Il Natale e le sue infinite tradizioni

Da secoli il periodo natalizio avvolge ogni angolo del mondo con la sua atmosfera magica ma, dovunque andiamo, le tradizioni cambiano. In occasione del Natale che si avvicina, oggi vi parlerò di alcune delle tradizioni più interessanti che caratterizzano questa festività.

Una storia risalente al Medioevo è quella del temibile Jólakötturinn o gatto di Yule, in Islanda. Non è un gatto piccolo e carino, bensì una creatura gigantesca e minacciosa. Quest’ultima apparterrebbe a due giganti famelici e, la notte della Vigilia di Natale, andrebbe alla ricerca di bambini disobbedienti da poter mangiare. Poiché l’eccessiva crudeltà di questa storia spaventava i bambini, oggi si narra che la creatura si limita a punire chiunque non abbia comprato o ricevuto un nuovo capo d’abbigliamento.

Spostandoci in Svizzera, notiamo che il famoso Samichlaus (il nostro Babbo Natale) è affiancato da un aiutante piuttosto inquietante conosciuto come Schmutzli. Al contrario di Samichlaus, Schmutzli indossa una tunica nera ed ha una lunga barba scura, per intimorire i bambini e renderli più obbedienti.

In Austria (e in parte in Italia), il Krampus è una nota figura legata al Natale. Sono creature demoniache che, nel mese di dicembre, vagano per le città terrorizzando i bambini che sono stati cattivi e suonando i loro campanacci o corni.

In alcuni paesi come la Germania o i Paesi Bassi, i bambini lasciano le loro scarpe davanti al camino o alle porte delle camere, nella speranza che Babbo Natale durante la notte le riempia di dolci. I bambini più ribelli, in passato, ricevevano delle patate. Anche in Islanda i bambini posizionano le loro scarpe davanti alla finestra, sperando di trovarvi qualche caramella il mattino seguente.  

Anziché le scarpe, in Irlanda si ha l’abitudine di lasciare una candela rossa sul davanzale della finestra, in segno di accoglienza verso Maria e Giuseppe che, la notte della nascita di Gesù, andarono alla ricerca di un rifugio a Betlemme.
Un’usanza simile la ritroviamo in Colombia in occasione del Día de las Velitas (giorno delle candele), durante il quale vengono poste lanterne o candele alla finestra, sui balconi oppure nei loro giardini.

È a dir poco curiosa la credenza norvegese secondo cui fin dai tempi antichi gli spiriti maligni e le streghe si aggirassero nel cielo proprio la notte della Vigilia. Per evitare che le streghe se ne approprino, i norvegesi hanno ancora oggi l’abitudine di nascondere le loro scope prima di andare a dormire.

Un’altra singolare tradizione viene dal Guatemala, dove nei giorni antecedenti al Natale si è soliti pulire la propria casa in modo da allontanare gli spiriti maligni che, secondo le loro credenze, si annidano negli angoli più bui e polverosi. Inoltre, viene bruciata un’effigie del diavolo (La Quema del Diablo), nella speranza di “bruciare” le energie negative accumulate durante l’anno. 

Una nota di merito va anche al Giappone, in cui il Natale equivale a niente di meno che una cena da KFC a base di pollo fritto.

È altrettanto opportuno riportare l’antica abitudine portoghese – oggi meno diffusa – di aggiungere alcuni posti a tavola in ricordo delle anime dei defunti.

Per concludere in bellezza, secondo un antico racconto diffuso in Ucraina, una povera vedova che non poteva permettersi gli addobbi di Natale commosse i ragni della propria abitazione, che decorarono il suo albero tessendovi delle ragnatele. Oggi i ragni sono visti come veri e propri portafortuna ed è anche per questo che, in segno di buon auspicio, l’albero di Natale in Ucraina viene decorato anche con ragnatele e ragni (finti ovviamente).  

È bello notare come, nonostante le distanze fisiche tra un paese e l’altro, c’è un fil rouge che ci lega: quando si parla di Natale, spesso parliamo di azioni buone o cattive, di comportamenti da premiare o da punire, così come in diverse occasioni si narra di spiriti cattivi da tenere alla larga o di portafortuna. Rimane il fatto che il Natale è una festa molto personale per ciascuno e ciascuna di noi. C’è chi lo vive nel ricordo di chi non c’è più, chi invece lo vive pensando a ciò che verrà.
Ogni tradizione è fantastica a modo suo, ma è altrettanto bello introdurne di nuove o scoprire quelle degli altri per aprire un po’ i propri orizzonti. Detto ciò, vi auguro di passare un buon Natale, in qualunque modo voi lo festeggiate!

Anna Nobili