Joe Biden: a Presidency for all Americans

E’ ufficiale: il democratico Joseph (Joe) Biden sarà il 46esimo presidente americano, a partire dal 20 Gennaio 2021. 45 presidenti in 231 anni di storia: realizzare il sogno di diventare presidente degli Stati Uniti d’America non è per niente semplice: ci vogliono impegno, carisma, competenza e resilienza, e su quest’ultimo punto Joe Biden è imbattibile. Durante questi mesi di campagna elettorale molti di voi si saranno forse chiesti chi è Joe Biden e quale è la sua storia: riprendendo un modo di dire inglese, la sua vita è fatta di ups and downs, un po’ come le montagne russe.

Nato nello Stato della Pennsylvania nel 1942, da piccolo si è dovuto trasferire nel Delaware insieme a suo padre, a causa di problemi economici. Si è poi iscritto all’università di legge, dove era un bravissimo atleta, anche se con qualche problema dal punto di vista accademico: Biden infatti soffriva di balbuzie e veniva spesso deriso per questo. Decise di seguire dei corsi per imparare a gestire questo disturbo, rendendosi conto che era l’ansia da palcoscenico il suo principale nemico, quindi ogni volta che ne aveva l’occasione parlava in pubblico.

I suoi studi di legge lo spinsero a partecipare a vari comizi politici, avvicinandosi al partito democratico, principalmente perché contrario al presidente repubblicano Nixon. Partecipando ai comizi, si fece largo anche tra i vari politici, e decise di candidarsi per diventare senatore del Delaware, e contro ogni previsione, a soli 29 anni vinse le elezioni.

Tuttavia, la sua ascesa ebbe un brusco arresto: poco dopo sua moglie -conosciuta negli anni universitari- e la sua bambina più piccola morirono in un incidente stradale. Il mondo gli crollò addosso e la sua vita cambiò all’improvviso: Biden voleva rinunciare alla carica di senatore per prendersi cura degli altri due figli rimasti feriti nell’incidente; ma fu il presidente Nixon stesso a telefonargli e chiedergli di non rinunciare. Con l’aiuto dei colleghi, Biden prestò giuramento come senatore direttamente dall’ospedale dove erano ricoverati i suoi figli, e a 30 anni diventò uno dei 6 senatori più giovani d’America.

A differenza di altri colleghi, Biden non si fermava a Washington tutta la settimana, bensì ogni sera tornava a casa dai figli, facendosi un’ora e mezza di treno. Nel 2011 la stazione di Wilmington in Delaware, da dove Biden partiva ogni mattina, è stata rinominata in suo onore, in occasione del suo 7000esimo viaggio.

Con la carriera da senatore ormai consolidata, Biden conobbe Jill, una giovane insegnante di cui anche i suoi figli si innamorarono, e i due ricostruirono una famiglia. A 45 anni, con 15 anni nel Senato alle spalle, Biden si candidò alle primarie per il partito democratico, ma il suo discorso, largamente ispirato a quello di un altro politico inglese, portò diversi giornali scandalistici ad incolparlo di plagio della tesi universitaria e gli elettori lo abbandonarono. Fu poi dimostrato che la sua tesi non era stata plagiata, ma ormai aveva perso i consensi. La sconfitta alle primarie, però, lo portò a farsi visitare a causa dei frequenti mal di testa che aveva e così scoprì di avere un aneurisma per il quale fu immediatamente operato. Nella sfortuna è stato dunque fortunato perché, come lui stesso dichiarò in seguito, se non avesse perso le primarie non avrebbe dato peso a quelle emicranie.

Nel 2008 decise di candidarsi di nuovo alle primarie del partito democratico, ma come tutti sappiamo fu battuto da Obama. In quell’occasione, però, Biden conobbe il giovane senatore dell’Illinois e tra i due nacque un’amicizia e un profondo rispetto, che portò Obama a nominarlo come vicepresidente per entrambi i mandati.

Nel suo libro “Papà, fammi una promessa” Biden racconta che nel 2015, poco prima che suo figlio Beau morisse di tumore, questi gli chiese di riprovare a candidarsi come presidente degli Stati Uniti, visto che quello era il suo sogno. Ma nel 2016 Biden non si candidò alle primarie: il dolore per la morte del figlio era troppo forte. Fu solo nel 2020 quando portò a termine la promessa fatta ed eccoci qui: 77 anni, di cui 47 come senatore del Delaware e 8 come vicepresidente (una carriera di tutto rispetto alle spalle) che Joseph Biden diventa il 46esimo -nonché più anziano- presidente degli Stati Uniti d’America, con un’affluenza record di elettori alle urne. Non è una cosa da poco: con 47 anni di Senato alle spalle, Biden ha affrontato diverse leggi e preso diverse scelte, di cui ha dovuto dar conto durante queste elezioni, riuscendo a raggiungere il suo sogno nonostante tutta la pressione.

Ad accompagnare Biden nel suo lavoro alla Casa Bianca c’è Kamala Harris: prima donna, prima asiatica e prima persona di colore a diventare vicepresidente degli Stati Uniti d’America. Con una carriera in legge di tutto rispetto alle spalle, è stata il procuratore generale della California. Per capire meglio la sua importanza sul piano giuridico, basti pensare che negli Stati Uniti il procuratore generale è una carica elettiva, perché ogni procuratore decide la sua linea di condotta, ossia le questioni su cui vuole concentrarsi di più. Diventata in seguito senatrice della California, aveva gareggiato anche lei per le primarie del partito democratico di quest’anno, riuscendo a raccogliere molti consensi. La sua dialettica è ciò che gli elettori più ammirano di lei e negli anni passati come procuratore generale della California la sua fama di giurista e oratrice si è diffusa nell’intero Paese.

E’ stata una corsa alla presidenza emozionante, che si è conclusa con la salita al potere di un uomo che ha finalmente realizzato il suo sogno, nonostante gli alti e bassi della sua vita, aiutato nell’impresa da una donna la cui elezione rompe con la tradizione e cambia la storia degli Stati Uniti d’America.

Emanuela Batir