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Inventing Anna

Hello dearies, oggi vi porto nella magica New York, dove farete la conoscenza di Anna Sorokin, in arte Anna Delvey, una delle più celebri truffatrici dell’élite finanziaria della Grande Mela.

Parlo infatti della miniserie di 9 episodi disponibile su Netflix dall’11 febbraio 2022 Inventing Anna che racconta (anche se in maniera un po’ romanzata) la storia di questa giovane fantomatica ereditiera tedesca (in realtà di origini russe). Con grande carisma e charme, riesce a truffare hotel prestigiosi, banche ed esponenti di spicco dell’alta società newyorkese, fin quando i suoi loschi giochetti non vengono smascherati dai diretti interessati una volta fatto il misfatto.

Se non vi ho ancora convinti, posso svelarvi un altro punto a favore di questa miniserie: è un altro gioiellino uscito dalle scuderie di Shondaland, e sebbene venga specificato in ogni episodio che “gli eventi riportano fatti veri eccetto per le parti totalmente inventate”, posso assicurarvi che nemmeno in questo caso mamma Shonda sbaglia. Trasforma, infatti, l’articolo scritto dalla giornalista Jessica Pressler “How Anna Delvey Tricked New York’s Party People”, in una serie drammatica ma ricca di colpi di scena, intrecci e connessioni per nulla scontate, tenendo lo spettatore incollato allo schermo dal primo all’ultimo episodio.

Nel corso della serie assistiamo attraverso dei continui flashback alle vicende che hanno portato Anna Delvey in prigione nel 2019, con diverse accuse di frode per somme di denaro esorbitanti.

Fin dal primo episodio conosciamo anche Vivian Kent, una tenace giornalista determinata ad ogni costo a scoprire la vera storia di Anna, cercando di capire se effettivamente sia la truffatrice contro cui tutti puntano il dito, o l’incarnazione del sogno americano: semplicemente una giovane donna di 26 anni con un fondo fiduciario che vale milioni di dollari, accusata ingiustamente.

Tutti conoscono Anna Delvey ma nessuno riesce a spiegarsi come abbia fatto ad ingannarli, perché si presenta come una giovane donna ambiziosa, intrigante e determinata, riuscendo a circondarsi dei personaggi più in voga del panorama mondano newyorkese, partecipando a feste esclusive, investendo in progetti da milioni di dollari e guadagnandosi la fiducia di tutti. Tutto ciò, senza destare alcun sospetto circa la natura del suo millantato patrimonio da capogiro in nessuno dei suoi amici altolocati, che anzi, la considerano una di loro.

Probabilmente lo charme che la stessa Anna emana in ogni luogo in cui si trovi, che ha fatto supporre a imprenditori, banchieri, ed esponenti della high society di NY che lei fosse davvero chi affermava di essere. Shonda riesce benissimo a catapultare lo spettatore in un mondo patinato accessibile solo ai pochi con uno status sociale ed economico di tutto rispetto, dove a pochissimi è permesso entrare ed altrettanto a pochi è consentito rimanere.

La vicenda prende forma poco a poco, come fosse un intricato puzzle pieno di zone d’ombra ed in ogni episodio scopriamo qualcosa di nuovo attraverso lo sguardo di amicizie e conoscenze di Anna, in cui la narrazione si fa via via più incalzante. Ogni personaggio non può, e non deve essere, semplicemente bollato come buono o cattivo, perché la verità è che ognuno di loro non fa altro che curare i propri interessi, in un modo o nell’altro.

In un mondo iperconnesso e sotto lo sguardo imperscrutabile dei social media, quale sarà il giudizio su Anna, capro espiatorio o scaltra carnefice?

Worth the hype, isn’t it?

Let me know!

Francesca Nardella