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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT sul COVID-19

È arrivato il momento per la Fase 2.

In una conferenza stampa tenutasi domenica 26 aprile il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è rivolto all’intera nazione per illustrare le nuove misure per un lento e graduale ritorno alla quotidianità.

Inutile negare che, dopo aver trattenuto a lungo il fiato, quello che ha seguito il discorso del Presidente non è stato un sospiro di sollievo.

Il rinnovo di numerose restrizioni ha infatti sollevato l’amarezza e il risentimento della maggior parte della popolazione, desiderosa di vita, di affetto e di normalità.

Consapevoli che ci troviamo di fronte ad un avvenimento senza precedenti storici non resta che rinnovare la nostra fiducia negli esperti che stanno guidando il paese verso una graduale ripresa, con la certezza che ogni cosa avrà il suo tempo. 

Sara Nardi

Questo 25 aprile è stato per tutti una ricorrenza piuttosto atipica: dal 1945 non c’è mai stato un reale motivo per dover passare la giornata della Liberazione segregati in casa. È curioso pensare però che non siamo stati i soli a ritrovarci di fronte a una grande ricorrenza storica, ragione di orgoglio e felicità, durante la stessa giornata. Anche in Portogallo il 25 aprile si festeggia la giornata della Liberazione (Dia da Liberdade) e, durante questa quarantena imposta dal Covid-19, i portoghesi hanno cantato dalle finestre per celebrare il 46° anniversario dalla fine della dittatura di Antonio Salazar. Solitamente questa ricorrenza viene celebrata con dei cortei che prendono vita nelle piazze e nelle strade delle varie città portoghesi e che fanno radunare moltissima gente. Visto il particolare momento storico, l’Associazione 25 di aprile ha chiesto alle radio e alle reti televisive della nazione di trasmettere alle 15 la canzone simbolo della Liberazione (Grândola, Vila Morena) e, a seguire, l’inno nazionale. I canali social si sono riempiti, in pochi secondi, di video di persone affacciate alle finestre delle proprie case a cantare le due canzoni e c’era anche chi aveva un garofano in mano (simbolo della Rivoluzione dei garofani, evento che il 25 aprile ha reso il Portogallo un Paese democratico). Sabato mattina la cerimonia in cui il Presidente della Repubblica Marcelo Rebelo de Sousa ha fatto il suo discorso, è iniziata con un minuto di silenzio in memoria delle vittime del Covid-19. Tra le varie affermazioni del Presidente c’è quella in cui dichiara: “Il 25 aprile è fondamentale e deve essere ricordato. In questi tempi di dolore, sofferenza, lutto, lontananza e isolamento è importante che festeggiamo la Patria, l’indipendenza, la Repubblica, la libertà e la democrazia”. È probabilmente per questo che il Presidente della Repubblica, durante i giorni precedenti, ha incoraggiato i cittadini a festeggiare e a farsi sentire con i canti nazionali rispettando sempre e comunque le regole sanitarie. L’evento cerimoniale, che il Presidente teneva molto a svolgere, è stato criticato dai cittadini (ma anche dai politici). Nella stessa sala in cui il Presidente ha enunciato il discorso erano presenti 80 persone ma, pur seguendo le dovute precauzioni sanitarie (quali mascherine e distanza sociale), la gente ha trovato comunque qualcosa da ridire.

Beatrice De Luca

In Inghilterra, Scozia e Galles si registra il numero più basso di decessi giornalieri dal mese di marzo. Di recente, sono iniziate le sperimentazioni sugli umani dei vaccini. La prima volontaria ad offrirsi come “cavia” è una microbiologa italiana di 32 anni, Elisa Granato, la prima di oltre 1000 persone: “Farei di tutto per dare il mio contributo al progresso scientifico”. Nel frattempo, il governo suggerisce a tutta la popolazione di considerare l’idea di aiutare il lavoro nei campi di raccolta di frutta e verdura, per evitare che questi vadano sprecati. Una situazione analoga a quella che solo qualche settimane fa è stata presentata dalla Ministra dell’agricoltura Teresa Bellanova in Italia; in un momento di crisi come questo, ci sono persone che a stento riescono a sopravvivere e allo stesso tempo raccolti che vanno buttati per mancanza di mano d’opera.

In Australia, in occasione dell’Anzac Day lo scorso 25 aprile, i cittadini hanno mostrato il loro spirito di comunità, riversandosi sui vialetti di casa e balconi per la cerimonia dell’alba. La scorsa domenica, il governo ha ufficialmente lanciato l’App per il tracciamento del virus, che dopo appena 4 ore ha riscontrato più di un 1 milione di download. Nel frattempo, la Cina ha definito la richiesta australiana di indagare sulla gestione della pandemia come una manovra politica volta a rimestare sospetti e accuse. Inoltre, l’invito è stato quello di mettere da parte questioni di questo genere e pensare al Welfare del proprio paese, contribuendo alla cooperazione globale per sconfiggere il virus.

In Canada, durante questa settimana le province dell’Ontario e del Québec annunceranno i primi passi verso la riapertura. Lo scenario politico e tecnico-scientifico canadese oscilla fra un atteggiamento di cautela e uno di tutela per un’economia messa in ginocchio dal virus. Si sta discutendo anche di introdurre delle applicazioni, che permetteranno agli utenti di constatare se sono stati in contatto con il virus, tramite la geo-localizzazione. Ad ogni modo, ci si aspetta molta prudenza; il Presidente Trudeau invita alla cautela, sottolineando che una volta tolte le misure di contenimento, non è certo che i guariti non possano contrarre il virus nuovamente.

Gli Stati Uniti si apprestano a far ripartire l’economia interna nonostante le opinioni contrastanti tra governo e sanità sulla riapertura. I cittadini potranno aspettarsi un lento ritorno alla normalità con distanziamento sociale e misure restrittive per tutta l’estate. Nei prossimi giorni, in molti stati si tornerà al lavoro per necessità, nonostante gli esperti ribadiscano che allentare la presa ora, senza eseguire i test, potrebbe avere ritorsioni devastanti. In California, migliaia di bagnanti hanno cercato sollievo dall’afa recandosi in massa sulle spiagge di Malibu. Le autorità locali, pur sconsigliando la circolazione, riportano che le distanze sono state rispettate e che non bisogna ignorare l’impatto psicologico del lockdown sulle persone.

Lucia Capriglione, Claudia Cesetti, Diana Fagiolo, Laura Forcella, Stefano Mazzagatti, Emanuele Spina

La Spagna è il secondo paese al mondo per numero di contagi da Covid-19. Ricordiamo il 31 gennaio come la data in cui venne confermato il primo caso positivo nel paese, anche se sarà a partire da marzo che i contagi cominceranno ad aumentare in modo esponenziale. 

Ad oggi, la curva dei contagi giornalieri è in fase di stabilizzazione. Dalla settimana scorsa i servizi non essenziali, che hanno dovuto fermare le loro attività in seguito al decreto di restrizione emanato dal governo come misura di contenimento dei contagi da SARS-Cov-2, sono potuti tornare al loro operato e a partire dal 27 aprile sarà concesso ai minori di 14 anni di uscire accompagnati da un genitore. Un altro segnale che fa ben sperare è che i casi positivi giornalieri registrati diminuiscono giorno per giorno: in un mese si è passati dal tasso di crescita giornaliero di oltre il 42% a un 2%.

Tutte le comunità autonome, insieme alle città autonome di Ceuta e Melilla, registrano casi di persone contagiate. Madrid continua a essere il focolaio principale della pandemia in Spagna, con più di 62.500 positivi e 7.922 morti, seguita dalla Catalogna che supera i 47.000 contagi e sfiora quasi i 4.500 morti. La situazione sicuramente non è uniforme su tutto il territorio, dal momento che la malattia si propaga con una velocità diversa in ogni regione, tuttavia anche il numero delle ospedalizzazioni è in diminuzione. 

Focalizzandoci sull’incidenza per età e sesso, il 95% delle vittime in Spagna ha più di 60 anni, questo è quanto emerge dalle statistiche condotte dal Ministero della Salute. Di questi, la percentuale più alta di morti si registra in persone che hanno superato gli 80 anni di età, con circa il 60% dei decessi. Inoltre, si evince che la malattia è più letale negli uomini rispetto alle donne e che al di sotto dei 40 anni il tasso di mortalità è estremamente basso. Per quanto riguarda l’età media dei contagi a livello nazionale, la maggior parte degli infetti ha più di 40 anni e la fascia di età compresa fra i 50 e i 59 anni è quella che registra più casi, mentre tra i minori quasi non ve ne sono.

In Venezuela sono stati registrati 5 nuovi casi di Covid-19 nelle ultime 24 ore, per un totale di 323 casi positivi e 132 pazienti guariti.

In Messico sono stati registrati 46 nuovi decessi, raggiungendo così la cifra di 1.351 morti totali. Nella città di Guadalajara stanno costruendo un cimitero esclusivamente dedicato alle vittime del Covid-19.

In Argentina, Colombia ed Ecuador si sta cominciando a pensare a delle strategie per allentare gradualmente le misure di restrizione che sono state imposte dai vari governi.

Questa domenica il Ministero della Salute di Cuba ha confermato 32 nuovi casi di Covid-19 sull’isola. Il totale di positivi confermati è dunque di 1.369, con 501 guariti e 54 decessi totali.

Karen Marinelli

In Francia si parla della situazione italiana, il quotidiano Le Monde annuncia: “Nella giornata di domenica 26 aprile l’Italia ha registrato il bilancio di vittime più basso dal 14 marzo. Il Presidente del Consiglio Conte ha annunciato che le scuole non riapriranno prima di settembre per evitare rischi di contagio” e ha aggiunto che “la salute dei nostri figli è in gioco”. In quarantena dal 10 marzo, per l’Italia si preannuncia la prima estate senza turisti stranieri. I responsabili di attività turistiche si preparano ad accogliere i propri connazionali nel rispetto delle norme indicate dal governo e del distanziamento sociale.

 In Svizzera i contagi stanno diminuendo, l’Ufficio Federale della Sanità sostiene che nonni e nipoti possono riabbracciarsi, ma ribadisce l’importanza del lavarsi le mani ed evitare assembramenti. Le stampanti 3D degli Ateliers di Renens sono sempre in funzione, producendo migliaia di mascherine. Lunedì riaprono tutte le attività commerciali, ma verranno messi tornelli all’ingresso per evitare affollamenti. Mercoledì 29 aprile, il Consiglio federale presenterà il piano di riapertura delle scuole: il governo vuole l’esame di maturità online, ma Friburgo insiste sull’importanza degli scritti in presenza per non svalutare il diploma.

In Belgio anche questa settimana non si sono fermate le polemiche, dalla mancanza di cifre ufficiali sui morti tra il personale medico sanitario, al rifiuto di rimpatriare migliaia di belgi marocchini bloccati da un mese e mezzo in Marocco. Eppure, per vedere il “bicchiere di birra” mezzo pieno, il famoso birrificio Jupiler si è offerto di regalare dieci birre a tutti quelli costretti a festeggiare il compleanno in casa. Un’iniziativa di solidarietà a cui si è aggiunta quella di diversi attori belgi che hanno proposto una lista di film da non perdere per ingannare il tempo in quarantena. Il Covid-19 scuote società e coscienze.

L’Africa vede la mobilitazione di un gruppo di suoi intellettuali, su iniziativa dell’ivoriano Franck Hermann Ekra. Il movimento porta alla luce alcune consapevolezze che oggi si fanno sempre più solide: voci come quella dello scrittore nigeriano Wole Soyinka e del filosofo senegalese Bachir Diagne si uniscono al coro di chi chiede all’Africa di risvegliarsi. Le disuguaglianze economiche del continente rispetto al resto del mondo e la sua straordinaria forza di resilienza sono al centro di questa riflessione. All’Africa di domani è richiesta forza, solidarietà, creatività.

In Canada, nella regione del Québec il ministero della Salute analizza strumenti controversi di geolocalizzazione per i cellulari: nel tentativo di evitare una seconda ondata di contagi e nell’ottica di mantenere la curva a un livello basso, il monitoraggio degli spostamenti pare essere l’opzione più allettante per il governo della Provincia. In particolare, si stanno analizzando un’applicazione basata sul Bluetooth e una localizzazione GPS. Come emerge dal quotidiano Le Journal de Montréal, il governo sta valutando la situazione, tenendo in considerazione i problemi etici e legali e considerando il pieno rispetto della privacy dell’individuo.

Emanuela Batir, Carolina Benucci, Lara Bruno, Flavia Lucarelli D’Ortenzi, Elisabetta Leonardi, Giulia Marinucci, Diana Sandulli, Ngwikem Manfo Solange, Sibilla Parlato, Eleonora Valente, Elen’Alba Vitiello

In Germania la cancelliera tedesca Angela Merkel nel suo podcast settimanale afferma: “Una cosa è chiara: dovremo essere pronti a dare contributi chiaramente più alti per il Bilancio europeo”, in modo da poter consentire all’Europa di difendersi dagli effetti della crisi poiché “la Germania può stare bene solo se l’Europa sta bene”. Un altro argomento da lei trattato è quello degli indumenti protettivi: non ritiene che sia un bene il fatto che provengano solo da paesi lontani, dunque per rendere l’Europa indipendente da paesi terzi si sta accelerando la produzione di beni protettivi in Germania e in Europa.

In settimana ci sarà un incontro tra la cancelliera e il CEO della compagnia aerea Lufthansa, fortemente colpita a livello economico a causa della pandemia, per discutere in merito al pacchetto salvataggio. Il governo pensa ad un pacchetto di aiuti fra i 9 e i 10 miliardi di euro, ancora incerto è in che modo si concretizzerà questo aiuto e se Lufthansa verrebbe eventualmente nazionalizzata temporaneamente.

Der Spiegel pubblica un lungo articolo in cui difende l’Italia sulla questione eurobond e invita la Germania a fare autocritica: l’Italia non è spendacciona, come la si descrive troppo spesso, l’indebitamento italiano non risale a tempi recenti, bensì agli anni ’80 e questo a causa degli alti tassi da pagare sul debito. L’autore dell’articolo, Fricke, ricorda che dal 2000 gli investimenti pubblici italiani sono calati del 40%, nell’istruzione si è investito un decimo, si registrano tagli alla sanità che hanno contribuito a causare un altissimo numero di decessi per Covid. La colpa di tutto ciò non è certamente dei tedeschi tuttavia sarebbe ora di smetterla di accusare costantemente l’Italia e anzi sostenere gli eurobond. Questo è di fondamentale importanza altrimenti “in un paio di anni l’Unione Europea non sarà più tale. Francia e Italia avranno al potere persone come Donald Trump e Boris Johnson, che non hanno nessuna voglia di stare al gioco: quel gioco sul quale la Germania da decenni costruisce il proprio benessere”.

Negli ultimi giorni nel paese si sono registrate proteste: nonostante le misure imposte dallo stato siano molto meno restrittive di quelle italiane, diverse persone hanno manifestato contro il lockdown. I manifestanti chiedevano a gran voce di riavere indietro la loro vita e la loro libertà, alcuni hanno protestato mantenendo la distanza di sicurezza, altri si sono assembrati portando la polizia ad intervenire e ad arrestare più di 100 persone. A Berlino e a Monaco i proprietari di hotel, pub e ristoranti hanno manifestato in maniera molto singolare: hanno esposto sedie, letti, tavole apparecchiate tutti vuoti per simboleggiare l’assenza di clientela. Chiedono tempi certi per la riapertura e aiuto dal punto di vista finanziario. Il governo ha approvato un nuovo pacchetto di aiuti da 10 miliardi di euro per pagare i sussidi di disoccupazione e ha deciso di tagliare l’IVA dal 19% al 7% per un anno per bar e ristoranti.

Rosa Palumbo

Quest’anno, in Arabia Saudita, il Ramadan ha tutto un altro aspetto con la chiusura delle più importanti città sante dell’Islam, La Mecca e Medina. Il Paese, però, non si perde d’animo e punta tutto sulla cultura.

Il Ministero della Cultura Saudita ha invitato tutti i segmenti della società a partecipare all’iniziativa “Cultura in isolamento” che si propone di stimolare l’interesse di curiosi, dilettanti e specialisti in diversi tipi di arti visive e figurative. Di seguito alcuni esempi.

Letteratura in isolamento: hanno aderito a questo progetto più di 95.000 cittadini che hanno condiviso su Twitter – tramite l’hashtag “#letteratura_inisolamento” – poesie, storie, romanzi e pagine di diari.

Maratona di lettura: l’obiettivo di questa iniziativa consisteva nel far leggere ai cittadini circa 100.000 pagine ogni settimana, con lo scopo di far avvicinare la popolazione, ma soprattutto i più giovani, alla lettura.

Chat artistica: attraverso il suo account Instagram, il Ministero ha trasmesso le performance di diversi cantanti sauditi e non.

Film e Teatro: il Teatro Nazionale saudita ha indetto un concorso per autori teatrali, assegnando dei premi finanziari allo scopo di investire nella scoperta di nuovi talenti. Il Ministero della Cultura ha inoltre cercato di promuovere l’industria cinematografica del paese trasmettendo ogni giorno un diverso film saudita.

Cucina: l’Autorità delle Arti Culinarie ha lanciato un concorso intitolato “L’eredità della nostra cucina”, al fine di arricchire la tradizione culinaria saudita creando un database di ricette locali e autentiche. Le migliori saranno poi pubblicate in un libro.

Ecco, invece, come il Bahrein previene e riduce la diffusione del Covid-19. 

L’ingegnere Kamal bin Ahmed Mohammad, Ministro dei Trasporti e delle Comunicazioni, ha dichiarato che il Ministero, in collaborazione con il Ministero della Salute e con la società di trasporto pubblico del Bahrein, ha adibito un gran numero di autobus del trasporto pubblico a unità mobili mediche. Queste ultime sono state dotate di tutta la strumentazione medica necessaria atta a sostenere le operazioni di controllo eseguite in modo casuale in diverse aree del Bahrein.

Si tratta di un’iniziativa che rientra negli attuali sforzi nazionali portati avanti dal Bahrein e guidati da Sua Altezza Reale, il principe Salman bin Hamad Al-Khalifa.

Le operazioni delle unità mobili sono già iniziate lo scorso 23 aprile intorno alle 12.30 nella zona del distretto di Seef; questo è stato possibile grazie a un personale medico altamente specializzato, composto, da un lato, da un team di dottori e infermieri del Ministero della Salute, e dall’altro, da un personale addetto esclusivamente alla raccolta di informazioni sull’operato di tale équipe.

La raccolta delle informazioni è stata condotta durante l’effettuazione random di test medici su un campione di soggetti per le strade di Manama.

Le unità mobili proseguiranno le operazioni giornaliere nella capitale alle ore 15 e, in particolare, in Via delle Esposizioni alle ore 18.

Anna Parmegiani, Chiara Riccardi, Dinella Vella

In Russia il 27 aprile il capo del Rospotrebnadzor ovvero il Servizio Federale per la tutela dei diritti e del benessere dei consumatori, Anna Popova, ha annunciato una graduale rimozione del regime di autoisolamento a partire dal 12 maggio. A suo parere sarebbe prematuro rimuovere le restrizioni in questo momento, argomentando così le sue dichiarazioni: “Comunichiamo e collaboriamo costantemente con gli scienziati e siamo giunti alle medesime conclusioni”. I dati mostrano l’effettivo miglioramento della situazione: all’inizio della pandemia, il tasso di crescita dei contagi aumentava di quasi il 30% al giorno; ora è sceso sotto i dieci.

Secondo gli ultimi rilevamenti in Russia sono stati registrati oltre 87 mila infetti da COVID-19 di cui la maggior parte a Mosca, 794 dei quali sono deceduti e oltre 7 mila guariti.

Riguarda proprio Mosca, attuale centro della pandemia, una tra le buone notizie che circola nelle ultime ore sulle testate giornalistiche del paese. La capitale infatti, sembrerebbe aver superato il picco dei contagi già il 24 aprile. Questa valutazione è stata espressa da Larisa Popovich direttrice dell’Istituto di Economia Sanitaria e della Scuola superiore di Economia. La tesi della Popovich si basa sulle dinamiche di morbilità: la situazione nella capitale dovrebbe essere monitorata non semplicemente attraverso il numero di casi, ma attraverso un metodo matematico di analisi e interpretazione dei dati più complesso, particolarmente utilizzato in statistica, chiamato curve fitting. Secondo i dati elaborati in tal maniera, il picco dei contagi a Mosca risulta superato.

Per quanto concerne la diffusione del coronavirus in Russia essa terminerà a luglio, secondo quanto previsto dagli scienziati dell’Università di Singapore. Essi ritengono che entro il 20 luglio la situazione si normalizzerà del 100%. Gli scienziati hanno notato, appunto, che l’inversione di tendenza è già avvenuta il 24 aprile. Essi si basano sullo stesso metodo matematico sopracitato, che descrive le dinamiche dei soggetti sensibili alla malattia, malati e guariti. Ovviamente qualsiasi previsione deve essere trattata con cautela.

Continua infine il monitoraggio dei soggetti più a rischio; tra questi maggiore attenzione viene rivolta alle donne incinte: “In Russia sono registrate circa 394 donne in gravidanza che hanno contratto il coronavirus. Fortunatamente, la loro gravidanza è stata relativamente facile e senza gravi complicazioni” dalle dichiarazioni di Leila Adamyan, capo specialista in ostetricia e ginecologia presso il Ministero della Salute russo. Inoltre, sono state rimandate tutte le procedure di fecondazione in vitro: “Se la stimolazione è già stata effettuata e tutto è pronto per la puntura del follicolo, è consigliabile completare questo ciclo, prendere l’uovo e fecondarlo. Gli embrioni fecondati devono essere crioconservati e il trasferimento posticipato ad un periodo più favorevole con possibile diagnosi genetica preimpianto”, ha chiarito Adamyan.

Clarissa Giacomini

Zhang Ming, Capo della Missione della Repubblica Popolare Cinese presso l’Unione Europea, ha partecipato all’incontro“Friends of Europe”(think tank no profit con sede a Bruxelles per l’analisi e il dibattito delle politiche dell’Unione Europea), tenutosi via teleconferenza, in cui si è discusso di due tematiche principali: il supporto della Cina in vista della situazione sanitaria nel Vecchio Continente e il potenziale impatto pandemico sull’economia globale.

L’ambasciatore Zhang Ming ha dichiarato: “Sono vicino al popolo europeo in questo momento di grande difficoltà. Come ci ha dimostrato la Cina, adottare e – soprattutto – rispettare delle rigorose misure restrittive è indispensabile in circostanze così delicate. Sicuramente la routine di tutti noi ha subito grandi cambiamenti, ma per fortuna la scienza è dalla nostra parte”.

La Cina è stata sempre intenzionata a dare un contributo significativo all’Europa per debellare il virus, afferma l’ambasciatore Zhang Ming, il quale ha aggiunto: “Secondo le ultime stime del Fondo Monetario Internazionale, quella che ci aspetta sarà la crisi economica più grave degli ultimi 90 anni. Detto ciò, bisognerà tenere ben saldi i rapporti con l’estero all’insegna di una solida cooperazione internazionale. La Cina e l’UE sono due potenze chiave per l’economia mondiale e hanno la responsabilità assoluta di coordinarsi al meglio per la ripresa economica globale”.

L’ambasciatore Zhang Ming approfitta anche per appellarsi criticamente a tutte le “fake news” e a quelle linee di pensiero secondo cui gli aiuti provenienti dalla Cina abbiano dei fini esclusivamente politici. Zhang conclude affermando: “Le fake news [sugli aiuti dalla Cina] costituiscono un pericolo per tutto il mondo. Ora come ora, abbiamo due virus da debellare, il Covid-19 e la disinformazione. Quando la lotta anti-Covid era appena iniziata in Cina, abbiamo ricevuto gli aiuti più sinceri e disinteressati dall’Europa, senza che il nostro popolo e i nostri media abbiano minimamente dubitato della nobiltà di questi gesti. Il sostegno tra Europa e Cina è reciproco e ha l’obiettivo di unire i due continenti. Non si tratta assolutamente di un mero strumento politico”.

Intanto a Taiwan, un simpatico pediatra famoso tra i social media taiwanesi, Chen Mu-jung, ha ipotizzato quattro possibili scenari in cui l’uomo tornerà alla normalità, non solo a Taiwan, ma in tutto il mondo. Il primo scenario è quello secondo cui il virus “morirà” da solo, così come avvenne grossomodo con la SARS nel 2004. Chen ha però ammesso che tale ipotesi è stata considerata dagli esperti come “troppo ottimistica” e poco plausibile. Il secondo e il terzo scenario dipendono invece rispettivamente dalla creazione di un “trattamento antivirale specifico” o di un vaccino (per il cui sviluppo bisognerebbe aspettare almeno più di un anno). Quarto e ultimo scenario, Chen non esclude l’ipotesi dell’immunità di gregge a livello mondiale (indubbiamente il meno auspicabile e plausibile).

Mattia Del Vecchio

FONTI e SITOGRAFIA

Per la lingua PORTOGHESE

https://operamundi.uol.com.br/coronavirus/64361/em-quarentena-contra-covid-19-portugueses-celebram-aniversario-da-revolucao-dos-cravos-das-janelas

https://www.google.it/amp/s/funchalnoticias.net/2020/04/25/revolucao-dos-cravos-deu-uma-nova-vida-a-machico/%3famp_markup=1

http://portuguese.xinhuanet.com/2020-04/26/c_139008802.htm

Per la lingua INGLESE

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Stubley, P. (24/04/2020).“Coronavirus: First volunteers take part”. The Indipendent https://www.independent.co.uk/news/health/coronavirus-vaccine-human-trial-volunteer-patients-oxford-university-a9481196.html

Davis, N. & Carrol, R. (13/04/2020). “Experts divided over comparison of UK and Ireland’s coronavirus records” – https://www.theguardian.com/world/2020/apr/13/experts-divided-comparison-uk-ireland-coronavirus-record

Carter, H. (26/04/2020) “Big fall in daily coronavirus deaths at hospitals in England, Scotland and Wales – it’s the lowest 24-hour figure since March”. Manchestereveningnews.co.uk https://www.manchestereveningnews.co.uk/news/uk-news/coronavirus-deaths-hospitals-falls-today-18153076

Berthiaume, L. (2020). “ Mixed messages as Ontario, Quebec prepare to unveil plans to reopen“. The Star.

Fortin, J.L. (2020). “Surveillance pour tous à l’étude“. Le Journal de Montréal.

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New York Times. (2020). “Coronavirus Live Updates: Some States Ease Restrictions; Small Business Aid Program Anticipates Strain” https://www.nytimes.com/2020/04/27/us/coronavirus-updates.html

Huffpost. (2020). “Next Wave Of States Prepare To Reopen Despite Insufficient Coronavirus Testing” https://www.huffpost.com/entry/coronavirus-next-wave-of-states-prepare-to-reopen_n_5ea6db09c5b6dd3f9087f6c5

Per la lingua SPAGNOLA

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https://www.dhnet.be/buzz/divers/le-confinement-vous-empeche-de-feter-votre-anniversaire-jupiler-vous-offre-des-bieres-5e85d52e9978e22841423b67

https://www.dhnet.be/lifestyle/people/confinement-ceux-qui-font-le-cinema-belge-jaco-van-dormael-tania-gabarski-stephan-streker-vous-conseillent-les-films-a-voir-absolument-5e9e9a979978e21833a0badc

https://www.lematin.ch/suisse/nombre-stable-nouveaux-cas-suisse/story/21509367

https://www.tdg.ch/suisse/oui-retrouvailles-seniors-petitsenfants/story/15896910

https://www.24heures.ch/economie/entreprises/imprimantes-3d-ateliers-renens-tournent-jour-nuit/story/1833963

https://www.lematin.ch/suisse/reouverture-certains-commerces-lundi/story/23926290

https://www.tdg.ch/suisse/plan-berne-rouvrir-ecoles/story/11703921

https://www.letemps.ch/suisse/examens-maturite-fribourg-fera-cavalier-seul

https://www.lefigaro.fr/voyages/coronavirus-l-italie-se-prepare-a-son-premier-ete-sans-touristes-etrangers-20200423

Per la lingua TEDESCA

https://www.zeit.de/politik/deutschland/2020-04/pandemie-eu-haushalt-beitrag-ratspraesidentschaft-coronavirus-angela-merkel

https://www.repubblica.it/esteri/2020/04/23/news/angela_merkel_l_ue_non_e_niente_senza_la_solidarieta_-254766986/?ref=search

https://www.spiegel.de/wirtschaft/unternehmen/bundesregierung-plant-spitzengespraech-zu-rettungspaket-fuer-die-lufthansa-a-9865fd95-4946-4da3-9f2c-a2c270379f01

https://www.spiegel.de/wirtschaft/soziales/corona-krise-und-euro-bonds-deutschlands-fatales-zerrbild-von-italien-kolumne-a-09ded59c-4d98-4592-86dd-dae5f6d84615

https://www.agi.it/estero/news/2020-04-25/germania-giudizio-italia-spiegel-8430924/

https://tg24.sky.it/mondo/photogallery/2020/04/24/coronavirus-germania-proteste-ristoratori.html

https://www.adnkronos.com/fatti/esteri/2020/04/25/merkel-valutera-pacchetto-salvataggio-lufthansa_awp047YD9VqWTI0dafyNhI.html

Per la lingua ARABA

https://www.alwatan.com.sa/article/1043761/%D8%AD%D9%8A%D8%A7%D8%A9/%D8%A7%D9%84%D8%AB%D9%82%D8%A7%D9%81%D8%A9-%D8%AA%D8%AD%D9%88%D9%84-%D8%A7%D9%84%D8%B9%D8%B2%D9%84%D8%A9-%D9%84%D8%AA%D8%AD%D9%81%D9%8A%D8%B2-%D8%A7%D9%84%D9%85%D9%88%D8%A7%D9%87%D8%A8-%D9%88%D8%A7%D9%84%D8%A5%D9%86%D8%AA%D8%A7%D8%AC

https://www.alayam.com/online/local/854326/News.html?vFrom=TagListing

Per la lingua RUSSA

https://ria.ru/20200427/1570640481.html

https://www.pravda.ru/news/health/1492347-moskva/

https://ria.ru/20200427/1570632797.html

https://www.gazeta.ru/social/news/2020/04/27/n_14348887.shtml?utm_source=yxnews&utm_medium=desktop&utm_referrer=https%3A%2F%2Fyandex.ru%2Fnews

Per la lingua CINESE

http://world.people.com.cn/n1/2020/0426/c1002-31688111.html

https://www.taiwannews.com.tw/en/news/3922333

#QUELLOCHECIUNISCE: Giornata mondiale del disegno

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Il 27 aprile si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale del disegno, nota anche come giorno del disegnatore.

Per celebrare degnamente il valore di questa antichissima forma d’espressione ho scelto di farmi aiutare da qualcuno per cui il disegno rappresenta ben più di uno dei tanti passatempi (di quelli che riscopri solo quando sei costretto a casa da una pandemia, per intenderci).

Matilde studia all’accademia delle Belle Arti, ha una camera traboccante di bozzetti, disegni e materiali di ogni tipo ammassati ad ognuno dei quattro angoli, ma non le piace definirsi un’artista. Decide comunque di aiutarmi a trovare qualche spunto per quest’articolo.

Entro nel suo regno, come ho fatto mille volte, ma questa volta mi soffermo di più sui disegni appesi alle pareti: volti di donne, figurini con i vestiti di cui va più orgogliosa, Frida Kahlo.

Cerchiamo di ripercorrere la storia del disegno, dalle incisioni rupestri delle Grotte di Rouffignac ai taccuini di Leonardo Da Vinci. Da dove partire per tracciare l’inizio di questa storia?

L’uomo ha sentito il bisogno di esprimersi attraverso quella che ora categorizziamo come arte fin dall’inizio della sua storia. Nelle grotte di tutto il mondo si trovano incisioni rappresentanti la vita quotidiana, come figure simboliche e fantastiche, che risalgono fino a 60 mila anni fa. L’azione di incidere e rappresentare qualcosa rispondeva a un’esigenza legata a riti magico-simbolici, ma anche di svago. Si ipotizza che alcune rappresentazioni venissero fatte da pastori fermi a guardia di greggi che pascolavano nei dintorni.

Il disegno si è poi evoluto con la storia dell’uomo, declinandosi nelle varie forme d’arte.

Conveniamo che prima di tutto disegnare permette di esprimerci. Facciamo diventare reale un’idea, un’immagine che altrimenti esiste solo nella nostra testa. “Non c’è un giorno della mia vita in cui non ci sia stato un disegno” mi confessa Matilde. Si ricorda di quella volta che sua madre la scoprì disegnare sul mobile del bagno con uno dei suoi rossetti. Da quel giorno non ha mai smesso, e ora dentro le sue creazioni ci mette la parte più profonda di sé, e quando decide di fartele vedere si sta scoprendo, ti sta dicendo “questa sono io”.

È un mezzo potente, tanto quanto la scrittura, la musica, le parole. Dai nostri disegni di bambini, quelli con la striscia di cielo in alto e mamma e papà davanti alla casetta, fino a quelli che svogliatamente buttiamo giù in un angolo di quaderno mentre parliamo al telefono, passando per le opere di grandi artisti, lì dentro ci siamo noi. La nostra essenza più pura e incontaminata.

La Giornata mondiale del disegno è un’occasione in più per sottolineare e riconoscere il valore della comunicazione attraverso il disegno e il ruolo che essa riveste nel mondo.

E che il nostro disegno faccia riunire migliaia di ammiratori, o finisca dimenticato in uno scatolone in soffitta poco importa, ha permesso di esprimerci.

Chiara Palumbo

#MONDAYABROAD

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#MondayAbroad se chiudo gli occhi sono in… Marocco!

Viterbese con mamma marocchina, Diana è un mix esplosivo di culture apparentemente molto distanti tra di loro, ma che conservano i loro migliori pregi nel carattere della nostra speaker radiofonica (Diana collabora, difatti, con RadioUNINT e, insieme alla splendida Cris Petrillo, dà vita alla rubrica “Radio Mood”, in onda ogni mercoledì).

Parlare con Diana è come prendere una magnifica boccata d’aria fresca: non importa se trascorri con lei due minuti o due ore, alla fine avrai sempre il sorriso stampato in viso.

Quando le ho chiesto se volesse essere una delle mie prede e raccontare un viaggio importante per lei, speravo con tutto il cuore che mi parlasse delle sue origini: “se chiudo gli occhi sono a casa” potrebbe essere un bellissimo viaggio che può accomunare tante persone che, mai come in questo momento, desidererebbero riabbracciare i propri cari (siano essi familiari o amici) e, con loro, vivere nuove avventure nei posti che li hanno visti crescere.

“L’ultima volta che sono stata in Marocco risale a due estati fa.

Mi hai chiesto di raccontarti un viaggio che mi ha segnata e forse, scegliendo il Marocco, sto barando un po’. Il mio sangue è per metà marocchino, ma ti parlo di questo viaggio perché, in realtà, ogni esperienza in questo paese è completamente diversa da quella precedente.

Questa volta mi sono avventurata in macchina da Tangeri ad Agadir per un totale di più di 800km ed è stata letteralmente un’avventura.

Parlando di questa specifica occasione, posso dirti che su di me ha avuto un impatto emotivo molto forte rispetto alle volte precedenti. Mi sono addentrata nelle piccole realtà che circondano le città, visitando luoghi che avevo già visto con un nuovo punto di vista, cercando di riscoprire le origini di quel filo rosso che mi lega a quei posti dalla nascita. Per esempio, una delle cose che mi porto nel cuore è la genuinità e il calore delle persone che le spinge ad essere spontaneamente solidali nei confronti del prossimo.”

Essendo io per prima una curiosona di nuovi sapori (e non essendo ancora andata in Marocco, mea culpa), la domanda sul cibo è un sempreverde: il tuo piatto preferito.

“Sono cresciuta con piatti della tradizione marocchina che mi preparava mia nonna e doverne scegliere uno è veramente complicato, ma sicuramente non potrei mai rinunciare al cous cous.

Un altro piatto che amo particolarmente è l’harira e una delle più buone che ho mangiato è a Marrakech!”

(Per chi, come me, non conoscesse il piatto, l’harira è una zuppa tradizionale della cucina berbera, in particolare marocchina, a base di carne, pomodori e verdure, preparata generalmente durante il periodo del Ramadan e in occasione di celebrazioni).

Concludiamo questo racconto speciale con le dolci parole di Diana che, alla domanda “torneresti perché…?”, mi risponde così “…tornerei in Marocco per condividere un bicchiere di thé alla menta con la mia famiglia; per il sorriso delle mie nipotine che ogni anno mi aspettano; per il profumo delle spezie che collega le vie del souk, per l’oceano che si incontra con la sabbia del deserto e mille altre ragioni che, ogni volta che me ne vado, mi fanno pensare “mi sento come a casa”.

Credo che ognuno di noi abbia un posto nel mondo in cui sa di sentirsi a casa più di ogni altro luogo. Io, due anni fa, credo di aver riscoperto il mio.”

Ilaria Violi

#QUELLOCHECIUNISCE: Giornata Mondiale del Pinguino

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Oggi è il 25 aprile, e mentre in Italia si festeggia la Festa della Liberazione, in Antartide e nel mondo si festeggia il World Penguin Day. Ebbene sì, avete capito bene, è la Giornata mondiale del pinguino e devo ammettere ragazzi che non sapevo neanche esistesse! La data segna, secondo il “The Antarctic Report”, la fine della migrazione dei pinguini di Adelia (specie più diffusa in Antartide), che a partire da questa data intraprendono un lungo viaggio verso le aree di pesca e le colonie, dove vanno a deporre le loro uova. Ovviamente la data scelta è per sensibilizzare e proteggere le specie di questo particolare tipo di “uccello che non vola”. Esistono circa 18 specie, ma quella più conosciuta è quella chiamata Pinguino Imperatore. Praticamente, come dice il nome, se la comanda un po’, fa il gradasso, e rimane tutto l’anno in Antartide, perché lui può e gli altri no. Peccato però, che proprio per questa sua testardaggine, è a rischio estinzione. Secondo il WWF Roma ci sono 10 cose da sapere sul pinguino imperatore: vive in Antartide e questo ve l’avevo già detto; è la specie più grande, può arrivare a pesare circa 40 kg (poi ovviamente se mangia troppo, ingrassa pure lui); vive in colonie affollate, quindi non è asociale, gli piace socializzare; nidifica fra i ghiacci, ovvero si accoppia con la sua “imperatrice” dopo un lungo corteggiamento e tac… rapidissimo (fa troppo freddo del resto); è un super papà e vi dirò perché: quando l’imperatrice depone le uova, le affida al super papà e lui se ne prede cura mantenendole al caldo, in equilibrio sui piedi proteggendole con una piega della pelle, ricordando un po’ i giocolieri; resiste a temperature freddissime; è un vero subacqueo e quindi il pesce è il suo piatto preferito; rischia di perdere il suo habitat per colpa dello scioglimento dei ghiacciai provocato dal riscaldamento globale e quindi è nostro compito tutelarli. Secondo il WWF, attivo dal 1994, per poterli aiutare basterebbe difendere i loro habitat e cercare di ridurre il consumo di combustibili fossili e la riduzione della pesca eccessiva.

Fonti WWF e Antarctic Report

Nisrine Jouini

#QUELLOCHECIUNISCE: Giornata della Liberazione

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Ogni anno il 25 aprile ricorre l’Anniversario della Liberazione d’Italia, anche chiamato anniversario della Resistenza. Ma di cosa si tratta?

La Festa della Liberazione è un giorno fondamentale per la storia d’Italia e ha un importante valore sia a livello politico che militare. Questa giornata infatti è il simbolo della vittoriosa lotta di resistenza dell’esercito italiano e delle forze partigiane durante il secondo conflitto mondiale contro il governo fascista della Repubblica Sociale Italiana e l’occupazione nazista.

L’istituzione della festa nazionale su proposta del Presidente del Consiglio De Gasperi portò il Re Umberto II, allora principe del Regno d’Italia, il 22 aprile del ’46 ad emanare un decreto legislativo che dichiarava appunto il 25 aprile, festa nazionale. Da quella data, ogni anno, tutte le città organizzano manifestazioni pubbliche in memoria dell’evento.

Quando si pensa alla Resistenza, non si può non menzionare una delle canzoni più note addirittura a livello internazionale: Bella Ciao. Le sue sono parole che inneggiano alla bramosia di libertà, alla lotta contro le dittature e all’opposizione agli estremismi. Nonostante siano passati 75 anni, questi desideri sono, ancora oggi, più attuali che mai.

Quest’anno tutta l’Italia festeggerà il 75° Anniversario della Liberazione in maniera insolita: stando a casa. Di fatti sarà una celebrazione un po’ diversa, la prima nella storia italiana, sarà una Liberazione virtuale. Sono diverse infatti le iniziative in programmazione sui social media, in tv e soprattutto in radio che verranno trasmesse via streaming.

Quindi, fra maratone di musica e film che ci ricordano questo Anniversario…non ci resta che affacciarci alla finestra… e cantare!

Nisrine Jouini

#ATUTTOMONDO

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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT sul COVID-19

La percezione del tempo che scorre è soggettiva, si sa.

Per alcuni il tempo sembra si sia fermato, per altri sta volando via insieme a progetti ed opportunità.

In Italia la gravità della situazione sembra ridimensionarsi, i trend del contagio sono incoraggianti.

Per la prima volta, giovedì 23 aprile, si è registrato un maggior numero di nuovi guariti che di nuovi contagiati nell’arco di una giornata.

Tuttavia, le cifre rimangono elevate, soprattutto quelle legate al numero di decessi giornalieri, che continuano a non diminuire.

Nel frattempo l’intero Paese rimane con il fiato sospeso in attesa della dichiarazione del Presidente del Consiglio che detterà le linee guida per la tanto attesa “Fase 2” ormai molto vicina ma che sembra non arrivare mai.

Sara Nardi

“La vita non ha prezzo, ma l’economia ed il lavoro hanno bisogno di tornare alla normalità”. È questa la frase più emblematica del discorso del Presidente del Brasile Jair Bolsonaro che il giorno 16 aprile ha presentato Nelson Teich come nuovo Ministro della Salute. Il Ministro precedente, Luiz Herique Mandetta – che appoggiava pubblicamente le misure di isolamento e distanziamento sociale indette dall’amministrazione locale – si è dimesso a causa delle aspre divergenze soprattutto sul modo di affrontare la pandemia. Bolsonaro lo definisce un “divorzio consensuale”. Il nuovo Ministro della Salute Nelson Teich è un medico oncologo e un politico. Ha conseguito un master in Economia della Salute e un master in Amministrazione delle Imprese ed un corso di “Gestione per proprietari e presidenti di imprese” alla Business School di Harvard, negli Stati Uniti. In precedenza, Teich ha lamentato la polarizzazione della risposta alla pandemia che, a suo parere, obbliga i leader politici ad indovinare quello che succederà e a adottare posizioni radicali, pregiudicando la capacità di affrontare la situazione. Modelli e misure estreme generano più problemi che soluzioni: vi è la necessità di un approccio diverso, che parta dall’economia ed eviti morte e sofferenza. Successivamente il Ministro si è dichiarato a favore delle ampie misure di isolamento sociale che Bolsonaro critica. Nel suo discorso del 16 aprile ha inoltre affermato che “non ci sarà una definizione brusca, eccessivamente rigida, per quanto riguarda l’isolamento sociale”. Il Brasile (che fino ad ora conta 25.262 casi di malattia, con un tasso di mortalità del 6,1%) il 15 aprile ha registrato il record giornaliero di morti per il Covid-19: 204, secondo quanto riferito dal Ministero della Salute. Il Ministro ha affermato che, in questo momento di eccezionale confusione sociale, è fondamentale far luce sui fatti per garantire la maggior chiarezza sulla vicenda e per capire quale sia la miglior forma di isolamento e distanziamento. Il Governo si impegnerà quindi nel dare il maggior numero di informazioni nel minor tempo possibile, nel diffondere notizie concrete. Inoltre, il Ministro ha sottolineato il completo allineamento con il Presidente e con tutto il gruppo del Ministero. Ha ribadito che salute ed economia sono profondamente complementari e pertanto non possono essere messe a confronto. È come paragonare bene e male, persone verso denaro. È impossibile. Ha fatto sapere che il conseguimento dei vaccini e delle cure avverrà in modo assolutamente tecnico e scientifico, menzionando l’uso della clorochina, farmaco utilizzato per la prevenzione ed il trattamento della malaria. L’uso di tale principio attivo, pur non essendo stato approvato dalle autorità scientifiche, è incentivato dal Presidente brasiliano ed è stato uno dei principali punti di attrito con Mandetta.

Chiara Ruscio

In Australia, grazie all’arrivo di dispositivi medici e di protezione personale tra cui 100000 mascherine, il National Cabinet ha deciso che possono riprendere gli interventi chirurgici elettivi, fino ad ora sospesi per liberare posti negli ospedali, ma solo dopo il weekend dell’Anzac Day, festa commemorativa di tutti i soldati caduti in guerra, celebrata in Australia e Nuova Zelanda ogni 25 aprile. Quest’anno sarà possibile prendervi parte solamente attraverso la diretta TV e online. Il numero di casi rimane stabile e pertanto si rivela vincente la strategia adottata per contrastare il virus.

Nel Regno Unito il segretario alla salute Matt Hancock afferma che il Covid-19 ha raggiunto il picco di contagi. Tuttavia, bisogna aspettare che la curva cominci a scendere prima di allentare il lockdown e ha inoltre escluso l’ipotesi di distribuire mascherine gratuitamente alla popolazione, come hanno già fatto altri paesi. A questo proposito, il dipartimento della salute ha varato un piano con lo scopo di aumentare la produzione di PPE (Personal Portection Equipment, ossia dispositivi di protezione personale), aumentarne l’importazione, ma soprattutto assicurare l’accesso prioritario a coloro che sono a più alto rischio di contagio, ossia medici e infermieri. Secondo il The Guardian, la risposta all’emergenza è arrivata troppo tardi ed è stato un fallimento generale, forse per via della Brexit, poiché il governo e il popolo erano distratti e nessuno immaginava che l’epidemia si sarebbe diffusa così velocemente.

In Canada, due charter federali canadesi ritornano dalla Cina a mani vuote. Il traffico aereo e le severe norme di controllo attuali non avrebbero permesso di fare tutto nei tempi stabiliti; si spiega anche che nelle settimane passate, il Canada ha ricevuto dei rifornimenti di mascherine e dispositivi medici dalla Cina. Secondo il The Globe and Mail, sembra lecito chiedersi se Pechino non stia usando la situazione a suo vantaggio nelle frizioni esistenti fra Cina e Canada riguardo ad Hong Kong. Recentemente il governo canadese si è espresso a favore della protesta pacifica e dell’accordo del ’97 “one country and two systems” (una nazione e due sistemi), che garantisce una certa autonomia all’ex-colonia britannica, pur facendo parte della Repubblica Popolare di Cina.

In una recente conferenza stampa, il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha fatto il punto della situazione statunitense, aprendo poi una parentesi sull’Italia: secondo lui il paese è stato duramente colpito dal Covid-19 perché i flussi di persone che sarebbero dovuti arrivare negli Stati Uniti si sono invece diretti in Italia, per i rapporti economici e commerciali consolidati tra Cina e Italia e perché le frontiere statunitensi sono state chiuse a gennaio. Il sito factcheck.org, che si occupa di lotta contro la disinformazione, ha riportato che in realtà, l’afflusso di cinesi in Italia risale a prima delle misure restrittive americane, spiegando che l’Italia aveva imposto il blocco del traffico aereo da e verso la Cina già prima che le misure restrittive americane venissero implementate.

Lucia Capriglione, Claudia Cesetti, Diana Fagiolo,  Laura Forcella, Stefano Mazzagatti, Emanuele Spina

La Spagna rappresenta il secondo paese al mondo con il maggior numero di casi individuati, dietro soltanto agli Stati Uniti d’America. Il primo caso registrato risale al 31 gennaio, ma la crescita esponenziale dei casi è iniziata nel mese di marzo. Attualmente, i numeri del contagio sono i seguenti: 213.024 positivi al virus, 22.157 i deceduti, 89.250 i guariti. Senza ombra di dubbio, la notizia positiva è che i casi confermati giornalmente sono in netto calo. Dalla scorsa settimana, i servizi non essenziali che avevano subito una battuta d’arresto sono tornati operativi e dal 27 aprile sono previste uscite limitate per i minori di 12 anni. Tutte le comunità autonome registrano casi di persone contagiate. Madrid continua ad essere il fulcro dell’epidemia con oltre 59.000 positivi e 7.500 morti.

In Catalogna, i casi confermati sono oltre 43.000. In occasione della festa di Sant Jordi, otto scrittori e scrittrici hanno donato alcune copie delle loro opere presso l’Hospital Clínic, inviando inoltre dei video per infondere “fuerza y ánimo” a pazienti e personale sanitario, a cui sono state inoltre distribuite 5.000 rose. Il 30 aprile si riunirà la Commissione Generale delle comunità autonome alla presenza di senatori, del Governo e dei rappresentanti delle regioni. Considerata l’emergenza sanitaria, e per evitare che gli interpreti debbano spostarsi, lo scorso giovedì il presidente della commissione, il socialista Manuel Cruz, aveva proposto ai portavoce di utilizzare per l’occasione unicamente e in via del tutto eccezionale il castigliano. Fa discutere in queste ore la presa di posizione dei nazionalisti e degli indipendentisti che in piena pandemia rifiutano di comunicare per l’occasione in castigliano, pretendendo la presenza fisica degli interpreti a Madrid. I cittadini sottolineano di aver chiesto alle altre forze «buon senso»; «Non si può mettere il nazionalismo davanti alla salute», rimproverano.

In America Latina, osserviamo che in Messico la situazione è vicina alla fase più critica: il numero dei contagi ha raggiunto quota 10.544 con 970 decessi. Inoltre, nella giornata di mercoledì, il Governo ha annunciato un taglio alle spese pubbliche e una riduzione dei salari più alti per far fronte alla crisi. Lo stesso giorno è stato inaugurato il primo ospedale di campagna a Città del Messico con l’obiettivo di dare ossigeno al sistema sanitario locale: dai primi di giugno saranno disponibili 854 posti letto. La struttura è stata finanziata da imprenditori messicani.

In Ecuador sono 10.398 le persone con diagnosi positiva e sono state registrate 520 vittime, la cui cifra sale a 1.400 qualora si aggiungessero quei pazienti probabilmente deceduti per COVID-19.

In Cile, infine, i casi confermati sono 10.832 mentre sono 147 le persone decedute.

Alessia De Meo, Martina Valeriano

In Francia, Le Parisien riporta le affermazioni del virologo Luc Montagnier secondo il quale il virus COVID-19 sarebbe stato creato in laboratorio nel tentativo di trovare un vaccino contro l’AIDS e conterrebbe sequenze del virus dell’HIV. La teoria è stata totalmente smentita da diversi ricercatori e dalla comunità scientifica, poiché priva di fondamento empirico. Intanto, dall’ospedale parigino La Pitié-Salpêtrière giunge un’incredibile notizia: la nicotina proteggerebbe dal virus pandemico. L’ipotesi proviene dalla bassa percentuale di fumatori su un campione di 350 ricoverati, ma ciò sarà oggetto di studi clinici più approfonditi, pertanto i ricercatori avvertono: il fumo non è una soluzione al virus.

In Belgio, dove l’emergenza sanitaria si combina al timore di una recessione economica senza precedenti, il settore edile ha conosciuto un rilancio paradossale. Infatti, di fronte alla preoccupazione dei belgi di non poter trascorrere le vacanze estive all’estero, si è registrato un notevole aumento delle domande per la costruzione di piscine private: nuova tendenza dell’estate 2020. Tuttavia, si è rivelato difficile gestire in maniera adeguata quest’incremento a causa della mancanza di attrezzature di lavoro importate da Spagna, Francia e Italia, i cui circuiti logistici sono stati duramente colpiti.

In Svizzera, la Banca nazionale ha perso 38,2 miliardi (5 a settimana): un risultato più negativo del previsto. Inoltre, il governo non intende accelerare le riaperture: è prevista per gli asili nido un ritorno all’attività, ma i sindacati richiedono regole igieniche severe, ad esempio la disinfezione dei giocattoli e il lavarsi spesso le mani. Emergono truffe ai danni dei cittadini: finte farmacie vendono mascherine e hacker mandano e-mail di phishing. A Friburgo è nato un centro telematico di medicina per offrire consultazioni senza affollare gli ospedali. Anche per i processi civili si ricorre alle videoconferenze: ora si divorzia online.

Al contempo, il mondo intero ha gli occhi rivolti verso l’Africa, in particolare verso la grande isola del Madagascar dopo l’annuncio del presidente Andry Rajoelina sulla scoperta del “Covid-Organics”, un possibile rimedio naturale, che si è dimostrato efficace contro il nuovo coronavirus. Con molto entusiasmo il presidente ha dichiarato: “Cureremo il coronavirus con un rimedio a base di piante coltivate in Madagascar. Potrebbe cambiare la storia del nostro paese, del mondo intero”. Ma alcuni scienziati di IMRA (Institut malgache de recherches appliquées) restano cauti, anzi, hanno detto apertamente che in ricerca non si può correre ma bisogna portare prove tangibili sull’efficacia della terapia contro il COVID-19.

Oltreoceano, in Canada, la distanza corretta da mantenere è “un bastone da hockey sul ghiaccio”. È stato il ministro della sanità Patty Hadju a fornire un riferimento concreto ai cittadini, consigliando di mantenere una distanza di due metri, ovvero la lunghezza di un bastone da hockey. La nuova indicazione è stata inserita nei cartelli stradali dei parcheggi. Resta comunque una situazione momentanea, perché non si potrà andare in giro con bastoni da hockey per sempre. L’hockey è uno sport molto praticato in Canada, quindi non sarà stato difficile per la popolazione apprendere la nuova direttiva.

Emanuela Batir, Lara Bruno, Flavia Lucarelli D’Ortenzi, Arianna EmilianiGiulia Marinucci, Ngwikem Manfo Solange, Sibilla Parlato, Federica Politanò, Gioia Ribeca, Elen’Alba Vitiello.

Dalla Germania arriva la notizia della cancellazione dell’Oktoberfest 2020, annunciata in conferenza stampa congiunta dal presidente della Baviera Markus Söder e dal sindaco di Monaco di Baviera, Dieter Reiter. Söder ha spiegato che la decisione è stata presa per problemi relativi alla sicurezza: negli affollati padiglioni del festival sarebbe impossibile chiedere ai visitatori il rispetto delle norme di sicurezza.

La notizia è stata accolta con favore dall’opinione pubblica, ma ora si temono conseguenze per l’economia, anche se non è la prima volta che la popolare festa viene cancellata (l’ultima volta è successo nel 1945).

L’Oktoberfest è uno dei festival più famosi al mondo e assicura ogni anno un afflusso di oltre 2 milioni di turisti alla Baviera, un’entrata di circa 450 milioni di euro e circa 13 mila posti di lavoro.

Intanto i Länder hanno approvato l’obbligo per tutti i cittadini di indossare le mascherine all’aria aperta, sui mezzi pubblici e nei supermercati. L’obbligo entrerà in vigore a partire dalla prossima settimana, e nel Mecklenburg-Vorpommern sono già previste contravvenzioni pecuniarie per chi non si adeguerà.

Queste notizie sembrano in contrasto con le precedenti dichiarazioni di Angela Merkel riguardo a possibili riaperture.

La Cancelliera ha evidenziato in conferenza stampa come la curva dei contagi sia al momento stabile. Questo forse permetterebbe di riaprire scuole e attività commerciali in breve tempo, pur con la dovuta prudenza e sempre continuando a monitorare strettamente la situazione. Tuttavia, Merkel ha precisato che “stiamo camminando sul ghiaccio sottile” e qualora il fattore R dovesse aumentare, anche di poco, il sistema sanitario tedesco potrebbe arrivare al collasso già a luglio (il fattore R indica il numero di persone che una persona può contagiare; al momento in Germania si aggira intorno a 1).

Per questo motivo, al momento le previsioni di riapertura delle scuole e di ripresa del campionato (la Bundesliga) fatte nei giorni scorsi appaiono ancora troppo premature.

Il Robert Koch Institut (l’istituto che si occupa di monitorare i contagi in Germania) e la John Hopkins Universität hanno infatti reso noto che il numero dei contagi è in rapida risalita e avrebbe anzi toccato la quota più alta dal 19 aprile. Ancora una volta, le regioni più colpite sono la Baviera, il Baden-Württemberg e il Nordrhein-Westfalen.

Anche in Austria in questi giorni hanno prevalso le previsioni ottimistiche. Il cancelliere Sebastian Kurz sta prendendo in considerazione l’idea di una riapertura delle frontiere con i Paesi che stanno gestendo al meglio l’emergenza (come la Germania), ma senza menzionare una data specifica.

Kurz ha anche confermato che le restrizioni per i cittadini austriaci si esauriranno come previsto alla fine di aprile. Questo ottimismo appare giustificato: dopo solo un mese di lockdown la situazione in Austria è già sotto controllo e ogni giorno vengono registrate solo poche centinaia di nuovi casi, in costante diminuzione.

Francesca Della Giulia

Quest’anno il mese di Ramadan fa capolino nel mondo islamico in un clima non convenzionale dal momento in cui il nuovo Coronavirus ha sconvolto la vita quotidiana, sollevando molti dubbi legati soprattutto al rituale del digiuno. Secondo una dichiarazione del Grande Imam di al-Azhar «non vi sono prove scientifiche – finora – che vi sia una correlazione tra digiuno e contagio da Coronavirus […]. Pertanto, le disposizioni della Sharia islamica restano invariate in quanto è obbligatorio per tutti i musulmani, ad eccezione di coloro i quali hanno una valida giustificazione». La dichiarazione trova riscontro anche nell’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha ribadito l’importanza di bere 8 – 10 bicchieri d’acqua al giorno e che, durante il Ramadan, questa regola può essere applicata nel lasso di tempo che va dall’ ‘ifṭār, pasto serale che spezza il digiuno e che viene consumato tra la ṣalāt al- maghrib (preghiera del tramonto) e la ṣalāt al-Faǧr (preghiera del mattino). Il rappresentante del settore alimentare della Camera di Commercio giordana, Raed Hamadeh, ha invitato il governo a rilasciare l’autorizzazione per aprire tutte le pasticcerie del Regno in concomitanza con l’inizio del mese di Ramadan. Si tratta di una stagione importante per i proprietari delle pasticcerie per rilanciare le loro vendite e mantenere i loro dipendenti che ora vivono situazioni finanziarie precarie e sarebbero dunque ben felici di rientrare a lavoro nel pieno rispetto delle norme di prevenzione. La felicità sarebbe anche dei giordani che non rinuncerebbero in questo modo al tradizionale Qatayef (sorta di raviolo dolce ripieno di noci e panna) e altri dolciumi. Recentemente, la Fondazione islamica dei Waqf volta alla tutela dei beni religiosi islamici di Gerusalemme ha annunciato la proroga della chiusura della Moschea di Al-Aqsa durante il mese di Ramadan come previsto dalle misure di contenimento del Coronavirus. Prima di oggi, la moschea era stata chiusa per un’intera giornata nel 1969, in seguito a un incendio doloso, e negli ultimi anni per un paio di ore al massimo a causa di atti criminosi isolati. Altri paesi si apprestano a celebrare il Ramadan nel rispetto delle misure preventive nella lotta al Covid-19. In particolare, domenica il Ministro del Commercio iracheno al-Ani ha annunciato di aver presentato una proposta al Consiglio del Ministri per fornire ai cittadini, già inclusi nella rete di previdenza sociale, una razione aggiuntiva di cibo gratuita come quella già erogata. Al-Ani ha ribadito che la «proposta deve essere presentata durante una delle sedute del Consiglio dei ministri e il più rapidamente possibile per permettere al Consiglio di decidere in merito, tenendo conto di questa fetta di popolazione più fragile». Non ci resta che augurare a tutti i nostri lettori musulmani “Ramadan Mubarak”!

Valentina Baldo, Roberta Elia, Maria Antonietta Reale

A Mosca, dopo un’iniziale stabilizzazione del numero dei ricoveri durante la scorsa settimana, la situazione è peggiorata e la curva dei contagi ha cominciato nuovamente a salire con un conseguente aumento del numero dei ricoveri; questo è quanto si legge nel report pubblicato dalla Sede Operativa per il controllo e il monitoraggio del COVID-19. Infatti, mentre la scorsa settimana il numero dei ricoverati rimaneva stabile alle 1300 persone, in soli quattro giorni è costantemente salito, fino a toccare quota 1900.

“Si ricorda la necessità di un rigoroso rispetto del regime di auto-isolamento per gli anziani e per le persone che soffrono di malattie croniche” questo è il comunicato della sede operativa in risposta all’aumento dei contagi. I pazienti paucisintomatici invece, continuano ad essere trattati e monitorati da casa attraverso il controllo di specialisti e con l’aiuto di tecniche di telemedicina. Fino al primo maggio, tutti i residenti della capitale, indipendentemente dall’età, sono tenuti a non lasciare il luogo di residenza. Le misure adottate vengono introdotte al fine di ridurre il numero di spostamenti dei moscoviti e, di conseguenza, di contenere i contagi.

Ampliando lo sguardo e lasciando la capitale si analizza quale sia la situazione nella Federazione.

In Russia le misure restrittive adottate per contenere la pandemia hanno generato malcontento e dissenso nella maggior parte della popolazione. Perciò, per fare chiarezza sulla questione, la Corte Suprema ha pubblicato un documento contenente delucidazioni in merito alle sanzioni adottate in caso di violazione delle misure di contenimento del contagio da COVID-19. Da tale documento si evince che, secondo l’articolo 6.3 del Codice Penale, il tetto massimo di sanzione pecuniaria prevista ammonta a 15000 rubli. Tra le violazioni contemplate dal documento vi sono: l’allontanamento da casa per più di 100 metri, il rifiuto del trattamento sanitario, l’inadempienza alle regole stabilite dall’organo di sorveglianza sanitaria ed epidemiologica statale e la mancata quarantena dopo aver fatto ritorno da un paese estero. Nei comportamenti sanzionabili rientrano: il mancato rispetto del distanziamento sociale e uscire di casa senza giusta causa (lavoro, spesa, veterinario). Le multe variano a seconda della categoria: per i cittadini da 15 mila (184 euro) fino a 40 mila rubli (490 euro), per le forze dell’ordine e altri servizi da 50 mila (615 euro) a 150 mila rubli (1847 euro) e per le persone giuridiche da 200 (2463 euro) fino a 500 mila rubli (6158 euro).

Paola D’Onofrio, Angela Doria

La Cina e il G77 (organizzazione intergovernativa delle Nazioni Unite formata da 134 paesi del mondo) hanno espresso in una dichiarazione congiunta tutto il loro sostegno all’Organizzazione Mondiale della Sanità riconoscendone il ruolo guida nella lotta contro la pandemia. Come riportato nella nota, “il G77 e la Cina sono profondamente preoccupati per la rapida diffusione della pandemia, una delle più gravi crisi di salute pubblica nella storia moderna. […] La priorità è salvare vite umane”.

Hong Kong ha esteso le misure di distanziamento sociale per garantire che la situazione epidemiologica rimanga sotto controllo. Martedì mattina infatti, il capo esecutivo di Hong Kong, Carrie Lam, ha sottolineato durante una conferenza stampa che le misure di prevenzione devono continuare ad essere rispettate, e che in caso contrario tutti gli sforzi compiuti finora potrebbero andare sprecati. Le misure di contenimento del contagio messe in atto dal governo includono la limitazione di assembramenti e la chiusura di diversi locali di intrattenimento.

Shanghai ha adottato diverse misure volte a consolidare la fiducia dei consumatori e a rilanciare la loro domanda, considerata la prossimità di alcune feste nazionali quali la Festa dei Lavoratori, la Giornata dei Bambini e il Festival delle Barche Drago.

Numerosi esperti cinesi hanno ribadito che, data l’attuale espansione del virus su scala globale, sarà difficile risolvere la situazione in tempi brevi. In una conferenza stampa tenutasi ieri ed organizzata dall’Ente Comune di Prevenzione e Controllo del Consiglio di Stato, Shi Yi, noto ricercatore dell’Istituto di Microbiologia dell’Accademia Cinese delle Scienze, ha dichiarato che nonostante la Cina abbia messo in campo tutto l’impegno possibile per contrastare efficacemente l’epidemia, essa continuerà a costituire una minaccia globale fino a quando non sarà definitivamente debellata.

Geng Shuang, portavoce del Ministero degli Affari Esteri, ha annunciato il 23 aprile che la Cina stanzierà, a fronte dei precedenti 20 milioni, altri 30 milioni di dollari a favore dell’Oms.

Gabriele Bonanni, Nicolò Cornacchia

FONTI e SITOGRAFIA

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https://m.thepaper.cn/newsDetail_forward_7103133

#GUESSWHO? GIULIO CESARE

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Cambiò per sempre il corso della storia di Roma, sancendo la fine della Repubblica e l’inizio dell’Età Imperiale. Fu uno dei più importanti uomini politici, condottieri e autori della storia: stiamo parlando di Caio Giulio Cesare, nato a Roma nel 100 a.C. da una famiglia illustre, la Gens Julia.

Sapevate che…?

In gioventù, volle recarsi a Rodi per studiare filosofia e cultura greca, ma lungo il tragitto venne catturato dai pirati, che lo tennero in ostaggio sull’isola di Farmacussa. Svetonio narra che durante la prigionia, durata circa quaranta giorni, scrisse poesie, sottoponendole al giudizio dei suoi carcerieri, con i quali interloquiva tranquillamente e giocava ai dadi, non mancando di ricordare loro che, appena sarebbe stato liberato, li avrebbe puniti e giustiziati. Cosa che poi fece effettivamente, una volta che i suoi uomini pagarono il riscatto richiesto.

Un altro aneddoto che lo vede protagonista riguarda il periodo della sua permanenza in Spagna: un giorno, nell’ammirare una statua di Alessandro Magno, Cesare scoppiò in lacrime e, non riuscendo a darsi pace, esclamò: “Non vi sembra che ci sia motivo di addolorarsi se alla mia età Alessandro regnava già su tante persone, mentre io non ho fatto ancora nulla di notevole?”.

Si racconta inoltre che la sua morte fu annunciata da una serie di eventi insoliti. Nei giorni precedenti, si videro fuochi celesti e si udirono insoliti rumori notturni; lo stesso Cesare, mentre sezionava un uccello per fare un sacrificio, non riuscì a trovargli il cuore (presagio di cattivo auspicio); i cavalli che aveva liberato sul Rubicone si misero a piangere; alla vigilia del suo omicidio, sua moglie Calpurnia sognò la casa crollarle addosso per poi ritrovarsi a stringere fra le braccia il marito morente.

#ATUTTOMONDO

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La rassegna stampa internazionale dell’UNINT sul COVID-19

Il tempo passa e la morsa del virus sembra più lieve, perlomeno nel nostro Paese.

Si inizia a considerare un lento e graduale ritorno alla normalità, anche se pare inappropriato definirla così.

Secondo il vocabolario Treccani infatti, “normalità” è il carattere, la condizione, di ciò che si ritiene normale, cioè regolare, consueto, non eccezionale o patologico con riferimento sia al modo di vivere, sia allo stato di salute fisica o psichica di un individuo, sia ad avvenimenti del mondo fisico e situazioni (politiche, sociali, …) più generali.

Quello che ci attende (volendo rimanere fiduciosi) dopo il 4 maggio, non sarà dunque un ritorno alla normalità. Ma l’inizio di una nuova appunto “novità” che richiederà la ri-pianificazione e la ridefinizione delle priorità e delle necessità delle nostre vite.

Sara Nardi

Dall’inizio della pandemia, l’Angola ha registrato 24 casi positivi al Covid-19. Tra queste 24 persone 2 sono decedute, 6 sono guarite e solo 2 sono state dimesse dall’ospedale. Durante una conferenza pubblica, il Viceministro della salute Franco Mufinda ha confermato che i due pazienti dimessi sono in condizioni stabili. C’è da dire però che la situazione angolana ha avuto un andamento alquanto atipico, insolito rispetto a quello che è successo nel resto del mondo. Il numero di contagi (che è comunque basso) non è rimasto fisso, anzi, è aumentato durante il corso di una settimana ma solamente con l’incremento di 5 nuovi casi. Ciò è stato possibile solo grazie all’isolamento imposto dal Governo angolano che ha, senza alcun dubbio, determinato il contenimento della diffusione del contagio a partire dal 27 di marzo. Lo stato di isolamento doveva durare fino all’11 di aprile ma è stato preventivamente prolungato al 25 dello stesso mese. Ovviamente tutto ciò ha comportato delle conseguenze dal punto di vista economico ma il Paese non aveva scelta, si è ritrovato costretto ad adottare misure cautelative per contrastare il virus. La Banca di sviluppo statale – BAI – ha reso disponibili oltre 10 miliardi di kwanza per fornire agli ospedali le risorse necessarie. Si prevede infatti che nei prossimi 20 giorni arriveranno in Angola 300 macchinari BIPAP (Biphasic Positive Airway Pressure) per la ventilazione non invasiva e un rifornimento superiore ai 2 milioni di strumenti utili al personale sanitario per lavorare in sicurezza (si parla quindi di mascherine, cuffie e camici elastici monouso, guanti chirurgici sterili ma anche protezioni per le scarpe e occhiali protettivi).  Come se tutto ciò non fosse sufficiente è stato programmato anche l’arrivo di 200 mila kit sierologici per il virus, 200 mila test rapidi e, infine, oltre i 3 milioni di somministrazioni di Coartem: farmaco usato contro la malaria. In aggiunta il BAI ha promesso di rinnovare le infrastrutture ospedaliere per impedire la diffusione del virus.

Oltre alla situazione angolana è interessante presentare quella di São Tome e Principe in cui sono stati registrati fino ad oggi solamente 4 casi positivi al Covid-19. Le 4 persone sono seguite nelle loro case dai medici curanti e sono in condizioni stabili. Il Primo Ministro Jorge Bom Jesus dichiara che la priorità è salvaguardare la salute dei cittadini e per questo motivo è stata investita una somma di 14 milioni di euro a favore della produzione agricola locale. La finalità è quella di garantire la sovranità alimentare al Paese visti i blocchi aerei e navali. Il Ministro dell’Agricoltura Francisco Ramos spiega che è essenziale investire nella produzione locale sostenendo agricoltori e fornitori del posto. Il Governo per questo ha garantito che verrà istituito un fondo agricolo con interessi agevolati ad agricoltori e allevatori.

Francesco Cabras

In Australia, il Governo ritiene che le scuole siano sicure, ma sono i singoli stati a gestire gli istituti, per i quali fino ad ora si è preferita la chiusura. Si lavora per un graduale ritorno nelle aule, grazie anche al trend di casi ormai stabile da settimane. Questi infatti hanno da poco superato i 6600 e le vittime ammontano a 70. Lo scorso giovedì il Primo Ministro ha annunciato che erano state mosse critiche nei confronti dell’OMS e il governo avrebbe riconsiderato sostegno all’organizzazione, escludendo però un recesso come quello degli USA alla luce degli aiuti da parte dell’organizzazione in casi di emergenza nelle regioni del Pacifico. La ministra degli affari esteri, Marise Payne ha richiesto un’indagine nella gestione della pandemia in Cina e non crede che sia l’OMS a doverla mandare avanti, ma invita ad una cooperazione internazionale trasparente tra Paesi.

In Sud Africa, paese del Commonwealth, le statistiche attuali riportano 3.158 casi con 54 vittime e 903 guariti; il presidente Cyril Ramaphosa ha tenuto un discorso alla nazione il 15 marzo, annunciando il lockdown con un piano iniziale di 21 giorni, che poi è stato esteso di recente fino alla fine del mese di aprile. Il divieto principale è quello di uscire di casa, a meno che non strettamente necessario; per far sì che questo imperativo venisse rispettato, sono state dispiegate 24.389 forze armate, le quali, secondo quanto riportano i quotidiani locali, avrebbero violato i diritti umani per far rispettare le direttive del governo. Pertanto, il direttore dell’Osservatorio per i Diritti Umani ha lanciato un monito: “Il governo dovrebbe ricordare alle forze dell’ordine che un’emergenza nazionale non revoca il divieto di abusare del proprio potere. Tali abusi devono essere monitorati e puniti”.

Mentre, in Nuova Zelanda ad oggi si contano un totale di 1440 casi confermati e dodici morti. Attualmente, l’allerta è al massimo (livello 4) e il lockdown ha subito una proroga di 5 giorni per cercare di contenere la curva del contagio. Mentre il governo sviluppa una app per tracciare gli spostamenti, dal 27 aprile avrà inizio l’allentamento delle misure restrittive con il passaggio al livello di allerta 3, che prevede l’isolamento domiciliare preventivo pur consentendo spostamenti per motivi di salute, lavoro o adempimenti giuridici. Le scuole riapriranno per i bambini fino ai dieci anni, ma ai genitori è consigliato di farli rimanere in casa se possibile. Le imprese e le attività di ristorazione potranno ripartire garantendo le distanze imposte.

In Canada, il Parlamento inizia a discutere della ripresa. Il governo e l’opposizione non hanno trovato ad oggi un accordo sulle modalità di svolgimento. Il governo propone tre sessioni a settimana, di cui una in presenza fisica dei parlamentari e due sessioni telematiche. L’opposizione rifiuta lo svolgimento per via telematica. Pur esistendo un accordo sul limitare il numero dei parlamentari convocati nel rispetto delle norme sanitarie, la politica canadese sembra trovarsi davanti ad un’impasse.

Lucia Capriglione, Claudia Cesetti, Diana Fagiolo, Laura Forcella, Stefano Mazzagatti, Emanuele Spina

Il numero di casi in Spagna è salito a quota 195.944, pari a un incremento di 4.218 contagi rispetto a ieri ed è sempre nelle ultime 24 ore che si contano 410 decessi per un bilancio che porta il totale a 20.453, mentre le persone guarite finora sono 77.357.
Nella giornata di domenica, Pedro Sánchez ha invitato i Presidenti delle comunità autonome a rafforzare la rete di assistenza sanitaria di base, che avrà un ruolo cruciale nella riduzione delle misure di contenimento del Covid-19. Il Comitato Scientifico ha, infatti, segnalato a Sánchez la necessità di potenziare la diagnosi, il follow-up e il monitoraggio di tutti i casi, anche quelli minori, nei numerosi centri sanitari.

 Il Presidente ha anche illustrato i quattro obiettivi nella lotta contro il Covid-19: in primo luogo, garantire una diagnosi precoce e la capacità diagnostica per i casi rilevati durante l’assistenza sanitaria di base; in secondo luogo, garantire l’isolamento dei casi di contagio. In terzo luogo, garantire che i sistemi informativi consentano un attento monitoraggio di questi pazienti; infine, garantire la localizzazione e il follow-up dei contatti dei casi di contagio.

 Sánchez ha precisato che questo processo, volto alla decrescita della curva di contagio, è pensato in funzione delle competenze sanitarie o della disponibilità di attrezzature sanitarie adibite all’assistenza dei cittadini. “Avremo bisogno di tempo, di settimane, in questa lenta marcia verso la decelerazione”, invitando alla cautela dei cittadini. Il Presidente ha, inoltre, ammonito le comunità autonome che non forniscono al Ministero della Salute tutti i dati sull’epidemia dei loro territori e ha ribadito che non si può abbassare la guardia: “Una seconda ondata sarebbe molto difficile da affrontare per il personale sanitario”.

In Argentina, il Ministero della Salute ha riferito che nelle ultime 24 ore sono state registrate 102 nuove infezioni da Covid-19, portando a 2941 il totale dei contagi dall’inizio della pandemia.

La maggior parte dei casi sono concentrati nella provincia di Buenos Aires (873) e nella capitale (706). Il Governo, inoltre, ha confermato il primo caso positivo nella prigione di Florencio Varela: la possibilità di propagazione del Covid-19 nelle carceri ha mobilitato i detenuti, i quali minacciano uno sciopero della fame a livello nazionale, denunciano le condizioni di sovraffollamento in cui vivono e il ritardo dei giudici nel concedere il beneficio degli arresti domiciliari.

In Colombia la fame, gli sgomberi forzati e le richieste di aiuto si manifestano ormai nel quotidiano. Con il passare dei giorni, le finestre di centinaia di case nel sud del paese hanno cominciato a riempirsi di stoffe rosse: lenzuola, tovaglie e persino le magliette della nazionale colombiana si sono trasformate nel nuovo grido di aiuto lanciato da chi cerca di salvarsi dalla pandemia ma rischia di morire di fame. Da qui l’iniziativa di raccogliere cibo e lasciarlo sull’uscio delle abitazioni delle famiglie più bisognose. 

Alessia De Meo, Martina Valeriano

Secondo gli ultimi dati, il Belgio è il primo paese UE per morti in proporzione alla popolazione, ciò ha scatenato alcune critiche circa la gestione belga della crisi. Al contempo, la stampa italiana ha criticato la poca celerità decisionale del governo belga e le disastrose scelte prese per le case di riposo. Polemiche anche da parte degli stessi belgi, indignati sia dall’intenzione del Primo Ministro di far riprendere a breve le visite nelle strutture per anziani, sia dalla prospettiva di una violazione della privacy dovuta alla creazione di una app di tracciamento, simile ad altri modelli già adottati in altre zone colpite.

In Svizzera inizia una graduale riapertura: operativi i valichi di frontiera con la Francia, ma con orari limitati. Guy Parmelin, ministro dell’economia, prevede la riapertura dei ristoranti, tuttavia i ristoratori sostengono che senza aiuti economici da parte dello Stato, sarà difficile sostenere la ripresa. L’11 maggio riapriranno le scuole: i sindacati si oppongono, ma il consigliere Jean Romain ha evidenziato l’importanza di mantenere gli standard educativi. Intanto, il proprietario di un negozio a Carouge ha creato un’associazione per realizzare mascherine riutilizzabili e anche in Svizzera si comincia a parlare della creazione di una app per tracciare i pazienti positivi.

Invece a Montreal in Canada, è stato scoperto l’orrore nella casa di riposo “Herron”: la vicenda ha scioccato il paese, il personale ha abbandonato gli anziani nella struttura per paura del COVID-19. In totale sono morti 31 anziani a causa del virus e attualmente nella struttura sono rimaste soltanto due infermiere per 130 ospiti. Tuttavia, il Québec si appresta a ricevere aiuto da parte di volontari inviati dalle regioni meno colpite dalla pandemia; infatti “Solidarité” è stata la parola chiave pronunciata da tutti i sindaci intervistati dal quotidiano Le Journal, in risposta alla direttiva di trasferire il personale sanitario nelle zone più colpite.

 Quanto alla Francia il presidente Macron ha affermato: “A partire dall’11 maggio riapriremo progressivamente gli asili, le elementari, le medie e i licei”, ma restano da valutare l’organizzazione di tempi e spazi per garantire la sicurezza degli studenti; nelle università i corsi proseguiranno in forma online fino all’estate. Per intrattenere le persone in quarantena e rendere omaggio al personale medico, lo scorso weekend alcune star, del calibro di Lady Gaga e i Rolling Stones, si sono esibite direttamente da casa in un grande concerto online chiamato “One world”, a sostegno dell’OMS contro il COVID-19.

Riguardo all’Africa, il presidente senegalese Macky Sall ribadisce alla comunità internazionale la richiesta di annullamento del debito pubblico africano, questa proposta era stata lanciata dal presidente su Twitter lo scorso 25 marzo. Successivamente Papa Francesco, durante la sua omelia Pasquale, aveva invitato il mondo a considerare l’abbassamento o addirittura l’annullamento dei debiti pubblici dei paesi in via di sviluppo. L’Europa e le altre potenze mondiali si trovano a fronteggiare, insieme all’emergenza Covid-19, una crisi economica gravissima; l’Africa è di fronte allo stesso nemico ma con una situazione pregressa estremamente più grave.

Emanuela Batir, Carolina Benucci, Lara Bruno, Flavia Lucarelli D’Ortenzi, Arianna Emiliani, Elisabetta Leonardi, Giulia Marinucci, Diana Sandulli, Ngwikem Manfo Solange, Sibilla Parlato, Eleonora Valente

In Germania tra i temi più caldi di questi giorni ci sono le conseguenze economiche interne e l’istruzione.

Sabato scorso il ministro federale delle finanze e vicecancelliere Olaf Scholz ha rilasciato un’intervista al quotidiano “Die Welt”, dove ha dichiarato che il governo farà di tutto per garantire misure di sostegno finanziario a settori ai quali non è consentito riprendere le attività nel breve tempo. Di questi, tra gli altri, fanno parte il settore alberghiero e della ristorazione.

Inoltre, potrebbero esserci misure per stimolare i cittadini al consumo: il piano di Scholz mira a collegare la stimolazione della domanda con obiettivi di sostenibilità. “Certo, conserveremo gli elementi di modernizzazione del nostro paese, come la riduzione delle emissioni di CO2, l’espansione della mobilità elettrica o la digitalizzazione”, ha affermato.

Il ministro delle finanze si è inoltre detto favorevole ad aumenti fiscali per le fasce ad alto reddito.

Le misure di politica finanziaria e sociale già adottate saranno mantenute. Scholz non ha escluso l’ipotesi che il governo federale dovrà sostenere ulteriori debiti nell’anno corrente. I 156 miliardi di euro già approvati risulteranno sufficienti solo se “riusciamo a risalire la curva economica nella seconda metà dell’anno”. In linea di principio, è “troppo presto per abbassare la guardia” nonostante il calo del numero di infezioni. Pertanto, l’apertura deve continuare ad essere graduale e guidata con cautela.

Tiene banco il tema della riapertura delle scuole. I prossimi esami saranno disponibili in anticipo. Gli schemi di protezione – ad esempio per gli scuolabus e le aule – devono essere presentati dai ministri della cultura di tutte le regioni entro il 29 aprile. Le cure di emergenza negli asili nido devono essere estese ad ulteriori categorie professionali.

I governi federali e statali hanno concordato che le scuole potrebbero riaprire gradualmente dal 4 maggio. Tuttavia, ci sono regolamenti speciali per i singoli stati federali.

Nel sistema federale, infatti, gli stessi stati sono responsabili del settore dell’istruzione. Non tutti vogliono aprire le loro scuole contemporaneamente, anche perché le vacanze estive nelle varie regioni iniziano in periodi diversi. Pertanto, hanno concordato un regolamento flessibile.

Diamo una panoramica delle misure di alcuni degli Stati tedeschi più importanti.

In Baviera non è previsto il riavvio delle normali attività scolastiche fino all’11 maggio. “Adotteremo un approccio più cauto”, ha dichiarato il Primo Ministro Söder.

A Berlino è prevista l’apertura dall’11 maggio solo per le classi dell’ultimo anno.

Ad Amburgo dal 27 aprile i programmi nelle scuole saranno gradualmente ristrutturati.

In Turingia i maturandi torneranno a scuola già dal 27 aprile. Il 4 maggio, poi, seguiranno le altre fasce d’età.

La Sassonia vuole aprire le scuole agli studenti di tutte le classi dell’ultimo anno, inizialmente dal 20 aprile per il personale e dal 22 aprile per gli studenti.

Gabriele Simoni

Nel contesto nordafricano si registrano numeri piuttosto costanti a discapito di quanto invece non succede nel sud del Continente. Nel bollettino epidemiologico degli ultimi giorni, il bilancio dei contagiati è di 2685 in Marocco, 2534 in Algeria, 866 in Tunisia e 49 in Libia, mentre il numero di decessi sale a 137 in Marocco, 367 in Algeria, 37 in Tunisia e 1 in Libia. In relazione ai dati registrati nel nostro Paese, che gode di un sistema sanitario all’avanguardia, risulta anomalo pensare che nel Maghreb questi numeri siano effettivi vista l’arretratezza di queste zone sia in termini economici che in termini di strutture sanitarie.

Nell’ambito delle misure volte a garantire l’istruzione, seppur a distanza, il Marocco si è dimostrato piuttosto efficiente nel rispondere adeguatamente e prontamente alla necessità di promuovere la formazione accademica e professionale a tutti i livelli. Infatti, il Ministero dell’Istruzione Nazionale, della Formazione Professionale, dell’Istruzione Superiore e della Ricerca Scientifica ha dichiarato che i primi risultati dell’esperimento di didattica a distanza, introdotta il 16 marzo 2020, sembrerebbero essere positivi. Nello specifico, si tratta di un portale elettronico chiamato TelmidTICE che fornisce contenuti e materiali di studio selezionati in base ai diversi livelli di istruzione. E stando a quanto riporta la stampa marocchina, tra i vari punti del progetto è prevista anche una formazione specifica per i professori, ai quali è stata messa a disposizione la piattaforma e-Takwine.

Ma vista in un’ottica più ampia, l’introduzione della didattica a distanza, piuttosto prevedibile nei paesi più sviluppati, non era affatto scontata in Marocco. Infatti, questa misura è stata considerata come la concretizzazione di un processo richiesto da tempo, ma che a causa dell’assenza di strumenti necessari non è stato possibile attuare finché il Marocco non si è trovato obbligato a dispiegare ogni sforzo per salvare la stagione accademica.

Ciononostante, sono state sollevate molte critiche al metodo adottato dal Ministero per ciò che concerne l’assenza di pari opportunità dell’istruzione a distanza, specialmente da parte degli studenti che vivono nel mondo rurale. Ciò che infatti non bisogna dimenticare è che, non appena ci si allontana dalle grandi città, ci si imbatte in condizioni di povertà estrema che rendono difficoltosa non solo la didattica a distanza, ma anche e soprattutto la vita stessa. A questo proposito, l’Articolo 31 della Costituzione marocchina afferma che “lo Stato, le Istituzioni pubbliche e territoriali […] si impegnano ad impiegare tutti i mezzi disponibili per facilitare l’accesso paritario dei cittadini all’istruzione moderna di buona qualità, alla formazione professionale e all’educazione fisica e artistica”.

Valeria Di Bonaventura, Arianna Mercuriali, Giulia Roncella

“La Russia, senza dubbio, riuscirà a vincere questa battaglia contro il COVID-19. Stiamo attraversando una fase dura, ma questa vittoria ci sarà e sarà ancora più importante, se, in questo periodo non facile, renderemo il nostro sistema sanitario ancora più forte ed ancora più efficace”. Queste sono le parole del presidente russo Vladimir Putin pronunciate durante il discorso in merito alla costruzione e ristrutturazione di tutti gli enti sanitari presenti nel territorio russo. L’11 marzo, infatti, l’OMS ha dichiarato una nuova infezione di COVID-19 che finora in Russia ha creato più di 32 mila malati, 273 morti e 2590 guariti. Per questo motivo, il sindaco della capitale Sergej Cobjanin ha prolungato il regime di quarantena fino al 1 maggio, con una novità. Dal 22 aprile, infatti, tutti gli abitanti di Mosca e dintorni potranno tornare a viaggiare sui mezzi pubblici (treno, autobus e metro) utilizzando la carta “Troika” oppure “Strelka” per viaggi singoli mensili. Su questa carta dovrà essere mostrato un permesso elettronico. Se il numero della carta non verrà scansionato la carta non funzionerà ai tornelli della metro e sui monitor convalidanti degli autobus. Chi sceglierà, invece, l’automobile, dovrà indicare il proprio numero di targa sul permesso. In caso contrario, la macchina risulterà non autorizzata a circolare e il proprietario verrà multato. Al fine di applicare correttamente le nuove norme verranno installate delle videocamere per la regolamentazione del traffico e per il servizio di pattugliamento stradale. Per quanto riguarda militari e forze dell’ordine, quest’ultimi vengono esonerati dal dover seguire tali regole, ma dovranno registrare sul sito mos.ru il numero personale e il numero di targa della macchina di servizio.

Inoltre, visto il momento difficile, in Russia si sta espandendo sempre più la distribuzione gratuita di medicinali per i malati di COVID-19 e per i sospetti malati. Si pensa, infatti, che questa nuova pandemia sia una forma insolita di SARS e perciò bisogna cominciare a distribuire medicinali adeguati.

Si riporta infine una notizia alquanto singolare: i residenti della città Rostov-sul-Don usando lo “Yandex Mappe” ha organizzato una manifestazione online contro il regime di isolamento, che è operativo nell’oblast di Rostov dal 31 marzo col fine di contenere la diffusione del COVID-19.

Durante una manifestazione virtuale organizzata dai Rostoviti vicino all’edificio del governo regionale in Piazza Sovetov, i partecipanti si sono lamentati con le autorità della mancanza di fondi per pagare i prestiti, inclusi i mutui, i servizi pubblici e la mancanza di aiuti umanitari. Infatti, come conseguenza al regime di isolamento introdotto, molti cittadini sono rimasti senza lavoro o il loro reddito è diminuito in modo significativo.

Paola D’Onofrio, Clarissa Giacomini

Il 17 aprile si è tenuta, a Pechino, una riunione del Comitato Centrale del PCC per analizzare la situazione epidemica nel paese e all’estero e per mettere in atto ulteriori lavori di prevenzione e controllo. Durante l’incontro il presidente Xi ha sottolineato che le attuali misure di controllo dell’epidemia adottate dal paese vanno ulteriormente consolidate, in particolare nello Hubei, per prevenire un’epidemia di rimbalzo. Il presidente ha aggiunto che è necessario rinforzare il sostegno allo sviluppo economico e sociale, nonché aiutare la popolazione a risolvere varie difficoltà quali l’occupazione, il reddito e la scolarizzazione.

Si è parlato anche della situazione dei cinesi all’estero ai quali la Cina deve continuare a fornire assistenza tramite ambasciate e consolati. Il presidente Xi ha anche ribadito di voler approfondire gli scambi e la cooperazione con l’OMS e voler continuare a fornire assistenza ai Paesi colpiti dall’epidemia.

Solo pochi giorni prima, il 14 aprile, il Presidente degli Stati Uniti Trump ha annunciato la sospensione dei finanziamenti all’Organizzazione Mondiale della Sanità e rivalutato il suo ruolo a causa della “gestione grave e l’occultamento” di alcuni aspetti del fenomeno pandemico. Le affermazioni di Donald Trump sono state molto discusse dall’opinione pubblica. In suo sostegno è intervenuto il Segretario alla Difesa Statunitense Mark Esper, il quale ha affermato a sua volta che “È difficile credere alle informazioni del Partito Comunista Cinese”.

In risposta all’attacco verbale sferrato dagli Stati Uniti, il portavoce del Ministero degli Affari Esteri cinese, in data 17 aprile, ha dichiarato che “diffamare la Cina non può aiutare l’America a nascondere la realtà e la responsabilità di non riuscire a combattere il virus”. Secondo il portavoce, l’America dovrebbe smettere di strumentalizzare a fini politici l’emergenza COVID-19 e concentrarsi, piuttosto, sulle misure di contrasto per sconfiggere il virus e procedere con il rilancio dell’economia.

Nel frattempo, in Cina continua la lotta al virus. Mentre in data 18 aprile l’ultimo gruppo di operatori sanitari che ha contribuito alla lotta conto il COVID-19 nella provincia più colpita dello Hubei ha terminato i 14 giorni di quarantena, domenica 19 Aprile l’autorità sanitaria cinese riferisce una segnalazione di 16 nuovi casi da coronavirus, di cui 9 provenienti dall’estero. Per fortuna però nessun decesso è stato segnalato, quindi il totale dei casi confermati ha raggiunto quota 82735, mentre il numero dei decessi rimane fermo a 4632.

Francesca Runci, Elisa Caminiti, Claudia Cigno

FONTI e SITOGRAFIA

Per la lingua PORTOGHESE

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https://www.angop.ao/angola/pt_pt/noticias/saude/2020/3/16/Covid-Angola-regista-mais-cinco-casos-positivos,30cda843-8c17-405f-b6e5-e91839b10962.html

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#MONDAYABROAD

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#MondayAbroad: se chiudo gli occhi sono in… Islanda!

Capitan Pizzuti mi sempre insegnato molto, pur conoscendomi da poco: mi ha spiegato che la vera forza sta nella determinazione e nel sorriso, mi ha mi ha consigliato di guardare in faccia le paure e affrontarle senza aver timore e io, come una brava alunna, gli sono grata dei suoi preziosi consigli (non per fare favoritismi, ma è il mio preferito della nostra mitica squadra di calcio a cinque, non diteglielo shh!)

Sono, difatti, molto contenta che mi abbia dedicato un po’ del suo tempo per raccontarmi e permettermi di raccontarvi l’esperienza che l’ha condotto direttamente in capo al mondo: l’Islanda.

Le parole del Capitano sono talmente cariche di emozione che ho preferito riportarle tali e quali, dunque, vi lascio al suo racconto… grazie mille Capitano!

Il viaggio risale all’estate del 2013, subito dopo la maturità.

Sapete, sono sempre rimasto affascinato dai racconti e dalle foto di mio padre che, per lavoro, era stato in Islanda qualche periodo prima. Proprio perché aveva vissuto in un luogo così particolare, decise di tornare e portare la sua famiglia con sé.

Non appena si atterra nel piccolo aeroporto internazionale di Keflavík, una piccola infrastruttura a pochi chilometri dalla captale Reykjavík, ci si rende conto di essere arrivati in un posto radicalmente diverso dalla realtà nella quali si è abituati a vivere: sarà che l’isola ha una densità abitativa bassissima e che al di fuori della capitale non ci sono insediamenti di grandi dimensioni; sarà che camminando per strada non è difficile imbattersi in buche con dentro acqua che bolle emanando il classico di zolfo, ma, se provenienti da un’altra cultura, o ce ne si innamora, o è molto facile desiderare di tornare al più presto a casa.

Impossibile scegliere ciò che in assoluto più mi ha colpito, in quanto tre luoghi soprattutto mi hanno impattato: il primo si trova a 5 ore di macchina da Reykjavík, per arrivare si percorre una strada statale costeggiata da una parte da un ghiacciaio (per chiarirci, grande più o meno quanto l’Umbria) e numerose e imponenti cascate, mentre dall’altra si può osservare una distesa infinita di erba e sabbia nera che arriva fino all’Oceano, il tutto senza la minima traccia di essere umano o alberi (la selva non è presente perché abbattuta dai vichinghi per la costruzione delle navi, mi sono informato). Una volta arrivati, il ghiacciaio cade a picco nel mare e si staccano numerosi iceberg che prendono il largo col passare del tempo.

Un altro posto stupendo è senza dubbio il parco in cui si può ammirare il secondo geyser più grande del mondo, la cui esplosione è qualcosa di unico (dunque, come dicevano i latini, carpe diem!).

L’ultimo posto che merita una menzione particolare è la “Blue Lagoon”, un lago naturale di acqua calda, dal colore turchese acceso, dove è obbligatorio passare almeno qualche ora.

Tuttavia, come ho già detto, è riduttivo parlare di un luogo più bello quando si racconta dell’Islanda: ogni chilometro percorso è un’esperienza indimenticabile e raccontarlo è molto difficile, se non impossibile.

Se tornerò? Certamente sì, anche perché a causa del tempo a disposizione e della logistica del viaggio, non è stato possibile visitare il nord dell’isola, un luogo ancora più estremo (degno del Capitano 😉 ).

Ilaria Violi

#PEOPLEOFUNINT

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Il mio rapporto con le lingue nasce da quando sono piccola, come per tutti, dall’esigenza di comunicare con gli altri. Ho avuto la fortuna di viaggiare molto, di visitare tanti paesi e stare a contatto con molte culture e lingue diverse. Di esse, la prima lingua con cui sono entrata in contatto e che ho appreso, è stata l’italiano. Non ricordo il rapporto iniziale che avevo con essa, ma questo man mano ha iniziato a deteriorarsi sempre di più.

Da bambina ho visitato spesso la Spagna con i miei familiari; ero circondata da una lingua per me straniera, che non capivo assolutamente. Durante il corso degli anni ho imparato a conoscerla meglio e a comprenderla, ma non tanto attraverso lo studio, quanto grazie alla frequentazione della cultura spagnola. Da piccola ero una bambina molto socievole, in quanto riuscivo anche a fare amicizia e a comunicare con bambini non madrelingua italiani. Ho questo ricordo di me che giocavo con una bambina inglese quando avevo solo sette anni. Non avevo ancora la capacità di parlare e comprendere la lingua; ma nonostante ciò riuscivo a capire e a comunicare senza grossi problemi. Ricordo anche che i miei genitori ne rimasero sorpresi, poiché loro non riuscivano a fare lo stesso con i genitori della bambina.

Sono andata in Spagna, con i miei parenti, per circa sei anni e lì abbiamo conosciuto una famiglia che ogni anno tornavamo a trovare. La famiglia era composta da persone solari e simpatiche, riuscivamo a comunicare poiché loro parlavano un po’ di italiano e mio nonno con mia zia parlavano in spagnolo. Avevano una figlia di un anno più piccola di me; quando giocavo con lei e con i miei cugini italiani dovevo fare da intermediario, in quanto loro non riuscivano a capirla anche se avevamo passato lo stesso periodo di tempo in Spagna. Dopo alcuni sfortunati eventi, abbiamo smesso di andare in Spagna e siamo rimasti in Italia.

Tra le elementari e il liceo, ho iniziato a vedere video su internet di ragazzi americani e inglesi. Inizialmente non riuscivo a comprendere nulla; ma pian piano, durante gli anni e con l’aiuto dello studio della lingua, ho iniziato a capire l’inglese. Devo ammettere, però, che il mio scopo principale non era quello di imparare la lingua inglese, ma era quello di riuscire a capirla quanto bastava per svagarmi.

 Nell’ambiente familiare sono stata circondata da persone che parlavano diversi dialetti del Lazio. I miei nonni materni e paterni, quando parlavano in dialetto, non riuscivano a capirsi tra di loro poiché vivevano in due paesi distanti, anche se pur sempre della stessa regione. Ma non erano gli unici a non capirsi: anche io non riuscivo a capire loro. Ho dovuto imparare con il tempo a comprenderli, anche chiedendo loro i significati delle varie parole.

Alle medie, nonostante la mia esperienza in Spagna, ho scelto di studiare francese poiché avevo timore della grammatica spagnola e non volevo rovinarmi i bei ricordi che avevo con quella lingua. Il francese è una lingua elegante e sinuosa che ho iniziato ad apprezzare con il tempo anche grazie all’insegnante madrelingua che ci ha trasportato in una realtà linguistica diversa dalla nostra. Terminate le medie non ho più avuto modo e desiderio di conoscere tale lingua.

Al liceo non ho intrapreso un percorso linguistico, ma scientifico, il quale mi ha comunque fatto avvicinare ancora di più alle lingue, specialmente all’inglese.  Durante l’estate del primo anno sono partita per due settimane a Londra per un viaggio studio. Devo ammettere che non sono stata molto in contatto con la lingua del luogo dato che ero circondata da italiani, ed infatti non ho appreso molto. Sono ripartita, sempre in viaggio studio, durante l’estate del terzo anno. Sono stata per due settimane in un college a Dublino. Questa esperienza mi ha aiutato con l’inglese. Ho amato la città e le persone del posto, ho parlato molto in inglese con loro e mi sono immersa nella cultura irlandese. Inoltre, nel corso dei cinque anni scolastici sono venuta a contatto con tre diverse persone provenienti rispettivamente da Turchia, Grecia e Georgia. Ci hanno parlato in inglese, spiegandoci il loro rapporto con la lingua e raccontandoci dei loro paesi di provenienza. Una cosa che mi è rimasta in mente ancora oggi è la frase di un ragazzo che disse: “Inizi a comprendere bene una lingua e a farla tua quando riesci a sognare in quella determinata lingua”. Durante l’ultimo anno di liceo, attraverso vari programmi su internet, sono venuta a contatto con il norvegese, una lingua che fin da subito mi ha affascinato. Ho iniziato a studiarla da autodidatta ma in seguito ho dovuto lasciarla per motivi scolastici.

Dopo il liceo ho intrapreso un percorso sbagliato e, dopo aver capito che non faceva per me, ho deciso di abbandonarlo e ho iniziato a studiare da autodidatta il coreano prima di intraprendere questo nuovo percorso all’UNINT. Grazie al coreano, al quale mi sono avvicinata attraverso la musica e vari telefilm, ho conosciuto una cultura diversa e lontana anni luce dalla mia. Grazie alla musica coreana ho conosciuto molte persone da varie parti del mondo con cui ancora oggi sono in contatto; specialmente ho conosciuto due ragazzi coreani, uno dei quali è venuto questa estate a Roma. Ci siamo incontrati e abbiamo parlato per tutto il tempo in inglese, poiché era una lingua che ci accomunava. Mi ha spiegato molte cose sulla sua cultura e ho notato le differenze con quella europea, ma al tempo stesso, ora che studio cinese, noto molte similitudini con la cultura cinese.

In questo viaggio in cui ho descritto brevemente il mio rapporto con le lingue voglio affrontare come ultima lingua l’italiano, poiché è una lingua che tutti noi riteniamo importante e fa parte della nostra quotidianità. Io ho avuto e ho tutt’ora un brutto rapporto con l’italiano. Ancora oggi porto con me questo peso, dal momento che la ritengo una lingua difficile che raramente tendo a parlare correttamente. Al liceo sono riuscita ad apprezzare e a comprendere la grammatica e la letteratura italiana grazie ai miei professori; ma la base impartitami dagli insegnanti primari mi ha lasciato con il peso che mi porto dietro. Eppure, la difficoltà ad imparare correttamente tale lingua non mi ha portato a ritenere lo studio di essa inutile, anzi ritengo, come riteneva Antonio Muratori, che non bisogna essere ignoranti della propria lingua natìa.

In conclusione, ritengo che il mio rapporto con le lingue, è assolutamente da ritenersi positivo; sono avida di sapere e conoscere culture lontane dalla mia e che questo avvenga con diverse modalità, come la musica, i film, i libri e l’insegnamento stesso non può che essere per me una grande opportunità per essere in ogni momento “qui” ma allo stesso tempo “in ogni dove”.

Valentina Conti