Buongiornoseranotte!

Oggi vi voglio raccontare qualcosa su uno degli ultimi film usciti in Italia. Come forse vi sarete resi conto da un po’ di tempo siamo immersi nell’era – che sembra non avere nessuna voglia di finire – dei sequel. Il 4 novembre si è aggiunto (o forse dovrei dire aggiunta) all’appello il secondo capitolo di Enola Holmes, che ha fatto la sua entrata in scena per la prima volta nel 2020. Il primo film aveva già destato reazioni prettamente positive e devo dire che il secondo si è mantenuto più o meno sulla stessa linea.

Il personaggio di Enola Holmes è una felice aggiunta all’universo creato da Sir Arthur Conan Doyle, personaggio nato su carta nel 2006 dalla penna di Nancy Springer all’interno di una collana di gialli per ragazzi. Enola è la sorella minore e meno conosciuta del famosissimo Sherlock Holmes e, come suo fratello, è appassionata di misteri che non vede l’ora di poter risolvere. In un modo o nell’altro tutti abbiamo avuto modo di farci un’idea sul personaggio di Sherlock, che sia tramite i romanzi o le altrettanto famose trasposizioni cinematografiche che si sono succedute negli anni.

Enola è giovane e piena di vita e, nonostante non condivida i tratti al limite della sociopatia del fratello, possiede a sua volta delle peculiarità caratteriali che la rendono unica. Ci troviamo di fronte a una ragazza vitale, curiosa e che ha trascorso un’infanzia tutt’altro che ordinaria: sua madre Eudoria, interpretata da una sempre impeccabile Helena Bonham Carter, la ha cresciuta a suon di anagrammi da decifrare, lezioni casalinghe e mantra che ispirino la piccola Enola a pensare con la sua testa e imparare a creare per se stessa un’indipendenza che non è di certo scontata per le donne del suo tempo.

In questo secondo film, forte del suo primo caso risolto durante il primo, Enola intraprende ufficialmente la carriera di detective ma, come forse è prevedibile, all’inizio fa non poca fatica ad affermarsi: non si trovano clienti che vogliano affidarsi a lei. Tuttavia, dal momento in cui una bambina entra nel suo studio alla ricerca della sorella scomparsa, per citare la stessa Enola: “The game is afoot”! Di qui in avanti un susseguirsi di eventi ci porta attraverso la trama del film, il tutto in pieno stile Enola: confusione, indizi da decifrare e colpi di scena legati tanto alla storia quanto alla vera natura dei personaggi.

Per concludere, evitando spoiler, se avete già avuto l’occasione di guardare il primo film e vi è piaciuto, vi consiglio di continuare a seguire questa saga: le storie divertenti i plot twist e le piccole o grandi citazioni storiche legate al femminismo (filo rosso che contribuisce a tutta la struttura delle storie di Enola) non mancheranno di certo. Una storia movimentata e leggera, per passare una serata divertente. Piccola chicca: ovviamente se guardato in lingua originale, il film avrà tutto un altro sapore e vi darà la possibilità di ascoltare diversi accenti britannici – per i quali ammetto di avere un debole.

Silvia Costa