Women Talking

Buongiorno a tutti, mi presento sono Marta e frequento la magistrale in Investigazione, criminalità e sicurezza internazionale e le mie passioni da sempre sono la lettura, i film e le serie tv. Ho deciso di iniziare a recensire anche e soprattutto per questa mia passione e per condividere le mie opinioni. Per quanto riguarda i generi leggo e guardo un po’ di tutto dal fantasy ai saggi passando dai drama coreani agli anime e i manga.

Come prima recensione vi voglio portare uno degli ultimi film che ho visto per preparami alla serata più importante per noi cinefili: gli Oscar. Il film in questione è Women Talking – Il diritto di scegliere diretto da Sarah Polley con Claire Foy e Jessie Buckley giusto per citare due delle donne presenti in questa meravigliosa pellicola.

TRAMA

Una comunità religiosa si spacca in due: da un lato ci sono gli uomini, alcuni dei quali (forse tutti?) hanno narcotizzato e poi abusato delle “femmine” di ogni età, lasciandole emotivamente e fisicamente danneggiate o addirittura incinte, tanto che una di loro ha scelto il suicidio; dall’altro ci sono le donne e le ragazze più grandi, riunite in un fienile per decidere come reagire all’accaduto. Le opzioni sono tre: perdonare, in conformità con i dettami della fede; dare battaglia agli stupratori; o abbandonare la comunità per trasferirsi altrove. La discussione si anima e ognuna delle presenti, dalle più giovani alle più anziane, esprime la sua posizione, talvolta in toni accesi, talvolta con rassegnazione. A prendere appunti sulla procedura, per richiesta delle partecipanti, è un uomo, August, ex insegnante della comunità cacciato tempo addietro insieme alla madre che seminava troppi dubbi e poneva troppe domande scomode ai vertici (maschili). La tensione cresce, ma non mancano brevi momenti di ilarità e slanci di affetto fra tutte le partecipanti.

RECENSIONE

La pellicola esplora le complesse questioni di genere, potere e oppressione all’interno di una comunità profondamente religiosa e patriarcale. Questo film non è stato creato per essere un film con un reparto tecnico avanzato, tutte le scene di maggiore potenza e forza si svolgono, infatti, in un fienile e in alcune camere da letto.

Questa è una produzione cinematografica sulla violenza ma di violenza, in verità (e finalmente vorrei dire), non se ne vedrà l’ombra per tutto il film. I film moderni tendono a far vedere scene molto crude per far capire e comprendere il dolore di chi le ha vissute ma a Women Talking non serve e in questo la regista Sarah Polley fa un ottimo lavoro. È sufficiente sentire il tono della voce delle diverse donne, le loro emozioni, il dolore al dovere raccontare ad alta voce il loro trauma, per comprendere immediatamente tutto l’orrore che hanno dovuto subire. Molto importante è anche come loro capiscano passo dopo passo discutendo tra di loro di essere state non solo manipolate tutta la vita dalla loro comunità ma di non avere uno scopo preciso nella loro vita, un’ambizione.

Verrà sottolineato più volte durante tutta la durata del film, infatti, come vorrebbero saper leggere, scrivere, leggere una mappa e imparare nuove cose riguardanti il mondo fuori dalla loro piccola comunità. Ecco questo sarà il punto focale di tutta la pellicola: restare nella loro quotidianità di soprusi e paura o andare via e lasciare ogni cosa per avere finalmente una speranza? Una domanda chiave per queste donne che, nonostante abbiano età diverse, hanno tutte subito la stessa esperienza di violenza.

Anche la religione svolge un ruolo chiave in tutta la loro vita: le ha convinte che fosse giusto rimanere, che fosse quello che è da loro voluto e che, se adempieranno al loro compito, riceveranno la Salvezza dopo la loro morte. Questa è una delle gabbie, se non quella principale, che le intrappola a queste sofferenze e sembra non dar loro una via d’uscita.

Restare o andare via? Qual è la scelta giusta?

Ci sentiamo con la prossima receustione!

Marta Golotta