Prima, Donna. Margaret Bourke-White
Al Museo di Roma in Trastevere, fino al 27 febbraio 2022, si terrà la mostra dedicata a Margaret Bourke-White intitolata “Prima, donna. Margaret Bourke-White” e noi di UNINT Blog siamo andate a vedere di cosa si tratta.
Lei è stata una tra le figure più rappresentative ed emblematiche del fotogiornalismo. La mostra è una grande retrospettiva dedicata a questa artista e curata da Alessandra Mauro che ha raccolto oltre cento immagini provenienti dall’archivio Life di New York. Le immagini sono state divise in undici sezioni tematiche che ripercorrono tutto il percorso di vita della fotografa, mostrandone i punti più salienti.
Margaret Bourke-White è stata una pioniera dell’informazione e dell’immagine e ha esplorato ogni aspetto della fotografia. Le sue prime immagini sono dedicate al mondo dell’industria e ai grandi reportage per testate importantissime come Fortune e Life. Poi, vi è la cronaca visiva del secondo conflitto mondiale, anche attraverso immagini decisamente forti nei campi di concentramento. Celebri sono i ritratti di Stalin prima e di Gandhi poi. Molto importanti sono i suoi reportage nel Sud Africa dell’Apartheid, nell’America dei conflitti razziali fino al brivido delle visioni aeree del continente americano.
Ora cercherò di descrivervi come è strutturata questa mostra.
La prima sezione della mostra è intitolata L’incanto delle acciaierie, che mostra i primi lavori industriali di Bourke-White, da quando nel 1928 apre un suo studio fotografico a Cleveland.
La seconda sezione, invece, Conca di polvere, documenta il lavoro realizzato dalla fotografa durante gli anni della Grande Depressione nel Sud degli Stati Uniti. La terza sezione è dedicata alla sua lunga collaborazione con la rivista americana Life.
Nella quarta sezione, Sguardi sulla Russia, viene descritto il periodo in cui Margaret Bourke-White documenta le fasi del piano quinquennale in Unione Sovietica e poi fa il ritratto di Stalin in esclusiva per Life.
Nella quinta sezione, Sul fronte dimenticato, invece sono documentati gli anni della Seconda Guerra Mondiale, quando lavora come corrispondente di guerra in Italia, Germania e Nord Africa. La sesta sezione, Nei Campi, testimonia l’orrore del momento della liberazione del Campo di concentramento di Buchenwald nel 1945.
La sezione seguente, L’India, viene mostrato il momento dell’indipendenza indiana e della sua separazione dal Pakistan, in più la fotografa fa un importante ritratto di Gandhi poco prima della sua uccisione.
Sud Africa, è il titolo dell’ottava sezione che parla del paese africano durante l’Apartheid. La nona sezione, Voci del Sud bianco, mostra il suo lavoro a colori del 1956 dedicato al tema del segregazionismo nel Sud degli Stati Uniti.
In alto e a casa, decima sezione, raccoglie alcune tra le più significative immagini aeree realizzate dalla fotografa nel corso della sua vita. Il percorso lungo la vita di Margaret Bourke-White termina con La mia misteriosa malattia, undicesima sezione, e con una serie di immagini che documentano la sua lotta contro il morbo di Parkinson di cui manifesta i primi sintomi nel 1952. Qui vediamo come è lei ad essere il soggetto del reportage, realizzato dal collega Alfred Eisenstaedt che ne testimonia la forza, la determinazione ma anche la sua fragilità.
Sicuramente, è una mostra che consiglio di vedere, per rivivere la storia e la vita di questa grande donna che è riuscita a raccontare attraverso i suoi reportage fotografici, momenti estremamente emblematici della storia del secolo scorso in modo puramente spettacolare, vero ed affascinante.
Alessia Maldera