Il confine degli errori

Soltanto nel mese di novembre, sono stati circa 5 mila i tentativi da parte dei migranti ammassati in Bielorussia di oltrepassare il confine polacco. Si tratta per la maggior parte di profughi provenienti da regioni mediorientali, ‘adescati’ dalle autorità bielorusse con visti concessi facilmente e successivamente spinti verso il confine con la Polonia. Si tratta di migliaia di persone che si trovano al freddo, in mezzo alla foresta, in condizioni sempre più precarie. Secondo le stime di Varsavia, sono stati circa 30 mila i tentativi clandestini di ingresso dalla Bielorussia a partire da quest’estate.

La situazione che si è creata ai confini dell’UE si tratta di un vero e proprio tentativo di provocare l’Unione, specialmente dopo le sanzioni imposte tra il 2 ed il 21 giugno e le accuse di autoritarismo. Al seguito di queste dichiarazioni, Lukashenko aveva dichiarato di non voler più contribuire alla lotta contro l’immigrazione clandestina, permettendo il transito dei migranti verso l’Occidente e volendo chiaramente inasprire i rapporti con i paesi confinanti. Ursula Von der Leyen ha dichiarato inaccettabile la strumentalizzazione di persone in difficoltà per far leva sulle sanzioni imposte in estate, affermando la propria indignazione di fronte alla strumentalizzazione dei migranti per scopi politici. Le accuse rivolte alle autorità bielorusse sono di aver creato una vera e propria rotta migratoria, andando ad adescare i profughi che volevano raggiungere i paesi dell’UE con semplici concessioni di visti turistici verso Minsk. Alcuni video supportano questa teoria, riprendendo soldati bielorussi che scortano i profughi verso il confine. Inoltre, una volta arrivati a Minsk, i migranti si devono affidare ai trafficanti al fine di superare il confine: una zona boscosa ed impervia, in cui rischiano facilmente di essere derubati o di perdere la vita in un territorio totalmente sconosciuto.

Ad oggi, il confine tra Bielorussia e Polonia resta altamente militarizzato. Il 25 ottobre scorso, il ministro delle Difesa di Varsavia Blaszczak aveva annunciato il dispiegamento di un totale di 10.000 soldati lungo il confine. Intanto, Minsk e Mosca hanno risposto che avrebbero adottato una linea dura al fine di contrastare il dispiegamento militare polacco.

La situazione al confine tra i due paesi rappresenta nella maniera più assoluta la gravità del contesto autoritario creatosi nell’Est Europa. Bielorussia e Polonia sono due Paesi in cui da anni ormai i diritti umani non sono più garantiti e ad oggi vi sono persone che vengono utilizzate come pedine per scopi politici. Si tratta di una situazione che l’Unione Europea non può più tollerare, una situazione che si sta giocando ‘in casa’ e che deve essere contrastata in ogni modalità possibile. L’unico tentativo di mediazione negli ultimi mesi è stato portato avanti da Angela Merkel, che ha voluto dialogare con Lukashenko proponendo di trovare una soluzione. Dopo la telefonata intercorsa tra i due, le autorità bielorusse hanno deciso di accogliere i vari migranti in centri logistici al confine. Si tratta di un piccolo passo avanti che però dev’essere anche un punto di partenza al fine di risolvere quest’emergenza umanitaria che si sta svolgendo alle porte dell’Unione Europea.

Martina Noero