Oggi è il 25 aprile, e mentre in Italia si festeggia la Festa della Liberazione, in Antartide e nel mondo si festeggia il World Penguin Day. Ebbene sì, avete capito bene, è la Giornata mondiale del pinguino e devo ammettere ragazzi che non sapevo neanche esistesse! La data segna, secondo il “The Antarctic Report”, la fine della migrazione dei pinguini di Adelia (specie più diffusa in Antartide), che a partire da questa data intraprendono un lungo viaggio verso le aree di pesca e le colonie, dove vanno a deporre le loro uova. Ovviamente la data scelta è per sensibilizzare e proteggere le specie di questo particolare tipo di “uccello che non vola”. Esistono circa 18 specie, ma quella più conosciuta è quella chiamata Pinguino Imperatore. Praticamente, come dice il nome, se la comanda un po’, fa il gradasso, e rimane tutto l’anno in Antartide, perché lui può e gli altri no. Peccato però, che proprio per questa sua testardaggine, è a rischio estinzione. Secondo il WWF Roma ci sono 10 cose da sapere sul pinguino imperatore: vive in Antartide e questo ve l’avevo già detto; è la specie più grande, può arrivare a pesare circa 40 kg (poi ovviamente se mangia troppo, ingrassa pure lui); vive in colonie affollate, quindi non è asociale, gli piace socializzare; nidifica fra i ghiacci, ovvero si accoppia con la sua “imperatrice” dopo un lungo corteggiamento e tac… rapidissimo (fa troppo freddo del resto); è un super papà e vi dirò perché: quando l’imperatrice depone le uova, le affida al super papà e lui se ne prede cura mantenendole al caldo, in equilibrio sui piedi proteggendole con una piega della pelle, ricordando un po’ i giocolieri; resiste a temperature freddissime; è un vero subacqueo e quindi il pesce è il suo piatto preferito; rischia di perdere il suo habitat per colpa dello scioglimento dei ghiacciai provocato dal riscaldamento globale e quindi è nostro compito tutelarli. Secondo il WWF, attivo dal 1994, per poterli aiutare basterebbe difendere i loro habitat e cercare di ridurre il consumo di combustibili fossili e la riduzione della pesca eccessiva.

Fonti WWF e Antarctic Report

Nisrine Jouini