«SPESSO DICO AI MIEI ARTISTI: AMATEVI», COSÌ RIVELAVA L’ATTORE DI ORIGINE ARMENA ARMEN DŽIGARCHANJAN

È morto il 14 novembre a Mosca, dopo una importante carriera come attore sovietico di origine armena. Armen Džigarchanjannasce il 3 ottobre del 1935 a Erevan e cresce in un ambiente russofono, frequentando una scuola russa e respirando la cultura russa e quella armena allo stesso tempo. Il personaggio ideale per chi desidera immergersi in un contesto multiculturale e un esempio per tutti coloro che, dovendo parlare in pubblico, si sentono un po’ attori nella propria professione.

L’artista popolare è morto lo scorso sabato all’età di 86 anni. Ha interpretato centinaia di ruoli teatrali e cinematografici, lavorando nei film Zdravstvujte, ja vaša tjotja! (in italiano, Buongiorno, sono sua zia!), Mesto vstreči izmenit’ nel’zja (Mai cambiare il luogo dell’incontro)e in Širli-myrli (Che pasticcio).

Nel 1952 Džigarchanjan si diploma e tenta di iscriversi all’Università russa di arti teatrali (GITIS) A. V. Lunačarskij a Mosca, ma non supera il concorso. Come racconta l’attore in diverse interviste, era stata la madre a ispirare in lui il sogno di iscriversi in una delle principali scuole teatrali, quando tornando da Mosca gli aveva portato i volantini del teatro. Quando legge il monologo durante il concorso, un uomo della commissione gli chiede perché si fosse presentato proprio a quel concorso, proponendogli invece l’istituto del Teatro di Erevan. In questo modo torna a Erevan e racconterà successivamente: «Lì ho incontrato il mio grande insegnante: Armen Gulakjan. E se non fossi tornato, chissà come sarebbe andata…».

Dopo la triste esperienza con il test universitario, lavora per un anno come assistente operatore nello studio cinematografico Armenfilm. Nel 1954, come gli consigliano, entra nell’Istituto artistico e teatrale di Erevan (l’attuale Istituto Statale di Teatro e Cinema di Erevan) ed è studente dell’artista Gulakjan. Quando è ancora al secondo anno, Džigarchanjan è accolto nella compagnia del teatro drammatico russo di Erevan K. S. Stanislavskij.

«Ricordo molto bene [i primi passi sul palco], come fosse ieri: il 25 gennaio del 1955 salii sul palco del Teatro drammatico Stanislavskij di Erevan con lo spettacolo Ivan Rybakov. Dovevo interpretare questa battuta: “Compagno capitano, ha un messaggio telefonico!” Così avvenne la mia prima apparizione sul palcoscenico, da professionista», condivide durante un’intervista.

«La nostra professione, devo ammetterlo, si basa su una domanda: [quello del personaggio] è un tuo problema o è qualcosa che non ti riguarda? Se io avessi una figlia e l’avessi persa, lavorerei nel ruolo del Re Lear. Ma non possiamo cercare tra gli attori chi ha davvero strangolato qualcuno per interpretare l’Otello, non è vero? Questo vuol dire che è un’imitazione, ecco tutto», dichiara l’attore.

«Sono un bravo artista e un brav’uomo, direi. E penso che ciò sia molto importante per noi, per gli esseri umani. Devo essere consapevole del fatto che mi amo. Lo dico spesso ai miei artisti, “amatevi”».

Dopo aver scoperto nuove curiosità su questo famoso artista, se ti interessa sapere quali sono alcuni tra i migliori film sovietici, ecco una breve lista:

  • Andrey Rublyov (1966);
  • Stalker (1979);
  • Il racconto dei racconti (1979);
  • Solaris (1972);
  • Va’ e vedi (1985);
  • L’albero dei desideri (1976);
  • Ivan il Terribile (1944);
  • La terra (1930);
  • La corazzata Potemkin (1925);
  • La congiura dei boiardi (1958).

Marco Riscica

Fonti (sitografia):
https://tass.ru/kultura/10003223, consultato in data 17/11/2020.
https://www.kinopoisk.ru/lists/editorial/top_100_russian_by_roskino/?tab=all, consultato in data 17/11/2020.
https://www.nientepopcorn.it/classifiche-, consultato in data 17/11/2020.
film/nazione/migliori-film-russi/, consultato in data 17/11/2020.