La rassegna stampa internazionale dell’UNINT

La città di Ginevra lavora sulla gestione dei rifiuti. A Malta non vige più l’obbligo della mascherina per le persone vaccinate. Negli Stati Uniti la Camera sta indagando sulle cause che hanno dato origine all’assalto in Campidoglio lo scorso gennaio. A Città del Messico, 400 padri di famiglia hanno bloccato l’aeroporto per reclamare la mancanza di cure per i loro bambini affetti da cancro.InBrasile maggiori esponenti politici del Paese hanno presentato una “super richiesta di impeachment” del Presidente Jair Bolsonaro. La Russia annuncia che ci sono nuove tensioni tra il Paese e la NATO. La Cina sta espandendo la posta sul suo di conchiglie nucleari. Ieri, 1° luglio la cancelliera Angela Merkel è atterrata nel Regno Unito per l’ultima volta in veste di tale carica.

EUROPA

La città di Ginevra lavora sul piano di gestione dei rifiuti: sceglie la raccolta differenziata al posto della tassa sui rifiuti. Mercoledì 30 giugno il politico svizzero Antonio Hodgers e alcuni partner (comuni, servizi industriali e riciclatori) hanno presentato un piano di gestione dei rifiuti 2020-2025 e un disegno di legge per definire le sue innovazioni nella legislazione. Il piano ha l’obiettivo di ridurre la quantità di rifiuti, migliorare il riciclaggio e raggiungere l’eliminazione locale degli stessi. Tra i punti principali del piano vi è l’introduzione di un obbligo di smistamento che colpirà i privati, le imprese e le comunità. Il consigliere di Stato responsabile del Dipartimento del Territorio afferma che l’obbligo di smistamento porterà all’eliminazione della tassa sui rifiuti e che non si seguirà più la regola del “chi inquina paga” bensì quella della raccolta differenziata obbligatoria. L’assessore all’ecologia ha dichiarato che il Consiglio di Stato ha escluso l’imposta anche per motivi sociali. Quest’ultima, infatti, penalizza le famiglie più povere e tutti coloro che già dimostrano un comportamento esemplare nell’ambito dell’ecologico. Tuttavia, ci sono molti sforzi da dover fare anche nell’ambito della riduzione degli sprechi. Si pensa, infatti, di ridurli direttamente alla fonte attraverso varie misure quali, per esempio, l’eliminazione dei sacchetti di plastica monouso o dei piatti non riutilizzabili. Il quotidiano svizzero Le Tribune de Genève riporta che i SIG stanno avviando un’operazione chiamata Éco-21- déchets & économie circulaire (Eco-21-rifiuti & economia circolare) ispirata al loro programma di consulenza sul risparmio energetico eco-21. Gli abitanti di Ginevra dovranno ridurre la produzione di rifiuti: secondo le statistiche ogni anno vengono prodotti 620 chili di rifiuti che dovranno essere ridotti a 550 chili alla fine del 2024.

S.F.

Un articolo di Times Malta rivela che a Malta, come in Italia e altri Paesi, non c’è più l’obbligo di mascherina all’aperto per i vaccinati. Per nove mesi è stata essenziale ma ora se ne può fare anche a meno, viste anche le caldissime temperature estive di questi giorni. Malta vanta un buon 80% di popolazione vaccinata e loro possono beneficiare di questo vantaggio, ma la rimozione della mascherina è consentita solo all’aperto, non negli spazi pubblici chiusi e solo se si è in due completamente vaccinati. Se ci si trova in un gruppo composto da 3 o più persone vaccinate, è necessario portarla. Per i non vaccinati, invece, l’obbligo è ancora valido sia all’aperto che al chiuso. In spiaggia tutti sono esonerati dall’indossarla. Per quanto riguarda i bambini, quelli dai 12 ai 15 anni sono prossimi alla vaccinazione dunque toglieranno anche loro la mascherina all’aperto come gli adulti; i minori di 12 anni non potranno ancora ricevere le dosi. Per le famiglie le regole variano leggermente: se il nucleo familiare è composto da 5 persone e sono tutte vaccinate, tutti i membri possono evitare la mascherina all’aperto, anche se è un numero maggiore di 2. Le autorità, che effettuano ispezioni per strada, possono chiedere alle persone senza mascherina il certificato del vaccino e la carta d’identità e le sanzioni per chi viola le regole, vanno dai 50€ ai 100€. Altre restrizioni sono in vigore a Malta: i gruppi composti da più di 6 non possono riunirsi pubblicamente, i tavoli possono ospitare fino a 6 persone ed infine gli eventi di massa sono vietati ma dal 5 luglio sono consentiti con un limite di 100 persone.

A.D.S.

In Spagna, come si legge ne “elmundo.es” la bozza della “Legge per l’uguaglianza reale ed effettiva delle persone transgender e per la garanzia dei diritti delle persone LGTBI” fonde due testi che sarebbero andati separatamente ma che alla fine vanno insieme. Ecco perché la legge copre diverse questioni relative alla comunità LGTBI. Per il Ministero dell’uguaglianza, la Trans Law è una pietra miliare “storica” ​​perché pone la Spagna “in prima linea nei diritti umani”. Alcuni punti salienti sono i seguenti: Le terapie di riconversione, avversione e controcondizionamento, in qualsiasi forma, volte a modificare l’orientamento sessuale o l’identità o l’espressione di genere della persona saranno completamente vietate e sanzionate pesantemente. Inoltre, si è voluto inserire un riquadro per riconoscere il genere “non binario”, per chi non si sente né uomo né donna. Ma la pressione del PSOE l’ha fatto sparire dal progetto. È certo però che il dibattito sul terzo riquadro si riaprirà durante l’elaborazione del testo al Congresso e al Senato. Le donne lesbiche, bisessuali e single avranno nuovamente accesso alle tecniche di riproduzione umana assistita e saranno considerate madri biologiche anche se solo una di loro ha partorito. 
Per la prima volta vengono legiferati diritti fondamentali per le persone intersessuali, come il diritto di non subire alcuna mutilazione alla nascita o di non dover essere registrati in un sesso che non hanno definito durante i primi mesi di vita.
Saranno promossi programmi di educazione alla diversità sessuale, di genere e familiare, oltre che di prevenzione delle IST con particolare riguardo all’HIV. Infine, esiste un regime di infrazioni e sanzioni per proteggere le persone LGTBI dalla discriminazione o dalla violenza. Sia\ sul posto di lavoro, nello sport o nel tempo libero.

V.G.

Nella giornata del primo luglio, Angela Merkel, cancelliera della Germania, atterra nel Regno Unito, probabilmente per l’ultima volta in veste di tale carica. Si scontrerà di nuovo con Boris Johnson, architetto chiave della Brexit e (quasi) antitesi politica. Le personalità pubbliche dei due politici non potrebbero essere più divergenti. DW, rivista tedesca che produce materiale anche in lingua inglese, coglie l’occasione per paragonare i due leader europei in un’intervista con Katja Hoyer, storica tedesca residente in Inghilterra e Simon Usherwood, professore di politica alla Open University. “Differiscono enormemente nello stile e nelle prospettive politiche – dice Hoyer. Il livello relativamente costante della popolarità di Angela Merkel deriva dalla percezione che sia un politico affidabile, sobrio e a volte anche comicamente serio”. Johnson, d’altra parte, ha costruito una carriera in gran parte sulla giocosità e sulle battute, più spesso virando verso il seriamente comico che il comicamente serio. Forse la più grande differenza tra i due politici è il loro approccio pubblico alle questioni personali. La celebrità personale è stata una componente fondamentale della carriera politica di Johnson sin dal primo giorno, mentre la Merkel completerà un periodo di 16 anni come cancelliera, ed è riuscita a recintare la sua vita privata quasi interamente. “[Merkel] tiene la sua vita privata fuori dai riflettori (la maggior parte delle persone non sarebbe in grado di nominare suo marito), mentre sappiamo molto di Johnson, dalla nascita di suo figlio al nome del suo cane adottato al colore della sua carta da parati”. L’uscente cancelliera tedesca manca della componente di showman così visibile nella sua controparte britannica ed è anche estremamente raro che parli in inglese in pubblico. Tuttavia, Simon Usherwood crede che la lunga permanenza della Merkel abbia maturato una certa reputazione in Gran Bretagna. “Penso che l’immagine della Merkel, molto razionale e basata sulle prove, sia un’immagine che si è bloccata [in Gran Bretagna] abbastanza presto. Questo mito di lei come scienziata, che vuole raccogliere prove prima di prendere una decisione, è piuttosto presente. Penso anche che la sua posizione di leader che è stata in carica per un lungo periodo di tempo abbia attribuito un certo grado di importanza alle sue azioni”. Nel frattempo, il laureato di Oxford Johnson ” gode del sostegno del pubblico proprio perché appare come un cane sciolto – un politico che risponde all’istinto piuttosto che a un pensiero attento”, come dice Hoyer. La Merkel, dal canto suo, ha la reputazione di avere un acuto senso dell’umorismo lontano dalle telecamere. “Penso che gli scambi tra loro saranno civili e amichevoli, ma le loro personalità sono troppo diverse”, dice Hoyer a DW. Mentre è vero che il senso dell’umorismo della Merkel è più di quanto non appaia, dubito che apprezzerà le battute che Boris Johnson ha da offrire”. Alla domanda se qualche politico tedesco moderno sia paragonabile a Johnson, lo storico suggerisce il cancelliere socialdemocratico Gerhard Schröder, “che l’ha fatta franca con molto grazie alla sua personalità affabile”.

M.P.

AMERICA

Negli Stati Uniti la Camera ha creato un comitato speciale, gestito dai democratici, per indagare sulle cause profonde che hanno dato origine all’assalto in Campidoglio del 6 gennaio scorso, riporta il New York Times. Soltanto due repubblicani hanno votato a favore di questo provvedimento, che alla fine è passato con 222 voti a favore e 190 contro. La Camera ha votato mercoledì 30 giugno per formare questo comitato, dopo che il mese scorso i repubblicani al Senato avevano bloccato la legge per creare una commissione bipartisan in stile 11 settembre. I leader del Partito Repubblicano (GOP) alla Camera hanno dichiarato di essersi opposti al comitato speciale poiché “avrebbe politicizzato l’attacco del 6 gennaio invece di indagare in buona fede sugli eventi che lo hanno causato e sugli errori della sicurezza”. In realtà, la stessa commissione indipendente e bipartisan contro la quale i repubblicani hanno votato a maggio sarebbe stata creata appositamente a questo scopo, riferisce Huffpost. La presidente della Camera Nancy Pelosi ha invitato diversi membri del dipartimento di polizia di Washington, DC e della polizia del Campidoglio (United States Capitol Police) a sedere alla Camera mercoledì durante il voto. Il compito di questo comitato speciale sarà, appunto, quello di indagare “i fatti, le circostanze e le cause che hanno portato all’attacco al Campidoglio”. A differenza della commissione bipartisan, tuttavia, non è prevista la redazione di un rapporto entro la fine dell’anno. Questo comitato speciale sarà costituito da 13 membri della Camera, 5 dei quali saranno scelti da Nancy Pelosi in consultazione con il leader della minoranza repubblicana Kevin McCarthy. Il democratico Conor Lamb, membro della Camera dei Rappresentanti per lo stato della Pennsylvania, ha detto a NBC News che il ruolo dell’allora presidente Donald Trump dovrebbe essere esaminato con la massima attenzione. “Penso che sia stato lui a causare la rivolta”, ha dichiarato Lamb. “Ed è una delle domande a cui dobbiamo trovare una risposta. È triste doverne parlare in questo modo, ma ha chiaramente avuto un ruolo importante e penso che le persone meritino di sapere”.

E.R.

AMERICA DEL SUD

A Città del Messico 400 padri di famiglia hanno manifestato bloccando per ore l’aeroporto per reclamare la mancanza di cure per i loro bambini malati di cancro. Le voci di questi genitori si sono unite contro Hugo López-Gatell, il sottosegretario alla Salute e contro il governo di López Obrador. La notizia ci giunge da ElPais. “Fuori Gatell! Fuori Gatell!”. “Hugo López-Gatell: come i bambini non sono la tua famiglia, per te questo è un colpo di stato, ma per il popolo è una negligenza“, queste sono state alcune delle tante frasi proferite. Gli interessati hanno bloccato per circa 8 ore l’ingresso all’aeroporto, per poi ritirarsi alla notizia dell’ordine di consegna dei farmaci in questione da parte dei rappresentanti dell’Istituto di Salute per il Benessere (Insabi) nei vari ospedali. L’iniziativa, pur avendo avuto origine nella medesima città, ha avuto un eco anche in altri Stati come Puebla, Oaxaca, Jalisco e Veracruz, dove anche qui il problema è vigente. Non è la prima volta che la popolazione si schiera contro l’amministrazione per la stessa causa. Ma questa ha portato a molti disagi pratici per coloro che si trovavano nel terminal, costringendoli a proseguire per un po’ per accedere al posto, così come è stata notevole la mobilitazione degli agenti di polizia per far fluire il traffico. Molte le parole di rassicurazione, ma poche le dimostrazioni. I genitori hanno affermato di essere stanchi di tante promesse e pochi fatti. L’ennesima che il Governo infrangerà. Tra le richieste dei manifestanti, figura anche l’istituzione di un registro nazionale dei pazienti che necessitano di farmaci oncologici e una costante informazione dei processi di acquisto degli stessi. La scintilla che ha fatto partire la rivolta è stata una delle affermazioni di Gatell, secondo cui queste manifestazioni celavano un intento “golpista”. Il funzionario però ha subito ribattuto e mitigato le sue affermazioni sostenendo che quello che denunciava era lo sfruttamento del dolore umano per interesse economico, imprenditoriale e politico. A ciò il papà di una bambina malata dichiara: “Egli sa che non siamo un gruppo belligerante, che non ci sponsorizza nessuno, ci vogliono screditare inventando cose”.

M.P.

Brasile. 30 giugno 2021. Secondo quanto riporta JornaldoBrasil, i maggiori esponenti politici del Paese hanno presentato una “super richiesta di impeachment” del Presidente Jair Bolsonaro. Il testo presentato ha ben 46 firmatari e contiene una denuncia di oltre 123 richieste. Il testo è stato presentato alla Camera dei Deputati da un gruppo di vari partiti politici e parlamentari di tutti i campi ideologici. Le 123 richieste erano in realtà già state protocollate alla Camera, ma mai prese in considerazione in quanto il presidente Arthur Lira è un alleato di Bolsonaro. L’elaborato di ben 271 pagine attribuisce al presidente brasiliano la responsabilità di 23 crimini commessi ed è stato firmato dai maggiori partiti politici del Paese tra cui il Partito dei Lavoratori (PT), il Partito Comunista Brasiliano (PCdoB), il Partito Socialista (PSB), il Partito Democratico Labourista (PDT), il Partito Socialismo e Libertà (PSOL), il Partito Popolare Socialista (Cidadania), il Partito Socialista Unito dei Lavoratori (PSTU). Ma oltre alla presenza di entità politiche, l’evento conta la presenza di rappresentati dell’Unione Nazionale degli Studenti (UNE), l’Associazione Brasiliana dei Giuristi per la Democrazia (ABJD) e la Coalizione Nera per i Diritti.
Hanno firmato la “super petizione” anche gli ex alleati del presidente ovvero i deputati Joice Hasselmann e Kim Kataguiri, i quali hanno affermato di non pensarci due volte a firmare la petizione di Bolsonaro che loro chiamano “genocida”. La Hasselmann aggiunge che non voterà mai più per l’attuale presidente neanche se le puntassero un’arma alla tempia.
I leader dei partiti d’opposizione difendono l’insediamento del presidente Bolsonaro, soprattutto dopo la denuncia del deputato Luis Miranda riguardo i sospetti di irregolarità nei contratti d’ acquisto dei vaccini indiani Covaxin (20 milioni di dosi a 1,6 miliardi di Reais).
Infine la “super petizione” ha acquisito ancor più forza dopo la divulgazione di un reportage del giornale brasiliano Folha de S. Paolo circa l’accusa di un impiegato del Ministero della Salute che avrebbe richiesto US$1 per ogni dose di vaccino AstraZeneca negoziata con l’impresa Davati Medical Supply.  

Y.C.

RUSSIA

Izvestija informa che vi sono nuove tensioni tra Russia e Nato. La flotta russa sta monitorando le azioni della fregata Virginio Fasan della Marina Militare italiana, che è entrata nelle acque del Mar Nero giovedì 1 luglio. Lo ha riferito il Centro di controllo della difesa nazionale della Russia. Il giorno precedente, i caccia russi Su-30SM stavano seguendo i movimenti del cacciatorpediniere statunitense USS Ross, apparso vicino alla Crimea. La nave si trovava nei pressi delle acque territoriali russe e successivamente avrebbe cambiato rotta. Un giorno prima, è stato comunicato che i jet da combattimento russi Su-30 e i bombardieri Su-2 hanno effettuato dei sorvoli vicino alla nave Evertsen della Marina olandese a distanza di sicurezza, in seguito la nave ha cambiato rotta. Tali manovre si tengono nel contesto delle esercitazioni navali annuali USA-Ucraina Sea Breeze della Nato, iniziate nel Mar Nero il 28 giugno e previste fino al 10 luglio. Nezavisimaja Gazeta precisa che sono più di dieci i paesi occidentali membri dell’Alleanza Nord-Atlantica a partecipare alle esercitazioni in mare, a terra e in aria, con circa 4 mila militari, 40 navi da guerra, fregate e imbarcazioni di supporto, 30 aerei ed elicotteri e più di 100 veicoli e mezzi blindati. Oltre a Ucraina e USA, vi sono Canada, Regno Unito, Paesi Bassi, Romania, Turchia e altri paesi partner. Secondo il Prof. Vadim Kozjulin dell’Accademiadelle Scienze Militari, i militari occidentali avrebbero bisogno di sondare il sistema di difesa della Russia in Crimea. Agli ultimi colloqui di Vienna sulla sicurezza militare e il controllo degli armamenti, la delegazione russa ha notato che l’escalation delle manovre di Sea Breeze 2021 nel Mar Nero non contribuisce a garantire la sicurezza nell’area. A sua volta, la flotta russa ha dichiarato l’intenzione di controllare le azioni navali della Nato, Il 26 giugno, secondo quanto riportato da Izvestija, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha sottolineato che le esercitazioni militari erano finalizzate alla “destabilizzazione continua ai confini con la Russia”. Nezavisimaja Gazeta commenta la questione delle risposte all’attività delle forze Nato come un punto chiave dell’attuale situazione. Il ministro della Difesa russo Shoigu parla di una pressione senza precedenti sui confini e nota un aumento dell’intensità e della frequenza delle operazioni negli ultimi anni, aggiungendo che sette esercitazioni militari congiunte sono state pianificate per il 2021 solo nel Mar Nero e sul territorio ucraino. In risposta, Mosca ha condotto le proprie esercitazioni vicino a Cipro.

O.P.

CINA

La Cina si sta espandendo nel settore degli armamenti in particolare alzando la posta sul suo gioco di conchiglie nucleari. Piuttosto che impegnarsi in una costosa corsa agli armamenti con Washington e Mosca, la Cina ha abbracciato una dottrina della “dissuasione limitata” che dà la priorità a un arsenale nucleare snello ma robusto che garantisca a Pechino la capacità di vendicarsi in caso di attacco. Secondo quanto riportato sull’Asia Times, la Cina ha iniziato la costruzione di quelli che secondo esperti indipendenti sono più di 100 nuovi silos per missili balistica intercontinentali (ICBM) in un deserto vicino alla città nord-occidentale di Yumen, lungo l’antica Via della Seta cinese. Si tratterebbe di un’importante espansione delle capacità nucleari di Pechino. Le immagini satellitari commerciali ottenute dai ricercatori del James Martin Center for Nonproliferation Studies di Monterey, in California, mostrano come i lavori siano attualmente in corso in decine di siti di una griglia che copre centinaia di miglia quadrate di terreno arido nella provincia cinese di Gansu. Ogni sito è separato dai suoi vicini di circa due miglia e molti degli stessi sono nascosti da una grande copertura a cupola. I cantieri possiedono delle caratteristiche osservabili anche nelle strutture di lancio esistenti per l’arsenale cinese di missili balistici a testata nucleare. L’acquisizione di tali silos missilistici, se completata, rappresenterebbe un cambiamento storico per la Cina, una nazione che si ritiene possieda una scorta relativamente modesta di 250-350 armi nucleari. L’arsenale nucleare cinese è di gran lunga inferiore rispetto a quelli di Stati Uniti e Russia che, complessivamente, possiedono più di 11.000 testate nucleari. Il boom edilizio di Pechino suggerisce uno sforzo del paese per rafforzare la credibilità del proprio deterrente nucleare, come afferma il ricercatore Jeffrey Lewis, esperto dell’arsenale nucleare cinese e parte di un team che ha analizzato i siti sospetti. Ha inoltre aggiunto che i silos sono probabilmente destinati a un missile balistica intercontinentale cinese noto come DF-41, che può trasportare più testate e raggiungere obiettivi fino a 9.300 miglia, mettendo a portata di mano la terraferma. L’obiettivo del progetto cinese è espandere le forze nucleari dello Stato per mantenere un deterrente in grado di sopravvivere a un primo attacco da parte degli Stati Uniti in numero sufficiente per sconfiggere le difese missilistici statunitensi. L’ammiraglio Charles Richard, che comanda le forze nucleari statunitensi, ha dichiarato in un’audizione al Congresso ad aprile che in Cina era in corso una “espansione mozzafiato”, tra cui un arsenale in espansione di missili balistici intercontinentali e nuovi lanciamissili mobili che possono essere facilmente nascosti dai satelliti. Secondo l’analisi condotta da Lewis, c’è un’ottima possibilità che la Cina stia pianificando un gioco di conchiglie in cui nasconde un piccolo numero di testate attraverso una rete di silos.

L.L.

Rassegna stampa a cura di:

Valentina Guerra (lingua spagnola)
Ylenia Cossu (lingua portoghese)
Mariella Perrone (lingua spagnola)
Antonella De Stasio (lingua inglese)
Marika Provenzano (lingua tedesca)
Elena Romani (lingua inglese)
Oxana Parshina (lingua russa)
Simona Ferri (lingua francese)
Ludovica Lara (lingua cinese)
Chiara Cavallini (coordinatrice del gruppo)