Aspettando Innamorati pazzi

Intervista all’autrice

Felicia Kingsley: architetto, scrittrice e mamma, donna dalle mille risorse che ci allieta le giornate con i suoi romanzi da classifica.

Nasce nel 1987 la nuova stella del Romance italiano, è romagnola e con le sue parole stampate su carta, conquista i cuori di lettori e lettrici anche oltre i confini nazionali, venendo tradotta in inglese, ceco e, recentemente, spagnolo.

Con i suoi libri dimostra che, per avere una bella storia, non c’è necessariamente bisogno del classico bad boy temuto e desiderato da tutti, le storie d’amore sono belle, soprattutto, se tra i protagonisti regna un equilibrio di parità, in cui nessuno prevarica l’altro.

Ogni suo libro è fresco e colmo di sfumature sempre diverse che ci fanno viaggiare. 

Da una diva newyorkese, ad un’operaia toscana, passando per un’architetta ed una particolare truccatrice teatrale londinesi, fino ad arrivare ad un’aspirante scrittrice ed un’assistente di un direttore di produzione del West Coast, assieme a tante altre fantastiche donne protagoniste.

Felicia parla di tutti noi, e lo fa con una maestria ed umorismo strabilianti.

Inizia a scrivere fanfiction al liceo e, nel 2016, pubblica il suo primo romanzo: Matrimonio di convenienza.

Nel 2020 scrive Appuntamento in terrazzo, novella con la quale raccoglie fondi per il policlinico di Modena, in cui racconta a modo suo proprio la vita durante il lockdown; e nel 2022, con Non è un paese per single, vince il “Premio enoletterario Vermentino”.

Tra i suoi mille impegni di ogni giorno, ha trovato anche il tempo per concedermi quest’intervista.

Il 28 marzo uscirà la sua nuova novella Innamorati pazzi: prequel, sequel e spin-off del suo amatissimo libro Due cuori in affitto, e noi aspettiamo con ansia di poterci immergere tra le sue pagine.

Ciao Felicia, c’è qualcosa che vuoi dire a chi leggerà la tua nuova novella intitolata Innamorati pazzi

Che spero di rievocare in loro tutte le sensazioni provate leggendo Due cuori in affitto, poiché a me è accaduto scrivendolo. Non si tratta di un vero e proprio romanzo sequel, piuttosto è una serie di momenti successivi al finale di Due cuori in affitto che ci permettono di sbirciare nella loro vita di coppia.

Pensi che ci sia una possibilità in futuro per il sequel di qualche altro tuo romanzo? 

Tutti i miei romanzi nascono come stand-alone. I sequel, prettamente intesi, sono una nuova storia con una nuova trama che va a rimettere in discussione quanto detto nel primo libro. Per me, quando i miei protagonisti si mettono insieme a fine romanzo, è per sempre. Poi, mai dire mai, oggi la penso così, magari un domani mi arriva un’idea di un seguito potente che urge per essere raccontata e quindi per me subentrerà il bisogno di farlo. Solo gli stupidi non cambiano idea, si dice.

Tra quelle dei tuoi libri, qual è la tua “bookcouple” preferita?

Li amo tutti, non posso scegliere.

Cosa provi quando scrivi? 

La scrittura per me è un’esigenza, un bisogno naturale. Scrivere mi fa stare bene. Il processo creativo è faticoso, ci sono più momenti in cui magari mi areno ma poi riparto. Il fatto che mi faccia stare bene non significa che sia una cosa facile.

Hai qualche consiglio per le aspiranti scrittrici e gli aspiranti scrittori?

Di non pensare al dopo, al cercare un editore, al pubblicare, alle classifiche.

Di pensare solo alla scrittura, al momento presente, e a divertirsi rigirando le carte della storia. Molti concepiscono la scrittura come qualcosa di definitivo, una volta scritto quel capitolo non si può più tornare indietro. Invece no, la storia è come creta, va manipolata all’infinito senza la paura di cancellare, tagliare, riscrivere, spostare. La scrittura è (soprattutto) riscrittura.

Hai mai giudicato un libro dalla copertina?

Sono un essere umano, mentirei se sostenessi di no.

Com’è stato il tuo primo approccio all’editoria? 

Ingenuo. Vengo da un’altra sfera professionale e ancora oggi, ogni giorno, imparo una cosa nuova.

Se potessi tornare indietro, cambieresti il tuo pseudonimo o lo lasceresti così com’è?

Non cambierei nulla, mi piace tutto così com’è.

Qual è il tuo love trope preferito? Quale invece ti piace meno?

Ogni trope ben usato e ben scritto mi piace; viceversa, anche il trope “del cuore” se maltrattato con un’idea che funziona poco o una scrittura trasandata, non è piacevole da leggere.

Sui social ti fai chiamare “zia Felicia”, come mai? 

Su TikTok, dove sono nettamente più “vecchia” della media degli utenti spesso mi ritrovo a fare discorsi e ragionamenti volti a chiarire dubbi, svelare curiosità, o anche mettere pace a polemiche un po’ come se fossi una zietta.

Cosa deve avere un libro per lasciarti il segno?

Dialoghi incalzanti e personaggi tridimensionali dei quali, una volta chiuso il libro, sentire la mancanza.

Durante la tua carriera universitaria, avresti mai pensato di diventare “Felicia Kingsley”? 

Averci la palla di vetro… 

Descrivi la tua nuova novella in tre parole.

Pazza (lo dice anche il titolo), colorata, sentimentale, nel senso che a guidarmi nella scrittura è stato l’affetto che provo per i personaggi.

E adesso descrivi te stessa in tre parole. 

Disorganizzata, pigra, ma anche determinata.

Fortunatamente l’unico pregio è l’arma per contrastare gli altri due difetti.

Il tuo libro Due cuori in affitto è stato da poco tradotto in spagnolo, quando hai iniziato la tua carriera da scrittrice, avresti mai immaginato di “abbattere le barriere linguistiche” con la tua scrittura?

Per gli autori italiani le traduzioni sono sempre un grande traguardo e opportunità, sarebbe bello che all’estero ci dessero più opportunità, specie dal mondo anglosassone. A volte, ho la sensazione che dagli autori italiani vogliano ancora l’Italia degli stereotipi e non concepiscano che anche qui siamo in grado di scrivere storie dal respiro internazionale. 

Infine, hai un suggerimento per noi universitari?  Di fare quello che non ho fatto io: divertitevi e godetevi la vita universitaria. Io, purtroppo, mi sono concentrata solo e unicamente sul dare esami senza mai restare indietro e ora mi sono accorta di essermi persa tanto a livello di esperienza umana. A oggi è il mio rimorso più grande e purtroppo il tempo non si rimanda indietro.

Termina così la nostra intervista.

Potete trovare Felicia in ogni libreria e su tutte le piattaforme social.

Asia Festa Amorino