STORIE DI DONNE

Pubblicato il

Tilda Swinton, attrice camaleontica ed icona di moda

Bellissima, androgina ed eccellente.

Inutile dire che Tilda Swinston, nata Katherine Mathilda Swinton, è una delle attrici più talentuose del mondo. Un’artista tutt’altro che superficiale, va da sempre contro lo stereotipo della diva hollywoodiana preferendo la campagna scozzese alle ville sull’oceano ed uno stile “essenzialmente suo” in contrasto con la ricerca della perfezione “plastica” odierna.

Tilda Swinton nasce a Londra il 5 novembre del 1960 da una famiglia borghese e cresce nel Kent frequentando la scuola femminile “Heath Girls’ School” e sembra che sia stata compagna di studi di Lady Diana Spencer.Nel 1983, dopo una breve esperienza al Fetter College di Edimburgo, si laurea al Murray Edwards College di Cambridge in scienze politiche e sociali. Il colpo di fulmine per la recitazione scatterà più tardi grazie alla Royal Shakespeare Company che la porterà ad esibirsi al Traverse Theatre di Edimburgo decretando un immediato successo che le faciliterà l’ingresso nel mondo del cinema.Da questo momento in poi, la Swinton collabora proficuamente con Derek Jarman, regista inglese che la riterrà la sua musa scegliendola per diverse produzioni; sono legati da una profonda e sincera amicizia fino al 1994, anno in cui l’artista si spegne. Da qui la Swinton prenderà parte a diverse pellicole degli anni 80: da “Egomania- Insel ohne Hoffnug” di Christoph Schligensief a “Caravaggio” di Jarman in cui interpreta il ruolo di Lena; passando per “Aria”, “The last of England”, “Friendship’s death”, “War requiem”, “The Garden” ed “Edoardo II”. Quest’ultima pellicola rappresenta per l’attrice il conseguimento del primo riconoscimento in carriera, la Coppa Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia, ottenuto grazia all’interpretazione della regina Isabella di Francia.

Negli anni 90, la sua presenza cinematografica raddoppia, grazie anche a ruoli particolarmente impegnativi ma tutti incarnati brillantemente. Nel 1992 è parte del cast di “Man to man” di John Maybury, qualche anno più tardi l’attrice opta per un breve ritorno a teatro con una performance artistica creata da Cornelia Parker ed intitolata “The Maybe”; l’esibizione, andata in scena nel 1995 al Museo Barraco di Roma e alla Serpentine Gallery di Londra, vede la Swinton all’interno di una teca di vetro per 8 ore al giorno, 7 giorni su 7.

Altre pellicole si susseguono: Da “Perversioni Femminili”, primo ruolo omosessuale per l’attrice, a “Conceiving Ada” di Lynn Hershman-Leeson nel quale interpreta la figlia di Lord Byron. Pellicola particolarmente interessante negli anni 90, e fondamentale per testimoniare la versatilità infinita dell’attrice, è “Orlando” di Sally Potter tratto dal romando omonimo di Virginia Woolf. Durante lo svolgimento del racconto, il personaggio principale interpretato dalla Swinton cambia sesso (da uomo a donna) garantendole un apprezzamento generalizzato da parte della critica (la Potter, inoltre, riceverà una candidatura per l’Independent Spirit Award per il miglior film straniero); quasi a dimostrare che una donna può fare il lavoro di un uomo ma un uomo non potrebbe fare il lavoro di una donna.

Nel 1997, l’attrice diventa madre di due gemelli, Honor e Xavier Byrne, nati dalla relazione con il commediografo scozzese John Byrne. La loro relazione durerà è durata dal 1989 al 2003. Dal 2004 invece è legata sentimentalmente all’artista tedesco Sandro Kopp con cui vive vicino Inverness, Scozia.

Nel 2000 affianca Leonardo DiCaprio in “The Beach” per la regia di Danny Boyle mentre qualche anno più tardi sarà l’anno de “I segreti del lago” con Ewan McGregor.  È nota ai più giovani, inoltre, per il ruolo della strega Jadis de “Le cronache di Narnia- il leone, la strega e l’armadio”. Nel 2008 la Swinton conquista il primo Oscar della carriera come attrice non protagonista per il thriller “Michael Clayton” ed ottiene una candidatura ai Bafta Awards con “Burn after reading- A prova di spia” dei fratelli Coen. Nello stesso anno fonda Ballerina Ballroom Cinema of Dreams un festival cinematografico che si svolge in Scozia (sala da ballo di Nairn). Negli ultimi dieci anni, molti sono i sodalizi artistici dell’attrice con i suoi registi, che la scelgono ripetutamente affidandole spesso ruoli molto diversi tra di loro; è il caso del regista Luca Guadagnino che la sceglie per “Io sono l’amore”, “A bigger Splash” e il recente “Suspiria”.

Spesso definita eterea e con un corpo longilineo, ideale per tutte le case di moda, la Swinton non ha paura di trasformarsi attraverso i suoi film: dai capelli, al make-up agli abiti in/out la scena. Amante dei completi, soprattutto per le premiere dei suoi film,  tra i suoi look più riusciti ricordiamo il completo di Valentino in Beige Pierre de France per la premiere losangelina de “Only lovers left alive”, il due pezzi black-white di Chanel per il Busan film festival del 2015,  il completo in menta per il photocall di Okja del 2017 al Festival di Cannes ed ancora in Lanvin per il Rome film festival con Luca Guadagnino in cui l’attrice sfoggia un pantalone lucido total black con scarpe verde sfavillante e giacca fur color porcellana. L’abbiamo ammirata con abiti lunghi e super femminili ed in tailleur-pantalone con capello cortissimo e cresta: il risultato resta sempre lo stesso, una dea al di là del tempo delicata e diafana ma contemporaneamente una donna con una forte personalità che non teme di “perdere” la sua iconicità e preferisce piuttosto sperimentare.

Fanny Trivigno

Sources:
https://biografieonline.it/biografia-tilda-swinton
www.amica.it/gallery/queen-tilda-tra-cinema-e-moda-2/

STORIE DI DONNE

Pubblicato il

Jane Birkin, la musa di Hermés

Attrice, modella e cantante britannica che con la sua naturalezza ed il suo fascino spontaneo ha conquistato Parigi negli anni Settanta. Una “femme” singolare secondo molti punti di vista, simbolo del cambiamento radicale di un’intera generazione di donne.

Jane Mallory Birkin nasce a Londra il 14 dicembre 1946 da una famiglia di industriali del merletto made in Nottinghamshire. Mentre il padre è sempre stato lontano dall’ambiente dell’intrattenimento, optando per una carriera nella Royal Navy, la Birkin è per metà figlia d’arte considerato che sua madre era un’attrice, July Campbell, di fama mondiale.

Jane esordisce giovanissima come attrice teatrale, come aveva iniziato anche sua madre. All’età di 17 anni è protagonista della swinging London. Dotata anche di una voce dal timbro vocalico vellutato, debutta successivamente come cantante in un musical, incoraggiata e guidata dal compositore John Barry che pochi anni più tardi diventerà suo marito. La coppia avrà una figlia, Kate, nata nel 1967 e deceduta a Parigi nel 2013.

L’esordio cinematografico invece arriva con “Non tutti ce l’hanno” del 1965 diretto da Richard Lester, vincitore della Palma d’oro come miglior film al 18emo Festival di Cannes ma si impone nella mente dell’audience solo con il suo lavoro successivo “Blow-up” di Michelangelo Antonioni. Questa pellicola ne decreta inoltre, il passaggio da ragazzina a giovane donna consapevole di sé stessa.

Nel mondo della moda, Jane entrerà più tardi sempre con una tacita spensieratezza ed un’eleganza al di là dei suoi anni: è audace, è determinata ma non cade mai nel volgare. Il suo “skinny body” leggero e proporzionato diventa lo strumento adatto per le creazioni degli stilisti degli anni 70, lei indossa tutto e tutto le si adatta perfettamente.

Con il suo trasferimento in Francia e la rottura con Barry, ritroverà l’amore con Serge Gainsbourg che duetterà con lei nella celeberrima “Je t’aime… moi non plus” registrata precedentemente con Brigitte Bardot. La canzone è un successo ma anche uno scandalo: un’allusione al rapporto amoroso soggiace per tutto il testo della canzone alternato a sospiri complici e sensuali. La relazione con Gainsboug, tuttavia, non è destinata a durare. La loro storia si conclude nel 1980 dopo che nel 1971 la coppia ha avuto una figlia, Charlotte, anch’essa attrice di successo.

Successivamente la Birkin incontrerà il regista francese Jacques Doillon padre della sua ultima figlia, Lou, oggi modella.Insieme alla figlia disegna una linea di abbigliamento per “La Redoute”.

Molti sono gli avvenimenti che collegano la vita di Jane Birkin al mondo della moda, in particolare è doveroso ricordare un avvenimento casuale, avvenuto nel lontano 1984, che avrebbe per sempre associato il suo nome a quello di uno dei prodotti più venduti della maison francese Hermès. Stando alle fonti, Jane avrebbe avuto un piccolo indicente in aeroporto che avrebbe completamente ribaltato il contenuto della sua borsa Hermès. Ad assistere alla scena, fortuna del caso, era presente Jean-Louis Dumas direttore artistico della casa di moda dell’epoca che prenderà in prestito la borsa di Jane per poterla riparare. Il risultato dopo qualche giorno è il modello della borsa Birkin di Hermès proprio in onore della sua musa ispiratrice (e la prima a “credere” nell’iconicità dell’accessorio). Lei però continua a mescolare capi extra lusso con accessori moderni e semplici come il suo immancabile secchiello di paglia intrecciata, ancora oggi uno dei capi simbolo dello stile parigino. Oggi l’attrice lavora principalmente a teatro salvo sporadiche apparizioni cinematografiche.

Molti sono gli stilisti che dopo più di 40 anni si rifanno agli elementi dello stile Birkin: è il caso di Alessandro Michele, direttore artistico di Gucci, che si rifà alla gonna midi di Cacharel indossata nel 1971 con cintura Garay e body di Weber per la collezione Gucci S/S 2020, Marc Jacobs con il mini dress carta da zucchero S/S 2020 simile ad un modello indossato dall’attrice nel 1968 oppure ancora Jacquemus per gli abiti fluidi in ecrù ispirati ad un look sfoggiato dalla diva al festival di Cannes nel 1974.

Fanny Trivigno

Sources:
www.vogue.it/moda/gallery/jane-birkin-stile-musa-hermes%3famp
www.donnaglamour.it/chi-e-jane-birkin/curiosita/amp/
www.corriere.it/spettacoli/19_novembre_21/jane-birkin-con-gainsbourg-ho-scoperto-l-amore-sesso-ma-nostra-figlia-charlotte-ha-avuto-carriera-migliore-mia-51ea2222-0c37-11ea-9d5f-86e634d219bc_amp.html
www.viagginews.com/2019/11/21/jane-birkin-eta-carriera-vita-privata-cantante-britannica/amp/

STORIE DI DONNE

Pubblicato il

CARMEN DELL’OREFICE, LA REGINA DELLE PASSERELLE
Classe e Bellezza senza tempo

Se pensate che l’età sia qualcosa da eclissare non avete ancora conosciuto Carmen Dell’Orefice, la top model più longeva del mondo oltre ad essere ancora richiestissima nelle passerelle e nei servizi di moda, ha anche sdoganato i capelli bianchi rendendoli un fashion trend.

La Top model, nata nel 1931, confidò alla stampa: “Sì, certo, sono anziana: la sera sono stanca, mi fanno male le giunture e ho voglia di un lungo bagno caldo. Ma sono una professionista. Sono sempre puntuale sul lavoro e informata. E non sono un attaccapanni, voglio sapere cosa vuole lo stilista, voglio conoscere i suoi capi, renderli vivi”. La vocazione e il talento l’hanno resa ancora più ricercata nonostante il passare del tempo e la maturità ha sicuramente contribuito ad aumentare la sua classe e la sua eleganza rispetto ai primi anni della sua carriera quando modella prediletta del fotografo di fama mondiale Erwin Blumenfeld, che la ritrae nella sua prima cover per Vogue, nel 1947. Il suo volto conquista immediatamente gli addetti ai lavori, ben consapevoli di trovarsi di fronte ad una futura stella della moda, aveva 16 anni, ed era entrata nella storia come la modella più giovane ad essere apparsa sulla copertina del celebre magazine.

Nella sua carriera sfolgorante, Carmen Dell’Orefice ha posato per fotografi del calibro di Irving Penn, Richard Avedon, Francesco Scavullo, Norman Parkinson e Melvin Sokolsky, che la immortala per Harper’s Bazaar nel 1960 e per Vanity Fair.

Carmen Dell’ Orefice è ancora oggi un’icona di stile e per essere così bella alla sua età, non nega di essere ricorsa a diversi aiuti estetici che confessa in modo anche molto auto ironico “Beh, se tu avessi il soffitto che cade in salotto, non faresti una riparazione?” 

Ma chi è Carmen dell’Orefice? Nata a New York City da genitori di origine italiana ed ungherese, Carmen vive un’infanzia difficile a causa della burrascosa relazione dei genitori. La piccola viene affidata a lontani parenti e fino agli undici anni, quando va a vivere con la madre. Il portamento fiero, la curva gentile del mento e il lungo collo da cigno non passano inosservati. La sua bellezza non tarda a portarle il successo: è il 1946 quando la giovane viene presentata a Vogue, la Bibbia della moda.

Maria Christina Rigano

FONTI:

http://d-art.it/moda/carmen-dellorefice-la-regina-delle-passerelle/7554
Carmen Dell’Orefice, top model a 85 anni! (cliomakeup.com)

STORIE DI DONNE

Pubblicato il

Chi è Amal Alamuddin Clooney?

Quando l’Intelligenza, la bellezza e l’eleganza si amalgamano alla perfezione e si fondano creando una personalità femminile che spicca per il suo stile come una rosa tra le spine, sicuramente una di loro è Amal Alamuddin Clooney considerata dai Tabloid come l’avvocato più Fashionista del pianeta e l’affermazione che “George è ormai il marito di Amal” viene forse ogni tanto presa in considerazione.

Lei, l’avvocato paladino dei diritti umani, è stata consigliera di Kofi Annan, sulla questione siriana. Sempre per l’ONU, è stata consigliera della commissione sull’assassinio del premier libanese Rafik Hariri e successivamente nel mese di gennaio 2015, ha iniziato a lavorare sul riconoscimento del genocidio armeno.

Amal è considerata una delle donne arabe più influenti nel mondo. Ha difeso Julian Assange, fondatore di Wikileaks, Yulia Tymoshenko, Primo ministro dell’Ucraina Yi e il giornalista Mohamed Fahmy. La sua carriera continua ad essere un successo dopo l’altro.

I valori dell’avvocatessa hanno inoltre, attirato l’attenzione del Prince Charles d’Inghilterra: da questo incontro fortuito è nata la premessa per l’Amal Clooney Award. Il premio, istituito dalla fondazione del Principe Charles denominata “Prince’s Trust International”, destinata a giovani donne tra gli 11 ed i 30 anni che operano nel sociale come in progetti umanitari per un’agricoltura ecosostenibile o supportano le comunità nei campi profughi per una pronta integrazione nella società o ancora, contribuiscono alla ricostruzione di zone colpite da guerre.

Nasce in Libano da una famiglia benestante e nel 1980, all’intensificarsi della guerra civile libanese, la famiglia lascia il paese alla volta dell’Inghilterra, dove vivrà a nord ovest di Londra. Amal, come la maggior parte dei Libanesi, parla correntemente arabo, inglese e francese. Autrice di numerosi saggi e pubblicazioni in campo giuridico, in particolare di diritto penale internazionale, nonostante abbia precocemente raggiunto un’invidiabile carriera è anche nota alle cronache rosa per via del suo matrimonio con George Clooney.

Statuaria e bellissima è considerata una vera super woman, sia nelle aule dei Tribunali, sia sui red carpet. Nonostante la sua vita molto attiva ha sempre un aspetto impeccabile ma adeguato all’impegno del momento ed è spesso stata identificata come la celebrity meglio vestita.

Amal Clooney può dare lezioni di stile con i suoi look straordinari da qui all’infinito, sia che scelga un look da donna in carriera, sia che stia camminando sul red carpet al fianco del marito George Clooney, lo stile dell’avvocato per i diritti umani è sempre in perfetto equilibrio tra eleganza e tendenze, sceglie spesso colori brillanti, stampe ricercate e abiti dal taglio sartoriale sempre chic dalla classe innata.

Maria Christina Rigano

FONTI:

https://it.wikipedia.org/wiki/Amal_Clooney
https://www.amica.it/gallery/tutti-i-look-di-amal-clooney/
https://www.iodonna.it/moda/star-look/2019/10/19/amal-clooney-e-il-tocco-di-classe-della-settimana-la-celeb-meglio-vestita/
https://www.elle.com/it/moda/g3906/amal-clooney-stile-look/
https://www.elle.com/it/showbiz/celebrities/a26891561/amal-cloone
https://www.vogue.com/slideshow/photos-amal-clooney-vogue-cover-may-issue-2018-annie-leibovitz

Photo credits: Annie Leibovitz, Courtesy of Vogue, May 2018 Edition