Credits by Eleonora Ferrini

Sun City

La tappa di cui vi parlerò oggi è molto diversa, totalmente direi, da quella dell’articolo precedente. Abbandoniamo il Kruger, con tutti i suoi “abitanti”, e spostiamoci leggermente verso ovest.

Qui sorge un posto a primo impatto quasi fuori luogo se messo a confronto con ciò che lo circonda: Sun City.

Prima una breve digressione però. Nell’introduzione alla mia rubrica ho accennato al fatto che il Sudafrica riesce a sorprenderti non solo in positivo. Ebbene, è arrivato il momento di fare un breve esempio a riguardo. Per arrivare a Sun City, di cui presto vi parlerò, abbiamo guidato per molti chilometri, incontrando ovviamente dei caselli autostradali. Ad uno di questi, purtroppo, non avevamo più contanti, per cui abbiamo deciso di pagare con la carta. Bene, sappiate che nonostante carte di credito internazionali, nei caselli sudafricani la vostra probabilmente non sarà ritenuta valida. Di conseguenza, siamo rimasti bloccati per circa un’ora, cercando di chiedere aiuto a qualcuno. Alcuni poliziotti si trovavano fisicamente lì in quel momento, per cui abbiamo riposto fiducia in loro. Inutile. Fosse per loro sarei ancora ferma a quel casello. Continuavano a ripetere frasi come “non potete fare nulla, ci dispiace. Così non si può pagare, ci dispiace. Non c’è nulla dove prelevare soldi nelle vicinanze, ci dispiace”. Fate seriamente ragazzi?

Tuttavia, grazie a una qualche uscita che permetteva di fare inversione, siamo tornanti indietro. A questo punto, siamo casualmente finiti di fronte a una piccola casa di cui i proprietari, molto gentili, ci hanno aiutato a risolvere il problema.

Superato l’ostacolo apparentemente insormontabile, abbiamo proseguito verso la nostra destinazione!

Andiamo perciò a parlare di Sun City ora…

Sun City è una leggendaria creazione dell’imperatore Sol Kerzer, ricca di statue dorate raffiguranti leoni e scimmie, di vaste spiagge artificiali, di hotel e di un’infinità di slot machine. Fu inaugurata nel 1979, all’epoca dell’apartheid, ed era considerata una località esclusiva riservata a bianchi benestanti.

C’è un unico scopo gente: il Divertimento. Ebbene sì, un divertimento con la “d” maiuscola! Non a caso, viene considerata una piccola Las Vegas sudafricana.

Ciò che davvero impressiona è che attorno c’è praticamente il NULLA. Per arrivare ho percorso chilometri e chilometri di strada circondata unicamente da campi e povertà. Infatti, è proprio questa una delle particolarità del luogo. Fuori povertà e criminalità, tanto che era pericolosissimo spostarsi di notte; dentro spasso e sperpero di soldi. Addirittura, alcune persone, molto benestanti direi, sono proprio residenti a Sun City.

All’entrata ci sono varie navette che ti permettono di muoverti con più facilità da una parte all’altra. Nel mio caso ho passato del tempo nel parco divertimenti acquatico, ho visitato uno degli hotel più sfarzosi (mai vista così tanta ostentazione di ricchezza e lusso), ho fatto un giro nel casinò e ho percorso alcuni dei sentieri accessibili, tra cui un lungo ponte sospeso. Triste l’esperienza all’interno di un labirinto del quale ho mai trovato la giusta via d’uscita, vedendomi così costretta a utilizzare un’uscita alternativa.

Devo dire che l’intera località è davvero di impatto. Molta esagerazione, ma tutto “wow”.

Certamente, Sun City non è paragonabile ad altre bellezze sudafricane, o meglio, ci sono di sicuro alcune cose che ti rapiscono maggiormente rispetto a un grande “paese dei balocchi”. Tuttavia, è uno di quei luoghi che vale assolutamente la pena vedere una volta che si è lì!

Eleonora Ferrini