L’incredibile storia di Richard Simcott

Parlare decine di lingue, saper interagire fluentemente in inglese, finlandese o cinese, imparando (quasi) senza sforzo: è il sogno di ogni studente di lingue. Naturalmente, per la maggior parte degli studenti, ottenere dei risultati richiede grande sforzo e costanza. Ma cosa significa davvero “padroneggiare una lingua, e quante se ne possono imparare?

L’intelligenza umana, si sa, ha un potenziale enorme, ma quello che forse non tutti sanno è che nel mondo esistono delle menti geniali, capaci di far invidia anche ai linguisti più affermati: gli iperpoliglotti. Il termine iperpoliglotta viene introdotto dal linguista Richard Hudson per indicare un individuo che padroneggia almeno undici lingue. Tra gli iperpoliglotti più famosi della storia ricordiamo l’archeologo Heinrich Schliemann, scopritore delle rovine della città di Troia che parlava circa 15 lingue e Ludwig Lejzer Zamenhof, medico e linguista polacco nonché padre dell’esperanto. La domanda sorge spontanea: (iper)poliglotti si nasce o si diventa? Dal punto di vista neurologico, recenti studi hanno aperto nuove possibilità per decifrare i processi cerebrali coinvolti nell’apprendimento linguistico.

È stata ormai appurata l’esistenza del cosiddetto “periodo critico”, ovvero la fase di massima plasticità neurale in cui il bambino riesce ad acquisire una o più lingue in modo inconscio e spontaneo, poiché in età infantile il cervello umano è in grado di sfruttare al massimo le sue potenzialità. Una volta superata questa fase, l’apprendimento rallenta e diventa intenzionale. Non è quindi ben chiaro come sia possibile che gli iperpoliglotti imparino decine di lingue in età adulta.

Il britannico Richard Simcott è ad oggi uno degli iperpoliglotti più famosi al mondo. Nato nel 1977 in Gran Bretagna da una famiglia monolingue, sin da bambino mostra una grande predisposizione per le lingue, arrivando nel corso degli anni a studiarne oltre 50. Oggi ne parla correttamente 30 tra cui turco, polacco, ebraico, cinese, islandese, macedone ed esperanto, mentre dichiara di riuscire a passare per madrelingua in sei di queste.

Studenti di lingue, non disperate! Alla fatidica domanda “Esiste un metodo per imparare le lingue così bene?” Simcott risponde, naturalmente in perfetto italiano, che la cosa più importante è non avere paura di sbagliare. Gli adulti sentono il peso del giudizio altrui, mentre i bambini imparano più velocemente perché non hanno paura dell’errore. Un altro aspetto fondamentale è avere un obiettivo preciso e realizzabile, non memorizzare inutili liste di parole senza contesto, ma piuttosto imparare a dire ciò che si vuole realmente dire.

Per aiutare poliglotti e amanti delle lingue a incontrarsi, qualche anno fa Richard ha dato il via alla Polyglot Conference, un ciclo di conferenze che si svolgono ogni anno in una città diversa del mondo. “Prima di internet e dei social media – si legge sul sito ufficiale – i poliglotti erano creature solitarie che dedicavano moltissimo tempo allo studio per raggiungere un obiettivo che a molti sembrava bizzarro o insensato. Poi è arrivato internet e tutto è cambiato, la distanza non è più un ostacolo e finalmente poliglotti e amanti delle lingue sono riusciti a riunirsi”.

Oggi Simcott vive a Skopje, nella Macedonia del Nord, con la figlia e la moglie, che parla 11 lingue ed era trilingue già a tre anni. In casa Simcott si parlano quotidianamente francese, inglese, spagnolo, tedesco e macedone. In una recente intervista Richard ha dichiarato: “Parlare una lingua significa capire una cultura diversa, è qualcosa di magico”.

Vanessa Iudicone

Fonti

https://multilinguismoprocessineurologici.files.wordpress.com/2015/06/tesi-di-laurea-paola-ferraiuoli.pdf, consultato il 19/10/2020.

https://www.youtube.com/watch?v=MEv0bAeGylI, consultato il 19/10/2020.

https://www.ilpost.it/2018/09/09/iperpoliglotti/, consultato il 19/10/2020.

https://www.sbs.com.au/language/italian/audio/richard-simcott-iperpoliglotta, consultato il 19/10/2020.