PAGELLE JOHN CABOT vs UNINT

REBECCA 9

Stavolta non è lei l’unica protagonista della partita, quella costretta a prendere più volte i palloni dalla sua rete. Ma comunque, non possiamo dire che sia stata proprio tranquilla. Scopre di avere delle braccia da catapulta e minaccia con qualche parolaccia le sue compagne di squadra se non buttano il pallone fuori dalla sua area. Sostiene le sue amiche che debuttano in campo minacciando ritorsioni se ridono e sbagliano. IL SUO PUNTO DI FORZA È LA CATTIVERIA.

CLARA 9,5

Si mette lì, a difendere e ad inseguire le avversarie che Vanni e Lorenzo indicano. Soldatino instancabile che combatte a muso duro e che, con inspiegabile e devastante nonchalance si permette di chiedere a se stessa e ad alta voce, nel bel mezzo del secondo tempo, chi le darà mai un passaggio fino a Montagnola. Poi, quando la partita si incattivisce perché le Americane iniziano a non avere più la sportività finta dell’inizio, regala sguardi cattivi e minaccia vendette. Ma, col mister che le ricorda di fare solo calcio, finge sorrisi anche più inquietanti di prima. MERCOLEDI’ ADDAMS.

GIUSY 10

Diciamoci la verità. L’infortunio che aveva e quelle volte dove diceva “meglio che non entro, tranne se non siamo in emergenza” erano tutte occasioni per guardare, studiare e imparare dalle sue compagne. Come se nulla fosse, entra in campo e si mette lì a difendere impedendo anche al vento di Trastevere di passare. Protegge la sua amica Rebecca dagli attacchi avversari perché sa, da amica, che glielo rinfaccerebbe a vita. Contesta due falli fischiati e con la notte da Oscar di domenica scorsa minaccia di fare l’attrice anche lei. Entra in campo e sentendo l’inglese minaccia di saperlo e di rispondere a dovere, ma nella sua lingua. INGLESE C2, ABRUZZESE MADRELINGUA.

LAURA 10+

Ecco a cosa servivano tutti quei tiri che provava in allenamento, rubando i palloni dalle mani del Mister e imprecando ogni tanto per le minelle che uscivano dai suoi piedi. Senza la sua dolce metà di avventure e disavventure calcistiche Elisa, si responsabilizza e si sistema i piedi e si regala tutti i goal mangiati e sbagliati in allenamento. Goal a parte, corre a destra e a sinistra, sbatte la porta in faccia alla giocatrice eccezionalmente in felpa e, forse, inizia a scoprirsi anche più letale e cinica. DURACELL.

IDA 10+

Dovrebbe prendersi dei falli, ma non lo fa. Potrebbe cadere per impietosire l’arbitro, ma non lo fa. L’orgoglio e il fuoco calabresi che bruciano dentro la fanno stare in piedi, la fanno correre e provare a fare di tutto per la squadra e per la gloria personale. Poi, si scopre anche prestigiatrice. Perché inventa un sombrero meraviglioso che fa vedere alla JCU il mondo da Seattle a Miami e fa numeri di prestigio dove nasconde i palloni e si divincola come un serpente sinuoso in mezzo a tre urlando Abracadabra. LA PALLA ORA C’E’, ORA NON C’E’.

ALICE E FRANCESCA 10

Carine loro in panchina, ad aspettare il loro momento in partita che potrebbe anche non venire…non era un problema dato il fisico delle avversarie. Sostengono la squadra e placano Clara e Giusy che cercano giustizia privata e invidiano, allibite, chi gioca quasi in mutande mentre loro hanno il giubbottino addosso. Poi entrano e per pochi istanti di gara assaggiano il campo regalando un paio di chiusure e dimenticando che dopo un goal bisogna rientrare nella propria metà campo. CARINE E COCCOLOSE…FINCHE’ REBECCA NON CI URLA!

MISTER s.v.

Non ci autogiudichiamo, ma gustiamoci i successi individuali e di squadra delle ragazze. Raccoglie finalmente i frutti di un lavoro intenso, difficile, ma al quale aveva sempre creduto e non per il valore delle altre squadre, ma per quello della sua squadra. ORGOGLIOSO.

LORENZO s.v.

Il nuovo vice che suggerisce in un momento di maggiore ottimismo e lucidità qualche cambio e innesto per sfruttare il morale della squadra. Stavolta nessuno gli urla, le avversarie non gli dicono nulla e lui si gode la partita sognando un’altra impresa per la sua squadra contro la Cattolica e per le ragazze dopo quanto successo con l’Europea. L’ OTTIMISMO È IL PROFUMO DELLA VITA. 

Vanni Nicolì