulteriori disagi economici e sociali che metterebbero ancora una
volta in ginocchio i cittadini irlandesi, come si legge su The
Irish Times.
Come riporta Indipendent.ie, ulteriori restrizioni porterebbero
a speculazioni e l’onorevole McGrath ha espresso preoccupazioni dovute
all’attuale situazione sperando che non vengano adottate misure estreme.
S.C., S.P.
Il 4 ottobre si
festeggia in Russia la ricorrenza del lancio del primo satellite
artificiale da parte dell’Unione Sovietica nel 1957. Gli astronauti Anatoly
Ivanishin e Ivan Vagner, a bordo della Stazione Spaziale Internazionale hanno inviato
sulla terra un messaggio di auguri per questa giornata speciale dedicata al
63esimo anniversario del lancio dello Sputnik-1.
Gli astronauti si
sono congratulati con gli ingegneri e gli scienziati che hanno reso possibili i
primissimi passi verso la conquista dello spazio, nonché con tutti coloro che
nell’industria spaziale dedicano la vita a sfide difficili e interessanti,
volte alla scoperta e all’innovazione.
Il primo satellite
fu lanciato alle 22:28 dal Scientific Research Test Range n.5, ora denominato
Baikonur Cosmodrome,
in Kazakhstan. Oggi il Baikonur Cosmodrome rappresenta l’area di lancio umano e
artificiale più ampia del mondo. Da qui venne lanciato anche il primo volo
dell’uomo nello spazio, nel 1961, compiuto da Yuri Gagarin a bordo del
Vostok-1.
Sputnik-1 rimase in
orbita per 92 giorni, dall’ottobre del 1957 fino al 4 gennaio 1958, quando si
scontrò con l’atmosfera terrestre lasciando l’orbita, dopo aver compiuto 1440
orbite attorno alla Terra per 60 milioni di chilometri.
Parlando invece di
politica internazionale Russia, Francia e Stati Uniti preparano una nuova
dichiarazione congiunta sul Karabach.
È quanto riportato dall’agenzia di stampa russa “Ria Novosti” a seguito di
un’intervista al Ministro degli affari esteri della Federazione Russa Sergej
Lavrov. Egli afferma: “I tre presidenti del Gruppo di Minsk
dell’OSCE, rappresentati dai presidenti di Russia, Francia e Usa,
hanno fatto una dichiarazione forte. Adesso stiamo preparando un comunicato dal
Ministro degli Esteri dei tre paesi”. Il gruppo di Minsk
è appunto una struttura di lavoro fondata nel 1992 dalla Conferenza sulla
Sicurezza e cooperazione in Europa, con lo scopo di avviare una soluzione
pacifica e moderata della questione del Nagorno-Karabach.
I
leader dei tre paesi hanno invitato entrambe le parti opposte
a porre fine agli scontri, impegnarsi a iniziare le trattative senza precondizioni,
hanno condannato l’escalation ed espresso, infine, le condoglianze alle
famiglie delle vittime. L’invito a cessare il fuoco indirizzato a Baku e
Yerevan è giunto, inoltre, dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e dal
Segretario generale dell’Organizzazione, Antonio Guterres.
S.N., D.S.
AFRICA
In Senegal, le forti piogge di settembre
hanno causato inondazioni in varie zone del Paese. Come riportato da BBC
Afrique, il Ministro degli Affari Idrici del Senegal ha dichiarato, il 6
settembre, che è piovuto più in un giorno che in un’intera stagione. Le
precipitazioni, infatti, hanno causato molte vittime. Nonostante il Presidente
Senegalese abbia attivato un piano di emergenza, resta ancora molto da fare per
garantire la ricostruzione delle case di molte famiglie.
EA.V.
Il Novo Jornal scrive dei 28 anni
della democrazia in Angola. Dal 1992
gli angolani hanno votato anche nel 2008, 2012 e 2017, nonostante ci fosse
stata un’interruzione a causa della guerra civile. Nel 1992, le contestazioni
di Savimbi (uno dei più eletti) portarono ad una nuova guerra civile: ci furono
migliaia di decessi ed ebbe fine solo nel 2002 con la morte del politico. Oggi
in molti denunciano il presidente Lourenço di proteggere i suoi fedelissimi,
nonostante i vari episodi di corruzione. Insomma, la strada della democrazia è
ancora lunga.
M.P.
In Mozambico, lo
scorso weekend si è celebrata la 28° Giornata Nazionale di Pace e
Riconciliazione (4 ottobre) che segna la fine della guerra civile durata circa
16 anni (1977-92). Il presidente Filipe Nyusi ha affermato che sfortunatamente
questa ricorrenza è velata di dolore perché una parte della popolazione nelle
province di Cabo Delgado, Sofala e Manica vivono ancora il dramma della
violenza armata causata dagli attacchi terroristici. Il popolo merita un Paese
pacifico per cui il Mozambico continuerà ad utilizzare tutte le risorse
disponibili per garantire l’ordine, riporta DW.
D.F.
Il
Governo sudanese ha firmato un accordo di pace con alcuni gruppi ribelli
sudanesi, con l’obiettivo di porre fine ad anni di conflitto
armato nella regione del Darfur, nel Kordofan meridionale e nel Nilo
azzurro meridionale.
La
cerimonia della firma si è svolta a Juba, capitale del Sud Sudan,
finalizzando un accordo preliminare raggiunto ad agosto, dopo mesi di colloqui,
con i tre principali gruppi ribelli della regione del Darfur.
L’accordo
è stato firmato dall’opposizione armata, il Fronte rivoluzionario sudanese,
che comprende cinque movimenti armati e quattro movimenti politici. Due fazioni
principali, l’Esercito di liberazione del Sudan e il Movimento
popolare, non hanno aderito ai negoziati di pace.
Oltre
a Egitto, Qatar e Arabia Saudita, alla cerimonia della firma hanno partecipato
Ministri e leader di Governo dei Paesi vicini, nonché Salva Kiir Mayardit,
Presidente del Sud Sudan, che ha rivestito un ruolo cruciale nella mediazione
tra le parti, come riportato dalla BBC Arabic.
S.H.
MEDIO ORIENTE
In Siria,
il ministro degli Esteri Walid al-Mouallem ha ricevuto le lettere credenziali
presentate dall’ambasciatore omanita, Turki Mahmoud Al-Busaidi, il primo
ambasciatore di un Paese del Golfo a Damasco dallo scoppio della crisi siriana
nel 2011.
I
paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo, infatti, nel 2011 hanno sospeso
il lavoro ufficiale delle loro ambasciate in Siria dopo lo scoppio delle
proteste che chiedevano la partenza del presidente siriano Bashar al-Assad.
Il
ministero ha indicato che l’ambasciatore dell’Oman e il Ministro degli esteri
siriano si sono a più riprese confrontati sulle relazioni bilaterali e sul
rafforzamento della cooperazione tra i loro Paesi in diversi settori.
Emirati
Arabi Uniti e Bahrein nel 2018 avevano già riaperto le proprie ambasciate in
Siria ma senza nominare un ambasciatore, poiché la rappresentanza
nell’ambasciata di Abu Dhabi era limitata a un incaricato d’affari, sottolinea
la CNN
Arabic.
I
risultati di un sondaggio del Palestinian Central Bureau of Statistics
hanno mostrato che il 63% delle famiglie palestinesi non sarà in grado
di coprire le proprie spese mensili se le chiusure anti-coronavirus verranno
reimposte.
In
una dichiarazione, l’agenzia ha affermato che il 42% delle famiglie ha visto il
proprio reddito ridotto di almeno la metà durante il periodo di chiusura
rispetto a febbraio 2020, secondo quanto riportato da Sky
News Arabia.
L’indagine
condotta dall’Autorità di statistica ha incluso un campione di 9.926 famiglie
con l’obiettivo di valutare l’impatto della pandemia sulle condizioni sociali
ed economiche. Tale autorità aveva imposto una chiusura globale per contenere
lo scoppio del coronavirus tra il 5 marzo e il 25 maggio.
Secondo
il sondaggio, il 63% delle famiglie palestinesi ha fatto ricorso a prestiti di
denaro per coprire il proprio fabbisogno di vita durante la chiusura, rispetto
al 58% registrato in circostanze normali.
Questa
percentuale ha raggiunto il 79% delle famiglie a Gaza e il 52% in Cisgiordania.
S.H.
AMERICA
Accadono cose importanti in Messico,
nello specifico, nel progresso della lotta femminista. El
País ha intervistato alcuni membri del movimento femminista El
bloque negro, un gruppo che raccoglie donne provenienti da diverse
organizzazioni. Il giornale le ha incontrate nella sede della Commissione
Nazionale dei Diritti Umani, dove decine di loro si trovano attualmente per
sfuggire a situazioni drammatiche di violenza domestica, abusi sessuali e di
ogni tipo. Tra le intervistate ci sono donne più o meno giovani, con esperienze
spaventosamente diverse, ma tutte unite nella lotta contro il maschilismo
radicato e violento nel loro Paese. Affermano di non aver più paura e di essere
disposte a tutto per protestare e manifestare, anche a picchiare e a farsi
picchiare dalla polizia durante le loro rivolte. Nel loro Paese vengono spesso
indicate come violente, ma a loro non importa, perché sono convinte di fare la
cosa giusta per una giusta causa. Ricordiamo infatti che in Messico si
registrano circa 10 femminicidi al giorno, per un totale di tremila all’anno, e
il 90% degli assassini resta impunito.
Rimaniamo in
Messico: El
Paísinforma di una nuova proposta da parte del gruppo
femminista Menstruaciόn Digna México per poter abolire il 16% di IVA
imposta su tutti i prodotti associati alla menorrea. L’iniziativa è stata
presentata da Martha Tagle alla Camera dei deputati lo scorso settembre.
Attualmente 63 milioni di bambine e donne in Messico sono fertili e 1 su 4 vive
in condizioni di povertà. Si tratta di un tema molto sentito, che il gruppo
spera di affrontare con l’apertura di un dibattito sulla salute, sulla
disuguaglianza e sulla giustizia finanziaria.
L.C, M.D.F. e I.V
Negli Stati Uniti, il New
York Times riporta
le spese relative alla campagna elettorale di Biden (49,5 milioni di dollari) e
di Trump (21,3 milioni di dollari) dell’ultima settimana.
Questa settimana è iniziata con
un dibattito presidenziale diverso da tutti gli altri e si è conclusa in modo
sorprendente: il Presidente Trump e la first lady Melania Trump, hanno detto di
essere risultati positivi al coronavirus, gettando così la Casa Bianca e la
corsa presidenziale nel caos.
Molti politici, che hanno
contratto il Covid-19, affermano che vivere il virus può essere un punto di
svolta, perché costringe loro a riesaminare le proprie opinioni sulla pandemia.
Uno tra questi è Kevin Brooks, il sindaco di Cleveland, che ha passato ben undici
giorni in ospedale. La sua affermazione, riportata dal New
York Times, è stata: “Penso che il presidente Trump avrà
probabilmente una visione diversa del virus ora che è risultato positivo”.
S.C., S.P
In Canada, la crisi sanitaria relativa al
Coronavirus sta peggiorando. Secondo quanto riportato da Journal de Montréal, il Québec ha visto aumentare il numero di
contagi del 50% in appena una settimana: dal 28 settembre al 4 ottobre
compreso, 6.558 persone sono risultate positive al Covid-19, di cui 1.079 solo
domenica. Ciò rappresenta una media di 937 contaminazioni al giorno, nonostante
le nuove misure di contenimento nelle zone rosse come Montréal e Québec.
L’unico dato positivo è un rallentamento del 75% del tasso di progressione
della malattia.
EA.V.
Come riporta UOL, in Brasile i festeggiamenti per il carnevale del 2021 sono stati
rinviati. La tradizione prevede sfilate e feste in strada che però non
avverranno fino a tempo indeterminato, come annunciato dagli organizzatori
dell’evento. La questione si è presentata già da luglio quando, cinque delle
dodici scuole di samba a Rio de Janeiro, hanno chiesto, in caso di mancanza di
un vaccino entro il mese di settembre, un rinvio dell’evento. Durante il tipico
Sambodromo, ogni scuola sfila con circa 3000 membri in costume, ballando e
cantando molto ravvicinati. Inoltre, lo Stato di Rio de Janeiro è il secondo
più colpito dal Covid mentre il primo è quello di San Paolo. Il carnevale della
città di San Paolo è uno dei più importanti in Brasile, con un’affluenza di
circa 120 mila persone. È la seconda volta che il carnevale di Rio viene
posticipato: la prima è stata nel 1912 per la morte del Ministro degli Esteri
José Maria da Silva Paranhos Junior.
M.P.
ASIA
In Cina, l’alleviamento
mirato della povertà è un concetto avanzato dal Comitato centrale del Partito
comunista cinese. Persistere nell’alleviamento mirato della povertà e
nell’emancipazione mirata dalla povertà costituisce la strategia fondamentale
per vincere la lotta contro povertà. Nel corso dell’applicazione della
strategia occorre realizzare “6 precisioni” (gli oggetti precisi
dell’alleviamento della povertà, le misure nei confronti delle famiglie
precise, la pianificazione precisa dei progetti, l’uso preciso dei capitali,
l’invio preciso del personale in villaggi, e i risultati precisi
dell’alleviamento della povertà), e applicare “5 gruppi”(un gruppo di
persone affrancate dalla povertà attraverso lo sviluppo della produzione, un
gruppo di persone affrancate dalla povertà attraverso il trasferimento in altre
località, un gruppo di persone affrancate dalla povertà attraverso la
compensazione ecologica, un gruppo di persone affrancate dalla povertà
attraverso lo sviluppo dell’istruzione, un gruppo di persone garantite dalla
previdenza sociale).
La testimonianza
di Li Ping al South
China Morning Post, ci fa in qualche modo comprendere cosa ci sia
dietro a questa lotta incessante contro questa piaga che colpisce le zone
rurali della Cina. Li è stato trasferito in un remoto angolo montuoso della
Cina sud-occidentale nel 2016 con la missione di aiutare a far uscire la
comunità dalla povertà. Ad Oggi, la contea di Xide nella provincia di Sichuan –
l’area sotto la giurisdizione di Li – è sul punto di raggiungere ufficialmente
l’obiettivo.
Xide è una delle
sette contee nella parte occidentale del Sichuan che è ancora sotto la soglia
di povertà e la comunità è in attesa di ricevere notizie dai livelli più alti
di governo per sapere se ha raggiunto l’obiettivo. Ma questo non significa che
la preoccupazione sia finita.
Li Ping è
uno dei 3 milioni di funzionari statali inviati nelle aree povere del paese,
con l’obiettivo di liberare le zone rurali dalla povertà. Un progetto questo,
iniziato circa cinque anni fa, da l presidente Xi Jinping, che vorrebbe liberare
il paese dalla povertà in tempo per il centenario del prossimo anno dalla
fondazione del Partito comunista.
Per molti di
questi funzionari, la missione ha avuto un grande costo personale: Li dedica la
maggior parte delle sue ore di veglia al compito.
Han Feng,
dell’Ufficio per l’alleviamento e lo sviluppo della povertà del Sichuan, ha
affermato che che lavorava circa 14 ore al giorno e talvolta nei fine
settimana, visitando le aree rurali e riferendo i progressi e i problemi al
governo provinciale e al comitato del partito.
“Sono
responsabile delle contee che sono profondamente impantanate nella povertà e la
pressione è particolarmente grande”, ha detto Han. “Stiamo spendendo
fondi governativi, adottando approcci non ortodossi e lavorando molte ore per
compensare le carenze per rispettare la scadenza del 2020”.
Questo sforzo
sembra dare i suoi frutti in alcune parti del paese, infatti alla fine dello
scorso anno, il numero di persone che vivevano in povertà assoluta era di 5,51
milioni, in calo rispetto a oltre 98 milioni nel 2012, secondo i dati
ufficiali.
Dong Jiaqi, capo
della pianificazione e delle finanze presso il Leading Group Office of Poverty
Alleviation and Development del Consiglio di Stato, ha affermato che parte del
progresso è dovuto al grande sforzo dei vari funzionari e che la spinta della
Cina per educare le persone ad uscire dalla povertà è iniziata garantendo
l’istruzione gratuita.
In base al sistema,
i massimi dirigenti del partito e del governo di 22 province centrali e
occidentali si sono impegnati ad assumersi la responsabilità dell’attuazione
del programma. Anche i funzionari di città, contea, municipalità e villaggio
hanno preso impegni simili.
Combattere la
povertà è fondamentale per garantire a ogni cittadino cinese una vita serena e
dare a tutti le stesse opportunità.
G.R.
OCEANIA
In Nuova
Zelanda, secondo il The
Guardian, Jacinda
Ardern, Prima ministra e leader del Partito
Laburista, afferma che il Paese non aprirà i confini fino a quando
l’Australia non registrerà un mese senza trasmissione comunitaria di Covid-19.
Venerdì
2 ottobre, le autorità sanitarie del New South Wales hanno annunciato che per
sette giorni consecutivi non c’è stato nessun caso di contagio Covid trasmesso
localmente e, per tale ragione, Scott Morrison e Jacinda
Ardern hanno concordato che i neozelandesi potranno viaggiare nel New South
Wales e nel Northern Territory dal 16 ottobre, come riporta il The
Guardian.
S.C, S.P
Rassegna
stampa a cura di:
Ariela Capuano (responsabile lingua inglese)
Salvina Calanducci e Simona Picci (lingua inglese)
Giulia Deiana (responsabile lingua francese)
Silvia Calbi e Elen’Alba Vitiello (lingua francese)
Alessandra Semeraro (responsabile lingua spagnola)
Lavinia Cataldi, Michela Di Franco e Ilaria Violi (lingua spagnola)
Veronica Battista (responsabile lingua portoghese)
Martina Pavone e Diana Fagiolo (lingua portoghese)
Silvia Santini (responsabile lingua tedesca)
Michela Sartarelli e Laura Razzini (lingua tedesca)
Clarissa Giacomini (responsabile lingua russa)
Silvia Noli, Diana Sandulli (lingua russa)
Sara Zuccante (responsabile lingua araba)
Samar Hassan (lingua araba)
Claudia Lorenti (responsabile lingua cinese & coordinatrice del progetto)
Gioia Ribeca (lingua cinese)