La rassegna stampa internazionale dell’UNINT

Nigeria: Ngozi Okonjo-Iweala è stata nominata direttore generale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio ed è la prima donna africana a ricoprire questo incarico. Il Cile guida gli sforzi di vaccinazione in America Latina con due milioni di vaccinati in nove giorni. In Francia, dopo due settimane d’intenso dibattito, l’assemblea nazionale ha adottato in prima lettura il disegno di legge sul separatismo.



EUROPA

La Spagna ha raggiunto un milione di immunizzati venerdì 12, a un mese e mezzo di distanza dall’inizio della vaccinazione: sono 1.000.485 le persone che hanno ricevuto le due dosi di vaccino contro il coronavirus, secondo l’articolo di Elmundo.es. I nuovi casi continuano a diminuire e l’incidenza cumulativa scende sotto i 500 per la prima volta in un mese. Con il numero di infezioni e il tasso di incidenza in calo da giorni, le principali preoccupazioni delle autorità sanitarie sono la comparsa di nuovi ceppi e la pressione ospedaliera. Lunedì 15 febbraio il Paese ha registrato 30.251 casi da venerdì e l’incidenza cumulativa è scesa considerevolmente a 416. Inoltre, anche i dati sull’incidenza cumulativa su sette giorni, che servono a tracciare la tendenza di crescita o diminuzione, continuano a diminuire, riporta Elmundo.es. La Comunità di Madrid ha ritardato il coprifuoco e la chiusura di bar e ristoranti alle 11 di sera a partire da giovedì 18 febbraio. Il governo di Isabel Díaz Ayuso ha deciso di allentare le restrizioni in seguito alla tendenza al ribasso del numero di contagi nella regione. Si è inoltre registrata una riduzione del numero di focolai legati agli stabilimenti di Madrid, secondo quanto riporta Elmundo.es.

Per quanto riguarda le elezioni catalane, tenutesi con una forte astensione a causa del coronavirus, hanno regalato la vittoria al Partit dels Socialistes de Catalunya (PSC) di Salvador Illa in numero di voti ma senza riuscire a sconfiggere il blocco indipendentista, che esce dalla lotta rafforzato. Visti i risultati finali, il movimento di indipendenza potrebbe ancora una volta governare, riferisce Elpais.com.                                                                           

S.P.

In Francia, dopo due settimane d’intenso dibattito, l’assemblea nazionale ha adottato in prima lettura il disegno di legge sul separatismo, come riporta France 24. Con l’obbiettivo di “sostenere i principi repubblicani” il progetto voluto da Emmanuel Macron, ha ricevuto 347 voti a favore, 151 contrari, 65 astenuti e sarà esaminato dal Senato dal 30 marzo.

Il disegno di legge impone la neutralità religiosa ai lavoratori del servizio pubblico, la lotta contro l’incitamento all’odio online, l’inquadramento dell’istruzione domiciliare, il controllo delle associazioni, il combattimento contro i certificati di verginità, la poligamia e i matrimoni forzati. Al Senato, Bruno Retailleau, leader della destra di maggioranza, intende rimuovere l’articolo sull’istruzione domiciliare, introdurre la nozione di “separatismo islamico” e il divieto del velo in luoghi pubblici. Domenica scorsa a Parigi, quasi 200 persone hanno manifestato contro il progetto che “rafforza la discriminazione contro i musulmani”.

Martedì 16 febbraio, il governo ha presentato al Senato un emendamento relativo alle elezioni presidenziali del 2022 che prevede la votazione anticipata, tramite una macchina elettorale, in una data fissata per decreto nella settimana precedente lo scrutinio. Gli elettori potranno votare in un altro comune a loro scelta, seguendo l’elenco deciso dal ministro dell’Interno.

Come riportato da Le Monde, Bruno Retailleau, presidente LR,  sostiene che sia una soluzione “contraria alla tradizione francese” e si oppongono anche Hervé Marseille, capo dell’Unione Centrista e Florian Philippot, presidente LP. Favorevole invece, Matthieu Orphelin, ex deputato LREM, a condizione che la votazione sia svolta “nelle vere cabine elettorali e non sulle macchine per il voto”.

A.A.

In Portogallo, i genitori che alterneranno il sostegno dato ai figli a casa a causa della chiusura delle scuole potranno percepire la loro paga al 100%, ha riportato il Pubblico.  La grande novità arriva con l’ampliamento del sostegno – pari al 66% della loro base retributiva – che riceveranno i genitori che fino ad ora non potevano scegliere di dedicarsi esclusivamente al controllo dei bambini. Tuttavia, solo i lavoratori che soddisfano una delle tre condizioni potranno beneficiare di questa estensione: se si tratta di una famiglia monoparentale; se il lavoratore ha un “figlio o persona a carico con disabilità, con invalidità comprovata uguale o superiore al 60%, indipendentemente dall’età” o se il lavoratore ha un figlio “che frequenta fino alla fine del primo ciclo di istruzione di base”, che includerà i bambini negli asili nido o nell’istruzione prescolare.  In altre parole, i genitori che possono essere in smart working, ma i cui figli sono già al 5° o 6° anno (cioè di età compresa tra 10 e 12), non possono ancora ricevere il sostegno della previdenza sociale – che rimane un criterio più rigoroso di quello applicato ai lavoratori che non sono in smart working. Al Pubblico, una fonte del governo afferma che “si tratta di una misura di politica pubblica che mira a proteggere le famiglie, in particolare quelle che sono in povertà”.

A.C.

Come annuncia il giornale inglese BBC News, il Regno Unito assisterà presto ad una nascita importante. Il Duca e la Duchessa del Sussex stanno aspettando il loro secondo figlio. Harry e Meghan daranno il benvenuto o ad un fratellino o ad una sorellina per Archie Mountbatten-Windsor, primogenito che ha compiuto un anno lo scorso maggio. La regina, il Duca di Edimburgo, il principe di Galles e il resto della famiglia reale sono felicissimi e augurano loro ogni bene. Harry e Meghan hanno deciso di condividere su BBC News un’immagine in bianco e nero di sé stessi sotto un albero, Harry poggia la mano sulla testa di Meghan mentre lei culla il suo pancione. Il loro bambino sarà l’ottavo in fila al trono. La data del parto non è ancora stata svelata ma il pancione è già apparso in diverse fotografie. La notizia è arrivata dopo che a novembre la Duchessa dichiarò che lo scorso luglio ebbe un aborto spontaneo, aborto per il quale disse di aver sentito “un dolore quasi insopportabile”. Nonostante ciò, oggi il Duca e la Duchessa del Sussex sono felicissimi di aspettare il loro secondo figlio. Il fotografo che ha scattato la foto che accompagnava l’annuncio della gravidanza ha twittato: “Meg, ero lì al tuo matrimonio per assistere all’inizio di questa storia d’amore, e amica mia, sono onorato di essere qui a catturarne l’evoluzione”. L’annuncio della gravidanza arriva solo cinque giorni dopo che la famiglia reale ha celebrato l’arrivo del primo figlio della principessa Eugenia. Il secondo figlio di Harry e Meghan sarà il decimo o l’undicesimo pronipote della regina e del Duca di Edimburgo, a seconda che arrivi prima o dopo il bambino di Zara Tindall, anche questa nascita prevista per il 2021. Nella linea di successione seguiranno il Principe di Galles, il Duca di Cambridge, il Principe George, la Principessa Charlotte, il Principe Louis, Harry e Archie Mountbatten-Windsor. Ma, a causa delle regole stabilite più di 100 anni fa da George V, non avranno il diritto di essere “Sua Altezza Reale” né un principe o una principessa, potranno essere un Lord o una Lady. Facendo un salto nel passato, Harry e Meghan si sono incontrati a un appuntamento al buio organizzato da un amico comune. Si fidanzarono 16 mesi dopo. La Duchessa aveva trovato la fama come attrice, interpretando Rachel Zane nella serie TV americana Suits, ma ha abbandonato la sua carriera quando si è sposata. I Sussex si sono sposati nel maggio 2018 con una cerimonia al Castello di Windsor e poi un anno dopo hanno accolto il loro primo figlio, Archie, nato il 6 maggio 2019. Meghan e Harry hanno lasciato i loro ruoli di reali lavoratori senior nel marzo 2020 e ora vivono in California.

A.B.

In Russia il numero totale di casi di coronavirus ha superato i 4 milioni. Il 10 febbraio il centro Gamaleja ha riferito che quasi 7 milioni di dosi del vaccino Sputnik V sono già state immesse nella circolazione civile e più di 1,7 milioni di persone hanno ricevuto entrambe le dosi del farmaco. Rospotrebnadzor ha anche annunciato che i risultati degli studi clinici delle fasi I-II del vaccino EpiVacCorona sono stati inviati a riviste scientifiche straniere, riferisce Russian.rt. Tuttavia, secondo quanto ha affermato Kirill Dmitriev, capo del Fondo russo per gli investimenti diretti, le aziende competitive e le forze politiche in alcuni Paesi stanno cercando di impedire l’approvazione del vaccino russo Sputnik V e stanno persino preparando delle provocazioni contro il vaccino per trovarvi difetti, riferisce Ria.ru. In ogni caso, il farmaco russo è tra i tre vaccini contro il coronavirus più popolari al mondo. L’istituto Gamaleja ha inoltre comunicato l’avanzamento dei lavori su una versione del farmaco per bambini e su un vaccino leggero “Sputnik Light”, riporta Vesti.ru. Inoltre, il Canada ha definito l’interesse internazionale per il vaccino russo una seria vittoria scientifica e diplomatica per il Paese, riporta Iz.ru.

Per quanto riguarda il processo al leader dell’opposizione Aleksej Naval’nyj, il 12 febbraio si è tenuta un’udienza presso il tribunale Babuškinskij di Mosca, questa volta per diffamazione contro il veterano della Grande Guerra Patriottica (Seconda guerra mondiale) Ignat Artëmenko. Naval’nyj è stato accusato di diffamazione a seguito dei suoi commenti offensivi e pubblici ad un video riguardante gli emendamenti alla Costituzione e il veterano ha rifiutato di partecipare all’udienza per motivi di salute. Durante la prima udienza, Naval’nyj ha interrotto il giudice, discutendo con i testimoni, e secondo quanto riporta Russian.rt, il processo continuerà il 16 febbraio. L’oppositore, secondo l’articolo di Ria.ru, ha ammesso di aver insultato il veterano, ma non ha ammesso l’accusa di diffamazione.

Spostando l’attenzione sui rapporti internazionali, gli Stati Uniti hanno preso in considerazione l’introduzione di nuove misure contro la Federazione per presunta violazione dei diritti umani, accuse che il Paese nega. Già in precedenza, come ricorda Gazeta.ru, la rappresentante ufficiale del Ministero degli Esteri russo Marija Zacharova ha invitato gli Stati Uniti ad affrontare i loro problemi e a non interferire negli affari interni della Russia. Inoltre, il Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha annunciato la disponibilità di Mosca a interrompere i rapporti con Bruxelles se l’Unione Europea imporrà sanzioni che potrebbero minacciare settori sensibili dell’economia russa. Il Paese non rifiuta di interagire con l’Unione ma si prepara al peggio, riporta Gazeta.ru. Secondo Peskov, segretario stampa del presidente Putin, la dichiarazione di Lavrov è stata distorta dai media che l’hanno presentata senza contesto. Il rappresentante ufficiale del servizio di politica estera dell’UE Peter Stano ha affermato che Bruxelles ha tenuto conto della dichiarazione del Ministro degli Esteri russo e della spiegazione del Cremlino, che saranno oggetto di discussione al Consiglio dell’Unione Europea.

L’Estonia invece ha approvato una dichiarazione in difesa delle libertà civili in Russia, esortando l’Unione Europea a sviluppare una politica di sanzioni contro la Federazione per costringerla ad abbandonare la sua politica estera aggressiva nei confronti dei Paesi vicini e ad adempiere agli obblighi internazionali verso altri stati, riporta Ria.ru. I deputati estoni hanno chiesto il rilascio di tutti i detenuti per manifestazioni illegali e dei “prigionieri politici” tra cui Naval’nyj.

Secondo quanto riporta Vesti.ru, il Ministero dell’Interno ha raccomandato di non partecipare ad altre azioni illegali annunciate sui social network. Nel dipartimento di polizia della capitale hanno ricordato che per tali azioni è prevista la responsabilità amministrativa e in alcuni casi penale. Questo avvertimento è stato ritenuto necessario in quanto già il 23 e 31 gennaio e il 2 febbraio si sono svolte azioni non autorizzate a sostegno di Naval’nyj. Il 14 febbraio ci sono state altre azioni di protesta: il capo del quartier generale del leader dell’opposizione ha annunciato l’azione “L’amore è più forte della paura”, durante la quale i partecipanti sono usciti in cortile e hanno acceso le torce dei loro telefoni, riporta Zona.media. A San Pietroburgo e Mosca hanno avuto luogo delle manifestazioni di solidarietà nei confronti di Julija Naval’naja (arrestata in precedenza) e di altre donne prigioniere politiche.

Per quanto riguarda la difficile situazione con l’Ucraina, le autorità di quest’ultimo Paese stanno facendo il possibile per eludere i propri impegni per attuare gli accordi di Minsk, ha affermato la rappresentante del Ministero degli Esteri Marija Zacharova, la quale ha osservato che la serie di misure per l’attuazione degli accordi di Minsk contiene accordi specifici tra Kiev, Donetsk e Lugansk su una soluzione pacifica del conflitto. Secondo quanto riporta Ria.ru, il documento è stato approvato dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, diventando parte anche del diritto internazionale. A causa delle azioni della autorità ucraine il Donbass si sta allontanando sempre di più dall’ex Paese sovietico, il quale non sta neanche più cercando di nascondere la propria riluttanza a rispettare gli accordi. Gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno invece accusato la Russia di bloccare la risoluzione del conflitto nel Donbass, secondo quanto riferisce Gazeta.ru. Durante un Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite la Federazione è stata invitata a porre fine alla sua aggressione nell’Ucraina orientale e ad adempiere ai suoi obblighi ai sensi degli accordi di Minsk. Il rappresentante permanente della Federazione presso le Nazioni Unite, Vasilij Nebenzja, ha respinto questi rimproveri e ha affermato che la parte ucraina non ha rispettato gli accordi.  

S.P.

                                                                                                                               AFRICA

In Mozambico, l’innalzamento della portata del fiume Maputo, unito alle forti piogge che cadono da quasi una settimana nella provincia di Maputo, ha fatto crollare il ponte che dà accesso alla sede amministrativa di Catuane, nel distretto di Matutuíne, ha riportato O Pais. Oltre al crollo del ponte, le acque del fiume Maputo hanno allagato più di duemila ettari di colture agricole diversificate, mettendo la popolazione in una situazione di bisogno. 

A.C.

In Nigeria, l’economista Ngozi Okonjo-Iweala è stata nominata direttore generale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio durante una riunione straordinaria del Consiglio generale il 15 febbraio. Per due volte Ministro delle Finanze, Ministro degli Esteri in Nigeria e con un lungo trascorso presso la Banca Mondiale, è la prima donna e prima africana a ricoprire questo incarico che durerà da marzo fino ad agosto 2025.

Come riporta France 24, all’età di 66 anni, la nigeriana occuperà il posto del predecessore Roberto Azevêdo che ha lasciato l’incarico scoperto lo scorso agosto per motivi familiari.

La carica di direttore generale è rimasta vacante durante mesi perché Donald Trump era il principale sostenitore di Yoo Myung-hee, attuale ministra del Commercio in Corea del Sud. Dopo aver consultato l’ex presidente, la sudcoreana, unica rivale di Okonjo-Iweala, ha ritirato la propria candidatura lo scorso 5 febbraio. La situazione è stata ripristinata dal nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden che ha iniziato a sostenere la candidatura della nigeriana.

Consapevole dell’arduo lavoro che dovrà svolgere, la ministra afferma che “sono necessarie riforme profonde” e sottolinea “non possiamo restare come prima”.

A.A.

MEDIO ORIENTE

Sul fronte della crisi in Siria, martedì 16 si è tenuto a Sochi il quindicesimo round del processo di Astana, con la partecipazione di delegati del governo di Damasco e dei gruppi di opposizione, oltre alla presenza di diversi attori internazionali, tra cui i garanti dell’intesa, Turchia, Iran e Russia, e rappresentati di Paesi limitrofi in qualità di osservatori. La delegazione dell’opposizione siriana, guidata da Ahmed Tohme, ha inteso convogliare la discussione sulla stabilizzazione del cessate il fuoco a Idlib e dell’invio di aiuti umanitari, così come sulla rilevanza del Comitato costituzionale, il cui quinto round, svoltosi a Ginevra dal 25 gennaio scorso, non ha portato ai risultati auspicati. La rappresentanza russa, con a capo l’inviato speciale per la Siria, Alexander Lavrentiev, da parte sua ha sottolineato le questioni relative all’impatto delle sanzioni statunitensi imposte nell’ambito del Ceaser Act. Quest’ultimo, a detta del funzionario di Mosca, ha ulteriormente relegato la Siria e il governo di Damasco in una condizione di isolamento politico ed economico. Lavrov non ha tralasciato di menzionare il tema riguardante il ritorno dei rifugiati siriani nelle proprie regioni di origine, dichiarandosi al contempo disposto a tenere colloqui con le fazioni dell’opposizione in vista di un coordinamento per contenere maggiormente l’azione dei gruppi estremisti nel nord-ovest del Paese. Il tavolo d’incontro si è svolto al culmine del fallimento internazionale nell’ambito del Comitato costituzionale a Ginevra, esito in parte condizionato dall’intransigenza russo-iraniana volta a ostacolare gli sforzi diplomatici per una soluzione politica in conformità con le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Secondo al-Arabi al-Jadeed, Mosca starebbe cercando di limitare la soluzione ai colloqui di Astana, il che spiega la mancanza di pressione sul regime per facilitare il compito delle Nazioni Unite nella stesura di una nuova costituzione per il paese. La cornice trilaterale di Astana rimane, almeno per ora, l’unico scenario possibile per gestire i prossimi mesi. Tuttavia, risulta ormai sempre più chiaro il profilarsi di carenze per affrontare le grandi questioni del dopoguerra siriano.

L.D.

Gli sforzi diplomatici tesi alla semplificazione del conflitto nello Yemen continuano ad evolversi. Martedì 16, il Dipartimento di Stato americano ha annunciato la rimozione delle milizie sciite Houthi dalla lista delle organizzazioni terroristiche, disgregando così uno degli ultimi tasselli posizionati dall’amministrazione uscente nel quadro geo-strategico mediorientale. Commentando la decisione, il segretario di Stato Anthony Blinken ha parlato della necessità di rimuovere eventuali ostacoli al processo di assistenza umanitaria, aggiungendo che gli Stati Uniti proseguiranno nel monitoraggio delle attività degli Houthi, soprattutto alla luce dei frequenti attacchi missilistici condotti all’interno dei confini sauditi. La decisione coincide tra l’altro con l’inaugurazione di un’escalation di attacchi perpetrati dei ribelli in territorio yemenita. Il governatorato settentrionale di Marib è da giorni scenario di un crescente impiego di artiglieria e raid aerei ad opera degli Houthi, a cui hanno risposto prontamente le forze filogovernative che detengono il controllo del luogo. A sostegno di quest’ultime sono presto intervenute le forze della coalizione a guida saudita, dal momento che l’area è di fondamentale importanza strategica, essendo l’ultima roccaforte settentrionale del governo e territorio ricco di giacimenti petroliferi. Secondo quanto riferisce al-Arab, 16 soldati lealisti sono stati uccisi e altri 21 sono rimasti feriti, mentre le perdite tra le truppe dei miliziani filoiraniani sarebbero nell’ordine delle decine. Tra gli osservatori, taluni ritengono che l’annullamento della designazione degli Houthi come organizzazione terroristica rafforzerà l’interferenza iraniana nello Yemen con il rischio di un’ulteriori escalation in funzione anti-saudita. Nonostante l’amministrazione Biden giustifichi questo passo secondo cui l’inclusione degli Houthi nell’elenco delle organizzazioni terroristiche darebbe luogo ad un esacerbarsi della crisi umanitaria, gli analisti reputano che tale mossa sia prova dello sforzo dell’amministrazione Biden di utilizzare il fascicolo al fine di perseguire una graduale distensione dei rapporti con l’Iran, basata su concessione anziché sulle sanzioni. Il cammino di risanamento del conflitto si profila in ogni caso lungo e irto di complicazioni.

L.D.

La Palestina piange uno dei suoi più illustri cantori degli ultimi decenni, il poeta e scrittore Mourid Barghouti, spentosi domenica 14 all’età di 76, secondo quanto riferisce al-Quds al-Arabi. Nato a Deir Ghassana, nelle vicinanze di Ramallah, l’8 luglio 1944, Barghouti era iscritto alla facoltà di letteratura inglese presso l’Università del Cairo quando nel 1967 divampò la guerra arabo-israeliana. Da quel tragico momento, vivrà lontano dalla sua terra per oltre trent’anni, soggiornando in esilio tra Egitto, Giordania e Ungheria. Farà ritorno a Ramallah soltanto nel 1996. Segnato dal conflitto bellico e in particolare dalle sue profonde ripercussioni, perverrà alla poesia nel tentativo di ricomporre le pesanti lacerazioni interiori dovute alla separazione dalla famiglia nei lunghi periodi in esilio e alla perdita di ciò che restava del suo Paese. Il suo discorso poetico farà perno sull’attaccamento nei confronti della propria terra e sulla scelta della resistenza, entrambi vissuti esclusivamente attraverso la dimensione sacrale della parola. La volontà di dar voce alla tragedia del suo popolo rifiutando l’affiliazione a qualsiasi consorteria del milieu culturale arabo-palestinese, scaturì dal bisogno di non voler limitare la sua biografia poetica a un evento, luogo o momento politico specifico, ma allargarla ad una condizione di ghurba (lacerante spaesamento) totale, insita nella natura umana. Un lirismo, quello di Barghouti, che ha inteso sviscerare il conflitto permanente tra l’uomo e sé medesimo attraverso il linguaggio del dialogo, una mediazione che riunisce persone, animali e oggetti inanimati, nel tentativo di pensare e ripensare le contraddizioni che illustrano il comportamento di ciascuno.

L.D.

AMERICA

I giorni appena trascorsi sono stati di particolare importanza e profonda riflessione per il Canada. Domenica 14 febbraio, infatti, a Vancouver, centinaia di persone si sono riunite per la trentesima marcia annuale in memoria delle donne uccise o scomparse in città. A tal proposito, molti giornali e notiziari hanno riportato informazioni sull’evento. Come raccontato dalla CBC, tutto ebbe inizio il 14 febbraio del 1992, quando alcune persone si riunirono nel quartiere di Downtown Eastside per commemorare la vita di una donna uccisa in Powell Street. Da allora, l’evento viene celebrato ogni anno ed è organizzato e condotto da donne, specialmente da quelle indigene. Quest’ultime, infatti, come è stato scritto sulla pagina Facebook dell’evento, affrontano quotidianamente violenza fisica, mentale, emotiva e spirituale. A tal proposito, i funzionari del governo provinciale hanno fatto presente la necessità di affrontare e superare le disuguaglianze di vecchia data. Nell’ultimo anno, ad incidere su questi eventi è stata la pandemia, la quale ne ha aumentato la frequenza, costringendo molte donne che subiscono violenza domestica a trascorrere più tempo in casa con i propri aggressori. Proprio per tale ragione, come riportato dalla Global News, l’organizzatrice Juanita Desjarlais ha sottolineato come l’evento sia stato ancora più sentito quest’anno. Inoltre, ha aggiunto come la polizia non sembri impegnarsi abbastanza per quanto concerne le indagini su scomparse e uccisioni, il che preoccupa ancora di più i cittadini. Tra questi ritroviamo ad esempio Pauline Johnson, a cui sono state uccise sorella e nipote. In tutti questi anni, Pauline non ha mai mancato una marcia e, come è stato pubblicato sul The Star, anche lei ha dichiarato di credere che non vi siano appropriate indagini e interesse per quello che accade alle donne. Per giunta, come scritto sul The Globe and Mail, a causa del Covid-19, l’evento è stato trasmesso in diretta streaming per poter permettere a tutti di partecipare. Data la grandezza dell’evento e l’attuale stato di allerta dovuto alla pandemia si è pensato che molte persone preferissero non presentarsi fisicamente. In ogni caso, come ogni anno, la marcia è stata organizzata in modo da ripercorrere tutti i luoghi in cui le donne sono state ritrovate o viste per l’ultima volta. Contributo fondamentale per lo svolgimento è stato l’aiuto di volontari che hanno collaborato al controllo della distanza sociale e raccomandato a tutti di non abbassare la mascherina.

E.F.

Il 12 febbraio Cuba ha segnalato 823 nuovi casi di Covid-19, 4 decessi e 839 dimissioni mediche, riporta Cubadebate.cu. Il dottor Durán García, direttore nazionale di Epidemiologica del Ministero della Salute, ha insistito sull’urgenza di adottare misure estreme per prevenire la diffusione del coronavirus.

Cantine, botteghe, mercati generano file lunghissime causate dalla scarsità di offerte e da una pessima politica statale, riporta Diariodecuba.com. Le decisioni del governo che generano assembramenti non si limitano al pane e alla vendita di beni di prima necessità, ma vi rientra anche il settore dei trasporti, con standard di raccolta elevati che costringono i conducenti a viaggiare con autobus decisamente affollati. Le grandi file rimarranno mentre la grave carenza di prodotti nel Paese costringe lo stato a limitare le quantità da acquistare con l’illusione di generare decisioni a vantaggio della maggioranza.

Inoltre, nel comune di Centro Habana un totale di 3.113 cubani sono rimasti confinati nelle loro case poiché sospetti di essere stati contagiati. Il presidente del Consiglio provinciale di difesa (CDP) dell’Avana ha presentato quel territorio come l’epicentro della diffusione di coronavirus nella città, riferisce Diariodecuba.com.

S.P.                                                                                                                            

Il presidente del Perù, Francisco Sagasti, ha comunicato lo scorso lunedì che 487 persone sono state vaccinate “in modo non ufficiale”, compresi alti funzionari e funzionari pubblici, e che “hanno approfittato della loro posizione per essere immunizzati con i vaccini Sinopharm”, riporta Infobae. Sagasti ha osservato che tutte le persone coinvolte in questo atto irregolare saranno separate dalle loro posizioni perché “non hanno posto in questo governo” e ha assicurato che l’Esecutivo continuerà con i negoziati per ottenere vaccini che consentano l’immunizzazione dell’intera popolazione. Tra le persone che hanno ricevuto la vaccinazione senza il corrispondente ci sono l’ex ministro della Salute Pilar Mazzetti, che pochi giorni fa ha negato di averla ricevuta, e il ministro degli Esteri Elisabetta Astete, che ieri si è dimessa dopo aver ammesso di essere stata vaccinata. Secondo le informazioni a disposizione di El Comercio, Mazzetti è stato vaccinato a metà gennaio di quest’anno e ha ricevuto la seconda dose il 6 febbraio presso le strutture dell‘Universidad Peruana Cayetano Heredia (UPCH), secondo fonti del programma di sperimentazione Sinopharm. I media peruviani hanno chiamato lo scandalo “Vacunagate”. Così, Mazzetti ha ricevuto l’Immunizer Sinopharm prima dell’arrivo del primo lotto di vaccini contro il coronavirus che è arrivato il 7 febbraio nel Paese andino. Un altro dei coinvolti era l’ex presidente Martín Vizcarra, che ha ricevuto il vaccino in ottobre, settimane prima di essere rimosso dal Congresso in un vorticoso processo di impeachment. L’ex presidente ha affermato di essere “volontario” nella sperimentazione del vaccino cinese, prima che ricevesse il via libera il 31 dicembre, ma l’Università Cayetano Heredia lo ha negato. Il presidente ha confermato che l’elenco delle persone che hanno beneficiato del vaccino sarà inviato al Controllore Generale della Repubblica, alla Procura della Repubblica, alla Procura Generale dello Stato e alla Commissione investigativa formata da Ugarte affinché le azioni corrispondenti possano essere avviate.

A.C.

In Messico, un ex deputato dell’opposizione e sua figlia, che stava cercando di candidarsi per il partito al governo Morena, sono stati assassinati nello stato messicano orientale di Veracruz, ha riferito l’ufficio del procuratore locale lo scorso lunedì, scrive il DW.

Sono state trovate morte all’interno della loro casa, secondo una dichiarazione dell’accusa. Una fonte della polizia, che ha chiesto di non essere identificata per non essere stata autorizzata a testimoniare, ha detto che entrambe le donne hanno mostrato “ferite da taglio”.

Il governo dello stato ha annunciato che ci sono tre linee di indagine, ma senza fornire dettagli.  

In Messico si terranno le elezioni generali a giugno, in cui verranno rinnovati i 500 seggi della Camera dei Deputati federale e saranno eletti i governatori di vari stati e migliaia di uffici locali.

Le ultime elezioni, nel 2018, sono state contrassegnate da un’ondata di violenza senza precedenti che ha causato la morte di circa 120 politici, la maggior parte dei quali deteneva o erano candidati per cariche locali. In mezzo alle violenze legate al traffico di droga, il Messico ha registrato dal dicembre 2010, quando il governo ha lanciato una controversa operazione antidroga, più di 300.000 omicidi, secondo i dati ufficiali che attribuiscono la maggior parte di questi crimini alla criminalità organizzata.  Inoltre, DW riporta che lo scorso lunedì un blackout ha lasciato quasi cinque milioni di persone senza elettricità in sei stati settentrionali, dopo che un’onda polare negli Stati Uniti ha interrotto la fornitura di gas al paese latinoamericano, ha riferito il governo.

Dei 7.177.549 utenti nella regione settentrionale del paese, “4.766.901 sono stati colpiti e finora il servizio elettrico è stato ripristinato al 79%”, ha riferito la Commissione federale per l’elettricità statale nel suo ultimo rapporto di lunedì notte (CFE), responsabile del servizio nazionale fornitura, sul proprio account Twitter.

A.C.

Il Cile guida gli sforzi di vaccinazione in America Latina con due milioni di vaccinati in nove giorni lavorativi raggiunti lunedì, secondo quanto riporta Infobae, dei quali circa un milione di vaccinati sono adulti più anziani. Giovedì della scorsa settimana sono state vaccinate più di 270.000 persone – più dell’1% della popolazione, su 19 milioni – e questo lunedì gli insegnanti hanno iniziato ad essere vaccinati in vista del ritorno alle lezioni frontali a marzo. In Cile, la vaccinazione è volontaria e gratuita e il massiccio processo si sta conducendo con il vaccino cinese Sinovac che sta riscontrando molto successo data la stretta collaborazione tra il governo e i comuni. Inoltre, “il fatto che il settore privato si unisca per sostenere il processo di vaccinazione e per essere efficiente è molto positivo, deve essere uno sforzo collettivo”, così ha affermato ad AP Sebastián Reyes, dottore in microbiologia, immunologo e ricercatore presso il Centro U. Mayor per la genomica e la bioinformatica. Per giunta, secondo lo specialista, gli ultimi sondaggi indicano che oltre il 65% delle persone è disposta a farsi vaccinare. L’arrivo di sei milioni di dosi di vaccini Sinovac alla fine di febbraio – e altri tre milioni a marzo, secondo Paris – sarebbe la chiave per mantenere le misure di cura e raggiungere l’ambizioso obiettivo del governo di vaccinare 5 milioni di cileni a marzo e 15 milioni alla fine di giugno. Tuttavia, alcuni esperti hanno avvertito che essendo un vaccino meno efficace di altri, sarebbe necessario più dell’80% della popolazione per ottenere l’immunità di gregge. Il Cile ha stipulato dei contratti con Pfizer-Biontech, Sinovac, Oxford/AstraZeneca, Johnson & Johnson e sta negoziando per portare il vaccino Sputnik V. In totale, ha quasi 40 milioni di dosi già impegnate entro il 2021.

A.C.

In Brasile, le squadre del municipio di Rio de Janeiro hanno applicato 25 multe e vietato 14 stabilimenti a causa degli assembramenti del venerdì di carnevale, ha scritto il Jornal do Brasil. Le ispezioni sono effettuate da squadre della Segreteria dell’Ordine Pubblico Comunale (Seop), della Guardia Municipale e dell’Istituto di Vigilanza Sanitaria, con il supporto della Polizia Militare. Dalla sera di venerdì 12 fino all’alba di domenica 14 il municipio ha effettuato almeno 43 controlli sanitari. Le autorità hanno visitato siti con notizie di eventi a Barra da Tijuca, Recreio dos Bandeirantes, Ipanema, Gávea e Lagoa. La guardia municipale ha prestato servizio anche a Leblon, Tijuca in altri quartieri della città.  Gli ispettori sanitari e il Coordinamento del controllo urbano (CCU, di Seop) hanno sequestrato anche apparecchiature acustiche in tre stabilimenti. Da venerdì 12, le sfilate delle scuole di samba e le uscite dai blocchi sono vietate per decreto, a rischio di reato contro la salute pubblica.

A.C.

ASIA

Ad una settimana dal Capodanno, in Cina proseguono gli insoliti festeggiamenti per l’inizio del nuovo anno del bue. Definita come la più grande migrazione umana a livello globale, la corrispondente stagione turistica della Festa di Primavera, o periodo Chunyun, che ogni anno vede lo spostamento di miliardi di persone, in questo 2021 ha subito un forte ridimensionamento a causa dell’emergenza pandemica. Come riporta il Beijing Daily, infatti, dal 28 gennaio all’11 febbraio, vigilia del Capodanno Cinese, la ferrovia nazionale ha registrato un totale di circa 52 milioni di passeggeri, con una diminuzione pari al 68,8% rispetto all’anno precedente. Ren Jiaqi, veterinaria; Sun Chengcai, agente di polizia; Pu Chengcheng, medico; Wei Qi, studente. Sono solo alcuni dei nomi riportati dal China Daily dei tanti cittadini cinesi che hanno scelto di accogliere positivamente il consiglio del governo cinese di non tornare a casa così da evitare la diffusione del virus, trascorrendo dunque le festività nella città in cui studiano o lavorano, lontani dagli affetti familiari, dagli amici. Ancora più complessa è la situazione di Yang, You Feifei, Amy, Gao Feng, Qiu e tanti altri cinesi emigrati all’estero che, come scrive il South China Morning Post, a causa di tariffe aeree costose, lunghi periodi di quarantena obbligatoria e rischio di contrarre il virus durante il viaggio, hanno deciso di trascorrere questi giorni di festa come semplici e ordinari giorni di lavoro, così da non sentire troppo la lontananza da casa. Molti governi e imprese locali, scrive il China Daily, hanno introdotto misure per incoraggiare le persone a trascorrere le vacanze nella città in cui lavorano. In Yiwu, nella provincia di Zhejiang, coloro che rimangono per le vacanze di Capodanno hanno la possibilità di partecipare a una varietà di attività sportive e culturali gratuite in luoghi pubblici come centri culturali, biblioteche e musei. Scuole primarie e secondarie stanno organizzando campi per i bambini i cui genitori rimangono in città. Numerosi proprietari sono stati incoraggiati a ridurre gli affitti. Le restrizioni volte a frenare la diffusione del virus hanno anche portato ad una crescita della domanda di trasporto merci. Il China Daily informa che tra l’11 e il 12 febbraio sono state gestite a livello nazionale più di 130 milioni di consegne espresse, il 223% in più rispetto all’anno precedente.

Il virus ha certamente colpito la vita di innumerevoli persone. Alcuni sono stati costretti a cancellare i loro matrimoni, altri si sono ritrovati a fronteggiare una crisi economica, altri hanno dovuto festeggiare la ricorrenza più importante del calendario lunare a migliaia di chilometri di distanza dai loro cari. Come riporta il Renminribao, tuttavia, il grande sacrificio e la dedizione dei cittadini cinesi non saranno vani e aiuteranno la collettività ad affrontare al meglio l’emergenza e la ripartenza.

C.M.F.R.

Rassegna stampa a cura di:
Alessandra Semeraro (responsabile inglese, cinese, portoghese, arabo)
Alissa Bianconi & Eleonora Ferrini (lingua inglese)
Carla Maria Felicia Randazzo (lingua cinese)
Angelica Chimienti (lingua portoghese)
Livio D’Alessio (lingua araba)
Veronica Battista (responsabile spagnolo, tedesco, francese, russo)
Angelica Chimienti & Simona Piergiacomo (lingua spagnola)
Aline Fernanda Alves Ravazzi (lingua francese)
Simona Piergiacomo (lingua russa)
Claudia Lorenti (coordinatrice del progetto)