Viaggio nella cucina di Vitalia Scano
Vitalia Scano è una chef sarda, di Villamar, approdata a Roma.
Negli anni si è fatta strada dimostrando a tutti di che pasta è fatta.
La Scano fa parte dei Cavalieri di Malta, per i quali presta servizio di volontariato.
Si è aggiudicata diversi premi e riconoscimenti, il più recente è quello di Camper a Rai 1, in cui hanno fatto una gara tra regioni, facendo arrivare alla vittoria la Sardegna.
Dal 5 giugno 2018 ha aperto un suo ristorante nel quartiere Trieste-Salario di Roma, in via Felice Anerio 25: il Sandalia; in cui accontenta i palati più raffinati.
Com’è iniziata la tua carriera?
Ho iniziato la mia carriera vera e propria a 35 anni.
Mi sono iscritta ad una scuola di cucina a Maddaloni, ma ci lavoravo anche precedentemente perché la mia è una famiglia di ristoratori.
Hai sempre saputo di voler fare questo nella tua vita?
Mi è sempre piaciuto fare questo lavoro e cucinare.
Alle superiori volevo fare l’alberghiero ma mia mamma non me l’ha permesso, perciò a 35 anni mi sono iscritta in una scuola di cucina.
Da cosa parte la tua passione per la cucina?
La mia passione per la cucina è nata osservando mia mamma e mia nonna cucinare e crescendo tra le cucine della mia famiglia.
Come vivi l’essere donna in un ambiente lavorativo a volte troppo maschilista?
Non ho mai avuto grossi problemi per quanto riguarda l’essere donna in cucina, però concordo con il fatto che sia un ambiente molto maschilista.
Hai una filosofia particolare quando ti trovi tra i fornelli?
La mia filosofia è “esaltare i gusti con la semplicità”.
Penso che il cibo debba essere sempre buono e fresco, se c’è la qualità non c’è bisogno di strafare aggiungendo elementi superflui, rischiando quindi di rovinare il prodotto iniziale.
Tu, assieme a Vincenzo Palimodde (storico di Grazia Deledda che ha ideato il menù) ed altre Chef e Maestre pastaie, ovvero Viviana Amorino, Tonina Biscu, Anna Saba, Annalisa Atzeni e Marina Ravarotto; hai creato “A cena con Grazia“, perché è tanto importante?
“A cena con Grazia” è un evento in cui si degustando i piatti della tradizione sarda che Grazia Deledda descrive nei suoi libri, in onore del 150esimo anniversario dalla nascita della scrittrice.
È importante perché è l’opportunità per rivalutare tutte le ricette antiche risalenti appunto a 150 anni fa, che nel tempo si stanno purtroppo perdendo.
L’obiettivo è quello di mantenere e tramandare le tradizioni, per far conoscere le basi ai ragazzi che vogliono intraprendere questo lavoro, essendo assolutamente fondamentale scoprire le origini della nostra cucina.
Com’è cucinare con loro?
Il gruppo che si è formato con le Chef è molto bello, nonostante in genere si pensi che in cucina e nella vita noi donne vogliamo sempre “primeggiare”, siamo tutte davvero molto coese, ed in sintonia.
Oltre all’amore per la cucina, ci accomuna anche la passione per la letteratura.
Dietro la decisione della location per il tuo ristorante Sandalia, c’è una scelta dettata da uno studio di marketing o è stata una scelta di cuore?
La location è un ristorante di famiglia che doveva essere rinnovato, la mia è stata una scelta di cuore.
“Sandalia” è il nome della Sardegna dato dagli antichi greci, che significa “isola in mezzo al mare africo”, ed io mi definisco: “un’isola del gusto in mezzo al quartiere africano”.
Qual è la tua idea di cucina?
Ciò che descrive la mia idea di cucina è la semplicità.
Amo cucinare per le persone, imparare a conoscerle attraverso il cibo, associare i nomi nelle comande ai volti ed imparare i gusti e le intolleranze di ogni cliente.
Cosa ti piace di più del tuo lavoro?
Del mio lavoro purtroppo mi piace tutto.
Vorrei non mi piacesse così tanto, ma è il mio grande amore.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
I miei obiettivi sono: far crescere ancora di più il Sandalia, portare in giro per il mondo i Menù Deleddiani ed insegnare ciò che so ai ragazzi più giovani che sognano di diventare Chef.
Dicci qualcosa in più sul tuo ristorante Sandalia.
Nella cucina del mio ristorante abbiamo tanti tipi di culture diverse e quello che mi fa più piacere è che tutti nella mia brigata conoscano la cultura sarda ed i piatti della tradizione.
Siamo andati assieme in Sardegna e gli ho mostrato alcune delle cose più importanti, come la preparazione della bottarga, alcuni tipi di pesca, la coltivazione delle cozze, delle vongole e delle ostriche Sandalia, che sono quelle che utilizziamo in ristorante.
Hanno visto inoltre come avviene la preparazione del pane Carasau, di Su filindeu e dei Culurgiones.
Nonostante alcuni non siano italiani, conoscono ugualmente tutto ciò che riguarda i nostri piatti alla perfezione.
Nella tua brigata sei l’unica donna presente, è una scelta o un caso?
Non è una scelta, è successo per caso.
Mi piacerebbe molto essere affiancata da una donna, ma purtroppo non è molto semplice perché è un lavoro a cui bisogna dedicare la propria vita, cosa che in una società patriarcale è ancora troppo complicato per noi donne.
Per Vitalia Scano, il cibo è un mezzo per esprimere emozioni e dimostrare a sé stessa ed agli altri che dietro ogni piatto, anche quello all’apparenza più semplice, c’è un mondo intero.
Se con le sue parole vi ha ispirato, non fatevi sfuggire l’occasione di farvi conquistare con i suoi piatti.
Asia Festa Amorino