Presentazione

Guardo il foglio con un enorme senso di inadeguatezza cercando di capire cosa scrivere ma non mi viene nulla, ma insieme mi viene tutto; sono le cose apparentemente più elementari quelle più difficili da inserire in una architettura compiuta, davanti a cui le parole sembrano non essere in grado di afferrare i pensieri e si mostrano sempre troppo scontate, troppo ridicole, troppo banali. Per chi si è sempre sentito al margine, poi, è ancor più difficile raggiungere il centro delle cose e trovare un modo adatto per presentarsi.

Cerco di sforzarmi. Quel che posso dire di me è che la tenerezza mi disarma come una carezza inattesa su un campo da guerra, che per me la contraddizione è lo stimolo per qualsiasi processo creativo e che le cose mi piace vederle di traverso, con uno sguardo obliquo o sottosopra o in penombra. E se dovessi individuare uno spazio di mondo in cui collocarmi – sebbene lo stia ancora cercando, e non credo che esista – mi metterei nell’interstizio nascosto tra la persona che sono e quella che vorrei essere.

La mia più lunga e importante storia d’amore è quella col mondo. I viaggi sono una storia d’amore durata una vita e legata alla mia, di vita, a filo doppio. Questa è una storia che permea 22 anni, la mia storia, la mia vita, tutte le frontiere superate, tutte quelle che vorrei avere il coraggio di superare, e tutti i mille possibili modi di comunicare in mille possibili lingue, come scoprirete nella nostra rubrica. Conoscere i viaggi di un viaggiatore significa avere un passaporto con visto speciale d’accesso al suo cuore e, forse, non ci sono tratte a unire due anime se non quella cuore-cuore, la più antica e semplice del mondo. Il viaggio è una eredità che porto fin dentro le ossa e mi fa dire: io sono una strada senza meta. Sono la strada che ho percorso, soprattutto quand’ero persa; i viaggi che ho fatto e le persone che hanno camminato sugli stessi passi anche solo per un giorno; sono quel ritaglio che è faticosamente venuto fuori da tanti diversi e incoerenti frammenti di vita. Sono nell’inevitabile contaminazione di chi viaggia ed è disposto a non sentirsi mai a casa e insieme a sentirsi a casa in ogni parte del mondo. Sono il miscuglio di odori di pelli diverse; gli occhi che vedono, accolgono e si lasciano meravigliare.

L’altra grande storia d’amore è quella con le parole. In una vita di incostanza nei rapporti umani, alla scrittura invece sono stata fedele sempre e l’ho compiuta come si compie un movimento involontario e convulso. Un arto fantasma. Per scrivere non credo servano particolari escrescenze filosofiche o parole complesse per concetti facili; non serve lambiccarsi ore ed ore su un pensiero o tentare di catturarlo a mezz’aria. Non serve navigare in fiumi e fiumi di parole, non è acrobatica né virtuosismo. Non è necessariamente voler trovare un senso. Questo è quello che non è. Cosa è, invece, non saprei dirlo, ma c’è qualcosa di tremendamente bello e insieme crudele nel non riuscire a dirlo, lasciando ogni definizione incompiuta.

Così come incompiuta vuole essere questa piccola (disagiata) presentazione.

Evelyn De Luca

Ciao!

Sono Federica, ho 24 anni, sono una laureanda in interpretariato e da quest’anno collaborerò, insieme ad Evelyn, alla rubrica #losapevateche?

Sono una genovese trapiantata a Roma, città che, nonostante l’assenza del mio amato mare (e del pesto), mi ha trasmesso quella piacevole sensazione di casa, facendomi sentire In my place, come cantava Chris Martin…
Non sto mai ferma, amo scoprire il mondo che mi circonda, lasciarmi sorprendere dalle cose più semplici e, soprattutto, amo ascoltare.

Amo ascoltare le storie delle persone che incontro per scoprire e imparare sempre qualcosa di nuovo e, in particolare, adoro ascoltare i rumori della quotidianità e della città.
E al tempo stesso mi piace raccontare e scrivere.

Ho sempre avuto un rapporto profondo e a tratti complesso con la scrittura, una grande amica grazie alla quale sono riuscita a dar voce ai miei pensieri, anche quando sembrava troppo difficile. Tuttavia, purtroppo. negli ultimi anni non le ho dato l’importanza che meritava. Nonostante questo, lei, comprensiva e gentile, mi ha sempre capita e perdonata e io, beh, le ho sempre riservato un posto speciale nel mio cuore.

Ecco perché ho deciso di intraprendere questa avventura con UNINT Blog: non solo per dimostrare alla scrittura che non l’ho mai dimenticata, ma anche per mettermi in gioco, unendo il mio amore per la scrittura alla passione per le lingue.

A proposito di lingue, quest’anno, nella rubrica #losapevateche? si affronterà una tematica che, molto probabilmente, sta a cuore a tutti i linguisti, interpreti e traduttori (ma non solo) e che è al centro di un acceso dibattito: il linguaggio inclusivo.

Una questione decisamente attuale, che verrà trattata sotto diversi punti di vista, con l’obiettivo di formare e informare in merito a questo tema.

Perciò, brace yourselves e seguiteci in questo interessante viaggio che spero possa incuriosirvi e appassionarvi!

Federica Zunino