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Chanel Spring/Summer 2021
Il nuovo glamour secondo Virginie Viard

Creare qualcosa dopo l’era Lagerfeld sarebbe stata comunque una sfida. Ma l’ormai noto direttore artistico della maison francese, Virginie Viard, ha scelto di proporre un omaggio al cinema per la nuova collezione S/S 2021, così come è stato possibile vedere nei corti di Inez e Vinoodh che hanno contribuito ad anticipare il théme de la collection richiamando il cinema francese e le situazioni “tipiche” da film.

 “Questa collezione rappresenta un tributo alle muse della maison. Alcune di loro sono molto lontane nel tempo (..)” afferma la Viard riferendosi a Romy Schneider, Jeanne Moreau e Anna Karina comparse nel video promozionale antecedente alla sfilata.

La collezione S/S 21 è inedita, rappresenta un legame inteso tra arte e bellezza fino a ricreare una nuova definizione di glamour quasi in contrasto con lo stile hollywoodiano della passerella in cui la scritta “Chanel” appare in Capital letters sullo sfondo del Grand Palais.

Poche le uscite con abiti da sera e pochi sfavillii, i colori sono solidi e classici così come i capi che sfilano: bermuda con o senza giacca in coordinato, i tailleur. I colori poi si urbanizzano tramite le T-shirt a stampa con logo fluo e jeans in coordinato; lo stile casual è poi individuabile anche nei maxi-abiti, morbidi come foulard e modellati perfettamente sui corpi delle manequin.

Il glamour che la maison propone per il 2021 è pieno di confidenza ed intraprendenza, uno statement lontano dal Golden Age di Hollywood e molto più vicino alla disinvoltura di Jane Birkin o Twiggy degli anni 60. “Stavo pensando a quelle attrici che ci hanno fatto sognare tanto (..) ma non volevo fare una citazione vintage, volevo che fosse tutto colorato e giocoso” così sorprende Virginie Viard facendo riferimento alla nuova collezione. Che il passato sia un archivio di idee e revival non stona con il messaggio incentrato sulla nuova Hollywood, colorata e solo apparentemente disimpegnata. È il tempo delle ragazze che indossano les tailleurs de rigueure ma con capelli corti o raccolti in stile punk e con un doppio eyeliner.

I protagonisti indiscussi della collezione restano i bermuda simbolo di un’eleganza giovane che per questa season Chanel ha sostituito alla centralità della mini. Un segno di power dressing che sottintende un power of thinking; così come a suo tempo la stessa Gabrielle Chanel fu artefice del cambiamento nello stile e nell’eleganza della sua epoca, liberando la donna dall’oppressione del corsetto e dalla rigidità dal lungo per ogni momento della giornata.

Fanny Trivigno

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Sources:

https://www.vogue.com/fashion-shows/spring-2021-ready-to-wear/chanel

https://www.harpersbazaar.com/it/moda/tendenze/a34282467/chanel-primavera-estate-2021-parigi-fashion-week/

https://www.chanel.com/it/moda/news/2020/10/tribute-to-actresses-2021-show.html

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ARMANI: LA SFILATA AMMIRATA DAL PICCOLO SCHERMO

Dalle porte chiuse dello scorso inverno ad oggi, i cambiamenti osservati per le settimane della Moda in tutto il mondo sono state numerose. Nel mondo Fashion l’apparire ed il saper organizzare e tessere un rapporto speciale con il pubblico sono delle qualità fondamentali, il venir meno del contatto diretto rappresenta una limitazione totalizzante per chi concepisce la presentazione della moda come le storiche maison degli anni 50.

Senza nulla togliere al passato, se c’è qualcosa che il 2020 ci ha insegnato è senza dubbio la necessità e l’inevitabilità di una rivoluzione. Una di queste novità rivoluzionarie è rappresentato dal passaggio dalle sfilate in presenza alla diretta e in particolare dalla decisione, non condivisa da molti, dello streaming su piccolo schermo proposta per la collezione S/S 2021 di Giorgio Armani.

Puntando ancora una volta su qualità e sostenibilità, Re Giorgio propone diverse novità: la prima, il trasferimento di Armani Privé da Parigi a Milano; la seconda, la presentazione della nuova collezione Uomo-Donna S/S 2021 intitolata “Timeless Thoughts” in diretta streaming, lo scorso sabato 26 settembre. Sfilata trasmessa sul canale televisivo La7, oltre alla diretta sulle piattaforme social del brand e della Camera Nazionale della Moda Italiana.  Un modo per ammagliare, seduti comodi sul proprio divano: ecco che la Milano Fashion Week diventa everywhere, così come lo stile Armani che promette rigore ed eccentricità, semplicità ed eleganza dalle sue prime collezioni.

Essere esigenti nei dettagli

Quello che talvolta manca al lusso per diventare eleganza è la paura, per alcuni disarmante, di poter togliere al capo senza apportare nessun arricchimento nell’insieme. Che sia un abito da sera o una giacca da lavoro, lo stile Armani sa orientarsi senza rinunciare alla simmetria, al tailleur, al respiro “naturale” del modello. Su un set chiaro, pronto ad accogliere le proposte per il giorno, la collezione S/S 2021 si presenta con toni naturali: dal bianco al color porcellana e sabbia. Poi fumo di Londra, verde menta, basalto. Un cromatismo evolutivo sottolineato dagli accessori: tra i più attesi sicuramente è la presenza della borsa “La Prima” riproposta da poco, poi il via alle borse da viaggio: quasi a sottolineare la ripresa e la ripartenza.

ll mito della one night only

Che sia un evento irripetibile si sottolinea da sé. Un cortometraggio guidato dalla voce di Pierfrancesco Favino ripercorre le tappe del successo del brand Armani citando direttamente i pensieri dello stilista: le impressioni, il fiuto imprenditoriale, la modernità. “(..) la moda in tv ha avuto il suo momento di alta spettacolarizzazione negli anni ottanta, quando noi stilisti vi comparivamo spesso, dispensando consigli di ogni genere, ma non è mai stata utilizzata per raccontare una collezione nuova, che nemmeno gli addetti ai lavori hanno ancora visto (..)” affermazione di Giorgio Armani durante un’intervista per Il Corriere della Sera. Quindi, comenon sentirsi un può eccezionali e fortunati dopo una decisione così avanguardista. E per chi teme il rischio della democratizzazione della moda, la risposta è data: è ora di terminare con le etichette, se la moda è in atto essa va vissuta a trecentosessanta gradi, in maniera autentica.

Il privilegio di essere sé stessi

La giacca è un capo capace di diventare un simbolo per intere generazioni e di trasformare l’essere umano avvicinarlo a sé stesso: un uomo ingentilito, una donna pronta a conquistare il mondo. Essa è un elemento chiave anche per la collezione S/S 2021: che sia morbida o con le spalline rigide come buona parte degli anni 80, la giacca non perde il punto d’interesse presso il pubblico. Abbinata ai sandali gioiello bassi, come nella prima parte della sfilata o alle borse dai tagli essenziali di colori base, ad eccezione di un’unica proposta in rosa shocking, essa diventa un ricordo, un’aspettativa mai delusa e la prima testimone di un cambiamento.

In conclusione, del Fashion Show, un cambio di set abbraccia la notte e l’ultima modella “cambia direzione” per permettere alla telecamera di catturare il suo sguardo ed il suo outfit, che rappresenta un evergreen timeless che ci parli di ieri così come del domani.

Fanny Trivigno

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Sources:

https://www.corriere.it/moda/20_settembre_25/armani-la-prima-volta-sfilata-diretta-tv-la7-in-prima-serata-7e3de322-ff43-11ea-bab8-81c46a04ebd3.shtml;

https://www.gqitalia.it/moda/article/giorgio-armani-sfilata-diretta-tv;

https://www.vogue.it/sfilate/sfilata/giorgio-armani?refresh_ce=

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MAISON CELESTINO HA PRESENTATO LA COLLEZIONE FREUD P/E 2021

Il sole al tramonto, il vento tra gli ulivi scolari, il verde intenso di una natura madre di creazioni superbe legate inscindibilmente alla loro appartenenza.
Tutto questo ed altro ancora evoca l’emozionante rassegna degli abiti proposti da Maison Celestino con la Collezione Freud – P/E 2021, nella sfilata di presentazione svoltasi presso la storica e elegante Vaccheria Foti di Rossano, terra d’origine del brand, domenica 27 settembre.
La collezione si è distinta da subito per la delicatezza della palette cromatica che trova proprio nella natura la sua vera esaltazione, quasi a voler ridare ai nobili tessuti creati e lavorati dalla Maison la loro antica origine ed il loro dichiarato fine di sofisticatezza e semplicità stilistica.
Trenta capi di Altamoda che, nelle nuances dal bianco al lilla, dal verde all’ecrù, completano un quadro di rinnovata eleganza cromatica e di stile, in cui ancora una volta sono il tessuto e la sua laboriosa creazione ad essere i protagonisti indiscussi.
Un nutrito parterre di addetti ai lavori, giornalisti specializzati, fotografi e ospiti appartenenti al mondo delle istituzioni e della società civile, nel rigoroso rispetto delle vigenti limitazioni sanitarie, ha vissuto l’intensità creativa che sta dietro ad ogni creazione, quasi esclusivamente realizzata al telaio a mano tradizionale con scrupolosa confezione sartoriale rigorosamente Made in Italy.

La serata è stata condotta con eleganza e competenza dalla presentatrice Veronica Maya, che della Maison ha voluto indossare un prezioso capo da sera in pura seta. Numerosi i momenti di assoluta suggestione tra i quali il défilé dell’apprezzata modella testimonial del brand, Aline Marques, accompagnata da un meraviglioso cane bianco da passerella. Vibranti le parole della portavoce della Maison, Caterina Celestino, la quale, nel nascondere l’emozione, ha voluto salutare il pubblico presente e ringraziare tutti coloro che hanno collaborato all’organizzazione dell’evento, sottolineandone l’alta professionalità.
Il gran successo di pubblico e l’ottima riuscita dell’evento, sotto la direzione artistica di Giovanni Scura, hanno senz’altro premiato la scelta di Maison Celestino di condurre il defilé nel proprio contesto territoriale, combinando le esigenze legate alle limitazioni sanitarie con l’opportunità di veder sfilare i propri capi nella terra che del brand rappresenta luogo di tradizioni secolari e fonte ispiratrice. Ufficio stampa diretto da Maria Cristina Rigano, acconciature realizzate da Cat Italia by Pixel C3, trucco affidato dalla Academy di Antonio Riccardo e Nicola Acella.

Maria Christina Rigano

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Foto di Sandro Quarto:

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Il Premio Margutta, marchio registrato, da sempre simbolo di creatività e fecondità intellettiva, giunto alla sua XX edizione è ideato da Giovanni Morabito. Presidente Onorario del Premio Margutta è il regista Gabriele Salvatores.

La fashion designer Eleonora Altamore, alla quale nel 2011 era stato conferito il Premio Margutta, ha portato in passerella 20 abiti, dieci dei quali di una tra le sue più preziose collezioni: “Pearl Dreams”. Abiti di Alta Moda in voile, ricchi di pizzi, cristalli e perle. Tra essi figura il pregiatissimo abito e vero “fiore all’occhiello” della collezione adornato con 7 mila perle. Hanno sfilato su catwalk, inoltre, un mix di dieci capi haute couture estrapolati da diverse collezioni e in closing fashion show l’abito ispirato all’autunno.

Durante la serata sono stati consegnati vari premi tra cui, per la sezione intrattenimento/editoria a Dimensione Suono Roma; per la musica alla cantante Fiorella Mannoia, per il cinema all’attore Alessandro Preziosi e Marcello Fonte; per la sezione gruppo musicale ai Negrita; per l’arte al Prof. Emmanuele Emanuele; per il giornalismo a Sabrina Giannini. L’evento “ModArt” racconta di un confronto tra due filosofie, la Moda e l’Arte, condotto da Valeria Oppenheimer e dal vivo, il gruppo musicale Black Sheeps. Il “Premio Margutta 2020” è rappresentato da una scultura realizzata dall’artista Angela Pellicanò.

Maria Christina Rigano

Fonti:
Ufficio stampa Eleonora Altamore

Foto:
Gentile concessione dell’ufficio stampa di Eleonora Altamore, Gisella Peana.

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La Rome Fashion Week
Altaroma

L’aria di Roma in questa ultima settimana è stata colma di novità: il contraccolpo al rigido periodo del lockdown ha decretato l’accavallarsi di diverse iniziative nella capitale dallo sport con la BNL- internazionali di tennis 2020 alla moda con le tre giornate di ALTAROMA, dal 15 al 17 settembre.

I temi cari di questa season “fuori stagione” sono stati diversi: il 15 settembre si è aperta la tavola rotonda incentrata sul tema istituzioni e creatività dei giovani del Made in Italy con Silvia Venturini Fendi, Presidente di Altaroma, Lorenzo Travaglianti, Presidente della Camera di Commercio, Virginia Raggi, Sindaco di Roma, Paolo Orneli, Assessore sviluppo economico della regione Lazio, Pasquale Salzano, Presidente Simest e Carlo Maria Ferro, Presidente ICE. I temi della “Talk Altaroma” si sono susseguiti e hanno riguardato l’innovazione, la sostenibilità per il mondo delle start-up, le nuove imprese creative con la partecipazione di Laura Puricelli di Digital Fashion&Luxury, Iris Skrami, co-founder di Renoon, Martina Rogato, Sustainability Advisor, Martina Spadafora, Fashion Revolution, Bav Tailor designer BAV TAILOR e Francesca Pievani designer Fili Pari. In conclusione, nella giornata del 17 settembre, il terzo tema del talk di Altaroma ha riguardato i nuovi mestieri e le nuove opportunità nel mondo della Moda per le nuove generazioni con la partecipazione di Federica Cavriana di Fondazione Cologni, Stefania Lazzaroni, Direttore Generale Altagamma, Michele Michilli, Responsabile Promozione e Sviluppo Lazio Innova, Cristina Pozzi Ceo Impactscool e Annamaria Tartagli, founder di TheBrand Sitter.

Dalla sede del Palazzo Brancaccio, la Rome fashion week ha risvegliato il buon umore del suo pubblico, seppur ristretto, proponendo delle collezioni inedite disponibili anche sulla piattaforma Altaroma Digital Runaway.

Sullo sfondo del grande dubbio creato dal Covid, la proposta della realizzazione di una fashion week si configura come una dimostrazione di coraggio per molti ma anche una grande prova di investimento e di commitment per il futuro. La ripartenza di Altaroma è una notizia non isolata, se si considera anche la ripartenza del Roma Europa Festival e l’accordo stipulato dalla Camera di Commercio per quanto riguarda il settore fieristico, il tutto rappresenta un fermento lavorativo completamente assente nei mesi appena trascorsi che ci lascia ben sperare. La voglia di ripartire c’è ed è tangibile soprattutto in settori come la moda ed il design che rappresentano i capisaldi per ricostruire un nuovo modello di sviluppo.

Ripartire sì, ma in sicurezza …

Altaroma è stata e continua ed essere un laboratorio che svolge la funzione di un vero e proprio hub per quanto riguarda la creatività e l’innovazione nella regione Lazio: lavorare con i talenti ma anche per i talenti è senza dubbio uno degli obiettivi cardine di questa inaspettata stagione.

L’edizione, a causa delle restrizioni, non ha potuto dar seguito alle giornate delle accademie ad eccezione della partecipazione dell’Accademia delle Belle Arti di Frosinone che ha chiuso la fashion week con una collezione Couture Total Black. Tuttavia, la presenza dei designers delle scuole di Moda italiane è il tratto distintivo della fashion week romana degli ultimi anni.

Pionieri, scopritori, curiosi…

Questi sono i designer del 2020 che nei mesi precedenti alla fashion week hanno potuto comunicare la loro impressione, tramite la pagina ufficiale Instagram, su quello che Altaroma rappresenti o abbia rappresentato per loro: un rifugio, un’aspirazione, una connessione anche con altre realtà governative per promuovere la crescita dell’artista in una forma di Tutorship. “Che nulla resti intentato” dalle parole di Silvia Venturini Fendi che rappresentano la vera essenza di questa edizione che allaccia a sé diversi messaggi e ci preannuncia un ritorno in grande stile; ma si sa che se si è veramente innamorati di quello che si fa, il successo è già assicurato.

DAY 1: Day 1: Andrés Romo, Ronistudios, Salvatore Vignola e Studio74

DAY 2: ChiaraPerrot, Dassu’Yamoroso, Ellementi, Francesca Marchisio

DAY 3: Feelomena, Maria Sapio KnitCouture, Morfosis, Valentina Poltronieri, Accademia delle Belle Arti di Frosinone.

Fanny Trivigno

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Sources:

https://www.altaroma.it/it/
https://www.instagram.com/p/CFRxLmEDKzq/
https://www.instagram.com/p/CFQBq5ZCtuz/
Official pages of Altaroma: LinkedIn, Instagram, Facebook.

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The Dolce and Gabbana Renaissance

From an already enchanted Villa Bardini in Florence, last week Dolce and Gabbana presented their new collection. Some notes tend to maintain a sort of continuity with the previous collection, if we think about the elegant black pieces of Haute Couture and the glorious hairbands and hats, but the melody altogether keeps the premises for something new.

As time requires, fashion will respond with grace.

The premises for the new Dolce and Gabbana season are blossoms, youth, precious Jewelry and nature. With a collection of 80 pieces, the new Haute Couture amaze the public, step by step, on the cobblestones of the Villa garden. The air has been full of emotions and optimism, even if from the outside, we would have liked to see more face masks and social distancing, the result has been able to let us forget a little of this year happenings.

After the Men Haute Couture still based on the topic of rebirth, the new Women Collection followed the same path organizing itself, as well, around the topic of the Renaissance. The collection has been inspired by the original idea of Giovanni Battista Giorgini who, back to 1951, encouraged enormously the Italian Haute Couture into the creation of its own couture models at the time when they were previously purchased from directly from Paris.

This is the pride of being Italian, as both the creators of the Maison assumed: “(..) Our dream has always been to perform a collection as a tribute to Giorgini’s creativity and initiative. We wish for the tradition of the Italian Haute Couture to be spread worldwide as a timeless value of Made in Italy (..)”.

Like the struggle of people committed for the rebuilding of their traditions, the new collection seems to have a lot in common with a vintage idea of the 50s; a peculiar time that reminds of the golden age of the Italian Hollywood, Cinecittà studios, the Junoesque measures of Sophia Loren and the return of the full skirt, wisely enriched by the baroque tulles: a typically of D&G style.

After the lockdown period the designers created their first collection totally “home-made” using all the materials they could easily get or already had. For the creation of this season, the Dolce and Gabbana team has also been integrated by fifteen new designers aged from 20 to 25. Tradition bounded to new inspiration. The protagonist of the season is the craftsmanship: a type of art that does not need to be urged to be perfectly performed; according to the designer themselves, some pieces have been structured with more than 1500 unique-craft-made pieces of garments and the knitting process tends to recall the stones inlays.

So, what is the real goal? Trying to re-educate the eyes and especially the heart to beauty and individuality, no labels needed. Through the words of Dolce and Gabbana: “(..) Socials, the web and the globalization created a plain stimulus of the research and a fervent urgency for immediate self-accomplishment. But fashion, as anything valuable, needs time. Quality against quantity. But homologation created a “ugly” comfort zone where is easy to stay in(..)”.

This represent not only a great performance for a dazzling return, the season tends to assume a different meaning according to our perception of rebirth: from work to school, vacation to the ordinary routine, we all missed the extraordinary prospective that a simple life could carry.

Fanny Trivigno

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https://www.finestresullarte.info/attualita/evento-dolce-e-gabbana-firenze-piazza-signoria

https://www.corriere.it/moda/20_settembre_04/dolce-gabbana-basta-omologazioni-rieduchiamoci-bellezza-0f88f154-ee3d-11ea-8e1d-a2467c523c28.shtml

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Luxury companies after the Covid-19 Emergency

After the turbulent time of lockdown, luxury goods companies are elaborating plans for the recovery of the sector.

Each company first thought during the pandemic has been, rationally, the safety of the employees, customers and partners. Some companies have addressed the health needs producing masks and hand sanitizers together with important monetary donations from the most influential luxury groups.

Still, the luxury employees who rely steadily on the factory productions or on artisans and craftsmanship work, struggled the most during the pandemic and now they are longing for a quick recovery plan able to ensure the survival of the business.

If the pandemic led the way for some revolutions, only time will say if the changes will be permanent.

Starting from the luxury companies in Europe, the situation is mostly made up of family owned business and the pandemic hasn’t been the only factor affecting their struggle (vertical integration, e-commerce growth etc.)

To continue their growth and to prosper, the companies are likely to apply redundant commercials and discount policies but they could result in a long term unsuccessful solution.

According to McKinsey, the luxury sector shows that 20 to 30% of the revenues are generated by consumers that are buying their products abroad; if we take a look on Chinese consumers, for example, it is easy to support this thesis by analyzing the number of departures in 2018. They actually account for more than 150 millions and these purchases could represent more than half China’s luxury total spending for this year.

Since Chinese market remains the greatest growth opportunity for the luxury sector, brands need urgently to find a different approach in order to attract, again, luxury consumers.

In order to re-start the luxury wheel, luxury brands needs to create a strategy on different levels: for the home based shops the focus could be engaging the customer into tailored experiences using the home country available resources, for the digital channel, on the other hand, the focus could be omnichannel offerings with a particular support of apps and social media.

As regarding the fashion weeks, essential for the bond between the brands and the consumers, they are going to support their “ordinary” activities with alternative ways on international level. We are clearly talking about the virtual fashion shows which seem a necessary way to present the new collections avoiding large gatherings.

Still, the brand response to future revenues post Covid-19 could be the sum of several factors: the brand health and stability before the lockdown, the performance of  the operating model (including the supply chain, the channel distribution and the available technologies) and the possibility of a new pandemic relapse.

Even if many luxury companies have proved a strong but sensitive leadership during these months, the priority now is ensure both the consumers and the stakeholders about health and safety protocols. Together with these issues, to figure out the long term, short term actions need to be considered.

To deal with the problem of unsold inventory and without damaging the brand equity, inventory swaps could be seen as more favorable than aggressive discounts. An intelligent way to re-use the extras could be rewarding the loyalty of the customers with gifts across different categories.

Another crucial topic for the restart is the e-commerce channel.

Could it be the solution to balance the closure of the stores?

Surely, this is the time for expressing the digital potential not only via online sales but also in terms of community promotion and communication with the customer.

In the end, the luxury sector restarted its path by renovating its unique value proposition, as a constant, during several hard moments in the history; thanks to its creativity and enthusiasm it is able to create new competences and adjustments in different fields like marketing, merchandising and communication.

Fanny Trivigno

Sources:

https://www.mckinsey.com/industries/retail/our-insights/a-perspective-for-the-luxury-goods-industry-during-and-after-coronavirus#

https://www.mckinsey.com/featured-insights/coronavirus-leading-through-the-crisis

https://www.mckinsey.com/featured-insights/china/the-chinese-luxury-consumer

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La Beauty Routine della season interamente BIO

Al rientro dalle vacanze a tutte noi sarà passata per la mente l’idea di rimettersi in riga con le abitudini salutari soprattutto in vista del periodo autunnale, che ci auguriamo sia molto più denso di occasioni mondane rispetto ai mesi appena passati.

Sicuramente il modo migliore per presentarsi passa dalla nostra pelle: che sia grassa, secca o comunemente mista, il miglior consiglio resta prendersene cura il più possibile; magari accompagnando ogni compleanno con un prodotto beauty in più.

E senza alcun dubbio, parlando di attenzione ai dettagli, siamo tenute a parlare di ingredienti: anche la più attenta consumatrice quando ci parla di ricerca di nicchia potrebbe avere qualche difficoltà a distinguere chiaramente i componenti dei suoi prodotti beauty. Una valida risposta al problema potrebbe essere quella di spostare la lancetta della chimica verso una scelta più green abbracciando contemporaneamente sicurezza ed ecologia. Mentre internet abbonda di prodotti completamente biologici, come distinguere una voce certa nella miriade di opportunità?

Uno dei blog di cosmesi Green è sicuramente VanitySpaceblog.it

E da blog a blog, la nostra curiosità non fa altro che aumentare.

Vanity Space, come è possibile leggere sulla sua prima pagina, nasce dall’idea di Elena Rossi, lei non è una biologa né una farmacista ma più semplicemente un’osservatrice curiosa ed una devota green lady, con la nascita di una pagina Facebook e di gruppo correlato nel maggio del 2013.

Da lì la crescita della community si intensifica: oggi sono diverse le sezioni dal make-up per la cura della pelle sia di prodotti italiani che internazionali. Tutto armonizzato da una dialettica vibrante, schietta e piacevolmente delicata. Una voce che si fa ascoltare senza essere noiosa e, questa è la parte che preferiamo e che si fa ricordare.

La guida per la beauty routine dell’estate 2020 secondo Elena Rossi è caratterizzata da pochi ma significanti attributi: velocità, armonia e mediterraneità. Mentre la velocità e l’armonia caratterizzano tutto il percorso della skin-care, l’ultima peculiarità è da riscontrare direttamente nelle acque unicellulari di agrumi Bio, tutti estratti a freddo. I passaggi da seguire sono in tutto quattro, ciascuno correlato ad un prodotto diverso: un gel detergente, un’acqua tonificante, uno scrub e maschera e gocce concentrate di Acido Ialuronico.Totalmente a base di prodotti naturali e pensate in modo da adattarsi ad ogni tipo di pelle rispettandola ed idratandola. Le Acque unicellulari in particolare sono a base di Bergamotto Bio, frutto noto per la sua fragranza particolare ed ampliamente utilizzato da secoli non solo nell’industria cosmetica.

Si crede infatti, che sia stato usato già nella Francia del XVIII secolo da Jean-Marie Farina per la sua Eau de Cologne. Le acque detergenti promettono un’azione rinfrescante ed una sensazione di sollievo dal caldo estivo, sono ricche di oligoelementi, vitamine (in particolare la A e la C), flavonoidi ed oli essenziali. Invece il gel detergente da applicare in fase di rimozione make-up funge anche da ristrutturante rimuovendo sebo, cellule morte e residui di polveri sottili. Un vero e proprio processo di dissolvenza da ogni tipo di impurità, sia che si viva in una grande città sia che si viva in un borgo di discrete dimensioni.

Gli ingredienti sono Bergamotto Bio, melograno ed acero adatti a tutte le età.

Per quanto riguarda l’immancabile toner da applicare al mattino e alla sera, anch’esso è composto da note di bergamotto e fiori d’arancio, esso rappresenta un ingrediente fondamentale per spazzare via gli ultimi residui di fondotinta e correttore ma allo stesso tempo rende anche l’applicazione e l’efficacia dei prodotti successivi più duratura. Ma lo scrub e le maschere restano un trattamento da effettuare di tanto in tanto per incentivare il rinnovo cellulare e permettere alla pelle del viso di non “rilassarsi” troppo. Lo scrub e le maschere sono creme che contengono oltre al bergamotto, microsfere di Jojoba e noccioli di albicocca che aiutano a purificare e migliorare il nutrimento della pelle regalandole già nell’immediato molta più luminosità.

L’acido ialuronico arriva come last step ed è a base di arancia rossa con azione stringente e rassodante. Le arance rosse assicurano un cocktail di idratazione e sostegno per il viso, complici le vitamine, gli oligoelementi e gli oli essenziali che dalla pianta giungono direttamente nella boccetta promettendo una nuova giovinezza.

E se è vero che la bellezza salverà il mondo, non ci resta che prestargli soccorso iniziando a testare i rimedi che ci offre in natura.

Fanny Trivigno

Fonti

Elena Rossi Blog Cosmesi Bio

Nature’s | Acque Unicellulari | La mia beauty routine a prova di caldo!

Elena Rossi e Vanity Space: il volto della cosmetica clean in Italia

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AZA-LEA RACCONTA LA CAPSULE COUTURE “CHARLOTTE”

Per la prima volta il marchio nascente AZA-LEA racconta in anteprima “CHARLOTTE” che sarà presentata sulla CAT-WALK di ALTAROMA nel contesto di International Couture. AZA-LEA è un nome emergente della moda italiana, fondato da Marta Liberatori e Valentina Amicucci, il cui intento è quello di valorizzare il prestigio che il Made in Italy ha sempre rappresentato nel mondo.

AZA-LEA ha presentato in anteprima un “capsule F/W 2020-21” della collezione CHARLOTTE a Taormina, in occasione della XVIII edizione del “Blues and Wine Soul Festival”. La linea firmata dalla Fashion Designer Nìcole Decembrino racconta la nuova donna in carriera, ispirandosi alle tipiche linee geometriche degli anni 70, alle volumetrie tipiche degli anni ’80 e vanta contaminazioni intercontinentali come l’utilizzo di tecniche giapponesi avvalendosi della qualità sartoriale che da sempre contraddistingue il prodotto Made in Italy.

La ricerca di tessuti pregiati come cashmere, lane viennesi, crepe in lana, tessuti maschili, pied de poulle, cotoni puri e sete pregiate rappresenta l’obiettivo per AZA-LEA di garantire qualità e innovazione nel tempo attraverso la realizzazione di capi d’abbigliamento versatili e di Haute Couture.

Quella di Taormina, presso Hotel Metropole, è stata la prima di tante tappe rappresentative del marchio AZA-LEA che ha visto in anteprima la linea CHARLOTTE, affiancata da alcuni capi della ricerca sperimentale NEMBROTHA della Fashion Designer Nicole Decembrino iniziata nel 2016 e ampliata per l’occasione della XVIII edizione del Blues & Wine Soul Festival.

L’eleganza, l’innovazione, la ricerca di materiali e nuove tecniche di produzione rappresentano il nuovo marchio italiano emergente: AZA-LEA.

Maria Christina Rigano

PH by Francesca Santopadre

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Il cambiamento dell’industria cosmetica nel post Coronavirus

Che il coronavirus abbia impattato inevitabilmente il nostro quotidiano ormai è un dato di fatto. Dalle misure di contenimento del contagio, al vero e proprio lockdown attuato a catena da tutti i paesi del mondo, è possibile affermare che una delle industrie più sensibili al cambiamento è stata sicuramente l’industria cosmetica.

Cosa cerca il cliente in un momento così delicato come questo?

Tra le risposte più quotate sicuramente si trova la ricerca di una maggiore sicurezza sia per quanto riguarda i prodotti da testare che per quanto riguarda l’applicazione, rigida ma necessaria, delle norme per il distanziamento sociale da rispettare in store. Insieme alle richieste relative alla sicurezza della persona, si prevede anche una richiesta legata all’ambito monetario ovvero una riduzione del capitale investito per l’ordinaria beauty routine.

McKinsey ha provato a spiegare come il Covid-19 abbia impattato il mondo della dermocosmesi attraverso l’individuazione di diverse fasi: l’emergenza, la specializzazione e l’adattamento.

Nella prima fase, quella legata all’emergenza, si è assistito allo scoppio inaspettato e celere del virus. Questa estrema velocità ha messo in luce, in breve tempo, che molti paesi non sarebbero stati in grado di far fronte alla mancanza di prodotti utili per evitare il contagio quali mascherine, guanti e gel igienizzanti per le mani. Quindi, passando alla fase di specializzazione, molte aziende in Italia hanno deciso di canalizzare la propria produzione riconvertendola a seconda della situazione eccezionale. In seguito, eliminata definitivamente la possibilità di un debellamento entro fine aprile, si è passati all’adattamento.

Visto, in sostanza, l’impatto decisamente più permanente del previsto del virus, l’industria cosmetica ha dovuto adattarsi al cambiamento delle abitudini del consumatore delineando quelli che potrebbero essere i nuovi beauty trend nel post Corona.

Inutile suggerire che il cambiamento è dato anche da una contrazione economica sostanziale. Basti pensare che le vendite cosmetiche a febbraio 2020 in Cina, primo paese che si è dovuto confrontare con l’emergenza, avevano già registrato un crollo dell’80% rispetto a febbraio 2019.

Nei mesi successivi la ripresa, tuttavia, aveva registrato dei picchi positivi delineando una situazione per la quale è possibile delineare alcuni brand più resilienti di altri generando, quello che in gergo è chiamato l’effetto lipstick.

Un effetto indiretto della pandemia, sempre secondo McKinsey, è la tendenza al protrarsi della contrazione economica da parte del consumatore per questo specifico settore. Insomma, i prodotti per la cura personale, i cosmetici ed il make up (soprattutto quello high-end) appare come un lusso “rinunciabile”.

Si prevede che i primi segnali positivi stabili si potranno vedere nel primo trimestre del 2022; segnali che dovrebbero riportare l’industria cosmetica, stimata per un netto di circa 500 miliardi di dollari l’anno, agli antichi splendori pre-corona.

Nei prossimi mesi si prevedono ancora cali compresi tra il 25% ed il 30% rispetto all’anno precedente, sempre che se il contagio rimarrà assopito.

Parte della perdita del settore è anche legata alla chiusura dei punti vendita durante le settimane di quarantena.

L’85% degli acquisti beauty avvengono, generalmente, ancora tramite lo store; un’abitudine suscettibile di cambiamento se relazionata al target individuato: i millennials acquistano solo per il 60% tramite store mentre un target a parte è quello del consumatore digitale che segue una rotta inversa, talvolta biforcata: o l’acquisto avviene online grazie alle informazioni raccolte sui canali social attraverso beauty influencers oppure l’acquisto è in store (più raramente) ma il riferimento è sempre dato in primis dal canale digitale.

L’incremento degli acquisti online, tuttavia, non ha superato il 20-30% anche in relazione ai grandi player del settore come Amazon e Sephora.

Cosa ci riserva quindi il futuro?

Considerando le norme per evitare il contagio, la pulizia e la massima igienizzazione, la mancata necessità di presenziare ad eventi pubblici e le modalità smart-working, i cali relativi al settore beauty sono facilmente spiegabili.

Per i profumi si prevede un -75% delle vendite (percentuale stimata per i brand più noti), per i rossetti, impossibili da usare sotto mascherina, il calo potrebbe essere il più significativo in assoluto.

E quando le labbra cautelativamente si coprono, i consumatori tendono piuttosto a puntare su prodotti di facile utilizzo per gli occhi e le unghie che, con chiusura di centri estetici e spa, sono il trend con un capitale di crescita maggiore stimato al di sopra del 200%.

Seguono l’acquisto del sapone per le mani aumentato a dismisura insieme ad un aumento dei prodotti detox almeno da maggio ad ora. Si è registrato anche un boom del DIY beauty, ossia dei prodotti fai da te per la cura della persona: sia che siano ingredienti di una maschera o le tinte per capelli in box oppure accessori per la manicure.

In conclusione, cosa cercano di provare questi nuovi trend?

L’industria cosmetica, variegata ed energica, cerca per l’immediato post-corona più che delle soluzioni, delle “mediazioni” con il consumatore: se da un lato si assiste alla crescita dell’acquisto tramite piattaforma online, è senza dubbio necessario anche il potenziamento di una customer experience che sia capace di rappresentare, ed in certi casi di superare, l’esperienza nello store fisico.

Secondo uno studio Mintel riportato da Ansa, si evince la tendenza, in contrasto rispetto agli anni passati, all’acquisto di prodotti beauty contenenti ingredienti artificiali perché considerati più sicuri rispetto ad a prodotti con ingredienti naturali coltivati in questo periodo. Inoltre, ci sarà molta più attenzione per la data di scadenza dei prodotti ed attenzione anche ai prodotti a base acqua che, potrebbero contenere liquidi più facilmente “contaminabili”.

Per quanto riguarda il packaging, la rivoluzione verte verso contenitori e formule touchless come polveri e spray.

Fanny Trivigno

Fonti

https://www.insidemarketing.it/trend-beauty-post-coronavirus-quali-saranno/

Fonte: McKinsey & Company: the global beauty-industry market; Global consumers net intend to spend; Monthly beauty-product sales compared with 2019; Shopping habit by age group; Do-iy-yourself and self-care beauty products