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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT sul COVID-19

Le settimane passano, la situazione pandemica mondiale pian piano cambia e in certi casi migliora, ma una consapevolezza resta: il Covid-19 ha portato, in questo 2020, delle trasformazioni così profonde e trasversali da farci chiedere continuamente “che aspetto avrà la nuova normalità post-Covid?”.

In Cina, è stato scoperto un potenziale vaccino in grado di generare una veloce e potente risposta immunitaria. Sviluppato dalla società cinese Can Sino Biologics (康希诺生物) l’Ad5-nCoV è stato uno dei primi vaccini contro il coronavirus ad essere sperimentato sull’uomo.

Il vaccino, tramite una versione indebolita di un comune virus del raffreddore, infetta le cellule umane ma senza scatenare una vera e propria malattia. Il fine è quello di rilasciare un frammento di materiale genetico del coronavirus all’interno del corpo, il quale fornisce istruzioni per la produzione della cosiddetta “proteina spike”, ovvero la proteina che consente al nuovo coronavirus di attaccare e infettare le cellule umane. L’obiettivo è rendere il sistema immunitario di una persona in grado di sviluppare gli anticorpi necessari a combattere questa proteina, proteggendo il corpo da un’eventuale nuova infezione. Per il momento, i ricercatori hanno testato l’Ad5-nCoV su 108 persone sane di età compresa tra 18 e 60 anni.  I partecipanti sono stati divisi in tre gruppi e ad ogni gruppo è stata somministrata una dose bassa, media o alta del vaccino.

Due settimane dopo essere stati vaccinati, i partecipanti di tutti e tre i gruppi hanno mostrato un certo livello di risposta immunitaria al virus. Dopo 28 giorni, quasi tutti i partecipanti avevano sviluppato degli “anticorpi neutralizzanti”, in grado di “legarsi” al virus e di “inibirlo” così da impedirgli di infettare le cellule. Gli effetti collaterali più comuni sono stati: dolore lieve nel sito di iniezione, febbre, affaticamento, mal di testa e dolore muscolare. Tuttavia, nove partecipanti, hanno avuto la febbre alta e hanno lamentato sensazione di affaticamento, mancanza di respiro e dolore muscolare, anche se questi effetti non sono durati più di 48 ore.

“I risultati sono sorprendenti”, ha dichiarato il responsabile dello studio Wei Chen dell’Istituto di biotecnologia di Pechino. “Tuttavia, questi risultati devono essere interpretati con cautela. La capacità di innescare risposte immunitarie in così poco tempo, non indica necessariamente che il vaccino proteggerà gli esseri umani dal Covid-19”.

I ricercatori hanno avviato ora la fase 2. Verranno somministrate a 500 persone dosi basse e intermedie del vaccino e un placebo. I partecipanti in questo caso avranno più di 60 anni e si esamineranno gli effetti collaterali a lungo termine (fino a sei mesi dopo la somministrazione del vaccino). In questa fase, è fondamentale vedere se ci sono differenze nell’immunogenicità delle persone anziane e quanto tempo l’immunità persiste. Vaccini come l’Ad5-nCoV, a base di adenovirus di tipo 5 generalmente non possono essere somministrati ripetutamente poiché l’immunità al coronavirus diminuisce, rendendo il vaccino pressoché inutile.

In questo momento la collaborazione tra aziende, Paesi e gruppi di ricerca sarà essenziale per ottenere una risposta globale nello sviluppo del vaccino contro il Covid-19.

Gioia Ribeca

In Russia continua l’andamento decrescente del tasso dei nuovi contagi e nel distretto di Mosca, in particolare, sono state dimesse 566 persone che hanno completato il trattamento per il Coronavirus. Come si legge nel messaggio del centro operativo della regione moscovita: “I pazienti sono stati dimessi dopo aver ricevuto l’esito negativo dello studio per l’infezione da Coronavirus”. Ad oggi, nella capitale, il numero delle persone guarite ammonta a 9.877.

Come emerge dal sito ufficiale della città di Mosca “Mos.ru”, le disposizioni e le norme indirizzate ai cittadini riguardo il comportamento adeguato da adottare in questa situazione emergenziale sono gradualmente meno stringenti. Dal 1° giugno ai cittadini è permesso uscire di casa per passeggiare o svolgere attività fisica all’aperto e nelle aree verdi, mantenendo la distanza di sicurezza. Restano tuttavia misure restrittive per i malati di Covid-19, individui sospetti di contagio, coloro che presentano sintomi di sindrome respiratoria e coloro che vivono nella stessa abitazione degli individui in questione. Rimane in vigore l’obbligo di non allontanarsi dal proprio luogo di residenza per i cittadini costretti a rispettare l’autoisolamento.

D’altronde, è importante ricordare che in Russia il numero di pazienti che hanno perso la vita a causa della pandemia è di 5.384 e che il numero di contagi ammonta a più di 430mila casi, un dato che posiziona la Federazione Russa al terzo posto dopo Usa e Cina in termini di contagio.

Ai vertici intanto continuano i lavori e gli studi per il contenimento della pandemia e la lotta contro il virus. Se da una parte il deputato della Duma, lo psichiatra Boris Mendelevich, ha sostenuto in un’intervista la necessità di test su larga scala della popolazione russa per combattere la diffusione del virus, dall’altra il ministro della salute turco Fakhrettin Koca ha dichiarato che le parti turche e russe hanno concordato una cooperazione nel campo degli studi clinici sui vaccini per l’infezione da coronavirus.

Proseguono inoltre i preparativi per la parata della Vittoria del 24 giugno a Mosca, a cui parteciperanno alcuni militari indiani, in ricordo dei soldati indiani che nel 1944 assistettero le forze armate sovietiche con materiali militari e furono premiati con l’ordine della Stella Rossa. “Attendiamo con ansia il passaggio attraverso la Piazza Rossa del personale militare indiano” ha affermato l’ambasciatore russo in India Nikolaj Kudašev.

Diana Sandulli, Silvia Noli

In Canada, nella provincia del Québec, si continua a raccomandare il distanziamento sociale anti-Covid sulla base di uno studio, pubblicato dal The Lancet, che conferma l’importanza delle distanze di sicurezza: a un metro di distanza il rischio di contagio diminuisce dell’80%. Anche l’epidemiologa quebecchese Caroline Quach-Thanh esorta a mantenere un distanziamento di almeno due metri in previsione di un’eccessiva sottovalutazione delle disposizioni. A Montréal il 7 giugno si terrà una nuova manifestazione contro il razzismo in supporto alla comunità afroamericana e gli stessi organizzatori evidenziano l’importanza dell’utilizzo di mascherine e disinfettanti per le mani.

Dal 2 giugno in Francia sono riprese le attività di ristorazione sia all’interno che all’esterno dei locali nelle zone verdi e unicamente all’esterno nelle zone arancioni (Ile-de-France, Mayotte, Guyana francese). A Parigi si assiste alla riapertura dei mercatini dell’usato. Fra le regole imposte figurano il distanziamento di almeno un metro e la disinfezione delle mani con gel idroalcolico prima di toccare gli oggetti in vendita.

In Belgio circa 60 cittadini intentano un’azione legale contro lo Stato per chiedere la revoca delle misure restrittive finalizzate al contenimento del virus. I querelanti sostengono che il Belgio abbia riprodotto le misure adottate in Cina senza una sufficiente conoscenza del virus e senza tener conto della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo. La decisione del Governo di concedere il congedo parentale è stata invece ben vista dai lavoratori, che ne hanno beneficiato per badare ai propri figli durante la crisi dovuta al Coronavirus. È un’opportunità temporanea e rivolta ai dipendenti con figli sotto i 12 anni o diversamente abili.

La Svizzera intende gestire i flussi in entrata ed uscita dal Paese in collaborazione con le autorità italiane, tedesche, austriache e francesi. Nonostante l’apertura delle frontiere italiane a partire dal 3 giugno, la Segreteria di Stato della migrazione ritiene che l’apertura totale sia prematura. Per questo motivo, rimarranno in essere i controlli alla frontiera e sarà consentito l’ingresso solo per chi è in possesso della cittadinanza svizzera.

In Africa il calo di decessi legati al virus permette alle autorità nazionali di alcuni Paesi di dare inizio alla fase di riapertura. In Marocco lo stato di emergenza sanitaria si conclude ufficialmente il 10 giugno, ma, in assenza di un piano generale di ripresa delle attività, ogni settore gestisce autonomamente il ritorno alla normalità. Alcuni esempi sono il dipartimento della comunicazione e il dipartimento del commercio, che hanno autorizzato la riapertura anticipata delle attività di loro competenza. In Camerun, nonostante il progredire dell’epidemia, già dal 1° giugno il Primo Ministro ha annunciato la riapertura delle scuole e delle università. Infatti, le associazioni degli insegnanti sono preoccupate poiché temono che non vi siano le condizioni sufficienti alla riapertura.

Silvia Calbi, Elen’Alba Vitiello

Le diverse procedure sanitarie che alcuni Paesi del Medio Oriente stanno adottando sottolineano ancora una volta il divario economico e politico che caratterizza la penisola araba.

In Yemen la guerra, la povertà e il colera non bastavano. Ora si sta diffondendo anche il coronavirus. Il Paese corre il rischio di un totale collasso, come molte organizzazioni umanitarie temono. “La morte si è trasformata in qualcosa di normale” afferma Amal Mansour, una giovane donna yemenita che vive a San’a’. La popolazione yemenita sta affrontando una guerra civile in corso da cinque anni, la diffusione del colera e ora anche l’espansione del nuovo coronavirus. Finora, la Johns Hopkins University ha registrato 244 contagiati e circa 50 morti. Tuttavia, nello Yemen nessuno fa affidamento ai numeri riportati. “Non abbiamo la possibilità di condurre alcun tipo di analisi. Non conosciamo veramente il numero dei contagiati”, conclude Amal.

In Siria, invece, il Ministero della Salute ha segnalato 15 nuovi casi di contagio del nuovo ceppo di coronavirus che hanno portato ad un incremento del numero di casi ufficialmente registrati a 121, 86 dei quali risultano essere cittadini siriani provenienti dall’estero e residenti a Damasco. La maggior parte dei cittadini siriani di ritorno nel Paese e affetti da Covid provenivano dal Kuwait, dagli Emirati, dalla Russia e dal Sudan.

Sulla base degli ultimi dati, il governo di Damasco ha deciso di continuare a sospendere il rientro di siriani bloccati in altri Paesi fino a nuovo avviso e di riesaminare la questione solo in seguito alla diminuzione del numero dei contagi e alla conclusione del periodo di quarantena dei i casi già presenti nei centri di isolamento.

Per quanto riguarda la Giordania, tra i nuovi contagi registrati figurano 2 impiegati di un hotel adibito alla quarantena e 3 cittadini giordani provenienti dall’estero (più precisamente da Russia, America e Qatar).

Questa settimana, però, il Ministero della Salute ha anche registrato 14 guariti presso il Prince Hamza Hospital e il King Abdullah University Hospital. In tutto il numero di test effettuati finora ammonta a 198.879.

La situazione negli Emirati, invece, appare maggiormente sotto controllo. Nei giorni passati, il Ministero della salute e la Protezione Civile degli Emirati Arabi Uniti hanno annunciato che oltre 37.000 nuovi test per il nuovo ceppo di coronavirus “Covid-19” sono stati condotti su diversi strati della società utilizzando le migliori e più recenti tecniche di esame medico.

L’intensificazione delle procedure di indagine nel Paese e l’espansione dei test a livello nazionale hanno contribuito all’individuazione di 661 nuovi casi di Covid-19 in persone di diverse nazionalità, facendo salire il numero totale dei contagiati a 34.557. Tutti i casi registrati, tuttavia, sono stati sottoposti alle cure sanitarie necessarie e le condizioni dei pazienti risultano stabili.

Samar Hassan

In Brasile le associazioni che tutelano le comunità indigene degli Yanomami e degli Ye’kwana, insieme a organizzazioni non governative sia brasiliane che internazionali, lanciano la campagna #ForaGarimpoForaCovid. Dopo la morte di tre Yanomami infatti, la paura di una possibile estinzione delle comunità indigene aumenta sempre di più. Tutto ciò è aggravato anche dal fatto che gli Stati dove risiedono queste comunità, Amazonas e Roraima, hanno un sistema sanitario debole e una carenza di respiratori polmonari. La campagna mira alla raccolta di 100 mila firme per chiedere al governo di impedire l’entrata nelle terre indigene dei garimpeiros (cercatori d’oro) in quanto portatori del virus. Il sostegno è fondamentale, infatti l’azione dei garimpeiros e il disinteresse del presidente verso i popoli indigeni comporterebbero dei danni irreparabili.

In Portogallo la situazione continua a essere stabile rispetto alla scorsa settimana. Oltre a teatri e cinema riaprono palestre, centri commerciali, asili, ristoranti, e a partire dal 6 giugno 2020 anche la stagione balneare. Sono permessi raggruppamenti fino a 20 persone mentre per l’area di Lisbona, che è ancora la zona più colpita, il numero massimo è di 10 persone, con alcune restrizioni per le riaperture. Nell’isola di Madeira riaprono anche bar e discoteche, per il Portogallo continentale invece ancora niente è stato stabilito. Per quanto riguarda i turisti che decideranno di visitare il Portogallo non ci sarà obbligo di quarantena. Il lavoro da remoto rimarrà ancora obbligatorio per chi non è in buono stato di salute e per i genitori con figli a casa, mentre sarà in alternanza con il lavoro in presenza per tutte le altre categorie. Per la celebrazione del giorno del Portogallo (Dia de Portugal), prossimo 10 giugno 2020, è stato deciso di fare una cerimonia simbolica nel Monastero dos Jerónimos con sette persone, tra cui il presidente della Repubblica Marcelo Rebelo de Sousa. Questa sarà la prima celebrazione per la ricorrenza nazionale dal periodo di emergenza sanitaria.

In Angola, invece, si parla di recessione economica, con stime che la proiettano fino al 2023 principalmente a causa del Covid-19 e del drastico calo del prezzo del petrolio degli ultimi mesi. Infatti, la ripresa delle esportazioni non compensa l’impatto negativo dell’abbassamento della spesa pubblica, dei ridotti consumi, della restrizione di bilancio e dei bassi investimenti privati. Si prevede per questo 2020, una caduta del 4,8% del PIL oltre a un brusco ribasso del prezzo del petrolio a 31,3 dollari al barile (il bilancio statale ne stimava 55). È un duro colpo per l’Angola dato che il petrolio rappresenta il 90% delle esportazioni.

In Mozambico nello scorso due giugno sono stati registrati 53 nuovi casi di Covid, il numero più alto di infezioni in un solo giorno finora, tutti dovuti a trasmissione interna al Paese. Il numero totale di casi si alza a 254. In arrivo questa settimana 60 medici inviati da Cuba per sostenere il Ministero della Salute nella lotta al Covid-19.

Martina Pavone e Diana Fagiolo

Il 3 giugno in Spagna si osservano due eventi degni dell’attenzione nazionale e internazionale: finalmente, dopo 29.858 spagnoli deceduti a causa del Covid-19, si registra il secondo giorno senza nessun decesso e, inoltre, il Premier Sánchez ha dichiarato in un dibattito alla Camera dei deputati che lo stato di emergenza verrà prolungato per l’ultima volta fino al 21 giugno e che la prossima settimana annuncerà il decreto reale che conterrà le nuove misure di contenimento per evitare nuovi focolai. Non sono mancati, tuttavia, interventi polemici da parte di Pablo Casado, leader del Partido Popular, e Santiago Abascal, leader di Vox,che hanno criticato l’operato del Governo durante la pandemia e che non sostengono il prolungamento dello stato d’emergenza. Il Presidente ha fatto anche allusione alla preparazione di un piano di ripresa senza precedenti e, allo stesso tempo, all’importanza di rimanere uniti per poter ottenere dall’Unione Europea fino a 140 miliardi di euro per il risanamento economico del paese.

Il Messico si conferma uno dei paesi più colpiti dal Covid-19: continua inarrestabile la diffusione del virus raggiungendo un totale di oltre 97mila positivi e più di 10mila morti.

Alcuni settori commerciali hanno ripreso la loro attività, ma ben 31 dei 32 Stati rimangono “zone rosse”.

La Colombia, dopo la quarantena di tutta la cittadinanza, ha deciso l’isolamento dei quartieri – dove il virus si propaga più rapidamente che altrove – soprattutto nella capitale Bogotà e nella città di Medellín. Il presidente Iván Duque sta permettendo la ripresa delle attività per il resto della popolazione.

In Perù si nota un rallentamento dei contagi negli ultimi giorni, ma il bilancio rimane pesante: 174.884 positivi e 4.767 decessi. Il centro di maggiore diffusione si conferma la capitale Lima.

Il Governo ha deciso l’autorizzazione dell’attività sportiva individuale all’aperto per un’ora al giorno con distanza massima di tre km dal domicilio.

La Bolivia registra quasi 11mila contagi e 376 morti. Il Tribunal Supremo Electoral e i partiti politici hanno raggiunto l’accordo di rimandare le elezioni – sospese per la pandemia – al prossimo 6 settembre.

L’Argentina registra 904 nuovi casi per un totale di oltre 18mila persone positive, la maggior parte delle quali risiede a Buenos Aires. La capitale si conferma la città più colpita e adotta delle restrizioni maggiori di quelle attuate nel resto del paese.

Il Cile supera i 108mila contagi, ma diminuisce il numero dei casi attivi. Il governo di Sebastián Piñera ha finora lasciato autonomia ai singoli municipi della capitale per l’attuazione delle misure di contenimento del virus, ma, visti i contagi crescenti, ha deciso di dare delle linee guida comuni da far rispettar a Santiago del Cile e nel resto del paese.

Nell’ultima settimana in Nicaragua c’è stato un incremento del numero dei contagi che, secondo le fonti ufficiali, ha superato i mille casi. Tale cifra, però, è stata contestata da un gruppo di medici e volontari che hanno rilevato numeri ben più elevati: 3.725 persone positive e 805 decessi.

Lavinia Cataldi, Michela Di Franco e Ilaria Violi

Nel Regno Unito recentemente si sono verificati un centinaio di nuovi casi: secondo The Telegraph sono 277.985, per un totale di 39.369 decessi. Il Department of Health and Social Care ha affermato che il numero di cittadini inglesi positivi è passato da 1.613 a 277.985 e nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 135.643 test, raggiungendo un totale di più di 4,6 milioni in tutto il Paese.

Anche in Irlanda si sono registrati nuovi casi: si tratta di 29.851 da poco confermati, di cui 2.193 sono decessi. Secondo l’Ireland’s Department of Health attualmente se ne sono verificati 47 nel Paese. Tuttavia, il dottor Glynn cerca di rassicurare la popolazione affermando che il tasso di guarigione è arrivato al 91% e che la maggior parte dei malati riesce comunque a guarire.

Negli Stati Uniti risultano essere più di 1.820.000 le persone contagiate, di cui almeno 105.000 decedute. Lo scorso lunedì sono stati riportati più di 21.100 nuovi casi e, secondo Johns Hopkins, le morti verificatesi erano 784. A peggiorare la situazione vi sono le proteste esplose recentemente, facendo temere una seconda pandemia. Anthony Fauci, direttore dell’Istituto nazionale di allergie e malattie infettive (NIAID), esprime la sua preoccupazione su un possibile ritorno del virus dopo le recenti riaperture di alcuni Stati americani.

In Nuova Zelanda il numero totale di casi confermati rimane 1.154, di cui 22 deceduti e 1 attivo; ad oggi, nessuno sta ricevendo cure ospedaliere per Covid-19.

Secondo il Department of Health in Australia si contano attualmente 7.204 persone contagiate, 103 decedute e 6.619 ricoverate.

Il Commonwealth e i rispettivi Stati stanno firmando un accordo quinquennale di 131,4 miliardi di dollari, al fine di assicurare che nessuna giurisdizione sia lasciata in pessime condizioni a causa della pandemia Covid-19. Gli ospedali pubblici beneficeranno del finanziamento record dopo che tutti gli Stati e i territori avranno firmato il nuovo accordo di riforma sanitaria del governo Morrison. Tale finanziamento mira ad aiutare tutte le strutture ospedaliere pubbliche, fornendo più medici, più infermieri e più servizi. L’obiettivo è quello di migliorare i risultati sanitari di tutti gli australiani e di garantire la sostenibilità del sistema ospedaliero. Questo impegno, inoltre, assicura che il sistema sanitario rimanga stabile e coordinato a livello nazionale, in particolare in questo periodo senza precedenti, e garantisce ai governi degli Stati e dei territori la possibilità di continuare a fornire servizi ospedalieri pubblici sicuri ed efficaci a tutti gli australiani.

È importante sottolineare che l’accordo rafforza l’impegno di tutti i governi a garantire un accesso equo agli ospedali pubblici per tutti i cittadini, eliminando gli incentivi che possono portare al trattamento preferenziale dei pazienti privati.

Simona Picci e Salvina Calanducci

La pandemia ha stravolto in poche settimane la vita di tutti, inclusa quella sentimentale. Molte coppie si sono strette forti l’una all’altra, altre non hanno avuto la possibilità di vedersi a causa della distanza imposta dal governo, molti matrimoni sono stati posticipati e sono aumentati anche i casi di divorzio.

A testimoniare il distacco forzato, la storia di Dorothy Campbell e suo marito Gene, una coppia statunitense sposata da più di 60 anni che ha vissuto separata a causa del virus. Memorabile lo scatto fotografico di Dorothy accostata alla vetrata che la divide da suo marito. In quel tocco si nasconde l’amore di una lunghissima vita trascorsa insieme e l’ingiustizia dell’essere separati. Per Petra Lessing e il suo compagno Frank (entrambi 73 anni) le cose non sono andate molto diversamente. La coppia, residente a Weissenfels, è stata divisa durante questi mesi. Frank è in cura dal 2017 presso la clinica Asklepios per un tumore all’addome e al torace e Petra è riuscita a rivederlo soltanto giovedì scorso. Quando si sono riuniti, il mondo è sembrato essere di nuovo in ordine, anche se solo per un’ora al giorno, il tempo di una visita. Visita che aspettava trepidante anche Andrea Schmidt, autrice di NDR, che documenta l’incontro con la mamma malata di Alzheimer, in cura a Bredsten. Per persone come la madre di Andrea le mancate visite rappresentano un distacco, quasi un abbandono. Questi lunghi mesi non hanno fatto altro che sbiadire i pochi ricordi nella mente della donna che fatica a concepire il virus e il motivo degli abbracci negati. Sono gli infermieri negli ospedali a colmare ora le distanze fisiche che costringono i parenti a stare lontani da chi amano. Muniti dei dispositivi di protezione necessari, dispensano agli anziani le carezze di cui hanno bisogno. Piccoli grandi gesti di umanità da lodare.

Chi invece aveva in mente di sposarsi ha dovuto rivedere i propri piani: nessun evento richiede tanta programmazione quanto un matrimonio e l’impossibilità di festeggiarlo come desiderato rende profondamente tristi.

Ma chi è stato preso in contropiede dall’arrivo del virus come ha reagito?

Agli inizi di aprile Enja Berscheid-Engel e suo marito Florian Berscheid hanno celebrato il loro matrimonio nel meraviglioso castello di Ehreshoven alla sola presenza del sindaco. Nessun invitato in sala, nemmeno i genitori. Ma la frustrazione e l’amarezza per le restrizioni del momento sono state sostituite dallo stupore e dalla forte emozione di vedere i propri amici tutti disposti lungo la strada che li conduceva dal castello alla loro abitazione: «È stato un matrimonio diverso, folle ma perfetto» – così raccontano gli sposi.

Una giovane coppia di Amburgo invece ha sperimentato il matrimonio sul balcone. Dopo la firma in comune, amici e parenti si sono radunati sotto casa, attorno ad un banchetto allestito dal testimone di nozze al piano di sotto. «La sera ci hanno sorpreso con un piccolo concerto. Accompagnati da una cantante e un chitarrista, abbiamo fatto il nostro primo ballo da sposati. È stato davvero emozionante».

È proprio il caso di dire: omnia vincit amor.

Laura Razzini, Michela Sartarelli

FONTI E SITOGRAFIA CONSULTATE

Cinese

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https://www.ndr.de/nachrichten/schleswig-holstein/coronavirus/Pflegeheim-in-Corona-Zeiten-Zaun-Besuch-bei-Mama,pflegeheim252.html

#ATUTTOMONDO

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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT sul COVID-19

Secondo il New York Times più di 1.707.700 persone negli Stati Uniti sono state infettate dal coronavirus e almeno 100.400 sono morte.

Alla fine di febbraio erano solo poche decine i casi conosciuti, ma, verso la fine della primavera, il virus ha dilaniato ogni Stato contagiando un numero di persone che supera la quantità di abitanti del Wyoming e del Delaware messi insieme e uccidendo più americani di quanti possano entrarne in uno stadio della National Football League. Nonostante alcuni progressi, infatti, continuano ad emergere nuovi focolai e centinaia di persone muoiono ogni giorno.

La vita americana è cambiata notevolmente a causa del virus. New York e il New Jersey sono stati sicuramente gli Stati più colpiti, ma negli ultimi giorni i numeri dei casi hanno registrato una forte tendenza al ribasso. Nonostante ciò, a New York sono ancora presenti migliaia di casi e centinaia di morti in ogni distretto.

Il governatore Andrew Cuomo ha affermato che New York potrebbe riaprire l’8 giugno, a condizione che soddisfi due dei sette requisiti da lui stabiliti: uno legato alla capacità ospedaliera e l’altro relativo al tracciamento dei contatti.

In Canada circa 90.000 sono le persone infette, di cui quasi 7.000 decedute. La Public Health Agency del Canada sta lavorando con province, territori e partner internazionali, inclusa l’Organizzazione Mondiale della Sanità, per monitorare attivamente la situazione. Gli sforzi globali si concentrano sul contenimento dell’epidemia e sulla prevenzione di un’ulteriore diffusione.

Nel Regno Unito, secondo quanto riportato da BBC News, il governo è impegnato in un continuo tracciamento di contagi e la diffusione di essi. I dati sono allarmanti: il Paese ha registrato oltre 270.000 nuovi casi confermati, di cui 38.000 sono decessi. Questi sembrano riguardare soprattutto coloro che non hanno ricevuto una diagnosi o che sono venuti a contatto indiretto con il virus. Non sempre è possibile accertarsi in tempo dei sintomi: alcuni scienziati hanno scoperto i cosiddetti “silent spreaders”, ovvero coloro che vengono infettati ma non ne sono consapevoli. In questi casi, si sviluppano sintomi simili a quelli del Covid, spesso difficili da distinguere rispetto ai comuni sintomi di influenze stagionali o allergie.

In Australia si è verificato un caso importato direttamente dall’estero: si tratta di un settantenne risultato positivo dopo più di sei settimane al test per il coronavirus. L’uomo era rientrato in Australia dopo un viaggio nel Regno Unito dove avrebbe contratto il virus, senza però costituire una minaccia di contagio. Rimane una certa inquietudine poiché questo caso non è il solo che si è riscontrato nel Paese: si tratta del secondo verificatosi nella parte meridionale dell’Australia, raggiungendo un totale di 439 contagi da Covid-19. Recentemente però, sia l’Australia che la Nuova Zelanda hanno visto ridurre drasticamente la quantità di nuovi contagi: i numeri sono incoraggianti e, secondo alcuni grafici, nei due paesi si sta verificando una leggera diminuzione rispetto al resto del mondo. Una nuova prospettiva sembra affacciarsi sul continente australiano: con gli ultimi dati incoraggianti, l’Australia potrebbe scongiurare il ritorno del Covid-19.

Salvina Calanducci, Simona Picci

In Portogallo continua la ripresa graduale delle attività con la terza fase del piano del governo. Riaprono cinema, teatri e spettacoli all’aperto con posti a sedere numerati e dal 3 giugno riprenderà anche il campionato di calcio. La regione di Lisbona sarà l’ultima a riaprire dato che la maggior parte dei casi si concentra lì. Verranno fatti test ai lavoratori o ai contatti dei settori più colpiti dal virus come costruzioni, trasporti, catene di rifornimento e distribuzione. Inoltre, il Parlamento ha approvato quattro progetti di sostegno alle farmacie, in crisi dall’inizio dello stato di emergenza a causa di una richiesta sempre maggiore di servizi e farmaci nonostante una minore entrata economica. Fino ad ora il numero totale di infetti di Covid-19 è poco più di 32.200 e il numero delle vittime è pari a 1.396.

In Mozambico è stato prorogato lo stato di emergenza, in vigore da aprile, per altri trenta giorni dato il recente aumento di casi. Le autorità sanitarie ribadiscono l’importanza di osservare rigorosamente le misure di prevenzione e annunciano, a partire da giugno, l’inizio graduale dei test sulla popolazione in alcune provincie. Il numero totale dei casi è 245 e il numero delle vittime è pari a 2.

Il Brasile, questo sabato 30 maggio, ha superato la Francia per numero di decessi arrivando a 28.834 persone, come dimostrato dal Ministero della Salute. Con questo dato, diventa il quarto paese al mondo con più vittime per Covid-19. Per quanto riguarda il numero di attualmente positivi, si contano 498.000 persone e il numero di guariti è pari a 201.000. Le città più colpite rimangono San Paolo, Rio de Janeiro e le località nordestine di Ceará, Amazonas e Pará. Proprio in queste zone, nel nord del Brasile, si registrano 900.000 indigeni morti a causa del virus. La situazione peggiora se si considera che il presidente Jair Bolsonaro nega l’esistenza della pandemia, definendola una “leggera influenza”. Per questo motivo non ha mai adottato delle misure per salvaguardare la popolazione e, infatti, sono stati i singoli stati a imporre l’isolamento ai propri cittadini.

L’Angola conta 84 contagiati, 18 guariti e 4 decessi. Lo stato di emergenza è stato dichiarato il 26 maggio e durerà fino al 9 giugno. Bar e ristoranti vengono aperti a fasi alterne e Luanda, la capitale, verrà isolata. Inoltre, il governo ha attuato politiche di assistenza sociale distribuendo acqua potabile gratuita, alimenti non deperibili e prodotti per l’igiene. 

Diana Fagiolo e Martina Pavone

La Spagna sembra iniziare a intravedere la luce in fondo al tunnel: durante la scorsa settimana, stando alle informazioni del governo del paese, è sceso a 43 il numero dei pazienti contagiati che, purtroppo, non ce l’hanno fatta.

Secondo il piano di ripresa attuato in questi giorni – suddiviso, ricordiamo, in tre fasi – entro oggi almeno il 70% delle comunità autonome spagnole entrerà nella tanto attesa Fase 2; il restante avanzerà alla Fase 3 (in particolare Formentera, El Hierro, La Graciosa e La Gomera) oppure rimarrà in Fase 1 (caso, per esempio, della Comunità di Madrid, di una parte della Catalogna e della Castiglia e Leone).

Il Ministro della Sanità spagnolo, Salvador Illa, ha affermato che il paese si sta affacciando con un bel ritmo a una fase complessa che richiede responsabilità e prudenza soprattutto da parte dei cittadini. Aggiunge, inoltre, che il Ministero da lui presieduto studia settimana per settimana le diverse situazioni epidemiologiche che ogni comunità autonoma riporta e sta cercando di alleggerire il più possibile le restrizioni imposte per un rapido ritorno alla normalità.

La Colombia, con circa 25.000 casi per Covid-19 e più di 800 morti, comincerà ad allentare le misure di contenimento a partire da oggi, lunedì 1° giugno. Anche se l’epicentro continua ad essere Bogotà con più di 8.000 casi, attualmente le autorità sanitarie sono preoccupate per la capacità ospedaliera delle città di Barranquilla, Cartagena e Soledad, che si trovano sulla costa nord del paese. In particolare, Cartagena manca di una rete ospedaliera efficiente, pur contando quasi 2.500 casi.

Nonostante gli ospedali di Barranquilla godano di maggior capienza, i contagi continuano ad aumentare arrivando a poco più di 1.700, mentre a Soledad si registrano 964 positivi.

Anche in Messico, dove si è creato un semaforo epidemiologico che va dal rosso al verde per stabilire la situazione sanitaria di ciascuno dei 30 stati, si metterà in moto, a partire da oggi, una graduale ripresa delle attività economiche. Per quanto riguarda l’apertura delle scuole, invece, durante la conferenza stampa di venerdì 29 maggio il Ministro della Pubblica Istruzione (Secretaría de Educación Pública) Esteban Moctezuma Barragán ha annunciato che il rientro degli studenti avverrà il 10 agosto, sempre se il semaforo epidemiologico lo permetterà.

Lavinia Cataldi, Michela di Franco e Ilaria Violi

In Russia la vicepremier Golikova ha recentemente annunciato che i contagi da coronavirus sono in diminuzione: “Dall’inizio di aprile, il tasso di aumento giornaliero dei nuovi contagiati è diminuito di 11,8 volte”. Nei giorni scorsi, la percentuale di crescita giornaliera dei contagi è stata attestata al 2,3%, mentre il tasso di diffusione è sceso a meno di un’unità.

L’andamento decrescente dei contagi è stato comunicato anche dalla Presidentessa dell’Associazione federale per la tutela e la protezione dei consumatori Rospotrebnadzor – Anna Popova che ha sottolineato che è in atto una riduzione del processo epidemiologico in Russia. Parallelamente all’aumento della crescita degli esami effettuati, si è riscontrata una diminuzione nel numero di casi infetti da Covid-19. “Al numero in aumento dei test effettuati, si accompagna un numero in costante decrescita di contagi giornalieri. La tendenza del processo epidemiologico non mostra inversioni”, ha dichiarato Anna Popova, aggiungendo che i contagi giornalieri stanno diminuendo anche all’interno di un numero crescente di regioni esaminate.

Nella regione di San Pietroburgo è iniziata la fase di mitigazione di alcune misure restrittive, che però non comprende la riapertura di parchi, come dichiarato dal vicegovernatore Elin, che sarà prevista solo in seguito, probabilmente durante la fase 3. Con questo provvedimento si vuole evitare il contatto tra i bambini nei parchi giochi in quanto risulta difficile da controllare. “Allo stesso tempo, i bambini possono diventare veicolo del virus verso i parenti più anziani”, ha detto Elin. “Si teme che i parchi diventino molto affollati, il che potrebbe portare a nuovi contagi”. Come affermato da Irina Kataeva, capo dipartimento di Rospotrebnadzor della città di San Pietroburgo, l’epidemia in questa regione con consente di attuare la prima fase di rimozione delle restrizioni.

A livello nazionale, per la sicurezza delle persone e per limitare i contagi, quest’anno le tradizionali celebrazioni per il Giorno della Vittoria, che si festeggia in Russia il 9 maggio, si erano svolte senza parata militare, fatta eccezione per i mezzi dell’aviazione. Con il picco di contagi oramai superato, però, il Presidente Vladimir Putin ha annunciato che il 24 giugno si terrà a Mosca la Parata della Vittoria che celebra il 75°anniversario della vittoria nella Grande Guerra Patriottica. Il decreto prevede che il 24 giugno sarà una giornata non lavorativa, con elargizione di stipendi ai dipendenti. Le celebrazioni avranno inizio alle 10 sulla Piazza Rossa e in altre città russe. Alle 22 locali verrà effettuato il saluto dell’artiglieria. Il 26 maggio il Presidente della Federazione Russa ha anche proposto di svolgere i festeggiamenti del Reggimento Immortale il 26 luglio, senza escludere la possibilità di rinviare le celebrazioni a una data successiva se le condizioni epidemiologiche dovessero richiederlo.

Silvia Noli, Diana Sandulli

In Francia le associazioni Datacovid e Ipsos hanno condotto delle indagini su di un campione di 5.000 persone prendendo in esame lo stato d’animo dei cittadini. I risultati non sono stati dei più positivi: i francesi dimostrano un forte senso civico, ma sono scontenti delle misure anti-Covid adottate dal Governo e considerano le azioni intraprese da Italia e Spagna più efficaci per gestire l’attuale crisi. Allo stesso tempo, la comunità scientifica ha realizzato un’importante scoperta: uno studio pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet ha accertato gli effetti nocivi della clorochina, un farmaco impiegato contro il Covid-19 che ha causato un aumento del tasso di mortalità; pertanto, nella giornata del 27 maggio le autorità francesi, su parere del Comitato di salute pubblica, ne hanno sospeso tutte le prescrizioni.

In Belgio, in data 30 maggio, sono state ricoverate altre 29 persone, mentre i decessi ammontano a 23. Lo stesso giorno sono 125 i test risultati positivi (su un totale di 11.186 test eseguiti), portando il numero totale di casi di Coronavirus rilevati a 58.186. Con tali dati alla mano, il ministro degli Interni Pieter De Crem ha deciso di aprire le frontiere ai Paesi vicini come Francia, Germania, Paesi Bassi, Lussemburgo e Regno Unito. L’intento è quello di permettere il ricongiungimento delle famiglie che, però, si è rivelato impossibile per le tante persone dirette in Francia che sono state bloccate alla frontiera, probabilmente per la mancata tempestività di comunicazione tra i Paesi riguardo alle nuove direttive.

In Svizzera continua il calo dei contagi, permettendo l’inizio della fase 2 prima del previsto. Dal 6 giugno, tutte le infrastrutture saranno riaperte e i gruppi anche superiori alle quattro persone saranno riammessi nei ristoranti, anche se rimangono invariati i protocolli di protezione. Inoltre, i ristoratori dovranno raccogliere i dati dei clienti per essere in grado di tracciarne i contatti. Senza dubbio, gli imprenditori del settore sono riluttanti tanto quanto i proprietari delle discoteche, poiché non esiste ancora una base giuridica di riferimento.

Il Sudafrica conta il numero più alto di casi di Coronavirus nel continente. Tuttavia, a partire dal 1° giugno, dopo due mesi di lockdown estremo, il presidente Ramaphosa permetterà un allentamento delle misure di contenimento. Ciò nonostante, in caso di nuovo aumento dei contagi, le grandi città come Cap e Johannesburg saranno soggette a nuove restrizioni. Gli esperti prevedono che il picco della pandemia verrà raggiunto tra luglio e novembre, causando circa 40.000 nuovi decessi.

In Camerun il Covid-19 ha evidenziato la mancanza di fiducia tra la popolazione e il personale sanitario. A tal proposito, il cardiologo e professore dell’università di Douala, Aimé Bonny, ha attribuito allo Stato le responsabilità dell’impoverimento del personale medico. Ciò porterebbe i camici bianchi a derubare o truffare i pazienti per poter arrivare a fine mese. Di conseguenza, i pazienti perdono fiducia nel personale sanitario e sono più propensi a rivolgersi a un cosiddetto “guaritore spirituale”.

Silvia Calbi, Elena Alba Vitiello

Nella lotta contro il coronavirus, il governo federale tedesco procede in modo inclusivo, ma alcuni Länder pianificano ulteriori misure di sicurezza. “Al fine di mantenere basso il rischio di infezione, le restrizioni verranno prorogate fino al 29 giugno” – così si può leggere nel documento decisionale comune. Come viene evidenziato nei dati di segnalazione disponibili, il virus si sta indebolendo; non ci sono segni dell’inizio di una seconda ondata.

Secondo ntv.de, in Germania, la crescita totale di persone infette da Covid dall’esordio della pandemia ha raggiunto il numero di 179.930 casi registrati fino a mercoledì sera, pari a 656 infezioni in più rispetto al giorno precedente. Con un totale di quasi 180.000 casi di infezione, la Germania rappresenta uno dei paesi maggiormente colpiti, a differenza del numero di morti che rimane relativamente basso. È stato, dunque, stipulato un accordo unanime sull’obbligo di indossare mascherine in negozi, aziende, trasporti pubblici locali. Il giorno seguente la stipula del nuovo accordo, sulla rivista RTL “Punkt 12”, il cancelliere in carica Helge Braun spiega la posizione del governo: “È responsabilità degli stati federali definire le regole per i loro cittadini, il ruolo del governo invece è offrire sostegno alle aziende con dei pacchetti anticrisi affinché l’economia possa ripartire e i posti di lavoro siano assicurati.”

Le dichiarazioni del virologo Christian Dorsten in questo senso fanno ben sperare: “Il paese sembra preparato ad una ulteriore possibile ondata del virus, forse possiamo evitare un secondo lockdown”.

Ecco che allora la Germania, in linea con le decisioni europee, inizia a ripartire anche nel settore del turismo. Secondo una panoramica nazionale infatti, alberghi, campeggi e case vacanze sono nuovamente a disposizione dei clienti e il periodo di Pentecoste rappresenta un’ottima opportunità di ripresa.

Sulla questione “vacanze all’estero”, invece, la Germania, come del resto l’Europa, punta a rimuovere l’allerta viaggi il 15 giugno.

Secondo l’attuale bozza del documento sui punti chiave, il governo federale tedesco intende far ripartire gli spostamenti in tutti gli Stati Membri dell’UE, sostituendo le limitazioni di viaggio con avvertenze sul rischio di contagio presenti nei rispettivi paesi, così da poter garantire sicurezza ai turisti. Ovviamente tutti i paesi dovranno considerarsi “osservati speciali” dei propri vicini europei: qualora si verificassero 50 nuovi contagi per 100.000 abitanti in sette giorni, l’Europa correggerà il tiro reinserendo restrizioni locali. Insomma, è presto per esultare ma perlomeno si intravedono i primi segnali positivi.

Laura Razzini, Michela Sartarelli

La situazione provocata dall’emergenza del coronavirus nei Paesi del Nord Africa appare generalmente molto delicata a causa dell’instabilità dei suddetti territori. Nonostante le evidenti difficoltà, però, si registrano diversi progressi realizzati da alcuni Paesi del Maghreb.

In Egitto, infatti, il Ministero egiziano della Salute e della Popolazione ha annunciato che 127 contagiati dal nuovo ceppo di coronavirus “Covid-19” sono stati dimessi dagli ospedali, dopo aver ricevuto i trattamenti necessari indicati dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, raggiungendo così un numero totale di guariti pari a 5027. Il portavoce ufficiale del Ministero della Salute e della Popolazione, Khaled Mujahid, ha dichiarato che “Il numero di casi positivi divenuti negativi è aumentato a 5606”, inclusi i 5027 guariti.

Il governo algerino, invece, ha annunciato che il Paese ha iniziato a produrre dei dispositivi di rilevazione rapida del virus, che mostrano risultati in 15 minuti, con una capacità produttiva di 200.00 unità settimanali. L’amministratore delegato responsabile dell’industria farmaceutica, Lutfi bin Bahamd, ha affermato che un laboratorio ad Algeri sta sviluppando i dispositivi di collaudo, in collaborazione con due società, una canadese e l’altra giordana, senza però menzionarne i nomi. L’Algeria ha inoltre stanziato $100 milioni per importare apparecchiature mediche e prodotti farmaceutici per contrastare il virus, ricevendo numerose donazioni dalla Cina. Finora il Paese ha registrato più di 9.000 casi confermati, 646 decessi e 5.549 guariti.

Per quanto riguarda la situazione in Tunisia, invece, è iniziata una nuova fase di attenuazione della quarantena dopo più di due mesi di lockdown, con la revoca di tutte le misure di contenimento prevista per il 14 giugno. Le autorità sanitarie hanno sottolineato la necessità di rispettare comunque le procedure di prevenzione, ovvero il distanziamento sociale e l’obbligo di indossare le mascherine, per evitare una seconda ondata di diffusione del virus, dopo la diminuzione del tasso di contagi. Ad oggi in Tunisia risultano contagiate poco più di 1.000 persone, con un totale di 48 decessi.

In Marocco la situazione risulta più critica. Uno studio ufficiale marocchino pubblicato martedì ha evidenziato che circa il 90% dei contagi da Covid-19 sono concentrati nelle “aree urbane più popolate”, specialmente nei centri delle vecchie città e nelle località caratterizzate dalla presenza di case popolari e baraccopoli. Lo studio condotto dall’Alta Commissione per la Pianificazione, l’ente responsabile delle statistiche ufficiali, è stato avviato in un momento in cui il Regno del Marocco ha registrato circa 7500 contagi da metà marzo, la maggior parte dei quali nelle aree “più affollate” del Paese, che sono Casablanca, Rabat, Marrakech, Fez e Tangeri. Il Marocco, che ora si sta preparando a revocare le misure di isolamento, a metà marzo aveva chiuso i suoi confini, sospeso tutti i voli e dichiarato lo stato d’emergenza sanitaria per contrastare la diffusione della pandemia.

Samar HAssan

In Cina, il 28 Maggio 2020, si è svolta la terza sessione del 13° Congresso Nazionale del Popolo (全國人民代表大會), la più alta istituzione statale e l’unica camera legislativa della Repubblica Popolare Cinese, a cui hanno partecipato, oltre al leader del Partito comunista e Capo dello Stato Xi Jinping, il primo Ministro Li Keqiang e i circa 3.000 deputati rappresentanti sia il Partito Comunista Cinese che i diversi partiti a cui si uniscono forze indipendenti.

 Il Presidente Xi Jinping ha rassicurato il popolo in questo particolare momento di incertezza e di difficoltà. I suoi obiettivi sono chiari: eliminare la povertà assoluta, mettere al centro di tutto la persona e cercare nuove soluzioni alle sfide di ogni giorno: “Lavorare insieme e uniti per salvare un singolo paziente. Questo, in sostanza, è tutto ciò che serve per salvare vite umane”. Si evince, pertanto, che le persone e la vita sono per il Paese le massime priorità. La Cina ha infatti organizzato azioni rapide e radicali per contenere la malattia, mobilitando i migliori medici, utilizzando le attrezzature più avanzate e le risorse più richieste. Il paziente più anziano guarito ha 108 anni.

Il Presidente, poi, sottolinea la gravità della situazione economica scatenata dall’epidemia, ma con fermezza e determinazione afferma che la Cina è pronta a ripartire:

 “La nostra economia è ancora caratterizzata da ampio potenziale, forte resilienza, ampio spazio di manovra e strumenti politici sufficienti”; il desiderio della Cina è quello di creare un ambiente di produzione intelligente, implementando i diversi settori della realtà digitale e sanitaria, attraverso la creazione di  un nuovo modello di sviluppo, in cui il mercato interno ed estero possano rafforzarsi a vicenda così da rendere la globalizzazione economica più aperta, inclusiva ed equilibrata affinché tutti possano trarne beneficio.  La tutela della salute pubblica prevede una riforma seria e concreta del sistema di prevenzione e controllo delle malattie, un potenziamento del monitoraggio delle epidemie e una sollecita risposta alle emergenze. Necessaria per il Presidente anche una revisione delle leggi esistenti e dei regolamenti di emergenza. 

Si capisce pertanto come l’obiettivo primario della Cina sia ora non quello di una crescita economica annuale specifica per il 2020, ma quello legato alla lotta contro la povertà e alla costruzione di una società prospera sotto tutti gli aspetti.

Il Presidente, nel sottolineare il profondo impatto che il Covid-19 ha avuto sulla Repubblica popolare e sui cittadini, volge l’attenzione alla sicurezza nazionale e al ruolo fondamentale esercitato da se stesso nel rafforzamento della difesa nazionale e delle forze armate durante l’epidemia.  Il suo ordine di aumentare l’addestramento e la preparazione alla battaglia unito alla richiesta ai suoi militari di affrontare prontamente ed efficacemente ogni tipo di situazione ha permesso la salvaguardia della sovranità nazionale, della sicurezza e degli interessi di sviluppo della Cina stessa.

Gioia Ribeca

FONTI E SITOGRAFIA CONSULTATE

Inglese

The New York Times (30/05/2020) “Coronavirus in the U.S.: Latest Map and Case Count”

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Shukman D. (31/05/2020) “Coronavirus: The mystery of ‘silent spreaders’”https://www.bbc.com/news/uk-52840763. BBC News

SBS News (30/05/2020) “Australia is edging closer to the day it records no new COVID-19 cases but some clusters in Melbourne remain active” https://www.sbs.com.au/news/australia-is-coming-closer-to-the-day-it-records-no-new-coronavirus-cases

Long T. (2020) “Australia’s COVIDSafe tracking app – How does it work, and is it safe?” https://www.9news.com.au/national/coroanvirus-app-australia-how-does-it-work-covidsafe/108b9bde-6f35-452c-9e8d-d8bf47a75c5e. 9News

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Spagnolo

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Putin: picco superato, parata della vittoria il 24 giugno

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Cinese

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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT sul COVID-19

L’espansione del nuovo coronavirus SARS-CoV-2, partita dalla città di Whuan intorno alla fine del 2019, continua la sua corsa in tutto il mondo. La Spagna è il quinto paese al mondo per numero di contagi dietro a Stati Uniti, Brasile, Russia e Regno Unito. Il 31 gennaio 2020 venne confermato il primo caso positivo sul suolo spagnolo, ma è stato a partire dal mese di marzo che i contagi sono aumentati in maniera esponenziale. Attualmente in Spagna la curva dei nuovi casi si sta stabilizzando, ed è per questo che lo scorso 29 aprile il Governo ha deciso di presentare un piano di riapertura organizzato per fasi per mettere fine alla quarantena forzata, applicata dallo scorso 11 maggio su circa la metà del territorio spagnolo. Il 53% della popolazione spagnola si trova ancora nella fase 1, mentre il restante 47% è già avanzato alla fase 2. Un altro segnale positivo è che i casi che vengono diagnosticati giorno per giorno continuano a diminuire: in un mese e mezzo si è passati da una crescita giornaliera di più del 42% a meno dell’1%. Tutte le comunità autonome, oltre a Ceuta e Melilla, registrano casi di persone contagiate. Madrid continua a essere la comunità più colpita della Spagna, con più di 71.000 positivi e quasi 8.700 morti, seguita dalla Catalogna che supera i 57.000 positivi arrivando a quasi 5.600 morti. Anche se la situazione non è uguale su tutto il territorio spagnolo, e la malattia si propaga con velocità differenti in ciascuna comunità autonoma, gli ingressi in terapia intensiva per covid-19 sono scesi ai minimi storici dallo scoppio della pandemia.

In Messico la situazione è alquanto critica, sta vivendo il suo picco con circa 78.023 casi confermati e quasi 8.600 morti.

In Perù questo mercoledì si sono registrati quasi 6.000 nuovi casi in un solo giorno, per un totale di 135.905 positivi e 3.983 persone decedute.

A Cuba si sono registrati solo 9 nuovi casi positivi al Covid-19, nessun morto e 10 guariti, questo è quanto è stato dichiarato alla conferenza stampa dal dottor Francisco Durán García, direttore nazionale del dipartimento di epidemiologia del ministero della salute. Tuttavia, ad oggi si registrano 1.938 casi positivi su circa 99.745 test effettuati e solo 82 morti.

Karen Marinelli

In Francia la situazione migliora. L’Île-de-France, da zona “rossa”, è teoricamente passata a zona “verde”. Come spiegato dal primo ministro, la definizione di questa categoria si basa su tre criteri: disponibilità dei test, numero dei pazienti in rianimazione sotto al 60% e tasso inferiore al 6% degli ingressi al pronto soccorso. L’Assemblea nazionale ha votato per l’app del tracciamento digitale StopCovid. I deputati sono stati chiamati a votare non su una propria e vera legge, bensì su una dichiarazione del governo relativa alle innovazioni digitali da adottare nella lotta all’epidemia. Il tutto si è svolto in un’atmosfera di estrema tensione.

Anche in Belgio, il mese di giugno segna l’inizio degli esami che, in linea con le misure di prevenzione, si terranno a distanza. Le lezioni online hanno contribuito ad ampliare ulteriormente il divario socioculturale tra gli studenti, mettendo ancora più in difficoltà quelli provenienti da famiglie svantaggiate che non hanno potuto usufruire a pieno dei servizi scolastici durante la quarantena. A tal proposito, il professore e sociologo Renaud Maes parla di “una popolazione di studenti abbandonati da settimane dalle istituzioni che, permettendo loro di sostenere esami pur con la consapevolezza della mancanza delle competenze necessarie a superarli, legittimano così una discriminazione legata alle stesse modalità di apprendimento”. Al di fuori dell’ambito scolastico, i dati sul contagio sono positivi: nonostante la fine del lockdown, non si sono registrati aumenti di casi, segno che l’epidemia è finalmente sotto controllo e che il virus sta perdendo terreno.

La Svizzera si avvia verso la riapertura totale: dal 6 giugno saranno ammessi eventi con meno di 300 persone e verranno riaperte piscine e attrazioni turistiche; dal 15 giugno riaprono le frontiere con Germania e Francia, mentre per il 3 Giugno la Svizzera si rifiuta di riaprire i confini con l’Italia in quanto lo reputa troppo prematuro; dal 6 luglio riprendono tutti gli eventi sportivi.
Nei ristoranti vige ancora il limite di 2 metri tra ogni tavolo, e le scuole hanno riaperto, ma con un regime a tempo modulare. Nel frattempo, il Governo ha ufficializzato l’autorizzazione per l’app di tracciabilità, che verrà messa in funzione ad inizio estate.

Mentre il virus continua a diffondersi in tutta l’Africa, la necessità di effettuare i test diventa reale. L’intensificazione delle campagne di screening è una delle possibili soluzioni presa in considerazione dalla Commissione economica per l’Africa (CEA) nell’ambito delle strategie di deconfinamento al fine di limitare i danni economici e sociali. Nel momento in cui i paesi di tutto il mondo fanno fatica ad aumentare i propri test, la dipendenza dell’Africa dalle importazioni diventa problematica e la produzione locale si fa estremamente importante. Per risolvere questo dilemma, i paesi come il Ghana, il Senegal, l’Uganda e il Kenya hanno adottato approcci innovativi con la fabbricazione di test contro Covid-19. “Iniziativa cruciale per frenare la diffusione del contagio”, afferma Vera Songwe, segretaria esecutiva della CEA.

In Canada, almeno una persona è morta in un incidente che ha coinvolto un jet canadese della pattuglia acrobatica (Snowbirds) che si è schiantato contro un quartiere residenziale. Prima l’esibizione in volo e poi lo schianto. L’incidente è stato confermato anche dalla Royal Canadian Air Force. Come testimoniato da alcune persone, il pilota è stato in grado di eiettarsi con il paracadute prima dello schianto e finire sul tetto di una casa, riportando delle ferite. Il premier canadese Justin Trudeau si è detto “profondamente rattristato” per quanto avvenuto. L’intento degli Snowbirds era quello di rendere omaggio agli operatori sanitari canadesi che “combattono in prima linea contro la diffusione del Covid-19”.

Emanuela Batir, Lara Bruno, Flavia Lucarelli D’Ortenzi, Arianna Emiliani, Elisabetta Leonardi, Giulia Marinucci, Ngwikem Manfo Solange, Sibilla Parlato, Federica Politanò, Gioia Ribeca, Elen’Alba Vitiello

Il sindaco di Mosca Sergej Sobyanin, mercoledì 27 maggio, ha firmato un decreto che prolunga il regime di autoisolamento per residenti fino al 14 giugno.

Dopo la firma il 21 maggio del decreto per la revoca di alcune restrizioni tra cui la ripresa del car sharing e dell’attività dei servizi municipali, il primo cittadino fa un passo indietro mantenendo ancora prudenza rispetto ad un ulteriore mitigazione delle misure di contenimento dei contagi da COVID-19.  Secondo il sindaco, è necessaria cautela: “È troppo presto per aprire teatri, musei, parrucchieri, ristoranti e fitness club, per eliminare l’obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione individuale, il distanziamento sociale, per smettere di lavorare da remoto e per aprire nuovamente la città a spostamenti da e verso l’esterno”, ha dichiarato sul suo blog.

Sobyanin ha spiegato che la mitigazione delle restrizioni messa in atto sinora è stata resa possibile perché la riduzione dell’incidenza di casi di contagio è diventata sostenibile per il sistema sanitario. Tuttavia, ha sottolineato che “sostenibile” non significa “irreversibile” e che sebbene il rischio sia diminuito, non è scomparso.

Per questo motivo nel nuovo decreto firmato dal primo cittadino le uniche misure di riduzione delle restrizioni riguardano l’attività all’aperto: “A volte possiamo permetterci di andare all’aperto” continua sul suo blog Sergej Sobyanin, quindi, i moscoviti potranno camminare e fare sport nei parchi sempre nei limiti del distanziamento sociale.

È rilevante ricordare che proprio la capitale ha rappresentato il focolaio più grande in Russia della pandemia da coronavirus, anche se nelle ultime ore si sono registrati dati positivi.

In un incontro con il presidente russo Vladimir Putin, Sobyanin ha dichiarato che la situazione a Mosca è sotto controllo ed è in netto miglioramento, infatti la percentuale di ricoveri di pazienti gravi con COVID-19 nella capitale è diminuita del 40%.

Per ciò che concerne l’analisi e la quantificazione dei reali contagi per il quale era stato avviato un programma di controlli a tappeto sulla popolazione attraverso i test sierologici ELISA (test ad immunofluorescenza indiretta), il Rospotrebnadzor il 29 maggio ha dichiarato di aver condotto già oltre 10 milioni di test, e che il lavoro continuerà per ottenere infine un quadro preciso e attendibile della diffusione della pandemia.

Infine, ulteriori notizie positive giungono dal Ministero della Sanità infatti, martedì il ministro della sanità russo Michail Murashko, ad una intervista al programma “Diritto alla giustizia” ha annunciato l’esistenza di un farmaco per la prevenzione delle complicazioni dovuti a COVID-19. In particolare, una delle complicazioni a cui si riferisce il Ministro russo è stata denominata “tempesta citochinica” un fenomeno con una serie di sinonimi e varianti: sindrome da risposta infiammatoria sistemica, sindrome da rilascio di citochine, sindrome da attivazione macrofagica, linfoistiocitosi emofagocitica.  Il fenomeno osservato dagli scienziati consiste in una reazione esageratamente violenta da parte delle difese immunitarie che, anziché proteggere dal virus, attaccano tutti gli organi del paziente diffondendosi in tutti i tessuti e deteriorandoli, fino ad ucciderlo. Il farmaco che previene la tempesta di citochine è stato identificato la settimana scorsa dagli scienziati russi ed è già entrato in pratica clinica.

 Paola D’Onofrio, Clarissa Giacomini

Nella scorsa settimana, in occasione della terza sessione del 13esimo congresso dell’Assemblea del Popolo, il consigliere di stato e ministro degli esteri Wang Yi ha dichiarato: “Non sarà il virus a sconfiggere l’umanità, al contrario, sarà l’umanità a uscirne vincitrice”.

Domenica 24 maggio, stando alle fonti del quotidiano Renmin Ribao, Xi Jinping ha affermato: “Le province dello Hubei e Wuhan si riprenderanno ancora una volta. Il ruolo della sanità in questa emergenza è stato di notevole importanza. Sicuramente lo Stato continuerà a lavorare sull’emergenza rafforzando i punti più deboli”.

Giovedì 28 maggio il primo ministro cinese Li Keqiang ha risposto alle domande di un giornalista di Bloomberg in merito alle origini del virus e le misure post epidemia adottate dalla Cina. Il primo ministro ha affermato che “capire da dove tutto abbia avuto inizio” è fondamentale per tutti, per il resto del mondo così come per la Cina. Il premier cinese ha ricordato che il virus è un nemico che ha sorpreso l’umanità intera, specialmente perché è una patologia completamente nuova, e ha inoltre affermato che c’è ancora tanto lavoro da fare “poiché il virus non conosce confini”.

Il governo cinese sta investendo enormi quantità di denaro in ricerca e sviluppo insieme alle altre nazioni colpite dall’epidemia ed ha dimostrato sin dall’inizio di essere aperto alla cooperazione internazionale.

Fabrizio Ubbriaco

FONTI e SITOGRAFIA

Per la lingua SPAGNOLA

https://elpais.com/sociedad/2020/04/09/actualidad/1586437657_937910.html

https://elpais.com/america/sociedad/2020-05-28/coronavirus-en-america-ultimas-noticias-en-vivo.html

Per la lingua FRANCESE

https://www.20minutes.fr/societe/2785927-20200526-coronavirus-ile-france-desormais-theoriquement-zone-verte

https://www.lesechos.fr/tech-medias/hightech/lassemblee-nationale-adopte-lapplication-stopcovid-dans-un-climat-dextreme-tension-1206277

https://www.rtbf.be/info/societe/detail_covid-19-cours-a-distance-et-examens-a-distance-accentuent-les-inegalites-entre-etudiants?id=10510159

https://plus.lesoir.be/303391/article/2020-05-27/evolution-de-la-propagation-du-virus-en-belgique-toujours-pas-de-trace-dun

https://www.letemps.ch/suisse/frontieres-souvrent-sauf-litalie

https://www.lematin.ch/suisse/grand-deconfinement-annonce-6-juin/story/31821622

https://www.letemps.ch/suisse/lecole-mitemps-jusquaux-vacances

https://www.24heures.ch/le-point-sur-les-nouvelles-activites-possibles-des-le-6-juin-774227159767

https://www.24heures.ch/gastrovaud-globalement-satisfait-des-decisions-149332651994

https://www.tdg.ch/voici-comment-le-conseil-federal-veut-traquer-le-coronavirus-668386557629

https://www.lepoint.fr/afrique/l-afrique-face-au-covid-19-un-plan-de-sortie-de-crise-en-7-points-11-05-2020-2374975_3826.php

Per la lingua RUSSA

https://xn--80aesfpebagmfblc0a.xn--p1ai/news/20200526-2157.html

https://iz.ru/1016504/2020-05-27/sobianin-podpisal-ukaz-o-prodlenii-samoizoliatcii-v-moskve?utm_referrer=https%3A%2F%2Fzen.yandex.com

https://xn--80aesfpebagmfblc0a.xn--p1ai/news/20200529-1010.html

http://kremlin.ru/

Per la lingua CINESE

http://paper.people.com.cn/rmrb/html/2020-05/25/nbs.D110000renmrb_01.htm

http://www.xinhuanet.com/politics/2020-05/29/c_1126047196.htm

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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT sul COVID-19

Secondo il bollettino diffuso dal dipartimento del Ministero della Salute, il Portogallo conta al 24 maggio 30.623 casi complessivi di Covid-19 e 17.549 guariti. Pur avendo rallentato i propri ritmi la pandemia non sembra aver arrestato la sua corsa. In questo momento risulta essere fondamenta-le imparare a convivere con il virus e gli scienziati di tutto il mondo si stanno adoperando affinché sia possibile poterlo conoscere al meglio. Proprio a questo proposito la ricercatrice portoghese Sa-lomé Pinho, responsabile del gruppo di ricerca dell’istituto i3S (Instituto de Investigação e Ino-vação do Porto) sta coordinando degli studi che permetteranno di sviluppare un rapido metodo in grado di far comprendere, al momento della diagnosi, come si evolverà l’infezione in ciascun paziente. La Dottoressa Pinho afferma infatti che l’obiettivo dello studio è proprio quello di identificare un marcatore che permetta, attraverso delle semplici analisi del sangue, una prognosi precoce sull’evoluzione del Covid-19 in modo tale da consentire ai medici di adottare le misure necessarie per il paziente prima che sia troppo tardi. La ricerca si svolge su un campione di 100 contagiati da esaminare in due precisi momenti, il 7° e il 14° giorno di infezione.

Accanto all’impegno di medici e ricercatori si pone quello della comunità che, proprio in questa prima fase di allentamento delle misure restrittive, è chiamata a svolgere un ruolo molto impor-tante. Sono infatti molte le abitudini di vita che dovranno cambiare, a partire dall’ormai indispensabile mascherina fino ad arrivare alle nuove norme comportamentali da adottare e che impongo-no l’adozione di una nuova etichetta, anche a tavola. Per questa ragione, in linea con le direttive emanate dal dipartimento del Ministero della Salute, l’Associazione albergatori e ristoratori portoghesi ha redatto una guida al fine di accompagnare i clienti durante l’apprendimento delle disposizioni vigenti. Nei ristoranti, ad esempio, le tovaglie monouso saranno preferite alle classiche in tessuto così da poter essere gettate dopo l’utilizzo e non sarà possibile porre sui tavoli fiori, candele o altri elementi decorativi. Per i cittadini portoghesi sarà inoltre difficile non poter più condividere tra commensali i classici vassoi da portata, ciascuno dovrà infatti avere il proprio piatto che dovrà essere collocato sulla tavola solo all’arrivo degli ospiti. Anche i menù dovranno essere usa e getta o, in alternativa, è possibile ricorrere a lavagnette da esporre o software che dia-no la possibilità di visionare online la scelta che ogni ristorante offre. Anche per il pagamento è consigliabile favorire l’utilizzo di carte di credito o bancomat, al fine di evitare il contatto con il denaro contante, potenziale veicolo di trasmissione del virus. Restano indispensabili il distanzia-mento sociale di due metri tra ciascun cliente (eccezion fatta per le persone appartenenti allo stesso nucleo familiare), l’utilizzo di guanti e mascherina per chi effettua il servizio al tavolo e l’igienizzazione delle mani, sia all’arrivo sia prima di lasciare il ristorante.

Alessia Santella

In Australia la situazione continua ad essere stabile e si riconferma uno dei paesi meno colpiti al mondo con poco più di 7100 casi e 102 morti in totale. Stanno gradualmente riprendendo le attività sportive e il campionato di rugby e il primo ministro Scott Morrison ha definito ciò “un segno di ritorno alla normalità”; si torna a scuola nel Nuovo Galles del Sud, Queensland, Tasmania, Victoria e nello Stato della Capitale Australiana. Il primo ufficiale medico Greg Hunt ritiene poco probabile un’altra chiusura totale nel caso di un’ondata di ritorno. Verranno invece create delle aree specifiche di contenimento laddove sorgano nuovi casi. La Cina ha approvato la richiesta australiana di indagine sull’origine del Covid-19, definendola però “uno scherzo”. Infatti, si continuano a incrinare i rapporti con la Cina, che ha imposto una tassa sull’orzo per i prossimi cinque anni, impedendo gran parte delle esportazioni.
La Repubblica d’Irlanda è tra i paesi che stanno offrendo le soluzioni più innovative per l’impatto da Covid-19. È infatti emblematico il caso della grande impresa Comblift, che è passata dalla produzione di carrelli elevatori al Combi-Ventilate: un apparecchio che consente la stessa ventilazione per due pazienti. Interessante anche l’iniziativa della Pamper the Camper, azienda che noleggia tende da campeggio, che dopo l’annullamento dei festival estivi, ha reso disponibile il servizio come spazio extra per tutta la famiglia. Inoltre, anche il settore del turismo non si ferma. Se i programmi estivi, che vedevano molti adolescenti italiani in viaggio per l’Irlanda sono stati bloccati, la scuola Travelling Languages è pronta per un viaggio differente, tutto digitale, ospitando gli studenti online.

Nel Regno Unito il primo ministro Boris Johnson ha di recente annunciato il lancio di un sistema di tracciabilità dei contagi da Covid-19 entro il primo giugno. L’app è in fase di sperimentazione sull’Isola di Wight, dove il parlamentare locale afferma che il sistema sarà molto accurato. Si pro-spetta, dunque, un graduale ritorno alla normalità; tuttavia, sono in molti a pensare che il lock-down abbia fatto più morti di quanti ne abbia fatti il virus.

In Nuova Zelanda, la premier Jacinda Ardern ha annunciato un ulteriore allentamento delle misure restrittive. Da venerdì saranno concessi assembramenti fino a un numero complessivo di 100 persone, ma con la dovuta cautela. Le imprese ricettive dovranno continuare a garantire il distanziamento sociale e lo stesso vale per i locali, dove non è consentito l’accesso alle piste da ballo. Il governo ha stanziato vari sussidi per i disoccupati o coloro che hanno perso il lavoro a causa del Covid-19. I provvedimenti, però, sono stati criticati poiché sottolineano la disparità tra le due categorie: chi ha perso il lavoro a causa dell’epidemia e quindi avente diritto a mantenere uno standard di vita commisurato a prima e chi era già disoccupato che vedrà aiuti meno consistenti.
In Canada, il premier Justin Trudeau ha convocato per la prima volta i direttori delle sei banche più grandi del paese. Hanno discusso insieme lo stato dell’economia canadese e gli sforzi fatti per sostenere l’economia del paese, cercando di individuare le esigenze più frequenti dei clienti bancari e le misure pertinenti provincia per provincia. Nel frattempo, si procede, anche qui, a una riapertura graduale.

Lucia Capriglione, Claudia Cesetti, Oriana D’Agostino, Diana Fagiolo, Laura Forcella, Stefano Mazzagatti, Emanuele Spina

Le ultime notizie che arrivano dalla Germania testimoniano come il Paese abbia saputo gestire con successo l’emergenza Covid-19 in questi mesi. Nell’ultima settimana si registra infatti una media discendente di circa 500 nuovi casi al giorno, con soli 431 nuovi casi nella giornata di domenica 24 maggio. La maggior parte di questi casi è stata registrata in Länder già pesantemente colpiti dalla pandemia, come la Baviera, il Baden-Württemberg e il Nordrhein-Westfalen. Ciononostante, nel nord-est del Paese la situazione è più rilassata: nelle ultime ore non si è registrato quasi nessun nuovo caso nel Mecklenburg-Vorpommern, in Sachsen-Anhalt e in molte zone del Brandeburgo. Inoltre, l’Istituto Robert Koch ha reso noto che il fattore R è al momento stabile a R=0.94, sorprendentemente più in alto rispetto a quello dell’Italia.
Nonostante i successi riportati dalla Germania nella lotta al virus, questa settimana si sono verificati anche alcuni incidenti: nell’Hessen circa 107 persone sono risultate positive al virus dopo aver preso parte a una celebrazione religiosa in una chiesa battista di Francoforte sul Meno, due settimane fa. Allo stesso modo, nel Niedersachsen un ristorante ha tenuto una festa privata senza rispettare le norme di sicurezza: 18 persone, tra cui il proprietario dell’attività, sono risultate positive al Covid-19. Tutti i partecipanti alla festa e le persone che hanno avuto contatti con loro sono stati posti in quarantena obbligatoria dalle autorità. In tutto si tratta di circa 70 persone.
Nel weekend in diverse città sono proseguite le proteste contro le restrizioni anti-Covid, di cui vi avevamo già parlato nelle rassegne precedenti. Le proteste si sono svolte in maniera generalmente pacifica e in molti casi il numero dei partecipanti era inferiore alle previsioni. Tuttavia, a Berlino la Polizia ha dovuto mettere fine alla manifestazione anticipatamente, a causa dell’elevato numero di partecipanti (ne erano ammessi solo 50) e alcuni di loro, tra cui Attila Hildmann, personaggio della tv tedesca, sono stati arrestati. Inoltre, la Polizia ha riferito che ad Amburgo i manifestanti non indossavano protezioni.
Nonostante l’elevato numero di manifestazioni, va ricordato che in Germania le restrizioni non sono mai state troppo severe: a Berlino non è mai entrato in vigore alcun obbligo di portare la mascherina, se non nei luoghi chiusi, è permesso circolare senza dover rendere conto alle autorità e incontrare chiunque (senza arrivare a creare assembramenti, ovviamente). Inoltre, queste restrizioni sono attualmente in via di allentamento: il presidente del governo della Turingia, Bodo Ra-melow, ha addirittura annunciato che a partire dal 6 giugno intende abolirle. Ovviamente la sua dichiarazione ha scatenato diverse critiche (tra le norme che verranno abolite ci sono l’obbligo di indossare le mascherine e quello di mantenere le distanze interpersonali) ma c’è anche chi vorrebbe imitarlo: la Sassonia già si dichiara pronta a seguire le orme della Turingia.
Intanto Heiko Maas, il ministro degli esteri tedesco, sta lavorando alla riapertura delle frontiere per permettere ai cittadini tedeschi di trascorrere le vacanze estive all’estero. Naturalmente, tra i Paesi interessati dalle trattative c’è anche l’Italia, meta molto amata dai turisti tedeschi.

In Austria, l’emergenza Covid-19 è rientrata quasi del tutto. Nel corso dell’ultima settimana in-fatti è stata registrata una media di circa 38 nuovi casi al giorno e pochissimi decessi.
L’Austria ha inoltre partecipato alle trattative per permettere ai vacanzieri tedeschi diretti in Italia di transitare all’interno del suo territorio, ma le modalità con cui potrà avvenire questo transito devono ancora essere chiarite. ORF riporta che ai viaggiatori non sarà permessa alcuna sosta all’interno del territorio austriaco, nemmeno per fare benzina nelle stazioni di servizio.
A partire dal 15 giugno l’Austria riaprirà le frontiere anche a Svizzera e Liechtenstein, Paesi considerati modello della gestione della lotta al virus, mentre ulteriori comunicazioni circa la riapertura delle frontiere con Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria arriveranno nei prossimi giorni. Rimarranno invece chiusi, almeno per il momento, i confini tra Austria e Italia e tra Austria e Slovenia, tra mille polemiche. Nei giorni scorsi infatti il Cancelliere Sebastian Kurz aveva twittato “Non apriremo i nostri confini ai Paesi che non hanno ancora il controllo della situazione.”
A questa affermazione le autorità italiane hanno risposto facendo notare che attualmente la situazione italiana è molto simile a quella austriaca e che alla luce di questi fatti la decisione di Kurz appare esagerata e ingiustificata.

Francesca Della Giulia

Quest’anno, l’atmosfera dell’Eid al-Fiṭr (festa dell’interruzione del digiuno) è stata diversa dal solito a causa delle restrizioni obbligatorie di confinamento e di coprifuoco dovute alla diffusione del Coronavirus. Analogamente al resto del mese di Ramadan, anche questa festività è trascorsa senza la possibilità di pregare nelle moschee e senza festeggiare l’iftar con tavolate per strada o feste in famiglia.

In Egitto, i cittadini hanno richiesto di poter acquistare presso i mercati quanto necessario per i festeggiamenti: da torte, biscotti, dolci ed altro fino a vestiti per bambini, regali e giochi.
Nel clima di solidarietà ispirato dal mese sacro, sono state numerose le iniziative di patrocinio a favore delle donne, anche in collaborazione con volti noti del mondo dello spettacolo come Salma Hayek Pinault. L’attrice di origini libanesi ha lanciato la campagna #StandWithWomen contro l’aumento della violenza sulle donne durante il lockdown. In un video pubblicato sul suo account Instagram, Salma Hayek ha affermato «restiamo nelle nostre case per proteggerci dalla pandemia Covid-19, ma se fosse la casa stessa a essere un pericolo?» e aggiunge «è estremamente importante prendere posizione nella lotta alla violenza di genere… potremmo davvero fare la differenza se unissimo le voci gridando “no”».

A proposito delle iniziative a tutela della salute dei cittadini, vale la pena menzionare una nuova app lanciata dal governo del Regno di Giordania, in aggiunta alla linea telefonica di assistenza già esistente, nata per segnalare eventuali casi sospetti di contagio. C-Radar (Coronavirus Radar), questo il nome dell’applicazione, è scaricabile dagli utenti gratuitamente su Google Play e sull’Apple Store. Il Ministero della Salute ha spiegato che sarà possibile specificare il tipo di assembramento, il numero di persone, i casi di infrazione e/o la rottura del coprifuoco. L’utente che invia la segnalazione dovrà registrarsi riportando nome completo, numero di telefono, note e segnalazione; la stessa sarà valutata dalle autorità competenti in seguito. «L’obiettivo è quello di segnalare qualsiasi assembramento o nuovo caso sospetto, in modo tale da delimitarli», ha chiarito il Ministero.

In cima alle priorità dei governi arabi vi è anche il diritto allo studio; in particolare, il Ministro dell’Istruzione e dell’Istruzione Superiore libanese Tarek Majzoub ha annunciato che «gli esami previsti per le scuole pubbliche secondarie saranno annullati e il completamento dell’anno scola-stico avverrà a distanza» così come ha affermato che «l’apertura delle scuole e dei centri specializzati per persone con bisogni speciali coinciderà con quella di tutte le altre scuole». Il Ministro ha concluso: «salvaguardare la vita delle persone è una priorità: compenseremo ciò che abbiamo perso in questi mesi durante il prossimo anno scolastico».

Valentina Baldo, Roberta Elia, Maria Antonietta Reale

FONTI e SITOGRAFIA

Per la lingua PORTOGHESE

https://www.dn.pt/edicao-do-dia/24-mai-2020/um-biomarcador-para-antever-que-doentes-terao-infecao-grave-de-covid-19-12228117.html

https://www.dn.pt/pais/portugal-tem-agora-30-623-casos-e-1316-mortos-de-covid-19-mais-152-infetados-nas-ultimas-24-horas-12232966.html

https://lifestyle.sapo.pt/sabores/noticias-sabores/artigos/num-mundo-com-covid-19-a-etiqueta-a-mesa-e-outra-tudo-o-que-precisa-de-saber-para-se-sentar-a-mesa-no-restaurante

Per la lingua INGLESE

9News. (2020). “China lashes out at Australia call for global pandemic investigation”.

9News. (2020). “China imposes 80 per cent barley tariffs on Australia”.

Koslowski, M. (2020). “A return to lockdown ‘highly unlikely’:Hunt”. The Age.

SBSNews. (2020). “Return of local sport in Australia after coronavirus hiatus a sign of normal life returning, PM Morrison says”.

Smale, S. (2020). “Coronavirus Australia live news: Some students return to schools as corona-virus restrictions ease”. ABCNews.

Ting, I., Scott, N. & Workman, M. (2020). “Charting the COVID-19 spread in Australia”. AB-CNews.

La stampa.it (2020). “Le vacanze studio ripartono in digitale: “Portiamo l’Irlanda a casa dei nostri studenti-viaggiatori” https://www.lastampa.it/cronaca/2020/05/20/news/le-vacanze-studio-ripartono-in-digitale-portiamo-l-irlanda-a-casa-dei-nostri-studenti-viaggiatori-1.38866772

The Irish advantage.com (2020). “Combilift: From materials handling to saving lives” https://irishadvantage.com/success-stories/combilift-from-materials-handling-to-saving-lives/

The Irish Times (2020). “Reopening Roscommon: ‘There is resilience and you can feel it in the community” https://www.irishtimes.com/news/politics/reopening-roscommon-there-is-resilience-and-you-can-feel-it-in-the-community-1.4261292

The Irish Times (2020).“Covid-19: Taoiseach insists no change from two metre social distancing advice” https://www.irishtimes.com/news/ireland/irish-news/covid-19-taoiseach-insists-no-change-from-two-metre-social-distancing-advice-1.4261086

The Journal.ie (2020). “Covid-19 took our festival trade, so this summer people are using our tents in their back gardens” https://www.thejournal.ie/readme/glamping-coronavirus-5104983-May2020/

NZherald (2020). “Covid 19 coronavirus: Jacinda Ardern – social gathering limit to increase to 100 for churches, funerals” https://www.nzherald.co.nz/nz/news/article.cfm?c_id=1&objectid=12334530

Newsroom (2020). “NZ to move to full Level 2, with gatherings of 100” https://www.newsroom.co.nz/2020/05/25/1201813/nz-to-move-to-full-level-2-with-gatherings-of-100

Scoop (2020). “New payment to support Kiwis through COVID” https://www.scoop.co.nz/stories/PA2005/S00204/new-payment-to-support-kiwis-through-covid.htm

Stuff (2020). “Unemployment payment scheme shows Govt knows benefits insufficient” https://www.stuff.co.nz/business/300020101/unemployment-payment-scheme-shows-govt-knows-benefits-insufficient

Leblanc, D. & Bradshaw, J. (2020). “Trudeau reaches out to bank CEOs for advice on economic recovery”. The Globe and the mail.

Cooper, C. (22/05/2020). “UK’s coronavirus quarantine in force from June 8”. Politico.eu https://www.politico.eu/article/uks-coronavirus-quarantine-in-force-from-june-8/

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Morgan, T. (23/05/2020).“Lockdown saved no lives and may have cost them, Nobel Prize winner believes”. The Telegraph. https://www.telegraph.co.uk/news/2020/05/23/lockdown-saved-no-lives-may-have-cost-nobel-prize-winner-believes/

Per la lingua TEDESCA

https://interaktiv.morgenpost.de/corona-virus-karte-infektionen-deutschland-weltweit/

https://www.rki.de/DE/Content/InfAZ/N/Neuartiges_Coronavirus/Situationsberichte/2020-05-24-de.pdf?__blob=publicationFile

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In vielen deutschen Städten sind wieder Kritiker gegen die Corona-Beschränkungen auf die Straße gegangen. Die Proteste verliefen größtenteils friedlich. Fast überall jedoch demonstrierten deutlich weniger Menschen als angemeldet. In Berlin war die Polizei mit rund 1100 Beamten im Einsatz, um Demonstrationen zu begleiten – sie hatte sich auf zahlreiche Proteste gegen die Corona-Einschränkungen sowie auf Gegendemonstrationen eingestellt. Bei einer Protestaktion am Großen Stern waren laut Polizei zahlreiche Anhänger der Reichsbürger- und Gelbwesten-Bewegung dabei. Die Polizei beendete die Veranstaltung vorzeitig, weil sich zu viele Menschen an der Demonstration beteiligten. In Berlin sind derzeit nur bis zu 50 Teilnehmer je Demonstration erlaubt. Auf dem Weg zu einer Kundgebung am Kanzleramt wurde Fernsehkoch Attila Hildmann vorübergehend festgenommen. Ihm würden Verstöße gegen das Versammlungs- und das Infektionsschutzgesetz vorgeworfen, sagte eine Polizeisprecherin. In Hamburg versammelten sich unter anderem mehrere hundert Gegner der Corona-Maßnahmen vor dem Michel. Dort seien mehrere Teilnehmer von der Polizei ermahnt worden, weil sie ohne Mund-Nasen-Schutz unterwegs gewesen seien, sagte eine Sprecherin. Mehrere Kundgebungen waren auch in Stuttgart angemeldet, die Teilnehmerzahlen waren im Vergleich zu den Vorwochen jedoch "recht überschaubar", wie ein Polizeisprecher sagte. Einige Kundgebungen fanden bei strömendem Regen demnach gar nicht statt. #corona #demos #wirvsvirus #tagesschau #news

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https://www.tagesschau.de/multimedia/video/video-706093.html

https://www.hessenschau.de/gesellschaft/corona-infektionen-nach-gottesdienst-steigen-auf-ueber-100-an,infektionen-corona-kirche-100.html

https://www.spiegel.de/panorama/niedersachsen-stellt-corona-lockerungen-nicht-infrage-a-02152433-c873-459d-99d5-53992550b6e8

https://www.dw.com/en/german-covid-19-outbreak-traced-to-restaurant/a-53547360

https://www.mdr.de/thueringen/corona-beschraenkungen-aufheben-ramelow-100.html

https://www.tagesschau.de/inland/corona-thueringen-ramelow-103.html

https://www.zeit.de/wissen/gesundheit/2020-05/coronavirus-newsblog-nachrichten-covid-19-pandemie-live

https://www.ksta.de/panorama/strafanzeige-attila-hildmann-kurzzeitig-in-gewahrsam-genommen-36744820

https://www.auswaertiges-amt.de/de/aussenpolitik/europa/maas-europa-grenzen-tourismus/2342548

https://tirol.orf.at/stories/3050216/

https://www.repubblica.it/politica/2020/05/24/news/fase_2_e_turismo_polemica_sulla_decisione_dell_austria_di_non_apire_i_confini_con_l_italia_di_maio_si_torni_alla_normali-257520390/

Per la lingua ARABA

https://www.annahar.com/article/amp/1190045/وزير-التربية-يعلن-قرارات-بشأن-العام-الدراسي-والامتحانات-أبرز-المواقف

https://iraqakhbar.com/2424175

https://www.al-ayyam.ps/ar_page.php?id=13df85a5y333415845Y13df85a5

https://www.bbc.com/arabic/middleeast-52772329

#QUELLOCHECIUNISCE Giornata mondiale dell’Africa

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THOMAS SANKARA: L’UOMO CHE VOLEVA DAVVERO CAMBIARE L’AFRICA

Thomas Sankara nacque il 21 dicembre 1949 nell’allora colonia francese Alto Volta.

La sua era una famiglia molto numerosa, egli era il terzo di dieci figli. Fin da bambino dimostrò di avere un animo rivoluzionario e anticolonialista, e alla sola età di undici anni compié il suo primo atto di ribellione. Nel 1960 infatti l’Alto Volta ottenne l’indipendenza dalla Francia e quel giorno Sankara guidò gli studenti alto-voltesi contro gli studenti francesi che avevano bruciato la bandiera del neonato Stato. A pagare per questo gesto però non fu il giovane Thomas, bensì suo padre, il quale venne arrestato.

Thomas Sankara a diciassette anni venne arruolato nell’esercito. Nel frattempo, nel Paese, nonostante l’indipendenza ottenuta le cose non migliorarono. Sankara, dopo un breve periodo passato all’estero tornò nell’Alto Volta nel 1974 e subito si ritrovò coinvolto in una guerra contro il Mali, guerra che lui stesso considerò inutile e dannosa poiché fratricida.

Per il suo impegno politico, nel 1982 Sankara ricevette la carica di Primo Ministro. Fin da subito iniziò ad interessarsi del funzionamento delle strutture pubbliche, licenziando tutti gli impiegati che durante l’orario di lavoro non svolgevano la loro mansione come dovuto; per questo motivo cominciò a farsi dei nemici sia all’interno del Paese che al di fuori. Le cose peggiorarono quando si dichiarò apertamente contro i politici corrotti e l’imprenditoria straniera poiché, a suo avviso, non facevano altro che illudere la popolazione creando posti di lavoro temporanei, per essere poi scaricati una volta raggiunto il loro scopo.

Le sue posizioni critiche non piacquero al governo dell’Alto Volta che nel 1983 decise di rimuoverlo dall’incarico e di arrestarlo. La sua detenzione non durò molto tuttavia, poiché venne scarcerato grazie all’ondata di proteste di gruppi studenteschi e progressisti che travolse il Paese.

A questo punto, forte del sostegno popolare, Sankara guidò un colpo di stato che, il 4 agosto del 1983, lo portò al potere. Sankara fondò il Consiglio Nazionale della Rivoluzione che aveva l’obiettivo di salvaguardare gli interessi del popolo, la libertà e lo sviluppo sociale ed economico.

Nel 1984 in occasione del primo anniversario della sua Presidenza decise di cambiare il nome al suo Stato battezzandolo: Burkina Faso ovvero “la terra degli uomini integri”.

Durante il suo mandato Sankara decise di occuparsi di altri temi fondamentali come l’emancipazione femminile, riconoscendo alle donne il diritto di poter partecipare alla vita politica, il divieto alla poligamia e all’infibulazione, la lotta alle malattie e all’analfabetizzazione, la lotta contro il disboscamento e la valorizzazione delle risorse naturali presenti all’interno della nazione.

Il 15 ottobre 1987 il giovane Presidente venne assassinato e al suo posto salì al potere Blaise Compaore. Una volta al governo Compaore abolì la maggior parte delle riforme fatte da Sankara facendo regredire il paese in uno stato di povertà e malessere. Si concluse così, una stagione rivoluzionaria per il Burkina Faso che aveva portato nell’intero continente africano un inatteso vento di libertà.

Giuseppe Giliberto

#ATUTTOMONDO

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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT sul COVID-19

La Spagna ha registrato 95 decessi nelle ultime 24 ore, uno degli incrementi giornalieri più bassi da metà marzo. Il numero delle vittime è di 27.888, mentre i nuovi casi sono 518, arrivando ad un totale di 232.555. Quattro le fasi previste per la ripartenza. Madrid e Barcellona, le due città maggiormente colpite dal virus, sono ancora bloccate alla fase “0”.

Come da tradizione durante questo stato di emergenza, il sabato è il giorno riservato alla comparsa di Pedro Sánchez. Il Presidente del Governo si è rivolto nuovamente al popolo spagnolo per annunciare l’intenzione di prolungare lo stato di emergenza fino al 7 di giugno, nella speranza che la curva di contagio faccia un’inversione decisiva.

Si contempla, dunque, l’opzione di uno stato di emergenza asimmetrico, vale a dire applicabile per territorio, potenziando le misure di contenimento del virus nelle regioni ad alto rischio di contagio.

Per poter avanzare tale piano di emergenza al Congresso, Sánchez ha dovuto ottenere il consenso da partiti quali Ciudadanos, ERC, PNV, Compromís, con i quali ha intrattenuto in questi ultimi giorni lunghe trattative. Partido Popular (PP) e Vox, invece, hanno sin da subito manifestato il loro dissenso. Pablo Casado, leader del PP, ha ratificato il rifiuto da parte del suo partito di sostenere il prolungamento dello stato di emergenza: “la salute e le condizioni di lavoro possono essere tutelate con la legislazione attuale, senza abusare dell’eccezionalità costituzionale” ha annunciato sui social.

La decisione di Sánchez è stata influenzata dagli sviluppi in Italia: il Presidente spagnolo non vuole correre il rischio di un eventuale rialzo della curva di contagio, dichiarando che il premier Conte si sia precipitato e che, per la prima volta, non seguirà le sue orme. Del resto, dall’inizio della crisi del coronavirus, la Spagna ha seguito gli sviluppi dell’Italia con una settimana di differenza: la chiusura delle scuole, la dichiarazione dello stato di allarme, la chiusura dell’industria.

Al contrario dell’Italia, che riprenderà il normale svolgimento di tutte le attività entro il 3 giugno, la Spagna non è incline a correre rischi: il Ministero della Salute non intende permettere agli spagnoli di spostarsi tra le province fino a luglio e prevede una tardiva stagione estiva incentrata sul turismo nazionale. Non è prevista una data per la riapertura delle frontiere ed è stata imposta una quarantena di due settimane per chi rientra dall’estero. La Spagna persegue la linea più dura dell’Europa meridionale.

A Cuba, le regioni più colpite dal virus coincidono con quelle caratterizzate da una popolazione anziana, ha dichiarato Juan Carlos Alfonso, vicecapo dell’Oficio Nacional de Estadísricas e Información (ONEI), durante un’apparizione nel programma televisivo Mesa Redonda. Questi dati indicano uno dei principali problemi del Paese: l’invecchiamento della popolazione. Difatti, nel primo trimestre di quest’anno, sull’Isola si sono registrati più decessi che nascite.

Una stima de El País, basata sui dati del sistema sanitario ufficiale, suggerisce che il numero di persone contagiate in Messico è compreso tra 620.000 e 730.000.

Com’è accaduto in quasi tutti i paesi del mondo, la questione della reale entità del Covid-19 ha tormentato il Governo messicano fin dall’inizio della pandemia, anche se sembra essersi maggiormente intensificata negli ultimi giorni. Gli esperti ritengono che si sia osservata una mancanza di trasparenza e l’assenza di alcuni dati che, se resi pubblici, porterebbero ad una maggiore chiarezza per quanto concerne l’amministrazione delle autorità. D’altro canto, il Governo sostiene che il suo modello di monitoraggio epidemiologico sia stato finora impeccabile.

Alessia De Meo, Martina Valeriano

In Francia sebbene l’isolamento sia una condizione piuttosto naturale per i musicisti e, in particolare per i compositori, alcuni di questi hanno raccontato di essere stati messi alla prova da questa crisi sanitaria. Inoltre, affermano che anche la loro professione ne ha fortemente risentito a causa della cancellazione dei concerti. Infatti, il presidente Macron ha annunciato il divieto di concerti e festival fino a metà luglio 2020. Mentre i festival erano già stati annullati sin dall’inizio della quarantena, tour e concerti, ancora in attesa di valutare l’evolversi della situazione, sono stati ufficialmente rimandati.

In Belgio, mentre la nazione si appresta ad iniziare la fase 2 riammettendo a scuola in maniera graduale gli studenti di diverse classi, non mancano le polemiche, questa volta sollevate dagli eroi della crisi sanitaria, ovvero il personale ospedaliero. Lo scorso sabato, gli infermieri dell’ospedale Saint-Pierre di Bruxelles hanno accolto il primo ministro Sophie Wilmès voltandole le spalle al passaggio. Un gesto simbolico con l’intenzione dichiarata di condannare il comportamento dei politici belgi incuranti delle richieste di aiuto. Non dimentichiamo che prima che scoppiasse l’emergenza mondiale, proprio la Wilmès all’epoca Ministro del Bilancio, aveva imposto dei tagli al budget destinato alla sanità limitando in questo modo le risorse a disposizione.

In Svizzera “le cifre sono incoraggianti” sostiene il presidente Alain Berset, spalleggiato dal medico Daniel Koch che ha annunciato la fine della prima ondata. La curva dei contagi si sta abbassando, infatti non sono stati registrati ricoveri dallo scorso lunedì. Il Paese continua la sua graduale riapertura: riaprono le chiese e riprendono tutte le celebrazioni religiose, e dall’8 giugno saranno permessi assembramenti di più di cinque persone. Nel frattempo, per incoraggiare l’uso della bicicletta, il governo ha deciso di permettere ai bambini fino ai 12 anni di pedalare sui marciapiedi, qualora non sia presente la pista ciclabile.

In Africa la pandemia di Covid19 reintroduce in chiave contemporanea il tradizionale concetto di maschera africana. Oltre alle più comuni mascherine chirurgiche utilizzate come prevenzione contro la diffusione del virus, si stanno infatti moltiplicando le versioni personalizzate. Dalle più gioiose, realizzate con i motivi e i colori sgargianti dei tessuti etnici tradizionali, a quelle “impegnate” che riportano messaggi di sensibilizzazione su sfondo bianco. Senza dimenticare quelle con funzione pubblicitaria, realizzate con stampe di grandi e piccoli marchi o ancora quelle che rendono omaggio a personaggi celebri di diverse confraternite musulmane. Ed ecco che la mascherina, in occidente ormai emblema di spersonalizzazione e mancanza di libertà, sta acquisendo invece funzione di espressione individuale, in una società basata sul concetto di comunità come quella africana.

In Canada si ritorna progressivamente alla libertà, in concomitanza con l’arrivo della bella stagione. Gli spostamenti tra regioni, se non necessari, sono sempre sconsigliati, ma sono permesse invece visite ad amici e parenti all’interno della propria regione. In Québec le istruzioni sulle attività permesse o vietate sono molto dettagliate e con esempi anche illustrati, così da evitare un’interpretazione personale e guidare al meglio il cittadino. A partire da venerdì 22 maggio sarà possibile incontrarsi tra un massimo di dieci amici o parenti, ad esempio per fare un barbecue, rispettando una distanza di due metri tra familiari; mentre dal 1° giugno sarà possibile anche recarsi da estetisti, parrucchieri e altri esperti della cura della persona mantenendo le precauzioni. Rimangono ancora chiusi per ora ristoranti, palestre, piscine, teatri e cinema.

Emanuela Batir, Carolina Benucci, Lara Bruno, Flavia Lucarelli D’Ortenzi, Elisabetta Leonardi, Giulia Marinucci, Ngwikem Manfo Solange, Sibilla Parlato, Diana Sandulli, Eleonora Valente, Elen’Alba Vitiello

Il 21 maggio il sindaco di Mosca Sergej Sobyanin ha annunciato la possibilità di avviare la prima fase per mitigare le restrizioni introdotte a causa del coronavirus e continuare la graduale “apertura” dell’economia urbana. Come sottolineato da Sobyanin, ciò è conseguente a una diminuzione del numero di casi rilevati di COVID-19. Nel suo blog, ha parlato della firma di un decreto volto a regolamentare questa seconda fase; secondo lui, per la prima volta dall’inizio della pandemia, iniziano a giungere le prime notizie positive: “C’è speranza per una fine prossima alla pandemia, e non voglio che questa prospettiva sia solo un’illusione. A tal fine, dobbiamo continuare a mantenere la massima responsabilità per il rispetto delle restrizioni e dei requisiti stabiliti e ne sono sicuro, avremo l’opportunità di fare i prossimi passi verso una vita normale”, queste sono le sue parole.

Allo stesso tempo, il primo cittadino ha invitato l’organizzazione a lasciare la maggior parte dei dipendenti in modalità di lavoro agile. Si noti inoltre, che dal 12 maggio nella capitale, è diventato obbligatorio indossare maschere e guanti sul lavoro, nelle strutture commerciali, nonché sui trasporti pubblici e nei taxi. La multa prevista per violazione di tale misura ammonta a 5 mila rubli (65 euro).

Nella stessa giornata, il presidente russo Vladimir Putin ha ringraziato studenti e insegnanti, esprimendo loro sostegno in questo momento difficile, per l’impegno profuso in queste settimane nella didattica a distanza, un metodo rivelatosi particolarmente utile ed efficace. “Ritengo che questa esperienza sarà necessaria in futuro. Oggi più che mai dobbiamo apprendere nuove soluzioni pratiche di vita” afferma Putin, che, però, non ha mai pensato di abbandonare l’istruzione scolastica a favore della didattica on-line. “Tutte le dicerie riguardo una sostituzione completa della didattica online, facendo così chiudere le scuole e università “tradizionali” sono soltanto provocazioni”, continua il capo di stato affermando che “La scuola non ha soltanto il compito di insegnare, ma anche quello di educare e formare le persone che un domani staranno ai vertici della nostra società”. Si può affermare quindi che la didattica a distanza stia solo portando a termine un lavoro già iniziato in passato. Ora la cosa più importante è non perdere quegli studenti che si impegnavano con entusiasmo. Una valutazione obiettiva verrà data l’anno prossimo e, se gli studenti presenteranno lacune, verrà concesso tempo per ripetere e riguardare il materiale scolastico. Ciononostante, gli esami di maturità avranno inizio il 29 giugno. Giovedì 21 maggio il ministro della sanità russo Mikhail Murashko ha annunciato che sono stati erogati con successo fondi supplementari a tutti gli operatori sanitari: “Effettivamente, entro il 15 maggio, tutti i fondi aggiuntivi sono stati pagati. Abbiamo istituito un mezzo speciale per assicurare la corretta erogazione dei fondi. Si tratta di una piattaforma on-line che consente a un operatore sanitario di contattare e ricevere chiarimenti attraverso il sito web dei servizi statali per verificare se questi pagamenti gli sono dovuti o meno”, ha detto in un’intervista sul canale televisivo Rossiya 1. I supplementi dovrebbero essere ricevuti da medici (80 mila rubli circa 1020 euro), personale paramedico (50 mila rubli circa 636 euro), personale medico junior (25 mila rubli circa 318 euro) e anche specialisti di ambulanza: medici (50 mila rubli) paramedici, infermieri e driver (25 mila rubli). Tuttavia, il 19 maggio Putin ha criticato il governo per la scarsa prontezza nell’emissione dei fondi supplementari ai medici.

Clarissa Giacomini, Angela Doria, Paola D’Onofrio

Dopo che, in svariate occasioni, il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha accusato Pechino di aver rifiutato di fornire i primi campioni di Covid-19 prelevati dai pazienti contagiati, nonché di aver distrutto gli stessi campioni in un secondo momento, la risposta della Cina non si è fatta attendere. Venerdì 15 maggio la Cina ha infatti confermato di aver dato l’ordine a tutti i laboratori non autorizzati di disfarsi dei campioni di Covid già durante le prime settimane dell’epidemia. Tutto questo per ragioni di sicurezza sanitaria nazionale. Liu Dengfeng, funzionario della National Health Commission, ha poi chiarito la posizione cinese sottolineando che fin dall’inizio della pandemia l’agente patogeno era stato classificato di “Classe 2” (altamente patogeno) e che le autorità avevano così deciso di imporre misure di sicurezza come la distruzione dei campioni usati nei laboratori non autorizzati. Liu Dengfeng ha poi aggiunto che solo alcuni laboratori con particolari requisiti sono autorizzati a detenere campioni altamente patogeni e che operazioni per la gestione di campioni di questo tipo sono sempre state in conformità con gli standard sanitari cinesi.

Intanto i ricercatori di due università cinesi, la Fudan University e la Jiao Tong University, hanno riportato dei risultati promettenti sulle sperimentazioni in vista di un vaccino anti-Covid. Le ricerche sono state condotte su topi, ed è stato osservato che gli anticorpi necessari per combattere il virus venivano prodotti rapidamente nei loro organismi.

Cai Yujia, ricercatore presso lo Shanghai Centre for Systems Biomedicine della Jiao Tong University, ha dichiarato che una volta trovato un partner commerciale per sviluppare il vaccino, il loro team avrebbe avuto bisogno di 3-4 mesi di studio preclinico prima di poterlo testare sugli umani. Cai ha aggiunto: “Abbiamo già avviato i contatti con diverse case farmaceutiche per poter continuare a lavorare su questo vaccino”.

Secondo l’epidemiologa Maria Van Kerkhove, responsabile tecnico per il coronavirus dell’Organizzazione mondiale della sanità, al momento ci sono in tutto il mondo 120 laboratori candidati ed impegnati in questa sfida contro il tempo.

Nel frattempo, sono state sviluppate da laboratori e centri di ricerca cinesi altre 4 tipologie diverse di vaccino, già in fase di sperimentazione su persone contagiate.

Mattia Del Vecchio

FONTI e SITOGRAFIA

Per la lingua SPAGNOLA

https://www.elmundo.es/espana/2020/05/16/5ebfd22ffc6c83c8318b45d8.html

https://elpais.com/espana/2020-05-20/sanchez-no-quiere-asumir-el-riesgo-de-italia-en-la-desescalada.html

https://diariodecuba.com/cuba/1589841439_20279.html

https://diariodecuba.com/cuba/1589845733_20283.html

https://elpais.com/sociedad/2020-05-18/a-la-caza-de-la-covid-19-en-los-barrios-mas-pobres-de-la-ciudad-de-buenos-aires.html

https://elpais.com/sociedad/2020-05-08/la-magnitud-de-la-epidemia-en-mexico.html

https://elpais.com/internacional/2020-04-02/mexico-vive-su-mes-mas-violento-pese-a-la-pandemia.html

Per la lingua FRANCESE

https://www.journaldequebec.com/2020/05/20/voici-les-soins-de-sante-et-corporels-qui-rouvriront-1

https://www.jeuneafrique.com/945328/societe/tribune-avec-le-coronavirus-le-masque-africain-fait-sa-revolution/

https://www.letemps.ch/suisse/fin-crise-sanitaire-vue

https://www.24heures.ch/les-4-indicateurs-que-vous-devez-absolument-surveiller-818016620537

https://www.lematin.ch/suisse/celebrations-religieuses-pourront-reprendre-28-mai/story/13106798

https://www.lematin.ch/suisse/enfants-jusqu-12-ans-rouleront-velo-trottoir/story/28075433

https://www.dhnet.be/actu/belgique/bilan-positif-pour-la-reprise-scolaire-la-phase-2-sera-enclenchee-ce-lundi-25-mai-voici-ce-qu-elle-prevoit-5ec564e3d8ad581c540aabc0

https://www.ln24.be/2020-05-16/les-infirmiers-tournent-le-dos-sophie-wilmes

https://www.lemonde.fr/culture/article/2020/05/21/les-compositeurs-face-au-point-d-orgue-d u-confinement_6040337_3246.html

Coronavirus : les tournées et concerts reportés ou annulés

Per la lingua RUSSA

https://iz.ru/1014031/2020-05-21/murashko-zaiavil-o-vyplate-k-15-maia-vsekh-dopsredstv-medrabotnikam

https://www.pravda.ru/news/society/1500227-putin_obrazovanie/?utm_medium=cqc&utm_source=all_materials_12

https://russian.rt.com/russia/article/748534-moskva-snyatie-ogranichenii-koronavirus?utm_source=yxnews&utm_medium=desktop&utm_referrer=https%3A%2F%2Fyandex.ru%2Fnews

Per la lingua CINESE

https://www.scmp.com/news/china/society/article/3084635/china-confirms-unauthorised-labs-were-told-destroy-early

https://www.scmp.com/news/china/science/article/3085502/strong-immune-response-chinese-covid-19-vaccine-team-reports

#QUELLOCHECIUNISCE Giornata mondiale delle api

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Le api: un mondo da conoscere per un mondo da proteggere.

In occasione della giornata mondiale delle api, stabilita il 20 maggio, con questo articolo vediamo di conoscere e capire la vita di questi insetti, piccoli nelle forme, grandi per il loro operato, fondamentali per la sopravvivenza del mondo.

Scientificamente l’apis è un genere di insetto della famiglia Apidae, è l’unico genere della tribù Apini, e solo due delle specie comprese nel genere (che ne conta ben 27) possono essere allevate dall’uomo, l’apis mellifera e apis cerana. L’apis mellifera, diffusa in tutto il mondo ad accezione delle zone artiche ed antartiche, è l’unica conosciuta in Europa, mentre l’apis cerana, dalle dimensioni più ridotte rispetto alla mellifera, è tipica del sudest asiatico, diffusa in Cina, India, Giappone, Malaysia, Nepal, Bangladesh e Papua Nuova Guinea.

Personificazione dell’operosità, è un insetto simbolico, protagonista di miti, leggende e culti religiosi, conosciuto già nella preistoria. Sono stati ritrovate infatti, pitture murali in Spagna, risalenti al periodo magdaleniano (17/18.000 anni fa), dove l’uomo si serviva delle api per trarne il miele.

Nella mitologia greca erano considerate messaggere delle Muse, per la loro sensibilità ai suoni, ma anche simbolo di un popolo obbediente al suo re. Nel mito che narra la nascita di Zeus, re dell’olimpo, quando la madre Rea lo sottrasse dal padre Crono e lo nascose in una grotta del monte Ida a Creta, fu nutrito non solo dal latte della capra Amaltea, ma anche da un miele prodotto dalle api locali.

Protagoniste di un episodio delle Georgiche di Virgilio, che narra la credenza, comune fino al diciassettesimo secolo, della generazione spontanea della vita, la bugonia. L’episodio illustra come il pastore Aristeo, apicoltore a cui morivano le api perché colpevole della morte di Euridice, promessa sposa di Orfeo, esegue un rito purificatorio sacrificando un bue per chiedere il perdono degli dei. Compiuto il sacrificio, Aristeo assiste al fenomeno della bugonia: un intero sciame di api che rinasce dalla carcassa del bue.

Storia simile è narrata anche nella Bibbia, in cui sansone pone un enigma con protagoniste le produttrici di miele.

Tralasciando i miti e le leggende, seppur affascinanti, vediamo di capire come funziona la vita delle api.

Conosciute per la produzione del miele e della pappa reale, alimenti nutrizionali eccezionali, le api sono insetti sociali, infatti costruiscono una vera e propria famiglia che vive in una struttura molto complessa che costruiscono loro stesse, si potrebbe dire che sono gli ingegneri del mondo animale: l’alveare, costituito da favi di cera.

Il cuore dell’alveare è la regina. L’appellativo non è dato a caso, fin prima della sua nascita e per il resto della sua vita infatti, la regina gode delle migliori attenzioni delle api. Non ci è ancora dato sapere come e perché viene scelto uno specifico uovo, infatti le uova dalle quali nasce una regina o un’ape operaio sono assolutamente identiche, con il medesimo materiale genetico. La differenza sta nella nutrizione delle uova: quello nutrito solo con pappa reale si schiuderà dopo sedici giorni da cui nascerà una “principessa” la cui durata di vita può arrivare fino a cinque anni, talvolta sette. Mentre quello nutrito per tre giorni con pappa reale e per ventuno da miele, nascerà un’ape operaia, la cui vita varia da un minimo di quaranta giorni ad un massimo di sei mesi. Strabiliante vero?

Perché la regina è così importante? Semplice, da lei dipende la vita dell’intero alveare. Essendo l’unica sessualmente fertile infatti, la regina depone le uova, garantendo il ricambio delle api; viene accudita dalle api nutrici che si occupano esclusivamente di lei. Senza di loro la regina non potrebbe sopravvivere, e legate da un legame strettissimo, vivono in virtù del bene comune.

Essendo la madre delle api, è colei che decide il buon andamento dell’alveare grazie alla particolarità di alcune sostanze che emana. Queste sostanze sono le linee guida delle altre api, che le seguiranno. Inoltre è la regina a spiccare il volo con tutta la corte al seguito, decidendo di fondare una nuova colonia. Se l’ape regina muore, segna la fine dell’alveare, in quanto tutte le altre api moriranno, sia quelle operaie che i fuchi (i maschi della famiglia, presenti in numero ridotto). Straziante e meraviglioso al contempo.

E il miele? Come si estrae?

Ho cercato di trovare risposta a queste domande chiedendo direttamente informazioni ad una figura essenziale per noi tutti e per le api: l’apicoltore. Una sorta di papà delle api, che le protegge spostando l’alveare in luoghi più sicuri, le pareggia se diventano troppo deboli, le cura se si ammalano (sono spesso attaccate da parassiti molto dannosi per loro), le nutre nei periodi di scarsa fioritura, integrando la loro alimentazione con i canditi (no, non quelli del panettone ma simili). Perché lo fanno? Perché così le api non consumano la scorta di miele all’interno della loro cassetta, arrivano in piena forma alla fioritura dei vari pollini (acacia, castagno, millefiori, dipende da quali tipi di piante ci sono vicino l’alveare, alcuni apicoltori per esempio effettuano il “nomadismo” cioè spostano l’alveare in base al tipo di miele che vogliono raccogliere). Un alveare in piena salute significa benessere per l’ambiente, per la natura e per l’apicoltore stesso. Alimento dai molteplici benefici e dalle numerose proprietà, il miele è anche curativo. Nella medicina erboristica infatti, il miele è suggerito per svariati usi: favorisce la cicatrizzazione e l’idratazione, migliora il sonno e la concentrazione, ci aiuta contro la tosse, basta scioglierlo nel latte caldo o nel tè. Si pensa che abbia anche un’azione ipotensiva, aiutando quindi l’apparato circolatorio, e aiutano anche l’apparato digerente, migliorando la flora batterica e l’assorbimento di calcio e magnesio.

L’estrazione del miele, è un momento delicatissimo per le api e per chi lo esegue. C’è una tecnica ben specifica che l’apicoltore effettua, sempre salvaguardando con attenzione tutti gli insetti, che sono il suo bene più prezioso. Le api vivono durante tutto l’anno dentro una cassa che si chiama arnia, e solo durante il periodo di fioritura e dopo aver inserito l’escludi regina, viene sovrapposto un ulteriore modulo chiamato melario. Nell’arnia infatti si trovano le scorte di miele, mentre sul melario le api mettono quello in eccesso, che si ottiene nei periodi di abbondanza. Quindi non si tocca mai il miele del nido e si raccoglie solo quello in eccedenza, così da non recare nessun danno alle scorte di cibo della famiglia. Nel momento preciso della raccolta, i melari vengono messi in modo che le api possano abbandonarli tornando nell’arnia. Inoltre, prima del trasporto, i melari vengono soffiati, così che se qualche ape è rimasta incastrata tra i telai, può rientrare nell’alveare. Il miele viene estratto dai telai per mezzo di una centrifuga chiamata smielatore, in un laboratorio dove non ci sono api. Successivamente il miele estratto viene messo in un contenitore d’acciaio, il maturatore, dove la cera sale in superficie ed il miele scende. Quando sarà maturo verrò messo nei contenitori.

Questo è il modo in cui lavorano gli apicoltori, nel pieno della salute e del benessere per le api, stando minuziosamente attenti ad ognuna di loro, a differenza invece delle grandi industrie dove l’attenzione è sicuramente minore. Gli apicoltori prediligono la qualità del miele ed il benessere delle api, le industrie la quantità. Quindi il consiglio che vi posso dare è: cercate un apicoltore vicino, e comprate il miele da lui. Ne gioveranno il vostro palato, l’ambiente e le api stesse.

Ma perché le api sono così tanto importanti?

Più che importanti, le api sono essenziali per la continuità della vita: dal loro lavoro di impollinazione dipende la quasi totalità della produzione agricola coltivata e spontanea, e tutto ciò che da essa deriva. In alcune zone della Cina, dove l’ambiente è talmente inquinato da aver ucciso ogni insetto pronubio, gli uomini salgono sugli alberi e con piume di uccello cosparse di polline tentano di fare ciò che le api fanno naturalmente, da sempre. Il risultato di questi sforzi? A parte le risa per l’immagine che danno, è davvero ridicolo ed insignificante.

Oltre al ruolo della produzione di miele, l’ape è quindi un indicatore biologico della qualità dell’ambiente e ad oggi rappresenta una delle emergenze ecologiche in corso. In Italia nel 2007 sono morte il 50% delle api, persi duecentomila alveari (ogni alveare conta tra le sessanta e le settantamila unità) e circa duecentocinquanta milioni di euro nel settore agricolo. Ad oggi la situazione è addirittura peggiorata, con una moria europea del 53%. Solo gli Stati uniti hanno dichiarato di aver subito la maggior perdita di api nella loro storia: dal 50 al 90%.

Le api muoiono per svariati motivi, il maggiore di tutti è l’uso dei pesticidi ed insetticidi da parte dell’uomo, tanto che in vari paesi, i regolamenti fitosanitari, fra i vari vincoli che hanno imposto per la salvaguardia delle api e degli insetti pronubi in generale, vietano l’utilizzo di trattamenti, anche con insetticidi, durante il periodo della fioritura.

E noi cosa possiamo fare? Innanzitutto, sappiate che le api non pungono. O meglio, non pungono se non si sentono costrette a farlo per difendere l’alveare (che non sarà poi troppo lontano, pensate che le api hanno un “raggio di azione” di 3 chilometri) come estrema risorsa. Pungendo infatti le api si condannano a morte, perché la puntura causa il distacco del pungiglione ed il loro conseguente decesso. Loro si occupano di visitare fiori e curarsi esclusivamente di loro. Se ci ronzano intorno, stiamo calmi e allontaniamoci, oppure possiamo urlare e scappare a gambe levate, l’importante per noi e per loro è non farsi pungere. L’ape si allontanerà e tornerà al suo lavoro, essendo un animale estremamente laborioso. Non confondetele con le vespe, che invece essendo onnivore e ghiotte di pic nic, non si preoccupano affatto di pungerci. Sono molto diverse, per forma, colore e suono emesso, non cadete in errore.

Vi ricordo inoltre che se trovate un alveare da qualche parte, o magari vicino casa vostra, state calmi e non vi spaventate, sono del tutto innocue! Non dovrete far altro che chiamare un apicoltore, il quale prontamente verrà a prenderle, ringraziandovi magari con un bel barattolino di sano e profumato miele!

Ricordate quindi che le api sono fondamentali, dalla loro esistenza, dipende la nostra!

Buona giornata delle api a tutti!

Aurora Magliocchetti

#ATUTTOMONDO

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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT sul COVID-19

Se fino a pochi mesi fa il Presidente della Repubblica Federale del Brasile Jair Bolsonaro sosteneva l’immunità del Paese dal Covid-19 dichiarandolo pronto ad affrontare “un’influenza da poco”, ad oggi la situazione è tutt’altro che sotto controllo. Nonostante ciò Bolsonarocontinua a sembrare impassibile alla pandemia.
In data 17 maggio, stando ai dati del Ministro della Salute, il Brasile ha registrato il maggior numero di casi giornalieri: quasi 15.000 per un totale di 234.000 contagi e 15.662 decessi. Il Brasile è così diventato il quarto paese per numero di contagi, superando Germania, Francia, Spagna e Italia e seguendo Stati Uniti, Russia e Regno Unito.

Lo Stato di São Paulo continua a essere quello più colpito, con circa ¼ dei casi totali. Seguono gli stati di Ceará e Rio de Janeiro. Sono 89.000 i pazienti guariti e 109.000 quelli sotto osservazione. Mato Grosso do Sul e Mato Grosso sono gli unici due Stati federati a non aver ancora superato i 900 casi.

In base al giornale O Globo, da un’indagine realizzata da alcuni medici nel periodo compreso tra il 30 marzo e il 6 maggio, emergono più di duemila denunce di dottori che segnalano la mancanza di test diagnostici e l’assenza di mascherine, guanti, gel igienizzati e camici. Come se tutto ciò non bastasse, oltre alla crisi sanitaria e sociale sono iniziate anche le prime controversie politiche interne. Un esempio è il caso dell’ex Ministro della Salute Luiz Henrique Mandetta che lo scorso 16 aprile diede le proprie dimissioni per “incompatibilità’” con Bolsonaro. Il Presidente della Repubblica ha recentemente fatto un appello ai governatori chiedendo di abbandonare le misure di sicurezza da loro prese. Al momento sono tre le zone metropolitane in lockdown (São Luís, Belém e Fortaleza) ma anche Rio de Janeiro è pronto ad adottare misure di restrizione maggiori. 

Il Presidente brasiliano sembra (inverosimilmente) ancora molto critico e restio a queste misure di isolamento e si oppone alla decisione dei governatori di chiudere le attività e i servizi. A detta del Presidente, il lockdown è una decisione esagerata che porterebbe il Paese a una situazione di miseria simile a quella dei paesi dell’Africa subsahariana. Bolsonaro dichiara:
«Il Paese è sul punto di rottura e riprendersi da questa crisi sarà impossibile. Il nostro destino sarà vivere in un Paese di miserabili, proprio come alcuni paesi africani. Noi, invece, dobbiamo avere il coraggio di affrontare il virus. Delle persone stanno morendo? Mi dispiace moltissimo ma sarà ancora peggio, e molto peggio, se l’economia continuerà ad essere devastata a causa di queste misure. Dobbiamo aprire di nuovo o soffriremo la fame e la fame uccide» aggiunge Bolsonaro. «Questo è un appello che faccio a tutti i governatori al fine di rivedere la loro politica. Io sono pronto al dialogo».

L’ex Presidente della Repubblica Lula da Silva ha recentemente dichiarato in un’intervista che sta pregando affinché il popolo scappi da questo genocidio di responsabilità causato da Bolsonaro. «Il Governo sta trasformando in nemici quelle persone che si preoccupano seriamente del coronavirus» aggiunge Lula in risposta agli attacchi di Bolsonaro, il quale sembrerebbe più preoccupato per le nuove misure di distanziamento sociale e il loro impatto sull’economia.

Giulia Arresta

In alcuni stati Australiani, nello scorso weekend è iniziata la nuova fase proposta dal governo, che prevede la riapertura di bar, pub, ristoranti e luoghi di culto con un massimo di dieci persone alla volta. Ad oggi, il numero di casi totali ha superato i 7000 e le vittime arrivano a 99. L’economia è stata ulteriormente colpita, oltre che dall’aumento della disoccupazione, anche dagli scioperi commerciali della Cina dell’ultima settimana, che sono costati all’Australia circa 1 miliardo di dollari in carne e orzo. Ciò continua ad accrescere le tensioni tra i due paesi, nate dopo la richiesta dell’Australia di indagare sulla gestione della pandemia in Cina. All’Assemblea Mondiale della Sanità, l’organo sovrano dell’OMS, più dei due terzi dei membri ha votato a favore di questa richiesta australiana.

Nel Regno Unito è in atto una vera e propria protesta contro il lockdown. Alcuni ritengono che questo virus non sia altro che un fake pensato per dare libero sfogo alla tirannia. Sono stati riscontrati pareri contrastanti riguardo alla riapertura delle scuole e anche per quanto riguarda lo sport, i primi allentamenti sono stati fissati per il 1° giugno, ma ancora niente di certo: saranno consentiti eventi culturali e sportivi a porte chiuse. La premessa imprescindibile per la ripresa resta la diminuzione dei numeri dei contagiati.

La Repubblica d’Irlanda si è avviata verso una nuova fase, una svolta importante in questa lotta al virus, ma il Ministro della Salute, Simon Harris, ha invitato gli irlandesi ad adottare un approccio comune di buon senso. Sono state riaperte aziende agricole, cantieri e altri negozi all’ingrosso e sarà possibile vedere, mantenendo sempre le distanze, gli amici. Dal punto di vista economico, l’impatto sul trasporto aereo è stato devastante, si stima una perdita del 90%. Inoltre, per quanto riguarda il settore agricolo, essenziale per l’isola, è stato registrato un crollo nell’esportazione di latte e carne; inoltre, domenica scorsa, sono stati confermati focolai di Covid-19 in 15 mattatoi.

Gli Stati Uniti stanno ancora affrontando il picco di contagi e morti da Covid-19, ma il presidente Donald Trump ha accelerato le riaperture, sottolineando come sia necessario ripartire con o senza un vaccino, e ha incitato le maggiori case farmaceutiche a velocizzare le sperimentazioni per avere un farmaco o un vaccino disponibile entro la fine dell’anno. I problemi maggiori restano, tuttavia, la recessione e la disoccupazione. Gli studi hanno mostrato che le più colpite sono state le donne, in particolare quelle afroamericane, e che in aprile la metà dei licenziamenti ha riguardato principalmente le donne. 

In Nuova Zelanda, il primo ministro laburista Jacinda Ardern è la donna più popolare del paese. A confermarlo sono i sondaggi politici che collocano il suo partito in netto vantaggio rispetto all’opposizione. Sembra che il motivo di ciò sia riconducibile a come la premier ha gestito l’emergenza da Covid-19, ribaltando tutte le previsioni politiche. Il leader dell’opposizione Bridges, tuttavia, ribadisce che è sicuro di poter guidare i nazionalisti, nonostante abbia perso più della metà dei sostenitori. Assieme al raggiungimento del livello di contagio “zero”, arriva anche l’app per il contact tracing chiamata “Digital Diary” e servirà a tenere traccia degli spostamenti tramite codice QR.

In Canada, il premier Trudeau ha annunciato sabato che il Centro di vaccionologia dell’Università di Dalhousie, in Nuova Scozia, sta lavorando per mettere a punto un vaccino contro il Covid-19 e il Consiglio Nazionale di Ricerca Canadese (CNRC) sta collaborando con gli scienziati. In caso di esiti positivi, si sta considerando una distribuzione graduale del vaccino nel paese. Questa settimana il CNRC ha anche annunciato una collaborazione con la casa farmaceutica cinese CanSinoBIO, che ha recentemente ricevuto l’approvazione dal governo cinese per i test del vaccino sugli umani.

Lucia Capriglione, Claudia Cesetti, Oriana D’Agostino, Diana Fagiolo, Laura Forcella, Stefano Mazzagatti, Emanuele Spina

Così come in Italia, anche in Germania il 18 maggio è stata la data in cui hanno avuto luogo importanti riaperture di alcune attività in tutti i Länder. Le differenziazioni a livello regionale sono molte e le riaperture sono avvenute sulla base delle indicazioni delle autorità sanitarie che si occupano del monitoraggio della curva epidemiologica. Di particolare interesse è il caso della gastronomia in Baviera, uno dei Länder più colpiti dalla pandemia. Anche qui a partire dal 18 maggio è stata permessa la riapertura al pubblico dei ristoranti, privilegiando l’utilizzo di spazi esterni e attenendosi alle disposizioni sanitarie. Ma non sono mancate le eccezioni: i bar non hanno avuto ancora il via libera mentre i famosi “Biergarten” apriranno i battenti al pubblico, poiché all’aperto e quindi in grado di garantire il distanziamento sociale fra clienti. Si procederà soprattutto per prenotazione e sarà obbligatorio l’uso di mascherine, mentre i ristoranti dovranno mettere a disposizione dei dispenser di gel disinfettante e possibilmente un menù online in modo da evitare l’uso del menù cartaceo.

L’inizio della fase due non ha riguardato solo il settore della gastronomia, ma anche quello sportivo: lo scorso sabato sono scese in campo, per la prima volta dallo stop forzato dei primi di marzo, tutte le squadre della Bundesliga. La ripresa è stata oggetto di discussione per svariate settimane e il protocollo è dovuto passare al vaglio degli esperti più volte, poiché spesso venivano evidenziate criticità che rendevano impossibile il regolare svolgimento in un contesto sicuro. Molti poi erano dell’idea che il calcio non rientrasse nella lista delle priorità da affrontare in questo periodo, ignorando l’enorme valore economico generato dall’industria calcistica.

La ripresa delle partite è avvenuta in stadi vuoti, senza pubblico. Molte limitazioni sono state imposte anche allo staff tecnico delle squadre e agli stessi giocatori. Ai giocatori è stato vietato di abbracciarsi per festeggiare un gol, così come di stringersi la mano durante il classico saluto che precede l’inizio della partita, gesto sostituito da un reciproco tocco con il gomito. Per quanto riguarda lo staff tecnico, è stato ridotto al minimo il numero di persone al seguito della squadra, permettendo solo ai membri essenziali di recarsi a bordo campo, sempre muniti di mascherina e ben distanti l’un l’altro. L’esperimento sembra aver dato riscontro positivo e molti esponenti della politica hanno etichettato la ripresa del campionato di calcio come un successo.

Nel frattempo però, nel weekend che ha preceduto queste riaperture, ci sono state manifestazioni in molte città del Paese. Sono state dispiegate unità di polizia, per evitare problemi di ordine pubblico (si temeva infatti la possibile infiltrazione di frange di estremisti) e per far sì che venissero rispettate le misure di distanziamento sociale. Il Ministero della Giustizia aveva inoltre fatto sapere che ci sarebbero state multe per chi avesse infranto le regole.

A Berlino molte persone si sono riunite nella rinomata Alexanderplatz: oggetto della manifestazione sono le misure di prevenzione contro il Covid-19 ed il conseguente ridimensionamento delle libertà individuali, per cui veniva esplicitamente citata la “Versammlungsfreiheit”, la libertà di riunione. Lo slogan recitato dai manifestanti era il seguente “Niemand, den ich kenne, hat Corona”, letteralmente “Nessuno che io conosca ha il Corona”.

Anche a Stoccarda si è registrata un’importante manifestazione, una delle più grandi dall’inizio della pandemia. Molte persone hanno criticato l’atteggiamento della politica e le strategie governative volte a fronteggiare la diffusione del virus. Fra le loro convinzioni principali c’è quella della bassa pericolosità del virus e la pretesa di sapere cosa sia giusto o sbagliato per la loro salute. Molti partecipanti indossavano una maglietta con su scritta la seguente frase: “Ich trage diese Maske nicht freiwillig, ich werde dazu gezwungen”, vale a dire “Io non indosso questa maschera per mia volontà, sono stato obbligato”, un chiaro riferimento alla privazione delle libertà personali a cui facevano riferimento anche i manifestanti di Berlino.

Manifestazioni di questo tipo hanno avuto luogo in tutto il paese, in particolare vanno segnalate quelle di Monaco di Baviera e Francoforte sul Meno, dove è stata registrata un’alta affluenza.

Ivan Denaro

La totale chiusura del Marocco in atto da marzo 2020 ha provocato una forte crisi che oscura molti dei settori su cui l’economia marocchina si basa. Ma cosa accadrà dopo? Si pensa a un “nuovo mondo”, con profonde trasformazioni politiche, sociali ed economiche, poiché l’impatto del Covid-19 sulla popolazione mondiale e sul sistema di ciascun paese è stato a dir poco apocalittico.

L’umanità sarà in grado di gestire cambiamenti di una tale portata? Quello che potrebbe accadere in un secondo momento non sarà semplicemente una transizione temporale da una fase all’altra, bensì un cambiamento del sistema politico e di cooperazione tra Stati, in quanto “andare oltre” significherebbe muoversi verso un nuovo ordine mondiale che si distacca dal sistema attuale. Sul piano politico l’epidemia stessa è una prova di quanto gli Stati tenterebbero una maggior cooperazione reciproca, in quanto essa non ha colpito un singolo continente, ma si è diffusa in quasi tutti i paesi del mondo, rallentandone le economie.

Quanto al settore del turismo, per contenere gli effetti negativi il Parlamento marocchino ha approvato un disegno di legge che prevede l’emanazione di disposizioni speciali in materia di contratti di viaggio, soggiorni turistici e contratti di trasporto aereo. Il Ministro del Turismo, del Trasporto aereo, dell’Artigianato e dell’Economia Sociale, Mohammed Sayid, ha dichiarato che il progetto ha come obiettivo primario quello di salvare gli imprenditori del turismo e del trasporto aereo dallo spettro del fallimento. Il disegno di legge, che da subito ha scatenato polemiche da parte della Federazione Nazionale dei Consumatori Marocchini, prevede per i clienti che abbiano acquistato un servizio, il rimborso sotto forma di proposta di un servizio simile avente lo stesso valore finanziario. La Federazione ha infatti chiesto di modificare i requisiti del progetto e di proporre ai consumatori l’annullamento del contratto, oltre che il rimborso totale dell’importo pagato, entro sette giorni. Alcune stime prevedono che quello del turismo sarà il settore che più risentirà di questa crisi, in quanto le perdite economiche previste per l’anno corrente ammontano a oltre 34 miliardi di dirham (1 € = 11,13 dhm), e il numero di turisti in visita in Marocco è diminuito del 98%.

Nella sfera sociale, l’epidemia ha già imposto un nuovo modo di vivere, che prevede ad esempio distanziamento sociale, divieto di ogni tipo di contatto fisico, chiusura di scuole, università, bar, ristoranti, chiese e moschee. Questo modello sociale potrebbe diventare permanente? O verrà meno con il ritorno alla normalità? Una cosa è certa: a rimanere impresse sulla popolazione saranno le conseguenze psicologiche causate dall’impatto del virus, che ha ridefinito le priorità e gli interessi delle persone. Costretti in casa da un nemico invisibile, i marocchini hanno trovato conforto nella voce dell’intellettuale, dello scrittore, del giornalista e del medico, permettendo così a ciascuna di queste figure di recuperare il proprio ruolo nella società, soprattutto in tempi come questi, in cui a prevalere è il coro dei social. Come sottolinea lo scrittore marocchino Abdel Majid Sabata, il Coronavirus ha restituito quei valori ormai perduti, quali il piacere di leggere un libro, la cultura del riconoscimento e della riconoscenza nei confronti di chi combatte in prima linea per contrastare l’epidemia, e la ridefinizione delle priorità per eliminare tutto ciò che si rivela insignificante.

Valeria Di Bonaventura, Arianna Mercuriali, Giulia Roncella

FONTI e SITOGRAFIA

Per la lingua PORTOGHESE

https://www.jb.com.br/pais/politica/2020/05/1023776-lula-teme–genocidio–com-politica-de-bolsonaro-para-o-coronavirus.html

https://g1.globo.com/jornal-nacional/noticia/2020/05/16/numero-de-mortes-por-covid-19-no-brasil-aumenta-50percent-em-uma-semana.ghtml

https://www.jb.com.br/pais/politica/2020/05/1023744-lockdown-e-caminho-para-fracasso-e-transformara-brasil-em-pais-de-miseraveis–diz-bolsonaro.html

Per la lingua INGLESE

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Galloway, A. e Duke, J. (2020).“Last-minute talks on Australia’s push for global review before key vote”. The Sydney Morning Herald

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Newshub (2020). “Newshub-Reid Research Poll: Simon Bridges still confident he will lead National into election despite personal poll rating below 5 percent” https://www.newshub.co.nz/home/politics/2020/05/newshub-reid-research-poll-simon-bridges-still-confident-he-will-lead-national-into-election-despite-personal-poll-ratings-below-5-percent.html

Newsroom (2020). “‘Digital diary’ contact tracing app coming” https://www.newsroom.co.nz/covid-19/2020/05/18/1177990/digital-diary-contact-tracing-app-coming

Scoop health (2020). “No New Cases Of COVID-19” https://www.scoop.co.nz/stories/GE2005/S00109/no-new-cases-of-covid-19.htm

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Per la lingua TEDESCA

https://www.tagesschau.de/inland/gastronomie-coronavirus-101.html

https://www.spiegel.de/politik/deutschland/corona-demos-in-berlin-niemand-den-ich-kenne-hat-corona-a-8175ed94-2e27-403e-a62f-ddce718f09ae

https://www.tagesschau.de/inland/coronavirus-bundesliga-103.html

https://www.zeit.de/gesellschaft/zeitgeschehen/2020-05/coronavirus-stuttgart-proteste-corona-politik

Per la lingua ARABA

https://www.hespress.com/societe/467057.html?fbclid=IwAR0kamq7q2bTR-qqE3kcFCu_PrRenRt4LMdEKAQk8el-GerLdoTFRVbqrac

https://blogs.aljazeera.net/blogs/2020/5/13/هل-سنشهد-عالما-جديدا-بعد-فيروس-كورونا

https://www.skynewsarabia.com/business/1344535-المغرب-مشروع-قانون-لإنقاذ-قطاع-السياحة-الإفلاس

#QUELLOCHECIUNISCE: Giornata Internazionale dei Musei

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Il 18 Maggio è l’International Museum Day, ossia la giornata internazionale dei musei, istituita dall’ICOM (International Council of Museums) per creare eventi e incontri tra diversi musei sparsi per il mondo, affrontando tematiche specifiche. Infatti, nata nel 1992, quest’iniziativa prevede un tema diverso ogni anno: nel 2020 si parla di diversità e inclusione, e seguendo l’hashtag #IMD2020 sui social si potranno scoprire le attività avviate online dai vari musei.

Nel frattempo, per festeggiare l’imminente riapertura dei Musei civici di Roma e sperando in un’estate in cui viaggiare per l’Italia sarà possibile, ho deciso di segnalarvi i musei più particolari e divertenti sparsi per il nostro Paese, dandovi magari qualche spunto per le vacanze!

Ne ho scovati alcuni, da Nord a Sud, che potreste aggiungere nella vostra bucket list:

  • Museo della Bora, a Trieste, è interamente dedicato a questo vento. Si definisce una sorta di museo in progress, dove sono raccolte opere letterarie che citano la Bora, curiosità eoliche e venti in bottiglia -magari, col caldo che c’è in questi giorni a Roma, tornerebbero comodi.
  • Museo dei serial killer, a Jesolo (Venezia). Ovviamente di musei del genere ne esistono numerosi – come quello di criminologia di Roma -, ma la particolarità di questo museo risiede nel modo in cui viene proposta la visita: è un’esperienza totalmente immersiva, con un’audioguida che riproduce immagini a 360 gradi per farci esplorare i racconti, e percorsi per sale piene zeppe di documenti, testimonianze e “attrezzi dell’orrore”. Insomma, occorre avere un buon stomaco per uscirne illesi.
  • Museo del risparmio, a Torino – e io, torinese, non sapevo neanche che esistesse! -, fondato dall’Intesa Sanpaolo, si tratta di una vera e propria opportunità per imparare a gestire i soldi – per gli spendaccioni interessati: se volete organizziamo un viaggio di gruppo per visitarlo insieme. Si compone di percorsi interattivi divisi in una parte di spiegazione e una parte di gioco in cui mettere in pratica quanto appreso.
  • Beautiful gallery, a Bologna, è il paradiso degli instagrammers – o più semplicemente degli amanti delle foto e dei video colorati. Si tratta di una galleria d’arte che mira a far immergere completamente i visitatori, che possono tuffarsi in piscine con palline colorate o immergersi in sale con scritte neon sulle pareti. Inutile che stia qui a spiegarvelo, perché non riuscirei a rendere l’idea: vi consiglio di cercare voi stessi le foto di questa splendida iniziativa, oppure di curiosare al link che vi lascerò alla fine dell’articolo.
  • Museo dei videogiochi, a Roma, meglio conosciuto come VIGAMUS (Video Game Museum). Ripercorre l’evoluzione storica dei videogiochi, partendo dall’oscilloscopio di William Higinbotham e giungendo fino alla realtà virtuale. E quando dico che ripercorre l’evoluzione storica, intendo dire che espone Arcade e console dagli anni ‘80 fino ai giorni nostri, con una sala dedicata a giochi in realtà virtuale, e i visitatori possono giocarvi. In breve, è un appuntamento imperdibile per gli appassionati, ma anche per chi vuole divertirsi con classici intramontabili… Fidatevi, io ci ho passato delle ore!
  • Museo della liquirizia, in provincia di Cosenza… Il paradiso dei golosi! Situato a Rossano, il museo della liquirizia ripercorre la storia di questa celebre radice nella tradizione culinaria italiana, con tante curiosità e ricette appetitose. Il museo è dedicato ad Amarelli, azienda familiare produttrice dell’omonima liquirizia e definita dai turisti su TripAdvisor come “il Willy Wonka della liquirizia”.
  • Museo del papiro, a Siracusa, l’unico museo al mondo interamente dedicato al papiro. Si divide in due settori: da una parte l’attività storica, che espone papiri antichi e varie testimonianze della cultura del papiro in tutti i suoi aspetti; dall’altra la ricerca scientifica e storica, che riguarda gli studi sulla pianta, sulla manifattura e trattamento della carta papiracea nelle diverse epoche e sui problemi di conservazione dei papiri antichi.

Vi lascio qui di seguito i link alle pagine ufficiali dei musei, così se c’è un museo in particolare che vi ha incuriosito – ma anche due! – potete dare un’occhiata:
https://museobora.org/

https://www.beautifulgallery.it/

http://www.mostraserialkiller.it/orari-e-tariffe/mostra-serial-killer-informazioni-su-orari-e-tariffe.html

http://www.vigamus.com/

https://www.museodellaliquirizia.it/

Emanuela Batir

#MONDAYABROAD

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Se chiudo gli occhi sono in… Tanzania!

#MondayAbroad ci continua a dare occasione di viaggiare attraverso i ricordi dei nostri colleghi.

Oggi cambiamo nuovamente continente: si parte per la Tanzania!

Il racconto di Isabella è talmente carico di ricordi, di emozioni e di pathos, che preferisco fare un passo indietro e lasciare spazio interamente alle sue parole, a tratti allegre, a tratti malinconiche, ma comunque ricche di speranza per il futuro!

Isabella ci sottolinea l’importanza di non dare nulla per scontato (riflessione che, mai come in questo periodo di lockdown, abbiamo imparato a trattare); consiglio, dunque, di accompagnare la lettura con una canzone tipica della nostra tradizione musicale, “Meraviglioso” di Domenico Modugno (per quanto ami anche la versione un po’ più recente dei Negramaro):

…ma come non ti accorgi di quanto il mondo sia meraviglioso?
…perfino il tuo dolore potrà guarire poi, meraviglioso!
Ma guarda intorno a te che doni ti hanno fatto:
ti hanno inventato il mare eh!
Tu dici “non ho niente”, ti sembra niente il sole?
La vita?
L’amore?
Meraviglioso: il bene di una donna, che ama solo te
Meraviglioso!
La luce di un mattino;
L’abbraccio di un amico;
Il viso di un bambino
Meraviglioso…

Zanzibar, Tanzania

6 anni fa (regalo dei 18 anni!)

Il mio desiderio era quello di festeggiare il mio compleanno (il 31 dicembre) felice, al mare. Sono metereopatica, dunque da fine novembre smetto di essere un po’ me stessa e torno a sorridere ad aprile. Il sole mi carica e sento il caldo dentro di me, così come il freddo. Ci sono molte cose che potrei raccontare di quei giorni in Africa e che spero di non vedere più ma ce ne sono poche che, purtroppo (e sottolineo purtroppo), non ho visto più.

Mi auguro di non vedere più una macelleria completamente all’aperto con le mosche sulla carne; di non vedere più piccole zone di terra con una fontana per bere e lavarsi ogni tre capanne, ogni tre famiglie; mi auguro di non vedere più donne incinte che lavorano sfruttate e doloranti (non voglio neanche pensare alle condizioni in cui avranno partorito); mi auguro di non bere più acqua così lassativa e di non lavarmi più con acqua che non sembra pulita. Tuttavia, non posso dire di non consigliare questo viaggio, anzi, dopo 6 anni credo di poterlo definire un MUST.

I Masai (o Maasai) sono un popolo, una tribù, che vive ai confini del Kenya e della Tanzania; sono la cultura, la ricchezza, la gioia che ho portato a casa con me; vivono di piccole cose, di affetto, di amore e di pace interiore. Nel villaggio in cui ho alloggiato c’era Samir, un dipendente, che ha festeggiato il compleanno con me e che mi ha anche fatto un regalo: aveva paura non fosse abbastanza per me, un’italiana entrata in quel villaggio con una Micheal Kors e scarpe firmate. Parlavamo inglese, ma lui capiva la mia lingua e spesso mi rispondeva in italiano. Quando andavo in spiaggia mi accompagnava e mi consigliava di stare tranquilla al sole, che quello non era il sole “nostro”. E aveva ragione: quel sole non bruciava; quel sole l’ho tenuto sulla mia pelle fino a gennaio; quel sole era PURO.

Sono entrata, a 18 anni, in un mondo che non credevo esistesse: senza auto, senza tecnologia, senza invidia, senza odio. C’era dolore e tanta povertà, ma loro hanno imparato a conviverci. Dall’Italia ho portato quaderni penne e pastelli per i bambini e li ho resi felici.

In seguito, ho chiesto a una donna, madre, Masaia, perché non facessero del turismo la loro ricchezza, mi si è stato detto sorridendo “ora ti mostro la nostra ricchezza”: prendendomi per mano, mi ha portato nell’Isola delle tartarughe giganti, piccolissima e abitata da un centinaio di animali dai quali prende il nome, provenienti dalle Seychelles. Da lì, abbiamo cominciato a camminare per le diverse spiaggia e lagune.

È stato solo lì che ho conosciuto il Paradiso.

A quelle persone non mancava il parrucchiere, i negozi firmati, l’ultimo iPhone, l’estetista; i bambini giocavano per strada e non su un iPad.

Ma poi, una volta a casa, mi sono detta: chi sono io per dare un messaggio del genere? A 18 anni ho chiesto a mio padre di portarmi in Tanzania e lui l’ha fatto rendendomi la ragazza più felice del mondo. Eppure quei bambini erano felici con così poco. La mia è stata una richiesta che forse non tutti potevano permettersi di fare o di esaudire. Io sono figlia di questa generazione, di questa realtà.

Ed è questo quello che mi è rimasto di questo viaggio: qualcosa che io non avrò mai.

Ilaria Violi