Rompiti una gamba

Buon venerdì, lettrici e lettori di UNINTBlog!

L’articolo di oggi vi racconterà quella che probabilmente rappresenta la frase idiomatica più nota della lingua inglese, a sua volta uno dei codici linguistici più conosciuti, parlati, tradotti e studiati al mondo: break a leg (letteralmente rompiti una gamba), utilizzata dagli anglofoni come auspicio di buona fortuna.

Gran parte di chi leggerà queste parole, quindi, con molta probabilità avrà già confidenza con questo augurio della lingua inglese, rivolto perlopiù a musicisti e attori in procinto di affrontare un’audizione o uno spettacolo. Allora perché dedicarle un articolo? Perché The idiom salad non vuole essere una semplice raccolta di frasi stravaganti che suscitano una qualche forma di ilarità, ma si pone l’obiettivo di sottrarre le espressioni idiomatiche alla loro apparente assurdità, portando la discussione sul piano della comprensione logica.

E ora torniamo agli inglesi e alle loro forme augurali a prima vista discutibili. Le ricostruzioni logiche che sono state proposte per spiegare break a leg – innumerevoli, discordi e talvolta poco plausibili – sono accomunate dal contesto di origine attribuito a questa frase: il teatro, dove in passato un più diretto good luck (in italiano buona fortuna) risultava sgradito, perché si riteneva potesse sortire l’effetto contrario. Per questioni di scaramanzia, allora, era ritenuto più appropriato augurare disgrazie.

Un’altra tesi, invece, sostiene che originariamente questa espressione venisse impiegata come formula di incoraggiamento per attori in procinto di sostenere un’audizione per ottenere un ruolo nel cast, che in inglese- tra le diverse accezioni – può indicare sia il complesso degli attori scritturati per un film, uno spettacolo teatrale o un programma televisivo, sia il bendaggio gessato applicato in caso di fratture alle ossa (comunemente, gesso). Nella mente di un anglofono, quindi, l’augurio della rottura di una gamba (break a leg) dovrebbe evocare il cast, dapprima nell’accezione di gesso – conseguenza della frattura – poi nel significato di complesso di attori: un augurio creativo di superare l’audizione.

Un’ulteriore teoria attribuisce l’origine di questa espressione all’antica Grecia, in cui sembrerebbe che gli spettatori fossero soliti manifestare apprezzamento per gli spettacoli teatrali battendo i piedi a terra, mentre altre ricostruzioni la fanno risalire al teatro inglese di epoca elisabettiana, quando il pubblico preferiva esprimere il proprio gradimento sbattendo le sedie a terra. In entrambi i casi, come s’intende, l’augurio della rottura di una gamba – del pubblico o della sedia – equivaleva ad augurare una performance di grande successo. E ancora, superare (to break) la linea che divideva il dietro le quinte dal palco (la leg line) significava avere la possibilità di esibirsi e, di conseguenza, essere pagati: il miglior augurio per un attore.

L’elenco delle ricostruzioni proposte potrebbe continuare ancora per diverse righe, ma la più accreditata tra gli etimologisti resta quella che la fa derivare per via indiretta dalla formula augurale non idiomatica della lingua yiddish hatsloche un broche – cioè successo e benedizione – la cui pronuncia ricorda il tedesco Hals- und Beinbruch, ovvero frattura al collo e alla gamba, in inglese neck and leg(bone) break. Così, per l’ironia dell’assonanza, su influenza dello yiddish Hals- und Beinbruch si sarebbe diffusa nella lingua tedesca come espressione idiomatica augurale, influenzando a sua volta l’attestazione dell’inglese break a leg, che ne rappresenta per certi versi la traduzione letterale.

Al di là delle questioni etimologiche, che restano irrisolte, l’italiano offre una soluzione traduttiva ugualmente idiomatica, non meno curiosa e interessante: in bocca al lupo. Ma questa è un’altra storia…

Giulia Coladangelo