La rassegna stampa internazionale dell’UNINT
Continuano i tortuosi negoziati riguardo il livello di accesso alle acque britanniche per i pescherecci UE. Nel frattempo, oltreoceano negli States, da un sondaggio pubblico emerge che più di un quarto dei cittadini americani non si vaccinerebbe contro il Covid-19. Grande orgoglio, invece, per il Madagascar: la ricercatrice Zara Randriamanakoto firma la sua nuova invenzione, il radiotelescopio più grande al mondo.
EUROPA
Dalla Spagna, in base a quanto riportato
da El Pais, arriva il 15 dicembre la conferma della
crescita dei contagi da coronavirus che tocca quota 200 ogni 100.000 abitanti.
Le Baleari e le Canarie risultano fortemente colpite dall’aumento dei casi e
annunciano, già da lunedì, un aumento delle restrizioni. Secondo lo studio
dell’Instituto de Salud Carlos III, si legge su El Pais, almeno 1 spagnolo su 10 avrebbe contratto il
virus durante questa seconda ondata, infatti lo studio di siero prevalenza
riportato su Rtve conferma che circa il 10% della popolazione
spagnola sarebbe stato contagiato. Intere province come Madrid, Cuenca e Soria
mostrano una prevalenza di positivi di più del 18%. Intanto, Casado, leader del
PP, mette in dubbio l’effettiva realizzazione del piano di vaccinazione del
Governo spagnolo e accusa il presidente Sanchez di non affrontare con sincerità
la pandemia. Al Congreso de Diputados, scrive El Pais, Casado avrebbe chiesto al presidente di
“metterci la faccia” come la cancelliera tedesca Angela
Merkel e di mostrare onestà al popolo spagnolo. Con l’arrivo del Natale
aumentano le preoccupazioni per la possibile terza ondata e il presidente
Sanchez dichiara, secondo quanto si legge su El Pais e El Mundo, che aumenterà le restrizioni nel Paese in vista
delle festività. Il coronavirus, però, non soltanto ha avuto conseguenze
economiche, bensì, sottolinea EL Pais, ha segnato profondamente e in maniera
estremamente negativa un’intera generazione di giovani, già penalizzati dalla
crisi precedente. Le conseguenze più immediate sono state una diffusa perdita
di impiego e una precarietà, tanto economica, quanto psicologica. El Pais, sul fronte politico riporta l’intento del PSOE
e Unidas Podemos di sottoporre al Congreso, durante l’ultimo mese
dell’anno, una serie di disegni di legge in campo sociale per riuscire a
confermare la maggioranza rispetto al Partido Popular. Le leggi
riguardano tematiche delicate quali l’eutanasia, l’educazione, la protezione
dell’infanzia e i cambiamenti climatici, oltre al rinforzamento del Poder
Judicial.
A.C.
Il protagonista
della une di LeMonde continua a essere il
Covid-19. In Francia la seconda
ondata sta mettendo a dura prova gli ospedali e il personale sanitario, in
particolare l’ospedale Bichat, situato nel XVIII arrondissement di Parigi, è in
grave difficoltà.
Sono le 11 del
mattino e la stanza di Colette è illuminata da una luce invernale sottile e
dall’abbraccio del Sacré-coeur che si affaccia alla finestra. Colette vorrebbe
fare la sua solita passeggiata in cortile insieme a Julie Pacharro,
fisioterapista del reparto di geriatria ma, purtroppo, la mattina del 13
dicembre 2020 non riesce a far altro che sussurrare agli operatori sanitari «Dodo, dodo» (“voglio fare la nanna”). Come
Colette, molti pazienti anziani, positivi al Covid, fanno fatica a rimettersi
anche in assenza di problemi respiratori: “Sono completamentescarichi
nel loro letto, è impressionante”, afferma Agathe Raynaud-Simon, responsabile
del reparto.
Spostando
l’attenzione verso un’altra grande battaglia, la Francia continua a combattere
in prima linea il cambiamento climatico. Nonostante, infatti, siano passati
cinque anni dalla COP21, i progressi raggiunti sembrano insufficienti e lo
scenario futuristico presentato nella riunione virtuale, tenutasi il 12
dicembre scorso e citata da LeFigaro, appare catastrofico.
Malgrado le previsioni distopiche, il Regno Unito, l’UE, la Cina e il Pakistan
riaffermano l’impegno e la volontà di intensificare i loro sforzi al fine di
garantire lo sviluppo sostenibile.
Nondimeno, il
quotidiano francese ci tiene a sottolineare che bisogna fare i conti anche con
la crisi economica.
Al grido «si je
paye, je coule» (“se pago, fallisco”), Frédéric
Bedin, Jean-Bernard Falco e Nicolas Bergerault chiedono aiuto e sostegno al
governo per rilanciare le proprie attività. Questa richiesta è stata portata
avanti dai tre imprenditori che hanno evidenziato l’ottimo andamento dello
scorso anno, gli affari infatti andavano a gonfie vele prima della pandemia
raggiungendo persino un fatturato di 300 milioni di euro.
A.B.
Dopo
mesi di tortuosi negoziati e a sole tre settimane dal termine del periodo di
transizione, restano due questioni a dominare i colloqui tra UE e Regno
Unito. Si tratta del futuro livello di accesso alle acque britanniche
concesso ai pescherecci dell’UE e, più significativamente, la clausola anti-diluizione
per garantire che gli standard normativi non divergano a tal punto da lasciare nel lungo periodo le imprese britanniche o europee a un
significativo svantaggio competitivo sul mercato. Mentre a Bruxelles la questione sull’accesso
alla pesca non è vista come un rompicapo, a Londra il sentimento non è contraccambiato.
In entrambi i casi, la sensibilità politica al problema, con industrie della
pesca da soddisfare per entrambe le parti, rende difficile approdare a un
accordo. Londra propone di discutere ogni anno con Bruxelles le quote riservate
ai pescherecci degli Stati UE entro 200 miglia marine di zona economica
esclusiva. Ciò significa che le quote sarebbero fissate in base alla
percentuale di pesce all’interno della zona economica esclusiva di ciascuna
parte. Si sostiene che questo sistema sarebbe più equo e più scientifico. È già
utilizzato dall’UE nei colloqui annuali per la fissazione delle quote con la
Norvegia. Il Regno Unito possiede stock prioritari su cui prevede un aumento
delle catture e vuole che l’area da sei a 12 miglia intorno alle sue coste sia
utilizzata esclusivamente dai pescherecci britannici. L’UE cerca di resistere in
quanto questo tipo di negoziato non offrirebbe sicurezza agli Stati costieri. Vorrebbe
inoltre mantenere i guadagni di Londra intorno al 15-18% del pesce catturato da
barche comunitarie in acque britanniche, rispetto al 60% richiesto dal Regno
Unito. Le divergenze riguardano gli standard ambientali, lavorativi e sociali,
che vanno dagli obiettivi di riduzione delle emissioni alle normative in
materia di salute e sicurezza oltre agli standard alimentari, che potrebbero
lasciare le aziende di una delle parti con una base di costo inferiore nel
momento in cui si immetteranno sul mercato europeo. Questo, mentre l’UE sta
cercando un meccanismo per garantire che le imprese europee non siano
svantaggiate dal punto di vista economico qualora la Gran Bretagna non si faccia
avanti. Si sostiene che col passare del tempo gli standard minimi protetti
dalla non regressione diventeranno obsoleti. Inizialmente l’UE proponeva che,
laddove una parte non fosse riuscita a migliorare i propri standard, l’altra
avrebbe dovuto essere in grado di applicare automaticamente le tariffe per correggere
le ragioni di scambio. Bruxelles ora sostiene invece che dovrebbe essere
possibile per entrambe le parti proporre una revisione degli standard minimi
comuni quando sarà il momento. Il Regno Unito ha alcuni problemi con questo
approccio. Vuole sapere quale sarà il criterio per giudicare se una parte sia in
svantaggio competitivo, come verranno fissati i nuovi standard minimi, oltre a
pretendere che le tariffe vengano applicate solo nelle aree di commercio in cui
sia possibile dimostrare che eventuali distorsioni siano da ricondursi a
divergenze normative, anziché trasversali rispetto a tutti i settori
dell’economia. Secondo il Guardian,
il capo negoziatore del Regno Unito, David Frost, sostiene che la paura di
contromisure potrebbe portare la Gran Bretagna a essere trascinata nell’orbita
dell’UE. I funzionari di Bruxelles sospettano che ci sia un’altra motivazione
dietro lo scetticismo del Regno Unito: un futuro governo laburista potrebbe
accettare di migliorare gli standard che una futura amministrazione
conservatrice sarebbe incapace di rimuovere.
L.D.
Protagonista indiscusso di questi giorni è il
coronavirus e questa volta il triste primato per numero di decessi spetta alla Germania.
Come riferisce il giornale Zeit,
che riporta i numeri forniti dal Robert Koch Institut (RKI), sale a
oltre 590 il numero dei decessi da coronavirus in un solo giorno registrando
così un nuovo record, il più alto dall’inizio della pandemia. Tra i vari Länder
è la Baviera a detenere il primato di vittime con 140 decessi, seguita dalla
Renania e dal Baden Württemberg.
Nell’attuale panorama una speranza viene fornita
dalla società biofarmaceutica Farmycon, come riporta Tagesschau,
che intende immettere sul mercato un nuovo farmaco che, sfruttando il principio
degli anticorpi, sarà efficace nella lotta contro il coronavirus.
Ciononostante, lo stato federale tedesco non può permettersi di abbassare la
guardia in vista delle festività natalizie.
Sono in fase di progettazione nuovi inasprimenti
delle misure e ulteriori restrizioni per limitare gli spostamenti e gli
assembramenti, secondo quanto riportato dallo Spiegel.
Infatti, il numero crescente di contagi ha spinto la Cancelliera Merkel ad
invocare misure più restrittive.
Nella conferenza telefonica di domenica con i
vari governatori dei Länder la Cancelliera ha dunque rivolto un accorato
appello, quasi implorando gli stessi ad adottare un lockdown più severo,
come riporta il Tagesschau.
Secondo la Cancelliera Merkel le misure di lockdown blando, già in
vigore dal 2 novembre, non si sarebbero rivelate sufficienti a contenere i
contagi e numeri così drammatici aprono la strada ad un lockdown più
severo, a partire da mercoledì 16 dicembre fino a domenica 10 gennaio
2021. Secondo quanto riportato dalla Deutsche Welle,
chiuderanno tutte le attività ritenute non essenziali ad eccezione di ospedali,
supermercati e farmacie. Alle categorie che hanno abbassato le serrande già da
novembre, si uniranno anche tutti i negozi e centri commerciali e vengono
anticipate al 16 dicembre le vacanze natalizie per le scuole.
Si apprende dalla lettura del giornale tedesco die
Zeit che si sono registrate lamentele e cori di protesta in risposta
alle nuove misure introdotte dal governo, infatti estremisti e neonazisti hanno
manifestato con minacce e insulti e hanno successivamente preso d’assalto il
Reichstag a Berlino accusando il governo di voler limitare la libertà delle
persone e la stampa di connivenza e di propaganda favorevole al governo, mentre
le restrizioni sono condivise e rispettate dalla maggior parte della
popolazione.
Le immagini pubblicate dal giornale Die
Welt mostrano però file di persone davanti ai negozi che
approfittano degli ultimi giorni prima del lockdown per fare gli
acquisti di Natale e sovraffollamenti nelle strade. Per questo si auspica che
la campagna di vaccinazione approvata e prevista a partire dal 29 dicembre,
secondo quanto si apprende dal giornale Süddeutsche-
Zeitung, riporti presto alla normalità dei rapporti sociali.
A.P.
Nella Federazione
Russa il giorno 10 dicembre circa 20.000 moscoviti si sono iscritti alla
vaccinazione contro il Covid-19 e più di 6.000 sono già stati vaccinati,
secondo quanto riportato da Mskagency.ru
riprendendo le parole del sindaco della capitale russa Sobjanin. L’intero
sistema di vaccinazione funziona bene, tant’è che le autorità di Mosca non
prevedono di introdurre ulteriori restrizioni e sanzioni durante le vacanze di
Capodanno, scrive Mskagency.ru,
ma ovviamente non verranno organizzati eventi di massa. Inoltre, da lunedì 14
dicembre la registrazione per la vaccinazione è stata messa a disposizione di
altri gruppi a rischio a causa del proprio lavoro: si tratta di lavoratori del
commercio, di centri di servizi pubblici e di istituzioni culturali, secondo
quanto riporta Iz.ru,
che sono a contatto con milioni di cittadini. Il capo del Centro Gamaleja
Aleksander Gincburg ha affermato che il vaccino Sputnik V sarà in grado di
proteggere il corpo dall’infezione da coronavirus per 2 anni, riporta Russian.rt.
Per quanto
riguarda la distribuzione del vaccino russo nelle altre regioni russe e nel
mondo, il primo ministro Mišustin ha detto che i primi lotti del vaccino
Sputnik V sono stati inviati nelle altre regioni della Federazione Russa,
secondo quanto riporta Regnum.ru e anche
il secondo vaccino EpiVacCorona è entrato nella circolazione civile, così ha
riferito il capo del Rospotrebnadzor Anna Popova a un corrispondente di Regnum.ru.
Il Centro Vector ha già prodotto 50.000 dosi del secondo vaccino russo e 7.800
dosi sono state introdotte nella circolazione e consegnate a 5 regioni, scrive Ria.ru
mentre il secondo vaccino russo è ufficialmente entrato in una nuova fase di
test, i cui risultati verranno annunciati a gennaio. Nel frattempo, l’Argentina
ha firmato un contratto con la Russia per la fornitura del vaccino Sputnik V
(circa 300.000 dosi entro fine anno) e prevede di vaccinare 10 milioni di
persone tra gennaio e febbraio, secondo quanto riporta Ria.ru.
Continuano a essere riportati giornalmente i casi di coronavirus: l’11 dicembre
sono stati riportati 28.585 casi nel Paese, il dato più alto della settimana. Il
15 dicembre, i dati riportano un totale di più di 2,7 milioni di casi, secondo
il sito Stopcoronavirus.rf
ma fortunatamente durante il corso della settimana il numero di casi è
diminuito. San Pietroburgo detiene un record per il ricovero settimanale di
persone infette da coronavirus e di conseguenza il carico sugli ospedali
pietroburghesi è estremo, scrive Vesti.ru. Il
presidente del comitato sanitario cittadino Dmitrij Lisovec ha annunciato un
aumento significativo del numero di ricoveri nell’ultima settimana, tanto che
l’addetto stampa del Cremlino Dmitrij Peskov ha annunciato una situazione grave
a San Pietroburgo, scrive Russian.rt.
Secondo la fonte Gazeta.ru,
dal 7 al 13 dicembre 5.785 persone sono state ricoverate, si tratta del dato
più alto dall’inizio della pandemia. Sono state introdotte misure molto
restrittive, come il divieto alle imprese di ristorazione di servire i clienti
durante le vacanze invernali e la chiusura di musei e teatri. Nel frattempo,
come riporta Pravda.ru,
sono iniziate le vaccinazioni volontarie per i medici e gli insegnanti della
città: entro fine dicembre saranno consegnate più di 4,6 mila dosi di vaccino
Sputnik V.
In relazione alle
questioni economiche del Paese, il servizio stampa del Cremlino
ha riferito che il 9 dicembre si è tenuta una riunione tramite videoconferenza
durante la quale il presidente Putin ha chiesto di risolvere la questione dei
prezzi del cibo nel più breve tempo possibile, in modo da fermare l’aumento dei
prezzi dei prodotti alimentari, spiega Gazeta.ru.
Il presidente ha ribadito che l’aumento dei prezzi non è correlato alla
pandemia in corso e non è giustificabile in alcun modo. Secondo un articolo di Zona.media,
il presidente si è rivolto al capo del Ministero dello Sviluppo Economico
Rešetnikov criticandolo per questo aumento dei prezzi, poiché tali
“esperimenti” sono inaccettabili davanti al calo dei redditi della popolazione.
Entro lunedì 14 dicembre ministeri e dipartimenti hanno dovuto preparare i
documenti necessari alla riduzione dei prezzi dei prodotti alimentari, secondo
quanto richiesto dal Primo Ministro russo Mišustin, scrive Rbc.ru.
Il 15 dicembre Mišustin ha così firmato una serie di documenti per stabilizzare
i prezzi dei prodotti alimentari, riporta Gazeta.ru:
uno dei documenti riguarda degli accordi speciali con produttori alimentari e
catene di vendita al dettaglio. Tali accordi aiuteranno a ridurre e mantenere a
un livello normale i prezzi dei beni più popolari.
Per quanto
riguarda i rapporti tra Russia e Stati Uniti, il presidente Putin si è
“finalmente” congratulato con Joe Biden per aver vinto le elezioni
presidenziali statunitensi tramite telegramma, secondo il sito web del Cremlino.
Il presidente ha espresso la sua convinzione che attraverso gli sforzi
congiunti tra Mosca e Washington si potrebbero risolvere molti problemi e sfide
a livello mondiale, poiché una collaborazione tra Russia e Stati Uniti
soddisferebbe l’intera comunità internazionale. Ciò è successo il 15 dicembre,
poiché il 14 i membri del collegio elettorale hanno votato per Biden: il
collegio elettorale prende la decisione finale su chi diventerà il nuovo
presidente degli Stati Uniti, per questo Putin si era astenuto dal
congratularsi con Biden, volendo appunto aspettare il completamento della
procedura statunitense, spiega Rbc.ru.
Per quanto
riguarda la situazione con l’Ucraina, l’ex Paese sovietico si è preparato per
l’attuazione di uno scenario militare per risolvere il conflitto in Donbass,
secondo quanto riporta Pravda.ru.
L’Ucraina non dovrebbe nemmeno pensare a una soluzione militare alla questione
del Donbass, sia perché le sue aspirazioni non sono sostenute dai Paesi
europei, sia perché Putin ha spiegato che tali azioni porterebbero conseguenze
molto gravi all’ex Paese sovietico.
S.P.
AFRICA
Il Madagascar
punta in alto, alle stelle. Il 15 dicembre 2020, la ricercatrice Zara
Randriamanakoto, originaria del Madagascar, firma la sua nuova invenzione: il
radiotelescopio più grande al mondo. Come sottolinea Christelle Marot (jeuneafrique.com), la
dottoressa in scienze astrofisiche non ha ancora avverato il suo sogno di poter
continuare la ricerca in Madagascar affinché tutte le giovani donne possano
esserne ispirate.
Il sogno della
giovane donna sembra però infrangersi quando si continua a leggere di episodi
razzisti, per esempio nello sport. Secondo Alexis Billebault di jeuneAfrique, il match del 12
dicembre entrerà nella storia. La partita che ha visto scendere in campo il PSG
e il Basaksehir ha fatto da cornice alle ire dell’attaccante Webo, quando il
quarto uomo romeno ha usato il termine “negru” (nero in italiano) per
riferirsi al viceallenatore dei turchi. Così l’allenatore del Basaksehir ha
deciso di sospendere la partita. «Le mal est ancien» e, ancora
una volta, si rende manifesta la volontà di sconfiggere una piaga secolare: il
razzismo.
A.B.
Giovedì,
Donald Trump ha annunciato la normalizzazione delle relazioni tra Marocco
e Israele. Con questo accordo, il Marocco diventa il quarto Paese arabo a
mettere da parte l’ostilità con Tel Aviv negli ultimi mesi, dopo EAU, Bahrein e
Sudan. Stabilirà piene relazioni diplomatiche con la controparte e consentirà
sorvoli aerei e voli di linea da e verso Israele per tutti i suoi cittadini. Il
monarca marocchino ha affermato che il Regno è determinato a salvaguardare
l’impegno permanente alla
difesa della causa palestinese e alla costruzione della pace in Medio Oriente.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha accolto con favore l’accordo,
descrivendolo come “un altro grande segnale per la conciliazione”. Come parte
dell’intesa, Trump ha anche annunciato di riconoscere la sovranità di Rabat sul
territorio del Sahara occidentale, teatro di un conflitto pluridecennale tra il
Marocco e il Fronte Polisario, un movimento separatista, sostenuto
dall’Algeria, che cerca di insediare sul territorio uno Stato indipendente. Da parte
sua, il Fronte Polisario deplora profondamente la decisione di riconoscere la
sovranità del Marocco sulla regione. In commento alla svolta nei rapporti, il
rappresentante del movimento in Europa ha parlato di “un evento singolare ma
non sorprendente”, aggiungendo che ciò non pregiudicherà il diritto del popolo
Saharawi all’autodeterminazione. Le Nazioni Unite hanno ribadito che nonostante la decisione americana, la posizione del Segretario
generale Guterres riguardo il Sahara occidentale non cambierà. Durante la
conferenza stampa all’ordine del giorno, il portavoce Dujarric ha riferito
dell’intenzioni di Guterres nel volere continuare a negoziare una soluzione
sulla base delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza. La forza trainante dietro
la conclusione di questi accordi, riferisce al-Quds
al-Arabi è stata la volontà di costituire un fronte unito contro
l’Iran al fine di contenerne l’influenza regionale.
L.D.
Secondo quanto riportato da al-Jazeera, il primo ministro
sudanese Abdalla Hamdok ha annunciato il vertice dell’IGAD (Autorità
intergovernativa per lo sviluppo), per risolvere la crisi nella regione del
Tigre, in Etiopia, in seguito ai bombardamenti del 4 novembre che hanno dato vita a una
crisi umanitaria, ucciso migliaia di persone e visto fuggire circa 50.000
etiopi. Il vertice, previsto ad Addis Abeba nella giornata di domenica, è stato
concordato con la controparte etiope, Abiy Ahmed. In una nota su Twitter, il
primo ministro sudanese ha sottolineato l’importanza di questa riunione di
“emergenza” per discutere in modo produttivo su questioni politiche, umanitarie
e di sicurezza di interesse comune al fine di garantire un futuro di pace, di
stabilità e di prosperità per le due Nazioni e la regione. Un funzionario del
governo sudanese ha dichiarato all’agenzia di stampa AFP che l’incontro tra
Hamdok e Abiy è stato fruttuoso, soprattutto sulla riunione di emergenza
dell’IGAD e sul rilancio di un comitato che lavorasse per delineare il confine
condiviso.
V.D.I
Secondo quanto riportato da An-Nahar, gli Stati Uniti hanno
ufficialmente ritirato il Sudan dalla lista degli Stati che sponsorizzano il terrorismo, in cui era
incluso nel 1993. A confermare la notizia è l’ambasciata americana a Khartoum
con una nota su Facebook, nella quale ha anche riportato che la decisione è
stata presa dall’amministrazione americana lo scorso ottobre, in seguito alla
scadenza del termine di presentazione delle relazioni congressuali di 45
giorni. La misura è stata pubblicata nel registro federale ed è entrata in
vigore nella giornata di lunedì 14 dicembre.
V.D.I
Più in linea generale, parlando dell’Africa nella sua totalità in
quanto continente, gli epidemiologi africani cominciano a interrogarsi sulla
presunta data di arrivo dei vaccini contro il coronavirus nel proprio
continente. Secondo quanto riportato da al-Jazeera, infatti, nella giornata di giovedì il direttore dei centri africani per il
controllo e la prevenzione delle malattie, John Nkengasong, si è pronunciato
sulla questione mostrando preoccupazione per l’arrivo dei vaccini nei Paesi
africani, affermando realisticamente che è improbabile che ciò accada prima
della metà del 2021. A tal proposito, chiede una sessione straordinaria delle
Nazioni Unite affinché venga garantita un’equa distribuzione dei vaccini,
essendo un bene comune da garantire indipendentemente a tutti e non solo ai Paesi
ricchi che si sono già assicurati un gran numero di dosi. Malgrado le numerose
sfide infrastrutturali e logistiche (conservazione del vaccino) e i fattori in
gioco (vincoli finanziari, investimenti necessari, vita quotidiana della
popolazione), l’epidemiologa e direttrice esecutiva dell’African Population and Health Research Center, Catherine
Kyobutungi, ha dichiarato che potrebbe volerci del tempo ma i vaccini
arriveranno e spera che nel primo trimestre del 2022 una parte significativa
della popolazione africana sarà stata vaccinata.
V.D.I
MEDIO ORIENTE
Lunedì,
in Arabia Saudita, una petroliera della compagnia singaporiana Havnia è
esplosa al largo del porto di Gedda, centro
di distribuzione del colosso petrolifero saudita Aramco. La compagnia ha comunicato
che una “causa esterna” avrebbe preso di mira la petroliera, dando luogo a un
incendio avvenuto durante lo scalo della nave. L’equipaggio, tuttavia, è stato
in grado di placare le fiamme senza riportare alcun ferito, pur non escludendo perdite
di petrolio. Negli ultimi due anni, tra il Golfo e il Mar Rosso diverse
petroliere sono state oggetto di attacchi misteriosi. L’Arabia Saudita con il
placito degli Stati Uniti ha arrecato la responsabilità di questi eventi alle
milizie Houthi, sostenute dall’Iran, il quale tuttavia nega qualsiasi ruolo
negli attacchi. Attraverso Bab al-Mandab e il Golfo di Aden, il Mar Rosso rappresenta
uno dei principali corridoi di trasporto per la sicurezza energetica e acquista
una notevole vaglia geopolitica in presenza di isole dalla grande importanza strategica,
tra cui Shedwan e Demira. Nel settembre 2019, gli attacchi agli impianti
petroliferi Aramco, il più grande esportatore mondiale di greggio, hanno
temporaneamente dimezzato la produzione del regno, provocando turbolenze nei
mercati globali. Gli osservatori ritengono che il targeting della petroliera non sia privo di messaggi volti a fare
pressione agli USA affinché recedano dall’intenzione di classificare il gruppo
filoiraniano come organizzazione terroristica. L’amministrazione Trump aveva
considerato l’idea di classificare la milizia come gruppo terroristico già nel
2018, salvo rinviare il piano in parte a causa di una serie di preoccupazioni tra
cui la complessità nel fornire aiuti umanitari oltre alla messa a repentaglio
degli sforzi per una soluzione pacifica alla crisi. Gli Houthi, che controllano
le aree dello Yemen settentrionale al confine con l’Arabia Saudita, hanno intensificato
i loro attacchi al Regno da quando Riyadh nel 2015 ha assunto la guida di una
coalizione militare a sostegno del governo yemenita. Il quotidiano al-Arab
ricorda che il conflitto ha dato luogo a quella che molti definiscono la più
grave crisi umanitaria della storia recente, in cui circa l’80% della
popolazione è diventata dipendente dagli aiuti umanitari.
L.D.
Fonti
dalla Palestina hanno riferito che la visita del presidente Mahmoud
Abbas a Doha mira a cercare il “sostegno del Qatar” di fronte alla crescente
pressione araba (saudita-egiziana) per spingere il presidente palestinese a
impegnarsi nel nuovo percorso di pace direttamente con Israele. Le fonti riferiscono
che l’Egitto ha consigliato ad Abbas di essere più aperto verso i Paesi arabi
che hanno scelto la nuova via della pace o che vi si stanno indirizzando, in
quanto tale mossa darebbe un margine ai Paesi
arabi per presentare positivamente la questione palestinese all’amministrazione
Biden, riducendo la velocità di Israele sulla strada della normalizzazione. Abbas
ha di recente scelto di scommettere su Qatar e Turchia e sul riavvicinamento
con Hamas come reazione alla decisione dell’amministrazione Trump di passare
alla fase degli accordi diretti tra Israele e Paesi arabi senza alcuna attesa
per il progresso della pista israelo-palestinese, dopo che lo stesso Abbas ha
rifiutato di assecondare Trump e gli sforzi della sua amministrazione per
rilanciare la pace secondo una nuova visione. Il presidente Abbas vorrebbe che
il Qatar svolga un ruolo di sostengo ai suoi sforzi con la nuova
amministrazione statunitense, per collocare il dossier palestinese in cima alle
priorità americane e, nonostante i suoi dubbi, continua a credere al discorso
del Qatar secondo cui Doha sarà la più vicina a livello regionale
all’amministrazione Biden. In una intervista con Al-Arab,
Muhammad Masharqa, direttore del Progress
Center for Policies di Londra, ha sottolineato come le variabili regionali
e globali richiedano un’intensa attività che abbia a iniziare con la
razionalizzazione dell’amministrazione politica palestinese mediante rapide
elezioni legislative e presidenziali e con la promozione di nuove iniziative
che contribuiscano a incoraggiare l’amministrazione Biden a dare la priorità al
conflitto israelo-palestinese. Masharqa ha invitato il presidente Abbas a ripristinare
le relazioni palestinesi con tutte le capitali arabe e ad essere dalla loro
parte per dare nuovo slancio a soluzioni.
L.D.
AMERICA
In base a quanto riportato dal New York Times,
il fatto che negli Stati Uniti sia iniziata una delle campagne di
vaccinazione più ambiziose della storia non basterà a convincere tutto il
popolo americano a sottoporsi al vaccino. Infatti, secondo il sondaggio
pubblicato martedì scorso dalla Kaiser
Family Foundation, più di un quarto degli americani afferma che non
prenderà il vaccino contro il Coronavirus. In particolar modo, tra i più
riluttanti a farsi vaccinare troviamo i repubblicani, la popolazione rurale e
gli uomini di colore. La fondazione Kaiser ha pubblicato questo primo report
sul “Covid-19 Vaccine Monitor” per esaminare in profondità le
opinioni che il pubblico ha sviluppato nei confronti di queste vaccinazioni.
Ovviamente, tali informazioni saranno essenziali per gli esperti di sanità
pubblica, i quali stanno cercando di incoraggiare la vaccinazione. Attenendoci
a queste dichiarazioni sembra che gli Stati Uniti, oltre a cercare di reprimere
infezioni, ricoveri e decessi esplosivi, dovranno farsi carico anche di una
seconda sfida: lo scetticismo, nonostante questo non sia stato del tutto
imprevisto. Sempre in base a quanto riporta il New York Times,
sembra che il presidente Trump voglia sfruttare la sua potenza per aiutare i
produttori di farmaci a ottenere le materie prime di cui avrebbero bisogno per
produrre decine di milioni di dosi extra del vaccino Pfizer, tutto entro la
prima metà del prossimo anno. Se Trump riuscisse a raggiungere quest’ accordo
riuscirebbe anche a porre rimedio alla carenza incombente di vaccini che la
stessa amministrazione ha contribuito a creare non preordinando più dosi del
vaccino Pfizer, il quale è stato sviluppato insieme al suo partner tedesco,
BioNTech. Quest’estate la Pfizer ha comunque accettato di fornire agli Stati
Uniti 100 milioni di dosi entro la fine di marzo, sufficienti però per
inoculare solo 50 milioni di persone poiché il vaccino stesso richiede due richiami.
Quindi, l’amministrazione americana ha chiesto di recente alla Pfizer di
vendere il vaccino in dosi sufficienti per coprire altri 50 milioni di persone,
tuttavia la richiesta non sembra essere andata a buon fine poiché la Pfizer ha
affermato di aver già trovato clienti in tutto il mondo per le dosi che
riuscirà a produrre fino alla metà del prossimo anno. Tuttavia, negli ultimi
giorni, la società produttrice dei vaccini ha indicato che riuscirebbe a
produrre più dosi se l’amministrazione americana ordinasse ai fornitori
dell’azienda di dare la priorità alle loro richieste di acquisto. Ora le due
parti stanno negoziando un contratto in base al quale Pfizer fornirebbe decine
di milioni di dosi in più tra aprile e la fine di giugno.
Come ultimo argomento introduciamo ora i continui e presunti eventi
razziali che sembrano verificarsi in America, spesso in maniera latente. In
base a quanto riportato dal New York Times
sembra che uno studente nero sia stato espulso da una scuola d’ élite. Tutto
inizia quando il mese scorso la madre dello studente di colore che frequentava
la scuola privata di Charlotte, nel North Caroline ha appreso che la classe di
inglese del figlio avrebbe studiato la commedia “Fences” di
August Wilson. L’opera letteraria esaminava il razzismo nell’America degli anni
’50 e nello specifico è un racconto costellato di insulti razziali fin dalla
prima pagina. Consecutivamente alla scoperta Faith Fox, avvocato e madre single,
è andata a lamentarsi con la scuola. La donna ha spiegato il suo rancore in
un’intervista e ha affermato di aver immaginato la classe prevalentemente
bianca di suo figlio alla Providence Day School che leggeva il dialogo ad alta
voce. La sua principale preoccupazione era che i temi fossero troppo maturi per
il gruppo e che avrebbero quindi potuto promuovere gli stereotipi sulle
famiglie nere. Dopo un giro di e-mail e un incontro con la signora Fox, la
scuola ha accettato una lezione alternativa per suo figlio, Jamel Van
Rensalier, 14 anni. La scuola ha anche discusso le lamentele con i genitori di
altri quattro studenti. Tuttavia, il disaccordo della signora Fox si è
intensificato fino ad arrivare alla creazione di un gruppo Facebook di genitori,
in seguito al quale la donna ha scritto una mail che i funzionari della scuola hanno
interpretato come un attacco personale a un membro della facoltà. Così il
giorno dopo il Ringraziamento la scuola ha informato la signora Fox che Jamel
non avrebbe più frequentato l’unica scuola che avesse mai conosciuto, ossia la
Providence. Sua madre l’ha definita un’espulsione mentre l’istituzione
scolastica l’ha definita “una cessazione dell’iscrizione” che aveva a che fare
con il genitore e non con lo studente. In ogni caso, quella che doveva essere
una lezione letteraria sulla diversità e l’inclusione è in qualche modo costata
a un quattordicenne nero il suo posto in una scuola superiore privata d’élite.
Jamel, l’ex studente, aveva recentemente fatto parte della squadra di basket e
in un’intervista aveva detto che sperava di diplomarsi come un leader del
Providence Day. “Ero completamente distrutto”, ha affermato. Ora il
ragazzo dovrà iniziare a frequentare la scuola pubblica a gennaio. In
conclusione, sembra che quest’anno particolare, oltre ad aver causato una crisi
economica, ne abbia causata anche una sociale, dal momento che molte
istituzioni americane hanno dovuto affrontare il tema del razzismo, comprese le
scuole. Per esempio, quando sono scoppiate le proteste in piazza dopo la morte
di George Floyd, i giovani di tutto il Paese hanno utilizzato i social media
per denunciare il razzismo nelle loro scuole e alla Providence Day School,
mentre gli studenti neri condividevano storie di discriminazione e
insensibilità su Instagram, la scuola stessa rilasciava dichiarazioni contro il
razzismo.
A.B.
Da Cuba, arriva quella che EL Diario De Cuba definisce “una sorpresa per il presidente
Biden”, una carovana di migranti cubani che tentano di arrivare in America del
Nord. Secondo l’informativa de las Academias Nacionales de Ciencias de EEEUU,
riporta El Diario De Cuba, le microonde ad alta frequenza sarebbero la
causa di alcuni problemi di salute dei diplomatici di La Habana. Il Governo
cubano, però, sembra rifiutare tale ipotesi sostenendo che si tratti di un
fatto non dimostrato e altamente improbabile.
A.C
.
Il Messico riconosce la vittoria
elettorale di Joe Biden, il quale, si legge su El Pais, ha promesso di migliorare la vita dei migranti
messicani negli Stati Uniti prima del compimento dei primi cento giorni di soggiorno
nel Paese. In questo modo, scrive il presidente Obrador in una lettera a Biden,
sarà possibile continuare a promuovere lo sviluppo e il benessere delle
comunità del sud-est del Messico e dei Paesi del Centroamerica.
A.C.
In Argentina la Camera dei Deputati ha approvato un disegno di
legge per legalizzare l’aborto gratuito e volontario, avvicinando il Paese
all’adozione di una legislazione che gli attivisti per i diritti delle donne
hanno cercato a lungo, scrive il BBC News.
Il progetto ha ottenuto 131 voti favorevoli e 117 contrari, dopo un
dibattito durato 20 ore.
Nelle prossime settimane il disegno di legge dovrà essere sottoposto a
votazione in Senato per la sua definitiva approvazione. Attualmente, la legge
argentina consente l’aborto solo quando la gravidanza rappresenta un serio
rischio per la salute della madre o in caso di stupro, mentre, con il progetto
in corso, l’aborto volontario e gratuito sarebbe consentito fino alla
quattordicesima settimana di gestazione. Nel 2018 anche la Camera dei deputati
argentina ha approvato un disegno di legge simile per legalizzare l’aborto, ma
il Senato lo ha respinto. Questa volta il
progetto ha il sostegno esplicito del presidente del Paese, Alberto Fernández,
poiché è stato lui stesso a presentarlo al Congresso di novembre. La Chiesa
cattolica ha ribadito la sua opposizione all’aborto e ha chiesto ai politici
argentini “un secondo per riflettere su cosa significhi il rispetto per la
vita”. Al contrario, il ministro delle donne, dei generi e delle
diversità, Elizabeth Gómez Alcorta, ha twittato dopo il voto: “Abbiamo
scritto un nuovo capitolo della nostra storia”. Durante il dibattito e la
votazione, i gruppi favorevoli e contrari al disegno di legge si sono riuniti
davanti al palazzo dei congressi nella capitale, Buenos Aires. Le persone a
favore dell’aborto indossavano il verde, il colore del loro movimento.
A.C.
Lo scorso lunedì nel sud del Cile si è aperto un cielo sereno e
coperto che ha permesso a migliaia di persone di godersi l’eclissi solare, che
per gli indigeni Mapuche potrebbe essere l’inizio di un nuovo ciclo o un
cattivo presagio, scrive il DW.
Questo fenomeno è percepito come un generatore di cambiamenti dovuti alla
“morte temporanea del Sole” o “Lan antü”, nella lingua
Mapuzungún. Sulla base di questa visione del mondo, i membri della comunità
hanno vissuto il fenomeno con rispetto e alcuni si sono nascosti temendo
cattivi segnali, ma tutti hanno condiviso la convinzione che si tratti di un
messaggio di cambiamenti nella natura. Nella città di Finfin, anche a La
Araucanía, molti mapuche si sono nascosti nelle loro case al momento
dell’eclissi dopo aver pregato in modo che l’impatto negativo non fosse così
forte. “Per noi il fatto di non vedere il Sole è negativo, ma
simbolicamente questo significa un avvertimento su ciò che potrebbe accadere in
futuro, per questo non dovremmo guardare l’eclissi”, ha spiegato Rosa
Barbosa, guida spirituale del territorio dei Finfin, che è stata visitata
durante la giornata dal direttore della National Indigenous Corporation
(Conadi), Ignacio Malig.
A.C
Come riportato dal BBC News,
in Venezuela, almeno 14 persone sono state trovate senza vita questo
fine settimana nel mare di Güiria, nello stato di Sucre. La guardia costiera
venezuelana ha registrato 11 decessi sabato a circa 7 miglia nautiche (circa 13
km) dalla costa e altri 3 sulla spiaggia questa domenica. I corpi sono stati
trasferiti all’obitorio dell’Ospedale Centrale di Cumaná, capitale di Sucre.
David Smolansky, commissario del Segretariato generale
dell’Organizzazione degli Stati americani per la crisi dei migranti e dei
rifugiati venezuelani, ha detto che sono stati vittime del naufragio di una
barca che era partita con i migranti a bordo da Güiria a Trinidad il 6 dicembre.
“Ci sono donne e minori tra i venezuelani che sono deceduti cercando di fuggire
dal regime ed essendo stati rimpatriati da Trinidad sono naufragati e trovati
galleggianti vicino alla costa di Güiria”, ha scritto Smolansky su Twitter
sabato. Smolansky in seguito ha affermato che 19 venezuelani erano
apparentemente senza vita, anche se solo 11 sono stati identificati e 7
sarebbero adulti e 4 minori. Il coordinamento e i collegamenti sono mantenuti
tra il governo venezuelano e le autorità militari della Repubblica di Trinidad
e Tobago, sostenendo con il loro comando della Guardia Costiera e la missione
di ricerca via mare, così come il supporto aereo.
A.C.
La richiesta di una nuova Costituzione in Perù è stata incarnata
in un disegno di legge dopo che la richiesta si è rafforzata durante la crisi
politica dello scorso novembre, soprattutto nelle massicce manifestazioni che
hanno causato la caduta del governo di transizione del presidente Manuel Merino
di breve durata, scrive Infobae.
Al Congresso è stata presentata un’iniziativa legislativa per approvare lo
svolgimento di un referendum in cui si consulta la popolazione se è favorevole
alla sostituzione dell’attuale Costituzione, in vigore dal 1993 e promossa
dall’ex presidente Alberto Fujimori (1990-2000), dopo un auto-colpo di stato. Nonostante la richiesta di una nuova Costituzione
sembrasse minoritaria prima della crisi di novembre, è stata apparentemente ampliata
dopo che i peruviani hanno visto come le massicce proteste popolari in Cile
hanno portato a un processo di sostituzione della Costituzione imposta dal 1980
di Augusto Pinochet.
Il disegno di legge suggerisce l’idea di far coincidere il giorno del plebiscito
con le prossime elezioni generali, convocate per l’11 aprile 2021.
Nel caso in cui si tenesse il referendum e il sì vincesse, il presidente
eletto avrebbe 90 giorni dall’assunzione del capo dello Stato per indire le
elezioni per l’Assemblea costituente, che si terranno la seconda domenica di
aprile 2022.
L’attuale presidente ad interim, Francisco Sagasti, è stato riluttante a
spingere per una nuova Costituzione durante il governo di transizione che guida
e ha ritenuto che dovrebbe essere un compito del presidente eletto alle
prossime elezioni.
A.C.
ASIA
In base a quanto
riportato dall’Asia
Times mercoledì, una delle società farmaceutice cinesi ha accettato di acquistare 100
milioni di dosi del vaccino contro il coronavirus dalla società tedesca
BioNTech, a condizione però che Pechino ne approvi l’uso. Motivo per cui la Cina ha trovato rapidamente i propri
candidati per il vaccino Covid-19 e incrementato gli impianti di produzione.
Nel frattempo, anche le aziende locali cinesi collaboravano con gli
sviluppatori stranieri per rifornire uno dei Paesi più popolati del mondo.
Nello specifico, Shanghai Fosun Pharmaceutical Group ha dichiarato di aver stipulato
un accordo con l’azienda tedesca volto a garantire “una fornitura adeguata” di
vaccini in Cina, aggiungendo che effettuerà un pagamento iniziale di 125
milioni di euro (152 milioni di dollari) prima della fine dell’anno per 50
milioni di dosi, mentre i restanti 125 milioni di euro verranno pagati
solamente dopo aver ricevuto l’autorizzazione a commercializzare il vaccino
tedesco nella Cina continentale. Tuttavia, l’accordo non specificava quando
sarebbero arrivati le restanti 50 milioni di dosi. I vaccini Pfizer e
BioNTech sono già stati approvati per l’uso di emergenza in paesi come Stati
Uniti, Regno Unito e Singapore.
Ora cambiando
argomento, in base a quanto riportato dall’ Asia
Times, la spesa interna della Cina continua a crescere, nello
specifico le vendite al dettaglio nella seconda economia più potente del mondo,
durante il mese di novembre, sono aumentate del 5% su base annua, almeno così
afferma il National Bureau of Statistics
(NBS). La cifra era stata già prevista dagli analisti ed era in aumento
rispetto alla crescita del 4,3% del mese scorso. Sembra che l’economia cinese
stia assistendo ad una ripresa costante dopo la pandemia da coronavirus. Tuttavia,
data la recrudescenza del virus, la ripresa economica mondiale sta ancora
affrontando venti contrari con crescenti instabilità e incertezze. Nonostante
la Cina sia riuscita in gran parte a tenere sotto controllo il coronavirus, la
sua ripresa della spesa è stata comunque più lenta poiché il mondo si trova
ancora oggi a dover affrontare l’impatto della pandemia e ne è stato colpito in
particolar modo il settore dell’ospitalità. Per esempio, recenti dati hanno
mostrato che in Cina la crescita dei ricavi nel settore della ristorazione è
diminuita dello 0,6% a novembre, dopo essere però diventato positivo per la
prima volta nel 2020. A novembre, invece, il reddito della produzione
industriale è cresciuto leggermente al 7%, rispetto al 6,9% del mese scorso.
Nel frattempo, il tasso di disoccupazione urbana – una delle principali
preoccupazioni con un gran numero di laureati che entrano nel mercato
quest’anno – è sceso leggermente al 5,2% a novembre.
A.B.
Rassegna stampa a cura di:
Alessandra Semeraro (responsabile inglese, cinese, portoghese, arabo)
Alissa Bianconi & Livio D’Alessio (lingua inglese)
Alissa Bianconi (lingua cinese)
Livio D’Alessio & Veronica Dello Iacono (lingua araba)
Veronica Battista (responsabile spagnolo, tedesco, francese, russo)
Angelica Chimienti & Alessandra Colone (lingua spagnola)
Antonella Bruno (lingua francese)
Antonella Petrone (lingua tedesca)
Simona Piergiacomo (lingua russa)
Claudia Lorenti (coordinatrice del progetto)