È
stata un’estate particolare, distante in tutti i sensi da quelle alle quali
eravamo abituati; un’estate calda, ma che non ha potuto essere al contempo
calorosa, piena di dubbi e di domande, soprattutto sull’imminente futuro
(caratteristica imprescindibile in quest’ultimo anno).
Eppure,
siamo ancora qui: pieni di sogni, di speranze e con una gran voglia di tornare
alla ribalta.
Per
chi non conosce la rubrica, mi presento: mi chiamo Ilaria, sono una studentessa
di LM37 e #MondayAbroad è un piccolo rifugio nel quale mi piace pensare di
riuscire a raccontarvi e a raccontarmi nel migliore dei modi.
Nata
con l’intento di vivere l’estero senza muoversi dalla comoda poltrona di casa,
la rubrica ha oggi come prima prerogativa l’intento di trasportavi in luoghi che
magari non conoscete o, ancora, che magari vi piacerebbe rivivere il prima
possibile.
L’anno
scorso siamo volati in molti Stati del mondo, abbiamo sorvolato oceani e
continenti e oggi siamo ancora qui, con la stessa curiosità che ci spinge a
conoscere e a conoscerci sempre di più.
Siamo
arrivati veramente lontanissimo e ora siamo pronti a ripartire: dove siete
stati in vacanza?
Quest’estate
mi sarebbe piaciuto poter sentire un po’ di quella libertà che il lockdown mi
aveva tolto; avrei compiuto tutte le volte che mi sarebbe stato possibile il
giro del mondo, proprio perché sentivo una voglia di conoscere, scoprire e
innamorarmi sempre più forte e decisa. Eppure, pensandoci bene, mi sono resa
conto che tante volte abbiamo le meraviglie a portata di mano, ma non siamo in
grado di ammirarle come in realtà dovremmo fare.
Vi
racconto, dunque, della mia estate italiana, condita con ‘nduja e tanto, tanto
amore di nonna.
Come
ogni anno dal lontano 1997, anno della mia nascita, la mia famiglia e io siamo
partiti alla volta dei terreni che hanno dato i natali a mio papà e ai miei
nonni materni: la Locride. Questa zona rimane in provincia di Reggio Calabria e
comprende molte cittadine, tante delle quali si affacciano sul meraviglioso Mar
Jonio.
È
super consigliata per chi è alla ricerca di ottimo cibo (e no, non sto parlando
solo di quello di nonna e di zia), risate e tanta allegria.
Ho
dei bellissimi ricordi legati a quelle terre, sia perché intrecciati alle mie
origini, sia perché la vita lì è talmente rilassata e serena, che è davvero
impossibile non prenderla se non con le migliori intenzioni di relax e
divertimento.
Come
ognuno di noi penso abbia, anche io ho un posto del cuore: la mia terrazza.
Leggenda
narra che se hai il coraggio di salire tutti e cinque i piani di casa di nonna,
arrivi in terrazza che neanche ti ricordi come mai ti eri alterato (e io
confermo in toto quanto affermato).
È
un posto speciale: sei talmente in alto che ti si sollevano anche i pensieri.
Inoltre, potrà sembrare banale e quasi mainstream, ma c’è lui, il profondo
amico blu che sa abbracciarti anche solo con uno sguardo: il mare.
Tutto
si tranquillizza, si calma, si organizza; ti viene offerto uno sguardo sul
mondo che, per quanto possa racchiudere un piccolo territorio, ti spinge a
vedere oltre l’orizzonte.
Insomma,
le mie vacanze sono state questo e tanto altro ancora.
Grazie
per essere la mia terrazza preferita, mia cara Calabria.
Hai Saturno contro dal 2012, che cosa gli hai fatto di male? Evita i caffè delle macchinette e opta per le tisane rilassanti, caro Ariete.
TORO (21 aprile –
20 maggio)
In amore sei molto
cauto, caro Toro, ma se continui così finirai per impersonare la Bridget Jones
dell’università. Un modo carino per attaccare bottone potrebbe essere chiedere
un po’ di igienizzante mani a quel ragazzo/a carino/a che incroci sempre.
GEMELLI (21 maggio
– 21 giugno)
Il tuo dualismo e
la tua indecisione sembrano essersi accentuati ultimamente, ma questo non ti
autorizza a prenotarti a lezione e poi annullare la prenotazione in
continuazione. Scegli una delle tue personalità e falla andare a lezione.
CANCRO (22 giugno
– 22 luglio)
Cancro, è la terza
volta che dimentichi il microfono acceso e ti sentiamo russare, sii più attento
(e smettila di guardare serie tv fino alle 3 del mattino).
LEONE (23 luglio –
23 agosto)
In questi giorni
hai voglia di mettere le mani addosso a qualcuno, ma il metro di distanza da
rispettare te lo impedisce. Per calmarti, prova a correre dall’aula 11
all’ingresso per almeno 10 volte.
VERGINE (24 agosto
– 22 settembre)
Siete i precisini dello zodiaco. Meticolosi e ordinati come nessun altro. Fate una buona azione e iniziate a passare i vostri appunti (potete farvi pagare in Spritz, così iniziate a rilassarvi un po’).
BILANCIA (23
settembre – 22 ottobre)
Eterno indeciso.
Ancora ti chiedi se la scelta universitaria che hai fatto è quella giusta: se
sei una matricola, non ti preoccupare, avrai il tempo per capirlo; se non lo
sei, amo non è che possiamo dirtelo noi, dai.
SCORPIONE (23
ottobre – 22 novembre)
Indipendente ed
individuale, quasi asociale. Credimi, la tua vita universitaria potrebbe migliorare
se ti decidessi di parlare con qualcuno ogni tanto. E no, non vale il barista.
SAGITTARIO (23
novembre – 21 dicembre)
Schietto e
sincero, ma noi eviteremmo di commentare ogni secondo universitario delle vite
degli altri, soprattutto se dimentichi il microfono acceso e questi commenti
sono rivolti alla nuova mascherina personalizzata del professore.
CAPRICORNO (22
dicembre – 20 gennaio)
Non puoi terminare un anno universitario in sei mesi: datti tempo, sii cauto e, soprattutto, non vivere come guidi che la mattina sembra tu voglia entrare in aula in auto! #SOS
ACQUARIO (21
gennaio – 19 febbraio)
Scappare dai
problemi? Sai farlo alla grande, ma non puoi sfuggire a tutti gli appelli.
Ricorda che per laurearsi bisogna accumulare CFU, non scuse.
PESCI (20 febbraio – 20 marzo)
Romantici dalla
nascita, ma ci siamo persi! La settimana scorsa era la crush conosciuta due
banchi dopo di te, ieri quella dalla macchinetta, domani quella vista in
video-lezione? Amo, non puoi innamorarti di tutti quelli che vedi: siamo circa
4000 e c’è il distanziamento sociale!
La Francia respinge il progetto di accordo di libero scambio tra UE e Mercosur in nome della lotta al riscaldamento globale. Un altro leader positivo al Covid-19: Alejandro Giammattei, presidente del Guatemala. Svizzera e Australia, proteste in piazza contro le restrizioni per il Coronavirus.
EUROPA
El
Mundo racconta una bella storia proveniente dalla Spagna avente protagonista una
compagnia di burattinai che, con i loro spettacoli, hanno ridato vita a un
piccolo villaggio dell’Aragona situato sui Pirenei. Paco Paricio e Pilar
Amorós, dopo aver abbandonato i rispettivi lavori, si sono dedicati alla loro
passione, i burattini, fondando la compagnia Titiriteros de Binéfar e portando le loro rappresentazioni in giro
per il mondo, ma è ad Abizanda, paesino aragonese dal nome fiabesco, che hanno
dato inizio ad un progetto che coniuga la passione per lo spettacolo con
l’amore per la vita rurale e il rispetto delle tradizioni. Con la
collaborazione dei cittadini del villaggio, la compagnia ha allestito un museo
dove vengono esposti burattini provenienti da tutto il mondo e un teatro nel
quale vengono rappresentati gli spettacoli che hanno ottenuto un successo tale
da richiamare, ogni anno, oltre diecimila visitatori. Il flusso turistico ha
dato nuova linfa vitale alla cittadina – che conta solo cento abitanti –
riempiendo le strade di gente interessata non solo ai Titiriteros, ma anche alla storia e alle tradizioni del posto che
possono essere apprezzate grazie a diverse iniziative quali escursioni guidate
e percorsi in bicicletta per conoscere il territorio circostante e visite
istruttive al Museo de Creencias y
Religiosidad Popular di Abizanda. Questo sodalizio tra la compagnia e i
cittadini del borgo ha permesso una rinascita economica e culturale di
Abizanda, facendola uscire dall’isolamento in cui era geograficamente
confinata.
L.C, M.D.F. e I.V
In Svizzera,
nel pomeriggio di sabato 19 settembre centinaia di persone si sono riunite in
piazza Turbine a Zurigo per manifestare contro le misure di sicurezza
adottate dalle autorità per far fronte al Coronavirus e hanno espresso il
proprio scetticismo riguardo alla pandemia. Come riportato da Le Matin,
poiché i manifestanti non indossavano la mascherina, la polizia è intervenuta
esortando i presenti a lasciare la piazza e hanno proceduto a controlli
d’identità. Tra i manifestanti, partecipavano attori svizzeri come Andreas
Thiel, il quale sosteneva che la situazione attuale ha qualcosa di simile a un
regime fascista in cui non c’è libertà di opinione.
EA.V.
La Francia
respinge il progetto di accordo di libero scambio tra l’Unione Europea e i
quattro paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay), negoziato
nell’arco di vent’anni in nome della lotta al riscaldamento globale. Come
riportato da Le Monde, una
commissione di esperti guidata dall’economista ambientale Stefan Ambec ha
presentato un rapporto secondo il quale la deforestazione raggiungerebbe un
tasso annuo del 5% nei sei anni successivi all’eventuale attuazione
dell’accordo a causa di un incremento dell’allevamento di bovini. In altre
parole, il costo ambientale sarebbe superiore ai benefici commerciali. Perciò
il primo ministro Jean Castex ha giustificato la propria opposizione, la
mattina di venerdì 18 settembre, a causa della pericolosa deforestazione che
l’accordo comporterebbe.
S.C.
In Belgio,
i rappresentanti dei sette partiti che si sforzano di formare una nuova
maggioranza federale si sono incontrati con discrezione nella mattinata di
domenica 20 settembre per confrontarsi sulle diverse prospettive. Come
riportato da La Libre Belgique,
l’intenzione dei partiti della futura coalizione, denominata Vivaldi, composta
da sette partiti (il PS, lo sp.a., l’MR, l’Open Vld, Ecolo, Groen e il
CD&V), è di far nominare dal Sovrano un futuro Primo Ministro, su proposta
dei presidenti dei partiti Open Vld e sp.a, Lachaert e Connor Rousseau.
S.C.
In Portogallo si
è tenuta la scorsa settimana una riunione speciale della task force governativa
dedicata all’emergenza Covid in seguito al continuo aumento di casi, più di 500
nelle ultime 24 ore. La prossima settimana la Direzione Generale della Salute
(DGS) rivelerà il piano per il periodo dell’autunno/inverno. Il primo ministro
ha sottolineato ancora l’importanza del rispetto delle regole di igiene da
parte dei singoli cittadini, che è la base per superare l’emergenza, ed ha
inoltre ribadito che non ci sarà un ritorno al lockdown nè interruzioni
nell’anno scolastico/accademico così come il lavoro in fabbrica, riporta Lusa.
D.F.
A partire dallo
scoppio della pandemia, l’organizzazione responsabile per il controllo e la
prevenzione delle malattie in Germania, l’Istituto Robert Koch, continua
a rendere pubblici i dati riguardo il numero di casi effettivamente accertati.
Stando a quanto emerge sul giornale Die
Zeit, sabato si è raggiunto il valore più alto da aprile con ben
2.297 casi e oggi è stato riportato un numero leggermente inferiore a ieri,
pari a 1.345. Il RKI ha confermato un picco di nuove infezioni, come sta
succedendo d’altra parte contemporaneamente anche in altri Paesi. Secondo
quanto emerge da un rapporto della Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung
(FAS), i medici avvertono che le unità di terapia intensiva degli ospedali
potrebbero essere in difficoltà a breve se il numero di casi continua a crescere.
I medici risultano molto preoccupati a riguardo. “Non c’è abbastanza personale
sanitario addestrato per far fronte all’emergenza. Abbiamo bisogno di un coordinamento
decisamente migliore e gli accordi collegiali non sono più sufficienti come
prima” – così ha affermato il medico Götz Geldner, Presidente dell’Associazione
professionale degli anestesisti tedeschi.
Sempre su Die
Zeit, durante la partita di apertura della Bundesliga, la serie
professionistica del campionato tedesco di calcio, Uli Hoeneß, dirigente
sportivo ed ex-calciatore, insieme ad alcuni funzionari della squadra FC Bayern
sono stati immortalati senza mascherina e a distanza ravvicinata in una foto.
Queste immagini hanno avuto conseguenze importanti. La Ministra della Salute
bavarese Melanie Huml (CSU) ha rimproverato aspramente il loro comportamento.
Secondo Huml sarebbe stato più saggio per la squadra di gestione del Bayern se
non si fossero seduti così vicini, perché c’era abbastanza spazio”. La German
Football League (DFL) ha annunciato di essere “in diretta conversazione con
l’FC Bayern” sull’argomento perché ognuno di noi è tenuto a rispettare le regole
per far sì che il virus circoli di meno fino al momento in cui sarà reso
disponibile un vaccino.
Sulle prime pagine
di nachrichten.at
si evince che anche in Austria il numero di pazienti con sindrome
respiratoria acuta grave Coronavirus-2 continua a salire. Il primo ospedale
viennese ha già raggiunto il limite di capacità. Sabato erano presenti 349
persone in ospedale, 84 delle quali in terapia intensiva, 22 in più rispetto a
venerdì. Secondo il Ministro della Salute austriaco, Rudolf Anschober, il
numero dei ricoverati in terapia intensiva potrebbe raggiungere le tre cifre
entro fine mese. Ha inoltre aggiunto che “per settimane il numero di ricoveri
era stato disaccoppiato dal numero in salita delle infezioni perché l’età media
era molto più bassa di chi è risultato positivo”.
M.S., L.R.
Nel Regno Unito
si è celebrato l’ottantesimo anniversario della Battaglia d’Inghilterra.
Secondo l’articolo
pubblicato su BBC News, la
cerimonia commemorativa è stata celebrata nell’Abbazia di Westminster,
registrando un’affluenza minore rispetto al passato dovuto alla pandemia.
Ogni anno questa
celebrazione commemora tutti i militari della Royal Air Force che, nel 1940,
fecero sì che il Paese resistette alle incursioni tedesche nemiche, come si
legge su Sky
News.
Per l’occasione
gli Spitfire della RAF (Royal Air Force) hanno sorvolato l’Abbazia e il PM
Johnson ha tenuto un discorso durante la funzione, come riporta The
Sun.
In Irlanda
un bambino residente nella contea di Offaly ha scoperto un serpente velenoso
nel retro del suo giardino riuscendo a fuggire e a dare l’allarme.
Fionn Kilmurray, 9 anni, stava giocando quando ha scorto
l’animale e ha avvertito subito il padre, tenendosi a debita distanza, come
riportato da Offaly
Express.
Secondo The
Irish Sun si tratta del primo caso di avvistamento di questo
serpente nel Paese, probabilmente giunto fin lì dall’India con una spedizione
di lastre di pietra.
S.C., S.P.
Il 21 settembre si
è festeggiata l’Indipendenza dell’Armenia. Per l’occasione il presidente
Vladimir Putin
ha inviato i suoi saluti al presidente della Repubblica di Armenia, Armen
Sarkissan e al Primo Ministro Nikol Pashinyan.
“Onorevole Nikol
Vovayevich, la prego di accettare le mie sincere congratulazioni per il giorno
dell’Indipendenza. La Russia attribuisce grande importanza alle
relazioni amichevoli e alleate con l’Armenia. Sono fiducioso che il dialogo
costruttivo tra i nostri paesi, la cooperazione bilaterale in vari ambiti e la
collaborazione nel quadro euroasiatico continueranno a svilupparsi
attivamente.”
Inoltre, il
presidente Putin ha augurato pace, prosperità e salute a tutti i cittadini armeni.
29 anni fa, nel
1991, il popolo armeno ha espresso tramite referendum la volontà di divenire
una Repubblica Indipendente dall’Unione Sovietica di cui faceva parte dal 1921.
Il Consiglio Supremo dell’Armenia propose un referendum popolare al quale diede
voto uniforme il 99% dei cittadini, scegliendo l’indipendenza. Il 23 settembre
1991 l’Armenia divenne uno stato indipendente.
Tornando invece
strettamente a parlare della Russia, il Centro “Dossier”, un blog che opera
nell’ambito delle investigazioni di attività criminali per difendere la
sicurezza dello stato di diritto e la società civile nella Federazione Russa,
ha pubblicato una relazione intitolata “Il caso della cocaina
dell’ambasciatore: da Buenos Aires a Mosca” secondo cui i servizi speciali russi
e argentini potrebbero aver stipulato un accordo sul caso “cocaina”.
Le vicende a cui
si riferisce la relazione hanno luogo alla fine di febbraio 2018, quando sono
stati sequestrati 400 chili di droga presso l’Ambasciata russa a Buenos Aires,
vedendo coinvolti tre dipendenti della missione diplomatica, Ali Abyanov,
Vladimir Kalmykov e Ishtimir Khudzhamov, e altri due sospettati in Argentina
(ma non in Russia), ovvero il poliziotto, Ivan Bliznyuk, che faceva da guardia
all’ambasciata e la sua amica meccanica, Alexandra Chikalo, accusati di
coordinare la spedizione di droga a Mosca.
Tuttavia, gli
accusati non hanno ammesso la loro colpevolezza e hanno dichiarato che il primo
segretario dell’ambasciata russa in Argentina, Oleg Vorobyov, un testimone del
caso, li abbia calunniati per distogliere la responsabilità “da sé stesso
e da altri criminali e diplomatici della droga”.
Oltre a loro, in
seguito è emerso un altro imputato, Andrej Kovalchuk, accusato del contrabbando
di droga, ma che tuttavia non si è dichiarato colpevole e si è definito vittima
di una provocazione organizzata congiuntamente dalla polizia argentina e i
servizi russi.
“Novaja Gazeta”
riporta le parole del Centro Dossier, il quale afferma che “gli organizzatori
della consegna non sono stati ancora identificati e l’indagine ufficiale russa
non è riuscita a rispondere alla domanda su chi sia veramente Kovalchuk: un
funzionario della sicurezza, uno spacciatore con collegamenti in strutture di
potere o un avventuriero che si è costruito una reputazione nel sistema del
Ministero degli Esteri da anni…”
Secondo il Centro,
infatti, i servizi speciali e le forze dell’ordine in Russia e Argentina
avrebbero potuto cospirare per ridurre il significato politico legato a questo
affare ed evitare uno studio approfondito per evitare un possibile
coinvolgimento di funzionari russi e argentini nel traffico di droga.
S.N., D.S.
AFRICA
In Ciad,
l’ufficiale dell’esercito Abdoulaye Ahmat Haroun, condannato a cinque anni di
reclusione per lesioni volontarie, è riuscito a fuggire per un breve lasso di
tempo da un’aula di tribunale, un’azione orchestrata principalmente da un
gruppo di donne armate che erano presenti all’udienza. Secondo quanto riportato
daBBC Afrique, il
Ministro della Giustizia conferma che le donne hanno simulato un’accesa
discussione per facilitare la fuga del prigioniero. Per la seconda volta nella
sua vita il colonnello ha cercato di sfuggire alla giustizia.
EA.V.
In Guinea Bissau, l’alta commissaria per il Covid-19 e Ministra della Sanità Magda
Robalo, ha riferito a Lusa che nel Paese non c’è una
vera nozione del rischio del virus dovuta alla mancanza di un’adeguata
comunicazione da parte delle autorità e media. La popolazione conosce il virus
e cosa può comportare ma “il passo tra la
conoscenza e la pratica è la cosa più difficile e le misure di prevenzione sono
difficili da interiorizzare […]” anche perché le persone generalmente
affermano di non conoscere o aver visto altri affetti dal Covid-19. La ministra
ha inoltre affermato che l’Alto Commissariato sta proprio lavorando affinché i
cittadini assimilino la nozione di rischio del Coronavirus e mettano in pratica
le regole di prevenzione. La polizia la scorsa settimana ha cominciato ad
avvisare la popolazione dell’obbligo di uso della mascherina nei luoghi
pubblici.
D.F.
In Angola, il
giornale Jornal de Angola, scrive che la
produzione del petrolio è scesa del 5,7% ad agosto, arrivando a 35.042.001
barili mentre a luglio erano di 37.070.382 come comunicato dal Ministero delle
Finanze. Questo si deve all’aumento del prezzo medio al barile, passato da
39,24 dollari nel mese di luglio a 43,95 ad agosto. Dopo una riunione con la
OPEP (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio), il ministro
dell’Energia dell’Arabia Saudita ha avvertito i Paesi di non star rispettando
l’accordo preso sui tagli della produzione per il riequilibrio dei prezzi.
M.P.
Domenica 20 settembre il presidente algerino Abdelmadjid
Tebboune ha dichiarato che l’Algeria
svolgerà delle elezioni legislative anticipate a seguito del referendum sulla
nuova costituzione previsto il 1° novembre. Il Presidente ha affermato che gli
emendamenti costituzionali mirano a garantire una rappresentanza popolare,
sottolineando che il popolo ha piena libertà di votare “sì” o “no” alla
proposta. Non ha trascurato di ricordare che l’Islam è “religione di
stato” e che in ciò non vi è cambiamento. Ha inoltre sottolineato che la
trasparenza governerà tutta la società a partire dal cittadino fino al
Presidente della Repubblica, come riporta Sky News Arabia.
S.H.
MEDIO ORIENTE
In Arabia Saudita,
il principe Turki bin Faysal, ex capo dell’intelligence e precedentemente
ambasciatore in America, ha affermato che l’accordo per normalizzare le
relazioni tra Emirati Arabi Uniti e Bahrein da un lato e Israele dall’altro è
un “diritto sovrano”.
È quanto riferito dal principe saudita in una intervista, in
cui ha affermato che “la pace con Israele è un diritto sovrano degli Emirati Arabi Uniti e del Bahrein e nessuno può opporsi”,
sottolineando la necessità di trovare una soluzione che prenda in
considerazione l’istituzione di uno Stato palestinese con Gerusalemme come
capitale e basato sul principio della Soluzione
a due Stati.
Il principe Turki bin Faysal aveva comunicato in un
precedente articolo che il prezzo della pace tra Israele e gli Stati arabi è
l’istituzione di uno Stato palestinese sovrano con Gerusalemme come capitale,
su iniziativa del defunto re Abdullah bin ‘Abd Al-Aziz, riporta la CNN Arabic.
In Yemen, il
Governo ha accolto con favore l’annuncio del Dipartimento di Stato americano di
ripristinare tutte le sanzioni delle Nazioni Unite verso l’Iran, compreso
l’embargo sulle armi.
Il Ministro yemenita dell’Informazione, Muammar Al-Eryani,
lunedì 21 settembre ha dichiarato che il regime di Teheran ha sfruttato
l’accordo per espandere le sue politiche ostili ed esportare terrorismo, caos e
violenza, con l’obiettivo di destabilizzare i Paesi della regione istituendo
milizie settarie come Houthi, Hezbollah, Al Qaeda e ISIS e fornendo loro armi.
Il Ministro ha chiesto l’inasprimento delle pressioni e delle restrizioni che
impediscono la vendita e l’esportazione di armi in Iran, poiché esse
finirebbero nelle mani delle milizie e delle organizzazioni terroristiche,
inclusa la milizia Houthi, che le utilizza per uccidere gli yemeniti e minare
gli sforzi per porre fine alla guerra e portare la pace in Yemen.
Al-Eryani ha poi invitato gli Stati
membri delle Nazioni Unite e i membri permanenti e non permanenti del Consiglio
di Sicurezza ad adempiere alle loro responsabilità ai sensi dei principi della Carta
delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace e della sicurezza
internazionali, e di porre così fine alle attività terroristiche del regime
iraniano che minacciano il commercio nel Mar Rosso, lo stretto di Hormuz e Bab
al-Mandab e la pace mondiale, sottolinea Sharq al-Awsat.
S.H.
AMERICA
Passiamo alle
notizie inerenti all’AmericaLatina:
voliamo quindi in Guatemala, Paese il cui presidente è risultato
positivo al Covid-19. Secondo l’articolo di El
País, quest’ultimo, Alejandro Giammattei di anni 65, ha informato
lo scorso venerdì di aver contratto il virus, ma al contempo ha anche
tranquillizzato i suoi concittadini, spiegando di avere pochi sintomi e,
dunque, di trovarsi in una condizione momentaneamente stabile. Inoltre, il
presidente ha raccontato di essersi sottoposto a cinque test nell’ultimo mese e
che solo l’ultimo ha dato il risultato positivo. Successivamente, da buon
medico chirurgo in pensione, ha aggiunto dettagli rispetto ogni sintomo che sta
vivendo, così da poter aiutare a riconoscerli ed evitare, in questo modo,
un’ulteriore forma di contagio.
Cambiamo Stato e
dirigiamoci in Colombia, dove, secondo quanto riportato dall’articolo di
El
Mundo, sarebbe giunta la tanto attesa “vendetta” da parte degli
indigeni colombiani nei confronti dei conquistadores
spagnoli: a distanza di 500 anni e con la nuova “statuofobia” che ha preso di
mira le statue di molti personaggi storici europei e britannici, a Popayán i
cittadini hanno demolito la figura di Sebastián de Belalcázar (scolpito, tra
l’altro, a cavallo) in quanto colpevole di spregevoli atti tipici dell’epoca.
L.C, M.D.F. e I.V
Negli Stati Uniti, come si legge sul New
York Times, il giudice della Corte Suprema Ruth Bader Ginsburg, icona femminista, è morta venerdì 18 settembre a 87
anni.
Secondo la Corte Suprema le cause della morte sono dovute
a complicanze del tumore al pancreas.
Come riporta il New York
Times,
molti dei suoi colleghi hanno commentato questo episodio, tra cui il giudice capo John G. Roberts Jr., il quale afferma:
“La nostra nazione ha perso un giudice di importanza storica e una cara
collega della Corte Suprema. Oggi piangiamo, ma siamo certi che le generazioni
future ricorderanno Ruth Bader Ginsburg come un’instancabile e risoluta
paladina della giustizia”.
Anche Hillary Clinton, che era la candidata alla
presidenza democratica del 2016 e il cui marito, l’ex presidente Bill Clinton,
ha nominato il giudice Ruth Ginsburg
alla Corte, ha detto su Twitter: “Ha spianato la strada a così tante
donne, me compresa”. “Non ci sarà mai un’altra come lei”, ha
aggiunto.
S.C., S.P
In Canada,
il premier del Québec François Legault è risultato negativo al tampone contro
il Coronavirus. Tuttavia, rimarrà in isolamento fino al 28 settembre e potrà
comunque continuare a svolgere le sue funzioni, ad eccezione delle conferenze
stampa, dove sarà sostituito dal Vice Primo Ministro. Come riportato da Le Journal de Montréal,
Legault è il secondo membro del suo partito ad avere una diagnosi positiva: la
maggior parte dei membri sono stati posti in isolamento preventivo.
EA.V.
In Brasile, come
scrive il giornale UOL, si parla della riapertura delle
scuole. Il Ministero della Salute dichiara in un documento che verrà misurata
la febbre sia agli insegnanti che agli alunni. Inoltre, l’uso della mascherina
sarà obbligatorio, oltre al distanziamento minimo di un metro. La data per il
ritorno tra i banchi dipenderà dal volere dei singoli Stati e dei municipi,
poiché la situazione cambia data la vastità del territorio brasiliano. Viene
lasciata una possibilità di manovra anche per la questione dei professori sopra
i 60 anni o con delle malattie: il documento fornisce informazioni sul percorso
da seguire ma invita a valutare caso per caso. Il ministero ha investito 545,3
milioni di reais (circa 85 milioni di euro) per l’acquisto di materiali per la
disinfezione degli ambienti, alcool in gel o liquido, mascherine e termometri a
infrarossi. Verranno evitate aree comuni come parchetti e biblioteche e le
entrate e le uscite da scuola verranno scaglionate.
M.P.
ASIA
In Cina,
come riportato dal South
China Morning Post, oltre 800.000 studenti cinesi recentemente
laureati in università estere sono tornati a casa quest’anno, più che mai,
aggiungendosi a un mercato del lavoro già di per se affollato.
Secondo un
sondaggio pubblicato recentemente sulla piattaforma online Unicareer, il numero
di studenti di ritorno in Cina è aumentato del 70% rispetto al 2019 a causa
dell’impatto della pandemia di coronavirus e dell’inasprimento delle norme
sull’immigrazione e sull’occupazione all’estero.
I neolaureati
devono ora affrontare una maggiore concorrenza nel mercato del lavoro cinese,
visto l’impatto del coronavirus e il conseguente rallentamento economico sul
numero di nuovi posti di lavoro disponibili.
Gli studenti che
rientrano devono inoltre fare i conti con circa 8,74 milioni di neolaureati dalle
istituzioni nazionali, il maggior numero mai registrato.
Degli studenti
appena rientrati, circa il 28,6 per cento ha studiato negli Stati Uniti, il
26,3 per cento in Gran Bretagna e il 13,2 per cento in Australia, con oltre il
60 per cento in possesso di almeno un master. A circa il 5% dei laureati di
ritorno è stato offerto uno stipendio di circa 300.000 yuan (44.300 dollari
USA) all’anno o più, con quasi il 40 per cento che guadagna meno di 100.000
yuan.
Secondo un
rapporto sull’occupazione dei laureati nel 2020 recentemente pubblicato da
58.com, un sito di reclutamento online, lo stipendio mensile medio per i è di
7.839 yuan (1.158 dollari), o 93.600 yuan all’anno.
Secondo il
rapporto, circa il 40% dei rimpatriati ha trovato lavoro nel settore
finanziario o tecnologico, mentre solo il 3% ha trovato lavoro nel settore
manifatturiero e il 5,7% nel mondo accademico o presso agenzie governative.
Negli ultimi anni,
il numero di studenti cinesi che hanno scelto di tornare a casa dopo essersi
laureati all’estero è aumentato notevolmente: da 186.200 nel 2011 a 409.100 nel
2015 e 519.400 nel 2018.
Luke Lu, studente,
ha affermato di aver provato a lavorare negli Stati Uniti per un paio d’anni,
ma la pandemia e le scarse relazioni sino-americane hanno reso quasi
impossibile ai laureati cinesi trovare un lavoro stabile e duraturo. Così, ha
deciso di tornare a Guangzhou dagli Stati Uniti alla fine di marzo e ha
iniziato a lavorare in un’azienda di cosmetici. In quanto neolaureato in
gestione e marketing dei nuovi media, si ritiene soddisfatto dello stipendio
mensile di circa 12.000 yuan, sufficienti a un giovane per poter vivere in
Cina.
Il suo unico
rimpianto è l’aver imparato l’utilizzo di molte piattaforme online, come Facebook,
Twitter, Instagram, Google+, YouTube, che non sono però disponibili nel mercato
nazionale. Vede però nel mercato interno un trampolino di lancio ed è
fiducioso.
Il tasso di
disoccupazione rilevato ufficialmente nelle aree urbane in Cina è sceso al 5,6
per cento a fine agosto, 0,1 per cento in meno da luglio e da un picco del 6,2
per cento a fine febbraio, secondo i dati diffusi dal National Bureau of
Statistics.
Ma negli ultimi
dati disponibili, il tasso di disoccupazione per le persone di età compresa tra
20 e 24 anni con un diploma universitario o superiore – molti dei quali sono
neolaureati – è salito al 19,3 per cento a giugno, in aumento del 3,9 per cento
rispetto all’anno precedente.
Ad agosto, il
tasso di disoccupazione per lo stesso gruppo è aumentato del 5,4% rispetto ad
agosto 2019, sebbene l’NBS non abbia fornito un tasso di disoccupazione
effettivo.
G.R.
OCEANIA
In Australia,
secondo il The
Guardian
e The
Irish Time
la polizia ha arrestato 16 manifestanti e ne
ha multati altri 21 perché stavano manifestando contro le restrizioni
del coronavirus. Durante tutta la protesta si
sono sollevate delle critiche al premier di Victoria, Daniel Andrews, per le
restrizioni.
La
polizia ha detto che la protesta è stata una “palese violazione”
delle indicazioni sanitarie e ha dichiarato: “mentre sappiamo che la
maggioranza della comunità sta facendo la cosa giusta, il comportamento di
questi pochi egoisti che scelgono di ignorare palesemente le restrizioni non
sarà tollerato”.
S.C, S.P
Rassegna
stampa a cura di:
Ariela Capuano (responsabile lingua inglese) Salvina Calanducci e Simona Picci (lingua inglese) Giulia Deiana (responsabile lingua francese) Silvia Calbi e Elen’Alba Vitiello (lingua francese) Alessandra Semeraro (responsabile lingua spagnola) Lavinia Cataldi, Michela Di Franco e Ilaria Violi (lingua spagnola) Veronica Battista (responsabile lingua portoghese) Martina Pavone e Diana Fagiolo (lingua portoghese) Silvia Santini (responsabile lingua tedesca) Michela Sartarelli e Laura Razzini (lingua tedesca) Clarissa Giacomini (responsabile lingua russa) Silvia Noli, Diana Sandulli (lingua russa) Sara Zuccante (responsabile lingua araba) Samar Hassan (lingua araba) Claudia Lorenti (responsabile lingua cinese & coordinatrice del progetto) Gioia Ribeca (lingua cinese)
Per la prima volta il marchio
nascente AZA-LEA racconta in anteprima “CHARLOTTE” che sarà presentata sulla
CAT-WALK di ALTAROMA nel contesto di International Couture. AZA-LEA è un nome
emergente della moda italiana, fondato da Marta Liberatori e Valentina
Amicucci, il cui intento è quello di valorizzare il prestigio che il Made in
Italy ha sempre rappresentato nel mondo.
AZA-LEA ha presentato in anteprima un “capsule F/W 2020-21” della collezione CHARLOTTE a Taormina, in occasione della XVIII edizione del “Blues and Wine Soul Festival”. La linea firmata dalla Fashion Designer Nìcole Decembrino racconta la nuova donna in carriera, ispirandosi alle tipiche linee geometriche degli anni 70, alle volumetrie tipiche degli anni ’80 e vanta contaminazioni intercontinentali come l’utilizzo di tecniche giapponesi avvalendosi della qualità sartoriale che da sempre contraddistingue il prodotto Made in Italy.
La ricerca di tessuti pregiati
come cashmere, lane viennesi, crepe in lana, tessuti maschili, pied de poulle, cotoni
puri e sete pregiate rappresenta l’obiettivo per AZA-LEA di garantire qualità e
innovazione nel tempo attraverso la realizzazione di capi d’abbigliamento
versatili e di Haute Couture.
Quella di Taormina, presso Hotel
Metropole, è stata la prima di tante tappe rappresentative del marchio
AZA-LEA che ha visto in anteprima la linea CHARLOTTE, affiancata da alcuni capi
della ricerca sperimentale NEMBROTHA della Fashion Designer Nicole Decembrino
iniziata nel 2016 e ampliata per l’occasione della XVIII edizione del Blues
& Wine Soul Festival.
L’eleganza, l’innovazione, la ricerca di materiali e nuove tecniche di produzione rappresentano il nuovo marchio italiano emergente: AZA-LEA.
Che abbiate visto o meno la famosa commedia di Rocco
Papaleo, Basilicata Coast to Coast, questo potrebbeessere il
titolo del vostro prossimo viaggio on the road: dalla costa tirrenica fino ad
arrivare allo Jonio, attraversando l’entroterra lucano.
La Basilicata è infatti una destinazione in grado di soddisfare i gusti di
ciascun viaggiatore: mare, montagna, collina, pianura e ben 11 aree protette,
tra cui i parchi nazionali del Pollino e Val D’Agri, i parchi regionali di
Gallipoli e del Materano, e 7 riserve naturali.
Si parte da Maratea, sul Tirreno, con le sue acque cristalline e i
paesaggi mozzafiato.
Lasciato il mare alle spalle, in una ventina di minuti sarete a Trecchina,
un minuscolo paesino ombreggiato da giganteschi castagni, una vera e propria
tavolozza dei colori tipici lucani.
Proseguendo verso l’entroterra, arriverete a Laurìa, il centro
lucano più grande del versante tirrenico. Il paese è diviso in due rioni, il superiore
(Castello), e l’inferiore (Borgo). Con le casette strette le une
alle altre, arroccate sulle montagne, Lauria vi offrirà scorci pittoreschi a
volontà. Nei suoi dintorni troverete il massiccio del Sirino, la cui vetta più
alta, il monte Papa, raggiunge i duemila metri ed è innevata per gran parte
dell’anno.
Scendendo verso sud, troviamo Castelluccio Inferiore, situato nel Parco
Nazionale del Pollino. Nel paese si respira un’atmosfera tipicamente
medievale data dai piccoli vicoli, gli archi e le case in pietra e il
capolavoro barocco della Chiesa di San Nicola. Qualora vi venisse voglia di esplorare
il versante lucano del Parco, prendete come riferimento una di queste quattro
valli: Mercure, Frido, Sarmento, Sinni.
Se avrete la pazienza di salire sulle cime dei monti più alti, potrete scorgere
il Tirreno a ovest, lo Ionio a est e, con un po’ di fortuna, le rarissime
aquile reali.
Seguite la valle del fiume Sinni e arriverete a Francavilla. La
strada si snoda fra paesaggi incantevoli popolati di faggi, abeti e cerri. Per
ammirare dall’alto il panorama della valle, raggiungete Piazza Gonfalone. Altri
buoni punti di osservazione? La località Palladoro, le alture del monte
Catarozzolo e quelle di Timpa Altosana.
Superato il Sinni, sarete a Chiaromonte: un piccolo paese diviso in
una moltitudine di rioni e residenze gentilizie: Palazzo Dolcetti, Palazzo
Donadio, Palazzo Lauria e Palazzo Di Giura, tra le più importanti. Dodici
chilometri separano Chiaromonte da Senise. Il centro storico di Senise sorge ai
piedi di un colle dominato dal castello medievale. Per arrivarci, attraversate
i vicoletti del paese, gradinate e stradine pittoresche.
Ora, dalla provincia di Potenza passerete a quella di Matera: ci fermiamo
ad Aliano, un paesino che sorge su un colle d’argilla, a guardia
della Val d’Agri e del torrente Sauro.
A seguire, Guardia Perticara, il paese delle case in pietra, nonché
uno dei Borghi più Belli d’Italia. Seguite le piccole scale che s’arrampicano
fra i vicoli, fin sul castello del paese da cui potrete godere di una vista
mozzafiato sulla valle del Sauro.
Proseguendo lungo il tragitto non può mancare una sosta a Craco, il
paese fantasma. Evacuato negli anni Sessanta a seguito di una frana, il piccolo
borgo si spopolò e oggi a possedere le chiavi della città è un pastore locale,
che se avrete la fortuna di incontrare, chissà che non vi guidi a fare un giro
del paese. Protagonista di numerosi set cinematografici: Cristo si è
fermato a Eboli di Francesco Rosi (1978), Il sole anche di
notte dei fratelli Taviani (1980), The Passion di Mel Gibson
(2003) sono solo alcuni fra i tanti.
Con Tursi, piccolo borgo medievale, inizierete la discesa verso la
costa ionica.
La penultima tappa del viaggio è Policoro, che si contende con
Metaponto il primato di meta turistica più frequentata della costa ionica
lucana. La cittadina sorge ai margini dell’antica Heraclea, antico centro
della Magna Grecia. Per visitare i reperti dell’area, basterà recarvi presso il
locale Museo Archeologico della Siritide.
Meno di cinque minuti di strada ed eccovi a Scanzano Jonico, ultima
meta dell’itinerario coast to coast. Fra Policoro e Scanzano troverete
lunghe spiagge sabbiose, acque purissime, e la settecentesca masseria
fortificata di Recoleta.
Questo il classico itinerario, a cui, nel caso aveste tempo e voglia, vi
consigliamo di aggiungere un’immancabile visita a Matera. Eletta capitale
europea della cultura nel 2019, è un vero e proprio monumento a
cielo aperto, i cui sassi sono stati dichiarati Patrimonio dell’Unesco.
Passeggiare lungo le stradine bianche riarse dal sole, tra grotte scavate nel
ventre della terra e chiese rupestri, vi riporterà indietro nel tempo e farà
percepire quella nostalgia di cui parla Pascoli in uno dei suoi componimenti
“Delle città dove sono stato, Matera è quella che mi sorride di più,
quella che vedo meglio ancora, attraverso un velo di poesia e di malinconia”.
Mentre
in Russia e in Francia si parla di politica interna ed estera, la Gran Bretagna
chiude le porte alla Huawei e in Egitto, Sudan ed Etiopia continuano le
controversie riguardo la Diga del Rinascimento. Da un lato, poi, c’è la Cina
con un focus sull’e-Government e dall’altro c’è il Qatar con l’embargo aereo.
Una vasta gamma di notizie che offrono una panoramica generale sul mondo.
EUROPA
In prima pagina, nel quotidiano spagnolo El País troviamo le ultime notizie
inerenti ai nuovi casi di Coronavirus in Spagna. Quest’ultime non sono
affatto rassicuranti, anzi, tutto il contrario: si registrano per il momento
390 nuovi casi nelle ultime 24 ore, il numero più alto dal 22 maggio. Il numero
più cospicuo di essi si trova nella comunità autonoma di Aragón, con 160 casi.
Solo nella comunità catalana si registrano 938 casi, anche se non tutti
concentrati in un unico giorno. Una delle nuove misure per prevenire questa
nuova risalita di contagi sarà l’obbligo della mascherina nei Paesi Baschi a
partire da giovedì 16. Inoltre, la Commissione Europea ha suggerito alla Spagna
di anticipare all’estate le vaccinazioni per l’influenza per evitare di far
confondere i sintomi influenzali con quelli dei contagi di ritorno.
Anche El Mundo dedica un articolo a questo tema delicato e degno della massima attenzione. Infatti, gli esperti in pneumologia affermano che il Paese potrebbe dover affrontare una seconda ondata di contagi da Covid-19. A sostenere questa tesi, purtroppo, ci sono i dati offerti dal Ministero della Salute spagnolo, che riporta un aumento di 3.081 contagi dal 22 giugno al 5 luglio. Questo rapido ritorno del virus potrebbe essere attribuito a un nuovo ceppo del virus unitosi a quello già in circolazione, proveniente dall’America Latina, anche se al momento non ci sono prove scientifiche. Nonostante ciò, le autorità sanitarie affermano di essere di gran lunga più preparate rispetto al mese di marzo.
L.C, M.D.F. e I.V
In Francia, il 15
luglio il primo ministro Jean Castex ha conquistato l’ampia fiducia dei
deputati illustrando nel dettaglio le linee principali della sua politica per
la fine del mandato quinquennale di Macron. Come riportato da France24, il governo di Jean
Castex ha a disposizione 600 giorni per attuare il piano di ripresa economica
post-Covid-19, un piano da 100 miliardi di euro per «riconquistare la Francia».
Il Primo Ministro ha presentato le principali linee di intervento per i
prossimi due anni: occupazione, efficacia dell’azione pubblica, sovranità
economica, transizione ecologica e protezione sociale.
S.C.
Il Belgio è stato
coinvolto in un’importante operazione di polizia sul territorio internazionale.
Mercoledì 15 luglio è stata smantellata una vasta rete di contraffazione di
denaro legata alla Camorra, con l’arresto di 44 persone in Italia, tre in
Francia e una in Belgio. Secondo quanto affermato da Le soir, l’operazione è stata
coordinata dall’agenzia di polizia europea Europol, che ha ordinato il
sequestro di 8 milioni di euro in contanti e altri 8 milioni in beni materiali.
La stima dei danni è di 10 milioni di euro.
S.C.
In Svizzera, come
riporta Le Matin, è stato assolto l’ex consigliere nazionale Yvan Perrin,
precedentemente accusato di diffondere un’ideologia volta a denigrare i musulmani.
Nell’aprile 2019, Perrin aveva condiviso su Facebook dei commenti di terze
parti ritenuti discriminatori, ma secondo il giudice non è possibile
attribuirgli tali dichiarazioni. Il procuratore, invece, ritiene che
l’imputato, avendo condiviso commenti razzisti, sia colpevole quanto le terze
parti di aver discriminato la comunità musulmana per l’affiliazione religiosa.
EA.V.
Per quanto
riguarda l’aspetto sanitario, in Svizzera da diversi mesi ormai la
mascherina è divenuta un accessorio abituale al quale non si può né si deve
rinunciare. Con la diffusione della pandemia queste protezioni sono state via
via imposte ovunque dalle autorità competenti. Secondo quanto riportato su Die
Zeitperò, ad oggi le autorità sanitarie svizzere fanno
un passo indietro nei confronti di un tipo di dispositivo troppo spesso
utilizzato come valida alternativa alle mascherine chirurgiche: si tratta della
visiera protettiva il cui uso, secondo la dottoressa del cantone dei Grigioni
(il più esteso in Svizzera) non proteggerebbe dall’infezione da
Covid-19. Un’analisi specifica dei casi e delle vie di trasmissione ha
dimostrato come questi dispositivi in plastica, particolarmente comuni nel
settore della ristorazione, non garantiscano in realtà un sistema di sicurezza
affidabile. Secondo quanto si apprende dal sito
web del cantone dei Grigioni, il numero delle persone positive e di
quelle disposte in quarantena negli ultimi giorni ha subìto un incremento:
domenica 12 luglio ben 136 persone risultavano in quarantena e 10 in completo
isolamento. A tal proposito la dottoressa cantonale, Marina Jamnicki,
sottolinea il falso senso di sicurezza veicolato dalle visiere e invita le
aziende che finora se ne sono servite a rivedere le proprie misure di
sicurezza.
In Svizzera
dunque nessuna alternativa ammessa alle mascherine facciali. Tuttavia,
l’efficacia delle visiere protettive è un tema controverso.
M.S., L.R.
Per quanto riguarda la Germania, invece,
le mascherine facciali sono concesse in diversi Länder e ne sono esempio la
Bassa Sassonia, la Renania-Palatinato e l’Assia. Tuttavia, in linea generale il
Ministero federale della Salute fa riferimento a quanto dichiarato dal Robert
Koch Institut, già il 13 maggio. Nella sezione relativa alle FAQ più
frequenti, si legge infatti che solo coprendo adeguatamente il naso e la bocca
si possono intercettare le goccioline infettive emesse parlando, tossendo o
starnutendo e che nulla finora attesta un’efficacia equivalente nelle visiere.
Alla luce di quanto emerso, anche l’Istituto federale per la Sicurezza e la
Salute sul lavoro ha optato per delle contromisure e nelle settimane scorse ha
sconsigliato l’uso delle visiere a tutti i lavoratori tedeschi. Secondo quanto
riportato da Die
Zeit le particelle aerosol contenenti agenti patogeni sarebbero
in grado di circolare nell’aria e di entrare nella fessura tra il viso e la
visiera. Malgrado l’OMS continui a sostenere che la trasmissione del virus sia
dovuta principalmente all’azione di goccioline più grandi, bisogna riconoscere
che gli aerosol nell’aria abbiano giocato un ruolo primario nella trasmissione
del virus soprattutto in contesti medici. Le particelle sono talmente piccole
da essere impercettibili, eppure percorrono distanze di molto superiori a 1,5
metri. Ecco perché sono 200 i ricercatori di ben 32 Paesi nel mondo che
spingono per una revisione delle linee guida OMS in particolare per stabilire
le corrette mascherine da indossare, la reale distanza da mantenere e invitare
agli incontri all’aperto, di gran lunga meno inclini al contagio grazie alla
dispersione di eventuali aerosol patogeni.
M.S., L.R.
Il presidente
bielorusso Aleksandr Lukashenko punta ad essere rieletto nelle elezioni del 9
agosto 2020. Questo per lui sarebbe il sesto mandato presidenziale: è
presidente dal 1994 ed è da allora che ininterrottamente governa reprimendo
qualunque tipo di dissenso.
A seguito
dell’ultima campagna elettorale, finalizzata alle elezioni di agosto, sono
scoppiate in Bielorussia delle violente proteste, paragonate in alcune interviste
all’inizio della “Primavera Araba”.
L’inasprirsi del
clima di tensione è dovuto anche alla cattura
di uno degli avversari politici più minacciosi per Lukashenko, Viktor Babariko.
Secondo alcuni sondaggi infatti, Babariko, ex presidente della Belgazprombank,
sarebbe stato il leader indiscusso nelle elezioni di agosto. Babariko è stato
accusato di evasione fiscale e riciclaggio di denaro.
Le dimostrazioni
di protesta non si concentrano unicamente a Minsk, bensì in tutto il paese,
coprendo una vastissima area geografica e coinvolgendo anche i cittadini
bielorussi residenti all’estero. Nel week end di due settimane fa, infatti, si
sono svolte azioni di protesta contemporaneamente in 50 città di tutto il mondo
e in circa 30 paesi.
Il presidente in
carica, nel frattempo, si è rifiutato di pronunciare discorsi elettorali alla
radio e in televisione a seguito delle proteste.
Sul fronte della
politica estera invece, la Russia mostra la sua disapprovazione nei
confronti dell’iniziativa degli Stati Uniti di spostare le basi nucleari dalla
Germania alla Polonia.
Il vicecapo del
ministero degli Esteri russo, Aleksander Grushko ha dichiarato che in caso di
trasferimento di tali armamenti, “cesserà di esistere il patto Russia-Nato”,
per il quale i paesi coinvolti si impegnano rigidamente a non modificare la
costruzione e la geografia del posizionamento di armi nucleari e le relative
infrastrutture. Egli ha affermato, inoltre, che al momento non è ancora stato
ancora trovato un accordo e “bisogna tenere conto del modo sconsiderato ed
egoista in cui operano gli Stati Uniti”, le cui azioni possono essere viste
come un “tentativo di controllo”.
Alla fine di
giugno, poi, all’annuncio del leader americano Donald Trump di voler trasferire
parte delle truppe dalla Germania alla Polonia, Grushko ha sottolineato che le
autorità polacche devono essere consapevoli dei costi che comporta uno
schieramento in prima linea. Queste notizie ci vengono riportate dall’agenzia
di stampa RT.
Al Cremlino
infatti, si valuta la possibilità di prendere misure di difesa e sicurezza, nel
caso in cui la Polonia dovesse costituire una minaccia per la Russia. Come
afferma il portavoce del Presidente russo, Dmitrij Peskov, “Di per sé, la Polonia difficilmente può rappresentare una minaccia
per la Russia. Rappresenta una minaccia nel momento in cui presta il proprio
territorio per le infrastrutture militari di paesi terzi o di un’alleanza come
la NATO”.
S.N., D.S.
Questa settimana in Portogallo
il primo ministro António Costa ha affermato che il Paese non sopporterebbe un
altro periodo di quarantena a causa del Covid-19 e che bisogna iniziare ad
organizzarsi in vista dell’inverno, come riferisce Lusa. Inoltre, ha sottolineato
la necessità di far funzionare i servizi anche in condizioni avverse, come
quelle presentatesi a marzo, tramite le regole di igiene e la riorganizzazione
di servizi e imprese stabilite durante questo periodo, sfruttando anche i fondi
europei per sostenere l’economia. Al momento, nel Paese il numero di casi si è
stabilizzato ed è diminuito anche nella periferia di Lisbona ma non nella
città, dove solo dal 4 luglio si contano 493 nuovi casi, come si legge in Sapo.
D.F.
La Gran
Bretagna chiude le porte a Huawei: entro il 2027 l’equipaggiamento del
colosso cinese delle TCL (Telecomunicazioni) sarà escluso
dalla sua rete 5G.
Dopo l’annuncio,
riportato da The
Guardian, la portavoce
del ministero degli esteri, Hua Chunying, ha detto che la Cina prenderà una
serie di misure per difendere i diritti e gli interessi delle imprese cinesi.
Come si legge
sull’Evening
StandardLiu Xiaoming, ambasciatore della Cina nel Regno Unito, ha
dichiarato che la decisione della Gran Bretagna di vietare a Huawei di vendere
nuove apparecchiature per le telecomunicazioni 5G a partire dalla fine
dell’anno, ha “seriamente” danneggiato la fiducia tra i governi e le
imprese dei due Paesi e ha twittato martedì che la decisione è stata
“deludente e sbagliata”.
Pechino non ci sta
e accusa il primo ministro britannico di aver trasformato la Gran Bretagna nel
burattino degli Stati Uniti, ma, come riporta il Financial
Times secondo l’editore del Global Times, Hu Xijin, nulla è
ancora certo poiché le condizioni
politiche potrebbero cambiare prima del 2027.
Secondo Irish
Timesin Irlanda i pub rimarranno chiusi fino al
10 agosto. Si prevede che i ministri ritarderanno i piani per la riapertura a partire
dalla prossima settimana a causa delle preoccupazioni sul numero dei giovani
che hanno contratto il Covid-19. Anche le mascherine saranno rese obbligatorie
nei negozi dopo la riunione di gabinetto di mercoledì sera.
Come riporta l’Irish
Times Il direttore
sanitario dello Stato, il dottor Ronan Glynn, ha avvertito che la pandemia
“non è finita”, che sta accelerando a livello globale e che il numero
di riproduzione del coronavirus (R) è tra 1,2 e 1,8.
S.C., S.P.
AFRICA
Il giornale Lusaha reso noto che Capo Verde ha raggiunto attualmente una
somma di debito pubblico pari a 742,5 milioni di euro (82.097 scudi
capoverdiani), equivalente al 45% del PIL stimato per quest’anno, un nuovo
picco storico dovuto anche alla crisi economica e sanitaria del primo
trimestre. Il vice primo ministro di Capo Verde Olavo Correia, che è anche
ministro della finanza, ha annunciato la necessità di investimenti di 5 milioni
di euro in fondi di stato e collaborazioni con investitori locali e stranieri
per poter raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’arcipelago
entro il 2030, riferisce ancora Lusa.
D.F.
In Angola, come
mostra il giornale Jornal de Angola, i decessi a
causa della malaria sono scesi rispetto al primo semestre del 2019. Ad esempio,
nella provincia di Cuanza-Sul, sono stati registrati 341.266 casi di malaria,
13.515 in meno rispetto allo scorso anno. Per quanto riguarda i decessi, ce ne
sono stati 15 in meno (totali 426). Probabilmente la diminuzione dei casi si
deve alla distribuzione di zanzariere e alle misure di prevenzione. Purtroppo,
però, i casi di malattie respiratorie e malattie diarroiche sono aumentati
rispetto al 2019.
M.P.
In Benin,secondo
quanto riportato da Africanews, l’alta Autorità
dell’audiovisivo e della comunicazione (HAAC) ha dichiarato ad inizio
luglio di aver scoperto la creazione di media non autorizzati. Di conseguenza,
l’HAAC ha ordinato la chiusura dei siti d’informazione, anche se rimane
poco chiaro il vero motivo della nuova misura. Infatti, alcuni giornalisti
sospettano che il presidente Patrice Talon voglia limitare la libertà di parola
e mettere a tacere i media online. Nel 2018 sono già stati perseguiti vari
giornalisti grazie all’applicazione del Codice digitale, il quale criminalizza
i reati di stampa online.
EA.V.
Continuano
le controversie tra Egitto, Sudan ed Etiopia concernenti
il riempimento della Diga del Rinascimento. Il ministero degli Esteri egiziano ha infatti
chiesto al Governo etiope di fornire urgenti chiarimenti sulla validità di ciò
che è stato diffuso riguardo all’inizio del riempimento della diga.
La
richiesta egiziana arriva dopo che il Ministro dell’irrigazione etiope, Selicie
Bekele, ha annunciato l’avvio del processo di mobilitazione della diga,
nonostante l’accordo tra Egitto e Sudan fosse bloccato a causa dei timori del
suo impatto sul territorio dei due Paesi, come riportato da Sky
News Arabic.
L’autorità
ha confermato che l’annuncio del Ministro etiope “è solo una continuazione
dei negoziati” sulla diga del Rinascimento e che i colloqui sulla diga
proseguiranno e il riempimento della diga sarà conforme con il piano di
costruzione predefinito.
S.H.
MEDIO ORIENTE
La Corte internazionale di
giustizia, meglio nota come International Court of Justice, si è
pronunciata a favore del Qatar nella sua disputa con i Paesi del
Golfo, che hanno imposto un embargo aereo su di esso, accusandolo di
sostenere gli estremisti islamici e l’Iran.
Nel giugno 2017, l’Arabia Saudita,
gli Emirati Arabi Uniti, il Bahrain e l’Egitto hanno infatti reciso tutti i
legami con il Qatar, accusandolo di “finanziare il terrorismo” e
sostenere l’Iran.
L’ICJ ha appoggiato il Qatar nella
disputa con i quattro Paesi vicini che hanno imposto un blocco
aereo contro Doha più di tre anni
fa, con l’accusa di sostenere il movimento politico islamista dei
Fratelli Musulmani. La decisione del tribunale si occupa di un elemento
chiave nella disputa scoppiata tre anni fa tra il Qatar e i quattro Paesi.
I giudici della Corte, infatti,
hanno respinto “all’unanimità” l’appello dei quattro Paesi in una
decisione emessa dall’ICAO nel 2018 a favore del Qatar, come riportato da France 24 Arabic.
È prevista una riunione del Consiglio di sicurezza delle
Nazioni Unite per discutere delle minacce poste da una petroliera arrugginita
posizionata nelle acque del Mar Rosso,al largo della costa yemenita.
La nave FSO trasporta a bordo più di un milione di barili
di greggio e gli esperti avvertono sul rischio di possibile catastrofe
ambientale in caso di incidente della nave.
La petroliera è infatti senza manutenzione da quando è
scoppiata la devastante guerra civile nello Yemen cinque anni fa.
Il gruppo Houthi ha accettato di consentire a una squadra
delle Nazioni Unite di salire a bordo della nave. Recentemente l’acqua è entrata
nella sala macchine dell’autocisterna, aumentando il rischio di affondamento o
esplosione, come riportato dalla BBC Arabic.
Oltre al suo impatto devastante sulla vita marina nel Mar
Rosso, la diffusione di una chiazza di petrolio nella zona distruggerebbe il
sostentamento di molti i cui affari dipendono dalla pesca.
La Green Dream Society yemenita ritiene che oltre 126.000
persone che lavorano nel settore della pesca potrebbero infatti perdere il
lavoro.
S.H.
AMERICA
Mentre continua la
pandemia da coronavirus, negli Stati Uniti Antony Fauci, il più grande
esperto americano di malattie infettive, si trova al centro di un’azione
diffamatoria nei suoi confronti.
Secondo CNN,
il dottor Fauci si dichiara “apolitico”, affermando di essere sul filo di un
rasoio mentre l’amministrazione cerca di metterlo contro Trump.
Queste dichiarazioni
arrivano dopo che Peter Navarro, consulente commerciale della Casa Bianca, ha
attaccato il dottore su un articolo pubblicitario, come riportato da CBS
News.
Nonostante le
varie critiche di alcuni funzionari, Trump ha affermato di avere un ottimo
rapporto con Fauci e quest’ultimo definisce i tentativi della Casa Bianca di
screditarlo come una mossa che danneggerebbe soltanto il Presidente, come si
legge su Fox
News.
S.C, S.P
In Canada,
terminato il lockdown, i tempi di attesa nei reparti di pronto soccorso
del Québec hanno ripreso ad aumentare. Come riportato dal Journal de Québec, il numero di utenti
dei pronti soccorsi varia di giorno in giorno e di ora in ora. L’Associazione
canadese dei medici di pronto soccorso (Canadian Association of Emergency
Physicians) ha l’obiettivo di portare la durata media di permanenza nei reparti
di emergenza ad un massimo di otto ore. Le soluzioni per contribuire a ridurre
il traffico nei pronti soccorsi includono il miglioramento dell’assistenza
domiciliare e la dimissione dei pazienti che non hanno più bisogno di cure intensive
in ospedale.
S.C.
L’area del centro e del sud America si rivela essere la più colpita, dopo USA e Canada,
dalla diffusione del Covid-19 visto il rapido propagarsi del virus che fa
registrare nuovi e numerosi contagi.
In Bolivia, come si legge in un articolo
della BBC,
anche la presidente ad interim Jeanine Áñez è risultata positiva al test
andando così ad aggiungersi agli oltre 48mila contagiati dal coronavirus: ha
dichiarato di essere in buone condizioni di salute, ma dovrà rispettare
ugualmente l’isolamento di 14 giorni.
Secondo un altro
articolo della BBC,
Panama risulta essere uno dei Paesi
che ha fatto rilevare il maggior numero di casi di Covid-19 rispetto al numero
di abitanti: su appena 4 milioni di cittadini, le persone risultate positive superano
i 41mila; tale dato ha subìto una crescita esponenziale nelle ultime settimane
in seguito alla riapertura delle attività e dei centri posti in lock-down.
Intanto l’ONU,
come riportato da El
País, avverte i governi di tutti i Paesi latino-americani di non
sottovalutare l’impatto che il virus sta avendo nell’aggravare i problemi della
malnutrizione e della denutrizione, che affliggono già da tempo vaste aree
dell’intera regione geografica.
In base ad alcuni
studi si stima che non solo non verranno perseguiti gli obiettivi del progetto Objetivo de Desarrollo Sostenible, il
cui programma prevedeva la riduzione della crisi alimentare in tutti gli Stati
coinvolti, ma che ci saranno 20 milioni di persone in più a patire la fame,
raggiungendo, entro il 2030, un totale di 67 milioni.
L.C, M.D.F. e I.V
Il giornale UOL riporta che in Brasile il governo ha presentato la
richiesta per entrare a far parte del programma mondiale, ancora in
elaborazione, “COVAX Facility” per la distribuzione del vaccino contro il
Covid-19. Dopo varie settimane, in cui anche il governo stesso esitava, il
Brasile è entrato a far parte dell’iniziativa ma non verrà trattato come gli
altri Paesi più poveri che hanno presentato la richiesta. Per questo,
nonostante sia stato garantito che tutti riceveranno il giusto quantitativo di
vaccino, il Brasile dovrà farsi carico dei costi per ottenerlo. L’obiettivo del
COVAX è fornire 2 miliardi di dosi, dopo naturalmente aver passato i criteri di
sicurezza dell’OMS, entro la fine del 2021. I primi a beneficiarne saranno
coloro che svolgono professioni sanitarie, per poi coprire il 20% della
popolazione dei Paesi partecipanti. Le altre dosi saranno fornite in base alle
necessità dei Paesi e alla minaccia che il Covid rappresenta.
M.P
ASIA
L’Amministrazione
digitale o e-government è il sistema di gestione digitalizzata della pubblica
amministrazione, che consente di trattare la documentazione e di gestire i
procedimenti con sistemi informatici, grazie all’uso delle tecnologie
dell’informazione e della comunicazione, in modo tale da ottimizzare il lavoro
degli enti e di offrire agli utenti (cittadini ed imprese) servizi più rapidi e
innovativi, come ad esempio i siti web delle amministrazioni interessate.
In Cina, come
riportato dal Global Times,
l’esperienza e-government di Shanghai è stata inclusa nell’indagine sulle
e-government delle Nazioni Unite del 2020, presentata di recente come caso
esemplare, la città è stata anche classificata al nono posto tra i 100 comuni
di tutto il mondo in termini di indice del servizio online locale.
Il portale del
servizio dati governativo di Shanghai è uno dei progetti locali della città che
ha “avuto più successo” nel fornire servizi pubblici online-offline
completi, secondo il sondaggio delle Nazioni Unite.
Oltre ai residenti
e alle imprese locali della città, anche le imprese straniere possono
beneficiare dei servizi.
“Il portale fornisce servizi a tutti
i tipi di società, comprese le multinazionali”, ha detto Zhu
Junwei, vicedirettore del fornitore del Municipal
Big Data Center, aggiungendo che la piattaforma stabilisce una sezione
integrata speciale in inglese per aiutare le ditte straniere a comprendere
meglio i servizi offerti.
“I nostri dipartimenti amministrativi e
delle risorse umane utilizzano questa piattaforma” ha detto
al Global Times mercoledì un dipendente della società olandese AkzoNobel, con sede in Cina, a Shanghai,
rilevando che il sistema migliora l’efficienza nella gestione di alcuni compiti
come l’annuale ispezione commerciale e la gestione della sicurezza sociale dei
dipendenti.
Le Nazioni Unite
analizzano oltre 190 paesi e regioni in tutto il mondo in relazione ai servizi
di e-government.
L’indagine
condotta ha mostrato che la Cina è leader di livello mondiale nell’uso del
digitale e che i servizi offerti non solo sviluppano l’ambiente imprenditoriale
locale e migliorano la qualità della vita dei residenti, ma che il sistema è
davvero facilissimo da utilizzare e include tutte le cose necessarie a
un’azienda per potersi sviluppare e espandere, come ad esempio la possibilità
di gestire i permessi di lavoro e i permessi di soggiorno per i membri chiave
del personale straniero.
Shanghai
rappresenta un modello da seguire, poiché offre riferimenti sia ai paesi
sviluppati che a quelli in via di sviluppo che stanno cercando di integrare i
loro servizi online e offline.
G.R.
OCEANIA
Recentemente in Australia
si è verificato un grave episodio di violenza. La notizia, apparsa
sull’articolo di 9News,
riguarda una donna presumibilmente accoltellata più volte da un uomo in un
parco a nord-ovest di Melbourne.
La donna è stata
trasportata in ospedale in condizioni critiche mentre l’uomo è stato freddato
dalla polizia, nel tentativo di fermare l’aggressione ancora in atto, secondo Abc
News.
Come si legge
sull’articolo pubblicato su The
Australian, il coinvolgimento dei poliziotti nella sparatoria
porterà ad un’indagine degli investigatori della squadra omicidi per far luce
sull’accaduto.
S.C, S.P
Rassegna
stampa a cura di:
Ariela Capuano (responsabile lingua inglese) Salvina Calanducci e Simona Picci (lingua inglese) Giulia Deiana (responsabile lingua francese) Silvia Calbi e Elen’Alba Vitiello (lingua francese) Alessandra Semeraro (responsabile lingua spagnola) Lavinia Cataldi, Michela Di Franco e Ilaria Violi (lingua spagnola) Veronica Battista (responsabile lingua portoghese) Martina Pavone e Diana Fagiolo (lingua portoghese) Silvia Santini (responsabile lingua tedesca) Michela Sartarelli e Laura Razzini (lingua tedesca) Clarissa Giacomini (responsabile lingua russa) Silvia Noli, Diana Sandulli (lingua russa) Sara Zuccante (responsabile lingua araba) Samar Hassan (lingua araba) Claudia Lorenti (responsabile lingua cinese & coordinatrice del progetto) Gioia Ribeca (lingua cinese)
Il celebre tubino nero nasce un secolo fa, negli anni 20: non aveva segni in vita ed era spesso arricchito da polsini e colletti bianchi o abbinato a cappellini a campana. Oggi, esattamente cento anni dopo, diventa un capo evergreen del guardaroba femminile e può essere indossato in tanti modi diversi e non deve per forza essere messo in contesti eleganti. Il tubino nero è uno dei capi più versatili e sempre alla moda.
Percorriamo
un po’ di storia su questo capo icona. Chi l’ha inventato? Chi l’ha portato in auge?
Little black dress diventa il classico dei classici, e non poteva che inventarlo lei, Gabrielle Chanel, la bambina che cuciva gli abiti delle bambole solo in bianco e nero perché erano gli unici colori che aveva a disposizione, dal momento che erano scampoli degli abiti delle suore da cui è stata cresciuta.
Coco Chanel lo ha reso un capo facile da portare, semplice, completamente diverso rispetto a quelli che andavano di moda all’epoca. Il buon gusto nel vestire era per Coco qualcosa di innato e l’eleganza scaturiva dalla semplicità. Il suo consiglio: “Prima di uscire, guardati allo specchio e levati qualcosa”… “Se dentro al vestito non c’è una donna, una vera donna, allora il vestito è inutile, qualunque esso sia”.
Ma
il tubino più famoso della storia del cinema è sicuramente quello indossato da Audrey
Hepburn in “Colazione da Tiffany”, abbinato ad occhialoni neri, ad un
bocchino e ad una cascata di gemme al collo. Quel tubino, disegnato da Hubert
De Givenchy, ha segnato l’inizio di un’era in cui, con mille rivisitazioni,
questo capo è diventato un vero e proprio must.
Molti stilisti famosi lo hanno ridisegnato, dalle versioni molto eleganti a quelle più sportive, presentato in sfilata e indossato con lo stiletto, con le ballerine o con le stringate. Il tubino nero racchiude classe, rigore, purezza e fantasia. La petite robe noire diventa un capo eterno ed è stato indossato da molte celebrità e personaggi del jet set come Catherine Deneuve, Jacqueline Kennedy, Lady D, Letizia di Spagna, Kate Moss, Naomi Campbell e in versione più provocante da Sabrina Ferilli e da Belen Rodriguez invece Elizabeth Hurley sceglie la versione tubino nero punk creato da Versace.
Le
notizie corrono, il mondo non si ferma mai e con esso la nostra rassegna.
La
nuova divisione per aree geografiche orienta il lettore in un ampio spettro di
notizie riguardo gli avvenimenti di maggior rilievo a livello mondiale, facendosi
portavoce dei principali quotidiani stranieri.
EUROPA
In Russia si acuisce la crisi diplomatica con la Repubblica Ceca: il Ministero degli Esteri russo Sergej Viktorovič Lavrov ha reagito alla decisione della Repubblica Ceca di espellere due diplomatici russi. Il motivo dell’espulsione era stato, come riporta il settimanale Argumenti i Fakti il presunto trasporto da parte dei diplomatici russi a Praga di ricina, un potente veleno in grado di bloccare la riproduzione ribosomiale dell’organismo. A seguito dell’espulsione avvenuta all’inizio di giugno, il Ministero degli Affari Esteri, che ha la propria sede a Mosca, ha dichiarato due dipendenti dell’Ambasciata della Repubblica Ceca “persone non gradite” e chiesto loro di lasciare il territorio russo insieme alle loro famiglie entro il 17 giugno, come riporta il sito ufficiale del Ministero degli Affari Esteri.
Il provvedimento,
in conformità con quanto previsto dall’Articolo 9 della Convenzione di Vienna
sulle relazioni diplomatiche, è una risposta speculare all’azione provocatoria
e ostile di Praga. L’atto di espulsione, infatti, appare essere immotivato,
come confermato anche dalle autorità ceche.
Per quanto riguarda la situazione interna del paese, invece, il primo ministro della Federazione Russa, Michail Mishustin, ha dichiarato che verrà aumentato il numero di test effettuati ogni settimana. Come emerge dal notiziario Russia Today, in media vengono condotti circa 300 mila test al giorno. Mishustin sottolinea l’importanza dei test dal punto di vista del monitoraggio e della prevenzione della malattia, in modo tale da ridurre il numero dei pazienti gravi aggiungendo, infine, che molti paesi in Europa hanno già adottato questa linea d’azione. Coloro che vengono dimessi dall’ospedale sono sempre di più, 4489, e coloro che guariscono dal Covid-19 sono più di 284 mila.
Inoltre sul sito di Russia Today in un’intervista di Radio Sputnik vengono riportati importanti dichiarazioni in merito alle conseguenze del coronavirus sul nostro organismo. Infatti, lo pneumologo Aleksander Karabinenko, insignito del titolo di medico della Federazione Russa, sostiene la possibilità che dopo la guarigione dalla malattia possa insorgere la fibrosi polmonare, ciò vuol dire che se l’infiammazione da polmonite interstiziale persiste per lungo tempo (è noto che il decorso della malattia sia molto lento) può formarsi tessuto cicatriziale (fibrosi), che sostituisce quello polmonare. Con la distruzione progressiva degli alveoli, cisti con pareti spesse sostituiscono gli alveoli. Tutto ciò determina una riduzione della capacità di trasferire ossigeno al sangue e l’irrigidimento e costrizione dei polmoni con conseguente dispnea e tosse.
S.N, D.S
La Spagna attualmente sta passando per un graduale ritorno alla normalità dopo essere stata messa in ginocchio dalla violenza del Covid. Al momento, i due problemi principali sono collegati tra loro, in quanto si tratta di mantenere la coesione politica tra i maggiori partiti al fine di ottenere i fondi economici dall’Unione Europea per la ripresa del paese. Questo compito non è facile per la Spagna, dove, già dall’inizio del mandato Sánchez, si manifestarono molte frammentazioni politiche. Tuttavia, data la delicatezza della situazione attuale, l’unione è più importante che mai. Per questo, dopo l’incontro con i Presidenti delle regioni autonome il Primo Ministro ha esortato al “patriottismo”, come riporta El País, alludendo alla richiesta di sostegno da parte dei partiti Unidos podemos, PNV (Partito Nazionale Basco), Más País, Compromís e ERC (Sinistra Repubblicana di Catalogna), sostenendo che solo in questo modo sarà possibile creare una legge di bilancio per il 2021 che possa trarre i massimi benefici per la ricostruzione post Covid-19. Un altro segno di apertura e di disponibilità al dialogo è stato l’annuncio di una conferenza a fine luglio con i Presidenti delle comunità autonome per poter creare delle alleanze tra imprese e lavoratori con lo stesso obiettivo: ripartire tutti insieme.
Un’ulteriore
notizia importante riguarda l’annuncio di due piani speciali per risollevare
due settori quali l’industria automobilistica, con un fondo di 3 milioni di
euro, e il turismo, anticipando l’apertura alle frontiere internazionali al 21
giugno.
L.C, M.D.F. e I.V
In Portogallo sono stati arrestati 27 uomini per reati di discriminazione razziale e con accuse di tentati omicidi. I soggetti, sottoposti a giudizio, facevano parte di un gruppo che esaltava la “superiorità della razza bianca” ed erano in possesso di armi illegali e droghe, come riporta Público.
Inoltre, il comitato portoghese per i rifugiati sporgerà denuncia per atti di vandalismo data la presenza di diverse scritte razziste e xenofobe sui muri di Lisbona, come ad esempio su uno degli edifici dello stesso comitato per rifugiati e in una scuola secondaria. Al contrario, a seguito delle manifestazioni antirazziste, a Lisbona era stata tinta di rosso con la scritta “decolonizza”, e successivamente ripulita, la statua di Padre António Vieira, missionario portoghese in Brasile che aveva difeso i diritti degli indigeni nel XVII secolo. La Camera Municipale di Lisbona ha dichiarato inammissibili gli atti di vandalismo contro il patrimonio della città.
D.F.
Secondo il giornale Tagesschau.de e come riportato anche su T-online.de viaggiare in treno diventerà ancora più economico. In Germania, come conseguenza della riduzione dell’IVA anche i prezzi dei biglietti ferroviari diminuiscono. Il governo federale tedesco sta pianificando un pacchetto di salvataggio per il gruppo ferroviario nazionale Deutsche Bahn che prevede un’iniezione di diversi miliardi di euro. La riduzione dell’IVA comincia a mostrare i primi frutti: la Deutsche Bahn infatti prevede di abbassare il prezzo dei biglietti a partire dal 1° luglio. In particolare, i biglietti a lunga percorrenza godranno di una riduzione dell’1,9%.
«Estenderemo la
riduzione dell’IVA ai nostri clienti» – così dichiara Berthold Huber, CEO di DB
Verkehr alla dpa. Questo, vale per tutti i biglietti con tariffa
agevolata, promozionale e tariffa Flex, compresi gli abbonamenti per i mezzi.
Poi toccherà ai prezzi dei biglietti per il trasporto regionale, anche se non è
ancora certo quando. In questo senso, sono in corso colloqui con le altre parti
coinvolte nel settore, come le associazioni di trasporto, gli operatori
ferroviari e gli enti responsabili del trasporto locale.
Sempre T-online.de
riferisce che già all’inizio dell’anno, la società ferroviaria aveva provveduto
ad abbassare le tariffe interurbane, per la prima volta dopo il 2002. Durante
la crisi coronavirus, il numero di passeggeri è inevitabilmente crollato:
secondo le stime del governo tedesco, nel momento peggiore della crisi
sanitaria, Deutsche Bahn ha registrato cali fino all’85% sul numero dei
passeggeri. Per i viaggi di lunga tratta, la DB ha ripreso le linee turistiche
ICE e IC. Secondo quanto annunciato dal capo dei trasporti a lunga distanza DB
Michael Peterson, entro la fine di giugno riprenderà il trasporto
internazionale verso tutti i paesi accessibili. Ma c’è di più: oltre al
ripristino dei collegamenti internazionali già attivi prima della chiusura dei
confini, le ferrovie ampliano la loro offerta turistica. Dal 16 giugno sarà
attivato un nuovo collegamento diretto da Berlino che fermerà a Dresda, Praga e
Vienna con capolinea a Graz e dal 27 giugno un collegamento ICE tra Berlino e
Innsbruck.
Secondo le ordinanze del governo federale e di tutti i Länder, naturalmente rimane l’obbligo di indossare dispositivi di protezione individuale sui trasporti pubblici e nelle stazioni ferroviarie. Tuttavia, c’è chi si preoccupa dell’impatto ambientale di questi articoli fondamentali nella lotta al virus. Nell’articolo del 14 giugno 2020 il giornale Zeit.de riferisce che il ministro federale dei trasporti Andreas Scheuer (CSU) sta studiando un piano per lo smaltimento e il riciclaggio di tutti quei milioni di mascherine che giornalmente vengono usate e gettate via. «Non è accettabile questo consumo, comunque rappresentano dei rifiuti pericolosi» – ha dichiarato Scheuer al giornale Bild am Sonntag, «questi piani per uno smaltimento ecocompatibile potrebbero rappresentare un modello da attuare anche in altri settori: negli aeroporti, nelle stazioni degli autobus, anzi sono da pensare in generale».
L.R, M.S
In Inghilterra, durante le varie manifestazioni di protesta “Black Lives Matter” alcuni cittadini britannici hanno imbrattato di vernice la statua di Winston Churchill a Londra, cancellandone il cognome e scrivendo la frase “era un razzista”. Il primo ministro inglese Boris Johnson ha condannato pubblicamente questi atti vandalici, ricordando che Churchill ha sempre combattuto ogni forma di fascismo e razzismo.
La statua del celebre politico inglese potrebbe essere spostata all’interno di un museo per impedire nuovi atti vandalici, come ha dichiarato alla BBC la nipote Emma Soames.
S.C, S.P
In Francia i cittadini hanno un forte bisogno di stabilità e trasparenza. Perciò, domenica 14 giugno, il Presidente della Repubblica Emmanuel Macron, rivolgendosi ai francesi in diretta TV, ha dichiarato che il Paese torna ad essere “zona verde”. Come riportato dal quotidiano Le Monde, il Presidente ha annunciato la “prima vittoria” contro l’epidemia di Covid-19 e la riapertura di tutte le attività di ristorazione e di hôtellerie. Inoltre, dal 22 giugno riapriranno tutte le scuole, con “frequenza obbligatoria” degli alunni.
Anche il Belgio necessita di provvedimenti validi per contenere la crisi dovuta alla pandemia.Così, il Piano federale di protezione sociale ed economica ha adottato nuove misure. Come affermato dal quotidiano La Libre Belgique, sono stati presi numerosi provvedimenti al fine di proteggere e sostenere gli investimenti e l’organizzazione del lavoro. Tra le nuove manovre spiccano l’aumento temporaneo dal 50 al 100% della deducibilità dei costi per l’organizzazione di eventi e le attività di ristorazione e l’introduzione di un nuovo tipo di disoccupazione ad hoc legato alla pandemia, permettendo così la transizione dalla disoccupazione temporanea per cause di forza maggiore alla classica disoccupazione economica.
La lotta al Coronavirus non si ferma, così come il progresso sociale: la Svizzera raggiunge un traguardo storico con l’approvazione del matrimonio omosessuale. Come riportato dal sito di informazione Swissinfo, Il Consiglio nazionale ha approvato il progetto di legge per un “matrimonio civile per tutti”. La proposta di legge non elimina ogni tipo di disuguaglianza, ma intende permettere alle coppie omosessuali di accedere alla naturalizzazione facilitata del congiunto, come già avviene per le coppie eterosessuali.
S.C, E.V
AFRICA
In Mozambico durante la Giornata Internazionale dell’Albinismo (13 giugno) viene ricordata la paura quotidiana dei cittadini albini di camminare per strada, essere attaccati, sequestrati o anche uccisi, perché vittime di credenze popolari oscure, nonostante la diminuzione dei casi in quest’ultimo anno, come riporta O País. Questo fenomeno è accentuato nelle province di Nampula e Cabo Delgado, a nord del Paese, dove continuano allo stesso tempo incursioni, uccisioni e incendi di villaggi da parte di gruppi di estremisti islamici. Nella stessa area alcuni genitori decidono di non mandare a scuola i figli data la presenza di casi di colera e la paura di trasmissione attraverso i libri e la mensa, come si legge sul Diário de Notícias.
D.F.
In Angola lo Stato ha deciso che chi è stato incarcerato o detenuto, verrà risarcito, come riporta il giornale Jornal de Angola. Il risarcimento è previsto anche per chi viene arrestato da chi non ha competenze in materia o per chi risulta essere innocente dopo essere stato accusato di un reato. La richiesta di risarcimento deve essere presentata entro un anno.
M.P.
Ogni anno numerosi
pellegrini provenienti da diversi Paesi si recano alla Mecca per celebrare il ḥajj,
il pellegrinaggio che costituisce il quinto pilastro dell’Islam nonché un atto
obbligatorio per qualsiasi fedele di religione musulmana.
Alla luce dei
cambiamenti avvenuti in seguito alla diffusione del Covid-19 nel mondo, le
autorità saudite non hanno ancora preso alcuna decisione ufficiale in merito
alle modalità di svolgimento della cerimonia del ḥajj di quest’anno.
Mohammad Benten,
ministro saudita del pellegrinaggio, aveva precedentemente sollecitato i Paesi
di tutto il mondo a sospendere i preparativi del ḥajj fino a quando la
situazione della pandemia non fosse diventata più chiara, basandosi sulla
responsabilità del Regno di tutelare la salute di tutti i musulmani, come
evidenziato dalla CNN Arabic.
Spostandoci verso
la Tunisia, le autorità di Tunisi hanno chiuso Place du Bardo, la piazza
su cui si affaccia il parlamento tunisino, per evitare un sit-in
“autorizzato”. Il sit-in è stato indetto da un insieme di iniziative
e partiti nazionali al fine di chiedere lo scioglimento del parlamento, la
modifica della costituzione e le elezioni anticipate. Tra le richieste dei
manifestanti, anche la creazione di un dialogo nazionale per la lotta contro la
povertà e per l’impiego di disoccupati.
Molti partiti hanno preso parte alla manifestazione, tra questi il Movimento dei giovani tunisini, il Fronte di Salvezza Nazionale, il Movimento Bardo 2 e “Movimento 14 giugno”. Un membro di quest’ultimo, Maher Al-Khashnawi, ha annunciato a Sky News Arabia che, nonostante il sit-in avesse ottenuto l’autorizzazione, la piazza è stata interamente bloccata in tutti i punti di accesso, descrivendo la questione come uno “scandalo politico”.
In Etiopia,
invece, dopo lunghi mesi di negoziati, il Governo ha annunciato che rispetterà
qualsiasi accordo concluso con l’Egitto e il Sudan per riempire
la cosiddetta “Diga del Rinascimento”.
Secondo quanto riportato da Sky News Arabia il Ministero dell’Irrigazione etiope ha dichiarato che “l’accordo che cerchiamo di concludere si baserà solo sui principi della dichiarazione firmata nel marzo 2015”, e ha così sottolineato che Addis Abeba “rifiuta di sottomettersi a vecchi trattati risalenti all’epoca coloniale di cui non faceva parte”.
Fonti vicine alle
riunioni condotte hanno affermato che il corso di questo ciclo di negoziati
sarà valutato nei prossimi giorni. Si tratta della quinta serie di negoziati
tra i tre Ministri dell’Irrigazione, che seguono quelli interrotti in seguito
al rifiuto dell’Etiopia di continuare a partecipare agli incontri. Con
la mediazione degli Stati Uniti, la serie di negoziati ha quasi portato a un
accordo che regola il riempimento e il funzionamento della Diga del
Rinascimento e ne specifica inoltre modalità e meccanismi futuri.
S.H.
Come afferma il settimanale Jeune Afrique, l’Africa non riesce a contenere i contagi: l’OMS ha confermato il raddoppiamento del numero di casi di Covid-19 nel continente avvenuto negli ultimi 20 giorni. Allo stesso tempo, secondo quanto riportato dal medesimo giornale, durante questo difficile periodo di pandemia, il Ruanda, e con lui tutte le ex colonie francesi, ottengono una vittoria sia dal punto di vista giuridico che storico: l’apertura degli archivi del defunto presidente François Mitterrand sul Ruanda, da sempre al centro della controversia sul ruolo della Francia durante il genocidio.
S.C, E.V.
AMERICA
Negli Stati Uniti, mentre proseguono le proteste contro la brutalità della polizia e la disuguaglianza razziale, un ampio movimento mira a vandalizzare e/o rimuovere le statue dei proprietari di schiavi e dei colonizzatori. Una tra queste è quella di Cristoforo Colombo, per via del trattamento violento e dell’uccisione che riservava ai nativi americani. Sia il New York Times che la CBS News hanno riportato che le statue dell’esploratore genovese a Boston, in Minnesota e in Virginia sono state danneggiate e/o rimosse, e che gli atti vandalici sono avvenuti poiché i manifestanti, alimentati dalla rabbia per la morte di George Floyd, vedevano questi monumenti come simboli della supremazia bianca.
S.C, S.P
In Brasile, il Ministero della Famiglia, delle Donne e dei Diritti Umani nasconde l’esistenza di un documento, il quale fornisce la lista delle denunce sporte durante il 2019, ad agenti della polizia che avrebbero usato la violenza contro i civili. La notizia è riportata dal giornale Extra. I documenti degli anni precedenti mostrano come questi fenomeni di violenza da parte delle forze dell’ordine siano in forte crescita. Nel 2016 erano arrivate al governo 1009 denunce e nel 2017 la crescita era stata del 30%, con 1319 denunce totali. Lo stesso si verifica nel 2018: le denunce aumentano del 24% (1637 in totale). Il gesto del ministero è stato definito un attacco alla democrazia dal presidente della Commissione Nazionale dei Diritti Umani dell’Ordine degli Avvocati Brasiliani. Infatti, ci si chiede se questo non sia un messaggio per invogliare le forze dell’ordine a usare la violenza. Il ministero ha risposto alle accuse dicendo che alcuni dati sembrano non corrispondere alla realtà, posticipandone la pubblicazione. Alla richiesta di una previsione più precisa sui tempi di pubblicazione, il ministero non ha risposto.
M.P
La Corporación Andina de Fomento (CAF) con
sede a Caracas in Venezuela, sorta
cinquant’anni fa per favorire lo sviluppo dei paesi del Sud America, si è
rafforzata anno dopo anno facendo registrare notevoli miglioramenti nella vita
di molti cittadini sudamericani grazie al finanziamento di alcuni progetti.
I buoni risultati ottenuti finora, secondo le dichiarazioni dell’amministratore delegato Luis Carranza Ugarte rilasciate a El País sono il frutto della collaborazione dei governi partecipanti – 19 Paesi in tutto, compresi gli Stati europei di Spagna e Portogallo – capaci di superare le divergenze politiche per il benessere dei propri cittadini.
“Partito
con un capitale di 25 milioni di dollari investiti dai cinque Paesi fondatori
Bolivia, Ecuador, Colombia, Perù e Venezuela”, prosegue Ugarte, “il CAF stima
di raggiungere 13 miliardi di dollari entro la fine del 2020”.
Sono stati
realizzati progetti atti al miglioramento delle strade e della mobilità urbana,
alla sanificazione di zone in condizioni igienico-sanitarie precarie, al
finanziamento di infrastrutture energetiche e all’educazione scolastica dei
bambini.
Progetti
futuri riguardano la lotta al contrabbando di confine in Messico che porterà
benefici al turismo e alla produzione locale, l’agevolazione del passaggio
delle merci dal Paraguay al Brasile e l’integrazione energetica di Panamá e
Colombia.
L.C, M.D.F. e I.V
In Canada, CBS News riporta una situazione analoga a quella statunitense. Tra le statue danneggiate ci sono quella dell’esploratore inglese George Vancouver a Vancouver, e alcune delle famose figure in legno di John Hooper a New Brunswick. Kathy Hooper ha detto che è giunto il momento di portare le opere del marito in spazi chiusi poiché, anche se le figure in legno non sono destinate a durare per sempre, è necessario proteggerle dai vandali e dalle intemperie al fine di conservarle più a lungo.
Gli atti di vandalismo sono stati ampiamente criticati dai social media, per via del valore storico, artistico e culturale che queste posseggono. Anche la nipote dello scultore, Sarah Hooper, è intervenuta a riguardo con un post su Facebook descrivendo l’incidente come irrispettoso e sconsiderato.
S.C, S.P
ASIA
Il China’s
Cultural Heritage Day (中国文化遗产日. pinyin: Zhōngguó wénhuà yíchǎn rì) ovvero
la giornata dedicata al patrimonio culturale cinese, è un evento culturale che
si svolge a giugno e che ha lo scopo di promuovere la cultura e sottolineare
l’importanza di proteggere il patrimonio culturale del paese.
A seguito della
Rivoluzione Culturale, (文化大革命, pinyin: Wénhuà dàgémìng), periodo
fortemente caratterizzato da scontri e violenza di massa, il popolo cinese
chiedeva a gran voce una rivitalizzazione del nazionalismo e della morale
cinese; così il Consiglio di Stato ha deciso di proclamare questa giornata,
avanzando richieste specifiche sulla protezione del patrimonio culturale
materiale e immateriale della Cina.
Quest’anno, come riportato dal quotidiano cinese Huánqiú Shíbào (Global Times), si svolgeranno più di 4.600 eventi culturali online e offline in tutta la Cina, per celebrare la quarta giornata dedicata al patrimonio culturale della Cina, con la città di Guilin (桂林) nella regione autonoma del Guangxi (廣西) come sede principale dell’evento.
Liu
Yuzhu, capo della National
Cultural Heritage Administration (国家文物局;
pinyin: Guójiā Wénwù Jú) ha dichiarato, in merito all’evento che la Cina ha
attualmente 767.000 reperti culturali immobili e 108 milioni di pezzi di beni
culturali di proprietà statale mobili.
Durante il periodo
del coronavirus, l’industria museale nazionale ha prestato particolare
attenzione alle misure di prevenzione e controllo nei musei e l’NCHA ha
lanciato oltre 2.000 mostre online, che hanno attirato oltre 5 miliardi di
visitatori virtuali.
Una mostra sul
personale medico che combatte l’epidemia di Covid-19 ha debuttato al Museo
Guilin.
I medici che si
trovavano a Wuhan durante l’epidemia hanno donato al Museo i loro DPI
(dispositivi di protezione individuale), un modulo di domanda per una richiesta
di aiuto ai pazienti nell’unità di terapia intensiva e una foto del loro
certificato d’onore e della medaglia commemorativa, nonché alcuni video.
Oltre agli eventi
a Guilin, i 4.296 principali siti del patrimonio culturale della Cina e i 5.354
musei hanno lanciato varie attività tra cui alcuni seminari dedicati alla
valorizzazione della cultura cinese.
Ad esempio, il
Dipartimento provinciale per la cultura e il turismo del Sichuan, nella Cina
sudoccidentale, ha lanciato una mostra online dal titolo “The
Beauty of Living Wealth of Sichuan”
(四川非遗之美. pinyin:
Sìchuān fēi yí zhīměi) che presenta il patrimonio culturale immateriale della
provincia del Sichuan.
Quasi 6.500 negozi
online tra cui Alibaba, JD.com e Suning hanno aderito a una campagna
commerciale per vendere oggetti rappresentativi della cultura cinese.
Liu Yuzhu ha
aggiunto che le reliquie culturali della Cina hanno costruito un ponte per la
comunicazione culturale con altri paesi e regioni del mondo, poiché più di 100
mostre di reliquie cinesi vengono organizzate all’estero e la Cina collabora
attivamente con altri 24 paesi per realizzare diversi progetti archeologici.
La Cina prevede
anche di inviare esperti per partecipare al restauro della cattedrale di Notre
Dame devastata dal fuoco a Parigi, dimostrando la solidarietà del paese nei
confronti dell’Europa.
G.
R
OCEANIA
Anche in Australia
e in Nuova Zelanda si sono
perpetuati atti di vandalismo nei confronti di alcune statue, come accaduto
anche in Inghilterra, in America e in Canada.
Nella città di Sidney ne sono state danneggiate due: entrambe raffiguravano l’esploratore James Cook al quale è stato “sfregiato” il volto con delle bombolette di vernice spray. La prima statua è collocata nell’Hyde Park di Sidney, mentre la seconda nei pressi della periferia di Randwick.
In Nuova Zelanda, le accuse per un atto molto simile di vandalismo sono contro una donna neozelandese che è stata accusata di aver deturpato una statua nella città di Auckland. Tuttavia, la polizia non ha ancora rivelato di quale statua si tratti.
In entrambi i
Paesi, i governi stanno valutando l’introduzione di leggi più severe per
prevenire nuovi atti vandalici.
S.C, S.P
Rassegna stampa a cura di: Ariela Capuano (responsabile lingua inglese) Salvina Calanducci e Simona Picci (lingua inglese) Giulia Deiana (responsabile lingua francese) Silvia Calbi e Elen’Alba Vitiello (lingua francese) Alessandra Semeraro (responsabile lingua spagnola) Lavinia Cataldi, Michela Di Franco e Ilaria Violi (lingua spagnola) Veronica Battista (responsabile lingua portoghese) Martina Pavone e Diana Fagiolo (lingua portoghese) Silvia Santini (responsabile lingua tedesca) Michela Sartarelli e Laura Razzini (lingua tedesca) Clarissa Giacomini (responsabile lingua russa) Silvia Noli, Diana Sandulli (lingua russa) Sara Zuccante (responsabile lingua araba) Samar Hassan (lingua araba) Claudia Lorenti (responsabile lingua cinese & coordinatrice del progetto) Gioia Ribeca (lingua cinese)
Sebbene l’emergenza Covid rappresenti ancora un tema
di grande rilevanza e preoccupazione per il mondo intero, negli ultimi giorni
un altro gravissimo avvenimento ha sconvolto gli equilibri (ed in certi casi
anche le coscienze) di molti Paesi: George Floyd e il movimento #BlackLivesMatter.
Negli
Stati Uniti, il 25 maggio la polizia
di Minneapolis ha arrestato un uomo di colore di 46 anni di nome George Floyd,
con l’accusa di aver comprato sigarette con una banconota da 20 dollari
contraffatta.
Diciassette
minuti dopo l’arrivo sulla scena della prima auto della polizia, Floyd era
privo di sensi e bloccato sotto tre agenti, senza mostrare alcun segno di vita.
Grazie
alla presenza di video di passanti e di telecamere di sicurezza, il New York
Times ha ricostruito nel dettaglio i minuti che hanno portato alla morte
dell’uomo, permettendo alla verità di venire a galla: gli agenti hanno compiuto
una serie di azioni illecite, violando le politiche del Dipartimento di Polizia
di Minneapolis, che hanno causato la morte dell’uomo.
Successivamente
all’accaduto, si sono susseguite più di cinquecento proteste legate
all’uccisione di George Floyd, in cui si chiede giustizia per la morte dell’uomo
ma anche delle tante altre vittime di colore che, negli anni, hanno perso la
vita ingiustamente. L’ondata di proteste porta avanti il motto “Black Lives Matter” che è diventato poi il nome stesso del
movimento, non solo negli USA.
Sebbene
la stragrande maggioranza delle proteste è stata pacifica, ci sono stati anche casi
di sommosse, violenza e brutalità.
Le
proteste hanno avuto luogo nelle principali città degli Stati Uniti, tra cui
New York, Washington DC e Philadelphia. Alcune città hanno visto scene di
saccheggi e incendi dolosi.
Le
manifestazioni statunitensi hanno risuonato in tutto il mondo e molti sono
stati i Paesi che hanno deciso di esprimere la propria solidarietà.
In Australia,le protestehanno
avuto inizio sabato scorso e si sono svolte a Sydney, Adelaide e Brisbane dopo
aver ricevuto l’autorizzazione dalle autorità nonostante le misure restrittive
per il Covid-19. Le migliaia di manifestanti hanno espresso il loro sostegno,
ponendo l’attenzione anche sui casi di morte ingiusta avvenute durante
l’arresto di alcuni aborigeni australiani. Il Commissario Grant Stevens aveva autorizzato
la manifestazione lo scorso venerdì definendolo un evento straordinario che ha
fatto scaturire in molti il desiderio di protestare contro le ingiustizie.
Anche in Canada
sono state organizzate diverse proteste simili, creando un clima di tensione
che ha esacerbato ancora di più i rapporti già precari con la polizia, secondo
quanto affermato dall’ispettore dell’Ottawa Police Service, Carl Cartright.
Molti agenti di polizia, soprattutto di colore, hanno espresso le loro
preoccupazioni riguardo questi ultimi giorni, diventando, poi, essi stessi vittime
di prese in giro razziste tramite delle caricature dei loro volti presenti in
una vignetta pubblicata recentemente. Tutto ciò può solo portare ad altre
ingiustizie, facendo sprofondare la società in una spirale di odio e violenza.
Salvina
Calanducci e Simona Picci
I giorni
successivi alla morte dell’afroamericano George Floyd non sono stati facili: il
tragico evento ha avuto risonanza mondiale e ha riacceso le polemiche
sull’abuso di potere e su un razzismo ancora radicato.
Sabato, in Germania,
decine di migliaia di persone sono scese in strada per manifestare al grido di
“no justice, no peace”; in molti mostravano cartelloni con scritto “Black
Lives Matter” e “enough is enough”. Neanche la pandemia ha fermato i
berlinesi, che si sono riuniti nella gremita Alexanderplatz. Secondo le forze
di polizia, nella capitale erano presenti circa 15.000 persone rispetto alle
1.500 annunciate e sono state impiegate 800 pattuglie di emergenza. Circa
20.000 persone anche a Monaco. Tuttavia, ad una prima manifestazione più
pacifica, nella capitale ne è seguita una più violenta: secondo un fotografo
della DPA, un gruppo di persone ha inveito contro gli agenti della polizia
scagliando contro di loro pietre e bottiglie. Diversi i feriti. La polizia ha
fatto sgomberare Alexanderplatz e proceduto con gli arresti. Simile la
situazione registrata nel centro di Amburgo, mentre a Stoccarda, Mannheim e
Karlsruhe è stato mantenuto l’ordine.
C’era da
aspettarsi che un evento del genere mettesse in luce i dissapori di coloro che
non condividono la politica del presidente Trump e il suo modo di gestire le
proteste.
Di certo, il
caos generatosi non aiuta quei rapporti tra Germania e Stati Uniti che la
Merkel per prima definisce “complicati”. Il suo “no” all’incontro per il
vertice del G7, in programma a Washington, potrebbe anche essere motivo del
piano di ritiro di molti soldati americani dalla Germania. Il primo a scriverne
è lo Spiegel, che rimbalza le notizie fatte trapelare dal Wall Street
Journal venerdì. Si parla di circa 9.500 soldati da far rientrare entro
settembre, un quarto del totale dei militari statunitensi impiegati oggi nel
Paese. Ma finora nessuna conferma. Il ministro degli esteri Heiko Maas,
incalzato dalla stampa, risponde: «In caso di ritiro delle truppe americane, la
Germania prenderà nota. Apprezziamo la collaborazione con gli Stati Uniti che
si è consolidata nei decenni. È nell’interesse di entrambi i nostri Paesi».
Inoltre, la
gestione delle proteste in America da parte di Trump fa discutere molti. Joseph
Borrell come Alto rappresentante dell’Ue si dice inorridito per l’omicidio e
chiede impegno nel combattere l’abuso di potere negli USA come altrove. Maas
critica apertamente le minacce di Trump di procedere con lo schieramento
dell’esercito per evitare altre sommosse: «In una situazione così tesa,
rispondere alla violenza con altra violenza è un atteggiamento sbagliato e, in
vista delle prossime elezioni presidenziali in America», continua: «spero
vivamente che tra tutte le voci prevalgano quelle più responsabili», strizzando
così l’occhio all’avversario di Trump Joe Biden e all’ex presidente
repubblicano George W. Bush.
Laura Razzini e
Michela Sartarelli
Anche
in Spagna, il Black Lives Matter,
ha riunito migliaia di persone che si sono ritrovate nelle principali città per
manifestare contro la morte violenta del cittadino statunitense George Floyd.
“El racismo mata”, “No al racismo”, “Black Lives
Matter” sono solo alcuni dei cartelli esposti dai circa tremila
manifestanti – tra cui un’ampia rappresentanza della comunità africana– che si
sono radunati a Madrid dinanzi all’ambasciata americana inginocchiandosi come
segno di condanna del razzismo. Il governo aveva autorizzato la manifestazione
per 200 persone ma il numero dei partecipanti, molti dei quali senza mascherina
e senza rispettare le distanze anti Covid-19, è stato di gran lunga superiore.
Anche
i cittadini di Valencia, nella mattinata di domenica, hanno partecipato
numerosi alla manifestazione indetta dal Colectivo
Negro de Afrodescendientes y Africanas Comunidad Valenciana per proclamare
la propria indignazione verso gli atti di violenza razzista. Le centinaia di
partecipanti, tra cui moltissimi giovani, riuniti in Plaza de la Virgen si sono
inginocchiati alzando il pugno al cielo come gesto di protesta.
Il
caso di George Floyd ha suscitato disapprovazione anche a Barcellona dove,
sotto la pioggia, si sono date appuntamento circa duemila persone, che,
tuttavia, hanno sufficientemente rispettato le norme di sicurezza anti-Covid.
Nella città catalana è molto sentito il tema del razzismo che, nel 2019, ha
fatto registrare 188 denunce.
L’America
Latina, essendo oltretutto vicina di casa degli Stati Uniti, non è rimasta
impassibile alla notizia.
Partendo
dal Messico, notiamo come il grido antirazziale abbia portato i
cittadini a riflettere sulla loro condizione: secondo il Consejo Nacional para Prevenir la Discriminación, più della metà
dei messicani riconoscono di essere stati insultati a causa del colore della
loro pelle. Va comunque precisato che la nazione si sente molto vicina a ciò
che è successo a George Floyd, ma ritiene anche che bisogna avere un
atteggiamento sincero nei confronti del tema: “se chiedi a un messicano se in
Messico c’è razzismo, la risposta sarà sicuramente negativa: ti dirà che il
razzismo esiste solo negli Stati Uniti” afferma l’antropologo César Carrillo
Trueba.
In
poche parole, l’argomento viene trattato come se fosse un tabù, ma sembra che
la gente, cogliendo la palla al balzo, voglia porre fine a questi
atteggiamenti.
In
Colombia, a Bogotá, centinaia di persone sono scese in piazza fino
all’ambasciata statunitense per denunciare il razzismo contro la popolazione
afro, in solidarietà con le rivolte di questi ultimi giorni. I colombiani hanno
deciso di protestare anche per opporsi all’arrivo nel paese delle truppe
statunitensi in funzione anti-venezuelana, concordate con il governo di estrema
destra di Iván Duque. In quest’occasione, è stato, inoltre, ricordato Dilan
Cruz, un giovanissimo studente assassinato dalla polizia colombiana lo scorso
25 novembre durante la prima giornata dello sciopero nazionale.
Lavinia Cataldi, Michela Di Franco e
Ilaria Violi
In diverse città della Francia, nonostante il divieto di
assembramento dovuto al Coronavirus, più di 23.300 persone si sono riunite in
segno di protesta contro le violenze a sfondo razziale della polizia. A causa
del clamore generato, sono state avviate delle indagini sugli abusi di potere
delle forze dell’ordine. Nonostante la preoccupazione per gli assembramenti,
secondo molti esponenti della comunità scientifica l’epidemia è sotto
controllo. Infatti, il Ministro dell’istruzione nazionale spera in un prossimo
alleggerimento delle restrizioni sanitarie nelle scuole.
Domenica, in Belgio, 10.000 persone si sono riunite davanti
al Tribunale di Bruxelles a sostegno del movimento “Black Lives Matter”,
in denuncia degli episodi di razzismo in cui è coinvolta la polizia belga. Il
sindaco di Bruxelles aveva acconsentito allo svolgimento di una manifestazione,
a patto che si svolgesse nel rispetto del distanziamento sociale. Nonostante
ciò, la protesta svoltasi il 7 giugno preoccupa gli esperti poiché potrebbe
rappresentare un nuovo focolaio di contagi. Ma ci vorrà del tempo prima che si
possa avere una reale percezione dell’impatto dell’evento.
In Svizzera, il 6 giugno, sulla scia delle proteste contro
la discriminazione razziale, si sono svolte diverse manifestazioni: a Berna i
manifestanti hanno portato avanti la protesta seduti in semicerchio sul
piazzale della stazione e indossando maschere con la scritta “I can’t
breath“; a Basilea la polizia non è intervenuta per bloccare una
manifestazione non autorizzata per via dei divieti di assembramento; a Zurigo,
invece, si è svolta una manifestazione tollerata dalla polizia municipale, la
quale ha accompagnato il corteo vigilando sul rispetto delle restrizioni
anti-Covid.
Come nel resto del mondo, anche in vari Paesi dell’Africa francofona(e non solo) il video della morte di George Floyd è diventato virale e ha
dato il via a molteplici manifestazioni. A Tunisi, nella giornata di sabato, i
cittadini si sono uniti contro gli abusi subiti dalla popolazione
afroamericana. I manifestanti hanno esposto cartelli con su scritto “rispettate
la nostra esistenza o rispettate la nostra Resistenza” e “non respiriamo l’aria
dell’umiliazione e del razzismo”. Anche molte figure politiche africane hanno
condannato il razzismo di ogni natura: in Senegal, l’ex Ministra della
giustizia ha espresso la sua solidarietà verso la comunità afroamericana e l’ex
Primo Ministro del Ciad ha ricordato la conferenza dell’Organizzazione
dell’Unità Africana del 1964, alla quale aveva partecipato Malcom X, un grande
personaggio della lotta per i diritti degli afroamericani.
Elen’Alba Vitiello e Silvia
Calbi
In Brasile, il
quartiere politico di Brasília è stato preso d’assalto da numerosi manifestanti
divisi in due gruppi. Il primo chiede il rafforzamento del sistema sanitario
nazionale e critica le morti di persone di colore; l’altro invece difende il
presidente. La stessa cosa è successa a San Paolo e Rio de Janeiro. I
manifestanti chiedono le dimissioni di Bolsonaro, che qualche giorno fa ha
dichiarato che morire “è il destino di tutti”, riferendosi ai morti per il
Covid-19. I sostenitori innalzano la bandiera di Israele gridando “Bolsonaro
2022”. Il presidente risponde definendo “terrorista” e “drogato” chi ne chiede
le dimissioni.
In Portogallo ci
sono state manifestazioni nel fine settimana a Lisbona, Porto, Braga, Coimbra e
Viseu. Le minoranze bersaglio di discriminazione sono i paesi africani
ex-colonie (principalmente Angola, Capo Verde, Guinea Bissau, Mozambico, São
Tomé e Príncipe), quella brasiliana e quella dei rom. Venerdì 5 giugno 2020 il
governo ha approvato tre progetti di lotta al razzismo che prevedono più
sicurezza tra giovani, quartieri periferici e forze della polizia; uno studio
etno-razziale sulla popolazione nelle carceri e l’eliminazione della disparità
di bambini e giovani afro-discendenti e rom nel sistema scolastico. Ѐ stata
richiesta anche una campagna di informazione antirazzista nei mezzi di
comunicazione sociale.
La Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale,
di cui fanno parte la Guinea-Bissau
e Capo Verde, lo scorso giovedì ha
condannato l’oramai noto accaduto affermando che la democrazia vincerà
l’infelice fenomeno del razzismo ricordando la risoluzione storica contro la
discriminazione razziale presa negli USA nel 1964.
L’Angola,
rappresentata dall’ambasciatrice alle Nazioni Unite Margarida Izata, fa un
appello durante una riunione a Ginevra in linea con le proteste accomunate
dall’hashtag #blacklivesmatter. L’ambasciatrice ha ribadito l’impegno
dell’Angola nel compimento dei suoi obblighi internazionali, in accordo con i
principi fondamentali dei Diritti umani, Diritto allo Sviluppo, Diritti delle
Donne e Parità di Genere, nell’ambito della cooperazione internazionale.
L’Angola chiede a tutte le autorità internazionali che venga costruita un’ordinanza
globale basata sulla giustizia sociale, l’uguaglianza, la dignità e
l’inclusione, respingendo tutte le dottrine basate sul razzismo, la
discriminazione e la xenofobia.
In Mozambico
invece è in corso un’altra lotta per i diritti umani. Attacchi armati ripetuti,
iniziati già dal 2019, da parte di un gruppo dello Stato Islamico nel nord del
paese, a Cabo Delgado, hanno portato alla morte e alla fuga della popolazione
locale. La coordinatrice dell’ONU ha chiesto un aiuto di 33,5 milioni di
dollari alla comunità internazionale e Medici Senza Frontiera ha dovuto
chiudere il suo centro di salute nel posto.
Diana Fagiolo e Martina Pavone
Il 29 maggio la Federazione Russa è stata
protagonista di un enorme disastro ecologico che ha coinvolto la città di Norilsk,
nella regione di Krasnoyarsk. Il collasso di un serbatoio di carburante in una
centrale termoelettrica ha provocato la fuoriuscita di circa 20.000 tonnellate
di gasolio riversate nel fiume Ambarnaya.
La Federazione Russa è venuta a conoscenza del grande
disastro solo il 3 giugno, a seguito dell’intervento del presidente Vladimir
Putin e della dichiarazione dello stato di emergenza da parte di quest’ultimo.
Il vicepresidente del Ministero per le Situazioni di Emergenza, Aleksandr
Chupryan, ha dichiarato che la fuoriuscita del carburante è un problema a
carattere federale e coinvolge l’intera Federazione.
Tuttavia, a pagare per il danno ambientale non saranno fondi
pubblici, ma la società Norilsk Nickel proprietaria della centrale
termoelettrica. L’oligarca Vlaimir Potanin ha infatti assicurato, durante
l’incontro con il presidente Putin, che non verranno spesi fondi pubblici per
rimediare alla catastrofe. Norilsk nickel pagherà più di 10 miliardi di rubli
che corrispondono a circa 129,5 milioni di euro. “Stiamo finanziando tutto
questo interamente a spese dell’azienda, non un solo rublo di fondi di bilancio
sarà speso per questo”, ha dichiarato Potanin, incontrando il consenso di
Vladimir Putin.
Green Peace Russia ha al contempo stimato gli ingenti danni
ambientali che la fuoriuscita del carburante provocherà sia come inquinamento
del suolo sia per le emissioni di sostanze inquinanti nell’atmosfera. Si
attesta una cifra di 10,2 miliardi di rubli per limitare l’impatto ambientale
della catastrofe.
Inoltre, il Servizio Federale di sorveglianza e gestione
ambientale ha valutato i rischi di un secondo incidente a Norilsk. Secondo il
capo del servizio Svetlana Radionova il compito principale consisterebbe
nell’evitare il ripetersi dell’incidente e aggiunge anche che la prevenzione
delle emergenze dovrebbe essere effettuata regolarmente.
“In questo momento ci concentriamo sulle misure di
contenimento,” ha annunciato il Regime federale per la gestione dell’emergenza,
“tutte le forze sono mobilitate per raccogliere i prodotti petroliferi.” Dopo
un’analisi di campioni d’acqua selezionati, infatti, è stato notato che la
concentrazione massima consentita di sostanze inquinanti nei fiumi è stata
superata di molto nella zona di Norilsk.
Secondo la Radionova, il calcolo del danno di questo
incidente dipende da quanto sarà possibile raccogliere prodotti petroliferi da
fiumi e terreni contaminati.
A tal proposito, il Segretario di Stato degli Stati Uniti,
Mike Pompeo ha dichiarato che la sua Nazione è pronta a offrire aiuti alla Russia
nel mitigare gli effetti della fuoriuscita del carburante, aggiungendo che
nonostante i divari fra i due Stati, verrà prestata tutta la competenza tecnica
necessaria.
Silvia Noli e Diana Sandulli
La Cina vede come protagonisti di questi giorni due
importanti avvenimenti: da un lato la costruzione, iniziata questa settimana,
della ferrovia Husuhu che collegherà Shanghai (上海), Suzhou (苏州) e Huzhou (湖州), città, queste ultime, nei pressi del Fiume Azzurro, dall’altro
l’emanazione della legge sulla sicurezza nazionale nella Regione amministrativa
speciale di Hong Kong.
Il progetto della ferrovia Husuhu rientra nell’idea di una
cooperazione interregionale, fondamentale affinché le città che si trovano
vicino al fiume Azzurro possano essere facilmente raggiungibili e avere un
ruolo maggiore all’interno dell’economia cinese.
Sono sei le stazioni previste lungo tutto il percorso (163.8
km): la città di Shanghai, ad esempio, avrà due fermate, quella della stazione
ferroviaria di Shanghai Hongqiao e quella della stazione ferroviaria di
Songjiang. L’intero progetto dovrebbe essere completato in 4 anni e una volta
finito, il sistema di trasporto integrato si rafforzerà, favorendo
ulteriormente la cooperazione e creando nuovi legami economici tra Shanghai e
le città di Suzhou e Hangzhou. Anche l’industria del turismo beneficerà della
presenza della ferrovia, poiché sarà possibile ammirare i diversi parchi
nazionali e le antiche città d’acqua (Zhouzhuang,Tongli, Wuzhen).
Per quanto riguarda Hong Kong, il governo centrale
cinese ha affermato, in questi giorni, di voler procedere con l’emanazione
della legge sulla sicurezza nazionale nella Regione amministrativa speciale di
Hong Kong. Tale legge ha il fine di proteggere i diritti e le libertà legittime
dei cittadini, ma anche di proteggere la città stessa da atti di sovversione e
terrorismo e dalle interferenze straniere nei suoi affari.
Luo Huining, direttore dell’ufficio di collegamento del
governo popolare centrale di Hong Kong, ha incontrato sabato i rappresentanti
locali, che hanno chiesto a gran voce l’emanazione della legge per garantire
che Hong Kong mantenga un alto grado di autonomia e abbia prosperità e
stabilità a lungo termine.
Matthew Cheung Kin-chung, segretario capo dell’amministrazione
di Hong Kong, sta lavorando a stretto contatto con gli organi del governo
centrale per far attuare la legge, mentre si vagliano altre possibili leggi,
tenendo sempre in considerazione i diritti, le libertà e i valori fondamentali
delle persone.
Nel frattempo, Carrie Lam, attuale capo esecutivo,
dichiarato che una legge sulla sicurezza nazionale, sarebbe utile per gli
investitori e andrebbe a consolidare ancora di più lo status di centro
finanziario internazionale di Hong Kong.
Gioia Ribeca
Mentre il Nord
Africa si prepara a ripartire dopo i lunghi mesi di emergenza sanitaria,
alcuni problemi irrisolti sembrano tornare a galla.
L’Egitto,
infatti, ha lanciato pochi giorni fa la nuova iniziativa “Dichiarazione del
Cairo” per risolvere la crisi in Libia. Tale iniziativa, che si basa sui
risultati del vertice di Berlino tenutosi lo scorso gennaio, include una
proposta di cessate il fuoco che partirà lunedì 8 giugno.
La Libia
vive infatti una situazione di caos dal 2011, anno del rovesciamento e
uccisione del leader Muammar Gheddafi.
La zona
orientale del Paese è passata sotto il controllo delle forze di Haftar, che si
definiscono “Esercito nazionale libico”, mentre la parte occidentale
è controllata da gruppi armati che sostengono il Governo di accordo nazionale.
Gli Emirati
Arabi Uniti hanno mostrato il loro sostegno nei confronti del tentativo
egiziano di fermare gli scontri in Libia, incoraggiando “i fratelli libici” a
rispondere positivamente all’iniziativa del Cairo. Il Ministero degli Affari
Esteri degli EAU si è detto infatti favorevole a ritornare sulla strada
politica guidata dalle Nazioni Unite: “la pista politica è l’unica opzione
accettabile per raggiungere la stabilità e la prosperità desiderate”.
L’Arabia
Saudita e il Bahrein seguono la stessa linea di pensiero. Riyadh ha
infatti appoggiato a pieno la richiesta di Al-Sisi del cessate il fuoco in
Libia mirata a favorire la strada della politica internazionale. Quanto al Bahrein,
lo sceicco Khaled bin Ahmed Al Khalifa ha annunciato il proprio sostegno
all’iniziativa, affermando che la Dichiarazione del Cairo è un passo importante
per riunire tutte le parti in Libia e per raggiungere un accordo storico.
Mentre l’Egitto
e i suoi alleati si mobilitano per risolvere la guerra in Libia, ormai
in corso da nove anni, una nuova crisi si fa strada nel Maghreb.
Un documentario
trasmesso da un canale televisivo francese, infatti, ha provocato una crisi
diplomatica tra Algeria e Francia a causa della sua
raffigurazione del movimento popolare algerino contro il regime, iniziato il 22
febbraio 2019.
Il documentario,
trasmesso dal canale governativo “France 5” ed intitolato “Algeria My
Love” è stato prodotto dal regista e giornalista franco-algerino Mustafa
Kossous. Il film, dalla durata di 72 minuti, fornisce testimonianze della
protesta antigovernativa dei giovani algerini sulla libertà, sulla democrazia e
sui propri sogni. Tali dichiarazioni sono state denunciate dai politici
algerini in quanto considerate un affronto al movimento, a causa del
comportamento dei giovani laureati.
Dopo aver
trasmesso il film, l’Algeria ha richiamato il suo ambasciatore da Parigi
per alcune “consultazioni”. Il Ministero degli Affari Esteri algerino il 26
maggio ha dichiarato in una nota: “La natura costante e ripetuta dei
programmi trasmessi dai canali pubblici francesi, con il pretesto della libertà
di espressione, non è in realtà altro che un attacco al popolo algerino e alle
sue istituzioni, compreso l’esercito”.
Samar Hassan
FONTI E SITOGRAFIA CONSULTATE
Inglese
The Age (06/06/2020) “Stop Black Deaths in Custody –
Justice for George Floyd #BLM Rally : Melbourne” https://www.theage.com.au/national/victoria/stop-black-deaths-in-custody–justice-for-george-floyd-blm-rally–melbourne-20200606-h1ol2b.html
NS
Herald (06/06/2020) “George Floyd death: Australians protest across the
country” https://www.nzherald.co.nz/world/news/article.cfm?c_id=2&objectid=12337745
Quan D. (07/06/2020) “Heartbroken and conflicted:
Canada’s Black police officers open up about George Floyd’s death and
anti-racism protests”
https://www.thestar.com/news/canada/2020/06/07/heartbroken-and-conflicted-canadas-black-police-officers-open-up-about-george-floyds-death-and-anti-cop-protests.html
.The Star
Humboldt
Journal (31/05/2020) “Protest against anti-black racism, police impunity in
Montreal turns violent”
https://www.humboldtjournal.ca/protest-against-anti-black-racism-police-impunity-in-montreal-turns-violent-1.24144283
Hill E.,
Tiefenthäler A., Triebert C., Jordan D., Willis H. & Stein R. (04/06/2020) “8 Minutes and 46 Seconds: How George Floyd Was
Killed in Police Custody” https://www.nytimes.com/2020/05/31/us/george-floyd-investigation.html.
The New York Times
Shupper
K. (07/06/2020) “US ‘Black Lives Matter’ protests go global”
https://www.ft.com/content/2b0f40c0-8e07-4eb4-b2d6-0ed0e3599243. Financial
Times
Busby M. (06/06/2020)“UK anti-racism protesters
defy calls to avoid mass gatherings”
https://www.theguardian.com/world/2020/jun/06/uk-anti-racism-protesters-defy-calls-to-avoid-mass-gatherings. The Guardian
Se chiudo gli occhi sono a… mi Buenos Aires querido
Cari amici, compagni e colleghi,
oggi #MondayAbroad vola a Buenos Aires grazie al racconto
della nostra responsabile Sara!
Sara è stata la prima persona che ho conosciuto quando ho
messo per la prima volta piede all’UNINT, lo scorso ottobre 2019. In tutto
questo tempo, complici molte passioni in comune (per esempio, il nostro amato
UNINTBlog), ci siamo avvicinate molto ed è un rapporto che sicuramente porterò
sempre nel cuore, sia per la stima e il rispetto che l’hanno caratterizzato,
sia per le avventure che l’hanno accompagnato.
Volevo, per questo motivo, dedicarle l’ultimo articolo
dell’anno accademico: cara Sara, vedi questo articolo come un ringraziamento
per la fiducia che hai riposto in me. Grazie davvero di tutto.
Sara è partita per Buenos Aires grazie a un progetto
organizzato dall’Università degli Studi di Bologna: il 10 gennaio 2016 ha
iniziato la sua grande avventura ed è rimasta nella capitale argentina per i
successivi 9 mesi.
“Diciamo che i primi tempi sono stati sia positivamente che
negativamente traumatici. Ho ancora in mente le immagini del viaggio in taxi
che feci dall’aeroporto al centro della città: un’altra realtà, era come stare
in una bolla e il mio primo sentimento è stato estremamente negativo perché è
un mondo che già dal primo impatto risulta di essere estremamente complesso e
diverso dalla mia quotidianità. Aggiungiamo, inoltre, che a 19 anni avevo visto
poco del mondo e partire per un’esperienza così grande, sicuramente, è stata
una scelta coraggiosa e impattante.”
Vi svelo un segreto: sin da bambina (complice “Il Mondo di
Patty”, non voglio negarlo) ho sempre sognato di visitare quelle terre così
lontane, quindi vi lascio immaginare la mia curiosità nel racconto di Sara.
“C’è da dire che di Buenos Aires non ti abitui mai: puoi esserne perdutamente innamorata, ma, oltre ad avere molti pregi, è una città anche pericolosa e complicata… immagina che anche dopo nove mesi io continuavo a provare questa contrapposizione di emozioni tra loro opposte. […] È comunque una città meravigliosa: a tratti europea, a
tratti ricorda New York; è piena di colori, di vita; è vero che la gente balla
il tango nelle strade (pensa che sui marciapiedi ci sono addirittura le
impronte con i passi!).”
Cerco in tutti i modi di riportare le emozioni che, pian
piano, sto riconoscendo nelle parole di Sara: come fosse una spettatrice
meravigliata, sta rivivendo la sua esperienza con il giusto pathos e la giusta
malinconia (e a me fa davvero piacere sentire la leggerezza di quei ricordi).
“Il mio posto preferito è sicuramente la biblioteca
costruita all’interno del teatro: a vederla da fuori, in verità, sembra un
edificio qualunque, ma la vera magia avviene quando entri e hai questa distesa
infinita di libri colorati, il tutto all’interno di un teatro. Un posto
veramente affascinante che mi piaceva vedere come se fosse il mio luogo sicuro,
la mia isola di pace in mezzo a tanta confusione. […] Buenos Aires, inoltre, è
la città sudamericana per eccellenza e al suo interno puoi trovare i colori più
vivaci dentro ai quartieri più pericolosi, come per esempio La Boca, nella
quale mi sono sentita come se stessi nuovamente in una bolla. Forse, a essere
sincera, questo è il maggior difetto di Buenos Aires: è tanto bella (non le
mancano sicuramente arte e architettura), quanto complessa e povera. È
una città dove non esistono né il bianco, né il nero, ma neanche il grigio: ti
spinge tanto da decentrarti e quasi mandarti in confusione.
[…] Oltre alla biblioteca, un posto meraviglioso è anche il
mercato di Sant’Elmo, questa strada lunghissima ricca di bancarelle
dell’artigianato, del vintage e del choripán, questo semplice panino con
la salsiccia che, però, lì acquista un gusto tutto suo, forse dato dal contesto,
più che dalle materie prime!”
La chiacchierata con Sara sta quasi per giungere al termine,
ma prima la mia solita domanda “lo rifaresti?”
“È stata sicuramente un’esperienza forte e non nego che, mentre ero lì, contavo i giorni per il mio rientro a casa… Per una ragazza di 19 anni alla sua prima esperienza all’estero, forse, era veramente troppo, anche solo da metabolizzare. È stata dura, ma è da almeno tre anni che dico di volerci tornare, sia col senno di poi, che con la testa di oggi: come tutte le esperienze molto forti, quando si concludono hanno subito un sapore dolce-amaro, che finisce col depositarsi e lasciare scoperto il vero e profondo legame che hai instaurato.
Sento sicuramente il bisogno di rivederla con gli occhi
della Sara di oggi: è stata una tappa fondamentale della mia vita e, forse, non
l’ho vissuta come avrei dovuto.
Quel lontano 10 gennaio sono partita senza sapere bene cosa
avrei voluto fare, né chi avrei voluto essere, ma sono tornata con fame di
conoscenza sul mondo e sui suoi meccanismi, tant’è che in quel momento ho
deciso che mi sarei iscritta alla triennale in Relazioni Diplomatiche e
Internazionali e, in seguito, a Sicurezza Internazionale.”
Concludiamo, dunque, questa meravigliosa serie di storie, di
racconti, di vite che nel corso di queste settimane ci hanno tenuto compagnia.
Il mio #MondayAbroad va in vacanza: è stato un anno ricco di
emozioni, traguardi, gioie e momenti, sia positivi che negativi; insieme
abbiamo conosciuto tanti posti e tanti amici che, mai come in questo periodo
così particolare che tutti quanti abbiamo vissuto, abbiamo ritrovato sempre e
comunque a un millimetro dal nostro cuore.
Un saluto speciale a tutti voi: in bocca al lupo per gli
esami, per la laurea, per la vita.
Grazie per avermi permesso di raccontarvi (e raccontarmi).