Flying like a bird

Cari lettori, negli ultimi due articoli della mia rubrica vi ho portato a fare un po’ di conoscenze sia degli sport stravaganti sia di quelli acquatici. Ora, vi starete chiedendo che cosa ho in riservo per voi questa volta cosicché vado ad introdurre la tematica nel prossimo paragrafo.

Avendo parlato di sport praticati su superfici aventi un terreno e in acqua, non potevo non parlare di quelle discipline fatte a 360°, avete già capito di quali sto parlando? In caso contrario, oggi parliamo degli sport realizzati lontano dal suolo, spiccando un bel volo in aria.

Come primo, non so se lo si possa definire come sport, ma penso che valga la pena fare un accenno su questa disciplina, sto parlando del volo dell’angelo. Cosiddetto viene realizzato su una zipline abbastanza lunga dove si viaggia in posizione prona e si può arrivare a toccare i 120 km/h. Ho potuto vivere in carne e ossa l’ebrezza di questa velocità in Basilicata dove ho potuto spiccare non un solo volo, ma ben due poiché ci sono due paesini collegati tra di loro (Pietrapertosa e Castelmezzano) perciò sia l’andata che il ritorno sono garantiti (in foto trovate l’evidenza). Oltre a realizzare il volo, apprezzare la natura e sentirsi “fly like a bird”, si possono ammirare i paesaggi circondanti nei paesini mentre si sale per arrivare alla stazione di lancio. Vivamente vi consiglio di realizzare questa avventura a tutti e se nel caso vi sentite con la paura di andare da soli, vi è la possibilità di andare in coppia facendovi coraggio. E tanto per darvi una percezione dell’altezza a cui starete se farete questo tragitto, la massima sarà di 1020mt dal suolo e farete 1415mt di percorso in una delle due linee. Che dirvi di più? Provate e non ve ne pentirete di certo.

Dopo avervi parlato del volo dell’angelo, chiacchieriamo del parapendio. Il parapendio è uno dei mezzi di volo più leggeri. Ci serviamo dell’uso di un’ala (denominata “vela” principalmente dai parapendisti), alla quale è collegata una sella del pilota attraverso delle fasce funicolari. Queste ultime finiscono su degli elevatori che fanno da sistema di congiunzione con tutta la struttura (vela e sella). Il pilota ha in dotazione due comandi e i freni aerodinamici tramite i quali ha il comando di tutto il volo. Qualsiasi tipo di vela dispone di un acceleratore, il quale si innesca tramite l’uso dei piedi, che modificando l’angolo di attacco, ottiene una miglior prestazione nella velocità o in base alle condizioni atmosferiche. In caso di emergenza, vi è un apposito paracadute estraibile localizzato nella sella del pilota, tuttavia, ad oggi non è d’obbligo averne uno durante il volo.

Dal mezzo di volo più leggero passiamo a quello più consistente, vale a dire il paracadutismo. Quest’ultimo viene realizzato una volta che si sono raggiunte alte quote tramite un aereo o un elicottero dal quale si fa un bel respiro prima di lasciarsi cadere nel vuoto per un po’ prima di attivare il sistema del paracadute in modo da rallentare la discesa e permettere di realizzare un atterraggio morbido e sano. Nel paracadutismo sportivo si possono distinguere delle specialità a seconda dei casi, le quali non vi sto a raccontare in dettaglio, ma che se volete potete cercare liberamente. Se si vuole affrontare una cosa più leggera e sentire un piccolo assaggio senza dover affrontare il lancio, esiste un’alternativa (almeno a Roma), la quale permette di realizzare tale attività al coperto attraverso una cabina di volo alta sei metri.

La quarta disciplina da descrivere è definita dai veri appassionati con il nome dell’inventore “Ala Rogallo”, ovvero sia il deltaplano. Il deltaplano è l’unica disciplina aerodina ad essere guidato e spostato dal solo peso del corpo del pilota. In quanto alla struttura, la troviamo composta da tubi (alluminio), cavi (acciaio intrecciato), tela (in tessuto sintetico) e bulloni. Tutti questi componenti sono stati studiati appositamente per garantire la massima solidità del mezzo e la sicurezza al pilota in qualsiasi tipo di condizione metereologica. Da dire che il pilota viaggia ovviamente imbracato, principalmente nelle spalle e soprattutto nelle cosce.

#dontbelazybeactive

Aldo Landini